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Autore: inzaghina    05/07/2018    15 recensioni
A pochi giorni dal fatidico 2 maggio 1998 Harry, Ron, Hermione e Ginny s'interrogano su quale sia il modo giusto per ricominciare a vivere, lasciandosi alle spalle i brutti ricordi, ma senza dimenticare le persone che si sono sacrificate per un mondo migliore. Al contempo, George dovrà affrontare per la prima volta un mondo senza il suo gemello, ritrovando la capacità di ridere; Percy dimostrerà che ha sbagliato e, con l’aiuto di una ragazza che lo capisce davvero, ricucirà il rapporto con i suoi familiari; Bill e Fleur cementeranno la loro unione e un ritorno inaspettato ridarà speranza al gruppo.
Uno sguardo sul periodo post-bellico e sulle difficoltà affrontate da tutti loro, e dai loro cari, per ritornare veramente a vivere, preoccupandosi solo del proprio futuro, dell'amicizia che li lega e degli amori che potranno finalmente godersi con serenità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, George Weasley, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista | Coppie: Angelina/George, Audrey/Percy, Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is bigger than anything in its way'
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Capitolo 3 – It’s ok to be scared

 
“It’s ok to be scared.
Being scared means you’re about to do
something really, really brave.”
Mandy Hale
 
 

Molly Weasley aveva avuto, ovviamente, ragione. Erano giorni che Kingsley non faceva un pasto decente, ma se n’era reso conto solo dopo essersi accomodato accanto ad Arthur. Erano anche giorni che l’uomo cercava di raccapezzarsi nella sua nuova veste di Ministro della Magia, momentaneamente con scarsi risultati. La matriarca lo guardava ansiosamente, aveva già tentato di riempire il suo piatto più volte, ma Fleur era stata ogni volta più veloce di lei.
“Scerca di relassarti, Molly,” diceva la bionda, posandole una mano sulla spalla, “hai faticato tutto il giorno.”
Al tavolo si mischiavano diversi argomenti di conversazione; i più giovani parlavano di organizzare una serata per vedersi con i compagni di scuola, Charlie stava aggiornando Bill, Percy ed il padre sui progetti che avrebbe seguito al ritorno in Romania, Fleur diceva a Molly e Kingsley che i genitori avrebbero voluto venire a far visita a lei e Bill a fine estate e che desiderava organizzare una grande cena sulla spiaggia a cui sarebbero stati tutti invitati.
Harry si guardò intorno, mentre un sorriso si faceva strada sul suo viso magro, era circondato dalle persone che lo avevano accolto come un fratello ed un figlio. Lui, che dopo 10 anni passati nella solitudine e nel disinteresse più totale, non aveva più sperato in un futuro migliore. Lui, che aveva mangiato la sua prima torta di compleanno ad 11 anni e, purtroppo, non aveva un ricordo felice in compagnia dei suoi genitori. Lui, che forse non avrebbe nemmeno avuto un futuro, se non avesse scoperto di essere un mago ed avesse cambiato per sempre la sua vita nell'affollata stazione di King’s Cross. Si ricordava come fosse ieri di quell’incontro fortuito sui binari, di come avesse sentito la signora Weasley parlare di babbani e avesse capito che quella famiglia dai capelli fiammeggianti avrebbe potuto aiutarlo. Rammentava come Ron gli avesse chiesto se poteva sedersi nel suo scompartimento, qualche minuto dopo, per poi procedere a raccontargli quanto poteva sul mondo dei maghi. Era stato Ron ad averlo fatto sentire, per la prima volta nella sua vita, incluso, Ron che poteva essere un po’ insensibile a volte, ma non aveva esitato a chiedere a sua mamma di mandare dei regali di Natale anche per Harry, in quel primo splendido Natale passato ad Hogwarts quasi sette anni prima. Osservò di sottecchi il suo migliore amico, che parlava fitto con George e Neville, una mano di Hermione stretta nella sua, con una consapevolezza nuova che gli illuminava lo sguardo fiero. Lo sguardo si soffermò poi sul terzo componente del loro trio, che sorrideva ascoltando Luna e si scambiava occhiatine complici con Ginny. Gli occhi nocciola della rossa incontrarono quelli verdi di Harry e le sopracciglia di Ginny s’inarcarono, prima che un sorriso furbo si facesse strada sul suo volto. Certo, quel futuro se lo era guadagnato combattendo e pagando un prezzo troppo alto, ma non avrebbe potuto davvero trovare una famiglia migliore di quella. Si riscosse dal suo sogno ad occhi aperti, rispondendo ad una domanda di Neville e prendendo una focaccina dal vassoio al centro del tavolo.
