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Autore: Harley Sparrow    04/01/2019    1 recensioni
Anno 1993/1994
Mentre Harry Potter vive il suo terzo anno a Hogwarts, tre ragazzi Serpeverde del quinto anno si troveranno ad affrontare misteri inaspettati. Tra feste clandestine nel bagno dei prefetti, amori, delusioni, un misterioso cane nero che sembra perseguitarli e la minaccia del famigerato assassino Sirius Black che cerca di introdursi a Hogwarts, riusciranno Edmund, Margaret e Frannie ad arrivare a fine anno interi e a passare i G.U.F.O.?
*
Sono presenti anche personaggi Disney e de Le Cronache di Narnia, faranno da contorno alla storia. Vi consiglio di leggere l'introduzione per capire meglio come abbiamo gestito loro e i personaggi di Harry Potter.
*
Dal testo:
“Era…Era…”
“Sì” rispose Margaret, che aveva il volto rigato dalle lacrime.
“Ma cosa ci faceva un Dissennatore qui? È grave, praticamente siamo tutti disarmati!” disse Laetitia con la voce incrinata.
“Per Sirius Black, ovvio. Vorranno assicurarsi che non tenti di avvicinarsi a Potter. Ma è davvero assurdo mandarne uno qui sopra!” esclamò Frannie con rabbia.
Quei pochi istanti di gelo avevano riportato alla mente di tutti dei ricordi terribili.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Serpeverde
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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Disclaimer
In questo capitolo ci saranno delle parti in inglese. Sono necessarie ai fini della comprensione di un determinato gioco di parole che si creerebbe nella storia, dato che nella finzione letteraria i personaggi parlano inglese. Tradotto però non aveva senso, quindi ho preferito lasciarlo così. Spero che riusciate a capirlo!
 
 
XIX

THE BLACK DOG
 
Quando la mattina del giovedì successivo ai GUFO i ragazzi entrarono in Sala Grande per la colazione trovarono una persona ad aspettarli, che non era solita essere così mattiniera. La ragazza si avvicinò furtivamente, guardandosi intorno di sottecchi.
-Aurora? Che stai facendo?
Chiese Margaret confusa, avvicinandosi.
-Shhh. Vi devo dire una cosa.
Disse in tono misterioso, Frannie e Edmund la guardavano divertiti.
-Tre settimane fa è stato il compleanno di Tony.
Continuò furtiva, e Frannie sussultò.
-Non l'ha detto a nessuno perché ha voluto aspettare la fine dei GUFO per festeggiare, ma so che oggi vuole portare qualche dolce dalle cucine per voi al Lago, questo pomeriggio.
-Sei sicura di quello che stai dicendo?
Chiese sussurrando Frannie, con gli occhi che brillavano.
-Più che sicura . Pensavo ti avrebbe fatto piacere saperlo, tutto qui!
-Grazie, grazie! Mi hai evitato una bella figuraccia!
Esclamò abbracciandola, e la Tassorosso rise argentina. Intimò ancora una volta agli amici di non dire nulla, e con un occhiolino tornò al suo tavolo.
-Che piani hai, Frannie?
Chiese Edmund, mentre occupavano i loro posti alla tavolata Serpeverde. Lei scosse la testa, pensierosa.
-Non lo so. Cercherei nelle cucine, ma a quanto pare ha già pensato lui al cibo!
-Se vuoi ti regalo la mia sciarpa Serpeverde, puoi trasfigurarla coi colori di Tassorosso!
Disse Edmund, sorridendo soddisfatto. Margaret scoppiò a ridere.
-Penso abbia già una sciarpa, Edmund. E ti ricordo che siamo a Giugno!
Lui arrossì leggermente.
-Cercavo solo di essere utile.
-Dovrei avere ancora qualche bottiglia di whisky incendiario chiusa nel baule... dite che potrebbe piacergli?
Margaret ci pensò un istante.
-Mi pare che lo beva, sì.
-A me piacerebbe!
Disse Edmund, alzando le spalle.
-Non avevo dubbi, Ed.
Rispose Frannie sorridendo.
-Bene, quindi devo solo trovare il modo di incartarla e il gioco è fatto!
Esclamò, tagliandosi una fetta di torta, soddisfatta. Il sole splendeva sul soffitto.
-Che bella giornata!
Disse Edmund stiracchiandosi sulla panca. Essendo appena passati i GUFO, quella era la loro settimana di riposo.
-Non è bellissimo vedere gli altri studiare mentre non facciamo nulla?
Sorrise Frannie, guardando le facce scure tutte intorno a loro.
-Una delle cose più belle, senza dubbio!
Convenne Margaret, bevendo del succo di zucca, visibilmente di buon umore.
Vicino a loro, Daphne Greengrass sbuffò nel sentire quelle parole. Anche Jasmine fece il suo ingresso in Sala Grande, era radiosa. Saltellò sino al tavolo e si sedette accanto a Frannie e di fronte a Mag.
-Buongiorno ragazzi! Bella giornata non è vero?
-Bellissima! Parlavamo proprio di questo!
Rispose Edmund raggiante.
-A che ora questo pomeriggio?
Chiese, iniziando a riempire il piatto di pasticcini.
-Mezzogiorno. Pare che pranzeremo fuori. I gemelli hanno chiesto il permesso alla McGranitt!
-Bene! Avrò un po' di tempo per fare un giro con Al stamattina!
-Oggi sembra faccia caldo Jas, meglio se ti porti il costume!
