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Autore: Cara_Sconosciuta    15/07/2009    4 recensioni
Versione riveduta e corretta di una storia postata tempo fa e lasciata incompiuta...
“Perché non mi parli un po’ di lui? Magari è la volta che riesco a immaginarmelo come una persona normale.”
Sirius si sedette, accanto alla cugina.
“Che cosa vuoi sapere?”
“Tutto.” Occhi puntati su di lui.
Non era davvero possibile dirle di no... e, d’altronde, perché avrebbe mai dovuto voler fare una cosa del genere?
“Allora direi che è il caso di cominciare dall’inizio! Ci siamo conosciuti al nostro primo giorno a Hogwarts, quando avevamo undici anni. Io e James Potter avevamo già legato in treno e avevamo subito notato quel ragazzo timido, che si muoveva a stento in mezzo alla massa degli altri studenti. Lo avevamo già etichettato come uno sfigato da torturare per divertirci e ci stupimmo non poco quando fu assegnato alla nostra stessa casa. Non aveva l’aria di un vero Grifondoro, ma, si sa, quel che dice il cappello è legge, quindi non contestammo: ci sarebbe risultato più facile tormentarlo. Tuttavia, non ci mettemmo molto a capire che ci eravamo sbagliati. E di grosso, anche.”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Scusate

Un grazie grande grande a tutti quelli che hanno recensito! Posso farmi pubblicità?

Se vi può interessare vi segnalo una mia shottina nella sezione Queen, si intitola Flown Away...e una long appena iniziata nella sezione originale, Pantomime.

Grazie mille a tutti per il seguito che ancora una volta state dando a questa storia!!!

Besito,

Temperance

***

 

“La prima ragazza di Remus?” Chiese Tonks, incuriosita, tornando a posare il cuscino al proprio posto.

“Sì, beh, in effetti non è che ne abbia avute molte altre.”

Remus sorrise.

Sirius era un campione quando si trattava di raccontare storie imbarazzanti sugli altri.

Ricordava bene la sua prima ragazza. Era stata una storia disastrosa... sempre che una relazione lunga un bacio tale potesse essere definita.

Lei si chiamava...

“Henrietta Delaway ma tutti la chiamavano Hattie.” Spiegò Sirius. “Era carina ma niente di eccezionale.Aveva un anno meno di noi ed era la miglior studentessa del quarto anno. Corvonero, proprio come te.” Il mago sorrise, allusivo, beccandosi una linguaccia dalla cugina. “Remus le correva dietro da mesi e noi iniziavamo a non reggerlo più, così mandammo Lily Evans, all’epoca la nostra migliore amica, a sondare il terreno.

Tornò da noi raggiante, dicendo che anche a Hattie piaceva Rem e sarebbe stata felice di trascorrere con lui la gita a Hogsmeade del giorno dopo.

Inutile dire che il caro Lunastorta fu colto da una crisi di panico preappuntamento in piena regola che solo la dolcezza di Lily e i consigli miei e di James, che avevamo decisamente più esperienza, riuscirono a sedare. A Hogsmeade lasciammo Remus al  luogo prefissato da Lily e Hattie e affidammo a lei e Peter le nostre commissioni, così che noi potessimo spiare indisturbati i piccioncini.”

 

Il mio amico a volte scompare

e non lo vedo più

anche lui soffre mesi d’amore

e non li manda già

gli succede di solito

con una sconosciuta

e ogni volta ancor prima che inizi

è una storia finita.

 

Remus e Hattie camminavano per Hogsmeade, chiacchierando animatamente già da un paio d’ore, senza nemmeno immaginare di essere seguiti.

“Sembrano andare d’amore e d’accordo!” Esclamò Sirius a voce un po’ troppo alta, beccandosi uno scappellotto da James.

“Parla piano, idiota! Se Lunastorta ci scopre come  minimo ci toglie il saluto!”

“Sì, beh... però va forte il nostro lupacchiotto!”

James alzò gli occhi al cielo: a quanto pareva, far ragionare Sirius era una battaglia persa in partenza.

I due ragazzi passarono tutto il giorno insieme e Remus si ritrovò piacevolmente stupito dal fatto che Hattie sembrasse non far caso al suo.... problemino mensile. Nemmeno per un istante lo sfiorò il pensiero che lei potesse non saperne nulla.