 
Dopo che i dolci furono mangiati e il caffè bevuto, Molly riuscì a convincere Fleur che non le pesava affatto sistemare i piatti e che lei, se ci teneva tanto, poteva fare altro caffè e recuperare quei fantastici pasticcini francesi che i suoi le avevano spedito qualche giorno prima.
Molly aveva bisogno di tenersi impegnata. Per quanto fosse felice della presenza di Kingsley: in casa sua un pasto caldo non si rifiutava proprio a nessuno, non poteva negare di essere un po’ in ansia al riguardo del motivo che lo aveva spinto a venire lì. Come sempre, sembrava che il marito le avesse letto nel pensiero, anticipandola e rivolgendo a Kingsley la domanda su cui si era arrovellata tutta sera.
“Siamo davvero felici di averti qui come ospite, Ministro,” disse l’uomo, “ma mi chiedevo se la tua fosse solo una visita di piacere oppure no.”
Kingsley ricambiò il sorriso di Arthur, mandando giù l’ultimo boccone di torta e pulendosi la bocca con il tovagliolo, prima di rispondere.
“Mentirei se ti dicessi che mi ero accorto che fosse già l’ora di cena,” cominciò, nel suo solito tono di voce profondo e rassicurante. “In realtà sono venuto perché speravo di parlare con Harry, Ron e Hermione,” concluse, puntando gli occhi scuri sui tre ragazzi.
Le orecchie di Ron assunsero la solita sfumatura rossa che le caratterizzava, quando il ragazzo si trovava al centro dell’attenzione, le sopracciglia di Hermione si inarcarono dubbiose, mentre Harry scambiò uno sguardo con i due, scrollando le spalle.
“Certo,” ribatté poi il bambino sopravvissuto.
“È un discorso privato?” chiese Molly, che aveva ascoltato tutto dal lavandino.
Kingsley scosse la testa. “Non per me, a meno che i ragazzi preferiscano così...”
Un nuovo scambio di occhiate fu concluso da Hermione, che rispose per tutti: “non abbiamo segreti.”
Nonostante le rassicurazioni dei tre, Bill, Charlie e George si alzarono per raggiungere Fleur in cucina, affaccendandosi al suo fianco, consci che il fratello minore sarebbe stato più a suo agio in quel modo. Fleur mise il marito alla ricerca dei dolcetti francesi, tra i vari scaffali, e spedì gli altri due in dispensa alla ricerca di quelle meringhe che aveva regalato tempo addietro alla suocera.
Il Neoministro prese un profondo respiro, prima di rivolgere il suo sguardo sui tre giovani eroi. “So che è molto presto e magari non ci avete nemmeno riflettuto, visto che siamo stati impegnati in compiti difficili e dolorosi negli ultimi giorni. Comunque mi chiedevo se avevate già pensato al vostro futuro, a cosa vi piacerebbe fare ora che Voldemort è stato finalmente sconfitto,” disse loro, prendendo una pausa per osservarne le reazioni. “Ve lo chiedo perché, pur non essendo più un Auror, ho a cuore il futuro della Divisione e, in accordo con Proudfoot che è stato appena nominato a capo dell’ufficio, volevo chiedervi se eravate interessati ad entrare in squadra...”
Ancora una volta i tre si scambiarono un’occhiata. Nella sala da pranzo non si sentiva volare una mosca, persino Luna aveva puntato gli occhi chiari sui tre ragazzi, che sfoggiavano espressioni sbalordite.
Fu Hermione la prima a prendere la parola. “Grazie di aver pensato a me, Kingsley,” cominciò, “ma tengo molto a completare la mia istruzione per poi proseguire nella lotta per la salvaguardia dei diritti degli elfi domestici e degli altri gruppi maltrattati nei secoli dai maghi, penso che un occhio esterno come il mio, essendo una Nata Babbana potrebbe portare una ventata di novità e cambiamento.”
L’uomo non poteva dire di essere rimasto sorpreso, annuì osservando la ragazza, prima di risponderle, “se dovessi cambiare idea, la squadra ha sempre bisogno di menti brillanti come la tua.”
“Grazie davvero, Ministrom” rispose la ragazza, mentre le guance s’imporporavano per il piacevole complimento.