Disse Frannie, che ripuliva il piatto dalle briciole con le dita.
-Davvero? Non ho ancora fatto il bagno quest'anno!
Rispose elettrizzata.
-Neanche io! Vedrai che questo è il giorno giusto!
Edmund e Margaret si guardarono sorridendo sotto i baffi. Mag era un po' arrossita. Frannie li fissò sospettosa per un attimo, poi fece finta di niente. Continuarono a parlare della giornata meravigliosa che li aspettava, risero sinché tutto il cibo non fu svanito.
-Io vado a prendere Al! Buona mattina ragazzi!
Disse Jasmine alzandosi in piedi e correndo verso il tavolo di Grifondoro.
-Spero che Esmeralda venga oggi.
Disse Frannie, mentre si alzava per andare in Sala Comune con i suoi amici.
-Penso di sì. Peter mi ha detto che qualcuno del settimo pensava di avvicinarsi. Dopo i MAGO non hanno niente da fare neanche loro!
La rassicurò Edmund.
-Che facciamo intanto che non arriva l'ora? Abbiamo tutta la mattina libera!
Esclamò Margaret, pensierosa.
-Io devo incartare il regalo di Tony!
Rispose Frannie, in brodo di giuggiole.  Edmund alzò gli occhi al cielo.
-Io avrei giocato a scacchi, ma Zabini ha lezione oggi!
Margaret arricciò le labbra, pensandoci su.
-Magari se riusciamo a trovare Peter puoi giocare con lui! Io vado a cercare un libro in biblioteca!
-Ok, allora io rimedio un po' di carta per il pacchetto!
Le rispose annuendo Frannie.
-E io prendo la scacchiera!
Concluse Edmund, sorridendo. I ragazzi si separarono dopo essersi dati l'appuntamento per un quarto d'ora dopo, in Sala Grande. Margaret lungo la strada aveva incontrato Aurora e le aveva chiesto di tenere Tony lontano, dato che Frannie doveva incartare il suo regalo di compleanno. Lei accettò di buon grado. Il ragazzo quel giorno sembrava essere particolarmente di buonumore e aveva già offerto ai suoi compagni di casa una fetta di crostata ai fichi mandata dai genitori via gufo.
Quando furono tutti e tre di nuovo in Sala furono ben felici di trovare Peter e Laetitia che chiacchieravano al tavolo di Corvonero . Frannie e Margaret si scambiarono uno sguardo d'intesa.
-Bene! Sei già qui!
Esclamò Edmund andando loro incontro. Laetitia tossicchiò nervosa.
-Dimmi che hai voglia di giocare a scacchi con me! Non c'è nessuno e mi sto annoiando a morte!
Il fratello, rivolgendo a Laetitia un'occhiata di scuse, borbottò
-Ehm, io, veramente...
Poi, guardando Edmund, sospirò e sorrise arrendevole.
-Sì che mi va. Siediti e preparati a perdere !
Edmund ghignò. Intanto Margaret si sedette vicino a loro e cominciò a leggere il suo nuovo libro sulle scorrerie piratesche magiche e l'impatto che hanno avuto sulla storia babbana. Frannie aveva tirato fuori la bottiglia del whisky migliore che avesse e cercava in tutti i modi di avvolgerla in una carta dorata in modo decente. Sbuffò.
-Laets, ti prego, dammi una mano!
L'amica la guardò compassionevole.
-Sono la persona sbagliata per questo, Fran. Rischierei solo di farla saltare in aria!
La ragazza arricciò il naso e continuò ad accanirsi sul pacchetto. Quando fu ora di andare Edmund aveva battuto Peter quattro volte, Margaret aveva letto duecentocinquanta pagine, Frannie aveva ottenuto uno stortissimo regalo di compleanno e Laetitia aveva guardato la partita a scacchi tutto il tempo. A mezzogiorno meno cinque Edmund corse a riportare la scacchiera in dormitorio, Margaret gli diede il libro e glielo fece riportare in Sala Comune. Quando tornò, Frannie ridusse il suo regalo e se lo infilò in tasca, e i ragazzi uscirono sorridenti dal castello, scendendo verso il Lago Nero. Quando furono sul posto videro che Fred, George, Lee, Aladdin e Jasmine erano già lì. Diversi teli a motivi floreali erano stesi per terra. Jasmine era in costume a prendere il sole, bellissima come sempre. Aladdin, in pantaloncini accanto a lei, la fissava così intensamente che non si accorse che erano arrivati gli altri. Frannie sentì di capirlo benissimo.
-Questa sì che è vita!
Gioì Edmund sfilandosi le scarpe e le calze e alzandosi i risvolti dei pantaloni sino al ginocchio. Si sedette su uno dei teli, quello più vicino ai gemelli.
-Voi che fate ragazzi?
Chiese Frannie avvicinandosi , vedendoli che trafficavano con il loro solito stereo.
-Siamo abbastanza lontani dal castello, non dovrebbero esserci molte interferenze.
Mugugnò Fred, che teneva la bacchetta con i denti e aveva entrambe le mani tra i cavetti interni di quella diavoleria.
-Vogliamo vedere se riusciamo a prendere una stazione babbana normalmente, per non dover pensare a cambiare canzone ogni volta.
Margaret sorrise entusiasta. Non aveva ancora scoperto i tormentoni estivi babbani dell'anno e non vedeva l'ora di sentirli. Anche Laetitia sorrise, anche lei aveva deciso di mettersi in costume e ora, occhiali da sole a mo' di cerchietto, leggeva sdraiata su un telo tentando di abbronzarsi.
