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Autore: Harley Sparrow    01/10/2018    2 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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III

IL TASSO E LA SERPE

Il week-end movimentato che si erano appena lasciati alle spalle fece ridimensionare notevolmente le bravate dei ragazzi del quinto anno. Margaret non smetteva di pensare agli occhi del preside che la fissavano con disapprovazione e delusione, e la voglia di fare una festa al mese come aveva fantasticato con Frannie era scomparsa quasi del tutto.
Guardava me, ne sono sicura” aveva ripetuto agli amici, che alla colazione del lunedì continuavano a sminuire l’importanza del discorso tenuto dal professore due sere prima.
“Ah, Ed, tu non lo sai perché eri troppo occupato a fare il sostenuto con tuo fratello…!” disse ad un certo punto Jasmine, guardando prima una Margaret completamente smarrita e poi una Fran che aveva inteso cosa stava per dire e annuiva ridendo, cercando di non farsi andare di traverso il succo di zucca.
“Cosa?” chiese Edmund sfogliando annoiato la Gazzetta del Profeta.
“Non ci provare, Jas!” esclamò Margaret che, vedendo lo scambio di sguardi tra le due amiche, aveva capito cosa stavano per rivelare.
“Dai, Mag, deve sapere anche lui con che razza di persona sta in compagnia!” disse Fran dandole una gomitata amichevole.
La ragazza sbuffò sonoramente, appoggiò la fronte alle mani, si afferrò i lunghi capelli ricci e nascose il viso a Edmund e a Jasmine, che erano seduti davanti a lei. Era troppo imbarazzante guardarlo negli occhi. Notando questo comportamento da parte delle amiche il ragazzo chiuse il giornale e fu tutto orecchi.
“L’altra sera, dopo il discorso di Silente, Mag ha scritto una lista di cose, tipo atteggiamenti, che sbaglia, come il non prendere sul serio la scuola” disse Jasmine sorridendo.
“O l’aver deluso Silente” aggiunse Fran ridendo senza curarsi dell’amica accanto a lei.
“…O non fare abbastanza compiti ogni giorno…”
“…O di chiacchierare troppo durante le lezioni di Ruf!”
Mag ringraziò che non avessero rivelato anche le parti più private su Philip.
Sentendo quel che raccontavano, Ed scoppiò a ridere e rischiò di soffocare nel suo tè. Mag se ne stava ancora coperta dai capelli, ma sentendo l’amico ridere iniziò a sorridere, poi a ridere della sua stessa stupidità. Per un momento Fran e gli altri la guardarono in preda ai sussulti e pensarono con imbarazzo che stesse piangendo, ma poi Mag si portò indietro la chioma di capelli e capirono che era anche lei scossa dalle risate.
“Mi prenderete in giro per tutta la vita per questo, vero?” chiese fingendosi infastidita “Sono una scema, lo so, grazie”
“…Sei sicura di non essere una Corvonero?” chiese Edmund ridendo, ricevendo una smorfia a metà fra il divertito e lo stizzito da Mag.
“Dai, Mag, lo sai che ti amiamo anche per questi tuoi attacchi di secchionaggine” disse Fran cingendole le spalle per darle un breve abbraccio.  
Uscirono dalla Sala Grande ridendo ancora e si diressero verso l’aula di Lupin per la lezione, che fu interessante come lo era stata la prima. Lupin era un insegnante davvero bravo, sia per la preparazione accademica, sia per la gentilezza con cui trattava tutti gli studenti, cercando di far partecipare anche i più timidi o scarsi. Era davvero impossibile non amarlo, o perlomeno apprezzarlo. Certo, non era difficile dopo Raptor e Allock.
Dopo pranzo Margaret e Laets si incamminarono verso la lezione di Aritmanzia, mentre Ed, Jas e Fran andarono verso la biblioteca per studiare.
*
“Ho bisogno del mio gatto” si lamentò Mag mentre si dirigevano verso le rispettive sale comuni a lezione finita.
“A chi lo dici! Dovrebbero permetterci di portarne di più, io con una cucciolata mi sentirei più a mio agio” rispose Laetitia con aria sognante. Odiava Aritmanzia, ma le era stato detto che per insegnare era necessario frequentare anche quel corso. Quel giorno i calcoli numerici erano stati davvero difficili, le due ragazze erano riuscite a risolverli solo a fine lezione, grazie a un lampo di genio di Mag.
Ridendo, arrivarono davanti alla scalinata che portava alla torre dei Corvonero.
“Ci vediamo a cena, ciao!” salutò Laets incamminandosi verso la sua Sala Comune, mentre Mag scese le scale che portavano ai sotterranei.
Quando entrò nella Sala Comune notò con piacere che era silenziosa e quasi del tutto deserta. A volte, soprattutto prima e dopo le partite di Quidditch, era invivibile e lei e i suoi amici andavano a nascondersi nel cortile per qualche ora. All’angolo, vicino a una finestra, Edmund sfidava a scacchi un nuovo malcapitato; passò a salutarlo velocemente. Un altro gruppo di ragazze del settimo anno parlava in maniera concitata attorno a un tavolino basso. Sparsi qua e là c’erano alcuni ragazzi che studiavano; infine alcuni membri della squadra di Quidditch parlottavano fra loro.
Mag posò la borsa e si sedette su un divanetto vicino al camino; svuotata dalla voglia di studiare prese un libro che gli avevano regalato i suoi nel mondo babbano e iniziò a leggere. In quel momento il suo gatto bianco e grigio le balzò sulle gambe.
“Jaime!” disse dolcemente, gli accarezzò la testolina e attese che si accucciasse vicino a lei. Poco dopo arrivò Edmund con una strana espressione dipinta sul volto. Si sedette in silenzio sul divanetto su cui si trovava l’amica ma non disse nulla e si limitò ad accarezzare il gatto che stava facendo le fusa beatamente.
“Sai dove sono Fran e Jasmine?” chiese Mag senza distogliere lo sguardo dal libro, ma guardandolo di sottecchi.
“Uhm… Jas credo che sia alla Voliera, mentre Fran è andata a insegnare a Tony quella cosa con la bacchetta, cioè, senza bacchetta” disse distrattamente, sorridendo in maniera impercettibile.
“Ah” disse semplicemente la ragazza, e tornò a leggere.
Rimasero in silenzio per un po’, poi, vedendo che l’amico stava per scoppiare, Mag riprese la parola, senza però distogliere gli occhi dal libro, anche se aveva smesso di leggere dal momento in cui Ed si era seduto accanto a lei.
“Dopo quante mosse l’hai battuto?” chiese con un sorrisetto.
Il ragazzo, che aveva continuato ad accarezzare il gatto, aveva sorriso con orgoglio, rispondendo con una sola parola: “Cinque”.
“Sei incredibile” scosse la testa lei posando il libro.
“No, sono bravo!”
“Certo, certo” sorrise la ragazza a mo’ di sfida. Rimasero in silenzio per un po’, poi Edmund le chiese che cosa stesse leggendo. Lei finalmente distolse lo sguardo dalle pagine e mostrò il libro. Parlarono un po’ dell’autore babbano che sembrava essere uno degli idoli della ragazza, un certo Stephen King, poi un ragazzo della squadra di Quidditch venne a chiamare Edmund per una riunione straordinaria e Mag poté continuare a leggere il suo libro in pace, anche se la compagnia di Edmund non le dispiaceva mai.  
