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Autore: lone_wolf_08    15/03/2018    4 recensioni
Il Reame Boscoso era la sua casa. Thranduil e Legolas la sua famiglia.
Eppure la sua vita lì non sarebbe potuta durare per sempre. Il coraggio di una donna sarà messo a dura prova da un destino inevitabile e da un passato doloroso.
Morwen lo guardò negli occhi: “Chi sono io?”
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitolo 5 : OCCHI DI GHIACCIO



"Io di risposte non ne ho, mai ne ho avute e mai ne avrò. Di domande ne ho quante ne vuoi"

J. H.




Si fissarono a lungo senza che nessuno proferisse parola. Morwen non riusciva a formulare neanche una frase di senso compiuto. Dagor le si avvicinò immediatamente dandole tutto il supporto possibile, dopodiché nitrì irritato verso l'uomo.

"Toccala e sei morto".

Kludd lo guardò, ma subito dopo tornò a posare le sue iridi glaciali su Morwen.

"Vedo che ti sei portata la guardia del corpo" disse con una nota beffarda nella voce.

"So badare a me stessa" rispose lei sguainando il lungo pugnale e puntandoglielo al collo.

Kludd si ritrasse guardandolo sorpreso, poi riassunse l'espressione di prima e, passandosi una mano tra i capelli neri, esclamò sospirando

"Principessa...".

"Contrabbandiere..." rispose lei con disprezzo.

L'uomo fissò la lama del pugnale a pochi centimetri da lui e poi guardò la donna, in attesa che parlasse.

"Perché mi appari in sogno? Perché ho tutte queste visioni? Perché non sono più la stessa?" domandò lei infine abbassando l'arma.

"Fai tanto la dura fuori, ma dentro sei debole. Hai una voragine nell'anima e finora non ha fatto altro che cercare di riempirla. Come credi che sia riuscito a sondarti se non passando attraverso le tue debolezze?".

Morwen lo fissava, visibilmente confusa. Cosa intendeva dire con "voragine"? Come aveva fatto a sondarla? Era forse capace come Thranduil e Legolas di leggerla dentro?

"Chi sei tu?".

"Una domanda semplice a cui tuttavia si possono dare molteplici risposte...Io sono Kludd, figlio di Margon. La mia famiglia è originaria del Nord".

"Appartieni alla stirpe dei dúnedain?".

"Mio padre...si".

"Conosci Aragorn figlio di Arathorn?" chiese lei incuriosita.

Legolas le aveva parlato molto di lui, perciò sapeva che anche Aragorn apparteneva a quella gente.

"Purtroppo non ho mai avuto il privilegio di parlargli, ma mio padre lo conosceva. Hanno combattuto fianco a fianco anni fa".

La mora dedusse allora che l'amico di Legolas non doveva essere poi così giovane. Kludd le si avvicinò con decisione fissandola negli occhi. Morwen, per nulla intimidita, rimase dov'era. Dagor invece, si fece avanti soffiando aggressivo.

"Buono Dag!" lo tranquillizzò lei.

"Avanti...so che vuoi chiedermi un'altra cosa. Perché esiti?" chiese lui per nulla intimidito dalla reazione del destriero.

Morwen non sapeva quale domanda fare. Ne aveva davvero troppe...Eppure ce n'era una in particolare alla quale voleva una risposta. Desiderava sapere chi fossero i suoi veri genitori. Ma come faceva lui a saperlo? E poi non si sarebbe fidata a fargli una domanda così personale. Perciò optò per la seconda.

"Come puoi tu sondarmi? Sei solo un misero contrabbandiere!".

Lui rise. Una risata fredda.

"Credi ancora che io sia un contrabbandiere? Davvero bambola...credevo fossi più intelligente".

Con rabbia la donna gli puntò di nuovo la lama al collo.

"Non chiamarmi così" sibilò.

"Credi davvero di farmi impressione con quel giocattolo? Esistono armi più potenti; capaci di scuoterti dentro".

