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Autore: Miryel    03/06/2018    10 recensioni
[ATTUALMENTE IN REVISIONE QUINDI VI CHIEDO DI NON PASSARE DA QUI GRAZIE!!]
Il giovane Peter Parker si ritrova a vivere la stessa, monotona situazione ogni estate: lui, i suoi zii, la villa al mare e un inquilino scelto a caso con un annuncio sul giornale a dividere con loro le spese di quella vacanze.
Tutto immutabile, come in un loop infinito destinato all'eternità finché inaspettatamente, con l'arrivo di Tony Stark e del suo odiosissimo fascino, quella monotonia sembra destinata a perire.
[ 18yo!Peter - Alternative Universe - Tony x Peter - Ispirata a Call Me By Your Name - Partecipa alla "4 Seasons Challenge" indetto dal gruppo Facebook: Il Giardino di EFP]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  • Sul gruppo Facebook: Il Giardino di EFP è stato dato un test a risposta multipla, dove la maggioranza di x risposte comportava un pacchetto specifico contenente dei Prompt ispitati a film/libri. Io, che sono tipo parte integrante del mondo angst ho avuto il pacchetto malinconico e tra i film/libri a cui ispirarsi c'era Call me By Your Name (chiamami con il tuo nome) e siccome volevo scrivere una Starker a capitoli da troppo, ne ho approfittato per farlo (and i regret nothing). I presupposti c'erano tutti: due persone, con una differenza di età, con due caratteri opposti, due geni, due adorabili dorkettini e... nulla, l'aggiornamento sarà settimanale, la domenica. Sperando che questa mia piccola e umile opera vi piaccia, vi auguro buona lettura e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate.
  • P.s: il disegno nel banner è mio; siccome ero ispirata ho deciso di farmelo da sola, spero vi piaccia XD se vi va seguitemi anche su >Tumblr<, dove ogni tanto pubblico cose, faccende yaoi per lo più. ♥♥♥
  • Conteggio parole: 2340
  • Il titolo è ispirato ad una canzone dei Led Zeppelin: "Fool In The Rain", che è bellissima ma sono i Led Zeppelin quindi non serve nemmeno tessere le loro lodi (e invece sì, amateli ç_ç)


 


Fools In The Rain

•••


 

Capitolo II.

 

Quel terribile fatto – legato al rifiuto passato del brevetto di Peter alla Stark Industries – sembrava aver scatenato qualcosa nella coscienza del signor Stark. Pareva che l’uomo si sentisse in colpa per averlo ignorato, ma che, da una parte, cercasse di fingere che non fosse così; che la cosa non lo aveva toccato. Peter si chiese se davvero quell’uomo pensasse che fosse stupido a tal punto da non essersene accorto, e fu più propenso ad affermare che magari – tutti quegli atteggiamenti, erano solo dettati da un'incapacità di chiedere scusa a parole. Gli ronzava attorno da un paio di giorni. Lo osservava, ma non era molesto. Succedeva ogni tanto, e quando Peter alzava gli occhi e incontrava i suoi, lui li abbassava. Forse credendo scaltramente di non essere stato scoperto. Era un atteggiamento strano, ma Peter non ne era infastidito. Era comunque soddisfatto del cambiamento dato – dalla consapevolezza di quel rifiuto – che comunque a lui non aveva cambiato la vita. Non aveva di certo mandato quel brevetto con la speranza di essere elogiato, anzi. La sua autostima era così bassa che, quando era arrivata la notizia che non era stato accettato, non l'aveva nemmeno presa così male.

«Quindi te ne vai all'università, dopo l’estate», gli disse Tony, comparendo in giardino come sempre senza salutarlo, ma attaccando subito bottone come se si fosse solo assentato per un attimo – magari per andare in bagno – e dovessero riprendere un discorso e invece era passata un'intera nottata a dividerli da quell'incontro. Peter, che stava leggendo una rivista di zia May solo per passare il tempo mentre aspettava il pranzo, alzò gli occhi sui suoi, riparandosi con la mano per coprire il viso dal sole.

«Sì, lo spero almeno. Insomma, ho un esame d'ammissione a settembre, che mi auguro di passare», rispose, poi alzò un sopracciglio quando Tony gli riservò un’occhiata sicura e spavalda mentre si sedeva su una sdraio poco lontano.

