Capitolo 16
Alice e Roni vennero
a conoscenza della loro imminente partenza, una volta rientrate a casa.
In genere le bambine facevano il tempo pieno,
ma per quella occasione, furono ritirate da scuola all’ora di pranzo.
Vennero messe al corrente dei possibili pericoli
e che dovevano dare ascolto agli adulti e soprattutto rimanere tutti uniti per
garantire a tutti quanti, maggiori possibilità di tornare a casa sani e salvi.
Bambine o meno, non vennero usati mezzi
termini. C’era in gioco la vita di tutti, ma questo le piccole sembravano
averlo già compreso, grazie a quanto erano state esposte nei giorni passati.
Al di là dei pericoli che incutevano un po’ di
timore alla bambine, in loro vi era anche quella sorta di curiosità che nasceva
dentro di loro all’idea di visitare terre di cui avevano sempre e solo sentito
parlare.
Tutte e due, con l’aiuto delle rispettive
madri, prepararono uno zainetto, con dentro quello che sarebbe potuto servire
loro.
La partenza era prevista il giorno stesso,
subito dopo pranzo e la prima destinazione era già stata decisa: L’isola che
non c’è.
“L’unico mezzo che conosco per giungere
all’isola che non c’è, è la Jolly Roger!” disse Killian,
frustrato al pensiero della fine che aveva fatto la sua nave.
“Emma sa aprire i portali, può condurci
direttamente li!” disse David, ma sua figlia disse subito “So aprire i portali
per la foresta incantata e…in realtà sono passati sei anni dall’ultima volta
che l’ho fatto e non mi sono mai allenata ad aprirli, quindi per quanto ne so,
posso riuscirci o meno. Non ho le garanzie di assicurare la giusta
destinazione!”
“Fagioli magici ne abbiamo?” chiese Snow.
“No, sono spariti dalla circolazione ormai. Ho
provato a cercarne qualcuno, ma sembra che le poche piante che avevamo piantato
a Storybrooke, siano seccate. Non so se per il clima
a cui le piante non si riescono ad adattare completamente o se anche questo è causa
degli inferi che avanzano!” Disse Regina.
“Non mi stupirei se la seconda opzione fosse
quella corretta. Il male farà di tutto per ostacolarci!” disse Emma, sospirando
“Killian, se ripariamo la Jolly Roger e provassi ad
aprire un portale, anche se non riuscissi proprio a condurvi sull’isola, la tua
nave ci può condurre là, giusto?”
“Certo love, una volta imparata la strada per
quella maledetta isola, non la si scorda più!” disse Killian.
“Bene allora, occupiamoci della nostra amata
nave, capitano!” disse Emma sorridendo.
Aveva pensato da subito di riparare la Jolly
Roger, ma aveva voluto aspettare di
sentirsi meglio. Non avrebbe voluto rischiare di ripararla male e di lasciare
qualche falla che avrebbe condotto loro ad affondare appena toccate le acque.
Una volta al porto, con tutto quello che
necessitavano, Emma si concentrò ed estendendo le mani in avanti, si concentrò
per ridare alla nave il suo antico splendore.
Anche Alice, Roni e
Regina contribuirono con i loro poteri, ognuno occupandosi di un pezzo della
nave e sebbene Emma e Regina avessero fatto il lavoro esterno per garantire un
viaggio sicuro, diedero alle bambine il compito di arredare le cabine.
“Tutto fatto mamma!” disse Alice, contenta del
lavoro svolto.
“Si, le stanze sono bellissime!” disse Roni saltellando.
Gli adulti si guardarono un po’ spaventati,
temendo di ritrovare ogni cabina, tinta di rosa o lilla, con peluche e bambole
sparsi ovunque.
Killian andò immediatamente a controllare, spaventato
all’idea, ma anche fosse stato così, avrebbe fatto i suoi complimenti alle
bambine, fingendo che l’arredamento tipico femminile e da bambine gli sarebbe
piaciuto.
Fu sorpreso e sollevato quando vide, che
l’unica cabina ad avere un aspetto troppo rosa, era quella destinata alle due
bambine. Mentre la sua cabina e quella di Emma, era come in origine e la camera
di Regina e quella dei charming, ricordava a grandi
linee l’arredamento che avevano le loro stanze nelle loro rispettive case.
“è tutto perfetto!” disse Killian
riunendosi al gruppo “Grazie bambine!”