“Voi due che mi dite invece?” l’uomo si concentrò sui due ragazzi, che non avevano ancora proferito parola.
“Diventare un Auror è il mio sogno sin da quando sono venuto a conoscenza della loro esistenza,” rispose, con semplicità, Harry, scambiandosi un’occhiata d’intesa con Ron.
“Sarebbe un onore per me diventare parte del corpo,” aggiunse il sestogenito di casa Weasley, prima di aggiungere un dettaglio che lo stava assillando dal momento in cui l’uomo aveva fatto la sua proposta ,“ma non siamo in possesso dei M.A.G.O.”
“Questo lo so bene,” rispose Kingsley, prendendo una nuova pausa, consapevole che i due pendessero dalle sue labbra, “è per questo motivo che, in qualità di Ministro della Magia, vi assegnerei i M.A.G.O. in tutte le materie frequentate al sesto anno e avrei fatto lo stesso anche con Hermione…” disse l’uomo, osservando la ragazza rabbuiarsi brevemente.
“Come ti ho già detto, Kingsley, ci tengo molto a terminare correttamente la mia istruzione.”
“Infatti ho detto che lo avrei fatto anche per te, ben conscio che tu non accetterai questa mia offerta,” rispose l’uomo, facendole l’occhiolino e scatenando qualche risatina al tavolo. “Ma l’offerta rimane valida per voi due” disse, concentrandosi nuovamente su Harry e Ron, “a meno che anche voi non vogliate terminare la scuola e, in quel caso, ne riparleremmo l’anno prossimo, senza alcun problema.”
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo incerto, che passò in pochi attimi dall'essere sconcertato al diventare felice ed emozionato, per poi trasformarsi in preoccupato e dubbioso.
“Dobbiamo risponderti subito?” proruppe infine Ron.
“Certo che no, immagino che ci vogliate pensare un po’ sopra.”
“È solo che non ce lo aspettavamo,” continuò il ragazzo, tornando a osservare Harry, “o per lo meno: io non me lo immaginavo proprio...”
“Nemmeno io,” aggiunse rapidamente Harry.
“Vorrei almeno capire se vi fa piacere,” disse Kingsley, dopo una breve pausa.
“Certo che sì!” s’affrettò a rispondere il moro, mentre l’altro annuiva al suo fianco.
“Ma come funzionerebbe?” chiese Ron, cercando di capire come mai il Ministro avesse fatto loro quella proposta.
“Beh, ovviamente dovreste presentarvi alle selezioni fisiche e superarle, ma non credo che avreste alcun problema, dopodiché sareste ammessi all’Accademia da cui vi diplomerete in tre anni.”
“E quando sarebbero le selezioni?” s’informò Harry, che in cuor suo aveva praticamente già deciso, e si augurava che avrebbe avuto il suo migliore amico al suo fianco in questa nuova avventura.
“Nei primi giorni di luglio ci saranno le selezioni, la lista delle persone accettate sarà resa nota tra fine luglio ed inizio agosto e l’inizio delle lezioni teoriche in Accademia ha sempre coinciso con l’inizio delle lezioni a Hogwarts,” spiegò Kingsley, ipotizzando che avrebbe ottenuto una risposta affermativa dai due.
“Teoriche?” Ron assunse un’espressione atterrita, che fece scoppiare a ridere Hermione, Ginny e Luna.
“Cosa pensavi di fare all’Accademia, fratellino?” chiese Percy, squadrandolo.
“Pensavo che avremmo fatto anche delle lezioni pratiche” rispose Ron, mentre le orecchie gli andavano nuovamente a fuoco.
“Certo che sì,” lo rassicurò Kingsley, “ma non inizieranno prima del secondo trimestre, il primo è dedicato al ripasso delle basi di Difesa contro le arti oscure, Incantesimi, Trasfigurazione, Pozioni ed Erbologia.”
“Oh, ok,” il ragazzo tirò un evidente sospiro di sollievo.
Harry si augurava di essere in grado di creare pozioni decenti senza l’aiuto di Hermione, visto che ci era riuscito solo al sesto anno sotto la guida del Principe Mezzosangue.
“Ti faremo sapere quanto prima,” rispose il corvino, dopo un’occhiata veloce all'amico.
“Non capisco perché vogliate aspettare,” borbottò Molly, che fino a quel momento aveva ascoltato in silenzio.
Tutti gli sguardi si rivolsero a lei.
“Beh… è una decisione importante, mamma,” le disse Percy.