-Non riesco a pensare con questo caldo!
Sbuffò Fred, e si allontanò un attimo per sfilarsi la maglia. Margaret vide che Frannie lo guardava di sottecchi con un'espressione di apprezzamento. Sorrise scuotendo la testa. Frannie tendeva a essere davvero promiscua certe volte, ma la si amava anche per questo.
-Viene Angelina, Fred?
Chiese Peter, sbirciando nei cestini di cibo con sguardo famelico. Erano pieni di leccornie, arrivati direttamente dalle cucine.
-Non lo so. Non credo. Lei e la Spinnet sono ancora infuriate per la storia di Piton .
Rispose il ragazzo distrattamente, e Edmund sbuffò.
-Quindi chi stiamo aspettando? Io avrei fame!
Continuò il Tassorosso,  chiudendo il cestino con aria afflitta.
-Sei proprio uguale a Edmund. Pensate solo a mangiare.
Disse Mag, scuotendo la testa.
-Ehi! Io non penso solo a mangiare!
Rispose Edmund, infastidito.
-No, pensi anche a giocare a scacchi e tirare bolidi! E a dormire. E a ubriacarti!
Aggiunse Frannie ridendo. Lui sbuffò contrito.
-Stiamo aspettando Aurora e Tony. Forse raggiungeranno anche Febo e Esmeralda, ma hanno detto che prima devono risolvere una questione urgente, potrebbero non fare in tempo.
-Che bella giornata!
Esclamò Frannie sorridendo a trentadue denti, coricandosi su un telo e pensando al fatto che probabilmente avrebbe visto Tony e Esmeralda in costume lo stesso giorno.
"Forse avremmo dovuto invitare il professor Lupin."
Pensò, guardando il cielo senza una  nuvola. In pochi minuti tutti avevano deciso di mettersi in costume definitivamente e avevano quasi pensato di iniziare a spizzicare qualcosa, quando videro Aurora e Tony arrancare verso di loro con due bustoni. Peter si alzò e corse a dar loro una mano, subito seguito da Edmund. Margaret li guardò con un sorriso affettuoso per poi chiedersi che cosa cavolo stava facendo.
-Ciao ragazzi!
Li salutò Tony, che aveva insistito per tenere lui la busta sino alla fine rifiutando l'aiuto di Peter e la aveva appena posata sull'erba.
-Cosa c'è lì dentro, Tony?
Chiese Frannie curiosa.
-Oh beh... dato che tempo fa era il mio compleanno ho pensato di portarvi qualcosa!
Disse sorridendo e tirando fuori alcune bottiglie di succo di mirtilli, una torta intera alla zucca e quattro contenitori di plastica sigillati.
-Davvero? Auguri amico!
Esclamò George correndo ad abbracciarlo, mentre il fratello faceva un ultimo tentativo con la radio.
-Auguri Tony!
Disse Aladdin, Jasmine lo salutò con la mano, aveva l'aria decisamente rilassata. Edmund posò la seconda busta e invitò Aurora ad accomodarsi.
-Grazie, grazie ragazzi. Stavate per iniziare, vedo!
Disse sedendosi accanto a Frannie, che trasalì e gli fece un po' di spazio.
-Auguri Tony!
Gli disse timidamente, e lui ringraziò.
-Edmund, dato che sei lì vicino, potresti ghiacciare le vaschette di plastica, ogni tanto? C'è del gelato, non vorrei si sciogliesse.
-Gelato?
Esclamò Laetitia, sollevando gli occhi dal suo libro,
-Qualcuno ha detto gelato?
Chiese, con gli occhi che brillavano.
-Che bello, Tony! È proprio estate adesso!
Sospirò Margaret sognante. Aveva appena finito di dire questo che la radio emise qualche scintilla e poi iniziò a ricevere.
-Sì!
Gridò Lee, alzandosi e mettendosi a saltare.
-Sì sì sì sì sì!
Dopo un attimo si ricompose.
-Ahem, scusate. È da un po' che cerco di farlo funzionare.
 
“Listen as your day unfolds
Challenge what the future holds
Try and keep your head up to the sky”
 
-Non conosco questa canzone!
Commentò Laetitia,
-Dev'essere nuova! Mi piace!
George afferrò un cestino e lo mise al centro del cerchio che i ragazzi ora formavano, seduti a gambe incrociate. Al suo interno gli elfi avevano sistemato diversi sandwich con i cetriolini e il prosciutto e altri con il pollo e la lattuga, qualche panino al tonno, patate fritte con la buccia, tortini all'uovo, una boccia di insalata di frutta e una sponge cake alla pesca.
Nell'altro cestino due bottiglie di succo di zucca e piatti e piattini, bicchieri, posate e tutto l'occorrente per mangiare.
-Cavolo, è buonissimo!
Sospirò Frannie, divorando un panino al tonno.
-Gli elfi si sono superati stavolta!
Convenne Tony.
-Abbiamo fatto davvero bene a uscire.
Disse Jasmine che con una mano beveva del succo di mirtillo e con l'altra stringeva quella del fidanzato.
-Che peccato che Philip abbia lezione, si sarebbe divertito.
Mormorò Aurora a occhi bassi.
-Sono sicura che lui vorrebbe che tu ti divertissi.
