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Autore: _Bri_    05/12/2018    10 recensioni
[Storia Interattiva - Iscrizioni Chiuse]
Mentre ad Hogwarts si sta svolgendo il Torneo Tre Maghi, da qualche parte, in Inghilterra, esiste un "Giardino Segreto" apparentemente bellissimo ed unico, ma che nasconde ben più degli incanti che lo immergono nel costante clima primaverile. Dodici celle, occupate da dodici creature che il dottor Steiner ha rinchiuso lì. Il motivo è sconosciuto, ma chi vi è rinchiuso dovrà lottare con tutto se stesso, per ottenere la libertà.
Genere: Dark, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Prologo - parte 2
 
Il Dottor Steiner rigirava quel semplice oggetto fra le mani ben curate, mentre camminava placido per i sentieri del giardino. Un lieve sorriso si mostrava accennato, sul volto disteso del mago; certo, non era stato semplice decidere di occupare tutte le celle, visto alcuni ospiti che conosceva da molto tempo, ma il suo scopo veniva prima di ogni sentimento. Se i reclusi avessero deciso di collaborare, infatti, forse avrebbe anche potuto decidere di liberarli, alla fine di tutto. Ovvio, l’ultima parola sarebbe stata dell’Oscuro Signore e di nessun altro, ma Robert Steiner si reputava un servitore fedele e, specialmente, indispensabile, ragion per cui era certo che Lord Voldemort avrebbe dato ascolto alle sue parole in merito. Per questo aveva iniziato ad affrontare dei colloqui individuali con ognuno degli occupanti, chiarendo che la loro libertà fosse direttamente proporzionale al grado di remissività ed accondiscendenza che avrebbero mostrato. Non si stupì quando tre o quattro di loro lo aggredirono verbalmente, dichiarando che, piuttosto, sarebbero morti; diversamente fu lieto di notare un certo timore da parte della maggior parte di essi.
Un passo alla volta. Non doveva avere fretta: aveva tutto il tempo a disposizione per portare avanti i suoi esperimenti. Il sorriso si allargò sul volto del mago ed il suo passo si arrestò, mentre gli occhi si incastrarono nella targa di marmo posta sopra la cella a cui aveva premura di far visita. Il sole, sempre splendente, lanciava i propri raggi sull’incisione upsilon
 
-Signorina Airgood- richiamò con tono pacato, dopo essersi schiarito la voce –puoi cortesemente scendere? Ho un regalo per te-
 
L’interno della cella, parzialmente illuminata, era ben visibile attraverso le sbarre; essa presentava, come in tutte le altre celle, un lettino singolo addossato ad una parete ed un piccolo scrittoio specularmente posto sull’altra, sopra il quale era posto un particolare marchingegno piramidale; inoltre una porta di legno scuro permetteva di accedere al bagno. In più nella cella della vergine, una catena attaccata al soffitto pendeva fino a terra. Il dottore si avvicinò alle sbarre, lanciando uno sguardo verso l’alto e notando Jules aggrappata ad essa, che si faceva forza per scendere; fu a quel punto che Steiner entrò nella cella ed allungò una mano alla piccola strega che, con gli occhi sgranati, esitò appena prima di accogliere la sua mano
 
-Ti davano noia le scarpe?-
 
Jules annuì, mentre riagganciava frettolosamente le cinghie delle pesanti calzature attorno al collo del piede. Il dottore rimase ad osservarla per qualche istante, prima di farle cenno di sedersi sul letto, cosa che Jules non si attardò a fare
 
-Come ti stavo dicendo, ti ho portato un regalo: so che hai difficoltà a dormire, per questo ho pensato potesse esserti utile questa-
 
Gli occhi vivaci di Jules osservarono la mascherina di seta blu notte che il dottore aveva allungato nella sua direzione; annuì ancora una volta mentre la destra, delicata, afferrò quel dono
 
-Grazie- pigolò lei –con tutta questa luce non riesco a dormire bene, anche se lassù va meglio- aggiunse, alzando un dito ad indicare il soffitto
 
