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Autore: AdhoMu    24/09/2018    7 recensioni
[Leanne/Montague]
Montague (Kain? Craig? Graham?) e Leanne (di cognome?).
Due personaggi dalle identità confuse e di cui sappiamo pochissimo.
Un incontro inaspettato darà vita ad un rapporto che si svilupperà nei mesi precedenti allo scoppio della Seconda Guerra Magica e che li porterà, con un po' di fortuna, a trovare se stessi l'uno nell'altra.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kain Montague, Leanne, Mary MacDonald, Mulciber
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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17. Una separazione e due ricongiungimenti.

- È... è bellissima, non è vero, Dorcas?
La strega guardò l'amica, un velo di malinconia sulla bella pelle del viso scuro.
- Sì, Mary. Davvero una bellissima bambina.
Mary strinse a sé il fagottino tiepido, cullandolo fra le braccia. La neonata sonnecchiava tranquilla, avvolta nella calda copertina di lana Vello Magico che Mary aveva lavorato ai ferri, con molto amore, nei mesi precedenti. Come da tradizione fra le streghe tessitrici delle Shetland, il bordo della copertina era decorato con le iniziali dell'artigiana: in questo caso una serie di M incrociate, le iniziali di Mary Macdonald.
- Dorcas...
Dorcas Meadowes le strinse affettuosamente il polso, chiedendole implicitamente di fermarsi.
- So quello che stai per dirmi e sai già come ti risponderò, Mary.
L'altra le rivolse un'occhiata così carica di dolore da farle stringere il cuore.
- Non posso farlo. Non posso separarmi da lei.
- Ma lo devi fare. Ti prego, Mary. Ne abbiamo discusso tante volte - Dorcas tratteneva a stento le lacrime mentre parlava, profondamente toccata dalla tristezza della compagna. - Se vuoi regalarle una chance di sopravvivere devi lasciarla qui, al sicuro.
- Ma... ma crescerà senza affetti, senza la sua mamma, senza qualcuno che le voglia davvero bene.
- Ma almeno crescerà! Ascoltami, Mary - continuò la strega. - Ormai è questione di tempo, lo sai anche tu. Ares Mulciber non si darà per vinto finché non ti avrà trovata...
- Maledetto bastardo!... - Mary inveì, la voce rotta dal pianto.
- ... c'è mancato poco che l'altro giorno non facesse la pelle a tutte e due; anzi, a tutte e tre.
Mary non diceva niente, limitandosi a cullare con infinita dolcezza la figlia appena nata.
- Quanto è passato? Una settimana? Dieci giorni? Dammi ascolto, amica mia – proseguì Dorcas, con un filo di voce. – Questo orfanatrofio babbano è l’ultimo luogo in cui a quel cane verrebbe in mente di cercarla.
Quando la compagna alzò gli occhi verso di lei, Dorcas temette di non possedere abbastanza coraggio per continuare a tentare di farla ragionare.
- Come si può? – le chiese Mary in un soffio. – Come si può essere così cattivi?...
Dorcas le carezzò la guancia e poi si avvicinò, abbracciando in un sol gesto la bambina e l’amica.
- Lasciandola qui, tu le stai donando la vita, Mary. Per la seconda volta nel giro di due giorni.
Mary appoggiò la fronte contro la sua spalla e pianse calde lacrime di tristezza e d’amore.

Il cappio si stringeva inesorabilmente intorno al collo dei membri dell’Ordine; i maledetti servi del Signore Oscuro li stavano stanando uno ad uno, ormai. Benji e Sturgis non erano mai tornati dalla sciagurata missione di salvataggio di Mary; un affranto Elphias Doge aveva raccontato ai compagni, che lo ascoltavano atterriti, che lui e Fabian Prewett erano riusciti a sfuggire per un soffio ai mangiamorte prontamente accorsi a Castel Lestrange. I due ex-Tassorosso, invece, erano scomparsi nel fervore dei combattimenti e, di loro, non si era più saputo più nulla.
