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Autore: Vera_D_Winters    17/12/2017    1 recensioni
Sto per cimentarmi nell'ennesima Long (giuro che appena tornerà l'ispirazione ultimerò anche la kozaxbibi) e come sempre ringrazio i ragazzi del gdr onepiece caffè per la profonda ispirazione che mi regalano.
La storia come avrete intuito dal titolo è un crossover au, dove i nostri pirati preferiti saranno scolari alle prese con l'ultimo anno di liceo
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Nami, Nefertari Bibi, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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𝓦𝒆'𝓻𝒆 𝓪 𝓬𝓱𝓪𝓶𝓹𝓲𝓸𝓷 𝓽𝒆𝓪𝓶
𝓐 𝔀𝒆𝓵𝓵-𝓸𝓲𝓵𝒆𝓭 𝓶𝓪𝓬𝓱𝓲𝓷𝒆
𝓐𝓷𝓭 𝔀𝒆'𝓿𝒆 𝒇𝓪𝓬𝒆𝓭 𝓽𝓸𝓾𝓰𝓱𝒆𝓻 𝓹𝓻𝓸𝓫𝓵𝒆𝓶𝓼 𝓽𝓱𝓪𝓷 𝓽𝓱𝓲𝓼
𝓘 𝓴𝓷𝓸𝔀 𝓲𝓽'𝓼 𝓪 𝓰𝓻𝓲𝓷𝓭
ℬ𝓾𝓽 𝓘'𝓶 𝓼𝓾𝓻𝒆 𝔀𝒆 𝓬𝓪𝓷 𝒇𝓲𝓷𝓭
𝓐 𝔀𝓪𝔂 𝓽𝓸 𝓱𝓪𝓿𝒆 𝒇𝓾𝓷
𝓦𝓱𝓲𝓵𝒆 𝔀𝒆 𝓰𝒆𝓽 𝓽𝓱𝓲𝓼 𝓳𝓸𝓫 𝓭𝓸𝓷𝒆

 

La fine dell'anno si avvicinava e la follia cominciava a dilagare tra gli studenti dell'ultimo anno, tra compiti, esami in arrivo, e spettacolo di fine anno che metteva in crisi il professor Emporio che di conseguenza metteva ansia ad ogni alunno che gli capitasse a tiro.
Capitava molto spesso di vedere dei ragazzi litigare tra loro per sciocchezze a causa del nervosismo esasperato, come capitava di assistere a vere e proprie crisi esistenziali, con gente che piangeva nei corridoi e persone che strappavano i libri di testo per la disperazione.
In quel marasma, ogni giorno Violet trovava bigliettini e rose nel suo armadietto, e puntualmente buttava tutto in pattumiera.
Sapeva chi era l'emissario di quei regali, e non le importava. O meglio le importava ma si diceva che ciò non doveva avvenire e quindi si auto convinceva che andava bene così. Ma non andava affatto bene, soprattutto durante le prove del recital, quando dovevano cantare insieme, o stringersi e assumere atteggiamenti amorosi, o guardarsi negli occhi come se fossero gli unici esseri umani rimasti sul pianeta.
Era un supplizio.
Anche Sanji in quei momenti sembrava sull'orlo di una crisi, così come Pudding, che ormai aveva compreso di aver perso per sempre il suo fidanzato.
Ma allora perchè lui non la lasciava? 
Molto semplice, per la scuola ormai girava una voce serpeggiante, la quale diceva che Pudding era gravemente malata, ed il biondo aveva giurato di starle accanto.
Le ragazze avevano tutte affermato che quella era un'invenzione, Nami soprattutto che si era infervorata da morire, ma bugia o meno non cambiava la realtà dei fatti: Sanji stava con la ragazza per dovere, ma continuava a fare una corte spietata a Violet, che tuttavia non voleva essere la seconda scelta di nessuno.
E tutti soffrivano come cani. Ecco il vero punto focale di quella situazione... Tutti tranne Pudding. Lei era l'unica che sembrava essere capace di far funzionare le cose come desiderava che andassero.