-Sai che non è affatto sicuro rimanere in uno stato di sospensione mentre dormi. Potresti crollare all’improvviso non riuscendo a gestire bene la tua dote; ne abbiamo parlato tante volte, ricordi?-
 
Jules tirò timidamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio ed annuì sommessamente. Dopo poco tornò a guardare il dottor Steiner
 
-Perché sono qui? Per caso c’entra il mio rapporto con l’aria?-
 
-Mia cara…è molto più di questo, ma temo di non potertene parlare. Se ti comporterai bene e darai retta a ciò che ti dico, sono sicuro che andrà tutto bene-
 
Steiner si alzò e tornò ad allacciare le mani dietro la schiena, pronto ad uscire nuovamente da quella cella
 
-Dottore- lo richiamò Jules, costringendo il mago ad arrestarsi –Oggi non uscirò?-
 
Steiner scosse il capo continuando a darle le spalle, così uscì dalla cella, che si richiuse dietro di lui
 
-Dottore...lei si è sempre preso cura di me! Continuerà a farlo, non è vero?-
 
Il mago si irrigidì appena; era chiaro che il sangue Veela che scorreva in Jules non gli fosse indifferente, ma il suo incredibile autocontrollo gli riportò lucidità. Non poteva permettere che una ragazzina lo facesse vacillare.
Steiner non rispose, si limitò ad allontanarsi da quella cella, sentendo con chiarezza quegli occhioni smarriti bruciargli la schiena.
 
*
 
-E quindi continuerete a non dirci nulla, eh?-
 
Se avesse avuto la sua bacchetta, Victor non avrebbe di certo esitato ed avrebbe colpito Roxanne in pieno petto con la maledizione cruciatus. Se la meritava, quella maledetta strega che sembrava sempre impassibile; anche in quel momento la cosa non era di certo diversa: Victor teneva strette le mani intorno alle sbarre della cella ed i suoi occhi scuri erano fissi in quelli freddi della Mangiamorte dalla bellezza algida, che ricambiava lo sguardo senza scomporsi affatto
 
-Pensavo di essermi spiegata, Selwyn, ma evidentemente non sono stata abbastanza chiara, l’ultima volta- Roxanne diede una fugace occhiata all’orologio da taschino, prima di tornare a dedicare attenzioni al mago più giovane –Non solo non hai diritto di fare alcuna domanda, inoltre se fossi in te metterei da parte questo atteggiamento tanto arrogante…il dottore potrebbe prendersela, prima o poi-
 
Roxanne avvicinò il viso a quello dell’altro, diviso in parte dalle sbarre della cella; quel Victor Selwyn l’aveva sempre innervosita,  sebbene riuscisse a mascherare il proprio disappunto con maestria. Nel farlo, Roxanne Borgin era senza ombra di dubbio la migliore; aveva sempre dimostrato incredibili capacità diplomatiche e non aveva mai permesso a nessuno di scalfire la sua coltre fredda e distaccata. Ma soggetti del calibro di Victor la mettevano a dura prova. Nemmeno durante le feste mondane a cui avevano partecipato insieme, aveva mai dato mostra di tollerare la presenza dell’erede dei Selwyn, sempre così arrogante e provocatore. Per questo quando il dottor Steiner lo aveva portato al Giardino, Roxanne aveva segretamente gioito, anche se non le era ben chiaro il parametro con cui Steiner procedeva alla selezione.
In quel momento, ad un centimetro dal viso di Victor Selwyn, la strega si lasciò sfuggire un sorriso carico di compiacimento
 
-Sarai costretto ad abbassare il tiro, Selwyn…- sussurrò –sappi che i tuoi genitori sono disperati;  ti stanno cercando e se vuoi uscire di qui, prima o poi, dovrai sottometterti-
 
Ma quello stesso sorriso spuntato con naturalezza ed incentivato dalla sua posizione di netto vantaggio, si spense presto. Bastarono infatti poche frasi di quel dannato Selwyn, per far vacillare la compostezza di Roxanne
 
