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Autore: Nao Yoshikawa    17/04/2018    5 recensioni
“Il suo nome sarà Fiamma. Perché, con la fiamma che arde dentro di lei, un giorno ci salverà tutti”.
Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez, una nuova minaccia incombe non solo su Fairy Tail, ma su tutta Earthland. Una maledizione verrà scagliata, mandando i nostri eroi in un mondo senza magia e impedendo loro anche solo di ricordare delle loro storie e dei loro legami.
La loro unica salvezza risiede in una bambina appena nata.
Fiamma ha dodici anni, è orfana ed è sempre stata convinta di non essere niente di speciale. Un giorno, però, le cose cambiano drasticamente quando incontra Happy.
Sarà allora che inizierà il viaggio verso la scoperta delle sue origini. Perché solo lei è la Salvatrice che potrà salvare la sua famiglia.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Human!Acnologia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy Tail Next Generation'
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Salve a tutti di nuovo!
Dunque, in questo capitolo, le parti in corsivo saranno i flashback. Credo che da questo punto in poi ne troverete un bel po’.
Buona lettura!


3 - Un appuntamento finito male


Cinque anni dopo la battaglia di Alvarez…

Natsu si era appena sollevato, dopo aver lasciato un mazzo di fiori sulla tomba davanti a lui.
Era inesorabile che le cose cambiassero, era il cerchio della vita. 
Di tempo per essere triste ne aveva avuto. Sia lui che i suoi compagni. Poi, pian piano, avevano accettato la cosa.
Perché l’esistenza era un cerchio infinito, senza una fine. 
Mentre pensava ciò, gli venne da sorridere.
“Ovunque tu sia, non preoccuparti, nonno. Qui va tutto alla grande. I tuoi figli rimarranno sempre uniti, nonostante tutto”.
Sulla lapide vi era inciso un nome: “Makarov Dreyar”, morto appena un anno e mezzo prima.
Alla fine, quel momento arrivava per tutti. Ma il master se n’era andato sereno, dopo aver vissuto una vita piena, con la consapevolezza che Fairy Tail sarebbe sempre esistita.
Lucy allora si avvicinò, poggiando il viso sulla spalla di quello che era oramai suo marito.
“Lui sarebbe fiero di te”, sussurrò dolcemente.
“Sarebbe fiero di tutto noi”, rispose lui. “Mi spiace che il nostro secondo figlio non potrà conoscerlo”.
Dicendo ciò poggiò una mano sul ventre della ragazza. Quasi nove mesi dietro, Lucy era arrivata da lui con la lieta notizia che la famiglia si sarebbe allargata ulteriormente. E quella doveva essere la prova concreta che vita e morte si alternavano di continuo. Lì dove moriva un albero, un nuovo fiore nasceva sempre.
“Oh! Lucy, Natsu, eccovi! Immaginavamo che foste qui, ci avete preceduto!”.
I due riconobbero la voce di Juvia. Quest’ultima stava venendo loro incontro con un mazzo di fiori blu in mano, seguita da Gray.
“Ciao”, li salutò Lucy. “Juvia, ti trovo bene”
“Pensi davvero che Juvia stia bene?”, domandò lei, già in brodo di giuggiole. “Dicono che la gravidanza renda più belle!”.
Lucy non era l’unica ad essere in dolce attesa. Anzi, lei e l’amica avevano scoperto di essere incinte nello stesso periodo. Probabilmente avrebbero partorito a poca distanza l’una dall’altra.
“Ah, sempre gli stessi discorsi, voi”, sbuffò Gray portandosi una mano sulla testa. “Ciao, fiammifero ambulante”
“Che vuoi, ghiacciolo pervertito?”
“Ragazzi!”, la bionda li rimproverò. “Vedo che certe cose non cambiano mai. E forse è un bene, chissà”
“Certo che lo è! Piuttosto”, fece poi Natsu. “Dove sono i nostri figli?”
“Sicuramente saranno alla gilda a fare casino”, sospirò Gray. “Sarà meglio andare prima che combinino qualche guaio”.

