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Autore: Favatralenuvole    25/06/2018    1 recensioni
COLLEGE! AU
"È stato un incidente" piagnucoló Apollo.
"Non mi interessa. Trova dieci ragazzi abbastanza idioti da accettare, e che ballino decentemente e vincete questa gara".
"Non ho mai allenato una squadra nè coreografato in vita mia, papà!"
"Bene. Imparerai. Gli studenti sanno già che le audizioni cominciano fra una settimana. Ti aiuterà Rachel".
Apollo si coprì la faccia con le mani.
"È solo per qualche mese, figliolo. Potresti persino divertirti".
[CALEO// JASPER// PERCABETH// SOLANGELO// FRAZEL]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Apollo, I sette della Profezia, Nico di Angelo, Rachel Elizabeth Dare, Reyna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Piper bussò esitante alla porta della stanza di Leo e Nico.

Indossava un vestitino nero che le fasciava il corpo alla perfezione, e aveva gli occhi leggermente truccati. Si vergognava un po’ ad ammetterlo, ma quando aveva saputo che anche Jason era in squadra era andata nel panico. Stava cominciando a realizzare di avere una cotta stratosferica per quel ragazzo, e ciò non le piaceva.

Annabeth, invece, si era infilata un paio di jeans e una maglietta consumata con la scritta “blonde”. Non era molto entusiasta.

Leo aprì la porta.

-Hola, chicas!

Quel ragazzo aveva l'argento vivo nel corpo, pensò Piper: persinoi riccioli scuri che gli contornavano il viso sembravano muoversi di vita propria. Sorrise, mostrando una fila di denti bianchissimi in contrasto con la carnagione piuttosto scura.

Entrarono nella stanzetta, che era veramente etta, come anche la loro e qualsiasi altra, e si chiese come sarebbero entrati tutti e dieci.

Lo scoprí subito:

Schiacciati su un letto c'erano Jason e Percy, spalla contro spalla (cominciava a pensare che quei due fossero nati insieme), mentre un ragazzo biondo col sorriso luminoso quanto quello di Leo si era accomodato sull'altro, insieme a una bella ragazza dalla carnagione scurissima, che le sembrava si chiamasse Hazel. Seduti a terra c’erano la ragazza altezzosa con la treccia, e un ragazzone di origini asiatiche, che le sorrise timidamente.

Spaparanzato su una sedia (l'unica sedia) c'era anche Nico, con le braccia intrecciate dietro lo schienale.

-Allora, signori!- Esclamò Leo, allegramente -Prendete qualcosa da bere e presentiamoci!

 

Piper bevve un sorso di vodka alla ciliegia, storcendo le labbra. Non amava moltissimo l'alcool.

-Allora! Io mi chiamo Leo Valdez, ballo perché non sono capace di stare fermo per più di due minuti, studio Ingegneria e ho una cotta per la cassiera della gelateria qui vicino.

-Si chiama Chione- Gli disse Jason -Studia anche lei meteorologia.

-Quella dell'Ice Kingdom?- Chiese il ragazzo biondo, che a quanto pareva si chiamava Will.

-Hanno veramente chiamato una gelateria “Il Regno Di Ghiaccio”?- Li interruppe Reyna.

-Peró il gelato è buono- Obiettò Percy.

Piper annuì insieme a molti altri. Poi l'attenzione si spostò al ragazzo vicino a Leo, che aveva un’espressione che parlava da sola.

-Tocca a te, Nico!

L'interessato sospirò, rassegnato.

-Ehi, ciao a tutti. Mi chiamo Nico Di Angelo. Ho origini italiane, mio padre ha un’impresa di onoranze funebri, studio Fisica, la cosa che stiamofacendo è da scuola media e… la cassiera che piace a Leo è simpatica come un pugno in bocca.

Tutti risero e annuirono.

-Confermo- Affermò Jason.

-Beh, sì. Ma è così bella, non avete idea! E poi, quando mi dice cose romantiche tipo “spostati, nano da giardino, blocchi la fila”… aaaah, l’amour!

Nico si mise una mano sulla fronte.

-Ma dove hai preso tutta questa roba, Leo?- Chiese Hazel, rigirando nel bicchiere un liquido chiaro.

-Dakota! Quel ragazzo conosce ogni tipo di bevanda alcolica possibile.

-Studiamo Filosofia insieme- Mormorò Frank, aprendo una lattina di birra -E le discussioni migliori le facciamo sempre quando è ubriaco.

Risero di nuovo.