*
Intanto Fran era alle prese con una forte tempesta emotiva, di quelle che solo Anthony “Tony” McMartian era in grado di farle sentire. Rimanendo fedele alla promessa di insegnare al ragazzo come lanciare incantesimi senza bacchetta, alle 15:30 era uscita di corsa dalla Sala Comune e lo aveva aspettato per almeno dieci minuti davanti all’aula prestabilita, che in quell’orario rimaneva sempre vuota.
Quando lo aveva visto arrivare le era balzato il cuore in gola.
“Quando hai imparato a non usare la bacchetta?” chiese il Tassorosso mentre entravano di soppiatto nell’aula.
“Oh, beh, non so se ti ricordi, ma al terzo anni ho fatto un semestre all’estero, nella scuola di Uagadou” rispose sorridendo nervosamente.
“Per un attimo ho pensato che il tuo Molliccio ti prendesse, e invece sei stata davvero grande!”
“Sì, alla fine sono riuscita a riprendermi” disse cercando di non sembrare troppo piena di sé per i complimenti, anche se in effetti un po’ lo era.
“…Ero curioso di sapere quale sarebbe stato il mio Molliccio, peccato che Lupin abbia interrotto la lezione!”
“Se vuoi un giorno andiamo nella Foresta Proibita a caccia di un Molliccio!” propose Fran seria. il ragazzo scoppiò a ridere e si sedette su un banco.
“Ma che dici, se lo scoprisse Silente ci trasformerebbe in due elfi domestici per punizione!”
Alla fine avevano passato quell’oretta di “ripetizioni” a parlare dell’Africa e delle esperienze dell’uno e dell’altra seduti su due banchi abbastanza vicini. Fran all’inizio era paonazza, poi, guardando il volto tranquillo del compagno, i suoi nervi si distesero e iniziarono a parlare di Uagadou e di tutto ciò che aveva imparato in quella vacanza durata un mese. Parlare con Tony non era affatto difficile, anzi, era rilassante.
“…E poi la maggior parte dei maghi sono Animagi, l’ho scoperto quando alla lezione di Trasfigurazione mi sono ritrovata in una classe occupata da leoni, zebre e leopardi…” raccontò la Serpeverde.
“Ma lo sapevi che erano persone o ti sei spaventata?” chiese il ragazzo, rapito dal racconto.
“L’ho scoperto quando un leone, il prof, mi ha detto in tutta tranquillità ‘Siediti pure, cara’” disse Frannie sorridendo al ricordo.
“A me piacerebbe trasformarmi in un cane, di quelli grossi!” sospirò Tony “Ma qui non è una magia particolarmente apprezzata”
“Quando avrò un po’ di tempo libero voglio imparare come si fa, così quando tornerò in Africa non sarò ‘quella diversa’” disse Frannie “E poi è vero, gli Animagi sono sottovalutati. Io per esempio, se potessi trasformarmi… Che ne so, in un fennec o in una libellula, tornerei molto utile al Ministero o a chi per esso” aggiunse saggiamente.
Non impararono nulla sull’utilizzo delle bacchette. Rimasero a parlare tutto il tempo, e quando passò l’ora Tony disse che aveva l’allenamento di Quidditch, il primo dell’anno, e che doveva correre via. Fran lo accompagnò per un tratto, poi lo salutò con il cuore a mille.
Solo quando il ragazzo svoltò verso la propria Sala Comune, a Fran venne in mente Oliver. Lo aveva visto poco prima che iniziasse la lezione di Lupin, si erano baciati, avevano scambiato due parole e da quel momento aveva smesso di pensare a lui. Si sentì molto strana, non capiva come mai non riusciva a togliersi il sorriso dalla faccia dopo aver salutato Tony e non capiva come mai il pensiero di Baston invece le metteva così tanta ansia. O meglio, lo sapeva, ma glielo aveva detto che voleva divertirsi un po’, no?
“Ma Baston si divertirebbe a sapere che dai “ripetizioni” al ragazzo che hai deciso che sposerai?”
Fortunatamente era arrivata davanti alla porta della Sala Comune quando la domanda sgorgata dalla sua coscienza le si formulò nella mente, perciò decise di reprimere quel senso di colpa che aveva appena iniziato a rosicchiarle la felicità e quando superò il passaggio era tornata sorridente come lo era stata mentre parlava con Tony.
Quando entrò vide Mag e Edmund circondati da una piccola folla di ragazzi, intravide anche Miles, una ragazza del suo anno con cui parlava molto poco. Si avvicinò incuriosita e notò che Flint, il capitano della squadra di Quidditch, parlava con Mag, mentre Edmund ascoltava con le braccia conserte e l’accenno di un sorriso sul volto.
“Allora ci vediamo dopodomani, Rosander” la salutò stringendole la mano, ricambiato da una sorridente Margaret. Il gruppo si allontanò lasciando Ed e Mag da soli, che si scambiarono due parole prima che Fran li raggiungesse.
“Che succede, ragazzi?” chiese lasciando che i sorrisi dei due la contagiassero.
“Mag prenderà il posto di Draco per un paio di mesi, come Cercatore!” disse Ed entusiasta.
Fran la guardò: la ragazza non riusciva a celare l’agitazione, ma comunque sorrideva con modestia.
“Non mi alleno da più di un anno, non so se farò bella figura” iniziò la ragazza “Ma sono felice che mi abbiate chiesto di tornare in squadra!” disse poi rivolgendosi a Edmund, che giocava da Battitore.
“Beh, gli allenamenti servono ad allenarsi, fino a prova contraria!” rise il ragazzo.
“Sì ma… Non so” sospirò incerta Mag avvicinando a sé il gatto mezzo addormentato.
“Coraggio, Rosander, è una bellissima notizia!” disse Fran sedendosi accanto a lei.
“Almeno non giocherai contro Potter!” disse Edmund dandole un buffetto sulla spalla.
“Che vuoi dire?” chiese Fran voltandosi verso di lui.
“…Che su richiesta di qualcuno – Mag scandì “Draco” senza troppe cerimonie – hanno rivisto il calendario del campionato e Serpeverde si scontrerà con Grifondoro questa primavera, non più a ottobre. La prima partita sarà contro i Tassorosso, tra poco più di un mese”
“Beh, evito Potter ma intanto mi becco Diggory, che gioia” disse Mag con sarcasmo.
“Ora basta, tu sei bravissima e aspetta di ricominciare gli allenamenti prima di piangerti addosso”
Mag rispose con un “Mh” incerto ma tornò a sorridere. Amava giocare a Quidditch. Al secondo anno si era presentata alle selezioni per il nuovo Cercatore ed era stata presa. Serpeverde aveva vinto la Coppa del Quidditch per due anni consecutivi, poi però era arrivato Potter e al suo terzo anno si era vista sconfitta per la prima volta in vita sua. Poi era arrivato Draco, e la squadra aveva dovuto decidere se tenersi un Cercatore quasi imbattibile o se accettare dei manici di scopa ultimo modello e un Cercatore non del tutto eccelso, anche se bravo. Ci era rimasta molto male per come era stata buttata fuori dalla squadra, anche se le avevano proposto di continuare gli allenamenti, ma lei li aveva abbandonati, del tutto demotivata. Anche Edmund era membro della squadra di Quidditch da anni, giocava nel ruolo di Battitore ed era molto bravo.
“…E se hanno qualcosa da dire sulle tue prestazioni sportive, sarò io a dirne quattro a Flint” concluse Edmund sorprendendo le due ragazze. Solitamente stava dalla parte di Malfoy, ma tutti sapevano che ormai il braccio del ragazzo era tornato quasi come nuovo, quindi non c’era bisogno di fare tutta quella scena.
Queste parole illuminarono un po’ il viso di Mag, che capì che alla fine avrebbe risolto i suoi problemi di autostima solo giocando, come era sempre stato anche nel mondo babbano, quando giocava in una squadra di pallavolo.
Jasmine non si fece vedere fino all’ora di cena. Disse che era stata alla Voliera per spedire una lettera a suo padre e nel frattempo aveva incontrato Laetitia, così avevano studiato insieme per Astronomia. Dopo cena rimasero a chiacchierare nella Sala Grande con Laets, poi andarono a dormire presto.
“Mi sono dimenticata di chiedertelo! Com’è andata con Tony?” chiese Mag mentre si mettevano il pigiama.
“Uhm, bene” rispose la ragazza rimanendo vaga.
“Non parlatene senza di me!” urlò Jasmine dal bagno, le due sorrisero. Quando uscì si sedette a gambe incrociate sul letto di Mag, che rimase interdetta dal momento che stava per coricarsi, e chiese di raccontare tutto.
“Alla fine non gli ho insegnato un bel niente perché abbiamo parlato per tutto il tempo” rispose Fran con aria sognante. Aveva deciso, per il momento, di tenersi per sé i dissidi interiori.
“E di che avete parlato?” chiese Mag incuriosita.
“Oh, dell’Africa, del Quidditch… Alla fine abbiamo deciso di rivederci” spiegò Fran “La prossima volta che torno in Africa sarò con lui, me lo sento” concluse abbracciando affettuosamente un cuscino.
Jasmine rise allegramente, Mag si chiese cosa ne avrebbe pensato Baston di tutta quella faccenda, ma decise di non guastare la felicità dell’amica e di rimandare l’argomento spinoso ad un altro momento. Per fortuna di Fran, la discussione deviò su Aladdin e sul fatto che Jasmine iniziava a chiedersi per quale motivo lui non si fosse ancora dichiarato.
“Forse il suo Molliccio è la risposta” rispose pensierosa Fran.
“Che vorresti dire?”
“Beh, viene da un ambiente molto umile… Forse non si sente alla tua altezza” rispose l’amica.
“Ma è assurdo, lo sa benissimo che io non guardo queste cose!”
“Davvero lo sa?” chiese Mag, inserendosi nel discorso.
“Ma certo, quando ci siamo conosciuti sembravo tutt’altro che ricca!” disse la ragazza con veemenza.
“Sì, certo, ma poi ha scoperto che sei la figlia dell’uomo più ricco d’Arabia!”
“…Lui invece viene dai sobborghi più poveri” aggiunse Mag pensierosa.
Jasmine non riuscì ad aggiungere altro per controbattere. Purtroppo era la verità. Decisero di dormire, anche se non erano del tutto serene.  
*
Ritornare a volare e a giocare in squadra non fu per niente difficile per Mag. Dopo cinque minuti sospesa in aria, tutte le paranoie che si era fatta in quei giorni scomparvero nel nulla.
Lucius Malfoy, per mostrare a tutti che era ricco, aveva donato alla Squadra un paio di Nimbus 2001 in più, e quindi anche lei poté godere della velocità di queste magnifiche scope. Fortunatamente nessuno ancora era entrato in possesso di una Firebolt, quindi la Casa Serpeverde vantava la squadra meglio attrezzata di tutta Hogwarts.
Si era recata insieme a Edmund e alla compagna Miles verso gli spogliatoi, piuttosto tesa. Edmund lo aveva percepito ma non era molto bravo a tirare su il morale delle persone, mentre Miles non faceva che parlare di quanto fossero forti gli avversari, descrivendone minuziosamente le doti sportive. Ogni tanto Mag rideva nervosamente e faceva una battuta, del tipo “Tanto moriremo tutti”, facendo ridere Ed ma non Miles, che invece era molto seria. Alla fine Mag capì che la ragazza era decisamente più tesa di lei.
Fortunatamente erano ormai arrivati.
“Come sappiamo, la prima squadra che incontreremo sarà Tassorosso” prese parola il Capitano Flint “Hanno dei giocatori abbastanza bravi, soprattutto il Portiere e il Cercatore” e dicendo ciò guardò i tre Cacciatori e Mag, che sarebbero stati i principali avversari di McMartian, il Portiere, e di Cedric Diggory, il Cercatore. “Per oggi facciamo un paio di partite per vedere quanto ci siamo arrugginiti durante l’estate, ma dalla prossima volta dovremo allenarci in modo serrato.” continuò afferrando la sua scopa. Gli altri fecero lo stesso.
“Oh, un’ultima cosa! Se avete tempo nelle prossime settimane fate un giro qui al campo per vedere gli allenamenti delle altre squadre, così sappiamo già che tipo di giocatori trovarci davanti. E ora in sella!”
Dopo un paio di giri del campo Mag era già tornata nel suo elemento.
Marcus urlava ordini in continuazione, tanto che ad un certo punto si ritrovò davanti al portiere e si dimenticò di avere in mano la Pluffa, se ne accorse quando gli urlò “Beh, che avete da guardare?!”
Risero tutti per cinque minuti buoni. La prima partita era abbastanza lontana, così il primo allenamento se lo godettero in tutta serenità. Dopo una mezzora di gioco finalmente Mag vide il boccino d’oro e si lanciò al suo inseguimento. Con la sua vecchia Comet fornita dalla scuola – prima di arrivare a Hogwarts non sapeva dell’esistenza del Quidditch – sarebbe arrivata al boccino così lentamente che sicuramente Diggory glielo avrebbe soffiato sotto al naso, mentre con la Nimbus 2001 lo raggiunse in meno di venti secondi.
“Preso!” gridò per porre fine al gioco, accolta da vari applausi.
Alla fine dell’allenamento erano tutti abbastanza rasserenati: l’assenza di Draco forse non avrebbe significato la sconfitta. Mentre si incamminavano verso il castello, Edmund le disse che Draco era abbastanza bravo, solo Potter e Diggory lo avevano battuto l’anno precedente. Rispetto a Mag aveva i riflessi più pronti, ma si distraeva troppo, soprattutto quando era preda del suo folle agonismo contro Potter, quindi non c’era nulla da temere.
Quando entrarono videro Frannie seduta su un divanetto a chiacchierare con Malfoy. Si avvicinarono incuriositi, il sorriso di Mag si era smorzato un po’ alla vista di quel ragazzo poco gradito. Quando Fran li vide le si illuminò il viso, li salutò e fece loro cenno di avvicinarsi.
“Allora, com’è andata?” chiese eccitata ai due.
Draco salutò Edmund stringendogli amichevolmente la mano, mentre si limitò a salutare Mag freddamente, ancora risentito per il “Sta’ zitto Malfoy” di qualche giorno prima.
“Direi bene! Per essere il primo allenamento non mi lamento” rispose Mag rimanendo vaga. Prese una sedia e si unì al gruppo, mentre Ed si sedette vicino a Fran.
“Fa la modesta” si intromise il ragazzo “Ha preso il boccino dopo mezzora di partita”
Draco fece uno sguardo ammirato, ma non disse nulla.
Frannie sorrise e diede un colpetto sulla gamba dell’amica.
“Te l’avevo detto”
“…Io e Draco ci stavamo giusto chiedendo quando sareste arrivati”
“A proposito, Draco, ringrazia tuo padre per le Nimbus, sono davvero magnifiche!” disse Mag cordialmente, non sapendo che altro dire, dal momento che questi non diceva nulla.