 «Mi è arrivata una richiesta di trasferimento Izou. Anzi me ne sono arrivate due. Stai scappando da me?»    
L'uomo per la prima volta da quando conosceva Hina, semplicemente la ignorò. Rimase di spalle continuando a dipingere sulla tela la sua bella imitazione di ninfee rosa senza nemmeno togliersi le cuffie dalle orecchie. Il volume dell'mp3 era basso e gli aveva permesso di udire la voce della preside, tuttavia finse il contrario.
«Vuoi rispondermi Izou? Lo so che mi senti. »  
 Il moro per tutta risposta cominciò a fischiettare un motivetto che nulla aveva a che fare con la ballata a pianoforte che suonava nelle cuffiette e continuò a ignorarla.
 «Izou vuoi....?!»   
 «No, non voglio Hina. Non ti devo alcuna spiegazione. » 
Finalmente rispose, ma non con le parole che la donna desiderava udire. E prima che lei potesse dire alcunchè, il corvino si alzò dallo sgabellino girevole, la guardò dritto negli occhi e le scoccò un bacio a fior di labbra, prendendo tutto il suo coraggio e tutta la sua forza di volontà per aggiungere a quel teatrino anche un largo sorriso.
«Un giorno mi ringrazierai Hina, quando capirai che tutto questo a lungo andare sarebbe stato deleterio anche per te.»    
E con quelle parole aveva chiuso davvero.
Lasciò l'aula di belle arti con le spalle dritte e il mento alto, e solo quando ebbe svoltato l'angolo del corridoio si permise di respirare, passandosi le pallide dita tra i capelli, chiudendo gli occhi esausto.
Ma ce l'aveva fatta, e questa volta non sarebbe tornato indietro.
Quello che però Izo forse non aveva mai capito, è che a modo suo la donna lo amava profondamente, nel suo personalissimo modo distorto e rovinoso.
Ma d'altronde il lieto fine non era per tutti, no?
Lo avevano dimostrato la sera precedente Marco e Bay, i quali fingendo che andasse tutto bene si erano augurati reciprocamente buona fortuna: lui aveva annunciato il matrimonio prossimo con Thatch, chiedendole di fargli da testimone, e lei aveva spiegato della sua offerta al conservatorio e della sua conseguente accettazione dell'incarico.
Vi erano state le congratulazioni di rito, gli abbracci, gli sguardi che dicevano più delle parole, e i pensieri celati.
Se entrambi avessero avuto il coraggio e la spavalderia di spogliarsi delle proprie maschere forse le cose sarebbero andate in maniera diversa, ma alla fine aveva vinto la paura di perdere un rapporto consolidato nel tempo a favore di un qualcosa di cui nemmeno erano sicuri. 
Ed in fondo era questo a differenziare gli adulti agli adolescenti: i primi pensavano fin troppo invece che viversi l'attimo.
E Bay e Marco di attimi ne avevano persi ormai troppi.


