Intorno a me
c’era solo il buio.
Pensai
subito al peggio. Ecco, Percy Jackson, due volte salvatore
dell’Olimpo, morto
per un po' di veleno. Non esattamente la morte che mi sarei aspettato.
“E non
esattamente la morte che otterrai,
ragazzo”.
Mi guardai
intorno, tentando di capire chi fosse che mi parlava. Riconoscevo la
voce, era
la stessa che mi aveva parlato negli ultimi mesi.
“Chi
sei?
Cosa vuoi da me?” Urlai. Certo, forse non era la cosa
più intelligente da dire,
ma io non sono proprio il primo della classe. Sentii la voce ridere,
forse a
causa della mia confusione, poi il buio scomparve e mi ritrovai in
cielo su una
nuvola. Davanti a me c’era un ragazzo, circa della mia
età, con corti capelli
neri ed occhi che sembravano galassie, che mi stava guardando con uno sguardo compiaciuto.
.
“Il
mio nome non è importante, Perseus.
Sono qui solo per dirti di abbandonare la strada che stai percorrendo,
poiché
non ti porterai altro che dolore”.
Rimasi
stupito dalle sue parole. Cosa significava che la strada mi avrebbe
ferito?
“Che significa? Cosa intendi?”.
“Non
è importante, al momento. Presto
ti sveglierai, quindi ricorda le mie parole. Stai per essere tradito,
accuse
sono state mosse contro di te e non c’è modo che
tu possa scampare al tuo
destino. Quando sarà il momento, però, sappi che
ci saranno alcuni disposti a
salvarti. Non perdere la speranza. Ora svegliati!”
Prima che
potessi rispondere o chiedere spiegazioni tutto si fece nuovamente buoi
e,
quando aprii gli occhi, mi ritrovai in una stanza, circondato dalle
Esperidi.
“Cosa-Cosa
è
successo?”
“Hai
combattuto eroicamente giovane semidio, sconfiggendo Ladone, purtroppo
sei
svenuto a causa del veleno” Rispose la più anziana
con un’espressione
preoccupata.
“Svenuto?
Per quanto tempo sono rimasto svenuto?”
“Sono
passati 3 mesi dal tuo combattimento, questo è il tempo che
il tuo corpo ha
impiegato per guarire.” Disse la seconda.
Tre mesi?
Tre interi mesi sono passati dalla battaglia?
“Devo
andare, devo tornare al campo!”
“Calmati
semidio, presto tornerai al campo, ma prima seguici, poiché
Ladone ha chiesto
di poter parlare con te.” Detto ciò si alzarono,
avviandosi verso la porta. Non
sapendo cosa fare le seguii. Una volta usciti ci trovammo davanti al
drago, ora
disteso vicino l’albero.
“Ah, ragazzo, vedo che ti sei ripreso”. Inizialmente
mi voltai un paio di volte, per assicurarmi di non starmi immaginando
le cose.
Poi, quando vidi le Esperidi ridacchiare, capii che la voce proveniva
proprio
dal drago.
“Ti
devo ringraziare, eroe, erano
millenni che non veniva qualcuno in grado di combattere seriamente
contro di me
e battermi.”
“Ne
sono
onorato. Ora però dovrei andare, sono passati più
di tre mesi dall’ultima volta
che i miei amici mi hanno visto” O almeno da quando
ciò che rimane dei miei
amici mi hanno visto, pensai amaramente.
“Certamente,
però prima ti chiedere
di prendere le mele Perseus…”
Lo
interruppi “Percy, chiamatemi Percy, Perseus mi fa sentire
vecchio.”
“Va
bene, Percy. Ti permetto di
prendere le mele che hai guadagnato battendomi, inoltre mi piacerebbe
donarti
la mia benedizione.”
“La
sua
benedizione?”
“Vedi,
non ho mai incontrato un
semidio come te, e mi sento in debito con te. Nonostante ciò
che è accaduto
l’ultima volta che sei venuto mi hai comunque
risparmiato.”
Spostai lo
sguardo per terra, non sapevo dire. “Va bene”.
Ladone fece quello che mi sembrò
un sorriso, poi si avvicinò a me toccandomi con una delle
sue teste. Le
Esperidi intonarono qualcosa in greco, poi sentii una fitta nel petto,
che mi
fece piegare in due dal dolore.
“Tranquillo,
è normale” mi rispose
Ladone “è
l’effetto della mia benedizione. Ora sei
immune ad ogni forma di veleno, nota e non, inoltre hai una maggiore
resistenza
e forza ed una guarigione accelerata delle ferite.” Guardai il drago estasiato,
quella era davvero
una potente benedizione. Ladone poi si riposizionò sotto
l’albero, facendomi
segno di avvicinarmi.
“Avanti
eroe, te lo sei meritato, hai
diritto a due mele.”
“D-due
mele?
Non dovrebbe essere una mela sola?”
Una delle
Esperidi mi si avvicinò, prendendomi dolcemente per il
braccio, avvicinandomi
all’albero. “Normalmente si, ma questa volta
abbiamo deciso di fare una
eccezione come ringraziamento. Abbiamo capito di non esserci comportate
bene
con Zoe, quindi abbiamo deciso di offrirti una seconda mela come
ringraziamento
per averci fatto capire il nostro errore.”
Mi soffermai
a guardarle, avevano tutte e quattro un’espressione triste e
pentita. “Vi
ringrazio, ma penso che Zoe vi abbia già
perdonato.” Loro mi guardarono prima
con un’espressione stupita e poi sorrisero. La più
anziana si avvicinò
all’albero, cogliendo due mele e porgendomele. “Ora
vai Percy, sono sicura che
i tuoi amici ti stanno aspettando.” Io le sorrisi, poi presi
le mele e mi
voltai, uscendo dal giardino.