“Certo, certo, lo farò!” rispose lui sorridendo soddisfatto. Amava quando qualcuno lo ringraziava per qualcosa o se gli ricordava che suo padre era un grande.
“Come va il braccio?” chiese Edmund indicando il braccio ancora fasciato e appeso al collo del ragazzo, firmato con eleganti ghirigori dai suoi ammiratori. La scritta “Mary Sue”, di colore rosso, emergeva su tutte le altre, ma Draco aveva cercato di coprirla – senza successo – con il disegno di un serpente.
“Oh, ho una brutta cicatrice. Penso che mi rimarrà per molti anni, se non per sempre. Ritornerò a giocare presto, comunque. Speriamo nel frattempo di non perdere troppi punti per la Coppa” disse guardando l’ex compagno di squadra, ma era chiaro che si stesse rivolgendo alla ragazza che aveva preso il suo posto, che evidentemente non riteneva abbastanza brava per sperare di vincere mezza partita.
Mag capì subito la frecciata nei suoi confronti e si oscurò in volto. Non disse più nulla finché il ragazzo del terzo anno non se ne fu andato. Anche Fran la capì e scoppiò a ridere dicendo che di sicuro ce l’avrebbero fatta.
*
“…E sì che sono anche stata gentile. Che razza di…” disse Mag a denti stretti quando il ragazzino si alzò per raggiungere i suoi gorilla, Tiger e Goyle.
“Lascialo stare, il suo piano di fare la povera vittima sta funzionando, ma per attuarlo ha dovuto rinunciare al Quidditch, e la cosa gli pesa…” disse Edmund allungando le gambe per appoggiarle su un puffo di velluto verde davanti a lui “…Inoltre sa benissimo che ben allenata sei brava quanto lui…”
“…E anche di più” aggiunse infine.
Sembrava che non sapesse se dirlo o no. Mag arrossì violentemente, Fran fece per dire qualcosa ma si limitò a fissare il migliore amico, incerta sul significato di ciò che aveva detto.
“…Grazie, ma non esagerare Ed” rispose Mag ridendo nervosamente dopo averlo fissato per alcuni istanti davvero imbarazzanti. Edmund non si sbilanciava mai in simili complimenti.
Ed avrebbe voluto dire “è la verità” ma notando l’imbarazzo delle due amiche decise di alzare le spalle e cambiare discorso.
“Direi che possiamo andare a cena, siete pronte?” disse alzandosi in piedi. Le altre due lo seguirono.
*
La settimana successiva al posto del professor Lupin si ritrovarono Piton, che li informò che il professore di Difesa contro le Arti oscure non era in forma. Cercarono di non dare a vedere la delusione, soprattutto i Serpeverde, mentre alcuni Grifondoro sbuffarono sonoramente, guadagnandosi una raffica di domande impossibili che fece loro perdere dei punti (che guadagnarono invece i Corvonero e i Serpeverde, decisamente più furbi e più preparati). Lupin era un professore davvero bravo, per molti il migliore che avessero mai avuto, e Piton bastava (e avanzava) per un solo corso. Affrontarono il tema dei Dissennatori, ma disse loro che non avrebbero imparato l’Incanto Patronus perché era troppo difficile per ragazzi della loro età.
“Se il Cielo si dimostrerà misericordioso l’anno prossimo avrete un professore competente che vi insegnerà” aveva concluso per mettere a tacere le lamentele. In un paio d’ore aveva affrontato così tanti argomenti, fra cui le Maledizioni Senza Perdono, che alla fine della lezione la pergamena di Margaret era piena di frecce e asterischi, più del solito, mentre a Laets doleva la mano.  
Nel fine settimana la squadra Serpeverde ebbe a disposizione tre ore per l’allenamento al mattino, mentre al pomeriggio il campo era già stato prenotato prima dai Tassorosso, in vista dall’imminente della partita, e poi dai Grifondoro, che quell’anno sembravano più agguerriti che mai. Terminato l’allenamento Edmund e Mag si avviarono verso la Sala Grande per il pranzo, parlando allegramente di strategie di attacco e di storia del Quidditch, di cui Mag non sapeva nulla se non quel che aveva letto in “Il Quidditch attraverso i secoli”.
“Allora, com’è andata?” chiese Jasmine quando si sedettero accanto a lei e a Fran, che li avevano aspettati.
“Che ansia, la partita è fra meno di un mese!” disse la ragazza rifacendosi velocemente la coda, dato che aveva tutti i capelli fuori posto.
“Stiamo andando tutti bene” rispose Ed facendo finta che l’amica non avesse parlato.
“Giuro che se Pansy Parkinson prova a dirmi qualcosa sul fratto che con Draco avremmo vinto – perché perderemo – io le lancio una fattura.” disse a denti stretti, prendendosela con una patata al forno.
“Perché, ti ha detto qualcosa?” chiese Fran interessata, guardando l’amica e poi Edmund, che scuoteva la testa.
“No, ma lo pensa, lo so” borbottò Mag.
“Ah.” rispose Fran, facendolo suonare volutamente ironico.
Jasmine guardò Mag che stava per ribattere e disse “Se vuoi creiamo una pozione che la trasformi in uno scarafaggio” scoppiarono tutti a ridere guardando da lontano la ragazzina che parlava animatamente con le amiche.
“Oggi pomeriggio che programmi avete?” chiese Mag prendendo una seconda fetta di arrosto da un vassoio.
“Io volevo stare un po’ con Susan, ha detto che mi aiuta a studiare per Pozioni, poi verranno anche Peter e Lucy… Dobbiamo scrivere una lettera a nostra madre”
“Oh, che bello, pomeriggio in famiglia!” disse allegramente Mag, felice che le cose si fossero aggiustate fra i fratelli Pevensie. Edmund alzò le spalle con noncuranza. Era felice ma non voleva darlo a vedere.
“Io invece pensavo di scrivere quel maledetto tema sull’Anatema che Uccide per Piton… Che poi non è nemmeno la sua materia, mannaggia! Che diritto ha di darci compiti?!” disse Jasmine appoggiando la testa ad una mano e mangiando mesta.
“Io non lo so, non ho voglia di studiare ma Oliver ha detto che ha da fare e che ci vedremo solo prima di cena…” rispose Fran pensierosa.
“Io faccio un riposino, poi studio per la McGranitt e poi mi do al dolce far niente” concluse Mag, accolta da uno sbuffo generale per la questione del riposino.
Alla fine nemmeno Mag aveva voglia di studiare. Dopo il riposino fu informata da Montague, che si trovava in Sala Comune, che Fran era andata in Sala Grande per chiacchierare con i gemelli Weasley. Decise di raggiungerla. La trovò seduta al tavolo dei Grifondoro, quasi del tutto deserto salvo per i fratelli Canon che scrivevano su una pergamena. Fran parlava animatamente con Fred e George, insieme a Laets.
Laets fu la prima a vederla e la salutò.
“La bella addormentata si è svegliata!” disse Fred indicandola.
Mag si sedette accanto a George dopo avergli fatto la lingua e accarezzò il gufo di Fran, che dormiva appollaiato sulla sua spalla.
“Di che parlate, ragazzi?”
Vide che davanti a Fran c’era una lettera, probabilmente dei suoi genitori.
“… Dorme per tutto il pomeriggio…”
“… E adesso vuole sapere di che parliamo…”
I due gemelli scossero la testa con disapprovazione.
