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Autore: claudineclaudette_    09/02/2018    1 recensioni
Il mio nome è Yuri diventerò una guerriera! Il mio maestro…. Ma cominciamo dall’inizio!
La storia di una giovane che cerca di andare contro i pregiudizi della società in cui vive per riuscire a realizzare il suo sogno.
Dico solo un nome: Sephiroth! ...e una parola: Commenti! Perchè più commenti rendono gli autori più felici!
p.s. Lei non è una Mary Sue :p promesso!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Altro contesto
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27. COSMO CANYON


Se potessi… viaggerei. Vorrei vedere tutto il mondo.”

Era notte. Il cielo un mare brillante di stelle. Stavamo distesi sulla schiena, uno accanto all’altro, il mio fianco contro il suo. Lui mi stringeva la mano e, mentre parlavo, mi sfiorava il dorso con le labbra. Le sentii inclinarsi verso l’alto in un lieve sorriso.

Da sola?” Il suo respiro mi scaldò la pelle.

Girai la testa verso di lui e strofinai la fronte contro la sua spalla. “Immagino che qualcuno potrebbe venire con me, se volesse.”

Lui si girò su un fianco per potermi guardare negli occhi. “Io credo che vorrebbe.” Poi si chinò per baciarmi.


Mi svegliai con un sussulto. Non aprii gli occhi, respirai a fondo un paio di volte per prendere tempo. Cercai di trattenere nella mente le immagini che avevo visto in sogno ma i ricordi stavano già cominciando a scivolare via. Quanti anni erano passati.

Aprii gli occhi, il cielo sopra di me era ancora scuro ma cominciava a mostrare i primi segni dell’alba.

Voltai la testa verso sinistra, Kurenai e Andrej stavano ancora dormendo beatamente nei loro sacchi a pelo. Sorrisi, felice di averli lì con me. So che avrei potuto benissimo portare a termine la mia ricerca anche senza di loro ma sapere che erano venuti con me per aiutarmi e sostenermi mi dava la consapevolezza di non essere da sola. Una sensazione che avevo provato poche volte nella mia vita, prima di aver incontrato Sephiroth.

Mi alzai facendo attenzione a non fare rumore. Arrotolai il sacco a pelo e caricai le nostre provviste sui Chocobo in modo da dare loro qualche minuto in più di sonno.

Pochi minuti dopo Andrej grugnì e seppi che si stava svegliando. Uso il termine grugnire generosamente: era più simile al rumore che faceva un Behemot quando moriva.

- Porca vacca cos’era quello? – esclamò Kurenai balzando in piedi. Si guardò intorno allarmata, quando posò gli occhi su di me capì. Si batté una mano sulla fronte. – Andrej, alzati prima che ti faccia rotolare a calci fino al fiume.

Scoppiai a ridere.


- Non... me lo immaginavo così. – commentai quando ci trovammo di fronte a Cosmo Canyon. Davanti a noi c’erano solo terra e roccia rosse. Brulle. Solo qualche ciuffo d’erba cresceva ogni pochi metri ma non si poteva parlare di vera vegetazione e Cosmo Canyon era una specie di piccolo ammasso di case di pietra accatastate sulla cima di una formazione rocciosa. Il cancello di acciaio era l’unica cosa che donava al posto un’aria vagamente autoritaria.

Andrej diede voce ai miei pensieri. - Non è il posto in cui mi aspetterei di trovare un esercito.

- Perché, Wutai? – Kurenai buttò la testa all’indietro con quella risata chiara e squillante che la caratterizzava.

- Wutai ha delle mura? – sorrisi inclinando la testa. – E delle case con, non so, due piani e un cortile?

- Chi se ne frega – ci interruppe Andrej cercando di mantenere sotto controllo la propria cavalcatura, non era molto portato. – Tanto dobbiamo trovare Siamei, mica unirci a loro.

- Seimei – lo corressi sovrappensiero.

Kurenai catturò il mio sguardo e mi indicò con un cenno della testa una delle due torri di pietra che circondavano il cancello. Due uomini ci stavano fissando.