-Non era una battuta- Protestò lui.

Annabeth non aveva ancora toccato nulla.

-Non abbiamo ventuno anni- Si lamentó -E teoricamente da adesso dovremmo anche tenerci in forma. È assolutamente irresponsabile da parte nostra bere in questo mod-

-Che vi avevo detto? Le medie- Commentò Nico.

-Ma sei seria, bionda? -Aggiunse la ragazza con la treccia.

Annabeth incrociò le braccia, indispettita.

-Sí.

-Io sono astemio- Sussurrò Percy.

-Bravo Percy. Fa bene alla salute!- Sorrise il ragazzo biondo.

Piper lo guardò scioccata. Non se l'aspettava da uno come lui.

-Le cose si fanno interessanti- Commentò Leo -Perché non ci parli un po’ di te, ragazza dalla bella treccia?

Lei bevve un sorso di vodka.

-Mi chiamo Reyna. Studio Economia. Mia sorella lavora in un'importante azienda, e spero di farlo anche io. Sono simpatica quasi quanto quella cassiera che piace al nano. Altro?

-In che azienda lavora tua sorella?

-Amazon.

-WOW- Commentò Piper. Quella ragazza doveva avere i soldi che le uscivano dalle orecchie. D'altronde, l'Olympus College non era alla portata di chiunque.

Reyna fece spallucce.

-Sí, non è male.

Percy agitò la mano, di nuovo entusiasta. Aveva in mano una Coca-Cola, ma nessuno lo prese in giro (tuttavia, Piper era curiosa).

-Ciao a tutti! Io sono Percy, studio Biologia Marina, vivrei in spiaggia se potessi e Jason è praticamente mio fratello.

-Io odio la spiaggia- Ribatté Annabeth -Preferisco mille volte andare in montagna.

-Voto anche io per la montagna- Alzò la mano Frank.

Percy li guardò con un'espressione tradita.

-È pensare che volevo chiederti di sposarmi, Annie- Sospirò drammaticamente.

Piper rizzó le orecchie. Quei due avrebbero formato una coppia meravigliosa, ma non c'era nulla da fare: Annabeth pensava ancora a Luke, e da quella rottura era diventata di granito. Sperò segretamente che Percy facesse un vero primo passo.

La ragazza intanto era arrossita.

-Ma che- Disse, mettendosi anche lei la mano in fronte. Frank ridacchiò.

Andarono avanti così: bevevano, raccontavano qualcosa su di loro, qualcuno se ne usciva con una battuta, partiva una conversazione totalmente diversa, bevevano di nuovo.

Piper scoprí che la madre di Jason era un’attrice, come suo padre. Che Frank aveva origini cinesi e una nonna decisamente tosta. Che Hazel studiava geologia e sapeva ballare il tip-tap. Che Leo aiutava nell'officina del padre da quando era bambino. Ascoltó Annabeth, di cui sapeva già tutto, parlare della libreria del padre e della passione per l’architettura presa dalla madre. Nico parlò di Venezia, Reyna di Porto Rico.

Hazel disse che avrebbe ucciso il primo a fare la battuta “i neri hanno il ritmo nel sangue” e tutti risero di nuovo.

Will, il ragazzo biondo, raccontò che stava studiando Medicina, che sua madre era una cantante country, e che adorava anche lui la spiaggia. Percy gli diede il cinque.

Alla fine, toccó a lei. Si era trovata bene fino a quel momento. Persino Reyna si era rilassata, ridendo alle battute di Percy (e di Jason). Tutti si erano lasciati andare, complice l'alcol (alcuni erano decisamente brilli) e l'ambiente piccolo e familiare.

-Sono Piper. Mio padre è un attore, lo conoscete di sicuro… ma fingete di no. Studio psicologia e mia madre mi ruba sempre i vestiti. Dimostra venticinque anni, è proprio bella. Ho origini Cherokee e… facevo danza classica.

-Anche io- disse Annabeth.

-Anche io- aggiunse Frank, arrossendo un po’.

-Anche io- mormorò Reyna , più a sé stessa che agli altri.

-Ce ne eravamo accorti, Raggio Di Sole -Le rispose Leo, ridacchiando. Lui era fra quelli decisamente brilli. Nico gli lanciò un'occhiata.

 

 

Nico rise a una battuta di Frank, col cuore leggero. Il ragazzo sembrò sorpreso, quando l'intera stanza scoppiò in una risata. Non si rendeva conto di essere una compagnia davvero piacevole.

