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Autore: LilyBennet    22/03/2018    1 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy sono follemente innamorati. O almeno così sembra.
Ai due è stata sbadatamente somministrata una pozione d'amore, che finisce per avvelenarli entrambi e causargli dei brutti effetti collaterali. Con il viso di un sinistro color viola lei, e delle disgustose pustole verdi su tutto il corpo lui, si ritrovano a condividere la stessa sorte ad appena un letto di distanza, separati da una sottile tendina dell'infermeria. Non ci vuole molto a capire cosa abbia spinto i due eterni nemici ad agire in un modo così insolito, ma ormai il danno è fatto, e tutta Hogwarts li ha visti girare mano nella mano e scambiarsi tenere effusioni.
In una scuola dove niente rimane segreto troppo a lungo, i due caposcuola si ritrovano a dover far fronte a pettegolezzi di ogni genere, fidanzati gelosi, e rivalità tra case che perdurano da secoli.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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I raggi solari gli accarezzavano con dolcezza le guance pallide, e una leggera brezza autunnale gli scompigliava i capelli chiari. Poggiato alla balaustra della finestra della torre di astronomia, osservava con sguardo impassibile il panorama.

E valutava l'idea di scavalcarla e fare un salto di sotto.

« Sei il ragazzo più ottuso con cui io abbia mai avuto a che fare »

Draco voltò lo sguardo verso Hermione, seduta con nonchalance su quella sottile barriera che li separava da metri e metri di caduta.

O magari avrebbe potuto buttare lei, a schiantarsi contro il suolo.

« Prego, spingimi pure nel vuoto, se proprio sei curioso di vedermi precipitare » esclamò lei con la classica stizza che la caratterizzava « sono proprio curiosa di vedere la tua faccia quando riapparirò alle tue spalle. E comunque, tentare di ammazzarmi non ti fermerà dal provare interesse nei miei confronti »

Draco sospirò.

« Io non provo nulla per te, Granger »

La ragazza emise una risata cristallina, e si portò una ciocca indomabile dietro un orecchio.

« Ah sì? » domandò girandosi, saltando giù dalla balaustra e atterrando con un tonfo sul pavimento della torre « quindi, in teoria, se adesso me ne andassi e ti lasciassi qui tutto solo, tu non sentiresti la mia mancanza? »

Hermione non attese nemmeno di ricevere risposta; si infilò le mani nelle tasche dei jeans e si avviò verso l'uscita, badando bene a rendere i suoi passi il più rumorosi possibili. Quando si trovò ad appena mezzo dalla porta, invece che allungare una mano e abbassarne la maniglia, ruotò la testa verso il Serpeverde.

Malfoy la stava guardando con sincero interesse, in trepida attesa di un suo gesto.

Hermione ridacchiò di nuovo.

« cos'hai da guardare? » gli domandò divertita.

« Niente » rispose atono il ragazzo, tornando a guardare fuori dalla finestra.

C'era cascato, lei sapeva che si sarebbe voltato verso di lei. Draco si sentiva preso in giro.

« Sei un pusillanime »

Malfoy si irritò, ma tuttavia non lo diede a vedere, rimanendo perfettamente immobile in quella sua posizione statica.

« Ti nascondi dietro quell'aria da menefreghista ma sei lo stesso ragazzino spaventato che è stato mandato a terra da uno stupido ippogrifo, al terzo anno »

Draco si girò di scatto, non riuscendo più a trattenere i nervi saldi, e le lanciò un'occhiata torva.

« Avanti, Malfoy, affrontami » lo sfidò la ragazza « dammi un'ulteriore prova della tua codardia »

« Io non ho paura » ringhiò innervosito il biondo.

« Giusto, tu non hai paura, sei terrorizzato. Sei come una ragazzina vanitosa: ti spaventa il parere altrui. Dovrei chiamarti Lavanda, d'ora in avanti »

« Come osi?! »

Malfoy si staccò dalla balaustra e mosse qualche passo verso la Grifondoro e si sistemò la camicia inamidata con gesti secchi e carichi di irritazione.

« Che c'è? Ho urtato il tuo lato da principessa? »

Il biondo la guardò stupefatto. La Granger-in-sogno non era mai stata tanto irriverente... ora come non mai, la sua personalità e il suo aspetto coincidevano con quelli della vita vera.

L'ammaliante ragazza dall'aria enigmatica era svanita per lasciar posto alla sua versione più realistica e, se solo Malfoy non si ricordasse chiaramente di essersi coricato nel suo letto, non molto tempo prima, direbbe di essere rimasto chiuso con Hermione Granger – quella vera – nella torre di astronomia.

« Deve essere così frustrante » ricominciò la caposcuola con voce vellutata « sei bello, ricco, e intelligente; Potresti avere tutte le purosangue che vuoi, dare vita ad una progenie destinata a stare in cima ad ogni scala sociale del mondo magico... »

« Sta' zitta » sibilò il biondo, avendo capito dove volesse arrivare la caposcuola.

Tuttavia, Hermione Granger andò avanti.

