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Autore: Ellery    25/01/2018    1 recensioni
Luna riceve il suo Cutie Mark scoprendo di poter controllare i ritmi della notte. Nonostante ciò, non riesce ad inserirsi nella società; costretta a vivere all'ombra della talentuosa sorella, Luna finirà per consegnarsi a Nightmare Moon.
La regnante tacque, sconvolta. Quella persona non era Luna. Non era la sorellina che aveva tanto amato. Si era trasformata in qualcosa di diverso: in un concentrato di rabbia e di gelosia. Perché? Non lo sapeva. Che fosse davvero colpa sua? Che fosse il frutto di un’ombra lunga che aveva inconsapevolmente gettato su Luna? Non seppe rispondere. Luna non poteva continuare così. L’odio la stava lentamente consumando. Come affidarle una magia tanto potente, se non sapeva neppure tenere a bada i propri sentimenti?
La ff partecipa al Cowt-8, indetto da Lande di Fandom.
Week 2, Missione 3 - Prompt: Shine (Tolmachevy Sisters)
Parole: 14742.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nightmare moon, Princess Celestia, Princess Luna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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6. Gli Elementi dell’Armonia


Note: la ff partecipa al COWT8, indetto da Lande di Fandom.
Week 2, Missione 3 - Prompt: Shine (Tolmachevy Sisters)
Parole: 1940


 
Celestia accorse immediatamente, non appena le guardie la avvisarono. Luna era sparita e, al suo posto, era giunta una straniera. La pony si era barricata nella sala del trono e si era rifiutata di annullare la notte.

Galoppò rapida nei corridoi, seguendo la via più breve. Si fermò soltanto a riprendere fiato, prima di spalancare l’ingresso della stanza principale, scivolando all’interno.
La sala del trono non era altro che una lunga stanza rettangolare, accompagnata da sontuose colonne e vetrate. Al culmine della navata centrale, su uno scranno di marmo e diamanti, sedeva ora una figura misteriosa.

Celestia la osservò a lungo. Assomigliava a Luna, ma non era lei: il suo manto era quasi nero e la criniera troppo pallida, di un azzurro spento. Indossava un elmo ed una sorta di armatura recante come simbolo una falce di luna. Le labbra erano atteggiate in un ghigno che lasciava intravedere i lunghi ed appuntiti canini.

«Chi sei?» Celestia si avvicinò, incerta. Come confrontarsi con quell’apparizione? Non sapeva nemmeno se le sue intenzioni erano realmente ostili oppure se si trattava di un enorme malinteso. Tuttavia, non poteva spiegarsi la sparizione della minore. Che ne era stato di lei? Dopo il loro litigio, non era più passata a trovarla. Aveva abbandonato Luna, convinta che le servisse soltanto un po’di tempo per sbollire.

Non ottenne risposta.

Decise di ritentare:
«Dove è Luna?»

«Davanti a te.»

Temeva quella risposta. Era già successo in passato che un unicorno impazzisse improvvisamente e diventasse schiavo delle ombre. Era quanto accadeva a coloro che non imparavano a controllare la magia. Si trattava, in genere, di pony ambiziosi, irruenti e incapaci di filtrare i loro sentimenti; personaggi inclini al male, alla rabbia ed alla distruzione. Eppure… Luna non era così! Non la sorella che aveva sempre conosciuto ed amato: era una puledra spigliata, intelligente… forse un poco ribelle, ma non cattiva. Perché si era tramutata in quell’essere disgustoso?

«Sei Luna?» chiese, infine, ricevendo un cenno di dissenso.

«Sì e no. Sono una parte di lei. Sono il suo lato nascosto, quello che tu non hai mai voluto vedere. Quello che hai ignorato, convinta fosse soltanto il capriccio di una adolescente. Luna mi ha accettato come sua compagna. Sono qui per ristabilire l’ordine, per soddisfare i suoi desideri. Sono Nightmare Moon.»

«Sbagli! Luna non avrebbe mai fatto una cosa del genere.»