«Sarebbe ridicolo se uno come te non passasse l'esame di ammissione all'università!» assentì, poi poggiò la schiena allo schienale, chiudendo gli occhi e indirizzando il viso verso il sole, nel tentativo di prendere la tintarella. Peter lo osservò: aveva la pelle scura, olivastra. Non aveva bisogno di creme solari, perché forse faceva le lampade durante l’anno o magari era la sua carnagione ad essere così al naturale. Aveva posato le mani sui braccioli e poté notare che portava due anelli di titanio. Intorno all’anulare c’era il segno di un terzo anello, che aveva lasciato il segno bianco dell'abbronzatura. Peter si chiese perché quell’anello non era più lì e gli altri sì, ma non volle indagare, così tornò alla rivista, scoprendo quanto potesse essere noioso leggere dei gossip su gente che non aveva nemmeno mai sentito nominare e, chiudendo il giornale, sbuffò.

«Dura essere un genio in vacanza», lo canzonó il signor Stark, ancora gli occhi chiusi rivolti verso il sole.

Peter sbuffò di nuovo. «Non è passata nemmeno una settimana da che siamo qui… e non sono un genio», borbottò alla fine, pensando davvero di non esserlo, sebbene il resto del mondo pensasse il contrario. Lo faceva sentire uno sfigato e forse un po’ lo era. Non aveva molti amici, il suo migliore amico era rimasto a Forest Hills, anche se alcune volte, negli anni precedenti, aveva passato le vacanze con lui nella villa al mare. Ma ora era stato bocciato, di nuovo e i suoi genitori non avevano preso la cosa con particolare allegria, anzi… Condividevano lo stesso nome di battesimo – ma di certo non la stessa testa – e l’altro Peter era uno di quelli che decantavano film come Footloose, dicendo che era il miglior film del secolo o che Gamora, la ragazza del quarto anno, era pazza di lui ma si vedeva lontano un miglio che non era così. O almeno la ragazza stava nascondendo fin troppo bene i suoi sentimenti, a detta dell'amico. Gli venne da ridere a quel pensiero. Peter Quill a volte era ridicolo. Almeno tanto quanto lui, che stava cercando di mantenere una conversazione con Tony Stark senza sembrare un perfetto idiota, fallendo miseramente.

«Uno che brevetta una macchina per il diabete come quella è per forza un genio. Dubito tu ti sia limitato ad inventare solo quella cosa, poi.»

«Ho inventato altre cose ma sono… solo cavolate che non vedranno mai la luce del sole», sbuffò di nuovo Peter, poi provò a trattenersi dal continuare a parlare, perché si conosceva e sapeva che se avesse cominciato non avrebbe smesso più. Era un logorroico per natura. «Non sono quel tipo di genio. Ci provo ma non sono mai soddisfatto del mio operato. Voglio dare sempre il massimo, impegnarmi sotto ogni punto di vista, eppure ogni volta sento quella stupida insoddisfazione che rovina tutto. È frustrante», concluse, mettendo il broncio. Tony si mosse sulla sedia; lo vide alzare un sopracciglio, poi dopo secondi interminabili l’uomo si girò verso di lui con un mezzo sorriso.

«Gemelli?», chiese inaspettatamente e Peter ci mise un tempo infinitamente lungo a capire a cosa cavolo si stesse riferendo, poi capì e annuì con lentezza.

«S-sí… ma… cosa c’entra ques-»

«Anche io. Non lo so, la parlantina e questo bisogno di dare sempre il massimo, questo senso di insoddisfazione che non scoraggia. Mi sono rivisto per un attimo in quelle parole», ammise l’uomo, rimanendo fisso a guardarlo e Peter, stordito senza sapere minimamente come comportarsi, si sentì andare in fiamme. «Sono anche io di quel segno zodiacale.»

Peter indurì la mascella. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma non sembrava nemmeno una di quelle situazioni dove avrebbe dovuto dire effettivamente qualcosa. Boccheggió, poi chiuse definitivamente la bocca e sentì lo stomaco come quando la Coca Cola straborda dal bicchiere per colpa della schiuma. Come se non potesse contenere più di quel che provava. E fu in quel momento che capí che le cose stavano cambiando repentinamente, e lui non avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi nemmeno volendo.

 

♦♦♦

 

Fu durante un paio di cene dopo che Peter poté venire a conoscenza di cose un po’ più private riguardo a Tony. Zia May aveva iniziato a fare un sacco di domande e lui aveva risposto sempre con distacco, ma con gentilezza. Si vedeva che aveva un debole per le donne belle, e zia May lo era davvero. Solo che a Peter, quel fatto, faceva un po’ storcere il naso e, sebbene stesse cercando di convincersi che quel fastidio fosse per rispetto della donna, la verità era che si sentiva stupido a pensare chedesiderare un po’ le stesse attenzioni da parte dell’uomo. Anzi, forse addirittura attenzioni maggiori. Avevano parlato un sacco, nel corso di quei giorni ed era stato sempre istruttivo e divertente, ma Tony poi scappava sempre, con la solita scusa del «Un gemelli non riesce a stare nello stesso posto per troppo»,e Peter era quasi d’accordo, ma sapeva anche che, quando lui stava bene con qualcuno, avrebbe quasi potuto passarci l'eternità.