« ...Con il sangue tra i più puri del mondo, e con dei solidi principi morali: sii forte, distinguiti dai maghi inferiori, non avere niente a che fare con i mezzosangue e i sanguesporco... »

« Chiudi la bocca! » le intimò lui, avvicinandosi ulteriormente a lei.

« ...Tutti infranti da colui su cui tutti nutrivano più aspettative, quando si è innamorato proprio di una di loro »

« Basta! » urlò Malfoy, che si avvicinò ancora e l'afferrò per un braccio.

« e quel qualcuno, pensa un po', sei proprio tu » terminò Hermione, con un lieve sorriso ad incresparle le labbra.

Draco era talmente vicino a lei che sarebbe stato facile e veloce piegarsi e baciarla. O strangolarla, a seconda dei suoi desideri. E adesso, Malfoy non aveva la benché minima idea su quale prospettiva lo compiacesse maggiormente.

« Avanti, fallo » lo istigò la Granger, quasi gli avesse letto nel pensiero.

Per un istante, i due rimasero statici nelle loro posizioni; Malfoy guardava fisso negli occhi Hermione, e Hermione guardava fisso negli occhi Malfoy. Per un breve periodo, questione di una frazione di secondo, il biondo sembrò sul punto di ascoltare la ragazza. Si trattò di un lapsus, un fugace momento subito sostituito dalla ragione.

Draco lasciò andare la Granger con un gesto deciso, quasi spingendo via la sua mano, e Hermione si portò le dita all'omero e osservò il ragazzo ricomporsi e darle le spalle.

« Cederai presto » gli disse mentre si allontanava da lei « è solo questione di tempo e, come ti ho detto sin dall'inizio, ho davanti tutta la tua vita »

 

 

 

 

« Caduta dal letto? » domandò Hermione, senza alzare gli occhi dall'edizione serale della Gazzetta del Profeta del giorno precedente.

Ginny, provocando uno spostamento d'aria degno di un uragano, le sfilò alle spalle e si sedette senza grazia accanto alla caposcuola.

« Ho perso il sonno » borbottò la rossa, allungando una mano e arraffando dei pasticcini alla crema.

Solo allora Hermione sollevò il capo, e nel farlo intercettò Malfoy dirigersi da solo verso il tavolo dei Serpeverde. Il biondo aveva due vistose occhiaie violacee e un'espressione scioccata in volto.

« A quanto pare siamo mattinieri nei sotterranei » valutò Ginny, che insieme alla Granger aveva notato l'arrivo del ragazzo.

Malfoy camminò con passi lenti fino al suo posto di sempre, si lasciò cadere sulla panca e si mise le mani in faccia con fare disperato; si passò le dita tra i capelli con un misto di agitazione e stanchezza, sbadigliò senza coprirsi la bocca e si stropicciò gli occhi. Quando li riaprì e notò su di sé gli sguardi incuriositi di Ginny Weasley e Hermione Granger, fece cadere di proposito una forchetta per potergli sfuggire e rintanarsi sotto il tavolo.

« Certo che è strano in 'sti giorni » valutò sovrappensiero Ginny, sollevando le sopracciglia e afferrando la caraffa di The alla menta.

Hermione non rispose, e continuò a fissare il posto del Serpeverde. Quando Draco riemerse dal suo nascondiglio, e la sorprese intenta ad osservarlo, invece che fare una smorfia stizzita, un dito medio, o strillarle contro un insulto, mantenne un'espressione neutra – e in quel momento, il caposcuola ringraziò tutti gli anni passati a tenere una perfetta e imperturbabile faccia da bronzo davanti ad ogni genere di avversità.

« Bah, chissà che diavolo combinano nei sotterranei quando sono da soli » mormorò sempre la piccola Weasley, più a se stessa che all'amica.

« Ti vedo nervosa » cambiò discorso Hermione, tornando a fingere di leggere un articolo in prima pagina.

« Oh, puoi dirlo forte » borbottò Ginny.

Per sedare la propria frustrazione, la ragazza si cacciò in bocca un pezzo di cioccolato al latte, e Hermione non poté fare a meno di paragonarla a Ron.

« Ho litigato con quel cretino di Dean ieri sera, mentre tu e Ron eravate a fare le ronde »

La caposcuola sollevò di scatto la testa e guardò l'amica con le labbra schiuse per lo stupore.

« E' per questo che, al mio ritorno, voi due non eravate in sala comune? »

Ginny annuì. Hermione ripiegò frettolosamente il giornale e lo gettò lontano da lei.

« E cos'è successo? » le chiese con tatto.

L'amica soffiò dalle narici come un toro inferocito, ed Hermione capì subito che la Weasley stesse imbastendo quel comportamento scontroso solo per non mostrare il suo dispiacere e ferire il proprio orgoglio.

« E' sempre così appiccicoso ultimamente » cominciò la rossa « non posso muovermi, che me lo ritrovo sempre dietro a fare la guardia »

Hermione sollevò le spalle conciliante.

« Magari è il suo modo di dimostrarti che ti ama » tentò lei, nella speranza di rabbonirla.

Ginny zuccherò il proprio the e emise un brontolio poco rassicurante.