-Mi sembra evidente, Borgin, che hai scelto di ricoprire questo ruolo visto il tuo scarso successo nella vita...ti compatisco cara: un’erede tanto ambita, che non è ancora riuscita a trovare un legnetto che la comandi per bene! Fossi in te mi darei agli speed date, pare che funzionino, con i casi disperati come il tuo-
 
Le labbra di Roxanne tremarono appena ed un velo calò sui suoi occhi vividi; con un colpo di reni la strega si tirò indietro, sfoderò la bacchetta e con essa compì un movimento circolare: un gorgoglio alle spalle di Victor lo fece ridere
 
-ti sei appena guadagnato un’altra tacca, Eroe!-
 
Ciò detto Roxanne piroettò su se stessa e si allontanò dalla risata sguaiata di Victor 
 
-Non volevo offendere la tua femminilità, Roxie!- la canzonò, prima di voltarsi e guardare la piramide di cristallo, che s’era appena colmata di una terza tacca. Il magigiornalista allungò una mano per sfiorarne la punta e con gli occhi indagò le dodici tacche incise su di un lato. Non aveva la minima idea di cosa sarebbe successo quando la piramide si fosse colmata del tutto, ma era abbastanza sicuro non sarebbe stato nulla di buono. 
 
*
 
Adrian tirò fuori dalla tasca un fazzoletto di cotone, con cui si affrettò a ripulire le mani sporche di terriccio. Le sopracciglia aggrottate erano piegate sugli occhi chiari e la bocca s’era contratta, a dimostrazione del suo estremo disappunto. Roxanne, che aveva recuperato la sua apparente serenità, s’incamminò verso il collega, mantenendo le mani nelle tasche dei pantaloni dal taglio elegante
 
-Tutto bene, Reed?-
 
Come prima risposta, Adrian sputò a terra –Bene un cazzo…certe volte mi chiedo come mai Steiner abbia fatto certe scelte-
 
-Alludi a qualcuno dei reclusi?-
 
-A più di uno- borbottò Adrian il quale, dopo aver riposto il fazzoletto nella tasca, si accese una sigaretta –Credevo sarebbero almeno stati esclusi i maghi dal sangue puro, ma evidentemente mi sbagliavo-
 
-Per onorare la causa del Signore Oscuro non fa differenza che sangue scorra nelle nostre vene- rispose pratica lei –comunque devi imparare ad essere meno emotivo Ad, altrimenti Steiner ti allontanerà dal progetto-
 
Il mago trattenne una bestemmia tra i denti –vuoi darmi qualche lezione?-
 
Roxanne cinguettò una risata delicata –Credo ne avresti bisogno- così guardò l’orologio –accidenti…sono già le nove e venti, stavamo rischiando di perderci la cena-
 
-Con questo sole sempre alto non ci capisco più niente. Uscirò di testa prima o poi-
 
-Cerca di ritardare la follia ad esperimento concluso, va bene?-
 
I due Mangiamorte si avviarono fianco a fianco verso una delle siepi apparentemente identica alle altre. Con un colpo della bacchetta di Adrian, questa si dissolse, permettendo ai Mangiamorte di oltrepassarla ed immergersi nel buio della sera, ben più fredda ed umida rispetto al clima del Giardino Segreto.

 


Buongiorno a tutti, eccomi qui con la seconda parte del prologo de “Il Giardino Segreto”. Mi premeva spezzare la lunga attesa fino alla scadenza, inoltre spero che queste brevi dinamiche vi abbiano aiutati a comprendere un pochino di più i miei oc. Non è molto ma è già qualcosa, no?  Spero ovviamente vi sia piaciuto, mi piacerebbe sapere la vostra opinione.
Ne approfitto per ricordarvi che la scadenza per iscriversi ed inviare le schede sarà il 14. Per le iscrizioni, trovate tutte le info sulla prima parte del prologo :). Ringrazio inoltre chi mi ha già mandato le schede.
Al solito, se avete esigenza di pormi delle domande non fatevi problemi e scrivetemi pure in privato. Buona giornata a tutti voi.
 
Bri
   
 
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