Proprio come aveva detto Dorcas, neanche due settimane prima Ares Mulciber era quasi riuscito a sorprenderle nel loro nascondiglio. Quando i suoi occhi velati di follia avevano incontrato quelli di Mary, dopo essersi soffermati per qualche secondo sul suo ventre ormai troppo pieno da poter essere nascosto, il mago oscuro le aveva ringhiato:
- Non appena ti sarai liberata di quella creatura indegna, tu tornerai ad essere mia.
Fortunatamente Dorcas, abile come sempre, era riuscita a trarre entrambe d’impaccio sorprendendo Mulciber con uno Schiantesimo colossale (“Avrei dovuto ammazzarlo” aveva commentato in seguito, amareggiata per il fatto di non essere stata capace di freddarlo con un bell’Avada Kedavra). Le due streghe erano riuscite a fuggire e avevano continuato a spostarsi freneticamente da un luogo all’altro, cosa estremamente penosa per Mary, che si trovava ormai al termine della gravidanza. Sembrava quasi che, di Case Sicure, non ce ne fossero più. Le poche rimaste erano difese da Incanti Fidelius potentissimi, tanto che era impossibile trovarle; Mary, dal canto suo, si rifiutava di fare ritorno al Nord per paura di attirare la furia dei Mangiamorte sulla sua famiglia d’origine.
Alla fine, Dorcas era riuscita ad entrare in contatto con una sua “conoscente fidata”, che lavorava sotto mentite spoglie in un orfanatrofio babbano. Costei si era offerta di prendere in consegna il figlio, o la figlia, di Mary; cosicché, quando la piccola era venuta alla luce, le due streghe l’avevano subito portata alla struttura, situata a Londra in quel di Capulet Drive.
Madre Gertrude aveva proposto loro di rimanere all’orfanatrofio per qualche tempo, ma le due si erano viste costrette a declinare l’invito. Troppo pericoloso. Era primordiale andarsene velocemente senza lasciare tracce, per garantire che Ares Mulciber non fosse mai in grado di risalire all’ubicazione della bambina.

Quando giunse il momento di partire, Mary ruppe il silenzio e si rivolse a Madre Gertrude.
- Mi... piacerebbe che la chiamaste Leanne – le disse porgendole la neonata, che aveva abbracciato e cullato a lungo. - Appuntati alla sua copertina ci sono due oggetti che le appartengono e che vorrei le venissero consegnati.
L'anziana suora prese in braccio la piccola Leanne e la strinse con calore. Sulla copertina di Vello Magico scintillavano la piccola fenice d’argento e la spilletta giallonera con l’immagine del tasso.


Leanne corse a perdifiato lungo il sentiero che, costeggiando la scogliera, portava alla residenza di Cormac McLaggen ed Eloise Midgen. Aristide, nonostante l’evidente stanchezza, spiccò il volo e la seguì.
Una volta raggiunta la casa di pietra circondata da ortensie che, ormai, le era familiare, la ragazza fece irruzione in cucina, dove la coppia stava tranquillamente consumando la prima colazione.
- Dov’è Graham?! – urlò, rossa in viso e trafelata per la lunga corsa.
- Buongiorno anche a te – le rispose Cormac, imburrandosi placidamente una tartina.
- Che succede, Leanne?
Eloise si era alzata in piedi di scatto, preoccupata dall’espressione vagamente spiritata dell’amica.
- Aristide! È arrivato Aristide – rispose quella, saltellando da un piede all’altro. – Il... il falcone dei Montague – precisò poi, dato che i due ragazzi la guardavano straniti.
- Ed era proprio necessario, in ogni caso – chiese una voce intrisa di malumore – fare tutto questo casino?
Graham, in piedi sulla porta della cucina, guardava dentro con l’aria di chi è appena stato buttato giù dal letto ed ha, ovviamente, detestato la cosa.