« Se mi amasse davvero mi lascerebbe libera » grugnì Ginny « sospetto che quello mi segua ovunque per gelosia, anche se non ho idea né del perchè sia esplosa così all'improvviso, né di chi si sia convinto che debba venir tenuto d'occhio »

Ginny bevve rumorosamente un sorso della sua sua bevanda calda dalla tazza.

« E quando gli chiedo spiegazioni cerca di farmi credere di essere impazzita » continuò « Io » terminò infine, per rimarcarne l'assurdità.

Davanti al silenzio dell'altra, Ginny Weasley si ficcò in bocca un altro pasticcino alla crema.

« Magari è geloso di qualcuno » la buttò lì senza convinzione Hermione.

« Ma di chi? » domandò retoricamente la rossa.

Hermione si passò una mano tra i capelli cespugliosi, con come unico risultato un arruffamento ulteriore, e con l'altra affondò il cucchiaio nel porridge.

« Non lo so, Ginny, tieni presente che è un uomo » le disse la caposcuola.

La Weasley ridacchiò divertita.

« Lo so, è stupido come tutti gli altri. Magari sta avendo problemi di autostima e ha paura che qualcuno possa portarti via da lui... »

Ginny grugnì un'altra volta.

« ...Probabilmente ti vede così aperta con tutti, che adesso teme che tu scelga qualcun altro » andò avanti la Granger.

« Non mi chiuderò in camera mia solo perché gli sta stretto il mio carattere estroverso »

« E non sto dicendo questo » si difese l'amica « ti sto solo chiedendo di essere più comprensiva: non è scacciandolo via che ti libererai di lui »

Ginny parve meditarci sopra, e Hermione poté finalmente ricominciare a mangiare in santa pace.

« Dici che dovrei essere più gentile con lui? »

« Assolutamente »

« E questo lo rassicurerà? »

« Certamente »

« Quindi poi non dovrò più temere scenate di gelosia davanti a tutti? Harry adesso cerca sempre di stare il meno possibile con me per colpa di Dean »

« Harry non dovrebbe farsi condizionare, e tu dovresti mettere le cose in chiaro con Dean »

Ginny non poteva essere sincera al cento per cento, avrebbe solo finito per fomentare la gelosia del suo ragazzo in quel modo.

Guardò l'amica mangiare il porridge pensierosa, e Hermione, sentendo su di sé lo sguardo della Weasley, soffiò una constatazione che nella sua testa la faceva molto sembrare una donna positivamente vissuta.

« I maschi sono strani, Ginny »

Ginny spostò gli occhi in giro per la sala senza smettere di pensare a cosa fare con Dean, quando notò che Malfoy le stava ancora guardando. Si grattò la testa spaesata, e dopo un primo momento di incertezza, il suo viso si deformò in un'espressione arrabbiata per scatenare una reazione qualsiasi, ma Malfoy non mosse un muscolo.

Il Serpeverde se ne stava seduto al suo posto in una perfetta e rigida posa composta, e la sua assenza di risposta le fece capire di non essere lei quella ad essere tenuta sott'occhio.

« Hermione? »

« Sì? » domandò ignara di tutto la caposcuola.

Ginny le si avvicinò ulteriormente.

« Sai chi altro è strano? Malfoy »

Hermione abbassò di colpo il cucchiaio che stava avvicinando alle labbra aperte. Nell'impatto contro il tavolo, il porridge schizzò addosso alla ragazza, che presa da un momento di panico si affrettò a ripulire.

Non osò sollevare il capo, e Ginny continuò:

« Ci sta guardando da chissà quanto, non l'ho controllato, me ne sono appena accorta »

« Ah-ha? »

Hermione si sentiva agitata, per qualche ragione, e ci mise qualche secondo per riprendersi e nascondere il proprio turbamento. Fece finta di nulla, e finalmente sbirciò il tavolo verde-argento.

Malfoy la stava fissando, era inequivocabile.

« Bah, chissà che diavolo bevono nei sotterranei... » brontolò Ginny, ricominciando a mangiare.

 

 

 

 

 

 

Il cenone di Halloween era sempre più vicino.

Solitamente, tale evento scatenava negli alunni quel pizzico di euforia che li rendeva iperattivi. Non per niente, i giorni a cavallo dei mesi di ottobre e novembre si dimostrava sempre il periodo che più metteva a dura il mantenimento dei punti guadagnati: il conteggio variava di giorno in giorno, rendendo praticamente impossibile definire con accurata certezza chi fosse al primo posto e chi fosse all'ultimo.

Insomma, per Malfoy sarebbe dovuta essere una settimana in paradiso, dal momento che poteva permettersi di penalizzare le altre squadre quanto più lo appagasse, senza risultare di parte.

Davvero un enorme peccato che questo giacesse nei sotterranei in uno stato pietoso. Draco, infatti, stava passando i suddetti giorni di gloria bloccato davanti al camino, facendosi vivo solo per le ronde, i pasti e le lezioni. Per il resto del tempo era possibile trovarlo mezzo sbronzo davanti al camino acceso.

Per colpa sua le scorte di alcolici trasfigurate in innocenti boccette di inchiostro stavano finendo, e anche tutti i finti cosmetici di Daphne cominciavano a potersi contare sulle dita di una mano.

