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Autore: inzaghina    31/12/2018    10 recensioni
A pochi giorni dal fatidico 2 maggio 1998 Harry, Ron, Hermione e Ginny s'interrogano su quale sia il modo giusto per ricominciare a vivere, lasciandosi alle spalle i brutti ricordi, ma senza dimenticare le persone che si sono sacrificate per un mondo migliore. Al contempo, George dovrà affrontare per la prima volta un mondo senza il suo gemello, ritrovando la capacità di ridere; Percy dimostrerà che ha sbagliato e, con l’aiuto di una ragazza che lo capisce davvero, ricucirà il rapporto con i suoi familiari; Bill e Fleur cementeranno la loro unione e un ritorno inaspettato ridarà speranza al gruppo.
Uno sguardo sul periodo post-bellico e sulle difficoltà affrontate da tutti loro, e dai loro cari, per ritornare veramente a vivere, preoccupandosi solo del proprio futuro, dell'amicizia che li lega e degli amori che potranno finalmente godersi con serenità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, George Weasley, Il Secondo Trio (Neville, Ginny, Luna), Il trio protagonista | Coppie: Angelina/George, Audrey/Percy, Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Love is bigger than anything in its way'
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Capitolo 7 – There’s a time for daring



“There's a time for daring and there's a time for caution,
and a wise man understands which is called for.”
John Keating, from Dead poets society


  
Era la notte prima della partenza per l’Australia, e Hermione non era mai stata così agitata in vita sua. Era riuscita a chiudere gli occhi per pochi minuti, prima di venire assalita dai soliti dubbi, secondo cui i suoi genitori stessero meglio in Australia, senza di lei e senza altri potenziali pericoli. Rigirarsi nel letto sarebbe servito a poco, tanto valeva andare a prepararsi una tazza di tè, cercando di calmarsi ed avendo la possibilità di riposare almeno un po’. Una volta giunta in cucina, come spesso capitava, la trovò già occupata; Harry era infatti seduto al tavolo, con una foto stretta tra le mani ed un piatto di biscotti che pareva intonso alla sua destra.
“Non riuscivi a dormire nemmeno tu?” gli domandò, sedendosi alla sua sinistra.
Harry sollevò lo sguardo dall'istantanea magica, prima di scuotere la testa, “non un granché, no… e tu? Sei agitata per il grande viaggio?”
“Molto,” ammise la riccia, “non sono sicura di star facendo la scelta giusta…”
“Certo che è la scelta giusta!” le disse Harry, stringendole un braccio, cercando di darle conforto.
“Vuoi una camomilla?” chiese Hermione, bramando di avere qualcosa da fare.
“Ma si dai… ci sono anche dei biscotti.”
 
