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Autore: lone_wolf_08    05/12/2017    3 recensioni
Il Reame Boscoso era la sua casa. Thranduil e Legolas la sua famiglia.
Eppure la sua vita lì non sarebbe potuta durare per sempre. Il coraggio di una donna sarà messo a dura prova da un destino inevitabile e da un passato doloroso.
Morwen lo guardò negli occhi: “Chi sono io?”
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo 2 : Solo un sogno



Io credo che quando tu hai vissuto tanto tempo in un posto, tu sei quel posto.
R.B.



Arrivarono al confine del Reame Boscoso che era sera e ormai avevano seminato i banditi quando giunsero al ponte sul fiume selva, il quale fungeva da sistema di difesa del reame.

Morwen tirò un sospiro di sollievo. Ora però avrebbe dovuto affrontare un'altra sfida: l'interrogatorio di suo padre, Thranduil.
Non era il suo vero padre ma lei lo considerava tale in quanto l'aveva accolta quando non aveva nessuno e l'aveva cresciuta con amore e responsabilità.
Le raccontò di come era stata abbandonata e di come l'avevano trovata avvolta in una coperta davanti al portone d'ingresso nel cuore della notte.
La donna non sappe spiegarsi il perché del suo abbandono perciò cominciò a condurre delle ricerche, a insaputa del sovrano, per scoprire da quale popolo provenissero i suoi genitori e da quale lei stessa discendeva.
Purtroppo però le ricerche non portarono a niente e Morwen smise di cercare una spiegazione a ciò che le era successo. Si disse semplicemente che erano morti, o peggio ancora che non l'avevano voluta.
Nel regno di Thranduil la ragazza era stata istruita ed addestrata al meglio tanto che nel combattimento dava del filo da torcere persino al re.
Quest'ultimo poi le era oltremodo affezionato e le stava molto vicino anche se allo stesso tempo il suo affetto per la ragazza sfociava in iperprotettività, cosa che lei non sopportava data la sua indole indomabile e testarda.

Lasciò che i servi si occupassero di Dagor mentre lei corse alla sala del trono mettendosi a posto meglio che poté i capelli disordinati e il vestito stropicciato.
Quando Thranduil la vide arrivare smise di girare nervosamente in tondo, mise le mani dietro la schiena e corrugò la fronte in un'espressione di rimprovero. Morwen capì subito di trovarsi nei guai, l'aveva fatto stare in ansia un'altra volta e si preparò all'ennesima ramanzina.

"Ma guarda chi si è decisa a ricomparire!" cominciò sarcastico.

L'altra non disse nulla ma sostenne il suo sguardo.

"Voglio proprio sentire che scusa ti inventerai questa volta..." continuò.

"Nessuna scusa, semplicemente era una bella giornata e ho ritenuto giusto passarla all'aperto con Dagor" rispose innocentemente l'interpellata.

"Cavalcata all'aperto dici? Sembra piuttosto che tu sia stata in guerra" ribatté lui tra l'arrabbiato e il sospettoso. Poi posò lo sguardo sul collo della giovane e assunse un'espressione preoccupata, quindi si precipitò verso di lei;

"Ma che ti è successo?? Sanguini!".

Morwen non ci aveva fatto caso ma ora sentiva un bruciore fastidioso sopra la clavicola sinistra: proprio dove Kludd aveva appoggiato la sua lama. Il sovrano le mise una mano dietro il collo e si avvicinò per esaminare meglio la ferita.
La ragazza sobbalzò

"Ah!",

"Ti ho fatto male??" chiese il biondo preoccupato.

"No...hai le mani gelide!" rispose lei quasi seccata dalla sua reazione esagerata.

"Comunque è solo un taglietto niente di che. Stai calmo" disse spostandogli la mano.

Thranduil tornò arrabbiato

"E guardati il viso; ti sei rotolata per terra per caso?",

quindi passò una manica della veste sulla guancia destra della giovane strofinando via lo sporco e tamponando delicatamente un leggero taglio sanguinante.

"Ada! Smettila ti prego!" sbottò lei esasperata,

"Possibile che per te non possa mai fare niente?".

"Morwen il sole è tramontato da ore ormai! Pensavo ti fosse accaduto qualcosa, stavo per mobilitare una squadra di ricerca e tu torni ora, ferita e pretendi pure di avere ragione!".