“Certo che lo è, ma la scelta è piuttosto ovvia,” insistette la donna, avvicinandosi ai due giovani. “Avete sempre detto che diventare Auror era il vostro sogno e Kingsley vi sta dando la possibilità di coronarlo.”
“Credevo che proprio tu saresti stata contraria, mamma,” sussurrò Ron, mordicchiandosi l’interno della guancia.
“E perché?”
“Beh, non è ovvio?” domandò Hermione, conscia che Ron non avrebbe elaborato oltre. “Ronald e Harry temono che ti farebbero preoccupare troppo,” spiegò, evitando di citare in aggiunta la prematura perdita di Fred.
“Una madre non smette mai di preoccuparsi, ragazzi,” disse la donna con dolcezza, posando le mani sulle spalle dei due, “e, nel vostro caso, mi preoccupo da ben sette anni… viste e considerate tutte le vicissitudini che avete affrontato sin dal vostro primo anno a Hogwarts, in compagnia di Hermione...”
I tre si scambiarono un sorriso quasi imbarazzato, scegliendo di non rispondere.
“Certo, preferirei che sceglieste una carriera più tranquilla, ma non sarò io ad impedirvi di coronare il vostro sogno e preferisco che siate ben allenati in caso doveste affrontare altre battaglie,” concluse in tono risoluto.
Arthur si alzò per mettersi al suo fianco. “Vale lo stesso anche per me, ragazzi,” disse l’uomo, in tono pacato. “So benissimo che non siamo i tuoi genitori, Harry, ma in questi sette anni abbiamo imparato a considerarti come un figlio e vorrei solo dirti che avrai sempre un posto sicuro in cui tornare tra queste quattro mura. Siete entrambi adulti e non avete bisogno del nostro permesso per intraprendere la vostra futura carriera, ma vi posso dire che sono molto orgoglioso degli uomini che siete diventati e mi sento di aggiungere che credo che gli Auror acquisterebbero due membri decisamente validi con voi due.”
Harry si alzò dalla panca di slancio, trascinando anche Ron con sé, per poter stringere la mano ad Arthur e abbracciare Molly, sperando di riuscire a ringraziarli, almeno in parte, per tutto quanto. I due coniugi però, avevano altre idee, ed accolsero entrambi i ragazzi tra le loro braccia, stringendoli forte.
L’amico, sulle cui guance la madre avrebbe potuto friggere le uova, si avvicinò cautamente alla donna, dopo aver lasciato l’abbraccio del padre, mormorando un flebile ringraziamento, seguito da una domanda appena accennata: “sicura di quanto hai detto, mamma?”
“Certo che sì, tesoro,” lo rassicurò la donna, accarezzandogli la guancia resa ispida dall'accenno di barba che aveva cominciato a crescergli. “La vita è troppo breve per avere rimpianti,” gli sussurrò poco dopo. 
“Quindi avete preso una decisione?” chiese Luna, con il solito tono di voce sognante, dopo che i quattro si furono separati.
I due ragazzi si scambiarono un veloce sguardo d’intesa prima che Ron incontrasse lo sguardo emozionato di Hermione, che gli sorrideva incoraggiante, e Harry si ritrovasse a scrutare gli occhi caldi di Ginny, che inarcò un sopracciglio, incitandolo.
“Direi proprio di sì,” dichiarò infine il più giovane dei Weasley.
“Basta che tu ci faccia sapere quando dovremo presentarci per le prove fisiche,” aggiunse Harry, sorridendo apertamente a Kingsley.
“Questa è davvero una splendida notizia, ragazzi,” il Ministro della magia stava ricambiando il sorriso felice dei due. “Proudfoot avrà di che ringraziarmi,” aggiunse poi.
Hermione e Ginny lasciarono i loro posti per abbracciare i due, sorridendo entrambe felici ai ragazzi, sotto lo sguardo emozionato di Molly, che si rendeva conto ogni giorno di più di quanto fossero ormai cresciuti anche i più piccoli dei suoi figli.
Anche Neville e Luna si alzarono per complimentarsi.
“Direi che abbiamo una ragione per festeggiare,” dichiarò Charlie, avvicinandosi nuovamente al tavolo, reggendo un vassoio colmo di meringhe variopinte.
“Sicuramonte,” disse Fleur, seguendolo con il caffè.
