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Autore: lagertha95    09/04/2018    2 recensioni
Sono passati 10 anni dalla fine della Seconda Guerra Magica.
Hermione e Draco hanno vissuto felici, in una Londra ormai in pace, ma adesso qualcosa è cambiato.
Cos'è successo di così grave da portare Draco ad allontanarsi?
Hermione riuscirà a mettere da parte tutto l'orgoglio grifondoro che la contraddistingue?
In un viaggio che la porterà a ripercorrere luoghi del passato, Hermione riscoprirà se stessa e in mezzo ai ricordi prenderà coscienza di cose che fino ad ora le erano risultate invisibili.
Dal testo:
“Dove andrai?” mi chiede.
Non lo so, non ancora. Forse dovrei iniziare da dove tutto è cominciato…
“Hogwarts”.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Salve a tutti/e!
Mi scuso immensamente per il ritardo, per l'attesa, per tutto insomma. 
Tralasciando il fatto che è un periodo un po' di m***a e che sono stra-incasinata sia nel privato che con la scuola, questo capitolo è stato abbastanza un parto, probabilmente perchè con tutto quello che ho nella testa, l'ispirazione stenta a farsi sentire. Ma vabbè, ho fatto del mio meglio.
Non è molto lungo, ma dà un po' una svolta. I nostri innamorati tornano a casa e si inizia a parlare di matrimonio. I dettagli precisi verranno delineati nel prossimo capitolo.
Quindi, spero che vi piaccia e che mi facciate sapere qualcosa. 
Vi anticipo anche che la storia si concluderà al massimo tra 6 capitoli (il numero 28 è il mio preferito) che spero di scrivere e pubblicare entro giugno.
Detto questo, vi lascio alla lettura.
A presto, 
Baci Lagherta


 
Capitolo 22

 
Era bastato un mese. Un solo mese, 31 giorni, 744 ore, 44640 minuti, 2678400 secondi, per farmi mancare così tanto Londra.
In realtà quello che mi era mancato di Londra era lui, ma ciò non toglieva che questa città enorme, piena di smog e di persone che correvano per le strade, le scale, le linee della metro come formichine operose mi fosse mancata.

Amo Londra, nonostante tutti i suoi difetti. È la città in cui sono cresciuta, che mi ha protetta nei momenti in cui il mondo magico per me diventava troppo. Amo i suoi giardini curati e verdi, i musei gratuiti da poter visitare quando più ne ho voglia, gli edifici di cui studiare l'architettura, il lungofiume su cui passeggiare…
E tutto quello che ho amato, lo amo di più da quando ho iniziato a condividerlo con Draco.

Era stato divertente vederlo alle prese con i cibi indiani, cinesi, libanesi, italiani, con l'arte babbana, lo jogging nel parco, il caos ordinato della città.
Nonostante la sua educazione fosse impeccabile, Draco non era abituato a vivere nel mondo babbano e vederlo tentare di entrare in quel mondo, di farlo per me, mi inteneriva moltissimo.

* * *
 
Siamo partiti da Lisbona appena svegliati, subito dopo aver spedito a Daphne, Ginny e Narcissa dei biglietti che annunciavano il nostro ritorno.
Abbiamo abbandonato il clima soleggiato e caldo di quella città sull'Atlantico per tornare a casa, ma non ci dispiaceva per nulla. Ci sarebbero state altre occasioni per godersi il sole, il caldo e il mare.

Casa nostra era esattamente come l'avevo lasciata. Come l'avevamo lasciata. Da quando lui era andato via io non avevo toccato nulla.
Anche camera nostra era come l'avevo abbandonata: il letto rifatto, ma le lenzuola non cambiate, perché odoravano di lui, di noi; i vestiti poggiati sulla poltrona; le persiane chiuse e le pesanti tende tirate.

Apro le tende e le persiane, facendo entrare la luce nella stanza. Non ho mai apprezzato così tanto le pareti in cipria o il mobilio in ciliegio, davvero.
Mi siedo sul letto e mi osservo la mano sinistra.
È un bel cambiamento. Cioè non lo è e al tempo stesso lo è.
Voglio dire, quell'anello è al mio dito da due anni. Eppure ora è tutto reale.

“Hermione…” dice piano Draco, sull'uscio di camera.

“Sì?” rispondo, riscuotendomi.

“Tutto bene?”

“Sì, certo” dico sorridendo. E va davvero tutto bene.

“Mia madre ci ha invitati a cena appena ha saputo che eravamo tornati. Ci aspetta stasera per le 8, ti va?”

“Certamente. Dobbiamo darle la bella notizia. E devo anche ringraziare tua madre per quello che ha fatto per me…”

“Perchè? Che cosa ha fatto per te?” domanda Draco.

“Oh, nulla…”

“Hermione…”

“Oh, andiamo. Non ha importanza. Mi ha detto dove avevi detto che saresti andato riportando le tue parole. Se non fossi stata disperata avrei apprezzato la caccia al tesoro.”

“Sapevo che quella strega non era capace di reggere nemmeno il porridge*” ghigna Draco.

“E tu lo hai fatto apposta, sapendo che mi avrebbe detto tutto. Sei una serpe” e con questo mi rinchiudo nel bagno, decisa a fare una doccia da sola, in completa tranquillità.
 
* * *
 
Arriviamo al Manor alle 8 meno un quarto, giusto in tempo per due chiacchiere prima di sedersi a tavola. Ci accoglie Juppy, l’elfa domestica di Narcissa che ci dice che la padrona ci sta aspettando nella sala dell’arazzo.

“Adoro la vostra biblioteca. Ne vorrei una uguale a casa nostra” dico, gli occhi che brillano al pensiero della maestosità di quella sala piena di libri in cui avrei volentieri passato il resto della mia vita.