“Non ho dormito per tutto il pomeriggio, sono solo le tre!” protestò Mag.
 “Mi hanno detto che Sirius Black è stato avvistato in un paesino non lontano da qui, ma che la notizia verrà diffusa solo domani sul Profeta” la informò Fran.
“Mamma mia, ma si può sapere che vuole da Potter?”
“Beh… Era il migliore amico di suo padre, così mi hanno detto i miei… E li ha traditi. Pare che sia colpa sua se sono morti, quella notte.”
“Terribile!” sospirò Mag “Ricordo di aver letto tempo fa qualcosa su Harry, e Black era annoverato fra i peggiori Mangiamorte del tempo, ma non ero a conoscenza di questo particolare…”
“Nemmeno Harry…” si intromise George.
“…Abbiamo sentito che nostro padre lo diceva a mio fratello Charlie…”
“…Ma nostra madre gli ha proibito di dirlo a Harry…”
“Beh, ma se lo sanno tutti perché tenerglielo nascosto?” chiese Laets. I due ragazzi alzarono le spalle.
“…Erano tutti scioccati all’epoca” continuò Fran rivolta all’amica “Uccise un altro dei suoi migliori amici, tutto questo per sfuggirgli, fece una strage…! Mio zio auror disse che solo un pazzo avrebbe potuto fare una cosa del genere”
“…Ma secondo me c’è qualcosa che non torna. Forse la Maledizione Imperius può essere la spiegazione.” disse Laets a un certo punto, mentre Mag balbettava qualcosa su quanto fosse orribile quella faccenda.
“Dici? In effetti tradire un amico in quel modo non è una cosa che farebbero i molti…”
“Già, se è vero è davvero brutto, ma adesso Black è in libertà e pare che Potter sia il suo bersaglio.”
“…Povero ragazzo, mi fa una pena incredibile. Vorrei solo che sapesse che gli sono vicina ma non voglio fare come tutti gli altri che lo guardano come se venisse da un altro pianeta” sospirò Mag.
“…Finalmente una persona intelligente sulla faccenda di Potter!” esclamò Fred ammirato.
“…A volte anche quell’idiota di nostro fratello Ron riesce a metterlo in imbarazzo, ed è il suo migliore amico!” annuì George.
“È da quando è arrivato a Hogwarts che cerchiamo di trattarlo come una persona normale, la gente sa essere davvero insensibile a volte” ammise Frannie.
“Un giorno riusciremo a parlargli senza metterlo in imbarazzo” concluse Laets.
“Lo spero! È davvero una brava persona, non è spocchioso né alla ricerca della fama come dicono molti” continuò George, stranamente serio.
“…Un autentico Ragazzo-Che-È-Normale!” disse Fred, suscitando le risate delle ragazze.
“Piton lo odia” rise Fran “l’altro giorno, dopo l’attacco dei Dissennatori ha fatto una specie di battuta sul fatto che per la prima volta dopo tanto tempo Potter non era al centro dell’attenzione”
Mag rise, anche se non le piaceva che Piton facesse queste affermazioni sugli studenti davanti ad altri studenti.
“Hey, mi hanno detto che tra un’oretta e mezza i Grifondoro si allenano! Che ne dici di andare a vederli?” chiese Fran speranzosa.
“E se andassimo subito? Devo spiare i Tassorosso per conto del Capitano Flint… ci ha chiesto se potevamo infiltrarci agli allenamenti per vedere come giocano!” disse Mag distrattamente. Non era una novità che i giocatori di Quidditch si presentassero agli allenamenti delle squadre avversarie.
“Noi a dire il vero dobbiamo andare in punizione”
“Tipo subito…”
“Colpa di Gazza…”
I gemelli si alzarono guardando i loro orologi.
“Che avete fatto?! La scuola è appena iniziata!” Mag alzò gli occhi al cielo. Fred e George si guardarono in faccia e dissero in coro “Niente!” facendo ridere Frannie.
“Io invece preferisco andare in biblioteca! È già tanto se guardo le partite, gli allenamenti non fanno per me!” disse Laets guardando le due amiche.
“Va bene, allora ci vediamo!”
“Io ci vengo, assolutamente!” disse Fran alzandosi in piedi.
Era bastato sentire la parola Tassorosso per convincerla.
“Andiamo!”
La prese per mano e la trascinò fuori dalla Sala mentre anche gli altri si allontanavano nelle direzioni opposte.
“Amo le operazioni di spionaggio.” disse con un sorriso a trentadue denti quando l’amica le chiese se fosse impazzita ad uscire a quella velocità.
Quando arrivarono notarono, con grande piacere di Frannie, che la squadra avversaria aveva iniziato da poco. Sugli spalti c’era qualche ragazzo che osservava distrattamente l’allenamento, probabilmente amici dei giocatori che non avevano altro da fare in quel momento. Riconobbero Cho Chang, Cercatrice Corvonero. Era più probabile che avesse accompagnato Cedric Diggory per stare insieme a lui. In un angolo, completamente assorto dal gioco, Oliver Baston fissava in modo maniacale i giocatori, per studiarne i movimenti. Accanto aveva una penna e una pergamena per prendere appunti. Fran corse da lui e lo salutò dandogli un sonoro bacio su una guancia. Baston l’attirò a sé per darle un bacio veloce ma poi le disse qualcosa e lei tornò a sedersi accanto a Mag.
“Deve seguire il gioco” disse alterando la voce per imitare il capitano Grifondoro.
“Fred e George rideranno fino all’anno prossimo quando glielo diremo” disse Mag soffocando una risata e indicando il ragazzo che afferrava la pergamena e scriveva febbrilmente.
“Dici che leggerà quegli appunti davanti alla squadra o li imparerà a memoria, per salvare le apparenze?” sussurrò Mag a Frannie.
“Non saprei. Lo chiederemo ai gemel—ODDIO GUARDALO!” in quel momento Fran fece un salto che quasi spaventò Mag. Le afferrò il braccio e lo strinse, indicando con l’altra mano un ragazzo alto dai capelli castani di loro conoscenza.
“Sì ma non c’è bisogno che mi uccidi!” disse Mag fra una risata e l’altra, allontanando la mano dell’amica dal suo braccio.
“Guarda che classe, come para gli attacchi” sospirò Fran con aria sognante, tenendo la voce molto bassa per non farsi sentire da Baston.
Proprio in quel momento uno dei due Cacciatori della squadra si era avvicinato a una delle tre porte e aveva tirato la Pluffa con violenza. Tony si era lanciato e l’aveva allontanata con grande stile, senza neanche traballare sulla scopa.
“È bravo.” disse Mag dopo aver osservato attentamente l’azione, con aria molto seria.
“Lo fai sembrare un insulto” ridacchiò Frannie.
È un insulto, ti ricordo che è nostro avversario!” precisò Mag.
Tuo avversario, se permetti, io tiferò per lui” cinguettò Frannie.
“…Fran!” esclamò Mag indignata.
La zittì: di nuovo un Cacciatore cercava di penetrare la difesa, questa volta conquistando il punto.
“Dannazione, per le mutande di Merlino!!” imprecò Fran, completamente assorta.
Intanto Mag osservava anche Cedric Diggory, il suo avversario. Era veloce, scattante, sempre concentrato. Sarebbe stato molto difficile batterlo, anche con una Nimbus 2001.