In un momento le parve di rivedere gli occhi di Kludd in quelli del padre adottivo, così glaciali, impenetrabili. Fece un passo indietro spaventata. Thranduil la guardò con apprensione, stupito dal suo strano comportamento

"Morwen stai bene?".

La mora si riprese e d'impeto gli rispose

"Certo che sto bene! Smettila di trattarmi come se fossi una bambina!!".

Solo dopo si accorse dell'aggressività che aveva riservato all'elfo.
Le avevano detto fin da piccola di moderare la sua impulsività ma non ci era mai riuscita; era nel suo sangue. Non poteva trattenersi e ciò le aveva provocato parecchi disagi, situazioni imbarazzanti e anche pericolose (come nel caso di quel giorno).
In quel momento si sentì un'ingrata; Thranduil le voleva bene come a una figlia e lei lo aveva trattato in quel modo...
Cercò di scusarsi

"Io...ecco...scusa." e cominciò a fissare il pavimento.

Il sovrano le rivolse la parola in tono pacato

"Se ci fosse Legolas non ti comporteresti così".

Al pensiero dell'amato fratello il cuore di lei si spezzò: non lo vedeva da 1 anno ma le sembrava fossero passati secoli. Lui, insieme al padre, era il suo punto di riferimento fin da bambina e, quando se ne andava, lei ne soffriva tantissimo.
Le diceva sempre che andava a trovare un'amico a Gran Burrone, ma stava via sempre troppo per i sui gusti.
La ragazza odiava quel posto che le pareva inghiottisse il fratello per un arco di tempo infinito, ma ancora di più odiava "quell'amico" che gli portava spesso via Legolas; infatti, perfino negli addestramenti i suoi bersagli si trasformavano in quel ladro spietato tanta era la sua gelosia.

"Da quando se n'è andato sei sempre più scontrosa e non fai altro che stare fuori tutto il giorno. Vorrei proprio sapere dove vai...".

Non ottenendo risposta sospirò sconsolato

"Beh ora che è tornato spero tu la smetta di comportarti così".

Alle parole di Thranduil la ragazza si girò di scatto, gli occhi sbarrati che fissavano l'elfo in un'espressione incredula. Si parò davanti a lui e gli strinse le mani, tutto senza mai staccargli gli occhi di dosso

"Cosa hai detto? Legolas è tornato???".

Thranduil le rispose in un cenno di assenso. Morwen aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono: non sapeva cosa dire, quindi saltò al collo del sovrano felice come non mai e finalmente riuscì a formulare una frase

"Oh per i Valar! Non ci posso credere!",

poi si staccò dall'abbraccio e come un razzo scese le scale che portavano alla sala del trono per salire quelle per le stanze reali dimenticandosi completamente che Thranduil non aveva ancora finito di parlarle.
Sorvolò di corsa la sua camera e si fermò dinnanzi a una porta con incisioni a forma di foglie; la spalancò.
Legolas, intento a mettersi la cintura davanti allo specchio, per poco non fece un infarto e si girò verso la porta.
Morwen si illuminò e un enorme sorriso prese posto sul suo viso, poi corse incontro all'elfo che, come lei, era traboccante di felicità al rivederla

"Leggy!!" urlò saltandogli addosso.

Legolas la strinse forte a sé assaporando quel momento che sempre aspettava al suo ritorno a casa.

"Morwen quanto mi sei mancata peste!" disse ridendo.

Dopo un pò si sciolsero dall'abbraccio e lui aggiunse ironico

"Vedo che non hai perso la tua follia in mia assenza...e che non hai ancora imparato a bussare" finì la frase con uno sguardo di rimprovero.

Poi, dopo averla squadrata, fece una smorfia

"Avresti bisogno di una bella lavata...",

Morwen rise

"di capo l'ho già avuta dal re" e agilmente si sedette su un tavolino facendo dondolare le gambe.

L'altro sospirò mettendosi a braccia conserte

"Che hai combinato stavolta?".

Lei saltò giù dal tavolino e si mise a camminare nervosamente per la stanza

"Beh tu eri via, io ero triste e mi sono trovata un'occupazione...".

"Sei andata oltre il confine?";

Legolas e Morwen quasi si leggevano nel pensiero da tanto che si conoscevano

"Indovinato!" rispose lei.

"E scommetto che oggi ti sei cacciata nei guai particolarmente..." continuò il biondo.

