Capitolo
2
2
settembre 1899
Dormitorio dei Draghi Neri
Sdraiato
sul suo letto a baldacchino, Florian rivolse un’occhiata
a Gellert che per tutta risposta scrollò le spalle come a
dire che oramai c’era
poco da fare.
Quando
il loro compagno di stanza monopolizzava lo specchio toglierlo
da lì davanti diventava un’impresa praticamente
impossibile.
-
Zar, pensi di metterci ancora molto? –
-
Ci metto il tempo che ci metto – replicò per tutta
risposta
il moro, continuando a sistemarsi i capelli.
-
Grazie tante per il chiarimento – lo rimbeccò
Florian,
lasciandosi ricadere contro il materasso con uno sbuffo esasperato. Poi
si
sporse verso Gellert e chiese sottovoce: - Non potresti Imperarlo per
spingerlo
a darsi una mossa? –
-
Potrei -, convenne il biondo, - ma poi perderei un sacco di
tempo nell’ufficio della Kosic e non ne ho davvero per niente
voglia. –
Florian
ridacchiò, tacitandosi quando Balthazar si voltò
finalmente verso di loro con espressione compiaciuta.
-
D’accordo, meglio di così non posso essere,
possiamo andare.
–
-
Grazie a Nerida. –
Uscirono
dal dormitorio, trovando ad attenderli nella Sala
Comune sia Deah che una Morana decisamente infastidita.
-
Perché miss perfezione ha quel broncio? – chiese
Balthazar,
passando accanto alle due ragazze e facendo scivolare con noncuranza un
braccio
sulle spalle di entrambe.
Morana
lo fulminò con un’occhiataccia e Deah se lo
scrollò di dosso
senza troppi complimenti.
-
Per colpa tua, Prinz. Siamo state qui ad aspettarvi per trenta
minuti. –
-
E lo sai che non è affatto salutare mettersi tra Morana e la
sua colazione – concluse Florian per l’amica.
Morana
annuì con risolutezza, come a voler confermare le
parole dell’amico, dopodichè prese sottobraccio
Deah e la indirizzò verso l’uscita
della Sala Comune.
-
Coraggio, adesso che questi tre si sono degnati di farsi
vedere possiamo finalmente andare a fare colazione. –
*
Sala
Mensa, tavolo dei Lupi d’argento
-
Questa deve essere l’ennesima congiura … sono
certo che sia
stata la Kosic a fare questo stupidissimo orario –
sbuffò Miroslaw, fissando in
cagnesco il foglietto di pergamena che riportava le materie per quel
lunedì
mattina.
-
Qual è il problema, raggio di sole? – lo prese
bonariamente
in giro Katarina, poggiandosi sulla spalla dell’amico e
facendo capolino al di
sopra di essa.
-
Questo è il problema – sbuffò, puntando
il dito contro le
prime due ore di Pozioni.
-
Personalmente la trovo una cosa fantastica. –
-
Già, perché tu sei inumanamente brava con quella
roba …
pensa a me ed Einar. –
Tirato
in ballo, Einar smise di bere il suo the nero e annuì
con aria grave.
-
Concordo con Miro, questo lunedì mattina si prospetta il
più
tremendo di sempre. In terza ora abbiamo anche Trasfigurazione.
–
Questa
volta fu il turno della ragazza di imprecare a mezza
bocca mentre il sorriso le si cancellava dal volto.
-
Ah … la terza ora non l’avevo ancora guardata.
–
-
Adesso non ridi più? – ironizzò Miro,
ricevendo in risposta
una boccaccia che fece ridacchiare i tre amici.
-
Invece tu, Is, sei molto silenziosa questa mattina -,
considerò Einar voltandosi verso la ragazza al suo fianco, -
Non hai nulla di
cui lamentarti nell’orario? –
Isobel
scosse il capo, sorridendo da sopra il bordo della sua
tazza di caffè bollente.
-
No, ma ho quasi paura di dirvi il perché dopo aver sentito
del vostro tremendo lunedì. –
Katarina
le prese l’orario da davanti, scrutandolo con aria
sempre più incredula.
-
Ma questa è una vera e propria ingiustizia, hai un sacco di
ore di buco! –
-
Quelle ore servono per studiare in vista dei M.A.G.O. – le
fece
notare Einar.
-
È uguale, è ingiusto … questa mattina
ha solo Arti Oscure! –
-
Già, ma ce l’ha con quel tizio nuovo e
inquietante, perciò
non la invidio affatto – intervenne in sua difesa Miroslaw.
Katarina
e Isobel inarcarono un sopracciglio al suo indirizzo,
palesemente incredule.
-
Cosa c’è? –
-
Con lui a lezione stai pure certo che tutte le ragazze non
vedranno l’ora di entrare in aula. –
-
Mah -, considerò scettico, - Certo che avete proprio gusti
strani. –
*
Aula
di
Pozioni
Charissa
prese posto accanto a Heidi e Annika, lasciando
cadere la borsa ai piedi della sua sedia mentre cercava di riprendere
fiato.
Heidi
la osservò con divertita curiosità.
-
Mi spieghi come hai fatto ad arrivare tardi se sei uscita
dalla Sala mensa prima di me? –
-
Vuoi la versione lunga o quella breve? –
-
Per carità, quella breve, abbi pietà di noi
– intervenne Annika.
Del
resto la parlantina di Charissa e la sua capacità di andare
avanti perdendosi nei più piccoli dettagli erano risapute in
tutta Durmstrang.