Le disse Margaret rassicurante, sorridendole calorosa. Il pranzo passò lento e sereno. Ogni piatto era più buono di quello prima. I tortini all'uovo finirono in cinque minuti, tutti fecero il bis di sponge cake, che fu divisa poi ulteriormente tra Fred, George e Lee. Rui, il gatto di Laetitia, giocava con Ser Jaime sul prato. Si rincorrevano e sembrava si sfidassero a chi si sarebbe avvicinato di più all'acqua. Le due proprietarie ogni tanto controllavano che fossero in vista e che fosse tutto a posto. Edmund si girò, ormai già per la quinta volta, e puntò la bacchetta verso le vaschette di gelato.
-Glaceo.
Disse, e si voltò verso Tony.
-Credo ci convenga mangiarlo presto, non so quanto reggerà anche col mio aiuto.
Il ragazzo annuì.
-Accio!
Disse, e i quattro contenitori si posarono leggeri di fronte a lui. Li aprì con un tocco di bacchetta.
-Perfetto. Dovrebbero essere cioccolato, pistacchio, lampone e mango.
Margaret fissava la vaschetta al lampone avidamente. Edmund ridacchiò.
-Sapete che ci vorrebbe? Un po' di panna!
Disse Laetitia, mentre Tony metteva una generosa cucchiaiata di gelato al cioccolato nella sua ciotolina.
-Uh, la panna! Giusto!
Esclamò Aurora, tirandola fuori da una delle buste e provocando un'ovazione.
Quando anche le vaschette di gelato furono vuote, George si alzò e andò a bagnare i piedi nel lago.
-Com'è?
Chiese Peter avvicinandosi.
-Non è molto fredda.
Commentò, avanzando sino a bagnarsi al ginocchio.
-Facciamo un gioco?
Esclamò Fred avvicinandosi a tradimento alle spalle e circondando il fratello con le braccia. Un minuto dopo erano in acqua, a coppie, cercando di disarcionarsi. Lee era seduto sulle spalle di Fred, Edmund su quelle di George, Frannie su quelle di Tony , Laets su quelle di Peter e Jasmine su quelle di Aladdin. Aurora e Margaret stavano sedute sul bagnasciuga con le gambe a mollo, un po' scettiche riguardo la pulizia e la sicurezza delle acque del lago. In breve gli ultimi a rimanere in piedi furono, prevedibilmente, Fred e Lee con George e Edmund. Per diversi minuti si spinsero insultandosi scherzosamente, senza riuscire a buttarsi giù. La lotta era diventata così interessante che anche Aurora e Margaret erano entrate in acqua sino alla vita a fare il tifo. La radio suonava "The rhythm of the night" e sulle note della canzone i ragazzi si spingevano quasi a tempo. Fu un attimo prima della fine  della canzone che George scivolò a tradimento dietro il fratello e Edmund afferrò Lee per le spalle, strattonandolo giù. Con un ruggito di giubilo riuscirono a gettarli in acqua e anche Edmund si tuffò dalle spalle di Fred, vittorioso. Le amiche lo accolsero festose.
-Tsk. Fortuna.
Esclamò George uscendo sputacchiando dall'acqua.
-Pura fortuna.
Convenne Lee, agitando i capelli per asciugarli. Ormai erano in acqua da diverso tempo, ma quando sentirono le prime note di una nuova canzone non poterono che fermarsi ancora un po’ ad ascoltarla.
-Ma che canzone è?
Chiese Jasmine, curiosa.
-Non ne ho idea. Anche questa deve essere di questa estate.
Rispose Lee tendendo l'orecchio.
-Sembra una figata!
Esclamò Frannie sorridendo. Quando arrivò il primo ritornello Laetitia iniziò a ballare.
 
"What is love?
Baby don't hurt me
Don't hurt me
No more"
 
Anche i gemelli iniziarono ad agitarsi, schizzando ovunque muovendosi volutamente come elefanti nella pozza. Edmund guardò Margaret e sorrise. Dopo qualche strofa tutti avevano imparato a memoria il ritornello.
 
"What is love?
Baby don't hurt me
Don't hurt me
No more"
 
I ragazzi continuarono a ballare nell'acqua sino alla fine della canzone, e quando uscirono stavano ridendo ed erano stanchi morti. Frannie si illuminò.
-Cavolo! Stavo quasi per dimenticarmene!
Corse verso i suoi vestiti e prese il regalo dalla tasca. Lo fece tornare a grandezza naturale e lo porse a Tony.
-Buon compleanno!
Il ragazzo inarcò le sopracciglia, sorpreso. Guardò il pacchetto bitorzoluto.
-Oh. Grazie. Ma come facevi a...
-Io so sempre tutto!
Rispose la ragazza alzando le spalle. Dietro Tony Margaret la guardò scuotendo la testa. L'amica era una causa persa. Il ragazzo scartò il regalo e tirò fuori la bottiglia.
-Ehm, wow. Non me lo aspettavo, davvero! Grazie mille Frannie!
Lui si chinò a baciarla sulla guancia, Fred e George ridacchiavano.
-Firwood, pensi mai a qualcosa che non sia il whisky incendiario?
Chiese Lee Jordan, prendendola in giro. Lei gli lanciò un'occhiataccia.
-Ne volete un bicchiere? Posso aprirla subito se volete!
Disse Tony, rivolto agli altri.
-Magari, grazie To...
Iniziò Edmund, ma Frannie lo interruppe.