Con il passare dei giorni e l'aumentare dell'insistenza della Granger-in-sogno, a Malfoy risultava sempre più difficile insabbiare le sue vere opinioni riguardo quella nella vita vera, e codardamente aveva deciso di comportarsi come un uomo divorziato: prendendo la magica via dell'alcolismo.

E c'era da ringraziare che Hogwarts non fosse un pub, perchè – avendo capito, durante l'ultimo venerdì di punizione, di non poter più negare la sua attrazione – il ragazzo desiderava solo bere talmente tanto da dimenticarselo.

 

Quando Daphne, il trentun ottobre, con una certa preoccupazione, andò a cercare l'amico depresso, lo ritrovò nella sua marmorea posizione davanti al fuoco.

La bionda scosse la testa contrariata, e si avvicinò con passo lento – quasi temesse uno scatto improvviso dell'altro.

« Draco? » lo chiamò cauta.

Malfoy non aprì bocca, facendo pensare alla Greengrass di non essere stata udita.

« Draco? » ripetè lei con voce più alta.

« Ti avevo sentito » biascicò Malfoy.

Daphne si avvicinò e si lasciò cadere accanto a lui. I suoi occhi blu passarono in rassegna ogni angolo dell'ambiente lurido in cui il rampollo di cassa Malfoy sedeva tranquillo: bottiglie vuote, involucri di dolciumi di Mielandia e fazzolettini di carta – presi nel caso al ragazzo fosse venuta voglia di piangere – erano stati gettati per terra, e il Serpeverde era seduto da così tanto su quel divano, che Daphne era sicura che ci avesse lasciato il calco del proprio fondo schiena.

« Perchè ti comporti così? » gli domandò con apprensione.

« Straparli » borbottò l'altro « io non sto facendo un bel niente »

Daphne ridusse gli occhi a due fessure, chiaro segno che avesse appena udito qualcosa a lei sgradito.

« Tu ti comporti in modo strano » sbottò rimarcando l'ultima parola.

« Voglio solo farmi un goccetto » minimizzò il biondo.

« E' Halloween! Potresti tormentare i ragazzini delle altre case e invece te ne stai qui! »

« Più tardi... »

« E' quello che continui a ripetere da giorni! » esclamò lei « e smettila di bere! »

Malfoy borbottò qualcosa di incomprensibile, e Daphne, infuriata, gli strappò una bottiglietta di acqua viola dalle mani.

Le rotelle nella sua testa cominciarono a vorticare furiosamente, e il suo sguardo si fissò sulle lettere dell'etichetta a lei familiare.

Le questioni erano due: o qualcun altro era riuscito a ingannare quel magonò di Gazza, l'ultima volta ad Hogsmeade, o quella proveniva dalla sua scorta personale, e quindi aveva appena capito come mai le sembrasse sempre più ridotta con il passare dei giorni.

Rossa di rabbia estrasse la bacchetta e la trasfigurò con il fiato sospeso; quando questa tornò ad essere una boccetta di smalto tutti-i-colori+1, Daphne emise un grido acuto.

« Questa era mia! » sbraitò in direzione di Malfoy.

Le labbra del ragazzo si sollevarono verso l'alto, e davanti tal vista, la Serpeverde scagliò con violenza la piccola bottiglia di vetro nel fuoco, mandandola in frantumi.

« Come ti sei permesso?! E chi hai pagato per farla venire a frugare nel mio baule?! » strillò in preda alla rabbia.

« Sono rovinato » rise Malfoy, non rendendosi conto della collera della compagna di casa.

« Oh, sì che lo sei » borbottò Daphne, alzandosi per raccogliere quel che ne rimaneva delle sue vecchie scorte e stringerle al petto come se si fosse trattato di un tesoro.

« Non ti spezzo le dita solo perchè sei ubriaco e non capiresti »

Malfoy scoppiò a ridere istericamente, e la Greengrass, davanti a quelle grasse risate, lasciò andare quel che reggeva tra le braccia solo per scagliarsi contro l'amico.

Al diavolo l'eleganza, al diavolo il portamento; Daphne afferrò Draco per il colletto della camicia, e avvicinò il suo viso a quello del ragazzo così tanto che Malfoy potè sentire il suo respiro furibondo graffiargli la pelle.

« Pensi che stia scherzando?! Pensi che tutto questo sia un cazzo di scherzo?! » strillò con voce acuta la bionda.

Malfoy, per tutta risposta, continuò a sghignazzare.

« Il mio pedrigree »

Daphne sollevò un sopracciglio.

« Il tuo pedrigree che cosa? » gli domandò sospettosa.

« Rovinato anche quello »

La presa della ragazza si allentò lentamente, e sul suo capo ben pettinato andò delimitandosi un grosso punto interrogativo.

« I miei genitori mi diserederanno, e dopodiché tireranno le cuoia per lo stress »

Daphne lo guardò confusa, e spostò le mani pallide dal colletto alle spalle dell'amico.

« Ma di che accidenti stai parlando? »

Ma Daphne non ricevette mai un risposta, perchè proprio in quel momento, un profumatissimo Theodore Nott stava tornando in sala comune a braccetto con una ragazza.