Sabo e Koala non erano riusciti a passare insieme quanto tempo avrebbero voluto, e questo rendeva altalenante l'umore della ragazza che avrebbe voluto approfittare di quegli ultimi mesi assieme per fare un sacco di cose.
Quel giorno comunque erano riusciti a ritagliarsi del tempo per loro, e lei stava attendendo sotto il gazebo del parco giochi in cui si erano dichiarati un anno prima, che lui la raggiungesse.
Il biondo era stato molto misterioso a riguardo di quell'appuntamento e lei doveva ammettere di essere molto curiosa.
Quando lo vide arrivare di corsa un po' trafelato comunque, un'espressione dolce e allegra le dipinse il viso dalla forma a cuore, e nel suo stomaco si agitò la stessa sensazione di sempre: uno sfarfallio, un groviglio di tenerezza e voglia di corrergli incontro, fino al momento in cui i loro sguardi si allacciavano e facevano si che il mondo attorno scomparisse.
Ne era profondamente innamorata, ed anche per questo l'idea che lui se ne andasse la faceva soffrire sì, ma non quanto la gente comune avrebbe immaginato, perchè lei amava lui e il suo sogno, e ciò che per lui esso rappresentava, perciò sapere che il biondo stava andando a combattere per ciò in cui credeva la rendeva estremamente orgogliosa.
Le sarebbe mancato ovvio, ma l'amore vero non era egoismo, e questo Koala l'aveva imparato.
Quando lui fu abbastanza vicino, lei gli circondò le spalle e gli si appese un po' addosso, beandosi della fragranza dei suoi abiti profumati e di quella naturale della sua pelle, che ormai avrebbe riconosciuto ovunque, e lui la strinse a sè senza nemmeno doverci pensare, colmando quella distanza che in quegli ultimi giorni li aveva separati.
Dopo i saluti, dopo le chiacchiere, dopo qualche altro sguardo e qualche altra carezza, la coppia prese posto su una delle panchine lì accanto, e Sabo le prese la mano, sorridendo con una timidezza che Koala gli aveva visto in volto solo il giorno in cui avevano deciso di mettersi insieme.
«Ho un regalo per te. Ed una promessa.» 
A quelle parole la giovane fece per protestare, ma lui la fermò estraendo poi dalla tasca un pacchettino rettangolare dalla custodia celeste, con un fiocchettino più scuro ad adornarne la sommità.
Sembrava uno di quei costosi regali da gioielleria, e Koala fece ancora per aprire bocca perchè sapeva che Sabo nei ritagli di tempo lavorava per non dover chiedere soldi ai suoi genitori, e che spendesse inutilmente denaro per dei regali a lei non andava. Ancora una volta però, lui la interruppe sul nascere.
«Ho chiesto una mano a Perona per questo. Aprilo per favore.»   
La giovane allora con uno sbuffo leggero aprì la scatolina e rimase di stucco una volta visto il contenuto: una catenina argentea a cui era appesa una piccola pietra blu, che era il colore preferito di entrambi ed una piastrina finemente incisa con una S e una K, decorata poi con dei motivi floreali.
Perona aveva fatto una cosa simile? Sembrava un lavoro artigianale... che avesse mentito a Sabo? Probabilmente non lo avrebbero mai saputo, ed anche se era un po' egoista la giovane nemmeno ci pensò più di tanto. Quel regalo era stupendo e lei era commossa fin nel profondo, perchè sapeva che il biondo detestava gli anelli, e che quella collana ne era una sostituta degna. Ecco cosa intendeva poco prima, quando aveva detto che aveva una promessa da fare.
«E' bellissima.»   
Sussurrò la giovane mentre il ragazzo sfilava la catenina dal pacchetto e si apprestava ad allacciargliela al collo, con le dita che sembravano non essere più capaci di un movimento tanto semplice.
«Non voglio chiederti di aspettarmi Koala, non posso pretendere tanto. Questa è semplicemente la mia promessa di fare ritorno. Qualsiasi sarà la tua decisione futura, io tornerò qui da te.»  
«Ed io ti aspetterò Sabo, non perchè me lo hai chiesto, ma perchè è ciò che desidero più di ogni altra cosa al mondo.» 
E c'era forse altro da dire? Assolutamente no, qualsiasi altra parola avrebbe semplicemente sminuito quel gesto, quel che era appena successo.
Una sola lacrima sfuggì al controllo della giovane, scivolando lungo la sua guancia arrossata, fino a svanire tra le labbra rosee. E fu lì che Sabo la trovò.

 

 

- To be continued -
-Coming next: All for One -


// Angolo autrice.
Mancano solo due capitoli alla fine, ho tirato le fila di quasi tutti ormai, e non resta che salutare i nostri amati studenti dell'istituto Raftel. Conto di finire prima della fine dell'anno, perchè fin dall'inizio era mia idea chiudere tutti i progetti in sospeso. Purtroppo temo invece che riuscirò a terminare solo questa... eheh sono peggio di Oda con Wano XD
Ad ogni modo grazie come sempre per avermi seguita anche in questo capitolo <3

 

   
 
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