Smontai da Lei Lan, dopo un momento Kurenai ed Andrej mi imitarono. Avrei preferito evitare di farmi sparare addosso prima di riuscire a parlare con qualcuno.

Carezzai Lei Lan e le diedi due pacche sul collo. – Vai a riposarti, ragazza. E portati dietro questi due – le indicai gli altri due Chocobo. – Appena avrò bisogno di te ti chiamerò.

Lei Lan gorgheggiò felice e si allontanò di corsa, gli altri due Chocobo subito dietro di lei.

Mi avvicinai al cancello ma prima che potessi provare a richiamare l’attenzione di qualcuno, due uomini uscirono da una porticina laterale.

- Cosa volete?

Feci un passo avanti. – Sto cercando mio fratello. Si chiama Seimei. Mi hanno detto che si trova qui.

- Lo conosco Seimei – disse il primo uomo. – Ma sì, dai – girò la testa verso il secondo. – Quel giovane a cui ha sterminato la famiglia.

- Anche tu vuoi unirti a noi? – il secondo uomo mi si avvicinò. Mi sovrastava in altezza e stava deliberatamente incombendo su di me. Cercava di intimorirmi, senza dubbio. – Ti capisco. Anche io vorrei vendicarmi. Ma questo non è il posto adatto a delle ragazzine.

Gli sorrisi. Dietro di me, sentii Andrej trattenere una risata.

Tirai indietro la testa e lo colpii in mezzo agli occhi. L’uomo cadde a terra come un sacco di patate e Andrej scoppiò in una risata fragorosa.

Sorrisi all’uomo ancora in piedi che mi guardava a bocca aperta. Era così allibito che non aveva nemmeno pensato di tirare fuori un’arma.

- Penso di potermela cavare.

L’uomo mi fece entrare senza dire una parola prima di soccorrere il compagno che si stava contorcendo atterra con le mani sulla fronte.

- Ti prego, Ti – Andrej fece il gesto di asciugarsi le lacrime dagli occhi – se continui a farmi ridere così non ci torno vivo a Wutai. E non per i motivi che credi tu.

- Il motivo che credo io è che ti lancio giù da un dirupo se continui a fare l’idiota. Quanto sono lontana?

- Non siete divertenti. Nessuna delle due! – Andrej puntò un dito accusatore contro Kurenai. – Ricordo benissimo cosa hai detto questa mattina. Questo gioco di “buttiamo Andrej giù da qualcosa” sta diventando vecchio molto in fretta – incrociò le braccia sul petto e mise il muso.

Attraversammo la grande piazza sabbiosa che costituiva il centro del villaggio. Alla nostra sinistra cominciava una scala che si arrampicava sul nostro lato creando la struttura a cono che avevamo riconosciuto avvicinandoci. In cima si stagliava quello che sembrava un osservatorio.

- Sarà lassù? - ipotizzo Andrej facendo un gesto con la mano.

- La tua ipotesi vale tanto quanto la mia – risposi cominciando a salire la scalinata.

Man mano che avanzavamo, fummo in grado di vedere sempre più persone. Erano di tutte le età, o quasi, tutti loro erano abbastanza grandi o abbastanza giovani da poter brandire un’arma. Tutti ci fissarono, alcuni di loro ci indicarono. In realtà, indicavano soprattutto me.

Davanti alla porta dell’osservatorio c’erano altre due guardie che questa volta non ci fermarono. Ci diedero una lunga occhiata e poi ci fecero cenno di entrare.

Vincent mi aveva raccontato di tutti i suoi compagni di squadra, per fortuna, perché anche sapendo chi stavo per incontrare, trovarmi faccia a faccia con Red XIII rimase fu un’esperienza stranissima. Red, o Nanaki, era un’immensa bestia dal pelo fulvo simile a un cane o a un leone. Nonostante l’aspetto feroce, i suoi occhi brillavano di un’acuta intelligenza.

Con un balzo, scese dal soppalco su cui stava riposando e ci si piazzò davanti. Ci girò intorno, proprio come un felino, poi si fermò davanti a Kurenai.