- Graham!
Leanne gli si avventò letteralmente addosso; cosa che, in effetti, non lo fece vacillare minimamente.
- Aristide! Il tuo falcone!... È qui!...
Lo sguardo del ragazzo si fece immediatamente attento, improvvisamente sgombro di ogni cipiglio.
- Ma cosa...?
- Ha portato un messaggio! – aggiunse Leanne, sventolando il rotolino di pergamenta davanti al viso del ragazzo.
Cormac ed Eloise si avvicinarono incuriositi.
- Fermi tutti – grugnì Graham, sfilando il rotolino dalla mano di Leanne e strappandole un’esclamazione di protesta. – Prima dobbiamo avvertire Gree. Expecto patronum!
E così detto agitò la bacchetta, dalla quale fuoriuscì uno scintillante falcone d’argento. Poi il ragazzo sedette al tavolo e, in attesa che la sorella arrivasse (si trovava ospite poco lontano, alle Shetland, nella casa di Amy MacLaggen, più ampia e confortevole), prese a divorare con estremo metodo una mezza dozzina di pagnotte appena sfornate, con profusione di burro di pecora e marmellata di cardo.
- Che c'è? - chiese dopo qualche minuto, accorgendosi del silenzio innaturale che era calato sulla stanza.
Leanne lo guardava stralunata.
- Ma cosa accidenti stai facendo?!
- Ow. A stomaco vuoto si ragiona male - borbottò il ragazzo, continuando a strafogarsi.
E stava pensando che, per Salazar, le colazioni di Eloise erano assolutamente inarrivabili, quando un colpo di bacchetta fece evanescere le vivande che imbandivano la tavola. Graham si voltò verso Leanne, evidentemente contrariato.
- Ma sei fuori?!... - lo redarguì lei, tirandolo (inutilmente) per il braccio. - Vorresti farla venire fin qui con questo tempaccio? Andiamo noi da lei, forza!
Dal canto loro, Cormac ed Eloise avevano già afferrato i rispettivi mantelli. Quando la porta di casa fu aperta, una folata di vento gelido fece ondeggiare le pieghe del kilt del biondo anfitrione. A Graham non restò altro da fare che non alzarsi dalla sedia, sbuffando rassegnato e consolandosi con il pensiero che, anche da Amy, le colazioni erano tutt'altro che parche.

Si erano portati dietro Aristide, che ora becchettava beato uno speciale mangime ricostituente a base di scaglie di drago. Con lo stomaco opportunamente riempito, Graham era riuscito a recuperare la consueta attenzione; e ce n'era davvero bisogno, dato che il biglietto consegnato loro dal rapace si era rivelato foriero di perplessità e di sorprese.
Per prima cosa, non erano stati né il signor Montague né sua moglie a redigerlo, bensì un non meglio precisato mittente che si firmava con l'anonima sigla "S. A. M."
Il messaggio, vergato con una calligrafia ordinata ed elegante, era breve, ma conteneva informazioni di importanza epocale:
Eean Avery è vivo e sta bene;
L’ho curato personalmente ed è ora nascosto in un luogo sicuro.
Sono disposto a rivelarvi dove si trova ad una condizione, che esporrò solo ed unicamente alla signorina Kaplett.
Mi farò trovare in attesa tutti i martedì alle 14.37, ai piedi dell’orologio del binario 19 della stazione di King’s Cross.
S. A. M.

Non appena Graham l'aveva letto ad alta voce ai presenti, assembrati attorno alla tavola del tinello dei signori McLaggen, Greta era stata incapace di trattenere un grido e si era tappata la bocca con le mani. Leanne le aveva circondato le spalle con il braccio, un po' preoccupata. Non voleva che un eccesso di agitazione potesse fare del male a Plin.
- Eean... - mormorò Greta, con un filo di voce.
E mentre tutti gli altri parlottavano allo stesso tempo, sovrapponendosi gli uni agli altri, Leanne appellò il calendario dalla parete per verificare che giorno della settimana fosse e quando sarebbe caduto il prossimo martedì.
- È dopodomani!...
Altri brusii sommessi; cominciarono a fioccare piani e macchinazioni. All'improvviso, però, la voce profonda di Graham s'impose sul cicaleccio.
- Non se ne parla nemmeno.
Tutti si girarono di scatto verso di lui, guardandolo attoniti.
- Non se ne parla nemmeno - ripetè il ragazzo, stringendo gli occhi. - Leanne non va da nessuna parte. Potrebbe essere una trappola. Troppo pericoloso.
La ragazza saltò in piedi.
- Ma cosa accidenti dici, Graham? Si tratta di Eean!...
- Ah, e chi lo dice?
- Il messaggio...
- E chi cazzo l'ha scritto, sto messaggio? Tu lo sai? Perché io, personalmente, non lo so.
Leanne ammutolì, interdetta. Sulla tavolata calò un silenzio denso, che però venne ben presto rotto dal suono di una voce bassa e melodiosa.
- Io questa grafia l'ho già vista.
Eloise, la fronte aggrottata, girava e rigirava fra le mani il pezzo di pergamena.
- Guarda anche tu, Corm - soggiunse la ragazza, porgendo il bigliettino al fidanzato che, seduto accanto a lei, aveva posato il mento sulla sua spalla.
- Ho già guardato.
- Sì, ma guarda di nuovo...
Cormac tese il collo oltre la spalla della compagna per rileggere il messaggio.
- Che mi venga un colpo! - esclamò il ragazzo, menando una manata sul tavolo. - Con tutti i votacci che mi ha dato in Pozioni al sesto anno... avrei dovuto riconoscerla subito!
- Spiegati meglio, Cormac - Leanne non stava più nella pelle dalla curiosità. Lei, in quelle righe, non ci aveva visto nulla di familiare.
- Ne sono certo: è la grafia di MacDandy!... Sei un genio, Ellie!... - disse McLaggen mentre sua madre Amy, che adorava Eloise (per troppo, troppo tempo aveva temuto che il suo adorato figliolo non si sarebbe mai accasato), stringeva con affetto il polso della ragazza e le riempiva il piatto di biscottini a forma di pecora.
Graham guardò l'ex-Grifondoro sbattendo le palpebre, un po' stranito.
- Mac... MacDandy? E chi accidenti è?
- Il professor Macnair, l'assistente di Piton - rispose Eloise, tendendogli il biglietto. - "Sebastian A. Macnair".
- E perché diavolo lo chiamate così?! - domandò Graham, che proprio non riusciva ad attribuire un soprannome ludico al suo inquietante ex compagno di Casa ed ex professore.
Cormac fece un risolino.
- Oh, beh. Ma questo è il nomignolo più sobrio... avresti proprio dovuto sentire gli altri - rispose a Graham, che lo guardava stringendo gli occhi. Cormac, ovviamente, alludeva agli appellativi di apprezzamento che le compagne, Leanne inclusa, solevano attribuire all'assistente di Pozioni, un tipo quantomeno gelido ma universalmente riconosciuto come assai belloccio dalle studentesse tutte.
- Okay, okay - tagliò corto Leanne, un po'imbarazzata. - Diciamo che il mittente del messaggio è davvero il professor Macnair. Il punto è: che cosa vuole da me?
A quel punto Greta tossicchiò e prese discretamente la parola.
- Io penso... che abbia bisogno di un qualche tipo di favore.
- In che senso, Gree?
- Beh, signora Amy... - cominciò Greta, scegliendo accuratamente le parole. - È stato lui a permetterci di scappare da Villa Montague quando lui e i suoi compari hanno fatto irruzione a casa nostra. Ed è stato lui a... a salvare Leanne quando... quando Avery...