La gilda quel pomeriggio era in fermento, come ogni giorno in realtà. Era proprio vero che alcune cose non cambiavano mai. Il costante schiamazzare, le urla, le risse, il via vai. Quelle erano sempre uguali. Ma c’erano anche cose diverse.
Una testolina piena di capelli biondi sfrecciò veloce tra i tavoli, facendo andare la birra di traverso a Cana.
“PICCOLO DELINQUENTE! PIANTALA DI STARMI TRA I PIEDI!”
“Oh, scusa Cana!”, esclamò il bambino, seguito da Happy. “Cosa ho fatto?”
“E me lo domandi pure?! Scendi da lì!”.
“Mh”, lui sorrise dispettoso. “Non credere di poter darmi ordini solo perché sei la figlia del master, eh!”
“MALEDIZIONE! MA DOV’E’ LA TUA BUONA EDUCAZIONE?”.
“IGNEEL!”.
Ad aver urlato era stato un bambino della sua stessa età, il quale pareva piuttosto imbronciato.
“Oh-oh”, fece il biondino. “Adesso devo scappare, ciao!”
“Aspetta! Oh, cielo. Diventerò pazza un giorno di questi!”.
Quando un luogo, già chiassoso di suo, si riempiva di bambini, tutti sotto i cinque anni, la situazione diventava piuttosto insostenibile
Specie se quei bambini erano dei maghi con un potere instabile.
“Rayn! Adesso provo ad incenerirti!”, cantilenò Igneel.
“Ah, sì? Benissimo e io allora ti congelo, brutto stupido!”.
Cana sospirò, tornando a sedersi.
“Perché non se ne possono stare tranquilli?”.
Ovviamente non c’era una risposta a quella sua domanda. In fondo, era sempre stato così. E poi, se il master non si creava problemi, non capiva perché doveva crearsene lei.
Gildarts era stato ufficialmente dichiarato il nuovo master, dopo la morte di Makarov. Di conseguenza, i suoi viaggi della durata di mesi e mesi erano adesso un lontano ricordo. La sua gilda aveva bisogno di una guida.
E per lui era piuttosto piacevole stare lì, con tutta quella gioventù che lo faceva sorridere.
I genitori dei due bambini arrivarono poco dopo.
“Salve a tutti”, salutò Lucy. Immediatamente, Mira le andò incontro, abbracciando sia lei che Juvia.
“Ma perché nessuno accoglie mai me in questo modo?”, si lamentò Natsu a braccia conserte.
“Ciao, Salamander”, ovviamente, a chiamarlo così era Gajeel. “Ma guarda, sembri quasi una persona seria”
“Yo! Dov’è Levy?”
“A casa con i bambini. Mia figlia ha insistito per venire, ma ho preferito di no”
“Mmmh!”, nell’udire quelle parole, Igneel fece una linguaccia al Dragon Slayer del Ferro. “Beh, meno male che non hai portato quell’antipatica di tua figlia!”
“TU! COME OSI PARLARE COSI DELLA MIA BAMBINA?!”.
Igneel prese a ridere, ma la sua risata fu ben presto smorzata dal rimprovero di Lucy.
“Emh, emh. Igneel, siamo agitati, vero? E tu, Happy, dovevi badare a loro!”
“Ma perché sono stato delegato a baby-sitter?”, si lamentò giustamente l’Exceed.
“Su, Blue”, chiamò ad un tratto Juvia. “È ora di andare”.
“Ok”, il bambino fece spallucce. “Ci vediamo, ciao Neel”
“Ciao!”, salutò lui allegro.
“Ah”, sospirò Natsu. “Scusate per la confusione”
“No, perché ti scusi?”, domandò Gildarts. “I bambini portano sempre allegria. E, a proposito di bambini, avete già pensato ad un nome? La prima volta è stato facile, ma adesso...”
“Ah, abbiamo ancora un po’ di tempo per pensarci”, tagliò corto Natsu, afferrando la mano di suo figlio. “Adesso si va a casa, Neel”.

