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Autore: MissGolightly    09/03/2018    2 recensioni
Dieci anni dopo la battaglia di Hogwarts, Hermione Granger è andata avanti con la sua vita.
Vive a New York, ha un fidanzato e un ottimo lavoro. Nulla potrebbe sconvolgere il suo equilibrio.
Ma cosa succederebbe se improvvisamente la sua vita si scontrasse con quella di Draco Malfoy?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Due
 
 
 


 
No. Decisamente no.
Quello proprio non ci voleva.
Tra tutte le persone che poteva incontrare a New York, non aveva minimamente considerato di incontrare Hermione Granger.
E invece non solo l’aveva incontrata. Lavorava nel suo stesso studio!
Avrebbe mandato a monte la sua copertura, ne era certo.
Si sedette al suo posto, evitando di guardare verso di lei, e disse: “Credo che Darryl vi abbia anticipato perché sono qui.”
“Sì, beh, diciamo che ho avvertito lo staff solo questa mattina quindi non ho avuto tempo di approfondire la cosa. Ma posso farlo ora” disse Darryl. Poi si voltò verso gli altri avvocati e aggiunse: “Lui è Devon Morgan, sarà il vostro nuovo capo. Come sapete, ho dovuto cedere parte delle mie quote…”
Ma Hermione aveva già smesso di ascoltarlo.
Devon Morgan? Che diavolo voleva dire?
Spostò lo sguardo verso Malfoy rendendosi conto che anche lui la stava guardando. Nascondeva qualcosa, ovviamente, altrimenti Darryl non l’avrebbe presentato con un nome che non era il suo.
Al termine della riunione, Hermione fece in modo di essere l’ultima a lasciare la stanza e notò che anche Malfoy aveva avuto la stessa idea.
“Credo che tu debba darmi qualche spiegazione” disse Hermione avvicinandosi a lui.
“Non ti devo proprio niente, ma diciamo che mi conviene se non voglio che tutto vada a puttane” rispose Malfoy raccogliendo le sue cose e uscendo dalla sala riunioni.
Hermione lo seguì fino all’ufficio di Darryl. O meglio, quello che una volta era l’ufficio di Darryl e che ora sarebbe stato l’ufficio di Malfoy.
Draco le fece segno di entrare, poi la seguì e chiuse la porta.
“Allora?”
Lui sospirò e si lasciò cadere sulla poltrona girevole dietro la sua scrivania.
“Diciamo che devi ringraziare Potter se sono qui.”
“Che vuoi dire?”
“Ricordi che dopo la guerra, il tuo amichetto mi ha salvato il culo testimoniando in mio favore?”
“Certo che me lo ricordo.”
“Il fatto è che non è stato sufficiente. Mio padre è finito ad Azkaban e ogni mago o strega sulla Terra conosce il suo nome. Nessuno era disponibile a darmi un lavoro in Inghilterra, solo perché mi chiamo Malfoy. Non mi hanno nemmeno ammesso all’università” spiegò Draco.
Hermione rimase in silenzio invitandolo ad andare avanti.
“Così sono venuto qui, mi sono creato una nuova identità, mi sono laureato e ho iniziato a lavorare. Finalmente lontano dal nome di mio padre.”
“E ora hai bisogno che io mantenga il tuo segreto” concluse Hermione.
“Sì. Mi farebbe comodo.”
Hermione sospirò e si sedette di fronte a Draco. “Sei sicuro di quello che stai facendo?”
“Sei preoccupata per me, Granger?”
“No, ovviamente. Ma se devo reggerti il gioco, riguarda anche me. E sai, non è facile passare la propria vita a mentire sul proprio nome.”
“L’ho fatto per anni. Ormai sono abituato. Allora, posso contare su di te?”
E Hermione non poté fare altro che dire di sì.
 
 


 
La settimana seguente, Draco aveva già stretto amicizia con buona parte dell’ufficio.
Il mese seguente, addirittura, era diventato il compagno fisso di Darryl per le partite di poker del sabato sera.
Hermione dovette riconoscere che era davvero cambiato e che era quasi diventato tollerabile.
Eppure, c’era qualcosa che la turbava.
Non aveva ancora detto a Ron che Malfoy era il suo nuovo capo e non sapeva se glielo avrebbe mai detto, a dirla tutta. Ma si può iniziare un matrimonio con una bugia?
A pensarci bene, non era più nemmeno così convinta di volersi sposare.
Amava Ron, ma nell’ultimo mese c’erano stati così tanti cambiamenti che non aveva avuto il tempo di pensare ad altro.
Quando Ron le aveva chiesto se aveva già qualche idea sulla location per il matrimonio, lei aveva risposto che ne stava valutando un paio giusto per prendere tempo. In realtà, non ci aveva pensato nemmeno lontanamente.
“Martha mi ha detto che ti sposi.”
Hermione sobbalzò sentendo la voce di Draco alle sue spalle. Lavorava lì da un mese, ma lei non si era ancora abituata del tutto alla sua presenza.
“Già” disse semplicemente.
“Pensi di invitarmi?”
Hermione si pietrificò all’istante. Non aveva minimamente pensato a quello!
Draco era il suo capo, era ovvio che lo avrebbe invitato al suo matrimonio. Questo però implicava dire a Ron, Harry, Ginny e le loro famiglie tutta la verità.
“Granger, sto scherzando. Capisco perfettamente se non vuoi invitarmi. Te l’ho chiesto solo per sapere se devo andare a comprare uno smoking” scherzò lui.
Hermione rise nervosa. Non era ancora abituata a questo nuovo lato scherzoso di Malfoy.
“È che non abbiamo ancora scelto una data” si giustificò.
“Dovreste sbrigarvi. Non è facile trovare una location a New York.”
Quella sera Hermione non riuscì a dormire.
Da una parte il matrimonio, dall’altra l’ansia di dover dire a Ron la verità su Malfoy. Aveva la testa piena di problemi che sembravano irrisolvibili.
La verità era che i veri problemi dovevano ancora arrivare.
 


 
“Credevo ci saremmo sposati alla Tana!”
“Ron, se ci sposiamo alla Tana i tuoi genitori insisteranno per organizzare tutto il matrimonio. Per quanto voglia bene alla tua famiglia, vorrei essere io a organizzarlo! E poi la nostra vita è qui, ormai” disse Hermione mentre continuava a cercare su internet una location adatta.
Aveva finalmente deciso di prendere in mano la situazione e iniziare a organizzare il matrimonio. Ron non era stato particolarmente entusiasta quando aveva capito che Hermione non aveva intenzione di sposarsi a casa Weasley, ma alla fine aveva ceduto e aveva iniziato a cercare una location con lei.
“Che te ne pare di questa?”
Hermione guardò il sito che Ron aveva appena aperto, con non poche difficoltà visto quanto fosse negato a utilizzare qualsiasi oggetto babbano.
Era una villa appena fuori New York, con un grande giardino e un laghetto, grande abbastanza da contenere tutti i Weasley.
“Mi piace! Chiamo subito per sentire quando possiamo andare a vederla” disse Hermione afferrando il telefono.
Ron continuò a guardare il sito finché Hermione tornò a sedersi accanto a lui con un’espressione triste.
“Che succede? Chiese Ron.
“La casa sul lago non è disponibile per i prossimi diciotto mesi.”
“Allora ci sposeremo tra diciotto mesi.”
“Stiamo parlando di un anno e mezzo, Ron!”
“E quindi? Abbiamo un sacco di cose da organizzare, abbiamo bisogno di tempo. Diciotto mesi vanno bene” disse Ron sorridendo.
Hermione sorrise a sua volta. In fondo, aveva ragione.
Doveva pensare al vestito, alle damigelle, al catering, alla musica… forse diciotto mesi sarebbero stati addirittura pochi per organizzare tutto!
 