« Prego, da questa parte, Peonia » disse il ragazzo alla sua accompagnatrice.

La quantità di profumo spruzzata addosso era tale che, Daphne, dall'altra parte della stanza, riusciva a sentirlo forte e chiaro, come se lei stessa ci si fosse fatta un bagno.

« Oh, giorno miei cari amici » li salutò cordiale il ragazzo.

« E quella chi diavolo è? » domandò senza giri di parole la bionda.

Malfoy, incuriosito, si voltò per guardare il suo compagno di stanza e la sua ragazza misteriosa.

« Lei è Peonia » rispose con ovvietà Theo.

Quando gli occhi scuri di quest'ultimo notarono lo stato di Draco e la sua innegabile trasandatezza, si rivolse a lui personalmente.

« Sei ubriaco? »

« Sì, ha rubato le nostre scorte di Hogsmeade » replicò al posto suo Daphne, lasciando l'amico sbronzo e facendo qualche passo in direzione di Nott.

Theo, che senz'altro doveva essere seccato all'udire che le sue riserve di Burrobirra e Whisky incendiario erano state brutalmente ridotte dal suo caro compagno, per far una buona impressione su Peonia mantenne una perfetta espressione impassibile.

Daphne, che non la smetteva di fissare l'ospite sconosciuta, quando notò uno stemma diverso da quello di Serpeverde, strabuzzò gli occhi.

« Una Tassorosso!? » domandò incredula « un'altra?! »

La ragazza, intimorita dai modi di fare della bionda, tremò vistosamente e tentò inutilmente di nascondersi dietro Nott. Ma man mano che Daphne si avvicinava cominciavano ad apparirle evidenti sempre più particolari: le guance rosee e piene, un apparecchio ai denti, i capelli rossi...

« Una Weasley! » l'accusò puntandole il dito contro.

La Tassorosso si strinse nelle spalle come a voler sparire.

« Daphne, per favore, la stai spaventando » la pregò Theo, lasciando andare il braccio dell'accompagnatrice e coprendola dalla compagna di casa.

« Spaventando? Quanti anni ha? Quattordici? »

Silenzio.

Theo guardò Daphne, Daphne guardava Peonia, e Peonia voleva scappare via.

La bionda sgranò ulteriormente gli occhi blu, aprendoli così tanto da far temere alla ragazzina di vederli schizzare fuori dalle orbite.

« Oh mio Dio! » esclamò la Greengrass portandosi una mano davanti la bocca.

« Ascolta... » cominciò Theo per giustificarsi.

« Ma è una bambina! »

« Beh, non esattamente... »

« Ha solo quattordici anni! » rimarcò Daphne avvicinandosi a Theodore e raccogliendo un tomo da un tavolo vicino per picchiarlo « sei un porco! »

« Aspetta, non... »

« Quattordici anni e Weasley! » precisò sempre più scandalizzata Daphne « sei la vergogna di questo sotterraneo! »

« Non è colpa mia se i Weasley hanno seminato eredi ovunque... »

Altra librata su una spalla.

« ...E Peonia è una parente alla lontana, ha solo conservato il cognome... »

« Sei un maniaco! Non voglio vederti mai più! »

« ...E che esagerazione, santo cielo! Manco avessi portato una mezzosangue »

« Ehm... » lo interruppe la ragazzina.

Gli occhi dei due Serpeverde si posarono su di lei, e Peonia tremò un'altra volta.

« In realtà lo sono »

Daphne guardò a bocca aperta Theodore Nott, pronta a ricominciare a vomitare insulti, ma quest'ultimo la precedette:

« Beh, sarebbe potuta andare peggio: avrei potuto portare una sangue marcio, tipo la Granger »

Sdraiato sul divano, Malfoy emise un forte singhiozzo avvilito.

 

 

 

 

« E' ufficiale: la festa si farà » annunciò Ginny, avvicinandosi a Harry con apparente nonchalance, durante un cambio di lezioni.

Hermione, poco più avanti di loro e intenta a chiacchierare con Ron, non udì nulla.

« Padma e Anthony hanno trovato tutto quello che gli serviva? » sussurrò il cercatore di Grifondoro.

« Sì. Appuntamento davanti ai dormitori di Corvonero non appena Hermione va in biblioteca per riordinare » terminò la rossa accelerando il passo e seminando Potter.

« Ciao, Hermione! » salutò prendendo la caposcuola sotto braccio con fare amichevole.

 

 

 

 

 

 

 

Subito dopo il cenone di Halloween, Hermione si diresse saltellando verso quella che doveva essere la sua faticosa pena, e Harry, Ron e Ginny si affrettarono a raggiungere il prefetto e la caposcuola, che li attendevano con ansia davanti al portone del dormitorio dei corvi.

I cinque festaioli nemmeno si salutarono. Padma, non appena i Grifondoro si avvicinarono, fece loro segno con la mano di seguirla, e Anthony si limitò a sorridere trionfante.

« Cos'è che, più si corre, meno si prende? » domandò loro il batacchio all'ingresso.

I Corvonero si guardarono pensierosi, e Ronald Weasley capì perchè non fosse finito in quella casa – con ogni probabilità avrebbe passato sette anni a rimaner chiuso fuori.