L'espressione decisa di Morwen svanì. Era lui a provocarle tutte quelle sensazioni? Doveva vederci chiaro. Stavolta fu lei ad avvicinarglisi. Stringendo con forza il manico del pugnale elfico, gli parlò con rabbia.

"Sei tu la causa di come mi sento! Sei uno stregone!"

"Finalmente l'hai capito" le rispose lui sogghignando.

"Perché ce l'hai con me se posso saperlo?".

"Perché non sei ciò che credi. Io voglio scoprire chi sei realmente. Ora sei la mia preda".

Quell'affermazione provocò dei brividi nel corpo della ragazza che, prima di poter ribattere, vide la figura dell'uomo piano piano svanire nell'oscurità della notte. Prima di sparire del tutto però sentì di nuovo la sua voce;

"Ricordati che le risposte che ti ho dato hanno un prezzo". Non c'era più.


Passò più o meno un mese e arrivò il giorno della partenza per Gran Burrone. Giorni addietro, infatti, il sovrano di Bosco Atro aveva avvisato i due principi di un consiglio che avrebbe tenuto Elrond su alcune questioni importanti. Aveva raccomandato a Legolas di partecipare al posto suo per comunicare la fuga di Gollum dalla loro celle. Morwen allora, aveva insistito per parteciparvi anche lei e alla fine era riuscita a convincere Thranduil, che, seppure molto riluttante aveva consentito a lasciarla andare. Morwen e Legolas, ora, erano nell'atrio del palazzo, pronti a partire. La ragazza indossava dei pantaloni attillati verde marcio, una casacca verde chiaro a maniche corte stretta in vita da una cintura di cuoio che reggeva la spada il coltello. Sopra la casacca portava un corpetto verde scuro con una fascia marrone sotto il petto. Gli stivali in pelle le arrivavano a metà coscia e i bracciali in cuoio, stretti da stringhe, anch'esse in cuoio, terminavano appena prima del gomito e le coprivano anche parte della mano. A coprire il tutto una mantella regale in velluto che portava uguale Legolas. I due controllarono se, nelle bisacce, c'era tutto il necessario per il viaggio e aspettarono l'arrivo del sovrano che, dopo qualche minuto, videro scendere elegantemente le scale e avvicinarsi a loro. Quando fu a un passo dai due parlò,

"Salutatemi Elrond e la sua famiglia", sul volto, la solita espressione indecifrabile.

Poi guardò suo figlio,

"Ti devo parlare".

Dopodiché si allontanarono da Morwen che, intanto, si era messa a controllare che la sella di Dagor fosse fissata bene.

"Legolas, non mi è stato facile lasciarla andare lo sai" disse volgendo uno sguardo veloce alla ragazza, che ora stava parlando con una guardia silvana.

"Ti prego veglia su di lei...non voglio perderla di nuovo" la sua voce era quasi implorante.

Legolas infatti si stupì e non capì cosa intendesse con "di nuovo", ma non gli chiese niente. Associò quell'affermazione alle scappatelle della ragazza fuori dai confini, che avevano sempre fatto preoccupare il re.

"Fidati di me padre. Comunque è solo un viaggio fino a Gran Burrone..." concluse superficialmente.

"Oltre i nostri confini le terre selvagge brulicano di orchi e banditi e tu lo sai!",

Legolas evitò di dire che lo sapeva anche Morwen e si limitò ad annuire solennemente.

"Nel caso Elrond vi affidasse una missione..." esitò un attimo e poi riprese.

"Lei non vi parteciperà. Resterà a Imladris e dopo manderò qualcuno per accompagnarla sulla via del ritorno".

Il figlio lo guardò, lo sguardo corrucciato.

"Una missione? Credi sia questa l'intenzione di Re Elrond?".

"Ti dico solo ciò che prevedo", poi il suo sguardo si incupì.

"Sono tempi oscuri Legolas...espandi le tue percezioni; ne avrai bisogno. Esse ti aiuteranno ad affrontare molti pericoli" concluse guardandolo intensamente.