Avvicinò il muso al suo viso e la annusò per alcuni lunghi secondi. Annuì, sembrava compiaciuto.

- Ti ha mandato tuo nonno? Bene, era ora che prendesse una posizione a riguardo – spostò lo sguardo su di noi. - Chi hai portato con te?

- Sono due dei nostri migliori guerrieri. Andrej e Yuri – Kurenai ci indicò. - Potresti aver sentito parlare di Yuri. Abbiamo saputo che suo fratello Seimei si è unito a voi.

Nanaki spostò su di me il suo unico occhio ambrato. - Sì, ho sentito molto parlare di te – si voltò verso una delle guardie. - Andate a chiamare Seimei, ditegli che sua sorella è qui.

- Che cos’è che fate qui, esattamente? - gli domandai senza lasciarmi intimidire dal modo con cui mi fissava.

- Valentine non vi ha detto niente?

- Sappiamo che avete qualcosa a che fare con Sephiroth.

Nanaki fece un verso simile a uno starnuto. - Tipico suo. Lasciare le spiegazioni agli altri. Sì, ho creato questa organizzazione tanti, tanti anni fa. Le persone hanno dimenticato, ma noi no. Nella sua follia Sephiroth ha quasi distrutto il pianeta, è stato sconfitto. E poi è tornato. Per tutti questi anni abbiamo cercato di scoprire tutti i modi, tutti i luoghi che potrebbero farlo tornare, e fermarlo prima che possa di nuovo provare a distruggerci tutti.

Il mio primo impulso fu di scoppiare a ridere, ma mi trattenni. Mi limitai a una smorfia. - Beh, mi sembra che abbiate mancato l’obiettivo di circa tre chilometri.

Nanaki mi guardò, pensai che forse stava cercando di intimidirmi. Ricambiai duramente lo sguardo.

- Qual è il piano adesso? - si intromise Kurenai, percependo chissà che tipo di ostilità tra di noi.

Nanaki spostò l’attenzione su di lei. - Dobbiamo distruggerlo – sospirò – prima che diventi un nuovo potente semidio.

Sollevai un sopracciglio. - Come fate a sapere che non lo sia già? È già in giro da anni. Perché aspettare fino a questo momento?

- Perché è rimasto nascosto. Abbiamo saputo della sua ricomparsa proprio da tuo fratello in seguito agli eventi di quella notte. Sono anni che lo cerchiamo e solo poche settimane fa, per la prima volta dopo anni, ci è giunto un indizio su dove trovarlo.

- Dove?

Nanaki mi fissò, il suo sguardo era cauto, realizzai. Mi domando cosa stesse pensando su di me. Aprì la bocca per rispondere quando un rumore di passi richiamò la nostra attenzione.

Ci voltammo verso la porta da cui eravamo entrati e lì vidi Seimei per la prima volta dopo così tanti anni. Feci un passo verso di lui, improvvisamente a corto di parole.

Anche lui mi guardava, muto. Lo vidi corrugare la fronte. Feci ancora qualche passo verso di lui, ormai eravamo vicini, quasi uno di fronte all’altro, e da quella distanza potei vedere i lineamenti del suo viso mutare nel momento in cui mi riconobbe. Almeno, pensai amaramente, ci ha impiegato meno tempo di Shin.

- Yuri – sussurrò incredulo. Senza aspettare una risposta da parte mia, fece un balzo in avanti e mi circondò con le braccia. - Yuri – ripeté, la voce carica di emozione.

- Va tutto bene – gli appoggiai una mano sulla nuca e gli accarezzai i capelli.

Ci allontanammo quel tanto che bastava per poterci guardare negli occhi, ancora uno tra le braccia dell’altro. Seimei trattenne un singhiozzo. - Credevamo che ti avesse ucciso, - mi disse, ripetendo quello che mi aveva già detto Shin.

Ignorai il suo ultimo commento. - Sei, questa… questa è una setta. Come ti sei sognato di unirti a loro? - gli domandai sottovoce. Era una delle domande che aveva continuato a girarmi in testa da quando avevo avuto la notizia da Shin.