“Ci sarà da sentirsi sicuri con voi due nel corpo,” aggiunse George, con un mezzo sorriso che gli illuminò parzialmente anche gli occhi castani. Prima di sedersi nuovamente al suo posto, si avvicinò ai due per assestare una pacca sulla spalla di ognuno.
“Ottima scelta, ragazzi,” concluse Bill, portando al tavolo anche una bottiglia di vino elfico.

 
***
 

La notte era limpida e fresca, Hermione si era rigirata anche troppo a lungo nel letto ed aveva, finalmente, deciso di andare a farsi qualcosa di caldo per calmare i nervi. Non si era aspettata di trovare qualcun altro che si aggirava per il piano terra, illuminato solamente dai raggi lunari.
“Ron?” sussurrò, riconoscendo la sagoma alta del ragazzo, intento a sbocconcellare dei biscotti, appoggiato al bancone della cucina.
“Hermione?” rispose lui, deglutendo rumorosamente. “Che ci fai sveglia?”
“Stavo per chiederti la stessa cosa,” ribatté la ragazza, aprendo il frigorifero per prendere del latte.
“Oh, beh, sai… non riuscivo a dormire,” biascicò poi, porgendole un biscotto alla cannella.
La ragazza lo accettò sorridendogli nella penombra, prima di scaldare il latte con un colpo di bacchetta. “Ne vuoi anche tu?” gli chiese, prima di riporre nuovamente la bottiglia.
Ron annuì, recuperando un’altra tazza e porgendogliela.
Dopo che entrambi ebbero scaldato il latte, i due si ritrovarono estremamente vicini, oltre che, stranamente, a corto di parole.
“Come mai non dormivi?”
“Un po’ di pensieri,” rispose flebilmente Ron, prima di prendere una sorsata dalla propria tazza.
“Andrai benissimo,” lo rassicurò lei, intrecciando le proprie dita con quelle di lui.
“Come puoi saperlo?”
“Ti conosco, Ron,” rispose la ragazza, sospirando, “tu tendi sempre a sottostimarti, ma sei un bravo mago: hai combattuto la guerra, hai distrutto personalmente un Horcrux e partecipato a numerose missioni pericolose. Superare le prove per essere ammesso all'Accademia non sarà un problema per te, tu e Harry avete anche del tempo per allenarvi comunque, se sei cosi preoccupato…”
“Grazie,” mormorò lui, accarezzandole il palmo della mano con il suo pollice, “sai sempre qual è la cosa giusta da dire,” aggiunse in un sussurro.
“Devi solo avere più fiducia in te stesso,” gli rispose, bevendo un po’ del suo latte.
“Ora che sai cosa tiene sveglio me, cosa ne dici di raccontarmi il motivo della tua insonnia?” domandò il ragazzo, scrutandola con attenzione.
“Pensavo ai miei genitori,” sussurrò  lei, cominciando a tracciare il bordo della tazza con l’indice della sua mano sinistra.
“Ma certo, per Godric! Come ho fatto a dimenticarmene!” esclamò lui. “Immagino che tu voglia andare a recuperarli…”
“E se loro stessero meglio laggiù?” il tono di voce della ragazza si fece improvvisamente incerto, mentre si mordicchiava il labbro visibilmente combattuta.
“Oh, Hermione,” Ron mollò la presa sulla sua mano per attirarla in un abbraccio. “Non puoi davvero pensare una cosa simile.”
“Potrebbero amare la loro vita in Australia,” bisbigliò la ragazza, con la voce incrinata.
“Ma non potrebbero mai amare la loro nuova vita più di quanto amano te,” la confortò Ron, posandole un bacio tra i capelli ricci ed inspirando il loro profumo di fiori.
“Dici?” il tono di voce di Hermione era ancora incerto.
“Ne sono più che sicuro,” annuì Ron, cercando di confortarla con il proprio abbraccio.
“Ti dirò di più,” cominciò, liberandola dal suo abbraccio per guardarla negli occhi, “mi piacerebbe molto venire con te a recuperarli.”
“Anche a me piacerebbe molto.”
“E allora domani cominciamo ad organizzarci,” dichiarò determinato il ragazzo.
“E l’Accademia?”
“Ho ancora dei mesi…” le disse noncurante. “Questo è molto più importante.”
“Grazie,” rispose, semplicemente, lei alzandosi in punta di piedi per posare le proprie labbra su quelle del ragazzo.