Era stato felice, quando aveva scoperto che Frank era stato preso. Era stato un po’ meno felice di leggere anche “Nico Di Angelo” suquella lista. Era andato nel panico, e aveva fissato le tre parole che componevano il suo nome per almeno cinque minuti. Prima che Leo lo spostasse di lì, imbarazzato.

Era andato davvero così bene? A lui non sembrava per nulla. L'aveva scritto a suo padre, che gli aveva mandato una serie di faccine (da bravo cinquantenne su WhatsApp). Hazel l'aveva abbracciato, Leo lo aveva rintronato di chiacchiere. Aveva cercato di nascondersi da Jason, ma Grace non falliva mai nel suo sport preferito. L'aveva scovato, e gli aveva dato una pacca sulla spalla così forte da farlo quasi cadere.

Ora stava ascoltando Will, interessato. Si erano guardati per un bel po’, e Will aveva anche azzardato un occhiolino. Era stato un ottimo modo per distrarsi dalla vista di Percy che ci provava con Annabeth (solo per essere totalmente freddato, però). Si chiese se ne avrebbe mai parlato a Leo o ad Hazel. Della sua… cotta.

Poi guardò il suo compagno lanciare in aria le patatine per provare a prenderle con la bocca, e decise che poteva aspettare.

Ma Percy…

-Bene, bene, ragazzi! Io mi sono divertito, ma domani la maggior parte di noi ha dei corsi, e il pomeriggio la prima prova! Direi che è ora di salutarci- Osservò Leo, dopo un'altra ora piacevole,guardando l'orologio.

Tutti si alzarono e cominciarono a congedarsi.

-Ho fatto il gruppo su WhatsApp, tra l'altro!- Aggiunse il suo compagno di stanza, entusiasta.

Nico controllò subito il telefono. In cima alle conversazioni appariva un nuovo gruppo, con una foto di Percy e Jason scattata quella sera ai limiti dell’indecenza, e dal nome “The best of Olympus”. 

Scosse la testa.

 

 

Rachel finì di mangiare i suoi nigiri.

-Ci devi mettere la salsa di soia- Le consigliò Apollo.

-È troppo salata- Rifiutò.

Erano appiccicati sul piccolo divano (dovevano davvero decidersi a comprarne un altro) e si stavano ingozzando di sushi.

-Domani c’è la prima prova.

-Non ci voglio pensare -Ribatté Apollo.

-Dai, sarà figo! Scegliamo il nome del gruppo, decidiamo la canzone!

-Che orrore.

-Continuo a pensare che alla fine ti piacerà. Tuo padre ti ha detto qualcosa?

-Mi ha augurato buona fortuna, quel grandissimo-

-Ricordati che qui la scaricatrice di porto sono io.

-Sciocchino.

-Bravo.

Apollo scrisse qualcosa su un foglio di carta lí vicino.

-Che fai?

-Compilo una lista di lati positivi riguardo questa faccenda. Me l'ha consigliato mia sorella.

Numero uno: Potremmo comprare un nuovo divano.

Numero due: Non può andare peggio di così.

-Quindi lo sa pure tua sorella.

-Sono tre giorni che mi prende ininterrottamente in giro.

Rachel rise, ma solo un po’. 

Le dispiaceva che Apollo fosse così disperato all'idea di allenare quella squadra. Sembravano tutti ragazzi simpatici e originali (con qualche eccezione) e sperò che cambiasse idea al più presto. 

La faceva ridere con la sua costante drammaticità, ma sapeva che in fondo soffriva ancora per quel video, per la delusione di suo padre e per la mancanza, fino a quel momento, di un lavoro vero e proprio. Sperava che quell'occasione fosse il suo trampolino di lancio, un'occasione per dimostrare a tutti quanti che il suo migliore amico aveva una spina dorsale di ferro, e che poteva portare il gruppo più disomogeneo del mondo a vincere la Nazionale fra college senza battere ciglio.

Lo abbracciò d’istinto.

-Andrà alla grande- Sussurrò -E sai cosa? Chissene frega di tuo padre. Chissene frega del video. Che vada bene o male, non appena questa storia sarà finita ci regaliamo quel viaggio in Italiache vogliamo fare da tanto. Tutti quei musei che volevamo vedere… ti ci porta zia Rachel. Ma ora ho bisogno che il mio migliore amico si tiri su, d'accordo?

E lui la strinse, grato.

 

 

-PERCY, PER L'AMORE DEL CIELO, SVEGLIATI!

