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Autore: Kim WinterNight    26/03/2018    7 recensioni
Avete mai notato che quando salite sui mezzi pubblici finite per incontrare le peggiori specie di umanità senza raziocinio?
Non serve che lo neghiate, capita a tutti!
Ebbene, ho deciso di raccontarvi cosa capita a me quando salgo a bordo di simpatici autobus o sfreccianti treni, per non parlare di quei meravigliosi aerei...
Insomma, tutto ciò che leggerete in questa raccolta di scempiaggini mi è capitato davvero; questa è la dimostrazione del fatto che la realtà è sempre peggio di ciò che è frutto della nostra fantasia o immaginazione!
Genere: Commedia, Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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ReggaeFamily

Anna dai capelli rossi




Autobus extraurbano, tardo pomeriggio


Sono seduta nella terza fila di sedili, sulla destra rispetto all'autista, accanto a me c'è mia sorella.

Poco prima di salire, ho notato una signora sulla settantina che attaccava bottone con un uomo sulla cinquantina. I due sembravano conoscersi.

Il problema è che sono saliti sul nostro stesso pullman e non ho capito perché, se stanno chiacchierando, non si sono seduti uno accanto all'altra.

La donna si è sistemata due sedili avanti a noi, mentre il tizio nella fila accanto ma alcuni sedili più indietro. E no, gli altri posti non sono occupati.

«Eh... io vado sempre a trovare mio padre nella struttura, prendo il pullman e vado... però a volte non passa!» racconta la donna con voce roca e impastata.

Mi verrebbe voglia di suggerirle che forse potrebbe schiarirsi la gola, detesto la gente che sembra avere un foglio di carta vetrata al posto delle corde vocali. Mi irrita tantissimo, non posso proprio farci niente.

Il tizio, con voce calma e pacata, si sporge verso di lei e le domanda: «Ah, ma suo padre non era morto?».

A quel punto sia per me che per mia sorella diventa impossibile non ridere, ma cerchiamo di trattenerci e di trovare qualcosa da dire che possa giustificare eventuali risolini incontrollabili.

Mi chiedo come si possa essere così indelicati. Ma come fa certa gente a stare al mondo? Sono basita.

«No, no! Mio padre è vivo, eh... mamma è morta, ma babbo no!» risponde tranquillamente la signora, senza minimamente rimanere turbata dalle parole del suo interlocutore.

Il che mi spaventa ancora di più, perché allora mi rendo conto che questa qui dev'essere insensibile o qualcosa del genere.

Ci sono delle volte in cui mi domando se certa gente provi dei sentimenti. Mi spiego meglio: ci sono situazioni come queste in cui certe persone mi danno l'impressione di non sapere neanche cosa sia un'emozione o una reazione umana.

«Certo, certo... io ero convinto che era morto.»

I congiuntivi non esistono, chi li ha inventati è proprio un idiota. Non è più semplice usare l'imperfetto in ogni occasione? È molto meno complicato. Chi ce lo fa fare? Mah!

«E tu? Ce li hai mamma e papà?» lo apostrofa la donna.

Ecco, a questo punto è davvero difficile trattenersi. Fingo di indicare a mia sorella qualcosa fuori dal finestrino, così scoppiamo a ridere commentando qualcosa di fittizio che abbiamo adocchiato in strada.

«La forma di quel cespuglio è buffa» sibilo.

Ridiamo senza ritegno per qualche istante.

Che domande sono? Mi viene in mente la sigla di Anna dai capelli rossi che, poverina, non ha una mamma né un papà.

Ho voglia di sbattere la testa contro lo schienale del sedile di fronte al mio. Ma perché? Perché?!

«No, ho solo mamma» bofonchia il tizio.

La signora non lo sente e grida: «Eh?».

«Ho solo mamma!» ripete lui, alzando un po' il tono di voce.

«Ah, e come sta mamma?» vuole sapere lei.

Alzo gli occhi al cielo. Questa non si fa mai gli affari suoi?

«Insomma... le ginocchia ormai non ci sono più» racconto in tono piatto.

MI irrigidisco sul sedile. L'immagine che mi si forma in mente è quella di una donna di una certa età senza ginocchia, ovvero con uno stacco tra la coscia e la gamba; è inquietante perché avrebbe delle gambe sospese in mezzo al niente che hanno vita propria.

Lo mormoro a mia sorella e insieme ridiamo.

A volte le persone hanno un modo di esprimersi che è veramente allucinante, mi fa venire in mente immagini raccapriccianti e inquietanti che vorrei dimenticare subito dopo, ma che poi finiscono per rimanermi impresse per giorni e non posso fare a meno di riderne anche nei momenti meno opportuni.

Tutta colpa della variegata umanità che mi circonda e con cui devo avere a che fare.

«Eh certo, ci credo...» commenta la donna, fingendosi dispiaciuta.

La cosa grave è che, a parte tutto, stanno urlando da un capo all'altro del pullman e io ancora mi chiedo perché non si siano seduti vicini. Certo che sono complicati, eh!

«Quanti anni ha mamma?» indaga ancora la settantenne, sollevando ancora la voce.

«Ottantadue» risponde piano il suo interlocutore.

«Quanti? Settantadue?» strilla lei.

«No, ottantadue!» ripete lui.

Immagino che volesse tenere per sé certe informazioni, ma ovviamente questa qui è sorda e i due sono troppo lontani per poter intrattenere una conversazione intima.

«Allora è normale, dai!»

Continuano a scambiare qualche battuta, ma io smetto di ascoltarli e mi preparo per scendere, visto che ormai sono quasi arrivata a destinazione.

Anche oggi il viaggio è stato sfiancante.

La mia teoria secondo la quale sono vittima di una maledizione durante i tragitti in autobus si fa sempre più reale e credibile. Altrimenti non mi spiego perché devo beccare sempre questi elementi colmi di disagio e di problemi mentali grossi e non diagnosticati.

Quando finalmente scendiamo dal mezzo, io e mia sorella siamo contente di esserci lasciate alle spalle quell'ennesimo scempio.

«Ce li hai mamma e papà?!» fa lei, scoppiando ancora a ridere.

«Le ginocchia non ci sono più, capito?» commento, nella mente ancora chiara l'immagine di questo corpo staccato dalle gambe.

Scuoto il capo e mi avvio verso casa. Finalmente potrò mettermi in pigiama e non pensarci più.

Prima o poi tutto questo mi farà diventare pazza, me lo sento.



- - - -


Cari lettori, ce l'ho fatta ad aggiornare nuovamente questa raccolta!

Scusatemi davvero per l'incostanza, ma spero di avervi fatto sorridere e che questo abbia ripagato in qualche modo il mio mostruoso ritardo negli aggiornamenti ^^

Che ve ne pare? Io ero sconvolta. Voi direte: non dovresti più sorprenderti per nulla, ormai ci sei abituata.

In effetti vorrei tanto che fosse così, ma chissà perché queste cose riescono sempre e comunque a farmi rimanere senza parole.

Secondo me questa gente non ce la può fare, credetemi. Non voglio diventare così: se dovesse succedere, vi autorizzo a prendermi a mazzate XD

Bene, fesserie a parte, a voi è mai capitato? Sono sempre curiosa di sapere i vostri aneddoti, giusto per sentirmi meno aliena :D

Okay, vi ringrazio tanto per essere ancora qui – se avete avuto la pazienza di aspettarmi – e per i commenti e il supporto che sempre mi regalate :3

Alla prossima ♥

  
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