Dopo una breve e concitata serie di pareri sussurrati tra i due corvi, Padma fece un passo avanti e pronunciò con voce chiara:

« Il fiato »

La porta si aprì silenziosa, e una forte folata di vento travolse il gruppetto; Harry cercò inutilmente di coprirsi il collo con la felpa ed evitarsi un mal di gola, la cravatta di Anthony si sollevò e finì in faccia al proprio indossatore, e Ginny dovette fare molta attenzione alla sua gonna, che per poco non mise in mostra le sue mutande color arancione.

« Che cos'è questo vento?! » domandò Anthony in direzione di due studenti sul divano, con addosso delle coperte di lana a trama scozzese.

Il fuoco, talmente era forte l'aria, si era addirittura spento, e i pochi coraggiosi in sala comune sembravano sull'orlo dell'ipotermia.

I due interpellati dal prefetto non gli risposero nemmeno, limitandosi ad indicare una figura affacciata ad una finestra spalancata, intenta ad osservare il sole tramontare.

La ragazza dai lunghi capelli biondi e coperta da un mantello non si era girata per guardare chi fosse entrato, ma nessuno ebbe mai alcun dubbio sulla sua identità.

« Luna » la chiamò Padma con tono delicato, così come ci si rivolgerebbe ad una bambina « che cosa stai facendo? »

Ginny, nel frattempo, aveva capito che se si fosse seduta da qualche parte, controllare il danzare del sottile tessuto della sua gonna sarebbe stato più semplice.

« Sto scacciando i Nargilli sbaciucchioni » replicò la ragazza, voltandosi verso i suoi interlocutori.

« Oh, ciao a tutti voi » salutò i Grifondoro con il suo solito tono cadenzato « mi dispiace che siate capitati proprio durante una disinfestazione, ma non poteva essere rimandata »

« Luna, ma di che cosa stai parlando? » chiese Ginny.

« I Nargilli sbaciucchioni sono come degli insetti che continuano a volarti davanti alla faccia, come se volessero darti dei baci, e non ti fanno studiare » spiegò la bionda « me l'ha detto mio padre »

« Sono le sette di sera e il tempo è piuttosto ventoso » le fece notare Harry con cautela, temendo di offenderla « e penso che tutti questi... questi esserini se ne siano già andati, non pensi? » concluse Potter, estraendo la bacchetta e cominciando a chiudere una finestra.

« Non lo so, mio padre non ha specificato per quanto dovessi far cambiare l'aria » ammise candidamente Luna.

Ma vedendo che, non appena Harry lanciò il suggerimento, tutti quei coraggiosi armati di coperte di lana e i Grifondoro ospiti si precipitarono a serrare i serramenti, a Luna Lovegood non rimase che annuire.

« Spero che adesso riuscirete tutti a concentrarvi maggiormente » si rivolse ai compagni di casa, che invece che ringraziarla la guardarono male.

Padma, infreddolita, si cacciò le mani nelle tasche della felpa e attese che tutti le si riavvicinassero per poter, finalmente, andare in camera di Anthony e discutere del piano.

 

 

 

 

Hermione era sbalordita dalla quantità di tomi abbandonati sui tavoli. Ed era ancora più seccata nel constatare che, più la voce della sua punizione girava, più gli studenti si esentavano dal riordinare; e adesso le toccava prendere il ruolo di Gazza, oltre che quello di Madame Pince.

Quella sera, in particolare, le era toccato anche raccogliere da terra cartacce di dolciumi di Mielandia, pergamente stracciate e – che Piton fosse maledetto – anche un fazzoletto usato.

La sua pena non le era mai sembrata ingiusta o degradate, almeno fino a quel momento.

E la bibliotecaria, sebbene la vedesse tutti i giorni e le avesse rivolto la parola innumerevoli volte dal suo primo anno, non l'aveva nemmeno aiutata!

Ma girando tra gli scaffali, un libro dal titolo particolare aveva attirato la sua attenzione:

Di sogni e di desideri

La sua mente la portò automaticamente alle sue notti e alle sue visioni, e curiosa estrasse il tomo tirandolo per la cuffia. Lo sfogliò velocemente, constatando che si trattasse di un testo scientifico, che al tempo stesso associava un determinato sogno o incubo ad un volere specifico.

« Mi scusi, Madame Pince » disse avvicinandosi alla postazione della bibliotecaria, che non avendo nulla da fare stava leggendo con scarso interesse il Settimanale della Strega.

La donna ricurva sulla rivista, che mai come allora era parsa tanto simile ad un avvoltoio, sollevò lo sguardo sulla studentessa e la guardò strizzando gli occhi dietro gli occhiali da lettura.

« Sì, signorina Granger? »

« Ecco, io mi chiedevo se potesse registrare un prestito a mio nome... per questo libro » parlò la caposcuola, poggiando sul tavolo il tomo trovato in giro.

La bibliotecaria lanciò un'occhiata circospetta all'orologio da tavolo, e notando che fosse solo passata mezz'ora guardò scioccata la ragazza.

« Ma non hai ancora terminato il tuo dovere » le fece notare.