- Non una parola di più, Greta - ringhiò Graham, il quale avvertiva un terribile prurito alla bacchetta e alle mani al solo pensiero di Aidan Avery.
- Va bene - convenne Greta, facendogli cenno di calmarsi. - Insomma: gliene dobbiamo una; soprattutto Leanne. Ed ora - continuò la giovane strega, con il groppo in gola - pare che anche Eean gli debba molto.
- Ma come facciamo a fidarci? - chiese Graham in tono polemico. - Ci ha lasciati andare: va bene. Ma è pur sempre schierato dalla parte del Nemico.
Leanne gli si infilò sotto al braccio, immensamente orgogliosa di lui (una volta di più) nel sentirlo etichettare il Signore Oscuro e i suoi seguaci come "il Nemico". Per uno che era stato membro della Squadra di Inquisizione, si trattava proprio di una metamorfosi fantastica.
- Secondo me si potrebbe tentare - intervenne Amy MacLaggen, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, intenta a vezzeggiare Eloise. - Sempre che Leanne se la senta, beninteso. Questa persona le ha chiesto di incontrarsi con lei in un luogo pubblico e molto frequentato. Con i giusti accorgimenti, non dovrebbe trattarsi di un appuntamento eccessivamente pericoloso.

Nonostante gli strepiti, le proteste e i tentennamenti di Graham, si decise che il contatto andava per lo meno tentato.
- Ragiona, Graham: è molto, molto plausibile che Eean si trovi con lui - continuava a ripetergli Leanne per convincerlo. - Macnair era presente quando tuo cognato si è sacrificato per favorire la fuga di Greta e Plin.
Per questioni di sicurezza, comunque, fu organizzata una sorta di sopralluogo sul posto in cui era stato fissato l'appuntamento: il primo martedì Leanne non si fece viva, ma Amy McLaggen e il marito, cui Macnair era stato descritto con dovizia di particolari, si trovarono a transitare "casualmente" per il binario 19 della stazione di King's Cross. Quando fece ritorno al Nord, però, la coppia riferì di non aver notato nessuno che corrispondesse alla descrizione fornita loro dai ragazzi.
Pertanto, si era già alla seconda metà di ottobre quando Leanne, avvolta in un caldo cappotto babbano che Eloise aveva abilmente sottratto ai vicini, si presentò all'appuntamento, visibilmente inquieta.
La ragazza sapeva che Graham e i suoi amici si trovavano poco lontano, sotto mentite spoglie, camuffati fra la folla che gremiva la stazione; l'idea di stabilire un contatto con un esponente del nemico, però, l'innervosiva parecchio.
Un'occhiata all'orologio appeso sopra la sua testa le confermò che Macnair (sefosse arrivato) si sarebbe presentato a momenti: erano le 14.35. Leanne si guardò intorno, col cuore che le martellava nel petto.
Le 14.37. Niente.
Le avrebbe dato buca?
Le 14.45.
Una mano si strinse improvvisamente sulla sua spalla; poi, improvvisamente, un velo semitrasparente calò su di lei.
- Sttt - le intimò una voce dal timbro basso e graffiante, impedendole di gridare.
Leanne si voltò. Due occhi chiari come l'acqua, appartenenti ad un giovane mago alto ed abbigliato in modo impeccabile, la fissavano impassibili, reiterando implicitamente il messaggio: zitta e ascolta .
- Ma cosa... dove... - bisbigliò Leanne, confusa.
- Incantesimo di Disillusione Tessile - spiegò lui, secco. - Non ci possono vedere, ma dobbiamo fare alla svelta. Prendi questa, presto.
Leanne afferrò la scatola che lui le porgeva.
- Dentro c'è la bacchetta di Eean Avery, come prova del fatto che si trova con me.
- Dov'è? - lo incalzò lei, impaziente.
- Calma. Ogni cosa a suo tempo. Sono disposto a dare questa informazione soltanto ad una persona. E questa persona non sei tu.