Difetti che Jason NON aveva: non era cattivo, non si prendeva gioco di nessuno, non fumava, beveva poco, non diceva parolacce, non era disordinato, non era malizioso.

Difetti che Jason DECISAMENTE aveva: la mattina avrebbe dovuto decisamente darsi una calmata.

Anche quell'anno, sia lui che Percy si erano iscritti ai corsi mattutini del college. 

Ciò che Jason sembrava non capire era che non c'era alcun bisogno di scapicollarsi ogni giorno alle sei, quando le lezioni sarebbero tranquillamente cominciate quasi due ore dopo. Quanto tempo potevano rubare una doccia veloce e un caffè? 

Tanto, perché oltre all'isteria che sembrava possederlo improvvisamente, Jason di mattina era anche estremamente lento.

-Arrivo, amico, arrivo. Calmati.

-Non ti svegli mai! 

-Già. E mi odi così tanto. Riesco persino a renderti volgare: “Per l'amore del cielo”, Jason? Sciacquati la bocca.

Sentì il suo amico borbottare un “odioso”.

Mezz’ora dopo si stavano dirigendo verso le proprie classi. 

Percy cercò con lo sguardo Annabeth, sperando di vederla affrettarsi lungo il corridoio. 

Dio, quella ragazza. 

Erano settimane che cercava di scambiarci due parole senza sembrare un totale idiota, e il gruppo di danza era sembrata l’occasione perfetta. 

Ma Annabeth era così intelligente. Sarcastica. Precisa. Ordinata. Severa. Perfetta. 

E lui? 

 

Non ho speranze. 

Però che bella.

Però non ho speranze. 

Annabeth.

Annabeth.

Ann-

-Capito, Percy? 

-Eh, cosa? 

Si guardò intorno. Era seduto in fondo all’aula, ad aspettare che Mr. Tritone cominciasse la lezione. Qualcuno gli sventolò una mano davanti alla faccia. 

-Ci vieni o no alla festa di venerdì? -Chiese. 

-Oh! Ehm… sì, credo di sì, Travis.

-Perfetto! Invita chi vuoi, d’accordo? 

Avrei già un’idea.

 

 

-Ma sono tre giorni che studi, Nico! 

-È un test importante. Ora smamma, Valdez. 

-Travis e Connor Stoll ci hanno invitato a una festa! 

-E quindi? Non è mica un invito alla corte del Re Sole. 

-Ma le loro feste sono uno sballo!

Nico sospirò.

-Fatti accompagnare da Hazel. E giuro che la prossima volta verrò. 

Leo acconsentì, sconfitto. 

-Adesso lasciami studiare. Oggi pomeriggio dobbiamo incontrarci con la squadra. 

 

 

-Non ci vado neanche se mi pagano i miliardi. 

Apollo guardò di nuovo il messaggio di Thalia. 

Rimpatriata vecchio gruppo di danza. Venerdìall’Ambrosya.

L’Ambrosya era la discoteca vicino all’Olympus College. Non c’era molto altro intorno: qualsiasi studente si limitava ad andare a bere lì e a prendere caffè, gelati e spuntini all’Ice Kingdom. Si ricordava anche di averci provato con la cassiera Chione, un paio di volte. 

-E invece si che ci andiamo! 

-No. Neanche per idea. 

-Si. 

-Perché mi torturi, Rachel? Prima il gruppo, poi quest’uscita. Qual è la prossima? Mi costringerai a partecipare alla gara clandestinadi auto che organizza la confraternita di Clarisse ogni anno?

-… 

-Non pensarci nemmeno! 

 

 

Reyna entrò nella sala per prima. Aveva ancora i capelli legati in una treccia e indossava un top nero che metteva in risalto la sua pancia piatta. 

-Bel piercing. 

Si girò verso Rachel, che era appena entrata. 

-Uhm… grazie, credo- Rispose, guardando in basso verso il suo ombelico. Sua sorella ne aveva uno uguale, se lo erano fatto insieme. 

Nel giro di cinque minuti, nella stanza c’erano tutti. 

Il ragazzo bello dell’audizione entrò per ultimo. 

-Bene- Sospirò -Cominciamo. 

 

 

~MYSELF~

Ci ho messo più di un mese :(

L’ispirazione proprio non ne voleva sapere di me, ma ce l’ho fatta. Comunque non penso che questa storia sarà molto lunga, ma neanche cortissima. Una decina di capitoli, penso (se riescono a venirmi abbastanza lunghi). 

Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va, e grazie a chi la sta seguendo/preferendo/ricordando :).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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