Morwen cominciò a mangiarsi le unghie

"Se te lo dico mi prometti che non ti arrabbierai?" gli chiese lei insicura.
L'elfo si mise una mano sul cuore con fare offeso

"Che c'è? Non ti fidi più di me?" le chiese rivolgendole poi un sorriso complice.

"Ok...beh...oggi ho liberato due ragazzi che stavano per essere venduti come schiavi nelle miniere di ferro dell'Harad" buttò fuori velocemente la giovane.

All'espressione incredula di Legolas, Morwen approfondì la spiegazione

"Stavo seguendo le mosse di un gruppo di contrabbandieri. Due mesi fa sono riuscita a portargli via dieci cavalli rubati in un villaggio di Rhûn e a restituirli a quella povera gente. Quei cani meriterebbero la morte!!" disse esplodendo in un tono aggressivo stringendo forte i pugni.

Legolas si avvicinò alla sorella adottiva e le pose le mani sulle spalle tese

"Non bisogna augurare la morte di nessuno...neanche se si tratta di un nemico" disse saggiamente in un tono pacato e tranquillizzante.

"E nel caso si trattasse di un fratello seccante?" chiese lei sfoggiando un sorrisetto beffardo.

"In tal caso sarei costretto a venire al tuo funerale" rispose tranquillamente l'elfo.

"Ehi! Guarda che sono migliorata nel combattimento!" ribatté offesa la mora.

"Questo non vuol dire che tu possa battermi",

"Bene! Allora domani mattina all'alba preparati ad una sfida mai vista! Ti farò rimpiangere di avermi presa in giro principino!".

"Quando vuole mia signora" rispose sarcastico.

"Dì un pò, è quel tuo amichetto di Gran Burrone che ti ha fatto diventare antipatico o è solo un trattamento speciale nei miei confronti solo perché non mi vedi da tanto?",

Morwen incuriosita si appoggiò con fare di superiorità allo stipite della porta e inarcò un sopracciglio scuro. Legolas sapeva che era solo gelosia quella che la stava facendo parlare perciò non se la prese molto

"Mi sembrava di avertelo già detto...lui si chiama Aragorn! E comunque smetti di fare la gelosa, ora sono qui con te. Non è abbastanza?".

Morwen ribatté seccata

"Non sono affatto gelosa!".

Legolas la fissò.

"E va bene forse lo sono un pò ma mi sembra ovvio voler passare più tempo con te!"

Legolas, non volendo continuare la questione, le sorrise comprensivo. Sapeva come era fatta; orgogliosa e testarda. Era inutile discutere con lei.

"Ok, ora se vuoi scusarmi vado a cenare; è tardi lo so, ma quando sono tornato ho avuto appena il tempo di lavarmi e riposarmi" poi le diede un bacio sulla fronte

"A domani guerriera" e si avviò fuori dalla stanza a passo elegante.

La ragazza andò nella sua e dopo essersi fatta un bagno ricostituente ed essersi pulita le ferite leggere, rimase a pensare un pò, sdraiata sul letto.
Poco dopo crollò dalla stanchezza senza rendersene conto.


Morwen si trovava in una valle circondata da cascate e rocce meravigliose, un sole tiepido le riscaldava le membra e le illuminava il viso. Pian piano la luce del sole si fece insopportabilmente accecante e la donna dovette ripararsi gli occhi.
Una risata glaciale le giunse alle orecchie e la fece rabbrividire, una figura nera si stagliava contro la potente fonte luminosa. Mentre l'ombra misteriosa si avvicinava Morwen chiese

"Dov'è Legolas?", poi vide che la figura aveva un non so che di familiare

"L'ho rapito. Sei sola Morwen. Sola" parlò una voce maschile.

Si avvicinò ancora di più: due occhi azzurro chiaro la fecero tremare.
Una cicatrice sul volto.



Nota dell'autrice:


Ed eccomi di nuovo qua con il nuovo capitolo! Come avrete visto la nostra protagonista non è un elfo femmina ma un umana, cosa che nel primo capitolo non si nota. Ovviamente ne saprete di più su di lei e sulla sua famiglia andando avanti.
Un passo per volta scoprirete il suo passato. Per ora nemmeno lei ne è a conoscenza quindi abbiate pazienza 😉.

Bene, spero vi sia piaciuto e non abbiate paura a scrivere le vostre opinioni! Avanti commentate sono curiosa di sapere cosa vi aspettate nel prossimo capitolo!
Un abbraccio fortissimo a chi a messo la mia storia nelle seguite e che ha commentato. Loooove


Kia


   
 
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