 
La mattina seguente, Hermione arrivò in ufficio in ritardo. Non le era mai capitato, ma la sera precedente era rimasta sveglia fino a tardi per fare un elenco di tutto ciò che avrebbe dovuto fare in previsione delle nozze, così non aveva sentito la sveglia.
Nessuno dei suoi colleghi sembrò notare il suo ritardo e Hermione tirò un sospiro di sollievo.
Si avvicinò alla scrivania di Martha per salutarla. Lei era al telefono quindi Hermione si limitò ad appoggiarsi alla scrivania attendendo che Martha finisse.
La ragazza la salutò con la mano mentre continuava a parlare. "No, come le ho detto qui non c'è nessuno con questo nome... Certo... Salve."
"Buongiorno" disse Hermione appena Martha smise di parlare.
"Buongiorno! Geniale questa cosa dei telefoni. Posso vedere chi sta chiamando e decidere di non rispondere. I Patronus invece devi ascoltarli per forza." disse Martha appuntandosi su un foglio un numero di telefono.
"Chi era?"
"Un tizio che cercava un certo Malfoy."
Hermione rimase immobile per qualche secondo. "Come scusa?"
"Già, strano vero? Ha chiamato tre volte dicendo che cercava un tizio di nome Malfoy che lavora qui. Ho provato a dirgli che non c'è nessuno con quel nome, ma continua a chiamare. Ma nessun problema, mi sono segnata il numero. La prossima volta che telefona, non rispondo."
"Il capo è in ufficio?" chiese Hermione, cercando di ignorare il peso sullo stomaco.
Martha annuì e Hermione si precipitò nell'ufficio di Draco.
"Non si usa bussare?" chiese Draco senza sollevare lo sguardo dai fogli che stava leggendo.
"Devo parlarti."
"Sono impegnato."
"Interrompi quello che stai facendo e ascoltami. È importante."
Sentendo in tono di voce preoccupato di Hermione, Draco sollevò lo sguardo.
"Che succede?"
"Abbiamo un problema. Anzi, sei tu ad avere un problema, ma per qualche assurdo motivo ho deciso di aiutarti quindi il problema è anche mio."
"Di che parli?"
"Sanno che sei qui. Ha chiamato una persona cercando un certo Malfoy" spiegò Hermione.
"Merda."
"Già."
Draco si passò una mano sulla faccia, riflettendo sul da farsi.
Hermione affondò una mano nella tasca del cappotto, indecisa su cosa fare. La chiave era lì, in fondo alla tasca, ma era davvero disposta a fare una cosa simile per lui?
"Che stai pensando?" chiese Draco.
"Eh?"
"Ti conosco da quando avevamo 11 anni, so che faccia fai quando ti viene un'idea geniale. Sputa il rospo."
"Non la definirei geniale, ma è l'unica che ho" disse Hermione prendendo la chiave e posandola sulla scrivania di Draco.
"Cos'è?"
"Una chiave."
"Questo lo vedo, Granger. Ma cosa apre?"
"Un appartamento a Brooklyn. Un paio di anni fa io e Ron abbiamo avuto una crisi e ci siamo lasciati. Avevo bisogno di un posto dove stare, così ho comprato un monolocale a Brooklyn. Ora ovviamente è vuoto. Puoi stare lì."
Draco continuò a fissarla senza capire.
"Non puoi restare a casa tua. Sanno dove lavori, sicuramente scopriranno anche dove abiti."
"Chi è che mi sta cercando?" disse Draco dopo qualche secondo.
"Non ne ho idea. Perché?"
"Perché stiamo prendendo un sacco di precauzioni senza nemmeno sapere con chi abbiamo a che fare. Potrebbe essere solo un giornalista curioso."
"O potrebbe essere qualcosa di peggio" disse Hermione, per la prima volta seriamente preoccupata per Malfoy.
"Granger..."
"No, ascoltami. Tuo padre ha fatto cose orribili e tu eri sulla buona strada per seguire le sue orme. Hai ragione, potrebbe essere solo un giornalista curioso, oppure potrebbe essere qualcuno che vuole pareggiare i conti con la tua famiglia."
Draco rimase in silenzio. Per quanto gli costasse ammetterlo, la sua famiglia aveva fatto cose terribili e lui non era da meno.
Si era trasferito per rifarsi una vita, ma il suo passato continuava a perseguitarlo. In fondo, come sempre, sua madre aveva avuto ragione.
 