Un paio di minuti dopo la ragazza tornò al tavolo, stringendo due tazze fumanti tra le mani, “ecco a te.”
“Grazie,” Harry le sorrise, spingendo il piatto di ceramica tra sé e la sua migliore amica.
“Cosa ti agita di più?” le chiese poi.
“L’idea di sconvolgere la loro vita,” ammise la ragazza, soffiando sul liquido chiaro della sua tazza, “immagino che abbiano trovato il loro equilibrio laggiù e non vorrei disorientarli...”
“Sconvolgerla di nuovo, vorrai dire?” sorrise il ragazzo, prima di mordere un biscotto e passarne uno anche a lei.
“In che senso?”
“Beh, quando hanno scoperto che eri una strega non sono rimasti sconvolti dalla notizia?” domandò nuovamente Harry.
“Beh, in effetti si… anche se mamma poi mi ha confessato di aver sempre notato strani avvenimenti intorno a me, quando crescevo, e che saperne il motivo era confortante…”
“Ecco, quindi andare laggiù e togliere loro l’incantesimo della memoria servirebbe solamente a sconvolgerli di nuovo, eventualmente, ma sono convinto che ne valga la pena.”
“Non ne sono così sicura, Harry…”
“Credimi, Hermione,” insistette lui, afferrando la foto che aveva tra le mani fino a pochi minuti prima e passandogliela, “fattelo dire da una persona che ha passato i primi anni della sua vita senza conoscere l’affetto di una famiglia, non c’è nulla che desidererei di più di tornare indietro nel tempo ed avere la possibilità di salvare i miei genitori, e insieme a loro Sirius, Remus, Tonks, Fred, Malocchio, Cedric e tutta la gente morta a causa mia…”
“Non sono affatto morti a causa tua, Harry,” lo corresse subito Hermione.
“Giusto, lo so… ma è sempre difficile non vederla in questo modo, sai? Non pensare che tutti loro siano morti solo perché Voldemort voleva uccidere me.”
La sua amica annuì, posandogli una mano sulla spalla, incitandolo a continuare.
“Quello che intendo dirti è che sono sicuro che i tuoi genitori sentano la tua mancanza, nonostante l’incantesimo di memoria, e, non appena lo eliminerete, ti abbracceranno e capiranno che lo hai fatto solo per salvarli,” la rassicuro lui, indicandole le persone presenti nella foto, “questi sono i miei genitori con i loro amici più cari, praticamente tutti loro sono morti per colpa di questa guerra, ma so che sarebbero felici di sapere che noi siamo sopravvissuti e sono convinto che abbiamo un debito con loro, dobbiamo vivere questa vita al meglio e questo include andare a recuperare i tuoi genitori in Australia, Hermione. Potrai passare del tempo con loro, aggiornarli sull'anno incredibile che abbiamo appena trascorso e poi partire ed essere la miglior Caposcuola che Hogwarts abbia mai avuto!”
“Caposcuola, dici?”
“E chi altro?”
“Sarà strano senza te e Ron...” gli confessò.
“Chissà se noi due ce la caveremo senza di te,” le rispose, sorridendo.
“Sono sicura che diventerete due magnifici Auror,” lo rassicurò, mordendo un biscotto alla cannella.
“E tu potrai diventare qualsiasi cosa tu voglia...”
“Lo dice anche Ron,” ribatté la riccia.
“Non avevo dubbi...”
“Ma ancora non so cosa voglio fare,” continuò Hermione.
“Hai tutto il tempo per decidere.”
“Sicuramente qualcosa che possa aiutare i gruppi più discriminati del nostro mondo,” aggiunse, dopo una piccola pausa.
Harry le sorrise. “Ecco l’Hermione che conosco!”
Lei ricambio il sorriso “grazie, Harry.”
“Ma figurati! Ora cerca di dormire un po’...”
Lei annuì, osservandolo dirigere le loro due tazze vuote nel lavandino, prima di seguirla su per le scale.
“Buonanotte.”
“Notte, Herm...”
 
***

 
Il giorno successivo, Percy si offrì per accompagnarli nell'ufficio di Audrey.
“Chissà come mai,” borbottò Charlie, dando di gomito a George, che fece un piccolo sorriso.
“State attenti, ragazzi,” si raccomandò Molly, stringendoli entrambi in un abbraccio soffocante.
“Certo,” le rispose Hermione.
“E scriveteci quando sarete arrivati laggiù,” aggiunse la donna, accarezzando fugacemente la guancia del suo sestogenito, che represse una smorfia, sforzandosi di sorriderle.
“Fateci sapere quando li avete trovati,” aggiunse Arthur.
“Ci vediamo presto,” dichiarò con sicurezza Ginny, stringendo velocemente il fratello, prima di abbracciare Hermione.
“Cercate anche di divertirvi un po’...” consigliò Harry e i due lo abbracciarono.
“Anche voi,” rispose Ron, prima di strizzare brevemente una spalla di George, che sollevò lo sguardo su di lui, stirando le labbra in un sorrisino, “cerca di fare almeno una foto ad un canguro, fratellino!”
L’altro annuì solennemente, osservando Hermione baciare George sulla guancia, prima di avvicinarsi a Percy e seguirlo tra le fiamme verdi del camino.
 
L’ufficio di Audrey era stipato fino all'inverosimile di pergamene, richieste e faldoni, la scrivania della ragazza era sotto una finestra, mentre quella della sua collega Sally era perpendicolare alla sua; non appena i tre entrarono, Audrey sorrise, mentre i suoi occhi verdi s’illuminavano.
“Ciao ragazzi, ben arrivati!”
“Ciao Audrey, grazie ancora per il tuo aiuto,” disse Hermione, ricambiando il sorriso.
“Figuratevi, è stato un piacere... lei è la mia amica Sally,” aggiunse, indicando la bionda con cui condivideva l’ufficio. Dopo un giro di presentazioni veloci, la mora si alzò, “il mio capo ha preparato tutto quanto, seguitemi nell'ufficio partenze, così vi dico quale sarà la vostra prima tappa,” disse, precedendoli nel corridoio.
“Una volta arrivati a Sydney, andate all’ufficio Auror, dove vi aspettano per aiutarvi a rintracciare i tuoi genitori,” continuò la ragazza, accompagnandoli.
I due annuirono, mentre Percy, al loro fianco osservava silenziosamente Audrey sorridere, pensando che aveva un sorriso assolutamente splendido e che avrebbe dovuto dirglielo, oltre che invitarla a un vero appuntamento, uno che non includesse la sua enorme famiglia, visto che i suoi progetti di invitarla erano stati messi in standby a causa di una forte influenza che aveva messo ko la ragazza per quasi due settimane.
 