Quando si allontanarono dal campo, un paio di ore dopo, Fran non faceva che parlare di Tony, mentre Mag aveva la nausea. Mentre parlavano di quanto fosse bravo Tony, i Tassorosso si erano dati il cambio con i Grifondoro; a quel punto, quando Harry Potter in persona montò sulla sua Nimbus 2000, si sentì così inadeguata che quando tornarono nella Sala Comune si buttò sul tema di Storia della Magia e ne riemerse solo tre ore dopo, per l’ora di cena.
*
“Lucy e Susan vi salutano!” disse Edmund quando le raggiunse per la cena. Mag e Fran si voltarono e videro le sorelle del loro amico che si sbracciavano per salutarle, soprattutto Lucy.
“Che carina” commentò Mag.
Passarono tutta la cena a discutere di Quidditch, Jas era piegata in due dalle risate per la discussione in corso su chi dovesse tifare Frannie nella partita Serpeverde contro Tassorosso.
“Ho già trovato la formula per dipingermi la faccia di giallo e nero, mi spiace” disse ridendo dei due componenti della squadra che invece erano scioccati da una simile affermazione.
“Non ho mai sperato così tanto di vincere” disse Edmund a Mag a un certo punto.
“A questo punto mi impegnerò al massimo per prendere quel dannato Boccino” disse la ragazza dandogli il cinque.
*
Passarono due settimane. Lupin tornò a lezione un po’ più pallido del solito, ma riprese le lezioni con grande impegno e passione. Trascurando i compiti per due week-end di fila i ragazzi si ritrovarono a dover studiare fino a tarda sera per rimanere al passo con le lezioni.
Una gomitata di Edmund fece ridestare Frannie dal torpore. Quel mattino gli studenti del quinto anno non avevano molto su cui discutere, quindi non ebbero alternativa che ascoltare i borbottii del professor Ruf. Edmund e Margaret si erano sforzati di ascoltare e prendere appunti, anche se ogni tanto s’incantavano e perdevano il filo del discorso, Fran e Jasmine invece avevano appoggiato la testa al braccio e si erano assopite.
Fran guardò l’amico che le passava un fogliettino strappato su cui distinse la calligrafia di uno dei gemelli Weasley.
“Per chi tiferai sabato?”
Avevano disegnato una faccina animata che rideva e strizzava l’occhio. Alzò lo sguardo e incontrò quello di George. Fred stava dormicchiando come Jasmine (e il resto della classe).
Edmund aveva sbirciato sul foglietto e, conoscendo già la risposta, aveva alzato gli occhi al cielo ed era tornato a concentrarsi sui suoi appunti. Gli piaceva la materia, ogni tanto si impegnava anche lui.
Serpeverde, ma anche se vince Tassorosso non mi dispiace!” rispose la ragazza a voce alta, anche se i gemelli si trovavano a due file di banchi di distanza e nell’aula regnava il silenzio. Una ragazza Tassorosso che si trovava in mezzo sussultò, svegliata dall’improvviso scoppio di vita.
Fred, che nel frattempo si era svegliato, scoppiò a ridere, divertito dall’affermazione. A quel punto Mag si voltò indietro per chiedere a Edmund se aveva appuntato l’ultimo nome strambo pronunciato dal professore, e vide che la classe si era improvvisamente risvegliata. Laetitia, che si trovava in mezzo fra le due file ma un po’ più indietro, si era lasciata scappare un “Davvero!?” e si stava già mettendo d’accordo con l’amica sul dove sedersi sugli spalti.
Fortunatamente l’ora stava giungendo al termine, perciò quando il professore dichiarò finita la lezione, tutti si alzarono di scatto e si limitarono ad alzare la voce, dal momento che avevano iniziato a parlare mezzora prima.
“Ma certo che mi siedo con voi” disse Fran rivolta verso i Weasley.
Il gruppo di tifosi si diresse rumorosamente verso la Sala Grande per il pranzo.
Ottobre era giunto con una velocità impressionante. Passavano così tanto tempo chini sui libri che quasi non si erano accorti che nel fine settimana ci sarebbe stato il primo scontro di Quidditch dell’anno. La squadra Serpeverde si allenava freneticamente, a volte Piton si era perfino presentato agli allenamenti per assicurarsi che andasse tutto bene, mettendo ancora più voglia di vincere – o semplicemente di non perdere. Due sere prima della partita era addirittura sceso in campo per augurare buona fortuna ai giocatori, che aveva annuito solennemente e lo avevano ringraziato.
“Se perdiamo ci ritroveremo una T nel prossimo compito, me lo sento” disse Edmund a Mag facendola ridere nervosamente.
*
Per sfortuna di Margaret, il tempo non si fermò e il sabato mattina giunse puntuale. I membri della squadra si sedettero vicini per fare colazione. Flint era piuttosto sicuro di sé e continuava a dire che i Tassorosso erano una squadra abbastanza semplice da battere. Alla fine del discorso ebbe la brillante idea di scaricare tutte le responsabilità Mag, la Cercatrice.
“Siamo tutti nelle tue mani, Mag” disse infine. Dopo quelle parole Mag non mangiò più nulla e Edmund la seguì, a disagio per l’angoscia che emanava l’amica. Dopo la colazione afferrarono le loro scope e scesero in campo per prepararsi, seguiti da un applauso dei compagni di Casa che li incitarono.
Frannie intanto si era seduta al tavolo dei Grifondoro, accanto a Baston, e aveva fatto colazione accanto a lui. La squadra Tassorosso era riunita come quella Serpeverde. Parlottavano fra loro e ogni tanto lanciavano sguardi d’odio verso il tavolo degli avversari. Ad un certo punto, proprio mentre Fran, Baston e tutta la combriccola Grifondoro si alzava per dirigersi verso il campo, si alzò anche la squadra dalla divisa gialla. 
Fred e George partirono verso i ragazzi e fecero loro gli auguri più sentiti, dal momento che per partito preso non avrebbero mai tifato per i Serpeverde, così Frannie e Baston, mano nella mano, li raggiunsero. Quando Fran si trovò vicina a McMartian si sentì in imbarazzo per la presenza di Oliver. Avrebbe voluto allontanare la mano dalla sua, ma sapeva che sarebbe stato scortese farlo, così rimase dov’era e la sua mano iniziò a sudare.
“In bocca al lupo, Tony!” disse al ragazzo arrossendo lievemente ma rimanendo ferma e rilassata. Oliver diede una pacca sulla spalla al ragazzo, che un giorno non troppo tardi sarebbe stato suo avversario, e gli disse “occhio ai Battitori, a volte sanno essere dei veri infami!”
“Non Edmund” gli disse Frannie in un orecchio quando si allontanarono.
“Certo, certo” disse Oliver senza troppa enfasi, probabilmente non l’aveva neanche ascoltata, memore di alcune partite in cui i bolidi erano sfrecciati minacciosamente verso di lui, salvato da un Weasley all’ultimo momento. Non sapeva che era da giorni che la ragazza non perdeva l’occasione per ricordare all’amico che se un bolide scagliato da lui si fosse avvicinato di qualche metro al portiere Tassorosso, lei si sarebbe vendicata. E lo aveva detto con una serietà tale che il ragazzo Pevensie l’avrebbe presa alla lettera durante lo scontro.
Presero posto accanto ai Tassorosso più esaltati dalla partita. Alla fine Fran non si tinse il viso di giallo e nero come aveva detto che avrebbe fatto il mese prima. Aveva portato uno striscione verde e argento, ma dietro aveva scritto due frasi che si alternavano: “Forza Mag!!”, “Forza Ed!” e “Parale tutte, McMartian”. Oliver non aveva posto obiezioni, pensando stupidamente che la ragazza avesse proiettato sul portiere di Tassorosso l’amore per lui, che era portiere esattamente come Tony.