- E perché, allora - chiese Leanne, facendo tanto d'occhi - hai fatto venire me?
Lui le rivolse un'occhiata ovvia.
- Perché tu sei, attualmente, la mia unica speranza di mettermi in contatto con lei.
- Oh. E chi...?
- Alicia Spinnet.
Lì per lì, Leanne fu tentata di mentire. Sapeva benissimo dove si trovava Alicia ma, chiaramente, non glielo voleva dire.
- Ma io non so...
- Non mi interessa - tagliò corto lui. - Trovala e consegnale la fialetta che ho messo nella scatola. Dille di guardare il ricordo in essa contenuto e pregala di stare molto, molto attenta, perché il Signore Oscuro è interessato alle opali magiche che suo padre estrae in Australia. L'ordine di catturarla è già stato diramato.
- E chi mi dice che non la vuoi catturare tu?
Il ragazzo proruppe in una risatina afona.
- Catturarla, io? Beh, in un certo senso è così, suppongo. Ma non in quel senso. E comunque - aggiunse, stringendo il gomito di Leanne - dille di presentarsi qui, stessi giorni e stesso orario, ed io le rivelerò dove si trova Eean. È tutto.
Leanne lo fissò.
- Ma perché...?
- Non sono affari tuoi. Vai, ora - la zittì Macnair, per poi soggiungere: - E dì a Montague che quel suo travestimento da folletto è ridicolo. Con la stazza che si ritrova... cosa accidenti pensava di fare?!

Le ragazze Grifondoro erano unite da legami d'amicizia molto solidi, e Bastian Macnair lo sapeva bene. Leanne era molto amica di Katie Bell; la Bell, a sua volta, intratteneva con Alicia Spinnet rapporti quasi fraterni.
Fu quindi molto, molto facile entrare in contatto con l'ex-cacciatrice del Grifondoro attraverso i canali di Radio Potter. Man mano che l'autunno avanzava portando con sé notizie sempre più buie, i membri della stazione radiofonica dissidente erano sempre più occupati; Alicia, però, promise che si sarebbe recata a Stenness non appena le fosse stato possibile. E così fu.
Quando la combriccola del Nord le espose i fatti, la ragazza trasecolò.
Macnair era una sua vecchia conoscenza, non solo nelle vesti di professore (era stato assistente di Piton quando lei frequentava il settimo anno di Pozioni insieme a Graham) ma anche perché, quando Alicia era al primo anno, l'ex-Serpeverde, di qualche anno più grande di loro, aveva tormentato a dovere lei e il suo ornitorinco domestico, Uluru, minacciando di farlo sopprimere da suo zio Walden, il boia. Poi, quando Alicia si trovava al terzo anno e lui al settimo, Macnair le aveva proposto di uscire insieme; quell'invito era stato causa di un profondo disagio, rievocato in tutta forza quando la ragazza, una volta diplomata, aveva iniziato a lavorare da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch e lui aveva ricominciato a girarle intorno.
Fosse stato per lei, non avrebbe mai accettato di incontrarlo, perché Macnair la terrorizzava; tuttavia, profondamente toccata dalla gravidanza avanzata di Greta Montague (che, avendo saputo che il marito era vivo, sperava di ritrovarlo prima della nascita del bambino) Alicia si arrese.
A corroborare la sua decisione di intervenire, contribuirono poi due fatti decisivi.
Prima di tutto, un provvidenziale racconto di Carbry Bell e Morag McDougall che, per una fortunata coincidenza, erano rientrati alla base proprio in concomitanza con la visita della Spinnet. I due medimaghi riferirono che, in uno dei loro vagabondaggi a bordo dell'Ambulatorio Volante con il quale portavano aiuto ai feriti di guerra, erano stati fermati da un manipolo di Mangiamorte, ma che ne erano usciti illesi perché Bastian Macnair, che faceva parte del gruppetto, aveva "finto" di non riconoscere Carbry, nonostante sapesse perfettamente chi fosse dato che i due erano stati compagni di stanza allo studentato dell'Università di Cambridge.