-Assolutamente no! È il tuo regalo, devi berlo tu! Smettila di rubare le cose degli altri, Edmund!
Peter scoppiò a ridere. Edmund aggrottò le sopracciglia.
-Cosa? Ma l'ha chiesto lui!
-Lo ha chiesto solo perché é gentile, Ed. É crudele da parte tua approfittarne.
Prima che il ragazzo potesse rispondere, il vociare di un alterco attirò la loro attenzione. Si voltarono tutti insieme, e videro che Draco Malfoy e Hermione Granger discutevano vicino a un albero poco più in là. Malfoy rideva, mentre Granger sembrava molto alterata.
-Cosa si staranno dicendo?
Chiese Peter, chiedendosi se fosse il caso di intervenire.
-Penso sia qualcosa sull'ippogrifo.
Rispose George,
-Ron ha detto che l'esecuzione sarà oggi.
-Oggi?
Esclamò Margaret, improvvisamente turbata.
-Che schifoso. Guarda come se la ride. Vorrei... Vorrei...
Mormorò Laetitia, ma prima che potesse finire la frase Hermione esaudì il suo desiderio inespresso. Con un rapido gesto della mano diede un pugno al ragazzo dritto sul naso, facendolo sanguinare. A Frannie andò il sangue alla testa.
-Ah! Brutta... dieci punti in meno a Grifondoro!
Esclamò, valutando se fosse il caso di avvicinarsi a soccorrere Draco. Per fortuna il ragazzo fu in grado di filarsela senza problemi.
-Dieci punti in meno?
Chiese George, offeso.
-Fran, non sai neanche perché lo ha colpito...
Mormorò Margaret, ancora pensando all'ippogrifo.
-Che importa perché lo ha colpito? Non si danno i pugni, Margaret. Avrebbe potuto continuare a discutere civilmente.
-È ingiusto! Non hai esaminato la situazione!
Sbuffò Lee, guardando la ragazza con astio.
-Sono d'accordo con Frannie.
Intervenne Peter,
-Qualunque sia il problema non si possono dare pugni così, come se niente fosse.
Tony, che pure pensava che Draco fosse un pallone gonfiato, non poté che essere d'accordo con Peter. Vedendosi osteggiati, i gemelli e Lee salutarono gli amici, più che altro colpiti nell'orgoglio per i punti tolti alla loro casa. L'atmosfera si era un po' guastata, così dopo poco anche Tony e Aurora tornarono al castello, portando con loro le buste e i resti della serata, e Laetitia ne approfittò per andare con loro. Aladdin e Jasmine si accomiatarono presto e decisero di fare un giro da soli. Margaret, Edmund e Frannie furono gli ultimi a ritirarsi. Erano le sei meno cinque, a breve sarebbe scattato il coprifuoco. Ed e Mag, anche se si erano divertiti molto, erano piuttosto demoralizzati mentre risalivano per la collina. La notizia dell'ippogrifo li aveva un po' buttati giù. Frannie era abbastanza tranquilla, un po' seccata per l'accaduto ma si sentiva assolutamente a posto con la coscienza. Erano quasi arrivati alle porte del castello quando notarono Silente, con il ministro della magia e un manipolo di maghi al seguito, caracollare verso la capanna del Guardiacaccia. Margaret gemette.
-Sta per succedere.
-Andiamo, presto.
Le disse Edmund passandole una mano intorno alle spalle e accelerando il passo. Lei si fermò, facendolo arrestare di colpo. Frannie, che stava dietro, quasi sbatté su di loro.
-No. Voglio vedere.
Sussurrò Margaret, tremante.
-Mag, sul serio...
Aggiunse Frannie, comprensiva.
-Voglio vedere. Se lo merita.
Edmund esitò ma poi annuì, titubante.
-Va bene. Ma tra pochi minuti dobbiamo entrare, non ce lo dimentichiamo. Tra poco chiuderanno le porte.
I ragazzi si voltarono e guardarono verso la capanna. Margaret sentiva un peso nel petto e respirava lentamente. I due amici la sfioravano da entrambi i lati, spalla a spalla con le sue. Anche Edmund era un po' rigido, guardava spaesato gli uomini che si avvicinavano. Accanto alla capanna stava l'ippogrifo, incatenato e mesto. Sembrava sapere quello che lo aspettava. Intorno a lui, un florido campo di zucche su cui  ragazzi sapevano che amavano banchettare gli asticelli. Ogni tanto la bestia ne calciava una distrattamente, spaccandola. Sembrava quasi umana, che stesse cercando un modo per ingannare il tempo prima dell’inevitabile. Anche Frannie nel guardarlo si impressionò, sapendo quello che stava per succedere. Improvvisamente Edmund sobbalzò, indicando un punto alla loro sinistra. Scorsero due persone che scendevano da un colle laterale, non riuscivano a metterle bene a fuoco.
-Chi può essere a quest'ora?
Disse preoccupata Frannie.
-Non é Potter?
Chiese a bassa voce Mag, sentendo che il suo cuore per qualche motivo cominciava a calmarsi.
-La smetti di vedere Potter dappertutto?
Chiese Edmund ridacchiando e scuotendo la testa.
-Diamine... è davvero Potter! Con Granger!
Sibilò Frannie, eccitata. Margaret mugolò compiaciuta e Edmund sbuffò.
-Che ci fa in giro così tardi? Non tornerà mai in tempo!
Continuò Frannie, guardando di sfuggita verso il castello. Non appena finì di pronunciare queste parole udirono un tonfo. Maledicendosi internamente si guardarono indietro per trovare quello che già si aspettavano: il portone si era richiuso.
-Merda!
Imprecò Edmund, frustrato.
-Cavolo, questo sì che è un problema.
Balbettò Frannie.
-Non... non è possibile... mancava ancora qualche minuto...
Sussurrò Margaret sconvolta.
-Ok, questo è strano.
Sentirono mugugnare Edmund a denti stretti.
-Scusate, mi sono distratta...
Squittì Mag a bassa voce, sempre più in ansia.
-Ragazze...
Continuò Edmund, sempre più agitato.
-Cavolo, Piton ci farà il culo a strisce!
Gemette Frannie, mordendosi il labbro. Edmund si lasciò scappare un verso tra l'urlo e il gemito. Le due ragazze, scosse, si girarono immediatamente.
-Avete visto? Avete visto?
-Cosa, Ed? Cos'è successo?
Chiese Frannie stringendogli la spalla.
-Non sono pazzo, io l'ho visto!
Continuava a indicare la capanna. Ora  Silente, Caramell e gli altri maghi erano all'interno e appena fuori... Harry, Ron e Hermione.
-Da dove è spuntato Weasley?
Chiese Margaret, che iniziava ad agitarsi sul serio.
-Dalla capanna! Erano... erano dentro tutti e tre...
Rispose balbettando il ragazzo.
-Erano dentro? No, non è vero, sono venuti da lassù, ricordi?
Chiese Frannie, confusa.
-Guardate! Ecco, guardate!
Harry Potter e i suoi due amici salivano verso il castello e verso di loro, senza voltarsi indietro. I tre Serpeverde si nascosero dietro un grosso cespuglio di lentischio, parecchi metri più in basso, cercando di non fare rumore.
-MA CHE CA...?!
Strillò Frannie, Edmund le tappò la bocca con la mano.
-Hai visto adesso?
Sibilò, mentre la lasciava andare. Margaret continuava a non capire. Ora che erano più vicini, improvvisamente, li vide. Si irrigidì di colpo. In mezzo al campo di zucche, che camminavano lentamente verso l'ippogrifo, Potter e Granger. Sollevò lo sguardo verso il castello. Quasi arrivati in cima alla collina, arrancanti e affaticati, Potter,  Granger e Weasley. La ragazza socchiuse le labbra. Due Harry Potter e due Hermione Granger. Nello stesso momento. A pochi passi di distanza.
-Già.
Sussurrò Edmund, osservando la scena. Mentre apparentemente, a giudicare da quel che si intravedeva dietro le finestre, Silente teneva un discorso nella capanna, i due ragazzi non visti tentavano di attirare l'ippogrifo.
-Cosa stanno facendo?
Sibilò Frannie osservando come Hermione, mormorando un "relascio", liberava dalle catene l'ippogrifo.
-Secondo te?
Rispose Edmund infastidito.
-Non faranno mai in tempo. Stanno per uscire!
Squittì Mag preoccupata, che ora faceva il tifo per i ragazzi. Videro la porta aprirsi leggermente e i due Grifondoro bloccarsi sul posto.
-Cosa facciamo? Cosa facciamo?
Sussurrò Edmund, anche lui preoccupato per l'animale. Ora che qualcuno aveva preso l'iniziativa al posto suo voleva contribuire. La porta, dopo uno sbuffo esasperato del ministro, si spalancò. Edmund deglutì  tirò fuori la bacchetta.
-Edmund! Che cavolo stai facendo?
Gli disse Frannie, terrorizzata.
-Spero che non esplodano. Merlino, fa' che non esplodano.
-Ed?
Pigolò Margaret un attimo prima che l'amico mormorasse
-Rubiverto.
Una serie di puntini accanto alla capanna apparvero, rossi scarlatti.
-Caspita Ed, questo era da E!
Scherzò Frannie, dandogli una gomitata amichevole.
-Hagrid!
Tuonò Silente. Margaret fece saettare lo sguardo verso il campo di zucche. Non osava neanche pensare quanto i cuori dei due ragazzi potessero correre in questo momento. Vide loro la morte negli occhi.
-Sbalorditivo! Queste fragoline, così rosse in questo mese! Come fai, amico?
Il plotone d'esecuzione si sporse verso il campo, ignorando i due ragazzi. Il piano di Edmund era riuscito alla perfezione. Dando un sonoro strattone, Potter riuscì a portare l'ippogrifo nel folto della foresta. Frannie pensò che fosse una gran fortuna che Harry Potter avesse già ricevuto l'imprinting con l'animale. Quando i ragazzi sparirono, per il rotto della cuffia, Caramell si voltò verso il campo.
-Ma cosa..?!
Un uomo alto e incappucciato sbuffò sonoramente.
-Per cosa mi avete chiamato si può sapere?
-Dov'è la bestia, Hagrid?
Disse tagliente Lucius Malfoy, che sinora non avevano ancora notato.
-Ah! Beccati questa Malfoy!
Sussurrò Margaret, trionfante.
-Dov'è?
Esclamò la voce squillante di un membro del Comitato,
-Dov'è la bestia?
-Era legata laggiù!
Disse il boia furibondo,
-L'ho vista! Era lì!
-Che cosa straordinaria!
disse Silente, con una nota divertita nella voce.
-Becco!