«Davvero? Glielo hai mai chiesto, cara Celestia? Le hai mai domandato come fosse crescere nell’ombra che le gettavi continuamente addosso? Ti sei mai fatta avanti per aiutarla? Per farla conoscere ai tuoi cari sudditi e per far sì che anche loro la amassero?»

«Io…»

«Credi che sia soltanto colpa di Luna se sono qui? Mh, forse è anche tua, Celestia. Tua e di quel popolo di zotici che ti ostini a governare!»
«Basta, fai silenzio! Restituiscimi Luna e riporta la luce del giorno!»

«Temo di non poterlo fare. Ho promesso a Luna una notte eterna, così che tutti voi imparaste ad apprezzarla; ed è quello che intendo fare, naturalmente.»

Celestia scattò in avanti. Non poteva trattenersi oltre. Quell’emanazione doveva essere cacciata, prima che fosse troppo tardi. Doveva annullarla e riportare indietro la sorella al più presto. Richiamò a sé tutta la propria magia, lasciando il corno risplendere.

Non fece in tempo a scagliare il colpo: la magia le si ritorse contro, proprio come un serpente

Vide una frusta dorata infrangere le vetrate, mentre un vento gelido la spazzava via… provò a contrastarlo, sbattendo le ali con vigore, ma senza successo. Era come volare contro un tornado. La potenza del vento era tale da arruffarle le penne, ferirle gli occhi e sbatacchiarla qua e là, come un piccolo pegaso alle sue prime lezioni di volo.

Non riuscì a distinguere più nulla. Colse soltanto il suono lontano delle risate di Nightmare Moon, mentre il turbine la portava via, scagliandola oltre una finestra spaccata.

«Addio Celestia.» sentì, poco prima d’essere investita da una seconda ondata nera.

Percepì un peso schiacciarle il petto, mentre le ali si serravano di scatto, incapaci di sopportare una tale pressione. Precipitò nel vuoto, per una interminabile manciata di secondi.

La sua mente cercò affannosamente una soluzione. Cosa poteva fare? La forza magica di Nightmare Moon era nettamente superiore. Non poteva sperare di vincerla senza un aiuto.

Rimbalzò sul tetto spiovente dell’ala est del castello, ruzzolando poi verso i giardini. Batté contro un gazebo in legno, prima di rotolare al suolo. Celestia sollevò il muso al cielo: la sua avversaria, parecchi metri più in alto, sghignazzava soddisfatta.

«Non penserai di scappare, vero?» la sentì ringhiare.

La principessa si voltò e corse via. Doveva raggiungere la biblioteca al più presto. Forse c’era un modo per sconfiggere quello spettro.
Superò un paio di aiuole con un ampio salto. Le spalle le dolevano e così anche le zampe, ma non poteva permettersi di rallentare. Sapeva d’essere inseguita, ma non poteva perdersi d’animo. Doveva arrivare alla biblioteca prima di Nightmare Moon e, se c’era una cosa su cui poteva contare, erano proprio i mille corridoi del castello. Senza dubbio, la sua nemica non poteva averlo già esplorato tutto. Nemmeno Luna, in fondo, l’aveva fatto. Soltanto lei conosceva i passaggi migliori, le svolte e i cunicoli che la reggia di Canterlot nascondeva. Era l’unica custode di quel segreto.

Varcò rapidamente l’ingresso, oltrepassando le cucine e gettandosi a capofitto nei corridoi circostanti. Piegò a destra, due volte a sinistra e proseguì fino a trovare una scala a chiocciola. La salì rapidamente, svoltando ancora e poi invertendo la marcia.

Tutti quei cambi di direzione non avevano altro significato che far perdere l’orientamento a Nightmare Moon, ma sarebbero bastati per ritardare lo scontro?
 

***
 

Celestia chiuse la porta della biblioteca alle proprie spalle. Ce l’aveva fatta, infine: aveva seminato l’avversaria, obbligandola a desistere dalla caccia. Finalmente, chiusa nel silenzio della vasta libreria, poteva concentrarsi sulla ricerca degli Elementi dell’Armonia.
Si trattava di una magia antica e molto potente. Era stata utilizzata raramente, nel corso degli ultimi secoli, ma sapeva come attivarli. Li aveva studiati a lungo e ne conosceva ogni segreto.