«Non posso credere che tu sia scapolo, Tony. Insomma, avrai una serie di ammiratrici che aspettano solo il loro turno per stare con te! È impensabile!» disse zia May, dopo che l’uomo aveva confessato, durante l'antipasto, che era single. Lei sembrava aver rimuginato così tanto su quel fatto che alla fine della cena, durante il caffè, non era riuscita a trattenere il suo stupore. Tony scoppiò a ridere, col suo portamento sempre così calcolato e contenuto. Poi sorseggiò la bevanda. Peter lo guardò quasi ipnotizzato, mentre quello arricciava le labbra per potersi togliere un rimasuglio di crema. Aprì leggermente la bocca, stupito da quanto certi dettagli potessero colpire e fare male al cuore. Tanto quanto sentirlo parlare d’amore.

«Non per scelta, dopotutto. Avrei dovuto sposarmi, l’anno prossimo. Lei… ha chiesto una pausa. Una pausa che sta durando da quasi un anno, ormai», rispose, e non sembrava così sconvolto dalla cosa sebbene Peter avrebbe messo la mano sul fuoco che in quegli occhi castani si era insediata una piccola velatura di tristezza. «È per questo che sono qui, fuori dal mondo. Per… lasciare che il corso degli eventi vada per la sua strada e tornare con delle risposte. È come una sorta di limbo, stare qui. Io e i Parker, non avrei potuto chiedere di meglio, per riposare la mente», rispose Tony, allargando il suo sorriso quando zia May e zio Ben si guardarono, spiazzati, forse anche in imbarazzo per aver tirato fuori quel discorso. Difatti la donna gli prese la mano, e Stark dava davvero l’idea di non amare molto il contatto fisico, ma non disse nulla e nemmeno si scansò. Solo voleva continuare a dare a vedere che non era triste e forse non lo era davvero.

«Vado… a prendere del ciambellone», disse Peter, improvvisamente indicando dietro di sé con il pollice, incapace di continuare a guardare quella scena innaturale tra uno sconosciuto e i suoi zii, che avevano la pretesa di capire Tony ma che non capivano un bel niente. Si sentì stupido per un attimo, ma la reazione dei tre gli fece subito cambiare idea.

«Buona idea!», «Bravo, Peter», esclamarono i due zii, all’unisono, visibilmente sollevati che l’argomento si fosse spostato su qualcosa di diverso.

«Ti aiuto a tagliarlo», disse Tony, alzandosi in piedi lapidario e accostandosi a lui. Peter alzò un sopracciglio mentre lo guardava compiere quell’azione e avrebbe voluto dirgli che era un ospite, che non c’era bisogno, ma lesse nel suo sguardo la necessità di cambiare aria. Gemelli, no? Non riescono a stare fermi per troppo tempo nello stesso posto. Ed era lo stesso motivo per cui, anche lui, stava cambiando aria, sebbene fosse quasi un tentativo codardo di uscire fuori da quella conversazione riguardo la vita sentimentale di Tony. Annuì, e mentre raccoglieva alcune cose da portare via per sparecchiare, l’altro gli sembrò grato. Raggiunsero la cucina, poco dopo. Peter sistemò alcune posate nel lavello e Tony buttò la plastica nel bidone. L'uomo poi si poggiò al piano della cucina con la schiena e sospirò, incrociando le braccia al petto.

«Mi dispiace per zia May. Le piace fare gossip, colpa anche di quelle stupide riviste che legge», si sentì di dire, capendo che era quello il motivo per cui l’uomo lo aveva seguito e il suo disagio. «Le piace scoprire segreti, ed è pessima a tenerne per sé. Ti chiedo di avere pazienza», gli disse voltandosi poi a guardarlo quando finí di sistemare. Tony fece un gesto con la mano, come a dire di non preoccuparsi.

«Siamo qui, non c'è molto altro da fare che parlare e leggere. Intrattenere una conversazione sulla mia strampalata vita sentimentale di certo non è un peccato mortale», rispose, e Peter si sentì sollevato non tanto per la risposta, quanto per il velo di tristezza che aveva finalmente abbandonato gli occhi dall'uomo. Si voltò verso il contenitore dei dolci e iniziò a tagliare il ciambellone.

«Tu? Non hai nessuno? Non hai una… fidanzatina?», chiese Tony, improvvisamente, e per poco non si taglió un dito col coltello. Fidanzata? Peter combatteva ogni giorno cercando di capire la propria sessualità e, sebbene il suo migliore amico gli dicesse costantemente che per acquisire consapevolezza avrebbe dovuto provare, era troppo spaventato all’idea di deludere le persone – o peggio, farle soffrire perché non gli era chiaro cosa gli piacesse e cosa no.