Dopo una fermata a Dubai, dove l’aria era calda ed irrespirabile, e una in Thailandia, dove sembrava di essere in paradiso, finalmente Ron e Hermione arrivarono nell’ufficio del Trasporto Magico del ministero della magia australiana.
“Arrivo da Bangkok delle 20:12,” disse una voce annoiata, quando Hermione le porse la tazza da tè che lei e Ron avevano usato.
“Scusi, potrebbe dirci dov’é l’ufficio Auror?” chiese Ron.
“Sta al terzo piano, gli ascensori sono là in fondo,” rispose la strega di mezza età, masticando la cicca rumorosamente, e indicando un punto dietro di sé.
“Grazie,” rispose il ragazzo, premendo la mano di Hermione nella sua e avviandosi verso il punto indicato, “tutto bene?” le chiese, quando erano ormai nel luminoso corridoio.
“Sono un po’ in ansia,” ammise.
“Vedrai che con l’aiuto degli Auror li troveremo facilmente,” la rassicurò lui e, prima che potesse ribattere, aggiunse: “e saranno incredibilmente felici di vederti!”
“L’ha detto anche Harry... e lo spero proprio,” rispose, facendogli un piccolo sorriso.
“So che può sembrare strano, dopo tutti questi anni, ma stavolta potremmo avere ragione noi...”
Gli occhi nocciola della ragazza assunsero una sfumatura fintamente stupita. “Dici?”
“Certo che sì, mia adorabile so-tutto-io,” la rassicurò, baciandola sulla fronte.
Hermione sorrise a sentire quel soprannome che tanti anni prima l’aveva fatta soffrire, Ron era cambiato tantissimo dall'undicenne che l’aveva fatta fuggire a piangere nel bagno in cui poi avevano affrontato un troll di montagna. All'epoca, Hermione non avrebbe mai immaginato che lui le avrebbe salvato la vita proprio con l’incantesimo che lei stessa gli aveva insegnato.
“Saranno così orgogliosi di te,” aggiunse il ragazzo, stringendo la mano di Hermione nella propria e riscuotendola dai suoi pensieri.
“Grazie, Ron” gli disse, posandogli un altro bacio sulle labbra.
 
***

Sabato era arrivato molto più velocemente di quanto George avrebbe voluto, per un po’ era stato indeciso se annullare tutto rimanersene alla Tana, invece che andare a casa di Oliver e Katie, ma la vita doveva andare avanti, giusto? Dopo aver preso la decisione, finì un po’ prima in negozio e se ne andò insieme a Charlie a bere una Burrobirra al Paiolo Magico, prima di prepararsi per la serata.
“Chi ci sarà stasera?” gli chiese suo fratello. 
“A parte Angelina e Lee, credo Alicia, Leanne, Cormac, Eloise e forse il fratello di Oliver... probabilmente anche altri, ma non ne sono sicuro,” Charlie annuì, sorseggiando la sua bevanda e George confessò: “non so se ce la faccio.” 
“Fred vorrebbe che tu andassi,” gli ricordò Charlie.
“Voglio andarci anche io, è solo più difficile di quanto credessi.”
“Georgie, abbiamo perso tutti Fred, anche se nessuno di noi aveva un legame vagamente simile a quello che avevate voi due... quello che voglio dirti è di non escluderci, perché potrai sempre contare su di noi, soprattutto quando le cose si fanno più dure,” il fratello maggiore l’aveva chiamato come era solito chiamarlo Fred, e George, con gli occhi lucidi, annuì.
“Grazie, Charlie.”
“Dovere, fratellino!”
 