 
"Draco, sei sicuro?"
"Sì, madre. Non vedo altre soluzioni" disse Draco chiudendo la valigia.
Sua madre gli prese la mano dolcemente. "Ovunque andrai, il tuo nome sarà con te. Non è una cosa che puoi strapparti via."
Lo sguardo di Draco si posò sull'avambraccio, dove qualche mese prima c'era il marchio nero. Era riuscito a rimuoverlo con un incantesimo, ma era rimasta una profonda cicatrice.
Almeno quello se l'era strappato di dosso.
"Conosco un tizio, frequenta il Paiolo Magico. Può fornirmi dei documenti falsi."
Narcissa cercò di replicare, ma Draco la interruppe. "Madre, non posso continuare così. Non sono stato ammesso all'università e sappiamo entrambi che non è colpa del mio rendimento scolastico. Figurarsi trovare un lavoro! Gli Stati Uniti si sono tenuti fuori dalla nostra guerra, nessuno sa che faccia ho! Se arrivassi lì con un nuovo nome potrei iniziare una nuova vita."
"Se è quello che vuoi, non ho intenzione di mettermi in mezzo" disse Narcissa comprensiva.
"Potresti venire anche tu."
Lei scosse la testa. "Ho fatto una promessa a tuo padre, quando ci siamo sposati. Finché morte non ci separi."
"Madre..."
"So che non capisci, ma lo farai. Quando ti innamorerai capirai."
 
 


"Martha, hai ancora il numero del tizio che ha chiamato questa mattina?"
La ragazza sollevò lo sguardo verso Hermione. "Quello che cercava Malfoy? Sì, perché?"
"Dammelo, voglio provare a contattarlo. Se ha chiamato tre volte, forse cerca davvero qualcuno che lavora qui ma ha semplicemente sbagliato nome" disse Hermione cercando una scusa plausibile.
Martha si strinse nelle spalle e le allungò il biglietto. Hermione lo afferrò cercando di non sembrare agitata e si allontanò di corsa componendo il numero.
Dopo tre squilli, un uomo rispose.
"Pronto?"
"Salve, chiamo dallo studio Morgan & Prescott. La mia collega mi ha detto che ha chiamato più volte cercando un certo signor Malfoy."
"Sì. Mi hanno detto che lavora lì."
"Temo si siano sbagliati, ma se non le dispiace vorrei comunque scambiare qualche parola con lei a proposito di questo Malfoy. Di persona, possibilmente."
Hermione trattenne il fiato dopo aver parlato, pentendosi immediatamente di ciò che stava facendo.
Si stava infilando in un casino più grosso di lei, e tutto per Draco Malfoy.




Author's Corner:
Eccomi!
Speravo di pubblicare prima in realtà, quindi vi chiedo scusa. Ma vi anticipo che il prossimo capitolo è già scritto e devo solo ricontrollarlo quindi non vi farò aspettare molto.
Dunque, Malfoy ha una doppia identità e Hermione ha deciso di aiutarlo ma pare che qualcuno ne sia a conoscenza.
Per sapere chi è e cosa vuole dovrete aspettare il prossimo capitolo, ma vi anticipo che la doppia identità di Malfoy sarà una questione che ci porteremo dietro per parecchio tempo e che avrà delle conseguenze…diciamo conseguenze interessanti!
Alla prossima!


 
   
 
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