“Falle? Hai controllato che non vi sia qualche
asse montata male?” chiese Regina, infondo non sapeva esattamente come era
strutturata una nave, ma poteva stare tranquilla da un lato, perché Emma
conosceva la nave da cima a fondo, quasi come Killian.
“Ho controllato anche quello, è sembra apposto.
Direi di caricare le scorte in cambusa e di partire!” disse killian
facendosi aiutare da David.
Fu il momento per Regina di salutare il marito
e suo figlio. Roland la abbracciò forte e disse loro di stare attenti e promise
a sua madre che si sarebbe preso cura di suo padre, impedendogli di finire nei
guai.
Regina rise a quella promessa, in quanto sapeva
che il ruolo sarebbe stato inverso, in quanto, era Roland, dato l’età, a
cacciarsi spesso nei guai.
Snow, David e Emma, abbracciarono Neal, chiedendogli di fare il bravo.
“Vi prego, posso venire anche io? Perché Alice
si e io no? Farò il bravo. Non ho poteri, ma papà mi sta insegnando a usare la
spada e…” disse Neal, poco contento della scelta dei genitori.
“No Neal, è pericoloso. Saremo più tranquilli
se stai qui!” gli disse David.
“Ma non è giusto io…” cominciò a protestare il
bambino, ma Robin sapeva come calmarlo “Vedrai Neal, io e te ci divertiremo e
ti insegnerò a tirare con l’arco!”
Il bambino sembrò contento della proposta
e dimenticò subito il suo intento di
seguire i genitori.
Snow avrebbe voluto dire qualcosa, in quanto voleva
insegnargli lui a tirare con l’arco, ma doveva ammettere che l’idea di Robin
era stata vincente e lei si sarebbe occupata di migliorare la sua mira una
volta tornati a casa.
Tutto era pronto per la partenza. Ora non
restava che prendere il largo e aprire
un portale. Emma si mise a prua della nave quando fu il momento e si concentrò.
Snow e David si tenevano al parapetto, tenendo tra di
loro la loro nipotina e Regina fece lo stesso con Roni.
Killian invece si sistemò al timone, confidando nei
poteri di Regina, per levare l’ancora e
ammainare le vele.
Emma aprì gli occhi quando si sentì pronta e le
sue mani si illuminarono di bianco.
Il mare sotto di loro cominciò ad agitarsi e un
vortice cominciò ad aprirsi sotto di loro, prima piccolo, poi sempre più
grande.
“Regina, ammaina le vele. Diamo un po’ di
slanci0 a questo gioiellino!” disse Killian, girando
il timone verso babordo, dove il vortice si stava aprendo.
“Tenetevi forte!” urlò il capitano della nave,
quando a tutta velocità si buttò dentro il vortice.
Tutti chiusero gli occhi e quando li
riaprirono, tutti tirarono un sospiro di sollievo. Emma guardò Killian e quando vide l’uomo sorriderle, capì di aver
aperto il portale giusto.
“Non potevi condurci più vicino di così love!”
disse Killian, vedendo in lontananza una piccola
terra sorgere dalle acque.
“Papà, stiamo volando!” disse Alice stupita, in
quanto non aveva mai visto la nave del padre solcare i cieli, ma solo le acque.
“Lo so tesoro! Questa è l’unica nave in grado
di farlo!”
“è fantastico!” disse Roni.
“Possiamo farlo più spesso?” chiese a Regina, la quale accarezzandole la testa
le disse “Magari in contesti più calmi, vero capitano?”
“Sicuro!” disse Killian
calando piano piano, la nave sempre più verso il mare.
“Non puoi calare la nave una volta giunti alle
coste dell’isola? Vorrei evitare di incontrare le sirene e soprattutto che mia
figlia ci rimetta quasi la vita per impedirci di litigare!” disse David.
“Non possiamo papà. Abbiamo appurato che uno
degli ingredienti che ci servono, è una
squama di sirena. Dovremo catturarne un’altra, evitando però di trasformarla in
pietra questa volta!” disse Emma,
guardando Regina.
“Ehi, quella sirena se l’è cercata!” disse il
sindaco in sua difesa.
Lo scafo della nave toccò presto l’acqua e per
precauzione le bambine furono mandate sotto coperta, con l’ordine di non uscire
fuori per nessuna ragione al mondo.
L’isola
che non c’è si avvicinava sempre di più, ma niente sembrava voler
indicare l’arrivo delle sirene.