Trottò rapida verso una imponente teca di cristallo: gli Elementi erano lì, ciascuno poggiato su un cuscino di velluto.

«Eccovi…» disse, sfilandoli uno ad uno dal loro supporto. Li depose a terra, formando un cerchio perfetto. Vi erano sei pietre, tutte di colori diversi.

«Onestà» sussurrò, osservando la prima brillare «Gentilezza, Allegria e…»

«Troppo tardi, sorellina!» un’ombra scura irruppe nella biblioteca, mandando in frantumi la sola ed enorme vetrata. Schegge taglienti caddero ovunque, in una pioggia pungente, mentre Nightmare Moon guizzava rapida in sua direzione «Non ti permetterò di usarli!»
Celestia vide nuovamente l’onda nera nascere fluida dal corno avversario e dirigersi in sua direzione. Non aveva più tempo. Doveva attivare gli Elementi o sarebbe stata la fine.

«Onestà, Gentilezza, Allegria, Lealtà, Generosità. Unitevi nella Magia!» gridò; i gioielli levitarono nell’aria «Unitevi contro l’oscurità!» supplicò infine, mentre dei raggi argentati sgorgavano dal cuore delle gemme, unendole tra loro come una fitta ragnatela. L’aria si condensò davanti a lei, in uno scudo color arcobaleno.

L’onda nera si infranse contro la barriera. Gli Elementi vibrarono, ma ressero il colpo: lo scudo si mantenne integro, mentre il maleficio veniva rispedito al mittente.

Nightmare Moon crollò al suolo, senza riuscire a rialzarsi.

Celestia la sovrastò osservandola distaccata:
«Luna…» sussurrò, pentendosi amaramente di quell’unica parola. La pony che aveva di fronte non era Luna. Era soltanto un mostro che doveva essere scacciato al più presto, prima che si riprendesse. Allontanandolo, la notte eterna sarebbe calata ed il giorno avrebbe potuto riprendere il suo cammino.

«Mi dispiace.» mormorò, chinando il capo e richiamando a sé gli Elementi dell’Armonia «Mille anni di esilio nelle tenebre che tanto aneli.»
Una nebbiolina si condensò attorno alla sua avversaria, che svanì dopo poco, trasportata lontano.

Celestia sollevò lo sguardo, seguendo il profilo della luna piena dove, tra i crateri, era comparso il volto nero di Nightmare Moon.
 

***
 

La notizia della scomparsa di Luna si diffuse presto in tutto il regno. Celestia non riuscì a tenerla segreta a lungo, anzi: nell’arco di dodici ore, l’intera Canterlot conosceva il destino della giovane principessa, bandita dalla sua augusta sorella. Molti se ne rammaricarono: come era possibile che la dolce Luna si fosse tramutata in quell’orrendo fantasma che li aveva minacciati, cercando di imporre una notte eterna?

Ciascun pony fece ammenda nel proprio cuore: era una colpa collettiva, in fondo. La diffidenza, l’incertezza, le occhiate oblique e la sfiducia avevano condotto Luna alla pazzia e l’avevano trasformata in una creatura spietata e senza scrupoli. Celestia l’aveva scacciata; li aveva protetti ancora una volta, ma … a che prezzo?

Una fila interminabile di sudditi era accorsa a palazzo per esprimere il proprio dispiacere, ma senza successo. La principessa non desiderava vedere nessuno. Rimase chiusa nelle proprie stanze per giorni, uscendo soltanto all’alba e al tramonto, per ottemperare alle proprie funzioni.

Quattro giorni dopo, sul calare del giorno, Celestia ricevette una visita inaspettata.
Sei puledri, di cui tre pegaso e tre pony di terra, vennero ammessi a corte.
 