Pochi minuti dopo le 7 George si era smaterializzato davanti al delizioso cottage che Oliver e Katie condividevano, dove Angelina lo stava aspettando, come promesso.
“Pensavo che avessi cambiato idea!”
George si voltò verso l’amica: “ammetto di averci pensato…”
“Se non ti va, posso sempre dire agli altri che non ti senti bene… lo capiranno.”
Il ragazzo scosse la testa. “Mi farà bene,” le disse.
“Lo penso anch'io,” dichiarò lei, prima di accennare alla costruzione con il capo, “vogliamo andare…” gli propose sorridendo.
George si ritrovò a pensare che il sorriso di Angelina riusciva a illuminarle tutto il viso e questo pensiero fece sorridere anche lui.
Quando Katie aprì la porta, il volto della ragazza s’illuminò alla vista dei nuovi arrivati, “sono contenta che tu sia qui, George!” esclamò, abbracciandolo di slancio. 
“Anche io, Katie…” le rispose, ricambiando la stretta della scozzese.
“Era da tanto tempo che volevamo invitarti qui.”
“Sono felice che abbiate mandato Angelina a farlo,” le rispose.
“Venite dentro, dai… ci sono già tutti,” aggiunse la mora, facendo strada ai due.
Gli ex compagni della squadra rosso-oro raggiunsero il salotto che era decisamente più grande di quanto George si sarebbe aspettato, probabilmente ingrandito da un incantesimo. Il ragazzo diede una veloce occhiata ai presenti, intercettando le treccine di Lee, l’onnipresente kilt che McLaggen si ostinava a portare in ogni occasione, l’espressione a metà tra la sfida e l’ammirazione che Oliver lanciò ad Angelina, dopo che i due si erano abituati a sfidarsi sul campo da Quidditch… lo sguardo incuriosito del ragazzo incappò poi in qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di vedere lì, circondato da ex studenti di Grifondoro. La grossa mole di Graham Montague era accanto a Leanne Kaplett e stava ridendo per una battuta di Alicia. George rimase a fissare l’ex avversario troppo a lungo, attirando una sua occhiata interrogativa. Quando le loro iridi s’incontrarono, il Grifondoro tornò con la mente a quando lui ed il gemello lo avevano rinchiuso in quell'armadio svanitore, al loro settimo anno... uno scherzo che avrebbe potuto costare la vita ad un ragazzo che aveva compiuto scelte sbagliate, si, ma che aveva preso parte della Battaglia di Hogwarts dalla parte giusta della barricata.
George s’avvicinò all'ex avversario, tendendo la mano destra: “mi spiace per l’armadio, Montague...”
L’altro strinse la mano nella sua, forse appena più forte del necessario, “e a me spiace per tuo fratello, Weasley,” gli rispose e George capì che diceva sul serio.
“Grazie,” gli rispose, annuendo e pensando che la vita sapeva essere davvero assurda a volte.
 
***

 
Quella stessa sera Harry e Ginny stavano continuando a scoprire il contenuto della scatola che Andromeda aveva portato ad Harry.
“Sarebbe bello fare un viaggio prima del mio ritorno a scuola e dell’inizio della tua vita da recluta...” rifletté Ginny, ad alta voce.
“In effetti sì,” le rispose il ragazzo, posando la foto che stava guardando sul letto. “Idee?”
“Qualche giorno al mare... che ne so, in Francia o Spagna magari...”
“Mi piacerebbe molto... potremmo dirlo anche a Ron e Hermione,” continuò Harry.
“Direi che ne hanno bisogno anche loro in effetti...” annuì Ginny, “sempre se ne avranno voglia dopo l’Australia!”
“Penso che non se lo godranno troppo...” Harry scosse la testa, ripensando ai dubbi di Hermione.
“Hai ragione! Finché non troveranno i Granger, Hermione sarà tesissima... come non capirla del resto...”
Harry annuì, abbracciandola, “vuoi fare qualcosa di più divertente di queste vecchie foto?”
“Mi basta passare il tempo con te, Harry,” ribatté, baciandolo.
“Vale lo stesso anche per me,” le disse lui serio, “grazie, davvero...”
Lei annuì, baciandolo nuovamente, prima di afferrare la foto che lui stava osservando poco prima, strabuzzando gli occhi.
“Che c’è?”
“Io questa ragazza la conosco... l’ho già vista da qualche parte!” dichiarò, puntando l’indice sulla ragazza bionda di fianco a Lily Evans.
Harry voltò velocemente la lettera, per mostrare anche a Ginny la didascalia “Lily e Lexie, Brighton estate 1978... Lexie, ti dice niente?”
 

 
Nota dell’autrice:
Buonasera a tutti e buon ultimo giorno del 2018!
Noi stiamo per andare a cena da amici, ma visto che il capitolo era pronto ho deciso di postarlo, anche perché era da troppo tempo che ci rimuginavo sopra.
Ringrazio tantissimo Adho che mi ha permesso di introdurre alcuni dei personaggi che lei ha splendidamente usato per scrivere delle storie riguardanti i personaggi secondari della saga che consiglio a tutti voi...
Nel prossimo capitolo termineremo la cena a casa Baston-Bell, individueremo i Granger, vedremo se Percy riuscirà ad invitare Audrey fuori e indagheremo sul destino di Lexie insieme a Harry e Ginny, non riesco proprio ad immaginare i Malandrini senza Lex, quindi non potevo non includere un rimando alla mia Auror anche qui.

Vi auguro buona fine è buon principio!
A presto,
Francy 
   
 
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