A Legolas parve di vedere un lampo d'orgoglio nei suoi occhi e in risposta gli sorrise un po' imbarazzato. Poi il sovrano andò dalla figlia adottiva.

"Morwen vorrei darti una cosa. Forse avrei dovuto consegnartela tempo fa, ma non me la sono mai sentita di rivangare ulteriormente nel suo passato".

La mora lo guardò con aria interrogativa e, quando lui gli porse avvolta in una leggera stoffa argentata una collana di Agata blu, rimase senza fiato ad osservarla. Le era familiare ma non capì il perché. Prese il ciondolo e se lo rigirò fra le mani, contemplando seriamente. Poi alzò lo sguardo e puntò i suoi occhi in quelli, sorprendentemente lucidi, di Thranduil. Che aveva ora? Non stava certo partendo per andare in guerra!

"Dove l'hai presa?" chiese incuriosita.

"Era appoggiata sul tuo fagotto la notte in cui ti trovammo".

Morwen dedusse che fosse appartenuta a sua madre e il dolore che provò per questo pensiero le bloccò la gola.

"Morwen guardami" le ordinò dolcemente passandole una mano fra i capelli neri.

"Io non voglio perderti".

"Ada! È solo un consiglio!" rispose lei seccata.

"Lo so! Ma ciò a cui esso può portare mi inquieta molto". Guardò gli occhi confusi della giovane e poi l'abbracciò.

"Ti prometto che tornerò" lo rassicurò lei.

Poi si staccò dall'abbraccio, mise la collana in una sacchetta che portava in cintura e si issò su Dagor, che scalpitava, impaziente di partire. Lei e Legolas salutarono con un cenno della mano il re, per poi avviarsi al trotto nella foresta illuminata dal primo sole. L'aria frizzante dell'alba scompigliava i loro capelli e solleticava loro il naso. Morwen volse uno sguardo a Legolas che, di fianco a lei, procedeva elegantemente sul dorso di Alagos. Poi tornò ad ammirare la ben nota natura intorno a sé come se fosse la prima volta. La guardò con occhi nuovi e si sentì invadere da una strana felicità: per la prima volta non stava uscendo dai confini di nascosto. Per la prima volta si sentì veramente libera.


Viaggiarono instancabilmente per quattro giorni e tre notti, sostando solo per riposare, dato che il lembas permetteva ai due principi e i loro cavalli di proseguire senza fermarsi. Attraversarono la foresta e il fiume Anduin, passarono vicino al Carrock e intrapreso la via per passare le montagne nebbiose. Infine, all'alba del quinto giorno, furono in vista della Valle di Imladris.
Appena Morwen posò gli occhi su tale splendore rimase senza fiato: la luce calda cresceva piano piano e creava giochi di luci e riflessi sensazionali. Le cascate brillavano e sembravano essere composte da mille goccioline di sole. Gli alberi, con le loro graduazioni rosse arancioni gialle e verdi, non creavano confusione per la quantità di colori; bensì un'armonia unica che solo quel luogo sembrava possedere e le foglie di essi producevano una musica speciale, mentre venivano attraversate da una leggera brezza. Tutto ciò portò la donna ad uno stato di pace interiore, che venne poi bruscamente interrotto da un nutrito spazientito di Dagor.

"Ne hai ancora per molto?".

Morwen notò allora che Legolas era già avanti e che non si era accorto della sua sosta. Spronò quindi il nero destriero, chiedendogli scusa, e si riposizionò dietro l'elfo che, intanto, procedeva imperterrito verso il palazzo.

Quando varcarono le soglie dell'edificio vennero accolti da un gruppo di elfi nel quale si trovava anche Elrond. Morwen intuì dai vestiti che portava, eleganti ma sobri, che il sovrano di Gran Burrone doveva essere molto diverso da Thranduil. Il signore di Imladris fece portare i cavalli nelle stalle e salutò Legolas con un abbraccio paterno. La giovane invece lo salutò con inchino, al quale lui rispose con un solenne saluto. Poi la guardò intensamente.
"Tu devi essere Morwen giusto?",

"È così Signore", rispose lei, per nulla intimidita dagli sguardi che stava ricevendo da tutti.

