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Autore: Vanya Imyarek    08/08/2018    2 recensioni
Setne è tornato in vita, ha il potere del Libro di Thoth a disposizione, e Chad e Penelope hanno solo idee piuttosto vaghe sul cosa fare.
Nella situazione più complicata e pericolosa che si siano trovati ad affrontare finora, i due doppiogiochisti si ritroveranno alle prese con morti viventi, divinità imprigionate che tentano di scappare, strategia militare, bambini dai poteri incredibili, e psicologia applicata in pessimi modi.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                     PENELOPE

 

CHISSA’  PERCHE’, ESSERE  SCOPERTI  COME TRADITORI   HA  ABBASTANZA  MINATO  LA  NOSTRA  CREDIBILITA’

 

 

 

 

 

 

Se volessi ironizzare in un senso di ‘ridiamo per non piangere’, direi che le parole di Dakao avrebbero avuto più peso se quello di ucciderci non fosse stato uno scopo unanimemente sentito e condiviso da tutti quelli che ci avevano conosciuti, e se la sua promessa fosse stata l’unica giunta alle nostre orecchie. Invece? Facemmo a malapena in tempo a eseguire il viaggio nell’ombra all’interno del Campo Mezzosangue, che quasi fummo trapassati sul posto dalla spada di Percy.

 Chad dovette tirarmi indietro appena in tempo per evitare il colpo; Percy urlò qualcosa di indistinto; Dakao si allontanò tranquillamente per andare a godersi la scena appoggiandosi a una parete.

“Con che razza di coraggio vi presentate qui?!” urlò il figlio di Poseidone, caricando con un nuovo colpo. Io e Chad corremmo in direzioni opposte, evitandolo.

Okay, avevamo previsto questo possibile sviluppo. Del resto, resoconti delle vicende passate ci avevano insegnato che se c’era qualcosa che Percy odiava, erano i traditori.

 “Tutti i nostri piani che sono andati in fumo per colpa vostra” ringhiò. “Tutte le persone che sono morte per colpa vostra, perché voi stavate passando informazioni al nemico tutto il tempo …!”

 “Manca tutti i colpi possibili!” gli urlai.

 Percy urlò di frustrazione e gettò via la spada, con un’espressione di puro odio che stonava orribilmente sul suo viso. Feci per parlare, per calmare appena la situazione, quando sentii un dolore fortissimo nel retro della testa, non ci capii più niente, persi l’equilibrio, caddi a terra, qualcuno mi teneva lì ferma, dovevo liberarmi ma quello era troppo forte …

 “A me non l’hai detto di mancare i colpi” osservò Carter con assoluta serietà, a pochi millimetri dal mio orecchio. Smisi subito di divincolarmi, ricordandomi la situazione. Era necessario ispirare loro più fiducia possibile.

 “Basta, basta!” intervenne un Chad chiaramente in preda al panico. “Siamo qui per sistemare le cose!”

“Sistemare le cose?” ripeté Percy, incredulo. “Sistemare le cose?! Avete per caso il potere di resuscitare le persone e non ce l’avete mai detto? Perché altrimenti, non vedo come rimediare alla strage che è stata l’attacco di Setne!”

 “E ci avete portato lui?” intervenne Annabeth. Distrasse tutti il tempo di permettermi di vedere che stava fissando Dakao. Vedendosi chiamato in causa, il demone si allontanò dalla sua parete.

 “Non siamo qui per preparare o minacciare nessun attacco, se è quello che vi state chiedendo” si decise a chiarire. “Se non uno contro Setne. Sareste interessati?”

 Finalmente l’attenzione generale si concentrò su di lui.

 “E perché di punto in bianco i suoi leali servitori gli si rivoltano contro?” obiettò Percy. “Non ditemi che avete improvvisamente visto la luce?”

 “Ne dubito, è un inganno che va avanti da molto tempo” nei miei eroici tentativi di non farmi ammazzare sul posto, non avevo notato che Walt sedeva allo stesso piccolo tavolo delle riunioni. I suoi vestiti avevano qualche bruciatura e si teneva a debita distanza da Sadie. Ma doveva cercare di riguadagnarsi il favore collettivo proprio in quel momento? “Da prima che quei due arrivassero al Campo, a quanto ho capito. E Midorikawa …”

 “Sta’ zitto” gli ordinò la sua ragazza, prima di fissarmi. Pareva assolutamente impassibile. Oh dei … avrei dovuto confrontarla, vero? Come avrei retto a tutte le sue accuse? E se invece mi avesse ignorata, e ci fossimo separate alla fine di quella faccenda senza chiarirci o sfogarci? Non sapevo quale delle due opzioni mi spaventasse di più.