*
I Serpeverde erano entrati in spogliatoio e si erano riuniti per l’ultimo discorso di Flint.
“Possiamo batterli, ragazzi” aveva iniziato “i loro Cacciatori sono piuttosto forti, ma i Battitori non sono abbastanza spietati come i nostri” guardò Edmund e Hans Westergard che fieramente annuirono “abbiamo Cacciatori più bravi ma il loro portiere è forte, bisognerà attaccarlo in gruppo, distrarlo e tirare” disse guardando i suoi compagni Cacciatori. “Diggory invece è forte, ma non imbattibile” guardò Mag “devi giocare sulla velocità, e credo che tu abbia la vista più acuta della sua” Mag annuì nervosamente.
“E ora andiamo” disse il Capitano imbracciando la sua Nimbus 2001, gli altri fecero lo stesso.
Le due squadre entrarono in campo. I giocatori si strinsero la mano con una certa forza, montarono tutti sulle scope, Madama Bumb fischiò, la Pluffa fu lanciata in alto e la partita ebbe inizio.
Mag si sollevò in volo e fece un paio di giri del campo per calmare i nervi, mentre gli altri cominciarono a contendersi la Pluffa. Westergard aveva già scagliato un bolide contro un Cacciatore Tassorosso, facendogli perdere il possesso della palla, afferrata subito da Higgs. Alzò gli occhi e vide Diggory che la studiava dalla parte opposta del campo. Si ricordò che doveva pensare al Boccino e iniziò a guardarsi intorno cercando di non farsi distrarre, anche se era ancora troppo presto.
“…E ha inizio la prima partita del Campionato!”
La voce di Lee Jordan, il commentatore ufficiale delle partite, echeggiò in tutto lo stadio, accolta dalle urla felici di tutti gli spettatori.
“Per quest’anno i primi a scontrarsi sono Serpeverde e Tassorosso, forse perché i Serpeverde non volevano rischiare di trovare la pioggia contro Grifondoro…”
Jordan!” la voce della McGranitt interruppe le parole infamati e fu accompagnata da grida indignate da parte del grande gruppo di Serpeverde. Anche Fran, anche se in mezzo ai Tassorosso aveva gridato per lo sdegno.
“…Va bene, va bene” sospirò il ragazzo “Higgs ha la Pluffa, tenta di andare a segno ma AH! McMartian para il colpo. Ora la Pluffa ce l’hanno i Tassi”
“SI CAZZO!” urlò Fran. I suoi compagni di tifo rimasero sconcertati. “Che c’è? È bravo!” disse alzando le spalle.
Intanto Flint aveva già iniziato a urlare ordini.
“No, no, no!” urlò quando Macavoy, una ragazzina del terzo anno segnò i primi 10 punti per Tassorosso “Ho detto di passarvi la Pluffa!” 
Era però troppo lontano dal gruppo di giocatori, quindi nessuno tranne Mag e Hans lo sentì. Volò al centro del campo e s’impossessò della Pluffa in modo non molto galante e la scagliò verso l’anello più piccolo, facendo goal.
“Dieci pari, ma la partita è ancora molto lunga” esclamò Jordan senza ammirazione, tifava palesemente per Tassorosso.
Intanto Fran, Oliver e i Weasley erano completamente assorti nel tifo. Tassorosso aveva segnato altri quaranta punti e vedevano Marcus che urlava ordini a Miles, la ragazza che stava in porta, la quale aveva lo sguardo incattivito.
Stronzo maledetto!” urlò Fran quando vide Westergard, suo compagno di Casa, scagliare un Bolide contro McMartian, che fu costretto a scansarsi per salvare la pelle, in assenza dell’intervento di un Battitore Tassorosso. Serpeverde segnò di nuovo.
“Che infame” rise George Weasley.
“Ma se lo fai anche tu!” rise Baston “è così che si fa, anche se lo odio… I Battitori dovrebbero essere pronti a difendere il por…”
“Sì sì, non iniziare, Capitano!” disse George alzando gli occhi al cielo.
Fran avrebbe voluto urlargli che certo, si poteva fare, ma non a Tony, ma purtroppo dovette trattenersi, così si limitò a ripetere l’insulto e incitare i Tassorosso.
“…Tassorosso è in vantaggio di quaranta punti!” esclamò Jordan “Pevensie reindirizza il bolide scagliato contro Miles e…AH per poco non becca in testa Preist. Pluffa intercettata da Higgs e… AH-AH!!”
Ancora una volta Tony parò magistralmente il colpo.
Mag e Cedric intanto volavano al di sopra di tutti. Ad un certo punto Mag decise di volare a tutta velocità verso la parte opposta del campo, per togliersi di dosso Diggory.
“Forse Rosander ha visto qualcosa! Diggory al suo inseguimento e… No, era solo una finta! Astuta la ragazza” disse ammirato Jordan “Vi ricordo che Rosander sostituirà Draco Malfoy per qualche tempo e…” ma si zittì perché la McGranitt fece in tempo a intercettare lo sguardo del ragazzo, che evidentemente stava per sparare un’altra cattiveria ai danni della squadra Serpeverde.
“…Molto carina la ragazza…” disse semplicemente, guadagnandosi un altro squittio imbarazzato della professoressa. Mag però era troppo occupata a non farsi prendere dal panico per ascoltarlo.
“SII VAI MAG!!” esultò Fran, soddisfatta dalla trovata della ragazza. Subito però fu distratta dal nuovo punto che Cadwallader aveva inflitto ai Serpeverde.
“Passiamocela! Passiamocela!!” ruggì Flint per l’ennesima volta.
Un Bolide sfrecciò verso Mag ma fu prontamente deviato da Edmund, che si trovava nelle vicinanze.
“Tutto ok, Mag?” chiese il ragazzo vedendola assorta nella partita e un po’ spaventata.
“Certo, vai Ed!” disse andando verso di lui per battergli il cinque.
Volò un po’ più in alto e le vennero le vertigini leggendo che Tassorosso era in vantaggio di settanta punti. Intanto però i Serpeverde si erano decisi a fare gioco di squadra e avevano fatto una serie di punti passandosi la Pluffa e distraendo il portiere.
“Non è leale, non è leale razza di orribile gargoyleesclamò Fran quando Baston le spiegò cosa stavano facendo i Serpeverde.
“Rosander parte di nuovo!” urlò Jordan “Questa volta ha visto davvero il Boccino!”
Mag stava scrutando il gioco cercando di non farsi distrarre troppo quando aveva visto qualcosa brillare appena sopra la testa di Miles. Il cuore le era balzato in gola ed era sfrecciata in quella direzione. Diggory era più vicino al Boccino, ma lo aveva visto solo quando Jordan lo aveva detto ad alta voce. Mag volò disperatamente attraverso il campo, rischiando più di una volta di andare contro un Bolide, nel frattempo Tassorosso aveva segnato un’altra volta, facendo allontanare il Boccino. Edmund si accorse che per la fine della partita era ormai questione di pochi minuti, così scagliò un Bolide contro Diggory, che per schivarlo perdette quota, ma raggiunse in poco tempo Mag, che ormai era a pochi metri dalla vittoria. Un nuovo Bolide sfrecciò sopra la sua testa, ma Westergard, vicino a lei, lo dirottò e colpì il braccio del Tassorosso, suscitando un coro di sdegno. Finalmente Mag poté allungare il braccio e afferrare il Boccino.