***
 

Celestia si accomodò sulla balconata, osservando il cielo tingersi di rosso. Il sole era appena tramontato ed i Pony della Luna stavano già iniziando il loro cantilenare.

«Che cosa fanno, principessa?» domandò la piccola pegaso, sporgendosi dalla balaustra.

«Fanno sorgere la luna.» rispose, semplicemente. Iniziava a capire cosa avesse visto la sorella in quei bambini: erano frizzanti, pieni di vita, instancabili e speranzosi.

«Possiamo aiutarli? Luna ci aveva insegnato come fare»

Celestia sorrise, indulgente:
«Ma certo.» sussurrò, con un mesto sorriso.

Le voci degli orfani si unirono al coro che, dal centro del cortile, si alzava verso il cielo:
 

«Splendi nella mia oscurità
Splendi nella notte, mia luna che sorge
Scaccia la follia
Puoi essere il capolavoro dell'amore?»
 

Lentamente, il satellite salì nella volta scura. Si mostrò come una falce triste, con un sorriso storto ed il viso deturpato dalla macchie nere. Intraprese mesto il suo arco, come ogni giorno. La luna appariva disinteressata, quasi camminasse più per obbligo che per piacere.

«Sembra arrabbiata.» mormorò nuovamente la pegaso «Perché?»

«Sono sicura che non ce l’ha con voi.»

«Come fai ad esserne certa?»

Non lo era, ma c’era qualcosa di sbagliato nel modo in cui la luna affrontava ogni sera il suo percorso. Sembrava scontenta, eppure si sottometteva alle loro canzoni con pazienza infinita, accettandole ancora una volta.
Forse, il rituale dei Pony della Luna era completamente inutile: il satellite non avanzava grazie alle loro melodie; camminava perché qualcuno le chiedeva di farlo, quasi fosse un favore personale.
Perché Luna, pur lontana nel suo esilio, non aveva mai cessato d’essere la guardiana della notte. Chiedeva alla sua omonima di muoversi, per cancellare le proprie colpe e riscattarsi. Eppure, non c’era più gioia, né entusiasmo in quel compito.
La malinconia si rifletté sul volto della luna come su quello di Celestia.

«Perdonami.» sussurrò infine, schiudendo le labbra ed unendosi alla melodia. Cantò, la principessa, ma non per l’avanzare della notte. Cantò una ninnananna, con parole nate dal profondo del suo cuore. Promise a sé stessa che l’avrebbe intonata ogni sera, finché la sorella non sarebbe ritornata dal cielo:

 
«Ora forse c’è un posto,
Forse c'è un momento,
Forse c'è un giorno in cui ti rivedrò.
Ora qualcosa mi devi donare:
Rendi questa notte più luminosa.»
 

«Principessa…» la pegaso la distrasse da quell’ultima strofa «Quanto è lontana Luna? Quando tornerà da noi?»
Celestia abbassò lo sguardo, incrociando quello speranzoso dei giovani pony.

«Mille miglia» disse soltanto «E mille anni»

«Ma… saremo grandi per allora. Non può venire a trovarci prima?»

Piegò le labbra in un tenue sorriso, mentre le iridi incrociavano ancora una volta il profilo della luna:

«Sono sicura che verrà, invece. Ogni notte, nei vostri sogni.»
 
 
 


Angolino: Eccomi di nuovo qui. La ff è completa, finisce così. Con Celestia che osserva il cielo aspettando il ritorno della sorella.
Vi ringrazio per aver letto fin qui! Vi ringrazio tantissimo,
Non so quanto i caratteri siano azzeccati, così come lo sviluppo degli eventi. Ho cercato di immaginare cosa potesse essere successo tra le due principesse e di concentrarlo in una mini-long sui loro sentimenti. 
Le spaziature tra una riga e l'altra sono una mia vecchia abitudine, per cercare di rendere l'impatto visivo più piacevole ^^ (non sono capace di mettere l'interlinea su efp ç_ç)
E... se avete suggerimenti e pareri, scrivete pure liberamente.
Grazie davvero!

E'ry
 
  
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