Borbottò Hagrid. Si udì un sibilo e il colpo di un'ascia. Margaret sussultò e Edmund sgranò gli occhi. A quanto pareva, il boia l'aveva scagliata con rabbia contro la staccionata. E poi venne l'ululato, e questa volta sentirono le parole di Hagrid tra i singhiozzi.
-È scappato! È scappato! Benedetto il suo beccuccio, è scappato! Deve essersi liberato! Becco, bravo ragazzo!
-Cosa cazzo ho appena visto ?
Sussurrò Frannie, a bocca aperta. Gli altri due erano il ritratto della felicità.
-Qualcuno l'ha slegato!
Ringhiò il boia.
-Dobbiamo frugare il parco, la foresta...
-Dannato Gargoyle!
Sussurrò Mag.
-Macnair, se Fierobecco è stato davvero portato via da qualcuno, crede che il ladro sia partito a piedi? Disse Silente, ancora più divertito.
-Semmai frughi i cieli, se vuole... Hagrid, mi andrebbe una tazza di tè. O un bel bicchiere di brandy.
-Na... naturale, professore.
Disse Hagrid, esausto dalla felicità.
-Entri, entri...
Lucius Malfoy era una maschera di disappunto. Cornelius Caramell continuava a borbottare. Non potendo fare altro, tornarono sui loro passi. Come tutti furono spariti oltre la collina, a parte Silente e Hagrid ancora nella capanna, i ragazzi spuntarono dal loro nascondiglio.
-Voi dite che dovremmo dirlo a Silente?
Chiese Margaret, mentre risalivano per il sentiero cercando di passare vicino agli alberi. Weasley, Granger e Potter (almeno quelli che erano usciti dalla capanna qualche minuto prima) erano ancora in cima alla collina. La ragazza singhiozzava col volto tra le mani e Frannie si chiese perché. Probabilmente da lassù non avevano visto bene la scena.
-Da escludersi. Sarebbe come ammettere che eravamo fuori oltre il coprifuoco.
Sussurrò Edmund, facendo una smorfia.
-Forza, cerchiamo il vecchio passaggio dell'ala est. A quest'ora il corridoio dovrebbe essere deserto.
Intimò Frannie, camminando più veloce. Per loro fortuna ricordavano ancora i passaggi segreti sulla Mappa del Malandrino e non avrebbero dovuto bussare al portone principale facendosi beccare.
Mentre si avvicinavano al trio, cercando di non farsi vedere per poi superarli, Edmund impallidiva e assumeva un'espressione sempre più sofferente. Le due ragazze si fermarono.
-Edmund, cosa c'è?
Chiese Margaret, visibilmente preoccupata.
-C'è qualcosa di strano...
Improvvisamente il ragazzo spalancò gli occhi e la frase gli morì in bocca.
-Ed! Dobbiamo chiamare qualcuno! Sta male!
Esclamò Frannie toccando la fronte dell'amico, controllando la temperatura.
-Crosta! Crosta vieni qui!
Ron Weasley ruzzolò nella loro direzione, e si gettarono di lato, dentro la boscaglia. Videro una piccola macchia grigia che saettava lungo l'erba, poi il ragazzo le fu addosso.
-Preso!
Ma prima ancora che potessero riprendere fiato, tutti e sei sentirono i tonfi soffocati di zampe giganti. Qualcosa avanzava a balzi verso i ragazzi: un enorme cane nero come la pece, con gli occhi chiari. Edmund, Frannie e Margaret soffocarono un urlo. Il cane nero balzò su Potter, facendolo cadere a terra, poi saltò ancora in avanti. Frannie afferrò la bacchetta, ma prima che potesse fare in tempo a dire qualunque incantesimo la bestia si avventò su Weasley. Il ragazzo urlò di dolore, mentre il cane gli stringeva una gamba tra le fauci e ringhiando lo trascinava giù per la collina. Gli altri due lo inseguirono, chiamandolo a gran voce.
-Per la barba di Merlino!
Esclamò Frannie, guardandoli sparire.
-Cosa facciamo?
Mormorò Edmund, che man mano che i ragazzi si allontanavano riprendeva colore.
-Vai a chiamare qualcuno.
Gli ordinò Frannie, pensando che stare vicino a quel cane  avrebbe potuto solo fargli male.
-Meglio che noi non li perdiamo di vista!
Concluse Margaret, tirandola per un braccio. Edmund annuì. Iniziò a correre verso la capanna, mentre le due ragazze si gettarono all'inseguimento, andando nella direzione delle urla. Ormai era sempre più buio, le nuvole avevano coperto il cielo, e il sole era quasi tramontato. Arrivarono giusto in tempo per vedere la macchia rosa della maglia della Granger sparire dentro un budello di terra alle radici del... possibile? Del platano picchiatore.
-Ma cosa?!
Esclamò Frannie inchiodando di colpo e tirando indietro Margaret per il braccio. Infatti, appena la ragazza sparì nell'oscurità, le fronde stranamente immobili ripresero a schioccare furiose come fruste.
-Come diavolo hanno fatto?
Gridò Margaret con frustrazione. Le grida di Weasley si facevano sempre più flebili.
-Dobbiamo trovare un modo per entrare.
Disse Frannie in tono piatto.
-O lo ucciderà.
-Fran...
Sussurrò Margaret, con l'aria di chi aveva appena realizzato la una cosa importantissima.
-Cosa c'è?
-La Stamberga Strillante.
-Cosa... cosa c'entra ora?