Killian era un po’ sorpreso. Le sirene erano
aggressive e cercavano di affondare più navi possibili e quello strano silenzio
gli sembrava innaturale.
“Qualcosa non va?” disse infatti Killian.
“Cosa?” chiese Emma preoccupata.
“Le sirene non si sono ancora fatte vive. In
genere sarei contento di questa faccenda, in quanto mi hanno creato parecchi
problemi in passato, ma mi inquieta questo loro non manifestarsi!” disse Killian.
“Vuoi dire che potrebbe essere successo loro
qualcosa e per qualche ragione sono andate via?” chiese Regina “Se così fosse
come faremo a procurarci una squama di sirena!”
“Aspettate, non sentite qualcosa?” chiese David
“è molto basso a mala pena riesco a percepirlo!”
Tutti tacquero per un instante e cercarono di
concentrarsi per sentire quello che David aveva sentito. Non udirono altro che
le onde del mare inizialmente, ma successivamente, Killian
soprattutto, riuscì a percepire una debole melodia.
Killian sorrise “Non sono scomparse, semplicemente non
riusciamo ad udirle! Quello che a malapena percepiamo è il loro canto. Un loro
modo per attirare i marinai a sé, per poi sorprenderli e affondarli senza pietà
conducendoli verso il fondo del mare e annegarli!”
“Devono essere molto lontane per percepirle
così debolmente!” disse Emma “Dovremo avvicinarci a loro per prendere quello
che ci serve!”
“No, non credo sia necessario. In realtà credo
siano molto vicine!” disse Killian.
“Ma se a malapena si sentono. Mi chiedo,
infatti, come abbia fatto David a sentirle. Ho dovuto concentrarmi per udire
una lieve melodia e adesso nemmeno la percepisco!” disse Regina.
“Questo perché sei una donna. Le sirene sono
interessate solamente agli uomini per questo, tu, Emma e Snow
faticate molto a sentirle!” spiegò Killian.
“Ma anche tu e mio padre le percepite
lievemente!” gli disse Emma.
“Le percepiamo di sicuro più di voi, ma non
così tanto da rimanere attratti dal loro canto, ma questo non significa che non
sono vicini. Semplicemente io e David abbiamo trovato qualcosa che ci protegge
dal loro infido incantesimo!” disse Killian.
“Cioè?” chiese David.
“Il vero amore. Esso può ridare la vita e fare
cose altrimenti impossibili e ci protegge da incantesimi che ci potrebbero
portare al tradimento della nostra anima gemella!” disse Killian.
“Allora come faremo a…” cominciò Emma, ma venne
subito fermata dall’uomo.
“Da loro il tempo di comprendere che non hanno
potere su di noi, le farà arrabbiare e verranno a noi! Esattamente come l’altra
volta!”
“L’altra volta non hanno cantato però?” disse
Regina “Perché? strategia diversa?”.
“No, usano sempre lo stesso modo, ma se
guardi le persone di allora, erano le
stesse di adesso e anche se io ed Emma non sapevamo di essere destinati a stare
insieme, il vero amore ci ha protetto lo stesso!” disse Killian.
“e Gold? C’era anche lui!” disse Snow.
“Lui era il signore oscuro, un incantesimo del
genere su di lui non avrebbe mai funzionato!” disse Killian.
Un rumore di passi attirò l’attenzione di tutti
prima che una vocina si fece sentire “Mamma, papà, noi ci stiamo annoiando di
sotto! Venite a giocare con noi?”
“Tornate subito di sotto bambine!” disse Regina
in modo severo, per sperare di evitare quello che subito successe appena dopo terminata la frase.
Accadde tutto in modo talmente veloce che
nessuno potè fare niente per impedirlo.
Qualcosa uscì dal mare e si buttò sul ponte
della nave dietro ad Alice. La bambina e i suoi genitori non fecero in tempo
nemmeno a vedere l’essere che era apparso, che questo scomparve in acqua,
portandosi dietro la bambina.
“Alice!” urlò Emma affacciandosi al parapetto,
prima di sentire un altro tuffo, che si rivelò essere Killian,
gettatosi in acqua per soccorrere la figlia.
Regina spinse subito Roni
sotto coperta e raggiunse Snow che cercava di
trattenere Emma dal gettarsi in acqua anch’essa.
La salvatrice
era arrabbiata con le due donne. Non capiva come potevano chiederle di
non provare a raggiungere sua figlia.