Quando giunse il momento di rientrare a Hogwarts, Hattie salutò Remus con un rapido e timido bacio sulle labbra, per poi perdersi tra gli altri studenti della sua casa.

Il ragazzo rimase per un attimo immobile, come imbambolato, finché Sirius e James non gli comparvero davanti, più rumorosi e felici che mai.

“Hai fatto colpo, eh, Moony?”

“Già, cavoli, non avrei mai pensato che tu fossi uno da bacio al primo appuntamento!”

“Ha imparato tutto da me!” Esclamò Sirius, sempre pronto a mettersi in mostra, battendosi un pugno sul petto. “Sono fiero di te.”

“Ragazzi, vi faccio notare che è stata lei a baciare me... Io non ho fatto altro che starmene fermo come un povero cretino.” Rispose Remus, senza entusiasmo, ravviandosi i capelli castani.

“Beh, che c’è che non va? Segno in più che le piaci!”

“Voi dite?”

Nel frattempo, il giovane Regulus Black, ultimo arrivato nella cricca di Lucius Malfoy, si era intrufolato tra le fila dei Corvonero e stava parlando con Hattie, che pareva molto interessata.

Un paio di vivaci occhi verdi osservavano la scena da lontano.

“Oh, no...” Mormorò Lily Evans a se stessa, scuotendo la testa di capelli rossi. “Fa’ che non le abbia detto ciò che penso...”

 

 

 

Quando arrivò nella Sala Comune, Sirius trovò Lily seduta sulla scala fuori dal dormitorio dei ragazzi.

“Come sta?” Le chiese.

“Non lo so. Si è chiuso dentro e io non conosco la parola d’ordine. Perché non provi a parlargli tu?”

Il ragazzo scosse la testa.

“Io non sono bravo in queste cose. Vai tu.”

Lily annuì e si alzò, afferrando la mano che Sirius le tendeva.

Pochi secondi dopo, entrambi si trovavano all’interno del dormitorio e Sirius si nascose immediatamente dietro ad una statua per non essere d’impaccio e, soprattutto, perché sapeva che, con lui presente, Lunastorta non avrebbe mai parlato a cuore aperto.

Una volta tanto, quindi, era meglio per tutti che lui uscisse di scena.

Remus era seduto sul letto con i gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani.

Lily gli si avvicinò silenziosamente e si sedette accanto a lui, posandogli una mano sulla spalla. Il giovane alzò gli occhi e si sforzò di sorriderle.

“Lily... che ci fai tu qui?”

“Sono venuta a vedere come stai.”

“Mai stato meglio, non vedi?” Scherzò lui con un sorriso triste

“Mi dispiace tanto, Rem... se avessi saputo che Hattie era così... così, mai avrei organizzato quell’uscita.”

“No, Lily, non scusarti. Ieri è stata una giornata bellissima per me. Mi sono sentito... mi sono sentito normale. Il mio errore è stato credere che sarebbe potuta durare a lungo.”

“Oh, Remus, ma tu sei norm...”

“Non lo dire!” La bloccò lui, guardandola negli occhi, deciso. Era stufo di quella storia, stufo che tutti fingessero che quello che aveva lui... quello che era lui non fosse niente, non contasse niente. Non era giusto. “Io non sono normale, Lily. Sono abituato alle persone come Hattie... solo... solo non me lo aspettavo da lei.”

Entrambi tacquero per un po’, guardandosi semplicemente, poi Lily parlò, misurando accuratamente le parole.

“Non so se questo ti può consolare, Remus, però tu per me sei una persona eccezionale, la più fantastica che abbia mai conosciuto. Meglio di Sirius, di Peter, anche di James. Sei il migliore amico che si possa desiderare e io....”

Remus non la lasciò finire; la strinse forte a sé, appoggiando il capo sulla sua spalla, lasciando che lacrime silenziose abbandonassero i suoi occhi nocciola e scorressero giù, lungo le sue guance, mentre Lily gli accarezzava con fare materno i corti capelli castani.

 

 

 

Remus si appoggiò alla porta, sorridendo.

Nemmeno si era reso conto che anche Sirius si trovava nel dormitorio, quel giorno... chissà se il suo amico sapeva che era proprio quello il momento in cui si era perdutamente innamorato di Lily...