Non che tra le mura domestiche le cose fossero più facili. Igneel era un bambino estremamente vivace, non c’era neanche da domandarsi da chi avesse preso
Stargli dietro era un impegno costante…
“Io non voglio andare a dormire”, questo aveva dichiarato Igneel, seduto sul letto a braccia conserte.
“Nemmeno io voglio andare a letto”, fece notare Happy, fluttuando a mezz’aria.
“Piantala, dovresti stare dalla mia parte! Andiamo, i bambini non dovrebbero stare alzati fino a tardi”
“No, mi rifiuto”
“E va bene… visto che non vuoi, dovrò costringerti”. Nel dire ciò, Natsu si fiondò sul bambino, iniziando a solleticarlo e facendolo ridere.
Lucy entrò, tenendo un libro in mano e sorridendo a quella vista.
Natsu glielo aveva promesso una volta che sarebbero rimasti insieme per sempre.
E lei era certa che sarebbe stato davvero così.
“Ah, ciao mamma”, salutò il bambino, stanco.
“Vi va se vi leggo una storia?”, domandò lei.
“The adventures of Iris?”, chiese Happy. “Grande storia, ci sono anche io!”
“Sì!”, esclamò il bambino. “Leggila, leggila!”
“Va bene, va bene, vi accontento subito”.
Dopodiché si accomodò a letto, Natsu accanto a lei teneva in braccio Igneel, mentre Happy stava a sua volta tra le braccia di quest’ultimo, neanche fosse stato un peluche. 
La bionda iniziò a leggere il libro. Suo figlio ascoltò interessato ma, ad un certo punto, il sonno lo colse, non solo lui, ma anche gli altri tre.
Capitava spesso loro di addormentarsi così, tutti insieme. Erano tempi davvero felici, quelli.
Tempi che però non sarebbero stati destinati a durare.
A svegliare Natsu, ad un certo punto, fu una luce accecante provenire dall’esterno. Aprì gli occhi a fatica, non riuscendo a capire da cosa provenisse.
Anche Lucy, infastidita, aprì gli occhi.
“Natsu?”, lo chiamò sottovoce. “Ma che succede…?”.
Lui però non rispose, continuando a guardare dritto davanti a sé.



Da ben mezz’ora, Lucy stava osservando due abiti, indecisa su quale indossare. Era meglio il nero o il rosso? Trucco leggero o audace?
Ma soprattutto, perché doveva darsi così tanto pensiero?
Aveva accettato di uscire con Natsu anche e soprattutto perché Fiamma aveva insistito. Adesso invece si sentiva addirittura nervosa.
“Secondo me è meglio l’abito nero, ti dona di più”, commentò la bambina seduta sul letto.
“Tu pensi? Beh, allora forse dovrei ascoltarti. È davvero troppo tempo che non esco con un ragazzo, ammetto di sentirmi un po’ nervosa”
“Ma va, andrà tutto bene”, Fiamma tentò di incoraggiarla, lanciando poi uno sguardo al libro che aveva ormai terminato e che si portava sempre dietro come una sorta di monito. “Posso farti una domanda? Riguarda il libro che hai scritto”
“Certo, dimmi pure”, rispose mentre si aggiustava il trucco allo specchio.
“La storia è fantastica. Volevo sapere come hai fatto ad avere tutte queste idee. È strano, perché è come se tu avessi vissuto tutto ciò che hai raccontato. È stupida come cosa?”
“Affatto. In un certo senso, mi sento proprio come se avessi vissuto quelle storie. È difficile da spiegare, ma tu hai saputo capirlo subito. Sei proprio sveglia”, disse dolcemente, posandole una carezza sulla testa.
Fiamma allora, non abituata a quelle dimostrazioni d’affetto, si schiarì la voce, imbarazzata.
“Su, adesso vai o farai tardi!”
“Va bene, va bene! Sicura che non sia un problema per te rimanere da sola?”
“Assolutamente no, divertiti!”, la rassicurò sorridendo affabile. Poi sospirò.
Seminare l’amore era davvero più divertente di quel che credeva. Sperava sinceramente che le cose fra quei due funzionassero. Sì, probabilmente stava iniziando a tenerci.

Lucy si diresse al luogo dell’appuntamento, mentre l’aria si impregnava del suo ottimo profumo. Doveva tentare di tenere a bada il nervosismo, dopotutto che motivo ci sarebbe stato alla fine? Si stava parlando di Natsu.
Camminò per un po’ prima di vedere la figura di quest’ultimo girato di spalle.
“Emh, emh”, si schiarì la voce. “Eccomi”.
Il rosato allora si voltò a guardarla con un sorriso.
“Yo, Lucy! Sono contento di vederti! Sei davvero bella”
“Oh, grazie...”, era così diretto. “Anche tu stai bene. Allora, a quanto pare i nostri coinquilini si sono messi d’accordo, eh?”
“A quanto pare. Allora, ti va di… bere qualcosa?”
“Accetto molto volentieri, grazie”, gli rispose lei con un sorriso. La loro destinazione quella sera era l’unico pub presente in tutta Magnolia, forse proprio per questo era parecchio affollato.
Immediatamente, una ragazza dai capelli candidi e gli occhi azzurri si avvicinò.
“Benvenuti… Lucy, ma sei tu!”
“Ciao, Mira. Possiamo sederci?”
“Certo, Elfman si occuperà di voi. Lisanna, puoi prepararmi degli stuzzichini per il tavolo due?”
“Arrivo!”, esclamò una voce da lontano.
“Bene, bene, guarda un po’ chi si vede”, Cana, proprietaria del locale, stava chinata sul bancone, evidentemente già brilla. “Lucy e Natsu insieme? Cos’è questo, un appuntamento?”
“Puoi dirlo forte!”, disse tranquillamente il ragazzo, facendo arrossire la bionda. “Piuttosto, Gildarts è nei dintorni? Vorrei salutarlo”.
“Gildarts non è qui”, borbottò lei. “Se ne va sempre in giro quello, e pensare che siamo anche soci. Fortunatamente, Elfman, Lisanna e Mira mi danno una grande mano. Comunque sia, divertitevi”.
Lucy fece un sorriso di circostanza. Sperava soltanto che tutto procedesse per il meglio e senza strane sorprese...