« Lo so, Madame Pince » replicò educatamente la Granger « infatti non me ne andrei ora, mi chiedevo solo se si potesse ancora registrare questo prestito »

 

 

 

 

Gli occhietti scuri di Ginny si muovevano freneticamente dall'alto verso il basso della pergamena, e un lieve sorriso le increspava le labbra rosee.

« Avete pensato a tutto » valutò compiaciuta.

Anthony e Padma si scambiarono uno sguardo fiero, e il primo diede un paio di pacche soddisfatte alla seconda.

Ginny, una volta letto a sufficienza, passò gli appunti scarabocchiati al fratello.

« Ora rimane solo da scegliere il giorno e l'orario » disse la Patil.

« E trovare un piano affinché Hermione non si presenti all'improvviso e si ritrovi in Burundi... » aggiunse la rossa.

« Lo troveremo. Abbiamo trovato incantesimi usati da ladri e abusivi, non riuscire a far girare a largo Hermione sarebbe davvero il colmo » disse Anthony.

« Non mi pare che abbiamo fatto un buon lavoro a inizio anno... » lo rimbeccò la compagna di casa.

« Ma quello era diverso, in quel caso sapeva già cosa si stesse tramando »

Anthony si alzò dal proprio letto e, senza attendere che Ron gliela passasse, si riprese la pergamena giallastra.

« Che poi, ragioniamoci su: “incantesimi di schermo: non far piovere in casa”, “incantesimi per evadere la bolletta del gas”, “ciclo continuo di vivande per non dover uscire a fare la spesa e, conseguentemente, non pagare”, “incantesimi di elusione: far in modo che nessuno noti la luce accesa”... se Hermione dovesse scoprirci, vorrebbe dire che qualcuno gliel'ha detto. Queste sono tutte fatture che rendono molto difficile intuire che all'interno della Stamberga ci sia in atto un party » fece notare a tutti.

« Anthony ha ragione » si intromise Harry « prendiamo le giuste precauzioni, giusto nel caso che cominci a fiutare qualcosa e decida di venire a curiosare, ma nel frattempo non dovrebbe sospettare nulla »

« Ma la storia del sonnifero l'ha messa in allarme » contestò Ron, che si ricordava benissimo l'espressione oltraggiata sul suo viso, quando a inizio anno gli sfuggì un apprezzamento su una festa dell'anno precedente.

« Ma adesso Hermione non può immaginarsi che ci stiamo spostando fuori da Hogwarts » precisò sempre Harry.

Ginny lo guardò stupita: da un'anima incurante del pericolo quale Harry Potter poteva aspettarsi di tutto – anche l'idea di confondere l'amica o cancellarle la memoria, se solo fosse capace a lanciare l'incantesimo correttamente – ma certo non un ragionamento ben soppesato come quello.

« Sì, buona idea » meditò Padma.

« Dunque la nostra ricerca non finisce qui... » aggiunse deluso Anthony.

« Troviamoci per provare qualche formula sullo stato di fatto, e nel frattempo vediamo se ci viene qualche idea » propose Ron.

Padma si stirò pigramente sul letto di un coinquilino del Corvonero, stravolta da una giornata di studio inteso – come facesse Hermione a mantenere quel ritmo degradante tutti i giorni, rimaneva un mistero.

« Altra buona idea » valutò « non vorrei sembrarvi scortese, ma penso che sia ora che torniate nella vostra torre: la punizione di Hermione terminerà a momenti, e ci toccherà andare di ronda »

 

 

 

 

Hippy-Pansy non divertiva quanto la sua versione matta da legare.

La vecchia psicopatica costantemente impegnata a far ricercare agli altri un buono psicologo era andata in ferie. La suddetta passava la gran parte del suo tempo a bere the deteinati, intrecciarsi ciocche di capelli, meditare e, per la gioia di Millicent Bulstrode, a farle complimenti per le sue maniglie dell'amore assottigliate. Persino Vincent Tiger era entusiasta di quel cambiamento: adesso che Pansy viveva nel suo e non si comportava più come l'ombra di Malfoy, si augurava di riuscire a conquistarla.

Tutti le mattine, infatti, le faceva recapitare una rosa rossa. Ma Pansy, oltre a tutti i “grazie mille” e “che Salazaar Serpeverde sempre ti benedica” non si era mai spinta.

 

I più annoiati erano però i più vicini delle ex-vittima preferita della ragazza: Daphne, Theodore e Zabini.

Quando il tormentato Draco – che per qualche ragione ignota, sebbene si fosse scrollato dalle spalle un fardello come Pansy, manteneva un'aria afflitta – li abbandonava in sala comune per le ronde o per le punizioni del venerdì, i tre compagni passavano la stragrande maggioranza del tempo ad annoiarsi e raccontarsi le stesse tre storie che continuavano a girare da mesi: la ridicola diceria Granger-Malfoy, lo straordinario crollo emotivo di Pansy dopo averli visti insieme, e perchè pazza-Pansy, in un modo o nell'altro, fosse più divertente di hippy-Pansy.

« Ammettiamo, ci siamo divertiti tutti a vederla convinta di essere la nuova migliore amica di Daphne » scherzò Theo, una volta finiti sul medesimo argomento trito e ritrito.