“Oh, cara. Lo so. Ami quei libri più di quanto tu ami me. Ma ormai ho preso coscienza di questo fatto: non reggerò mai il confronto con i libri.” mi risponde Draco facendo il melodrammatico. Alzo gli occhi al cielo e seguo Juppy lungo il corridoio dal pavimento di pietra serena.
Pochi minuti dopo arriviamo alla biblioteca. Juppy bussa alla porta e poi fa capolino, annunciandoci a Narcissa.

“Padrona, i padroncini sono arrivati.”

“Avanti, Juppy, che aspetti? Falli entrare!” La voce musicale di Narcissa sembra emozionata.

Io e Draco entriamo, affiancati e per mano. Narcissa è seduta nella vecchia poltrona di Lucius, ci dà le spalle e osserva qualcosa di poco illuminato in fondo alla stanza.

“Madre...”

“Sapete” inizia lei, ignorando il saluto di Draco, che infastidito mette su un broncio degno di quando era un bambino. “Un paio di settimane fa camminavo per il Manor sovrappensiero. Ero preoccupata per voi, che non avevate mai litigato prima d’ora. Draco era enigmatico nel dire dove sarebbe andato e tu, Hermione, tu stavi troppo male per lui per riuscire a pensare ad altro. Ho camminato per tutto il Manor, passo dopo passo, pensando e ripensando, finché alla fine non sono entrata qui dentro. Ho osservato a lungo l’arazzo, ripercorrendone le varie linee. Non ho notato nulla di strano, eppure…eppure c’era qualcosa di nuovo, di diverso, che io non sono riuscita a cogliere. Forse perché era qualcosa di cui neanche voi avevate coscienza. L’altro giorno sono tornata qui. Mi sono messa davanti all’arazzo decisa a capire che cosa ci fosse di diverso e l’ho visto. Una bella, marcata linea argentata.” Si alza dalla poltrona lentamente e con regalità. Si volta verso di noi, mani sui fianchi che la rendono molto simile a Molly. “Avanti. Quando avevate intenzione di dirmi che Hermione è incinta?”

“In realtà-” Draco è preso alla sprovvista e lo vedo muoversi a disagio.

“In realtà, Narcissa, lo abbiamo scoperto solo pochi giorni fa. Io credevo che il ciclo saltato e l’aspetto diverso fossero dovuti prima allo stress per il lavoro e poi per il litigio con Draco. Non ho avuto nausee fino a circa una settimana fa, quindi non mi ero accorta di nulla. Te lo avremmo detto stasera.”

Il volto di Narcissa si ammorbidisce.

“E poi abbiamo anche un’altra notizia da darti, madre.” Draco sorride e mi prende la mano. “Ci sposiamo.”

Gli occhi di Narcissa si illuminano. Un enorme sorriso dai perlacei e perfetti denti si apre sul suo volto.

“Quando? E come? Dove? O Merlino, sono così contenta!” Vola verso il figlio e lo stringe a sé, baciandogli più volte le guance, ispide per la barba appena ricresciuta. Poi si volta verso di me e mi abbraccia stretta, sussurrandomi “Grazie” all’orecchio.

Quando mi lascia andare è come avere davanti una bambina in un negozio di caramelle. Draco sorride nel vedere sua madre così entusiasta. “Dobbiamo organizzare tutto. Adesso andiamo a cena, ne parleremo a tavola.”

* * *
 
Le porzioni si susseguono infinite, mentre parliamo del matrimonio e del bebè. Narcissa ha un talento a volte spaventoso per l’organizzazione. Chiede, ovviamente, la mia opinione, ma io sono più che felice di seguire i suoi consigli.

“Hermione, cara, quando vorresti sposarti?”

“Prima che si veda troppo la pancia. Io direi…per inizio giugno.”

“Beh, potremmo organizzare il matrimonio per il giorno del mio compleanno” interviene Draco “Sarebbe il più bel regalo che potrei mai ricevere.”

“5 giugno, ottimo.” dice Narcissa, appuntando la data su un blocchetto fatto apparire al momento. “Che fiori vi piacerebbero? Io opterei per del velo di sposa e delle calle, oppure dei tulipani…tu che dici, Hermione?”

“Adoro le calle e il velo di sposa mi piace, ma credo sia scontato. Non voglio nulla di troppo opulento o spumoso. Mi piacerebbe qualcosa di delicato ed elegante, quasi minimalista. Quindi calle e tulipani sarebbero perfetti” Draco a fianco a me sbuffa e io gli lancio un’occhiataccia.

“Draco la sposa è Hermione e per quanto matrimoni minimalisti non rientrino nella tradizione dei Malfoy, neanche spose mezzosangue lo fanno. Quindi questo sarà l’inizio di una nuova tradizione di matrimoni e spose Malfoy.” Afferma decisa Narcissa, guardando seria il figlio.

Ore dopo, verso la mezzanotte, finiamo di parlare. Abbiamo delineato in linea di massima il matrimonio, ma dobbiamo ancora parlare dell’abito e dell’organizzazione dei tavoli. Io e Draco salutiamo Narcissa e ci smaterializziamo a casa.

Giusto il tempo di lavarsi e togliersi i vestiti e piombiamo in un sonno pesante e senza sogni, abbracciati, nel nostro letto di ciliegio.



Note:
*: "Quella donna non sa reggere nemmeno il porridge"  personale riadattamento del modo di dire che "una persona non sa reggere nemmeno il semolino" nel senso che non sa tenere un segreto, nemmeno quello più stupido. Dando per scontato che il semolino non esista in Inghilterra, ho pensato che il porridge fosse un degno sostituto :)
 
   
 
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