Poi c'era la questione del frammento di ricordo che Macnair le aveva fatto pervenire tramite Leanne. In assenza di un Pensatoio dove poterne prendere visione, fu necessario usare una Pozione speciale preparata dallo stesso Macnair e anch'essa inserita nella scatola, attraverso la quale era possibile trasformare un qualsiasi piatto di ceramica in un decodificatore di pensieri.
Nel frammento, risalente all'incirca ad un anno e mezzo prima, Alicia invitava il ragazzo a recarsi con lei in Australia.
La Spinnet guardò e riguardò il ricordo con aria stupefatta. Non riusciva a capacitarsene, perché non ricordava assolutamente di avere mai pronunciato nulla di simile; ciò, tuttavia, le mise la pulce nell'orecchio, soprattutto alla luce di un biglietto aggiuntivo in cui Macnair le diceva:
Aussie,
Molte cose tu non le puoi ricordare perché, al termine del tuo settimo anno, sono stato costretto ad obliviarti. Credo sia giunto il momento di restituirti i ricordi; primo, perché il Signore Oscuro ti cerca a causa delle opali di tuo padre, e io sono preoccupato per te. E secondo, perché mi manchi.
Ti aspetto alla stazione.
Basteen.


Alicia si recò all'appuntamento e Bastian Macnair mantenne la parola data.
Leanne, Graham, Cormac ed Eloise trovarono Eean esattamente dove era stato detto loro; nella soffitta dismessa di un vecchio teatro di Glasgow. Nonostante Macnair, somministrandogli apposita pozione, l'avesse mantenuto in uno stato catatonico, il giovane mago stava bene e si era ripreso dal colpo inflittogli dal suo sciagurato fratello il giorno in cui aveva tentato la fuga insieme a Greta.
La soffitta era protetta da una serie di complicatissimi incantesimi di Alta Disillusione ma Graham, con le abilità che aveva maturato durante il corso di Spezzaincantesimi, era riuscito facilmente a valicarli.
E così Eean Avery riuscì finalmente a ricongiungersi alla moglie; e quando, alla fine di novembre, si decise a venire alla luce con l'aiuto di Carbry e Morag ostetrici improvvisati, la piccola Plin trovò il suo papà pronto a stringerla fra le braccia.
E nonostante il clima sempre più cupo che ammantava d'ombra e tristezza i membri della Comunità Magica tutta, il Natale a Stenness fu luminoso e sereno: il clan McLaggen allargato festeggiò in presenza della famigliola Montague (il nome Avery era stato temporaneamente radiato dalle conversazioni), con Leanne e Graham, padrini orgogliosi, intenti a disputarsi la neonata, dotata di un principesco corredino di Vello Magico.

Note:
1) Per l'appuntamento in stazione in un determinato giorno/ora della settimana ho preso spunto dallo splendido film Slumdog Millionnaire.
2) Questo capitolo si collega alle già citate storie L'Assistente di Pozioni (incentrato sulla coppia Macnair/Spinnet) e La Cura Universale (dedicato a Carbry e Morag). Spero sia comprensibile anche da parte di coloro che non li avessero letti. In ogni caso, il soprannome "Aussie" è stato dato ad Alicia in quanto australiana, mentre "Basteen" è il modo di Alicia, per l'appunto all'australiana, di pronunciare il nome "Bastian". Qualche parola sul ricongiungimento finale di Bastian e Alicia, nel prossimo capitolo.
3) Il capitolo è costruito sull'idea del contrasto. Le diverse sorti di Leanne e Plin, in primis; ma anche la diversità di carattere fra Mulciber e Macnair, opposti rappresentanti della stessa medaglia.
   
 
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