«Io non… ho tempo, e nemmeno ci ho mai pensato», mentí, ma ci aveva pensato eccome. Ci pensava sempre. Persino da quando aveva capito che un po’ Tony lo attirava, sia fisicamente che intellettualmente ma si passavano così tanti anni che solo contarli lo spaventava a morte. «Non conosco molte persone, poi. La gente non ha molta voglia di passare del tempo con me, perché penso troppo alla scienza o a vedere film cult che nessuno conosce a parte me o gli attori che ne hanno fatto parte… sempre che questi siano vivi, ovviamente», rise alla fine, cercando di alleggerire il peso di quell’affermazione e Tony non sembró divertito, anzi quasi il suo sguardo lo preoccupó.

«Hai diciotto anni, Peter. Davvero non hai mai pensato a… non so, uscire con qualcuno? I ragazzi della tua età fanno queste cose.»

«I ragazzi della mia età fanno tante cose che io non faccio. Vanno in discoteca, fumano, bevono alcolici fino a stare male. Io penso a studiare, ad ampliare i miei orizzonti a guardare fino allo sfinimento Star Wars e elaborare teorie strampalate con il mio migliore amico. Sono… una specie di sfigato, penso si veda», rispose, riponendo i pezzi di ciambellone tagliato su un vassoio, riempiendo di briciole la cucina e maledicendosi del fatto che, ogni volta che provava a fare qualcosa senza creare guai, li creava comunque. Ci aveva messo cura, nel compiere quell'azione eppure avrebbe comunque dovuto pulire.

«Lascia, faccio io», rispose Tony, prendono un panno e cominciando a raccogliere le briciole, «Non sei sfigato. Sei solo interessato ad altro. Un giorno ti verrà voglia di conoscere anche il mondo delle ragazze», sorrise l'uomo, con quella malizia che si rivolge di solito ai ragazzini di dodici anni, che infastidí Peter.

Ragazze? O ragazzi? O uomini più grandi di molti anni? Si sentì un vero e proprio idiota sotto l'influenza di quei pensieri.

«Vedremo», rispose, cercando di ricambiare con un sorriso meno mellifluo e più maturo, ma aveva la mascella serrata e sapeva che questo non avrebbe comportato qualcosa di meglio che una smorfia, che Tony sembrò notare ma di cui fece palesemente finta di nulla. Tornarono in giardino, accolti da zia May e zio Ben con un certo entusiasmo e impazienza. Peter smise di guardarlo, quando Tony si sedette, ma la cosa non fu ricambiata e l’uomo ogni tanto gli lanciava qualche sguardo strano – a tratti preoccupato, mentre gli zii continuavano a parlare di cose troppo ordinarie per essere interessanti. E lui smise di ascoltare, troppo concentrato a cercare di ignorare la realtà dei fatti e si sentì in trappola.

 

 


 
 

 

 

 

Angolo delle curiosità partorite dalla mente malata di Miryel:
Giusto un paio di appunti poi vi lascio in pace, promesso XD
1. PERCHE' HO SCELTO PER ENTRAMBI IL SEGNO DEI GEMELLI? Semplice: Tony Stark è nato il 29 Maggio, quindi è di quel segno zodiacale (perciò Canon, statece u.u) e Peter Parker da quanto ne so non ha una data stabilita, così ho voluto fare un po' la fangirl della situazione e siccome Tom Holland è nato il 1 Giugno e quindi è dei Gemelli anche lui, ho deciso di creare questo mio Headcanon. Oltretutto il personaggio di Peter Parker è sempre bene o male associato a quel segno. (Fun Fact che non importa a nessuno: sono dei Gemelli pure io, LOLLE). Spero che questa mia iniziativa fangirlesca sia stata apprezzata.
2. Zia May che non sa tenere segreti è un ironico tributo a Tom Holland che, appunto, non si sa tenere uno spoiler che sia uno... ma questo lo sappiamo tutti, ormai.
3. Peter Quill: da quando ho visto Infinity War ho pensato che i due Peter potrebbero davvero andare d'accordo e mi sono fatta un sacco di Headcanon tanto che grazie a questa cosa della loro amicizia ho finito per sviluppare tantissime altre cose su questo fandom che spero di scrivere. Altra curiosità: penso che Peter Quill, Peter Parker e Shuri la principessa di Wakanda potrebbero essere un trio davvero molto affiatato e non mi dispiacerebbe scrivere su di loro. Ah, ovviamente shippo da morire Gamora e Peter Quill, ma mi sto dilungando.
Alla prossima, gente di mare *___* Grazie a tutti per l'entusiasmo mostrato, sono in brodo di giuggiole ><
Miry
 

   
 
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