Anche Fiamma stessa aveva mentalmente organizzato la sua serata tranquilla. Niente sorprese, niente di niente. Purtroppo, ad una certa, lo stridente rumore del campanello mandò all’aria i suoi piani: Neel, Rayn e Happy erano comparsi lì davanti a lei.
“Voi? Ma cosa fate qui?”
“Ciao! Visto che quei due non ci sono, perché non passare insieme la serata, giusto Rayn?”
“Io sono venuto qui solo perché tu mi hai costretto”
“Benissimo! Allora entriamo”
“Ma… ma… okay, ma non toccate niente!”, esclamò arrossendo.
Subito, Igneel si accomodò come se fosse casa tua.
“Questa sì che è vita. Ho raccomandato Natsu di fare il bravo e sono certo che andrà tutto bene”
“Se lo dici tu”, sospirò lei. “Piuttosto, Happy, ma tu non eri quello che diceva che avremmo dovuto tipo tenerli d’occhio?”
“Non preoccuparti per quello”, la rassicurò. “Se fossi andato io sarei saltato all’occhio, Fortunatamente ho un amico su cui contare”.

Un giovane dai capelli neri e con addosso una divisa da poliziotto, si aggirava nervoso fuori dal locale di Cana.
“Stupido Happy”, si lamentò. “Se Gajeel scopre che sono qui anziché lavorare, mi licenzia. Perché devo sempre accettare di fare quello che lui mi dice? Dare una controllata ai suoi amici, certo. È per questo che sono diventato un poliziotto, no?”.
Sicuramente la serata di Lily non era delle migliori. Il suo amico Happy lo aveva pregato di fargli quel minuscolo favore e lui non era stato in grado di dirgli no. Non poteva essere peggio che stare ad ascoltare gli ordini di Gajeel, il suo superiore.
Dentro il locale, intanto, Natsu e Lucy si stavano godendo la loro serata. La bionda dovette ammettere che stare in sua compagnia non fosse affatto male, anzi. Si trovavano incredibilmente bene a parlare, nonostante le differenza di carattere.
“Allora? Credi ancora che sia un rompiscatole insopportabile?”, domandò Natsu.
“Assolutamente. Tuttavia non sei così male come pensavo. Inoltre, non so come spiegartelo, ma sento come se ti conoscessi bene”
“Beh, mi conosci da un po’...”
“No, non è quello. È un tipo di conoscenza diversa. Quella che solo due persone molto intime possono condividere”
“Proprio non saprei”, lui sorrise. “Però non mi dispiace questa cosa, affatto”.
La serata dei due però non sembrava destinata a procedere alla perfezione.
Ad un tratto fecero il loro ingresso quattro figure ben conosciute a Magnolia. 
Quello che sembrava il capo sfoggiava una cicatrice a forma di saetta sul viso.
Laxus Dreyar e i suoi scagnozzi. Gente poco raccomandabile
“Benvenuti...”, Mira impallidì di colpo quando si ritrovò davanti quei quattro. Laxus in particolare la metteva non poco in soggezione.
“Ciao, dolcezza. Vederti è sempre un piacere”
“Ehi!”, urlò Elfman. “Lontano da mia sorella, tu!”
“Santo cielo”, l’unica ragazza del quartetto, Evergreen, si lisciò i capelli. “Questo posto non mi piace”
“Già”, si lamentò Freed. “Dobbiamo proprio?”
“Dobbiamo proprio, Freed”, rispose il suo capo, puntando poi gli occhi su Natsu. “Dragneel, ma che sorpresa. Una serata romantica?”
“Laxus, lasciami in pace”. Cana a quel punto decise di intervenire.
“Ehi, voi! Fuori di qui, non voglio problemi!”
“Ma è mio diritto entrare qui, non faccio niente di male”
“D’accordo, Laxus”, sospirò il rosato. “Adesso piantala, non è il momento di fare baldoria”
“Oh, interessante. Per caso vuoi sfidarmi? Perché ti accontento subito”.
Lucy deglutì a vuoto, non avendo affatto una buona impressione.
Lily, che si era distratto solo un momento, quando si accorse di ciò che stava accadendo dentro il locale, sussultò.
“Maledizione! Ma quando sono entrati quei quattro? Accidenti, devo avvertire Happy!”


Tutto sommato, Fiamma era felice di non passare la serata da sola. Anzi, la compagnia di Happy, Neel e Rayn era molto gradita. Si erano seduti in cerchio a mangiare schifezze, prese ovviamente dalla dispensa di Lucy.
“Aiuto”, si lamentò la bambina. “Temo che poi dovremo riordinare”
“Non preoccuparti, ci penserò io”, la rassicurò il biondo, masticando dei marshmallow. “E così tu sei un’orfana? Scusa la domanda improvvisa, ma non abbiamo avuto occasione di parlarne”.
“Già”, Fiamma puntò gli occhi sulla sua lattina di aranciata. “Sono cresciuta in un orfanotrofio, non è stato bello”
“E non hai idea di chi possa essere la tua famiglia?”, domandò Rayn.
“Non l’ho mai cercata. Tutto ciò che ho è questa chiave legata al collo. E poi ho anche una copertina, dov’è ricamato il mio nome. Sono due oggetti che custodisco gelosamente. Quando vivevo lì… era tutto spento, tranne per Yuki, ovviamente. Sapete, lei è la mia migliore amica”
“Yuki?”, domandò ancora Rayn. “È un bel nome. Dov’è lei adesso?”
“Io… io non lo so. Adesso che ci penso, mi ha promesso che sarebbe tornata a trovarmi, ma lei non sa che sono qui!”
“Non ti preoccupare”, la tranquillizzò Happy. “Sono sicuro che lei saprà trovarti”
“Come fai ad esserne certo?”
“Ah, se c’è una cosa su cui puoi star certa, è che Happy non sbaglia mai… cioè, quasi!”, rise Neel. “Sai, lui è sempre stato con noi...”
“Già”, sussurrò lei. “Effettivamente, com’è che vi siete conosciuti?”
“Tutto quello che ricordo è che mi sono svegliato in mezzo al nulla. Con me c’era Rayn. Probabilmente dovevamo avere avuto un incidente. Il fatto è che eravamo soli, non sapevamo dove andare. Fortunatamente poi Happy ci ha trovati. Certo, non è stato facile. Abbiamo vissuto in strada per un po’, poi siamo andati in un collegio. Lì abbiamo frequentato la scuola, ma quando avevamo dodici anni, siamo scappati di nuovo. Sei mesi fa siamo giunti fin qui e da allora non ce ne siamo andati. Per quelli come noi non è facile trovare un posto da chiamare “casa”. Ma qui ci sentiamo in famiglia”.
Fiamma ascoltò incantata il suo racconto. Loro avevano in comune davvero tanto. Anche lei, da quando era entrata in quella città così diversa da tutto ciò che avesse mai visto, si sentiva come se fosse tornata a casa, malgrado lei una casa non l’avesse mai avuta.
“E hai trovato Natsu...”
“Sì, beh. Ci siamo trovati subito bene, non so spiegarlo ma era come se ci conoscessimo da sempre. Certo, sarebbe bello se quello che dice Happy fosse vero. Mi sarebbe piaciuto avere una sorellina come te”
“Aspetta, ma cosa c’entra questo?”, domandò Rayn, all’oscuro di tutto.
“Niente, lascia stare. Qualcuno vuole altri marshmallow?”, Fiamma cambiò discorso immediatamente.
Ad un tratto, il telefono di Igneel prese a squillare.
“Eh?”, fece prendendolo in mano. “Non conosco questo numero!”
“AH, È PER ME, DAMMELO, DAMMELO!”, l’Exceed gli strappò l’oggetto dalle mani. “SI?!”.
“Emh, Happy. Sono io, Lily”, l’altro sembrava parecchio in difficoltà. “Senti, c’è un piccolo problema...”