“Aiutali con la magia!” disse Regina.
“Non vedo niente, come posso aiutarli?” disse
Emma in preda al panico con le lacrime che minacciavano di uscire dagli occhi.
“Sei connessa ad Alice, puoi sentirla, puoi
fare in modo che tuo marito la veda nelle profondità del mare.
Emma chiuse gli occhi e si concentrò. Sentì
improvvisamente un battito accellerato e comprese che
era quello della sua bambina. Immediatamente creò una bolla d’aria intorno alla
sua bocca e fece sì che la piccola si illuminasse per permettere a Killian di trovarla.
L’uomo però era tornato a galla per riprendere
fiato.
“Killian, segui la
luce!” disse Emma, stringendo con forza il parapetto.
L’uomo non se lo fece ripetere due volte e
subito si rituffò in acqua, questa volta con una bolla d’aria, anch’esso
intorno alla bocca. Emma infatti sapeva che non avrebbe mai potuto raggiungere
la bambina, in quanto la sua luce si affievoliva sempre più, man mano che
andava nelle profondità, tanto che Emma dovette assicurarsi di un altro
dettaglio e proteggere la sua famiglia da un’ulteriore insidia: la pressione
marina.
Killian nuotava il più veloce possibile, ma le sirene
erano più veloci di lui. Decise a questo punto di non combattere più contro le
sirene che cercavano di afferrarlo, ma si fece catturare e una volta preso, si
fece trasportare verso il fondale, più velocemente.
Erano a una profondità tale che senza la luce
di Emma che veniva sprigionata da Alice, avrebbe fatto una certa fatica a
intravvedere le sagome delle sirene. Non le vedeva alla perfezione a causa
dell’assenza di occhialini o maschere subacquee, ma dal loro atteggiamento,
poteva comprendere che qualcosa le scombussolava e sapeva cosa. Il fatto che
sia lui che la bambina, erano ancora in vita.
Una volta fermi sul fondo del mare, killian potè distinguere dalla
forma e dal colore, i vecchi scheletri degli uomini che purtroppo avevano
ceduto al potere di quei mostri. Che fosse o
meno immune dall’annegamento o dalla pressione marina, c’erano altri
modi in cui lui e sua figlia potevano andare a far compagnia a quei corpi e quindi
con uno strattone, si liberò dalla presa delle sirene che lo tenevano
prigioniero e con l’aiuto del suo uncino e della sua spada, riuscì a ferirle, prima
di dirigersi verso Alice. La bambina era pietrificata dalla paura. Ella aveva
la magia e avrebbe potuto fare qualcosa, ma sapeva che, come sua madre, quando era terrorizzata, non
riusciva a fare ricorso ai suoi poteri.
Riuscì ad allontanare le sirene attorno a lei
e spingendola, la spronò a nuotare verso
la superficie.
Killian era proprio dietro di lei, ma le sirene
tornarono all’attacco e per permettere almeno alla bambina di trarsi in salvo,
si fermò ad affrontare quelle spietate creature, che non avrebbero avuto pietà
nemmeno di una bambina.
Emma era in preda al panico. Continuava a
fissare la superficie dell’acqua nella speranza di vedere sia Alice che Killian tornare a galla. Ci stavano impiegando un sacco di
tempo e senza l’utilizzo della magia, sapeva che non ci sarebbe stato niente da
fare. Mai come allora era stata contenta di possedere dei poteri magici.
Vide che la luce che avvolgeva Alice, si faceva
sempre più forte, finchè finalmente la vide spuntare chiamandola.
Emma immediatamente si tuffò per afferrarla.
“Tranquilla, sei al sicuro adesso!” disse, guardandosi
però intorno, cercando Killian non ancora uscito.
David lanciò loro una corda che Emma afferrò
per trarre in salvo la bambina.
Snow immediatamente abbracciò la piccola e le
avvolse una coperta per non farle prendere freddo, mentre Emma ancora una volta
si affacciò per cercare Killian. Regina dovette
nuovamente fermarla, sapendo che non ci avrebbe pensato due volte a tuffarsi in
soccorso del marito, ma quello che videro da li a poco, fece accapponare la
pelle alle due donne.
Sangue.
Molto sangue stava macchiando quelle acque azzurre
e con una voce piena di terrore Emma
urlò il nome di Killian.
David deglutì a fatica, temendo anche lui per
la vita del suo genero.