“Non riesco a credere che esistano persona tanto stupide!” Commentò la voce di Tonks, mentre lei batteva un pugno sul tavolino di legno davanti al divano, massaggiandosi poi il lato della mano per il dolore causatosi.

Era incredibile quanto quella ragazza gli ricordasse la sua Lily, la dolcezza, la gentilezza e l’ostinazione che aveva amato per anni e che credeva di aver perduto per sempre in quella maledetta notte di Halloween di quindici anni prima.

Eppure ora eccole lì, tutte riunite di nuovo in una giovane donna dai capelli rosa cicca che si preoccupava per lui pur conoscendolo appena.

“Ne esistono più di quanto pensi, cuginetta.” Disse Sirius e Remus tornò a concentrare l’attenzione su di lui.

Su quell’amico che gli era rimasto accanto tutta la vita e che ora aveva anche deciso di combinargli il matrimonio.

Forse, dopotutto, l’aveva vista anche lui, quella somiglianza...

“Non è giusto.” Commentò Tonks, imbronciata, e Remus non poté trattenersi dal pensare che era assolutamente adorabile, così simile ad una bambina capricciosa. “Remus è una bellissima persona, per quanto ho potuto vedere e sentire. Non merita questo trattamento assurdo.”

“Oh, il vecchio Lunastorta ha la pellaccia dura, ci è abituato. Poi ha noi... e, quando ti deciderai ad ammettere che ti piace, avrà anche te.”

Remus sussultò, colto di sorpresa, sbattendo con il gomito contro la porta.

Per fortuna, Ninfadora era troppo occupata a ribattere a tono le insinuazioni del cugino.

Lui piacere ad una come lei? Era semplicemente...

“Ridicolo, Sirius! Lui non ha bisogno di una strega pasticciona che rompe metà degli sventurati oggetti che le finiscono tra le mani.”

“Non hai negato che ti piace, però.”

“No, non l’ho fatto.” Rispose lei, mentre guance e capelli assumevano l’identica tonalità di rosso. “Ma rimango comunque dell’idea che lui non abbia affatto bisogno di una come me.”

“E invece è proprio questo ciò che gli serve di più!” Esclamò l’uomo, battendo un pugno sul bracciolo del divano, in un gesto in tutto per tutto uguale a quello compiuto poco prima da Tonks.

“Cosa, un cataclisma ambulante?”

“No,stupida, una donna che lo ami.”

“Oh, tu intendevi quella me....” Scherzò Tonks, cercando di far sparire il rossore dalle guance tonde.

“Sì, Dora, quella te.”

“Beh, è fuori, riprova più tardi.”

Remus ridacchiò silenziosamente.

Quei due insieme erano una forza della natura ed essere il soggetto dei loro discorsi lo divertiva parecchio... per non parlare dello strano solletichio all’altezza dello stomaco che sentiva ogni volta che Tonks arrossiva a causa sua.

Strano e piacevole, avrebbe osato dire.

“Dora, non sto scherzando! Per quanto ne so, Remus è stato davvero innamorato soltanto una volta e di una donna che non è mai stata sua. Si merita qualcosa di meglio, non credi?”

Tonks annuì.

“Come mai?” Chiese, poi, senza poter fare a meno di soffocare la propria curiosità. “Come mai non è mai stata sua?”

Sirius sospirò, passandosi una mano tra i lunghi capelli scuri.

“Perché ha sposato James Potter.”

 

 

 

Ma il mio amico è il mio amico

e solo io so dov’è

se vuol farsi trovare

se ha bisogno di me

o se invece vuol stare

per giorni a parlare

sulla spiaggia da solo

con le onde del mare.

 

“Ehi, Sir, hai visto Remus?” Chiese Lily, arrivando di corsa dal piano superiore.

Erano all’inizio del sesto anno e lei aveva finalmente accettato di uscire con James.

Ora, per quanto Sirius ne sapesse, non era propriamente quel che si dice normale correre in giro per la scuola cercando un ragazzo cinque minuti prima dell’ora fissata per incontrarne un altro.

“No, perché?” Chiese il giovane Black, che non era mai stato bravo a farsi gli affari suoi.

“Devo... volevo parlargli.” Rispose Lily, arrossendo.

Alt.

Fermi tutti.

Lily Evans non arrossiva mai.

Mai.

Che diavolo stava succedendo?

“Se vuoi, posso riferire io.” Si offrì Sirius, con in viso l’espressione più innocente del suo repertorio.