 “Ascolta la tua ragazza, Anubi” lo schernì Dakao. “Hai una vita così piacevole, sei potente, hai una vera causa per cui lottare, amici sinceri, una fidanzata bella e serena e viva … non disprezzare tutto questo, dalle retta e chiudi quella putrida bocca che ti ritrovi”

 Le sue parole ebbero il considerevole effetto di zittire non solo Walt, ma tutti gli astanti in genere. Potevo quasi vedere gli ingranaggi del loro cervello mentre connettevano ‘che fortuna ad avere una fidanzata viva’ alla ragazza che sapevano per certo essere morta, e la conclusione li portava a fidarsi di noi, appena un pochino. Dovevamo approfittare di quella pausa di incertezza.

 “Vi abbiamo ingannati e non siamo mai stati dalla vostra parte, questo è superfluo da dire” cominciai. “Ma non siamo mai davvero stati dalla parte di Setne …”

 “Siete di quelli che agiscono solo per sé stessi? Nessun pensiero per le vite degli altri, nessun pensiero per il futuro del mondo, l’importante è che voi stiate dalla parte del vincitore? Sì, ha senso, ora Setne ha la peggio e quindi correte da noi …”

“Non esattamente” intervenne Chad. Io avevo pensato di lasciarglielo credere, del resto due approfittatori assoluti avrebbero ben saputo riconoscere quale sarebbe stata la parte vincente ed esporre i punti deboli dell’altro, ma a quanto pareva non avevo scelta in capitolo.

 Oh be’. Se ciò fosse successo qualche tempo prima, magari avrei anche avuto la forza di arrabbiarmi con Chad, ma onestamente? Non mi importava più niente. Volevo solo che tutto quello finisse, che quella patetica storia di una tentata scalata al potere e un impacciato e confuso doppio gioco finisse, con tutte le sofferenze e le vittime che aveva creato.

 “Noi apparteniamo a una terza fazione fin dall’inizio, anche da prima di incontrare l’esercito di Setne. Stare qui a spiegare quale sia e dare una motivazione a tutto quello che abbiamo fatto ci porterebbe via troppo tempo …”

 “Ma guarda un po’ …” ironizzò Percy.

 “Ma tutto quello che abbiamo fatto, è stato eseguire quello che ci dicevano i nostri superiori …”

 “La stessa difesa dei nazisti a Norimberga non depone molto a favore della vostra causa” osservò Annabeth.

 “Stavamo facendo quello che era necessario fare!”

 “Il punto è” intervenni. “che adesso è necessario abbattere Setne. E quello che stiamo proponendo, è un’alleanza vera e completa. Pensateci. Noi conosciamo tutte le difese che Setne è riuscito a mettere in piedi, dove sono collocate, cosa sono capaci di fare. Ma siamo in pochissimi. Voi avete un numero schiacciante non solo in confronto a noi, ma anche a loro, però non sapete nulla del covo di Setne e delle difese che ci sono dentro al momento. Non possiamo vincere che con una collaborazione”

 Nessuno pareva convinto. Merda, mi aspettavo che sarebbe stato difficile, ma adesso quel muro di ghiaccio che più che metaforico pareva quasi visibile mi sembrava un ostacolo invalicabile. Dannazione, tutto il nostro piano verteva sull’avere l’aiuto del Campo Mezzosangue, e la possibilità di esercitare un minimo di controllo sui loro movimenti!

 Annabeth fu la prima a sospirare. “Da un punto di vista puramente strategico, hanno ragione”

 “Ti fidi di loro?” Ziah alzò un sopracciglio, la vera immagine dello scetticismo.