Era
capacissima di impiegare un’ora a raccontare un fatto che
una persona normale avrebbe liquidato in dieci minuti.
-
D’accordo, vada per quella breve. In pratica avevo
dimenticato il libro di Pozioni e sono tornata a prenderlo. Solo che
appena
prima di arrivare in aula mi sono accorta che oltre al libro avevo
dimenticato
anche la boccetta d’inchiostro così sono dovuta
tornare indietro un’altra
volta. E così sono arrivata in aula per il rotto della
cuffia – concluse.
-
Ti dimenticheresti anche la testa se non ce l’avessi sulle
spalle -, rise Heidi, - e dire che avevi anche ricontrollato prima di
scendere
a colazione.
Charissa
sorrise malandrina.
-
Sono fatta così, la sbadataggine fa parte del mio fascino.
–
Le
due ragazze risero insieme a lei, tacitandosi solo quando
il professore ebbe messo piede all’interno
dell’aula e si fu diretto verso la
cattedra.
-
Sicuramente ci farà fare qualcosa di super difficile,
perciò
sappiate che copierò da voi due –
asserì Charissa, mentre osservavano il
docente annotare gli ingredienti della pozione sulla quale avrebbero
lavorato
quel giorno.
-
Copierai da Ann, intendi. –
-
Come se tu non fossi brava quanto me -, ribattè la bionda, -
Solo perché la materia non ti piace non significa che tu non
abbia un gran
talento. –
Heidi
scrollò le spalle.
-
Ognuno ha le sue croci da portare. –
*
Aula
di
Arti Oscure
-
Certo che ha degli occhi pazzeschi. –
-
Già e poi ha due spalle così larghe … -
-
E hai visto la fossetta che gli compare quando sorride? –
Anneliese
alzò gli occhi al cielo sentendo i commenti delle
studentesse del settimo anno che affollavano l’aula di Arti
Oscure.
-
Non riesco a credere che stiano davvero fantasticando sul
nuovo professore. Insomma è giovane e oggettivamente non
è male, ma è un professore!
Personalmente l’unica cosa
che spero è che sia bravo a spiegare. –
Anghel
e Maximilian annuirono mentre prendevano posto nel
banco dietro al suo, permettendole di sedersi come suo solito accanto a
Isobel.
-
Finalmente qualcuna che ragiona, ma l’ho sempre detto che tu
sei avanti anni luce rispetto alla maggior parte delle ragazze
– asserì Anghel.
-
Non che Isobel sia da meno – aggiunse Maximilian, sorridendo
alla bionda seduta davanti a lui.
Anghel
gli rivolse un’occhiata vagamente divertita e convenne:
- Ovviamente. –
La
Lupo d’argento ricompensò entrambi con uno di quei
suoi
sorrisi dolci che la facevano sempre assomigliare a una qualche
principessa
delle favole.
-
Oh, ma guarda che carini che siete … comunque gli appunti di
Storia della magia non ve li passo. –
Anghel
ridacchiò. – Beccato. –
Il
professore tossicchiò, attirando l’attenzione su
di sé e
mettendo un freno sia alla loro conversazione che alle risatine e ai
commenti
del gruppetto di ragazze di poco prima.
-
Siete all’ultimo anno perciò credo sia inutile
farvi
presente quanto sia importante mettervi sotto con lo studio fin da
subito,
anche perché immagino sia un discorso che vi hanno
già fatto tutti i docenti
che avete avuto in giornata -, gli studenti annuirono silenziosamente
confermando le sue parole, - Perciò vi risparmio la predica
e cominciamo subito
con entrare nel vivo della lezione. So che con la professoressa Kosic
avete
avuto un approccio moderatamente pratico alla materia, prediligendo la
teoria …
io sono di tutt’altro avviso. Studiare la teoria non serve a
nulla se poi non
la si mette in pratica. Perciò qui in aula metteremo mano
alla bacchetta spesso
e volentieri. Se qualcuno non se la sente farebbe meglio ad abbandonare
l’idea
di un M.A.G.O. in questa materia e di concentrarsi su altro
… avete tempo fino
alla fine della settimana per optare per una rinuncia
dopodichè da coloro che
rimarranno mi aspetterò il massimo. –
Anghel
alzò la mano.
-
Sì, signor …? –
-
Van Helsing. Volevo sapere se quando parla di approccio
pratico alla materia si riferisce a ogni branca di essa. –
-
Ovviamente. La cosa la contraria? –
Dallo
sguardo dell’uomo era evidente che come molti altri
conoscesse la fama della famiglia Van Helsing e la sua
familiarità con la magia
oscura e con le creature a essa collegate.
-
No, non direi. –
-
Bene, quindi se non ci sono altre obiezioni direi che per
oggi possiamo cominciare con la teoria. Aprite il libro al primo
capitolo e
cominciate a leggerlo, poi ne discuteremo insieme. –
Maximilian
si sporse verso il compagno, mormorando: -
Scommetti che a Grindelwald piacerà da morire? –
-
Questo è poco ma sicuro. –
Spazio
autrice:
Salve!
Avvicinandosi
la sessione estiva gli aggiornamenti rallenteranno un po’
(come sono certa
avrete notato) ma non preoccupatevi perché
aggiornerò sempre almeno un paio di
volte al mese (sia qui che nelle altre storie). Detto ciò,
spero che il
capitolo sia stato di vostro gradimento e ci sentiamo con il prossimo
spero
entro una settimana.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary