Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: lmpaoli94    03/12/2018    1 recensioni
Elsa e Anna erano due bambine che vivevano nel Regno di Arendelle.
Essendo figlie di due sovrani molto importanti, le due avevano molte restrizioni.
Infatti non potevano uscire dal castello senza che uno dei servitori fosse presente.
Una notte, mentre stava nevicando, Anna trascinò sua sorella verso il lago dinanzi al castello per fare un pupazzo di neve.
Ma da lì a poco non si sarebbero mai immaginate che la loro vita sarebbe cambiata per sempre.
Una strega oscura era piombata nelle loro vite trasformando la povera Elsa in una maga che avrebbe distrutto il suo stesso Regno.
Chi avrebbe potuta aiutarla?
Sarebbe riuscita Anna, insieme a tutti gli abitanti del suo Regno, a scongiurare una catastrofe ormai segnata?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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< Elsa! Vieni a vedere! > fece Anna richiamando l’attenzione di sua sorella.
< Anna, lasciami dormire. Sono molto stanca. >
< Sta nevicando! È davvero bellissimo! >
< E con ciò? Non hai mai visto nevicare? >
< Questo vuol dire che possiamo uscire fuori e fare un pupazzo di neve. >
< Magari domattina. Adesso lasciami dormire. >
< Ma se lo facciamo questa sera la neve è più fresca… Avanti, giù dal letto dormigliona. >
< Ahi! > fece Elsa dopo che sua sorella l’aveva presa per il piede < così mi fai male. >
< Smettila di lamentarti e vestiti. Dobbiamo cogliere questa occasione prima che sia troppo tardi. >
< Tardi per cosa? >
< I nostri genitori non vogliono che usciamo fuori… Quindi è l’occasione giusta per disubbidirgli e andare dritte al lago. >
< Anna, non credi che sarà pericoloso? >
< Che cosa vuoi che ci succeda? Ormai l’abbiamo fatto molte volte. >
< LO so, però… >
< Eccoti i vestiti, Elsa. Ti serviranno per proteggerti dal freddo. >
Dopo essersi vestita molto lentamente, Elsa non era ancora del tutto convinta delle parole di sua sorella.
Aveva la sensazione che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di grave e irrimediabile.
Avendola presa per mano e scaraventata fuori dalla loro stanza, Anna ed Elsa percorsero il ponte del loro palazzo ammirando il cielo completamente oscurato dalle nuvole.
< Adesso possiamo toccare la neve! > fece Anna entusiasta.
< Oltre che a fare il pupazzo di neve, potremmo prenderci a pallate > propose Elsa.
< Bravissima, Elsa. Adesso sì che sei dello spirito giusto. >
Avendo fatto delle piccole barriere per proteggersi dagli attacchi altrui, l due bambine cominciarono a divertirsi come non mai evitando di strillare eccessivamente e svegliare tutto il Regno che era immerso in un sonno profondo.
< Ho vinto io! > fece Anna dopo aver colpito ripetutamente sua sorella < E per punizione, dovrai fare tutto quello che ti ordino per una settimana. >
< E chi l’ha deciso? >
< Io in questo momento. >
< Non è giusto!  Voglio la rivincita! >
< Ahahah magari domani > rispose Anna divertita.
< Che cos’è? Hai paura? >
< Assolutamente no… Però possiamo fare un grande pupazzo di neve. >
< Va bene, come vuoi tu. Però poi ritorniamo subito al castello, va bene? La temperatura si sta notevolmente abbassando. >
< E tu come fai a sentirlo? Io ho tanto caldo. Sarà che non sono mai stata così contenta prima d’ora. >
< A te ci vuole poco per farti contenta. >
< Su questo hai ragione. >
Dopo aver creato tre palle per la composizione del pupazzo di neve, Elsa contornò alla creazione le braccia, gli occhi e la bocca.
< Davvero un pupazzo riuscito bene. >
< Sì, sono d’accordo. >
< Elsa, mi è venuta un’idea… Che ne dici se lo portiamo in camera nostra? Così magari stanotte potrebbe farci compagnia. >
< Anna, noi non viviamo in una cella frigorifera. Il nostro pupazzo si scioglierebbe in pochi minuti. >
< Sì, hai ragione. >
< L’unica possibilità è di lasciarlo qui fuori. >
< E se domani non lo dovessimo più trovare? >
< Fidati. Il nostro amico non si muoverà. >
< Va bene. Allora lo lasciamo qui > fece Anna sbadigliando copiosamente.
< Lo vedi? Anche tu sei molto stanca. Meglio se rientriamo a palazzo. >
Completamente sfinite, le due bambine percorsero il lungo ponte del loro palazzo per tornare nelle loro rispettive camere.
Ma non si potevano immaginare che da lì a poco avrebbero fatto un incontro misterioso che li avrebbe spaventate.
< Che cosa succede, Elsa? Perché il cielo si è fatto così scuro? >
< Sono le nuvole, Anna. Magari più tardi si metterà a piovere. >
< No! Il nostro pupazzo! >
< Ne faremo un altro domani. Non ti preoccupare adesso. >
< Ma era venuto così bene… >
Ma Elsa non ebbe ragione sull’affermare che da lì a poco si sarebbe messo a piovere.
Qualcosa di più oscuro scese dal cielo, manifestandosi dinanzi alle due bambine inermi.
< Buonasera, bambine > fece la creatura misteriosa con tono pacato.
< Elsa, chi è quella creatura? >
< Non lo so. Non ho mai visto niente di simile… >
< Piacere d’incontrarvi. Il mio nome è Malefica e se sono qui è perché avevo un desiderio ardente di incontrarvi. >
< Il nome non è molto rassicuratorio, signora Malefica. >
< Signora? Ahahah ma io sono una fata. Una fata molto buona che può cambiare le vostre vite per sempre. >
< Cambiare le nostre vite? A quale scopo? > domandò Elsa curiosa.
< Perché voglio farvi un regalo… E’ da molto tempo che vi osservo mie care bambine, ma adesso è venuto il momento di darvi quello che vi spetta. Chiudete gli occhi. >
< Ci lasci immediatamente passare per il nostro castello. Siamo molto stanche. >
< Perché tanta fretta? >
< Siamo molto stanche e infreddolite, signora fata > rispose Elsa cercando di mantenere la calma < E poi i nostri genitori potrebbero preoccuparsi. >
< Non vi preoccupate… Questo dono renderà i vostri genitori felici come non mai. State a vedere. >
< No! Noi non vogliamo nessun dono da voi! >
Malefica fu molto irritata per come Elsa era contraria al suo desiderio.
< Sciocca di una bambina, perché vuoi farmi arrabbiare? Tu non hai idea di chi sono io. >
< Invece sì. Siete solo una creatura cattiva e oscura che ci sta solo facendo perdere tempo. >
< Oscura e cattiva? D’accordo, l’hai voluto tu. >
Spazientita dalla primogenita dei sovrani di Arendelle, Malefica scatenò contro di lei la furia della sua magia oscura.
< Lasciala! Che cosa gli sta facendo?! > gridò Anna spaventata.
< Niente paura, piccola mia. Tra poco tua sorella sarà una persona nuova. >
Non sapendo come aiutarla, Anna scappò dritta al castello cercando l’aiuto della servitù e dei suoi genitori, lasciando la povera Elsa in valiade della magia oscura.
< Ecco, abbiamo finito. >
Una volta che Elsa riaprì gli occhi, si sentì molto diversa dal solito.
< Adesso la tua vita cambierà per sempre, principessa… Qualsiasi cosa tu toccherai, verrò trasformata in ghiaccio, rendendoti un mostro agli occhi di tutti. >
< Un mostro? Ma cosa… >
< Adesso ti senti molto frastornata, ma vedrai che con il passare del tempo i tuoi poteri maledetti da me conferiti diventeranno incontrollabili e sarai destinata ad essere allontanata per sempre dal tuo regno.
< Voi… come avete dovuto… >
< E’ la giusta punizione che ti meriti per esserti messa contro di me… Appena li vedi, saluta i tuoi genitori. Io e loro abbiamo un conto in sospeso che tu ignori… Addio, principessa di Arendelle > disse infine Malefica sparendo nel buio della notte lasciando dietro di sé una scia di disperazione che colpì la povera Elsa.
< Elsa! Vieni a vedere! > fece Anna richiamando l’attenzione di sua sorella.
< Anna, lasciami dormire. Sono molto stanca. >
< Sta nevicando! È davvero bellissimo! >
< E con ciò? Non hai mai visto nevicare? >
< Questo vuol dire che possiamo uscire fuori e fare un pupazzo di neve. >
< Magari domattina. Adesso lasciami dormire. >
< Ma se lo facciamo questa sera la neve è più fresca… Avanti, giù dal letto dormigliona. >
< Ahi! > fece Elsa dopo che sua sorella l’aveva presa per il piede < così mi fai male. >
< Smettila di lamentarti e vestiti. Dobbiamo cogliere questa occasione prima che sia troppo tardi. >
< Tardi per cosa? >
< I nostri genitori non vogliono che usciamo fuori… Quindi è l’occasione giusta per disubbidirgli e andare dritte al lago. >
< Anna, non credi che sarà pericoloso? >
< Che cosa vuoi che ci succeda? Ormai l’abbiamo fatto molte volte. >
< LO so, però… >
< Eccoti i vestiti, Elsa. Ti serviranno per proteggerti dal freddo. >
Dopo essersi vestita molto lentamente, Elsa non era ancora del tutto convinta delle parole di sua sorella.
Aveva la sensazione che da lì a poco sarebbe successo qualcosa di grave e irrimediabile.
Avendola presa per mano e scaraventata fuori dalla loro stanza, Anna ed Elsa percorsero il ponte del loro palazzo ammirando il cielo completamente oscurato dalle nuvole.
< Adesso possiamo toccare la neve! > fece Anna entusiasta.
< Oltre che a fare il pupazzo di neve, potremmo prenderci a pallate > propose Elsa.
< Bravissima, Elsa. Adesso sì che sei dello spirito giusto. >
Avendo fatto delle piccole barriere per proteggersi dagli attacchi altrui, l due bambine cominciarono a divertirsi come non mai evitando di strillare eccessivamente e svegliare tutto il Regno che era immerso in un sonno profondo.
< Ho vinto io! > fece Anna dopo aver colpito ripetutamente sua sorella < E per punizione, dovrai fare tutto quello che ti ordino per una settimana. >
< E chi l’ha deciso? >
< Io in questo momento. >
< Non è giusto!  Voglio la rivincita! >
< Ahahah magari domani > rispose Anna divertita.
< Che cos’è? Hai paura? >
< Assolutamente no… Però possiamo fare un grande pupazzo di neve. >
< Va bene, come vuoi tu. Però poi ritorniamo subito al castello, va bene? La temperatura si sta notevolmente abbassando. >
< E tu come fai a sentirlo? Io ho tanto caldo. Sarà che non sono mai stata così contenta prima d’ora. >
< A te ci vuole poco per farti contenta. >
< Su questo hai ragione. >
Dopo aver creato tre palle per la composizione del pupazzo di neve, Elsa contornò alla creazione le braccia, gli occhi e la bocca.
< Davvero un pupazzo riuscito bene. >
< Sì, sono d’accordo. >
< Elsa, mi è venuta un’idea… Che ne dici se lo portiamo in camera nostra? Così magari stanotte potrebbe farci compagnia. >
< Anna, noi non viviamo in una cella frigorifera. Il nostro pupazzo si scioglierebbe in pochi minuti. >
< Sì, hai ragione. >
< L’unica possibilità è di lasciarlo qui fuori. >
< E se domani non lo dovessimo più trovare? >
< Fidati. Il nostro amico non si muoverà. >
< Va bene. Allora lo lasciamo qui > fece Anna sbadigliando copiosamente.
< Lo vedi? Anche tu sei molto stanca. Meglio se rientriamo a palazzo. >
Completamente sfinite, le due bambine percorsero il lungo ponte del loro palazzo per tornare nelle loro rispettive camere.
Ma non si potevano immaginare che da lì a poco avrebbero fatto un incontro misterioso che li avrebbe spaventate.
< Che cosa succede, Elsa? Perché il cielo si è fatto così scuro? >
< Sono le nuvole, Anna. Magari più tardi si metterà a piovere. >
< No! Il nostro pupazzo! >
< Ne faremo un altro domani. Non ti preoccupare adesso. >
< Ma era venuto così bene… >
Ma Elsa non ebbe ragione sull’affermare che da lì a poco si sarebbe messo a piovere.
Qualcosa di più oscuro scese dal cielo, manifestandosi dinanzi alle due bambine inermi.
< Buonasera, bambine > fece la creatura misteriosa con tono pacato.
< Elsa, chi è quella creatura? >
< Non lo so. Non ho mai visto niente di simile… >
< Piacere d’incontrarvi. Il mio nome è Malefica e se sono qui è perché avevo un desiderio ardente di incontrarvi. >
< Il nome non è molto rassicuratorio, signora Malefica. >
< Signora? Ahahah ma io sono una fata. Una fata molto buona che può cambiare le vostre vite per sempre. >
< Cambiare le nostre vite? A quale scopo? > domandò Elsa curiosa.
< Perché voglio farvi un regalo… E’ da molto tempo che vi osservo mie care bambine, ma adesso è venuto il momento di darvi quello che vi spetta. Chiudete gli occhi. >
< Ci lasci immediatamente passare per il nostro castello. Siamo molto stanche. >
< Perché tanta fretta? >
< Siamo molto stanche e infreddolite, signora fata > rispose Elsa cercando di mantenere la calma < E poi i nostri genitori potrebbero preoccuparsi. >
< Non vi preoccupate… Questo dono renderà i vostri genitori felici come non mai. State a vedere. >
< No! Noi non vogliamo nessun dono da voi! >
Malefica fu molto irritata per come Elsa era contraria al suo desiderio.
< Sciocca di una bambina, perché vuoi farmi arrabbiare? Tu non hai idea di chi sono io. >
< Invece sì. Siete solo una creatura cattiva e oscura che ci sta solo facendo perdere tempo. >
< Oscura e cattiva? D’accordo, l’hai voluto tu. >
Spazientita dalla primogenita dei sovrani di Arendelle, Malefica scatenò contro di lei la furia della sua magia oscura.
< Lasciala! Che cosa gli sta facendo?! > gridò Anna spaventata.
< Niente paura, piccola mia. Tra poco tua sorella sarà una persona nuova. >
Non sapendo come aiutarla, Anna scappò dritta al castello cercando l’aiuto della servitù e dei suoi genitori, lasciando la povera Elsa in valiade della magia oscura.
< Ecco, abbiamo finito. >
Una volta che Elsa riaprì gli occhi, si sentì molto diversa dal solito.
< Adesso la tua vita cambierà per sempre, principessa… Qualsiasi cosa tu toccherai, verrò trasformata in ghiaccio, rendendoti un mostro agli occhi di tutti. >
< Un mostro? Ma cosa… >
< Adesso ti senti molto frastornata, ma vedrai che con il passare del tempo i tuoi poteri maledetti da me conferiti diventeranno incontrollabili e sarai destinata ad essere allontanata per sempre dal tuo regno.
< Voi… come avete dovuto… >
< E’ la giusta punizione che ti meriti per esserti messa contro di me… Appena li vedi, saluta i tuoi genitori. Io e loro abbiamo un conto in sospeso che tu ignori… Addio, principessa di Arendelle > disse infine Malefica sparendo nel buio della notte lasciando dietro di sé una scia di disperazione che colpì la povera Elsa.
   
 
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