Si sentì poi una lunga boccata d’aria e la
testa di Killian fu ben visibile.
“Killian!” disse Emma
con quella poca voce che riusciva ad emettere a causa dello spavento preso
e svuotata da ogni energia, cadde sulle
ginocchia.
David aiutò l’uomo a salire a bordo, felice di
constatare che a parte qualche taglio, egli stava bene, quel sangue non
apparteneva a lui.
“Ci penseranno due volte la prossima volta ad
attaccarci!” disse Killian, prima di guardare la sua
bambina, ancora spaventata tra le braccia di sua nonna.
Killian le si avvicinò e la bambina gli gettò le
braccia al collo e cominciò a piangere a dirotto, sfogando tutta la paura che
aveva provato. Mentre la cullava, guardò Emma, che nemmeno le si era
avvicinata.
La vide appoggiata al parapetto con la testa
poggiata sulle ginocchia e immobile, con Regina che le strofinava la schiena,
mentre lo guardava con aria preoccupata.
Killian sospirò e prese la bambina in braccio e la
portò sotto coperta per farla cambiare e riposare.
La portò
nella sua stanza dove c’era una Roni spaventata, che
appena li vide entrare, si mise in piedi avvicinandosi a loro, quasi facendo
inciampare Killian.
“Sta bene? Quelle brutte sirene le hanno fatto
del male?” chiese Roni, vedendo l’amica che a
malincuore lasciava la presa del padre.
“Starà bene. Deve solo riposarsi e dimenticare
questa brutta avventura!” disse Killian poggiandola a
terra e prendendo dei vestiti asciutti dal suo zainetto.
“devi cambiarti questi vestiti prima di
prenderti un raffreddore!” disse, vedendo la bambina annuire.
Sul ponte Snow si era
inginocchiata accanto a Emma che fino a quel momento, dopo il salvataggio di Killian, non aveva dato segni di emozioni. Sembrava come se
si fosse incantata. Se prima era con la testa appoggiata alle sue ginocchia,
ora fissava da diverso tempo la stessa asse di legno del ponte.
“Emma, stai bene?” chiese Snow,
domanda che infastidì parecchio Regina.
“Ti sembra che stia bene?” le disse infatti.
Snow sospirò “Lo so che non sta bene, ma volevo
farla reagire, non può restare così. Killian e Alice
stanno bene e…” non terminò la frase che Emma, si alzò di scatto e se n’è andò,
sparendo sotto coperta.
“Ecco, ha reagito!” disse Regina sbuffando e
appoggiandosi al parapetto. Quell’avventura era veramente iniziata col piede
sbagliato.
Killian finì di sistemare la figlia e di asciugarle i
capelli “Ecco qua, ora sei apposto. Riposa un po’ tesoro!”
“Non ho sonno!” disse la bambina “Solo un po’
spaventata!”
“Allora rimani qui tranquilla con Roni. Giocate, disegnate, ma niente colpi di testa!” disse Killian.
“Colpi di testa?” chiese Roni,
non comprendendone il significato “Cioè non fate pazzie come quella di prima.
Vi avevamo detto di non venire di sopra. Questa volta vi è andata bene, ma
credo che vi sia chiaro che avrebbe potuto finire veramente male!” disse con
tono serio.
Alice e Roni
annuirono.
“Mi dispiace, non volevamo, ma…ci stavamo
annoiando!” disse Roni.
“Meglio annoiate che morte!” disse Killian, facendo sussultare le bambine.
“Staremo qui. Promesso!” disse Alice per poi
alzare lo sguardo verso la porta, dove Emma la stava guardando.
Killian seguì la direzione dello sguardo di sua figlia
e anche lui vide la sua amata, che dopo averlo guardato negli occhi per qualche
secondo se ne andò.
“La mamma è arrabbiata con me, vero?” chiese
Alice triste.
“No tesoro, non è arrabbiata. È solo molto
spaventata. Ha avuto molta paura di perderti!” disse Killian
spostandole una ciocca leggermente umida dietro le orecchie. “Vedrai che appena
farà mente locale che stai bene…stiamo bene, tornerà quella di prima, ok?”
“Ma forse, se vado da lei e le chiedo scusa e
le do un grande abbraccio, si sentirà meglio e…” cominciò Alice, ma suo padre
la interruppe.
“No Alice, lascia fare a me. Penso io a tua
madre!”
Alice abbassò la testa e non obbiettò oltre.