“SERPEVERDE VINCE!” urlò Jordan.
Quando Mag atterrò aveva le lacrime agli occhi, sia per la tensione che iniziava a trovare una valvola di sfogo, sia per la corsa controvento; ben presto venne sommersa dall’abbraccio generale della sua squadra.
“Sì! SI SI!” urlò Fran saltando sul posto e battendo le mani “Beccatevi questo! È amica mia!” gridò in mezzo al gruppo di ragazzi, infelici per la sconfitta dei Tassorosso. La guardarono tutti sconvolti.
“Che bello essere Serpeverde!” sospirò quando si fu calmata. Fred la spinse via, mentre Baston la guardò offeso, consapevole che quando avrebbe giocato contro Serpeverde, lei non avrebbe tifato per lui, o forse avrebbe tifato per lui, ma aveva la sensazione il suo tifo non sarebbe stato così accalorato.
Fran scese dagli spalti trascinando per mano Baston. La squadra stava ancora esultando per la vittoria, quando arrivò e abbracciò l’amica che stava ricevendo i complimenti da tutti con gli occhi lucidi di gioia.
“Bel lavoro” le disse.
“Ed, sono fiera di te” gli disse scompigliandogli ancora di più i capelli.
“Perché…?” chiese il ragazzo pensando che si riferisse al fatto di aver svolto il suo compito egregiamente.
“Perché non hai lanciato nemmeno un Bolide contro Tony” gli disse in un orecchio, solo Mag la sentì e scoppiò a ridere. Edmund, che se n’era completamente dimenticato, le rispose evasivo dicendo che ovviamente ogni suo desiderio era un ordine. In verità non aveva colpito McMartian solo ed esclusivamente perché non gli si era presentata l’occasione.
Baston intanto aveva fatto i complimenti a Mag e a Ed, ma non al resto della squadra, con cui non incrociò nemmeno lo sguardo. I Tassorosso si erano già ritirati negli spogliatoi, Diggory era corso in infermeria per farsi sistemare il braccio, accompagnato da Tony. Fran sospirò delusa. Sperava di incontrarlo.
“Vieni con noi? Hanno organizzato una festa in Sala Comune!” disse Mag sorridendo raggiante.
“Ovviamente sì!” disse Fran “Arrivo subito!”
Edmund circondò con un braccio le spalle di Mag e la condusse col resto della squadra verso il Castello. Fran si voltò verso Baston, gli diede un bacio lungo e appassionato e corse via per raggiungere i due amici.
Chi non salta un Tassorosso È! È!” urlò prendendo sottobraccio Edmund e trascinando i due amici in un balletto buffo che li fece ridere a crepapelle.
Quando entrarono nella Sala Comune furono accolti da un boato, che si ripeteva ogni volta che entrava un membro della Squadra vincente. Flint, che teneva in mano due burrobirre, andò verso Mag e Ed e ne mise una in mano alla ragazza, urlandole – c’era la musica molto alta ma era anche molto esaltato – di nuovo i suoi complimenti.
“Poteva anche portarle per noi!” si lamentò Fran guardando l’amica che si era già scolata mezzo bicchiere.
“Dai, Fran, dalle il suo momento di gloria!” le disse Edmund trascinandola per un braccio verso il tavolo su cui si trovavano una ventina di bicchieri pieni.
Mag rise di gusto e rimase un po’ indietro in attesa dei due amici. In quel momento tre ragazzini del primo anno corsero per complimentarsi, rendendola ancora più felice.
“Scusate se ve la rubo” disse Fran trascinando Mag verso i compagni più grandi. Flint e Higgs erano circondati da parecchie ragazzine e narravano le loro imprese; poco più in là Miles cercava di sorridere ascoltandoli anche se la sua performance non era stata per niente memorabile. Mag le portò un bicchiere di Burrobirra.
“Oh, grazie” disse quella con gli occhi lucidi. Flint aveva urlato contro di lei anche dopo la fine della partita, in spogliatoio. Adrian Pucey e Hans si unirono al gruppo tenendo per le spalle due ragazze del quarto anno che sembravano a un passo dall’autocombustione, a contatto con i due giocatori.
“Non pensavo che Flint fosse così stronzo” disse Fran sentendo Miles che si lamentava del capitano.
“Quando perdiamo è ancora peggio” disse Hans alzando le spalle “ormai ci siamo abituati… quasi tutti
Fran si accorse che Hans si era rivolto a lei, ma poiché aveva fatto il voto di non parlargli per il resto della vita (aveva preso di mira il suo Tony), alzò le spalle, fece un sorriso falso e trascinò Mag e Ed via con lei, lasciando che i due ragazzi si occupassero di consolare la compagna di squadra.
Videro che Jasmine era arrivata e si era sistemata su un divanetto, così la raggiunsero.
“È stata davvero una grande partita, ragazzi!” si congratulò brindando con tutti e tre gli amici.
Presto il resto della squadra si spostò accanto a loro e volarono gli insulti sull’incompetenza dei Tassorosso. Malfoy, che si era aggiunto in quanto Cercatore onorario, non perse l’occasione per vantarsi delle scope di suo padre, non potendo vantarsi per altro. Si congratulò con tutti i compagni di squadra, tutti tranne Mag, cosa che la fece imbestialire. Quando i loro sguardi si incrociarono, Malfoy farfugliò qualche complimento anche per lei, aggiungendo “…Così non dovrò fare tutto il lavoro io, quando tornerò”.
“Perché, avevi qualche dubbio, Malfoy?” rise Mag cercando di buttare sul ridere l’affronto che aveva appena subito da quel ragazzino snob. Quello non le rispose e si voltò per ridere di una battuta di Edmund, ignorando la domanda della ragazza.
“Diggory è troppo un galantuomo, non vincerà mai” aveva detto il ragazzo. Mag non poté dargli torto.
“Poi si vede che Maxine O’Flaherty preferirebbe lanciare fiori e non Bolidi” aggiunse Hans vantandosi della facilità con cui era riuscito a intercettare i lanci della ragazza. Tutti risero tranne Fran, Mag rise di Fran, che sembrava decisa a non ridere alle battute del Battitore Serpeverde.
“McMartian poi, alla fine siamo riusciti a mandarlo in confusione” rise Flint soddisfatto della sua tattica. Fran si irrigidì.
“Intanto ve ne ha parate più della metà” sibilò abbastanza forte così che tutti la sentissero. Purtroppo non poterono ribattere. Se la partita fosse dipesa dai goal con la Pluffa e non dal Boccino, Tassorosso avrebbe vinto di sicuro.
La festa si esaurì un’oretta dopo, tutti i membri della squadra erano piuttosto brilli e allegri, rincuorati dalla vittoria.
 

Note

- In questo capitolo è entrato in gioco Hans, un personaggio di cui sono follemente innamorata, quindi ho sentito il bisogno di inserirlo nella storia (con il benestare di Frannie). Se non mi conoscete, cosa molto probabile, facendovi un giro sul mio profilo scoprirete ben presto quanto sia ossessionata da lui.
- Spero che la storia inizi a piacervi. Stiamo cercando di renderla più realistica possibile e ci auguriamo che i personaggi siano In Character.
- Il prossimo aggiornamento sarà giovedì, con il famoso Halloween del 1993, spero che vi ricordiate cosa succede.

A presto!


 
   
 
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