Lo scrutai negli occhi mentre attendevo una risposta, e quello che vidi mi lasciò a bocca aperta. Un brivido freddo mi percorse la schiena. Alzai le braccia e gli afferra i lati del volto. Avvicinai il mio viso al suo, osservandogli gli occhi. Non potevo crederci. Forse non volevo crederci.

- Mako? - la voce mi uscì strozzata. - Hai perso il lume della ragione?

Seimei alzò il mento, orgoglioso. - Tutti noi siamo stati esposti all’energia Mako. - Era così fiero. Volevo vomitare. - È l’unico modo per poter avere una speranza di sconfiggere quell’assassino.

Lasciai cadere le braccia lungo i fianchi e feci un passo indietro. Scossi la testa. - Oh, Sei. Capisci così poco…

- Proprio tu parli.

Sollevai un sopracciglio e incrociai le braccia, aspettando che mi dicesse il resto.

Lo vidi deglutire. - Proprio tu parli, - ripeté – ma anche i tuoi occhi sono cambiati.

Mi strinsi le spalle, tornando per un secondo indietro con la mente, a Sephiroth e al Lifestream. Scossi la testa. - Questo non è Mako, Sei. È una cosa del tutto diversa.

Restammo tutti in silenzio. Potevo sentire gli occhi di Kurenai e Andrej che ci osservavano e, suppongo, anche quelli di Nanaki, ma in quel momento non riuscivo a staccare gli occhi da mio fratello.

Nemmeno Seimei sembrava più sapere cosa dire per un lungo momento. - Non ti ho chiesto cosa ci fai qui – mi disse dopo aver raccolto i pensieri.

- Ti stavo cercando – ero consapevole di quanto la mia risposta potesse sembrare elusiva. Vedevo che anche Seimei se ne era reso conto ma per qualche motivo, decise di non insistere.

- Cosa farai adesso? - mi chiese invece.

- Il mio piano consisteva quasi completamente nell’arrivare qui – mentii. - Ma, - aggiunsi dopo un secondo, chiedendomi se stavo dicendo le cose giuste. - Lo sto cercando anche io. Venire con voi mi da maggiori probabilità di trovarlo.

Vidi negli occhi di Seimei il momento in cui realizzò che la sua presenza qui, che l’esserci ritrovati, non era che una felice coincidenza. Che era solo uno scalino verso il mio vero obiettivo: Sephiroth.

Il suo viso è sempre stato un libro aperto e potevo vedere uno per uno i pensieri che si susseguivano nella sua mente. Aiutarmi? Non aiutarmi? Certo, voleva vendicarsi ma ormai anche il desiderio di gloria era presente in lui. Forse la mia presenza lo avrebbe messo in ombra in qualche modo? Sono sicura che capisse più di quello che lasciava trasparire, su quello che era successo tra me e Sephiroth.

Alla fine, però, decise in mio favore. Si voltò a guardare Nanaki - Faccio io da garante per Yuri.

Nanaki annuì. Sospirò. - Preparatevi allora. Lo abbiamo trovato, finalmente. Sephiroth si trova alle rovine di Midgar.

Seimei scattò sull’attenti e corse via.

Io mi girai verso Kurenai e Andrej. Ci scambiammo uno sguardo d’intesa e ci incamminammo di nuovo verso l’entrata di Cosmo Canyon per partire con le truppe.


È un aereo? È un uccello? NO! È un capitolo. Il cui sottotitolo potrebbe essere “non importa che sia bello, importa che sia scritto”: nuova filosofia di vita.

Scherzi a parte, chi non muore si rivede eccetera. Ve lo dico, il prossimo capitolo è l’ultimo, quindi...altri sei anni? (ma come NON sono divertente). Ci provo, giuro ma ormai scrivere questa storia è come cavare il sangue da una rapa. Spero comunque che vi piaccia e ci vediamo col finale!

(ps. Yuri che va in giro a dare testate alla gente KroganStyle è la mia nuova cosa preferita).

   
 
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