Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: __roje    15/03/2018    1 recensioni
YUGEN. Seconda parte di Ikigai
Questa è la seconda parte e continuo di Ikigai dove appunto ritroviamo Aki e Hayato alle prese con i loro problemi. Due ragazzi che si sono scoperti innamorati, ma sono dei semplici adolescenti e intorno a loro c'è chi vuole dividerli.
Riusciranno i due ragazzi a stare insieme andando oltre il loro passato?
Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic

Capitolo [1]

Il vento era forte quel giorno, mi scombinava tutti i capelli costringendomi a sistemarli continuamente in modo che la frangia non mi cadesse sugli occhi. Era sempre la stessa storia in quel periodo dell’anno, in primavera si alzava sempre uno strano vento, di solito freddo, ricordandomi che l’inverno non aveva ancora abbandonato la nostra città per lasciare posto all’estate.
Sebbene odiassi il freddo, quel venticello era piacevole, lasciai che quella brezza mi accarezzasse il viso, per assaporare a pieno quella forza invisibile chiusi occhi per gustarmi quel momento. Quando però riaprii gli occhi tornai all’amare realtà, guardai l’orologio sul telefono e mi affrettai perché ero in ritardo.
Da quando la scuola era ricominciata, era ripreso anche il mio odio verso quell’ambiente. Era già passato un mese dall’inizio del terzo anno e tra i miei compagni ormai senior c’era una misteriosa euforia che non mi spiegavo affatto. Per me era tutto come sempre: i soliti professori, le solite lezioni, le solite facce.
“Aki-chan!” fui catturato alle spalle da due grossa braccia robuste che riconobbi immediatamente.
Cercai immediatamente di liberarmi “Lasciami andare Yoshida!” e obbedì.
“In ritardo anche oggi?”
Lo scrutai seccato “Lo sei anche tu veramente.”
E dal nulla, alle sue spalle sbucò la piccola figura di Mina che con un sorriso gentile mi salutò con un cenno di mano, “Buongiorno Aki-kun. Abbiamo perso il treno delle otto perché Yoshida non si è svegliato.”
“Stai portando sulla cattiva strada anche questa povera ragazza...”
Yoshida ridacchiò “Ma quando mai! Che poi io le dicevo di correre ma è lenta come una lumaca.”
“Ma io non riesco a correre così tanto! Tu sei allenato.”
Quei due erano proprio una coppia strana ma piacevole da guardare, mai avrei scommesso che Yoshida sarebbe riuscito a tenersi stretto una ragazza, eppure era successo e Mina sembrava molto felice insieme a lui.
Tutti e tre ci avviammo verso l’ingresso varcandolo, proprio vicino alla scarpiera notai un altra faccia familiare che vedendoci sorrise venendoci incontro.
“Oh ma siete in ritardo anche voi!” Mayu ridacchiò nel dirlo. Mina abbracciò l’amica raccontandole l’accaduto in fretta, poi Mayu mi rivolse un occhiata e mi si avvicinò cauta “Sei pallido anche oggi, hai dormito male?” senza preavviso allungò la sua piccola mano per sfiorarmi. Immediatamente la fermai tenendole la mano lontano da me.
Sudai freddo, non riuscii a reggere il suo sguardo o quello di Yoshida e Mina che avevano assistito alla strana scena. Sentito il respiro farsi più faticoso in quel momento, non mi sentivo molto bene.
“Scusatemi...” dissi e scappai via dritto verso l’aula.
Una volta cominciate le lezioni mi lasciai cadere sul banco, rigido e assente. La scuola era ricominciata da un mese e tutti i miei quaderni era ancora immacolati, non mi ero nemmeno interessato su chi fossero i miei compagni. Sapevo solamente che Yoshida era seduto a due file da me, e nient’altro.
Ogni giorno mi ripetevo quanto tutto fosse cambiato in fretta. A come Mayu in pochi mesi fosse diventata sempre più presente nella mia quotidianità, sforzandosi di essere carina nei miei confronti, ma io proprio non ci riuscivo. Ogni volta che lei tentava di parlarmi io istintivamente scappavo via.
Arrivò presto l’ora di pranzo, e come al solito ci riunimmo noi tutti: Yoshida, Mina, Mayu e Oija nella sala pranzo per farci reciproca compagnia. Quei momenti avrebbero dovuto essere divertenti, piacevoli, eppure per quanto mi sforzassi di sorridere, sentivo che non provavo più interesse in nulla. Spesso incontravo le occhiate preoccupate di Yoshida, l’unico che ne conosceva il vero motivo.
Ero nel bagno per lavarmi le mani e nel guardarmi allo specchio vidi una persona che non riconoscevo più. Era passato solo un anno, anzi forse anche meno e il mio viso era diventato pallido e smunto. Avevo lasciato che i capelli mi crescessero un po’ e ora per comodità li portavo in modo che non mi cadessero sui occhi, spesso mi aiutavo con codici o frontini ma il più delle volte cercavo di spostarli di lato.
“Aki” improvvisamente entrò anche Yoshida.
Abbassai lo sguardo, mi affrettai ad asciugare le mani per andarmene “Scusami, ci ho messo più del dovuto” abbozzai un sorriso per svignarmela.
Yoshida mi bloccò per un braccio “Devi chiederle scusa. Non merita questo trattamento, sembra quasi che sia appestata dal modo in cui cerchi di evitarla.”
Sollevai le spalle “Lo so, mi dispiace...”