In un’altra occasione probabilmente gli avrebbe riso in faccia, ma, dato che di tempo non ce n’era, Lily si limitò a scuotere energicamente il capo, facendo ondeggiare la chioma rossa.

“É... è una cosa personale. Sei sicuro di non sapere dov’é?”

“Mah, probabilmente sarà già alla Stamberga Strillante: domani notte c’è la luna.”

“Ma io gli devo parlare ora!”

“Mi dispiace, Lily, non so cosa dirti.” Replicò Sirius, stringendosi nelle spalle, sincero solo fino a un certo punto.

La ragazza lanciò un’occhiata nervosa all’orologio, poi estrasse dalla tasca una pergamena arrotolata e la consegnò a Sirius.

“Dalla a Rem, per favore... e bada che se la leggi non so cosa ti faccio.” Minacciò, assottigliando gli occhi verdissimi. “E non scherzo.”

“Certo, Lil, per chi mi hai preso?” Esclamò Sirius, mentre Lily già correva giù dalle scale.

Non appena la ragazza fu scomparsa, il giovane  srotolò la pergamena ed  iniziò a leggere.

 

Caro Remus,

             Ho accettato di uscire con James, proprio come volevi tu ma non per questo posso dimenticare  quello che è successo l’altra sera nella Sala Comune. So che tu pensi sia stato un errore ma io non lo credo affatto.

Non trovo per niente giusto che tu continui a negare a te stesso una vita normale. So che non ti ritieni degno di essere felice, anche se non ti capisco, ma questo per me non vale, Rem. Io voglio essere felice, lo voglio davvero, e non posso esserlo uscendo con un ragazzo che non amo. Non è giusto nei miei confronti né nei tuoi, ma soprattutto non lo è in quelli di James.

Non posso fingere di provare per lui sentimenti che il mio cuore riserva solamente a te, non lo posso assolutamente fare. Ecco perché, dopo questo appuntamento, non ce ne saranno altri.

Io voglio stare con te più di qualunque altra cosa, Remus.

Con te.

Non con James.

So benissimo che anche tu lo vuoi e devi smetterla di dire che sei troppo pericoloso per avere una relazione. A me non importa quello che sei, mi importa chi sei.

Remus John Lupin, conosciuto anche come Lunastorta, il ragazzo che amo.

Per sempre tua,

Lily

 

“Oh, Merlino!” Esclamò Sirius, riavvolgendo la pergamena. “Devo dirlo a Remus!”

Il ragazzo si mise a correre, la lettera stretta  in mano, verso il luogo dove sapeva avrebbe trovato il suo amico.

 

Il Lago Nero si stagliava scuro e minaccioso ai margini della Foresta proibita.

A nessuno piaceva quel posto.

A nessuno, escluso Remus Lupin, naturalmente.

Il Lago Nero era il suo luogo preferito dove riflettere indisturbato, lontano dai suoi amici, che lo credevano alla Stamberga Strillante e capivano che, quando spariva così all’improvviso, voleva essere lasciato in pace.

Ovviamente, questo era ciò di cui lui era convinto.

Sirius, in realtà, sapeva benissimo dove lui si ritirava a meditare ma se l’era tenuto per sé e non era mai andato a disturbarlo.

Beh, per tutto c’è una prima volta, no?

“Ciao, Lunastorta.” Lo salutò, sedendosi accanto a lui, la pergamena di Lily srotolata tra le mani.

“Come mi hai trovato?” Chiese Remus, senza alzare gli occhi dall’acqua piatta.

Se era stupito non lo diede a vedere.

“Ti ho seguito, qualche mese fa.”

“Ovviamente. Sai, Sirius, il giorno in cui ti occuperai unicamente degli affari tuoi l’intera Inghilterra farà festa.”

“A parte il fatto che questo non accadrà mai, se io non mi fossi fatto gli affari tuoi, ora non sarei qui con un messaggio da parte della tua bella.”

“Da parte di chi?” Chiese Remus, dedicandogli finalmente la propria attenzione ed inarcando un  sopracciglio.

“Lily.” Spiegò Sirius, porgendogli la lettera. “Dice che ti ama, sai?”

“L’hai letta?!” Ringhiò il licantropo.