"Devo dire che ne è passato di tempo, dall'ultima volta che ti ho vista"; le disse l'elfo con gli occhi grigi.

Lei non rispose; non aveva idea di averlo già visto, perciò evitò di fare brutte figure.

"Benvenuta ad Imladris...spero tu possa trovarti a tuo agio qui. So che è molto diverso dal Regno in cui sei cresciuta".

A Morwen parve di leggere qualcosa di strano nei suoi occhi grigi, ma non riuscì a capire di cosa si trattasse.

"Grazie. Sono sicura che mi troverò bene qui; è un posto così bello...".

Elrond le sorrise in risposta e poi, allontanandosi, si congedò dai due ospiti.

"Lindir vi accompagnerà nelle vostre stanze", disse indicando un elfo dai lunghi capelli dritti e scuri, che stava venendo verso di loro.

"Prima di pranzo terremo il consiglio sulla terrazza principale; quella dedicata alle riunioni. Siate puntuali, mi raccomando".

Così dicendo si avviò su per una rampa di scale, seguito dal gruppo di elfi. In fondo ad esso, Morwen, vide una giovane elfa dai capelli neri mossi e gli occhi azzurri. Era bellissima e la sua pelle sembrava brillare di una luce eterea, mentre le guance, di un colorito roseo, sopra le labbra rosse naturali, le davano un aspetto umano. Si fermò di fronte al Legolas e lo guardò con dolcezza, poi mise la mano destra sul petto in forma di saluto. Il biondo rispose allo stesso modo e poi, rivolgendosi verso Morwen, la presentò.

"Morwen, lei è Arwen: figlia di Elrond, chiamata Stella del Vespro". Poi rivolgendosi all'elfa presentò l'amica.

"Arwen, lei è Morwen: principessa di Bosco Atro, nonché mia sorella adottiva"; concluse guardando la donna con occhi luminosi.

Arwen, che si era girata verso di lei, chinò leggermente il capo e pose di nuovo la mano sul petto.

"È un onore conoscerti Morwen".

Poi la guardò negli occhi e le sorrise.

"Anche per me, Arwen"; rispose la donna, imbarazzata dalla regalità che emanava quell'elfa.

Subito dopo Lindir li condusse alle stanze degli ospiti e si congedò dai due. Morwen si fiondò subito nella camera, per lavarsi e riposare le membra stanche dal lungo viaggio. Legolas, invece, rimase appoggiato alla balaustra del corridoio nel quale si trovavano gli alloggi e rimase un bel po' a guardare il paesaggio incantato che si trovava sotto di lui. Avvertiva qualcosa nell'aria; forse un vento di cambiamenti, forse il consiglio avrebbe portato solo brutte notizie, o forse no. Una cosa era certa: il male stava crescendo e bisognava fermarlo in qualunque modo.



Nota dell'autrice:

Rieccomi da voi lettrici e lettori carissimi 💜
Mi scuso ancora per il ritardo ma la scuola mi fa impazzire. Spero possiate capirmi 😩, abbiate pietà di una maturanda sclerata 😱😲. Allora che mi dite di questo capitolo??? Pareri su Kludd? E Morwen?
Sappiate che da questo capitolo alla nostra amica cominceranno a capitare cose strane. Non vi spoilero altro, lo leggerete più avanti. 😜
Ammetto di aver pubblicato il capitolo più corto rispetto a ciò che avevo programmato, ma il fatto è che non volevo farvi aspettare ulteriormente per aggiungere anche il consiglio di Elrond. Perciò il capitolo 6 inizierà proprio con quello 😉.

Mi raccomando ESPRIMETE I VOSTRI PARERI che sono sempre ben accetti e recensite numerosi 💞
Besooos 😘 hasta pronto muchachos
Kia

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Vestiti da viaggio di Morwen

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Legolas ed Alagos

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Kludd

   
 
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