 “Di loro, no, per niente. E’ la presenza del demone che mi fa pensare” I suoi occhi si spostarono su Dakao. “Tu sei sempre stato uno dei più ferventi sostenitori di Setne. Se quello spettro volesse tenderci una trappola, non avrebbe mandato anche te. Chad e Penelope hanno senso, avrebbero potuto dire di essersi affezionati ai ragazzi del Campo e di aver voltato faccia per rimorsi di coscienza, sarebbe stato credibile visto che sono stati quelli a costante contatto con noi … ma tu a malapena sai chi siamo noi in questa stanza, odi Anubi e tutto quello che si lega al culto egizio con tutto te stesso, non hai mai mostrato di vedere Setne come meno di un salvatore. Non avrebbe senso la tua presenza qui”

 “Molto brillante” non riuscii a capire se era sarcastico o meno. “Quindi immagino che mi tocchi fare da garante per loro. Sì, erano parte di una terza fazione ancora. Ho visto il loro covo, parlato con il loro capo e la loro alleata … quella dea bambina, se qualcuno se lo stesse domandando”

 “Cosa? Kebechet?” intervenne Walt.

 “Non fare finta che te ne freghi qualcosa” brontolò Chad. Carter lo guardò con aria pensierosa.

 “Doveva pur andare a finire da qualche parte, visto che nessun altro si è preso la briga di cercarla. Ma non è questo il punto. Immagino che spiegare per chi lavorino e perché ci prenderebbe diverse ore, e noi dobbiamo ancora studiare l’attacco al covo di Setne. Noi probabilmente dovremo tornare tra i suoi ranghi almeno per un altro giorno per convincerlo che stiamo ancora dalla sua parte e stanotte non abbiamo fatto altro che dormire. Cosa preferite? Perdere il vantaggio ascoltando tutta la loro storia, o passare al contrattacco e finire questa vicenda una volta per tutte?”

 Decisamente, avevamo fatto bene a portarci dietro Dakao. Da soli, non saremmo mai riusciti a convincere il Campo Mezzosangue non della nostra completa buonafede (impossibile, e a ragione), ma a darci abbastanza beneficio del dubbio da provare a seguire le nostre indicazioni. E noi stessi non avremmo saputo convincerli: le nostre abilità di parlantina che tante volte ci avevano aiutati a evadere dai guai sembravano essersi misteriosamente dileguate, lasciandoci a impappinarci come degli imbecilli davanti a quelli che sapevano del nostro inganno.

Non mi illudevo che volesse dire che Dakao fosse messo meglio di noi: avevo l’impressione che tutta la sua gentilezza e decenza umana avesse appena subito il colpo di grazia dopo una lunga serie di traumi, e che questo l’avesse lasciato completamente svuotato invece che visibilmente arrabbiato o disperato. In retrospettiva, la cosa avrebbe dovuto preoccuparmi: più si dimostrava calmo in quello che avrebbe dovuto essere uno stato di sconvolgimento totale, più diventava imprevedibile. All’epoca, fu solo felice della sua presenza e del sollievo dai problemi che ci procurava.

 Per quanto giustamente furiosi, quei ragazzi del Campo erano i più esperti: sapevano come dovevano trattare la possibilità di una rapida fine del conflitto quando il nemico era prossimo allo stremo, potevano pensare alle vite che sarebbero state risparmiate, e decidere quanto avessero bisogno di quelle informazioni.

 Percy depose a malincuore la spada e gesticolò verso il tavolo. “Dite quello che dovete. E poi fateci la cortesia di sparire”

 Obbedimmo – almeno, io e Chad, Dakao restò appoggiato alla parete, fissando Walt con occhi che mettevano in chiaro che non aveva nessuna voglia di sedersi al suo stesso tavolo. Nessuno gli disse niente. Bene, sapevamo chi della nostra delega era il membro più rispettato, ed era la persona su cui avevamo meno controllo, fantastico … davvero non riuscivo a smettere di pensare così, anche quando la situazione richiedeva la massima sincerità possibile? Che meraviglia.

Tornai alla realtà.

 “Siamo riusciti a localizzare il covo di Setne” esordii. “Qui, presso il confine con il Canada. Si tratta di una villa a tre piani, piuttosto grande …”

 “Secondo quale criterio?” intervenne Annabeth.