« Io no » replicò scocciata Daphne.

« Non abbiamo mai saputo perchè avesse cominciato a crederlo » recitò Blaise, seguendo il copione.

« Poco importa cosa l'abbia causato, ci siamo comunque tutti sbellicati dalle risate » replicò Theo.

« Io no » ripeté sempre più indignata la bionda.

I due ragazzi scoppiarono a ridere sonoramente e lei, vera vittima della situazione, li incenerì con lo sguardo.

« Tzè, non posso nemmeno riversare il mio dolore nell'alcol: quell'idiota di Draco ha fatto piazza pulita » si lamentò Daphne.

« Altro perché che dubito riusciremo mai a scoprire » sospirò Theo, sdraiandosi sul divano e fissando il soffitto del sotterraneo.

Tra i tre Serpeverde, occupati a guardare tre cose differenti – Nott verso il solaio, Blaise le fiamme, e Daphne la punta delle sue scarpe firmate – calò un silenzio imbarazzante.

Fu uno scocciatissimo Theodore a interromperlo e a buttare lì un'idea per divertirsi un po', almeno per quella sera.

« Sono stufo di tutta questa quiete » esordì seccamente e balzando in piedi « E che cazzo, in questo dormitorio non si combina più niente, nemmeno nei giorni di festa »

Daphne lo guardò con un sopracciglio alzato.

« Hai un'idea per ravvivare la serata, genio? »

« Sì! »

« Un'idea che non sia abbordare giovani Tassorosso? » domandò cautamente Blaise.

« Una Weasley, tra l'altro » precisò la bionda.

« Ho anche quella, ma dato che voi non mi seguireste mai... so come porre fine a questo mortorio. Daphne, coraggio, alzati e va' a prendere le zucche che tu e Blaise avete rubato ad Hagrid »

« Vacci tu, io mi rovino la manicure così »

Theo tese una mano alla Greengrass, e con un sorriso affabile le disse:

« Lo farei, ma l'ultima volta che ho provato a infilarmi in camera di una ragazza mi sono quasi rotto un braccio per colpa dei fondatori di questa scuola e delle loro menti chiuse... perciò, lascia che ti aiuti ad alzarti, vostra maestà »

 

 

 

 

Ancora una volta, sui visi dei presenti nella sala dei prefetti si leggevano emozioni contrastanti: si passava dalla mal celata euforia di Weasley, al più quiete sorriso di Goldestein e la Patil, dalla neutralità di Hermione, alla cupa disperazione di Draco. Quest'ultimo, sebbene avesse ormai appurato il suo triste destino, faticava ancora ad accettarlo a cuor leggero.

E quando una nervosa Mcgranitt raccomandò loro di tenere bene gli occhi aperti, visto che tutti gli anni qualcuno tentava sempre di accoppare Potter in quel giorno specifico, i ragazzi seppero che, anche quella sera, i controlli dei professori sarebbero stati molto serrati.

« Quante storie: se qualcuno viene a reclamarlo, diamoglielo e facciamola finita » borbottò un prefetto del sesto anno di Serpeverde, riferendosi al cercatore dei grifoni e guadagnandosi un'occhiataccia dai ragazzi delle altre case.

Affermazione che convinse la Mcgranitt ad affidare ai Grifondoro stessi o ai Tassorosso il compito di sorvegliare il lato che portava alla torre.

L'insegnante si appuntò minuziosamente tutte le coppie pescate ai bigliettini: “Goldstein-Fawcett”, “Blueflower – Weasley”, “Patil – Mcmillan”... e arrivati all'ultima, quando sul tavolo rimasero solo due bigliettini, contenenti i nomi degli unici due che non si erano fatti avanti per l'estrazione, la Mcgranitt segnò anche i loro nomi:

Granger – Malfoy”.

***

Ed ecco qui un capitolo bello lungo. Come vi è sembrato? 
Volevo avvertirvi di una cosa: se vedete che i tempi di stesura si allungano, non preoccupatevi: non ho intenzione di sospendere la scrittura. E' solo che ho da gestire anche un'altra storia (che non riguarda Harry Potter) e lo studio, perciò molte volte risulta difficile trovare qualcosa di carino da scrivere...  tutto qui :')
Inoltre tenete conto che ci sono un po' di questioni aperte, e che non sempre è semplice riuscire a giostrarsele tutte senza dimenticarsele, basti pensare alla storia del sonnifero, il misterioso corridore di corridoi, la cotta di Harry per Ginny (che anche se in questa storia non rappresenta una priorità, è comunque presente), o i sogni misteriosi. 

Ma torniamo a parlare di questo capitolo: considerazioni? Pensate che si troverà una soluzione per tenere la tanto attesa festa, o invece Hermione si presenterà per provare a mettere i bastoni tra le ruote? Se dovesse scoprirlo, come pensate che avverrebbe? E cosa bolle in pentola nei sotterranei dei Serpeverde? 
Domanda finale: come pensate che andrà e cosa credete che accadrà durante questa ronda? 
Appuntamento al prossimo capitolo! 
Lily:*

   
 
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