Lucy non riusciva a crederci. Sapeva che Natsu era una testa calda, ma addirittura prendere a fare una scazzottata con Laxus? Era davvero il colmo. Mira guardava la scena sconvolta, un’amante della pace come lei non poteva sopportare certe visuali, mentre Elfman e Cana sembravano piuttosto interessati.
“SI! QUESTO È DA UOMINI!”
“Coraggio, voglio vedere del sangue!”, affermò la mora, molto più che brilla, oramai.
La bionda in quel momento desiderò sparire. Cosa aveva fatto di male?
“N-Natsu”, lo chiamò. “Non sarebbe meglio andare?”.
Ma ovviamente il rosato, troppo impegnato a schivare un cazzotto di Laxus, non la stava minimamente ascoltando. Tendeva a infuocarsi per un nonnulla. Questo, l’altro lo sapeva bene, per questo si divertiva sempre a stuzzicarlo.
“Non dovremmo fermarli?”, domandò giustamente Mira.
“Ah, perché? È così divertente!”. La mora si accorse poi come nel locale fosse apparsa la figura assonnata e seccata di Gildarts, il suo socio. Quel tipo compariva sempre al momento meno opportuno.
“Ebbene?”, biascicò. “Che sta succedendo qui?”.
Natsu si fermò, così come Laxus, quest’ultimo con il pungo fermo a mezz’aria.
“Ciao, vecchio! Noi abbiamo solo avuto una piccola discussione”
“Beh, fatelo fuori di qui, allora. Non voglio problemi”.
Ma poiché al peggio non c’era mai fine, Happy sfondò quasi la porta, entrando tutto piagnucolante.
“NATSU, LUCY! Ah… siete qui”
“Yo, ciao Happy”.
L’Exceed non capì. Perché diamine il suo amico sembrava nel bel mezzo di una scazzottata?
Lucy si portò una mano sul viso. Una serata per niente finita bene.
Alla fine, Gildarts riuscì a far uscire fuori tutti e a ristabilire un po’ di calma. Mira si avvicinò a Laxus, volendo porgergli un tovagliolo per pulirsi lo zigomo insanguinato.
“Emh… ti serve aiuto?”
Ma l’iracondo ragazzo le lanciò un’occhiataccia.
“No che non mi serve, noiosa ragazza. Piuttosto, voialtri, andiamocene!”
“Ok”, cinguettò Evergreen. “Ciao, ciao, è stato un piacere!”.
Poco distante, Happy stava inveendo malamente contro Lily.
“Insomma, ma cosa fai? Ti avevo detto di chiamarmi solo nel caso in cui si fosse presentato August”
“Eh no!”, ribatté il corvino. “Tu mi hai detto di chiamarti se Natsu si fosse cacciato nei guai, ed era nei guai! Sai cosa, la prossima volta non ti farò alcun favore”
“No va bene, hai ragione, mi spiace”, sospirò Happy. A quanto pare quel primo appuntamento non era andato per niente bene.
Alle sue spalle, Lucy stava cercando di sfuggire alle attenzione di Natsu.
“Aspetta, Lu! Lascia che ti accompagni a casa”
“Non ce n’è bisogno, davvero. E poi, non sei ridotto troppo bene, forse dovresti andare al pronto soccorso”, affermò frettolosa.
“Ma io sto bene, davvero!”, esclamò. “Oh, maledizione. Uno stupido, sono davvero stupido”.
Che cos’era esattamente successo? Ci teneva davvero che tutto andasse bene, eppure l’arrivo di Laxus&company, sembrava essere capitato a fagiolo.
Una strana casualità. O magari non proprio.

Laxus si era allontanato con su un’espressione davvero infastidita. Inoltre, i commenti dei suoi amici non lo aiutavano di certo.
“Ci sei andato giù pesante”, disse Bixslow.
“Tsk. Se si deve fare una cosa, la si deve fare per bene. Quell’idiota dai capelli rosa, picchia come una ragazzina. Tutto ciò per fare un favore a quel tipo”
“Oh, su Laxus. In fondo non ti ho mica costretto, no?”.
Il biondo sollevò lo sguardo. Di fronte a lui, c’era August che sorrideva soddisfatto.
“Sì, beh, per del del denaro si fa questo e altro. Abbiamo fatto il nostro lavoro, dacci ciò che ci spetta”
“Va bene, non c’è bisogno di essere così aggressivi”, fece porgendogli una mazzetta. “Ecco a voi”
“Oh, soldi! Mi piace!”, commentò Evergreen. Tuttavia, il loro capo non era del tutto convinto.
“Però non mi hai ancora spiegato perché ai voluto che andassimo lì a fare casino. Se volevi mandare all’aria l’appuntamento fra quei  due, non potevi farlo da solo?”
August si avvicinò a lui.
“Diciamo che preferisco agire in modo diverso. In ogni caso, ottimo lavoro, Laxus”.