Il mio amico sospirò nel vedermi così mansueto “Accidenti Aki. Non possiamo andare avanti così. Tutti si sono accorti del tuo stato da ameba, non fai altro che annuire a tutto e sorridi in maniera palesemente finta. Capisco come ti senti e voglio starti vicino ma me lo rendi difficile se dopo quasi un anno sei ancora in questo stato.”
“Sono otto mesi.”
“Eh?”
“Sono otto mesi da quando Hayato è andato in America” sollevai lo sguardo per guardarlo dritto negli occhi, mostrai quello che era un sorriso amaro nel parlarne, “non chiedermi di sorridere o di far finta che non sia successo nulla. Il ragazzo che amo è partito e non tornerà mai più quindi ti prego lasciami in pace.”
“Aki!”
Non ascoltai più nulla e lasciai il bagno percorrendo il lungo corridoio. Ricordare tutto ciò faceva ancora così male, sembrava quasi successo ieri eppure erano già passati otto mesi da quella famosa mattinata. Hayato improvvisamente non si era più presentato a scuola dopo la nostra discussione, e di conseguenza, preso dalla preoccupazioni ero andato a chiedere informazioni alla madre e fu allora che mi fu messa davanti la verità: Hayato si era improvvisamente trasferito in America lasciando ogni cosa. Lasciando me.
Ricordavo ancora perfettamente lo sconforto di quei giorni, il vuoto che avevo provato e la disperazione nel voler a tutti i costi reperire possibili numeri telefonici del padre o mail, ma di tali informazioni non se ne sapeva nulla e il numero di giapponese di Hayato era già diventato inattivo. Era scomparso.
Chiudere la nostra relazione era stata la decisione più dura della mia vita, e non c’era giorno che non pensassi a lui, ma più passavano le settimane e più il suo viso diventava offuscato così come la memoria dei suoi baci, delle sue carezze e della sua voce. Volevo tenermi stretto quei momenti ma ogni giorno che passava mi portava via un po’ di quelle sensazioni. I mesi passati insieme stavano lentamente svanendo così come era svanito lui stesso dalla mia vita.
Avevo tentato in ogni modo di rintracciarlo, anche tramite social ma niente. Sembrava essere scomparso nel nulla, un giorno arrivai anche a credere di aver solo sognato, che era stato tutto frutto della mia immaginazione perché non c’era più traccia della sua esistenza. Nessuno a scuola ne parlava più, il solito corteo di ragazze era svanito, e in giro non si vedeva più quella sua insolita chioma bionda.
Senza accorgermene ero arrivato fuori dalla mia classe e quasi senza stupore, notai Mayu intenta a sbirciare al suo interno in cerca di qualcosa. Sapevo perfettamente cosa voleva così mi feci coraggio e le andai incontro, seccato e annoiato da tutto ciò.
“Ehi” dissi per attirare la sua attenzione, Mayu in tutta risposta sussultò e sulle sua guance comparve un rossore improvviso, “volevi qualcosa?” le domandai.
“Si, beh... cercavo te in verità. Mi dispiace per questa mattina.”
Notai il tremore che aveva, il modo frenetico che aveva di toccarsi una ciocca di capelli e il chiaro disagio che provava non riuscendo neppure a guardarmi in faccia.
“Mi dispiace, non avrei dovuto scacciarti in quel modo. Sono stato maleducato.”
Mayu sollevò lo sguardo per guardarmi meglio, sorpresa delle mie parole “N-non importa davvero. Beh, se è tutto chiarito credo che me ne tornerò in classe. Ci vediamo in giro” e si voltò con un sorriso per andarsene.
Yoshida aveva ragione. Tutti i sentimenti cupi che provavo erano solo frutto delle mie scelte e di un passato che non potevo cambiare più ormai. Erano passati otto mesi, presto quel tempo si sarebbe allungato portandomi via altri suoi frammenti. Per quanto ancora volevo restare aggrappato a quei brandelli di una vita ormai passata? Hayato non c’era più e io non potevo farci niente.
“Mayu senti!” esclamai per attirare la sua attenzione, la ragazza si voltò a guardarmi muovendo i suoi lunghi capelli nel farlo, “se domani se libera che ne dici di andare a fare una passeggiata?”
Mi fissò seria poi spalancò la bocca con euforia “Certo!” annuì contenta.
Non meritava che io riservassi il mio malumore su lei. Mayu si era dimostrata sempre gentile nei miei confronti, anche quando non lo meritavo affatto. Non capivo bene cosa lei provasse verso di me, il suo comportamento era molto ambiguo ma di questo non me ne preoccupavo. Nel mio cuore non ci sarebbe stato più posto per nessun altro e quel dolore che sentivo era irreversibile ormai.




Note autrice.
Ebbene sì. Sono tornata dal regno dei morti hahah scherzo. Ho avuto molto da fare e alzare le chiappe per mettermi al computer era troppo ma per fortuna oggi è stato diverso e devo anche ringraziare voi. Sì, soprattutto voi che leggete e amate Ikigai. Questa storia, così come Shikkari sono cresciute grazie al vostro affetto e vanno avanti perchè voi mi invogliate a scrivere ma soprattutto a postare quello che racconto. Quindi grazie e vi auguro una buona lettura :)
Siete sempre invitati a seguire i vari aggiornamenti sulla Pagina Ufficiale

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: __roje