Ron partecipò con entusiasmo al bacio, assaporando la cannella sulla lingua di lei, prima di sollevarla senza alcuno sforzo e posarla sul bancone. Hermione aprì le gambe, lasciando a Ron lo spazio di posizionarsi tra esse, approfondendo il bacio e gemendo di piacere, quando il ragazzo mordicchiò il suo labbro inferiore. I minuti trascorsero lenti tra baci e sospiri, le mani dei due ragazzi esplorarono incerte il corpo l’una dell’altro, scoprendo quanto il semplice tocco potesse suscitare brividi e sensazioni mai provate prima. Ronald stava disseminando di baci il collo candido di Hermione, mentre la ragazza si gustava quelle attenzioni a occhi chiusi, quando qualcuno si schiarì rumorosamente la gola.
“Volete per caso far venire un infarto a mamma?”
Entrambi si voltarono verso George, che li osservava con un sorriso particolarmente malizioso.
“Dubito che apprezzerebbe di scoprire che avevate intenzione di copulare proprio nella sua cucina...”
“Non stavamo copulando,” bofonchiò Hermione, risentita.
Ron cercò di recuperare la facoltà di parola, voltandosi con lentezza verso il fratello. “Stavamo solo parlando,” gli disse.
“Buffo, non sentivo le vostre voci,” ribatté George, sorridendo sommessamente.
“Stavamo organizzandoci per andare a recuperare i miei genitori in Australia, in realtà…”
“Beh, potreste chiedere aiuto a Percy,” rispose George, prendendo un biscotto al cioccolato.
“A Percy? E perché?” domandò Ron, sorpreso.
“Oggi mi ha raccontato di avere un’amica al Dipartimento dei trasporti,” rispose George, focalizzando l’attenzione sulla parola amica.
“Dici che Percy ha una ragazza?” si stupì Ron.
“E perché non potrebbe averla?” domandò Hermione, scuotendo la testa.
“Esatto, perché non potrebbe? Se la hai tu…” obiettò George, prendendo un altro biscotto.
Ron sbuffò, mentre Hermione soffocava un risolino. “Dici che ci aiuterà?”
“Certo che sì,” la tranquillizzò il ragazzo. “Ogni scusa è buona per fargli incontrare Audrey,” concluse, prendendo un ultimo biscotto, prima di avviarsi di nuovo in camera.
“Voi piccioncini continuate pure quello che ho interrotto…” borbottò, pensando che Fred non l’avrebbe mai fatta passare liscia a Ron, se fosse stato al suo posto.
“Stiamo salendo anche noi,” replicò infastidito Ron, incamminandosi dietro di lui.
Una volta raggiunta la camera che Hermione divideva con la sorella, si chinò per dare un ultimo bacio alla ragazza. “Sogni d’oro,” le sussurrò a fior di labbra.
“Anche a te,” rispose lei, aprendo la porta della stanza.
“Notte, George,” aggiunse, prima di chiudersela alle spalle.
“Notte,” rispose il ragazzo, prima di concentrarsi di nuovo sul fratello minore. “Vedi di non combinare casini con lei… è decisamente la ragazza giusta per te.”
“Farò del mio meglio,” promise Ron, sentendo le guance e le orecchie nuovamente in fiamme.
“Sono davvero contento per te, fratellino,” aggiunse, prima di dargli una pacca sulla spalla e di avviarsi nella sua camera.
“Grazie,” replicò Ron, prima di andare nella propria stanza.
“Anche io sono contento,” sussurrò tra sé e sé, mentre si sdraiava tra le lenzuola arancioni dei Cannoni.
 


Nota dell’autrice:
Buonasera a tutti!
Rieccomi con il terzo capitolo di questa storiella. Spero che la visita di Kingsley vi abbia fatto piacere e che le reazioni siano state adeguate ai personaggi. Mi sono arrovellata un po’ su Molly, ma sono convinta che abbia appoggiato la scelta di Harry e Ron, così come ha fatto il resto della famiglia.
Non ho resistito ad aggiungere George che incappa nei due innamorati e cerca di comportarsi come avrebbe fatto se fosse stato con Fred… la via della guarigione è ancora lunghissima, ovviamente.
Nel prossimo capitolo conosceremo Audrey e ci prepareremo alla partenza per l’Australia, oltre che proseguire nel seguire le giornate dei Weasley.
Grazie di cuore a tutti i lettori, a chi ha commentato, ha aggiunto la storia tra le preferite, le ricordate e le seguite.
Ci sentiamo presto con il prossimo capitolo!
Francy
 
   
 
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