 “Non abbiamo potuto prendere le misure esatte. Diciamo, a occhio, più della Casa Grande … aggiungi qualche metro a ogni estremità e ce l’hai, diciamo così”

 “Non è molto precisa come informazione”

 “Non siamo architetti” intervenne Dakao. “E penso che vi interesserà più dove e come sono disposte le guardie. C’è una piccola torre al lato frontale della casa: Calvin è lì di vedetta: il più giovane e inesperto perché nessuno si aspetta davvero che attacchiate frontalmente. Sulla torretta posteriore invece c’è Luciano. Chad e Regina staranno entrambi in soffitta, ma dai lati opposti ai fianchi della casa”

 “Quindi, quattro persone a fare di vedetta, ma ognuna deve coprire da sola un intero lato” ripeté Annabeth, l’aria di chi stesse contemplando la vergogna di ogni stratega.

“L’abbiamo detto, Setne è allo stremo” intervenne Chad. “E’ tutto quello che può concedersi, se vuole lasciare qualcuno al piano terreno pronto a rispondere all’attacco. Ma c’è da dire, saremmo tutti muniti di capacità offensiva. Luciano ha il suo bastone delle tempeste, Regina è piazzata proprio davanti a uno stagno nel giardino e quindi non avrà problemi a usare la sua magia, Calvin sarà dotato di un arco. E io avrei i miei coltelli, che ovviamente, in caso di attacco, mancheranno tutti i colpi”

 “Poi diventerebbe troppo ovvio che tu ci stai aiutando” replicò Annabeth. “Tu ci torneresti comodo per entrare, ma poi dovresti stare attento a non farti catturare e usare come ostaggio, se non uccidere direttamente. D’altro canto, attaccheremo con una forza molto più massiccia: ci sarà troppa confusione perché qualcuno badi a te”

 “Del resto, sono una persona sola contro un battaglione” ammise lui.

 “Sempre attento a non comprometterti con nessuna delle due parti, vedo” commentò Percy.

“Ma quelli rimasti ai piani inferiori? Come sono disposti?” tagliò corto Carter.

 “Sono solo in tre” spiegò Dakao. “Penelope, Mortimer e Hazelle, di cui solo due sono un vero problema”

 “E tu?” inquisì Ziah. “Non prenderai parte all’attacco?”

 Dakao fece un verso sprezzante. “Al contrario di questi due, sono stato fin troppo palese nella mia ribellione a Setne. Hanno dovuto tirarmi fuori da una cella per portarmi qui. Quel bastardo dice che sarà solo temporaneo, perché smaltisca la rabbia, ma dubito seriamente che mi permetterà di partecipare all’attacco”

 “E questo ci tornerà ancora più utile, perché potrà approfittare della sua posizione per creare un portale all’interno della villa e farci entrare chiunque voglia” intervenni.

“Stai cercando di dirmi che Setne non ha creato scudi magici per evitare esattamente qualcosa del genere?” replicò Annabeth, sollevando un sopracciglio.

 “Certo che li ha, ma non sarà difficile che per pura sfortuna abbiano una piccola falla” replicai. “Confidiamo solo che al momento sarà troppo distratto da un attacco massiccio per pensare alle implicazioni”

 “Quindi voi due non intendete combattere con noi una volta che saremo arrivati?” la figlia di Atena strinse gli occhi.

 “Non esattamente. Noi raggiungeremo Setne, gli daremo delle informazioni sbagliate, e lo convinceremo a fare qualche pessima mossa”

 “Non è esattamente chiaro cosa intendiate”

 Uhm, non potevamo esattamente informarli di come avremmo convinto il fantasma a indossare la Corona di Tolomeo …

“Perché non siamo sicuri del possibile risultato” mentì Chad. “Setne sarà disperato e imprevedibile in quel momento. Ma possiamo giurarvi che qualunque cosa succeda, saprete tenergli testa”

 “Non mi piace il vostro rifiuto di spiegarvi …” esordì Percy.

 “No, hanno ragione” lo interruppe Annabeth. “Questa sembra esattamente una situazione in cui le azioni di Setne non possano essere regolate. Diamo loro il beneficio del dubbio”

 E con improvvisa certezza seppi che, non appena avessimo lasciato il Campo, la riunione sarebbe continuata con contromisure nel caso la nostra fosse solo una trappola. Bene, era solo giusto. Casomai sarebbero tornate utili per quando avrebbero scoperto esattamente quale sarebbe stata la ‘pessima mossa’ che avremmo convinto Setne a fare.