“Beh, sì....” Rispose Sirius, come se fosse stata la cosa più logica al mondo. “Scusa, Rem, ti ho appena detto che la ragazza per cui muori da più di due anni è innamorata di te e questa è la tua reazione? Chiedermi se ho letto una stupida lettera? Tu sei malato!”

“Lo so, Sirius.”

“Lo sai cosa? Che sei malato?”

“Che Lily è innamorata di me.”

“Pensavo che fossi qui perché lei ha accettato di uscire con Ramoso!”

“Infatti. Però le ho detto io di accettare.”

Sirius parve confuso, ma ciò non gli impedì di continuare con il suo interrogatorio.

“E te ne sei pentito, giusto?”

“No, Felpato, ma ci sto comunque male, ok?” Replicò Lupin, cominciando a perdere la pazienza.

“Mi dici cosa è successo l’altra sera nella Sala Comune?”

Remus arrossì violentemente.

“Come sai dell’altra sera?”

“Lettera.” Disse semplicemente Sirius, stringendosi nelle spalle.

“Oh, capisco.”

“E allora? Dai, racconta!”

“D’accordo.” Si arrese Remus. “Tanto ormai... Eravamo soli in Sala Comune... stavamo studiando e... ci siamo baciati.”

“Mmmm, capisco...studio di lingue. Vabbè, ma è tutto qui?”

“Magari fosse tutto qui.” Rispose Remus, appena al di sopra della soglia dell’udibilità.

“Come magari? Che hai combinato, Lunastorta?” Domandò l’amico, strabuzzando gli occhi.

“Diciamo che, per metterla come faresti tu, abbiamo studiato anche un po’ di anatomia.”

“Cosa?!” Quasi gridò Sirius, incredulo. “Cioè, tu e Lily avete....”

“Sì, temo di sì.”

“Scusa, ma allora perché accidenti è uscita con James?”

“Perché l’ho convinta a farlo.”

“Ok, ora non ti seguo più.”

Remus sospirò: gli faceva male parlare di Lily ma pareva proprio che non avesse scelta.

Non si aspettava certo che Sirius capisse, così come non si aspettava che lo facesse Lily, ma sentiva di aver preso la decisione giusta.

“Sir, Lily non può stare con me. Io sono troppo pericoloso per chiunque, non posso avere una storia seria e con Lily lo sarebbe di sicuro.”

“Sai cosa sei? Un dannato autolesionista, ecco cosa! Piantala di dire scemenze, una volta tanto!”

“Non sono scemenze, Sir. E poi c’é James... é innamorato di lei dal primo anno e...”

“Ma lei non ama James, ama te! Così fai del male a tutti e tre!” Gridò Sirius.

“Credi che non lo sappia?” Rispose Remus con lo stesso tono, alzandosi in piedi. Sirius indietreggiò un poco: non era abituato a sentirlo urlare... “Credi che io non mi senta il cuore a pezzi a pensare che Lily e io non potremo mai stare insieme? James è una brava persona, la ama e non la divorerà alla prima luna piena.”

“Ma lei vuole te!” Esclamò Sirius, alzandosi a sua volta.

“Bene.” Rispose Remus, tornando al suo solito tono di voce. “Vorrà dire che sono io a non volere lei.”

Detto questo, accartocciò la pergamena, la buttò nel lago e si incamminò verso la scuola.

 

***

 

“Caspita...” Commentò Tonks, visibilmente stupita. “Non avrei mai pensato che Remus fosse innamorato di Lily! Ti rendi conto?! Avrebbe potuto essere lui il padre di Harry Potter! Avrebbe potuto essere morto!”

Già, avrebbe potuto, pensò Remus, appoggiandosi al battente.

Quante volte aveva desiderato di essere morto lui, al posto di James?

Incalcolabili, ecco quante.

“Ehi, su con la vita, cuginetta!” Esclamò Sirius con la sua solita, dirompente allegria. “Il tuo caro Lunastorta è ancora vivo, dopotutto!”

“Sirius, io non....”

“Sì, sì, lo so: tu non sei innamorata di lui, oook... se lo dici tu. Che ne dici di lasciare da parte i disastri della vita sentimentale di Rem per passare a qualcosa di veramente interessante?”

Tonks guardò il mago, perplessa, mentre Remus si concedeva un sospiro di sollievo.

“E cosa sarebbe, questo qualcosa?” Chiese la ragazza.

“Quidditch, naturalmente.”

 

 

 

   
 
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