Tutto quello che Lucy voleva era farsi un bagno e dimenticarsi di quella serata disastrosa. Quando rientrò in casa, non si aspettava di trovarsi quei tre ragazzini lì a fare baldoria.
“Emh. Ciao Lucy, come mai sei tornata così presto?”, domandò Neel sorridendo.
“Dovevo aspettarmi che foste qui. Cosa avete combinato, mi avete svuotato la dispensa?!”
“E il tuo appuntamento?”, chiese ancora il biondo.
“Ah, senti… non me ne parlare, è stato un disastro”
“Ma come un disastro?”, domandò confusa Fiamma. “Beh, sarà per la prossima volta”.
Lucy alzò gli occhi al cielo. Non era certa che ci sarebbe stata una prossima volta.
“Rayn, Neel, vi spiace?”
“Va bene, ce ne andiamo”, sospirò lui. “Quell’idiota mi sentirà!”.
Quando se ne furono andati, Fiamma guardò Lucy.
“Sembri nervosa”
“Lo sono, un po’. Dovevo aspettarmi che con una testa calda come Natsu non sarebbe finita bene”
“Ma voi state davvero bene insieme”
“Grazie, Fiamma. Ma questo non vuol dire che dobbiamo stare insieme. Alle volte è proprio destino”.
Destino. Ma certo, quell’entità potente in grado di mescolare le carte come meglio credeva. Un destino che aveva anche un nome ben preciso.


La luce era diventata sempre più intensa. Ne era seguita una violenta scossa, molto simile a quella di un terremoto, al punto che anche Igneel e Happy si erano svegliati sussultando.
“Ah! Ma che succede?”, strillò Happy. Poi fu di nuovo il silenzio più totale, la calma. Il bambino si stropicciò gli occhi.
“Mamma… papà… cos’è stato?”, domandò assonnato. Lucy allora lo strinse a sé, cercando di rassicurarlo.
“Io… io non lo so...”, rispose sincera, guardando negli occhi Natsu. Quest’ultimo non aveva detto una parola. Sembrava concentrato nel capire, nel percepire una forza e una magia sempre più vicini. Poi sollevò lo sguardo.
“È qui...”.
La ragazza avrebbe tanto voluto chiedergli a cosa si stesse riferendo, ma non ne ebbe il tempo. La porta si aprì violentemente, quasi come se fosse stata buttata giù. Igneel urlò d’istinto, stringendosi alla madre. Poi, in un impeto di coraggio, guardò la figura appena entrata. Era una persona che non aveva mai visto, che con sguardo sicuro adesso li stava osservando.
“Oh, scusate per la porta, mi piacciono le entrate sceniche”.
“Ehi, ma che cazzo!”, urlò Natsu alzandosi in piedi. “Chi sei tu, cosa vuoi? Che ci fai in casa mia?”.
L’altro chinò la testa di lato.
“Davvero non mi conosci? Non ti hanno mai detto che la famiglia non si rinnega?”.
Lucy tremò nel profondo. Il cuore le batteva a mille, non aveva idea di cosa stesse succedendo.
“Io non ti ho mai visto in vita mia!”.
Il ragazzo allora alzò gli occhi al cielo.
“Il nome Zeref ti dice nulla?”.
Nell’udire il nome del fratello ormai morto, Natsu ebbe un brivido.
“Era mio fratello in effetti. Ma cos’hai a che fare con lui?”.
L’altro lanciò un occhiata a Igneel. Quest’ultimo,per quanto impaurito fosse, non riuscì a staccare lo sguardo da lui. Malgrado fosse solo un bambino, poteva ben capire che dietro quegli occhi non c'era un minimo di umanità.
“Immagino che questa sia la tua famiglia. Adorabile”
“Non provare ad avvicinarti!”
“Calma, calma. Non voglio fare del male a nessuno. Per ora”, affermò con freddezza. “Poiché mi sento generoso, sono qui perché voglio darvi un avvertimento. La vostra felicità verrà spazzata via. E vuoi sapere qual’ è la cosa bella, Natsu Dragneel? Che il responsabile di tutto ciò sai tu”.
“Io? Che cosa ho fatto io?”
“Tu mi hai portato via la famiglia. E io adesso la porterò via a te”.
Nel dire ciò, il ragazzo si era avvicinato.
“August è il mio nome. Vedi di non dimenticarlo”.
A quel punto, Natsu fece per attaccarlo, ma in realtà non ne ebbe il tempo materiale. 
Lui scomparve, dissolvendosi nell’aria come se fosse stato un fantasma. A quel punto ci fu un altro lampo accecante, simile ad un fulmine, seguito da un insistente rombare.
“Natsu!”, Lucy subito si alzò, raggiungendolo con in braccio il bambino.
Lui rimase per qualche attimo interdetto, poi la guardò, stringendola a sé.
“Ma cosa è esattamente successo?”, domandò in un ansimo.
“Non lo so…”, rispose lui, sinceramente confuso e spaventato.
La sua famiglia era stata minacciata. E assolutamente non poteva permettere che venisse fatto loro del male.