“E quanto agli altri ragazzi dell’esercito, non aspettatevi un grande scontro” li avvertì Chad. “Setne è stato un pessimo manager delle pubbliche relazioni, ultimamente. Ho già sentito parlare di piani di fuga, ed è probabile che li metteranno in atto non appena vedranno un esercito di grandi dimensioni filare verso di loro”

 “Sì, l’idea di lasciarli scappare dopo tutto quello che hanno fatto ci piace moltissimo” commentò Carter.

“Per il momento, il problema principale è Setne. Quelli che scapperanno possono sempre essere rintracciati” replicai.

 “E gli incantesimi di protezione?” intervenne Ziah. “Per come mi state dipingendo la situazione, dovremmo preoccuparci più di quelli che dei combattenti”

 Chad sospirò. “Come vorrei avere una planimetria della casa, renderebbe tutto più semplice. Comunque, c’è una maledizione che vi ricoprirà di miele e creerà mosche proprio all’ingresso principale della casa. Ne ha piazzati anche nei corridoi sui lati esterni della casa, uno che scatena pipistrelli e l’altro locuste, nel caso voi entriate dalle finestre”

 “Non c’è un ingresso posteriore?”

 “Dà direttamente sul corridoio sinistro. E questo è solo il primo piano. Al secondo, il corridoio che porta alla sala delle riunioni … all’inizio doveva essere quella da pranzo, sorpassando la cucina che troverete salendo la rampa di scale destra … è programmato per inondarsi di sangue al passaggio di intrusi”

 “Che schifo. Proprio Shining doveva guardare?”

 “Sempre meglio di quello che conduce ai dormitori: è programmato per inondarsi di escrementi di cammello”

 “Perché questa bella idea?”

 “Perché la stanza con Maisie è alla fine del corridoio, suppongo. Avrà pensato che fossero necessarie buone misure di protezione”

 “Maisie?” intervenne Percy. “E’ ancora …?”

 “Viva, sì. E’ tutto il giorno che maledico Setne perché trovi intoppi quando cerca di ucciderla” spiegai. “Ed è anche il motivo per cui ci conviene sbrigarci ad agire se vogliamo salvarla. Posso continuare a maledirlo, ma prima o poi inizierà a trovare queste sfortunate coincidenze sospette”

 “L’attacco sarà domani” decise immediatamente Percy.

“No, troppo poco preavviso. Adesso è quasi mattina, noi siamo stati svegli tutta la notte e loro non sembrano aver fatto di meglio, saremmo troppo stanchi per agire con la lucidità necessaria. E bisognerà rifinire la strategia, assicurarsi che tutti abbiano il piano chiaro in mente e le armi adatte. E per questo, scusate tanto” Annabeth tornò a rivolgersi a noi. “Ma temo proprio che non ne parleremo davanti a voi. Del resto, le vostre idee sul cosa fare sono a prescindere dai dettagli del piano d’attacco, vero?”

 “Naturalmente” mi affrettai a rispondere. Meglio non tirare troppo la corda e mostrarci più collaborativi possibile, se ci tenevano tanto a farci sapere che non si fidavano di noi.

 “Ma Maisie …” Carter scosse la testa. “Pensate di riuscire a distrarre Setne un altro giorno?”

 Il mago era sembrato già indispettito quella sera a cena, lamentandosi di come continuassero a sorgere contrattempi per ‘qualunque cosa’. Non ero davvero sicura che sarebbe passato per un secondo round senza sospettare nulla. Ma qui si parlava solo di un giorno … ah, sempre meglio che niente. Se mi avesse accusata, avrei inventato qualcosa. Del resto, non potevano esserci prove tangibili del mio coinvolgimento. Dunque assentii.

 “Bene.” Replicò Percy. “Avete altro che volete dirci?”

“Un incantesimo sul tetto, crea un piccolo vulcano che spara lapilli incandescenti a chiunque si avvicini. Dovrebbe essere piuttosto facile fargli avere problemi di gittata, comunque”

 “No, insospettirebbe troppo Setne su un intervento di Penelope. La casa di Efesto dovrebbe avere degli scudi adatti a proteggerci, comunque. E’ tutto?” chiese di nuovo Annabeth. Questa volta assentimmo. “E allora potete andarvene. Ci sarà molto da fare qui”

 “Ehi, frena” intervenne Sadie. Oh cavolo. Non aveva smesso di fissarmi un momento per tutta la durata della discussione. “Penelope, posso parlarti un momento in privato?”

