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Autore: IlCerbiattoVolante    14/06/2018    1 recensioni
Era notte fonda, e come al solito la Creatura stava a rimuginare davanti ad una seconda tazza di té, pensando alle torte.
“Una bella e grossa, grossa torta alla fragola e cioccolata, con tanto, tanto zucchero…”
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Stava cominciando a fare caldo, ma nello stesso tempo, ricominciava a piovere, e in quel momento vennero a fare spettacolo anche forti temporali.

“Finalmente” disse la Creatura, conosciuta come Cerby, Cerbiatto o Cerbiatto Volante e Pipistrellato.

Mau si era rintanato sotto la sua coperta di lana, non troppo pesante, ma che forse per la stagione quasi vicina sarebbe stata in contrasto.

“Son solo tuoni, Mau” rispose Cerby.

“Solo a te possono piacere, metti che entrino dalla finestra” disse il gatto Mau.

“Ma per favore” rispose la Creatura, che osservava la pioggia battere sui tombini della strada, assaporando il freddo umido sopra la sua pelliccia bruna-rossastra.

Ella sospirò, chiudendo gli occhi e pensando a quando da piccola si metteva sotto gli ombrelli, a mo’ di casetta improvvisata, e finendo per dormirci, mentre fissava le gocce di pioggia cadere sopra il loro rivestimento.

“Stai ancora pensando al tuo passato” fece notare Samuel, la capretta dal manto dorato, che stava rientrando proprio in quel momento.

“Sì, e ne ho il pieno diritto” rispose il Cerbiatto antropomorfo alla finestra, senza nemmeno voltarsi verso la capra parlante.

“Certamente, solo che…”. Non sapeva cos’altro dire.

Il Cerbiatto voleva uscire, ma qualcosa lo bloccava. Stava anche scomodo, ma non gliene importava molto. Era come godersi quei piccoli momenti stando sull’attenti, seppur avesse molte ore libere dove fare come volesse.

“Perché non esci allora?” propose Samuel.

“Concordo pure io” aggiunse Mau, restando sempre sotto le coperte.

“Se lo faccio voi verrete con me” ordinò la Creatura.

“Scordatelo, non voglio farmi fulminare!” negò Mau.

“Piantala, Mau, non sono così forti. Inoltre sono lontani ed è raro che ti possano bruciare vivo sul posto” rispose Cerby.

“Confortante, ma vorrei evitare. Voi due siete matti da legare.”

“Come vuoi gattaccio, resta pure sotto le coperte. Però al nostro ritorno dovrai preparare la cena” ordinò ancora la Creatura.

“E per tutti, intendo.” continuò.

“Padrona malvagia” sussurrò Mau.

Il Cerbiatto e Samuel risero, e salutarono anche tutti gli altri piccoli abitanti della casa.

“Quando rientreremo, avremo tanto da raccontare” disse la Creatura.

Mau sbadigliò, mentre già si metteva addosso il grembiulino da cucina.

Un boato si fece sentire nella cucina, e Mau fece cadere il mestolo dalla zampa.

“Gatto fifone, quella era un’auto!” fece notare Samuel.

Mau divenne rosso in viso, ma sapeva benissimo comunque che Cerby aveva ragione, e che niente sarebbe capitato a loro.

Passarono ore, e Samuel e la Creatura rientrarono. Samuel aveva un sacco pieno di frutta ed un altro, all’altro lato della schiena, di sassi e legna da parte della Creatura.

“Ho deciso di cucinare una grossa lasagna” disse Mau, con la faccia felina piena di pomodoro.

Gli altri, sulle scale, avevano già l’acquolina in bocca, e scesero verso la tavola rotonda di legno.

C’erano tutti, ma anche tre nuovi amici.

Essi erano una formica azzurra, una pantera rosa ed un piccolo procione dagli occhi enormi. Cerby ordinò il benvenuto, e disse che presto avrebbero dovuto avere un proprio nome.

I tre animali erano molto curiosi, e fecero molte domande alla Creatura di fronte a loro.

“Sappiate che non ho sempre questa forma, io sono anche umana” disse la Creatura “quella che vedete voi viene definita comunemente ‘Cerby’ come… Una versione bruttina di ‘Cerbiatto’, ma ha anche altri nomignoli”.

“Perché proprio quell’animale?” chiese la formica.

“Perché da piccola mi dissero che ricordavo un cerbiatto” rispose la Creatura.

“E perché alato?” chiese la pantera.

“Perché sognavo di volare spesso. Ed la mia stessa mente vola chissà dove” rispose ancora la Creatura.

“E perché le ali da pipistrello?” chiese infine il procione.

“Perché è uno dei miei animali preferiti, e perché vola di notte, il mio momento preferito del giorno” finì la Creatura.

Mau stava per mettersi a sedere, ma Samuel prese il suo piatto da sotto il suo naso. Mau rizzò il pelo, e Samuel rise di gusto.

Tutti gli altri osservarono sorridendo, mentre Mau divenne una seconda volta rosso in volto.

“Sei proprio buffo Mau” disse la capretta Samuel.

“Capra di merda” rispose Mau, lavando la teglia, con indosso ancora il grembiulino rosa chiaro con disegnate sopra delle fragoline “Te la farò pagare un giorno!”.

“Mau!” riprese Cerby.

Gli altri risero, così come i tre nuovi coinquilini.

Continuarono a parlare tra loro, e Mau si sedette alla tavola, bevendo anche del latte fresco, facendo un grugno.

Verso quasi mezzanotte, tutti risalirono le scale a chiocciola di legno, e si diedero ciascuno la buona notte. Cerby s’addormentò per ultima, dando la buona notte anche ai piccoli guardiani sulle mensole, NativAccetta compresa, e lasciandosi andare alle braccia di Morfeo, che l’aspettava.

Nonostante i tuoni e la pioggia, Cerby si sentì sì malinconica, ma serena.

   
 
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