Igneel guardava Natsu con una certa espressione di dissenso.
“Neel, ti prego. Non guardarmi in quel modo”, lo supplicò il rosato.
“E come dovrei guardarti? Non potevi evitare?”
“Non è colpa mia, lo sai come mi infervoro facilmente. E poi Laxus è comparso all’improvviso”
“All’improvviso”, Happy alzò gli occhi al cielo. “Secondo me c’è lo zampino di August”
“Che centra lui, adesso?”, domandò Neel.
“Semplice, non vuole che tu e Lucy stiate insieme”
“Beh, questa è davvero cattiveria pura. Ma che cosa ho fatto di male?”.
Già. Cosa aveva fatto di male?
Se lo era ripetuto tante volte, peccato non potesse ricordarsene.
“Lascia perdere. Spero solo che la prossima volta andrà meglio”, sospirò l’Exceed.
“In caso dovesse andar male”, Igneel si sistemò la sciarpa. “Ci provo io”.
Ma in cambio ricevette da Natsu solo un colpo sulla testa. 

Lily doveva immaginare che le cose per lui non potessero finire troppo bene. Adesso, per colpa di quello stupido di Happy, doveva sorbirsi i rimproveri di Gajeel.
“Fammi capire, io ti ho mandato a pattugliare una precisa zona della città e tu che fai?! Te ne stai qui al pub a bere?!”
“Io non stavo bevendo! Se proprio vuoi saperlo, ho dovuto fermare una rissa”, storpiò un po’ la verità, nel tentativo di salvare il salvabile.
“Non mi interessa. Tu devi fare quello che dico io. E poi, dove sono i diretti interessati? Li hai arrestati? No! Quindi non è servito a niente”.
Levy sospirò.
“Su, su, Gajeel. Non essere così duro, alla fine Lily non stava perdendo tempo”
“Oh, ti ringrazio”, sospirò quest’ultimo.
“Tsk, e va bene. Ma che non si ripeta mai più. Adesso torniamo alla caserma”
“Si, signore”, rispose lui a testa bassa. A quella visuale, Levy non poté fare a meno di ridere.
“Eh? Cosa c’è?”, chiese Gajeel.
“È solo che mi diverte vederti così. Insomma, hai l’aria del poliziotto freddo e impassibile e invece...”
“Invece cosa? Io sono esattamente come appaio”.
Levy inarcò un sopracciglio.
“Io non credo proprio. Stiamo sempre insieme, ormai ho imparato a conoscerti”.
Gajeel si schiarì la voce. Quella ragazza era l’unica in grado di metterlo tanto in difficoltà.
“Ebbene? Se mi conosci così bene allora dovresti sapere che non c’è niente in grado di scalfirmi. Su, adesso andiamo, ci aspetta un lungo turno notturno”.
Lei sorrise. 
“Sì. Ti seguo...”.


NDA
Dunque, spiegazioni. Ebbene sì, ho fatto morire Makarov. Per quanto fossi affezionata al suo personaggio, credo che sarebbe già dovuto morire alla fine del manga. Insomma, sarebbe stata una cosa gusta e d’effetto. E quindi l’ho fatto fuori.
Ho sempre visto come successore di Makarov proprio Gildarts. In realtà ero indecisa tra lui e Laxus, ma poi ho optato per il primo, ce lo vedrei stranamente bene. Ho dato un accenno al passato, ma ovviamente tutto verrà approfondito. Inoltre, Natsu dovrà chiedere aiuto alla sua gilda, il che non è una cosa da poco.
Nel mondo reale, August manda Laxus&company a rovinare l’appuntamento di Lucy e Natsu, quando si dice la fortuna.
Ho concluso il capitolo con Gajeel e Levy perché nel prossimo capitolo parlerò anche di questa coppia e… non aggiungo altro per non rovinare la sorpresa.
Alla prossima settimana! 

   
 
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