 Esattamente quello che temevo.

 “Sadie …” iniziò Carter, fulminandomi con lo sguardo.

 “Non preoccuparti, fratellone, so badare a me stessa” rispose lei con un’alzata di occhi al cielo. Aveva risposto con quello invece che con un’assicurazione che io non le avrei fatto del male … cominciavamo bene.

“Sarebbe meglio andare” annunciò Chad nervosamente. “Dovremo nascondere di nuovo Dakao nella sua cella, ed è quasi l’alba, si sveglieranno …”

 “No, va bene” intervenni io. “Non ci metteremo molto. Vai pure, intanto, e casomai inventati una scusa per me”

 Chad mi rivolse un’occhiata preoccupata, annuì, rivolse agli astanti un cenno di saluto che nessuno ricambiò e sparì nell’ombra. Sadie marciò fuori dalla stanza senza una parola. Io la seguii, cercando di non farmi pesare troppo addosso gli sguardi degli altri. Lei si fermò nel corridoio, appena fuori.

“Allora?” chiese subito. “Perché proprio io?”

 “Come?” ritardare il momento delle spiegazioni, avrei avuto un’idea più chiara di come fosse meglio risponderle.

 “Voglio una risposta ora. Perché di tutti hai deciso di fingerti amica mia? Perché non di Carter, o Ziah, o Annabeth? Secondo voi ero la più ingenua? La più facile da avvicinare? La più bisognosa di attenzione? Avanti, voglio saperlo. Almeno avrò un modo per evitare i soggetti come te in futuro”

 Non mi avrebbe creduto. Anche se le avessi detto la verità, che con lei davvero mi trovavo bene, che davvero l’avevo considerata un’amica nonostante tutte le balle che ero costretta a raccontarle …o forse avrei potuto porla in termini diversi.

 “No. Eri solo quella con cui, se avessi dovuto comportarmi con spontaneità, avrei legato meglio”

Ecco, questo mi faceva apparire più calcolatrice e, paradossalmente, più sincera … lo sbuffo amareggiato di Sadie mi informò che no, davvero non avevo ottenuto il risultato sperato.

“Adesso cerchi di fare l’amica? Hai idea di quanto tempo io abbia passato a spaccarmi la testa cercando di capire tutte le stronzate che mi hai detto, perché tu le abbia dette, che conseguenze abbiano avuto … mesi di amicizia da vagliare, è un lavoraccio, sai? Una missione insieme nel luogo più pericoloso del mondo da vagliare. Pensavo che … non so, certe esperienze fossero la massima garanzia di fiducia reciproca … che povera scema, vero? Non cercare di giustificarti o chiedermi scusa. Sai che Walt ha passato tutto ieri a cercare di parlarmi, di spiegarsi, di farmi capire, e io non ho più la persona che mi è stata più vicina durante tutto quel casino e mi ha fatto capire solo che sono stanca di dover ascoltare e perdonare gente che mi vomita addosso balle senza darsi un pensiero per come mi faranno sentire! Guarda … questa conversazione è inutile, è stata inutile fin dall’inizio. Magari volevo solo mandarti affanculo. Adesso tornatene ai tuoi piccoli schemi, non vorrei farti perdere tempo prezioso per qualcosa che per una volta torna comodo anche a noi”

 Ero a malapena riuscita a fiatare in tutto questo. Sì, aveva solo voglia di rovesciarmi addosso tutta la sua rabbia, e ne aveva ogni diritto. Era tutto quello che mi meritavo. E non sapeva neanche la metà di quello che avevo davvero fatto!

 Mi venne quasi da ridere, ma non sarebbe stato il massimo farlo davanti a lei, forse l’unico modo di rendere la mia situazione peggiore di quanto già non fosse. Così mi limitai a fare quello che mi era stato detto: il viaggio nell’ombra.

 Be’, mica male come ultima volta in cui avrei parlato con la mia amica.

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

altro capitolo piuttosto breve, ma spero che il confronto con dei ragazzi del Campo ormai consapevoli, più o meno, di chi siano davvero i nostri eroi vi sia piaciuta. Nel prossimo capitolo … diciamo solo che avrà inizio lo scontro finale vero e proprio. Grazie a tutti quelli che hanno letto e recensito!


  
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