-Il passaggio porta alla Stamberga strillante, ricordi? Fred e George due anni fa, quando ci hanno detto della mappa, ci hanno raccontato che esisteva un terzo passaggio per Hogsmeade, ma che era sotto il platano e quindi inutilizzabile. Che portava alla Stamberga Strillante .
Intanto Edmund era arrivato alla capanna del guardiacaccia. Iniziò a urlare, a chiamare Silente, e picchiò alcuni pugni sulla porta. Nessuno rispose. Si interrogò per un attimo sull'usare alohomora per entrare ma si disse che se nessuno rispondeva allora non c'era nessuno. Dovevano essersene andati. Si maledisse per aver perso tempo e corse verso il castello. Sarebbe entrato dal passaggio segreto dell'ala est per non avere intoppi e poi avrebbe trascinato fuori il primo professore che avesse trovato. Se si fosse trattato di Silente ancora meglio. Ringraziò tra sé e sé che Mag e Frannie avessero scelto lui per andare a cercare aiuto, era chiaro che lui fosse quello su cui il cane aveva effetto più di tutti. Dopo aver formulato questo pensiero, se ne vergognò. Quando fu arrivato vicino alle mura del castello, ansimava. Si accostò al solito mattone basculante, lo trovò tastando, senza difficoltà. Una volta sfilato, quelli intorno a lui scomparvero. Edmund si infilò nel passaggio e il muro si richiuse immediatamente dietro di lui. Appena realizzò di essere dentro il castello si calmò. Pensò a dove si trovava. Si sfilò da dietro la stanza di Gregory il Viscido , e salì diretto al quinto piano. Da lì partivano le torri di Grifondoro e Corvonero, e quella per lo studio del preside. Ci sarebbe stata più possibilità di trovare professori. Se non avesse trovato nessuno sul suo cammino, sarebbe andato dritto da Silente. Mentre saliva le scale verso ovest, diretto in presidenza, la scala ebbe uno scossone. Lui imprecò. Si aggrappò al corrimano con forza, ringraziando di non aver trovato nessuno. Che fosse già ora di cena? Ora ci avrebbe messo dieci minuti in più per arrivare alla meta. Le scale si fermarono e realizzò di essere di fronte all'ufficio di Lupin. Chissà, forse era stato il destino a portarlo lì. Stava per bussare e chiedere di entrare, quando uscì un altro uomo dalla stanza.
-S signore?
Balbettò Edmund, andando quasi a sbattere contro Severus Piton.
-Pevensie... qualche problema? Ho una certa fretta.
Rispose il professore, notando la sua aria affannata. Il ragazzo vide che stringeva una pergamena. Quasi rimase congelato sul posto quando si accorse che era la Mappa del Malandrino, ma fece finta di niente.
-Signore, la prego! È urgente! Weasley è stato aggredito!
L'uomo arricciò le labbra impercettibilmente e scrutò la Mappa.  Edmund sperò che Ron Weasley fosse nel posto in cui evidentemente il professore desiderava andare. Apparentemente, la risposta era positiva.
-Portamici. E se dovessimo incontrare qualcuno durante la strada... non una parola su dove stiamo andando. Intesi?
Intanto, né Frannie né Margaret avevano trovato un modo per fermare il Platano Picchiatore. Avevano provato di tutto, dall'immobilus al pietrificus totalus, l'albero continuava ad allontanarle non appena si spingevano troppo in là.
-Ahio!
Imprecò Frannie, dopo che un ramo la aveva colpita di striscio al braccio, strappandole la maglia.
-Tutto ok Fran?
Accorse Margaret, apprensiva.
-Sì, credo. Esce un po' di sangue.
-Aspetta, ti aiuto. Ecco, tieni.
La ragazza afferrò un mantello posato sull'erba, doveva essere caduto a Potter e i suoi amici. Come lo posò sul braccio dell'amica per tamponare il taglio, quella parte del corpo della ragazza sparì.
-Ah!
Strillò Mag, facendolo cadere. Il braccio tornò dov'era.
-Che cos'è?
Chiese Frannie impaurita, toccandolo con la punta della bacchetta.
-Credo sia un mantello dell'invisibilità.
Disse Margaret incerta,
-Sono rarissimi.
Frannie lo afferrò con cautela e provò ad arrotolarlo intorno alla gamba, questa scomparve.
-Questa storia è sempre più strana.
Sussurrò Margaret. Le due ragazze vennero distratte dal rumore di qualcuno che si avvicinava.
-Dev'essere Edmund! Finalmente!
Esclamò Frannie, sbracciandosi per farsi notare. La figura che si avvicinava però sembrava troppo alta per essere l'amico, e decisamente poco agile.
-Professor Lupin? L'ha mandata Edmund?
Chiese Margaret confusa, vedendo l'uomo ormai a pochi passi da loro. Il buio era sempre più fitto, il sole era tramontato già da qualche minuto e non era ancora spuntata la luna. L'uomo aveva occhi spiritati. Si avventò verso le ragazze senza quasi degnarle di uno sguardo.
-Firwood, Rosander? Che ci fate qui?
-Professore, Weasley è stato aggredito!
Esclamò Frannie cercando di costringerlo ad ascoltare.
-Un cane lo ha morso e trascinato là sotto!
Aggiunse Mag, in agitazione
-Un cane?
Chiese l'uomo, alzando un sopracciglio.
-Un grosso cane nero! Sono settimane che lo vediamo nel giardino! Professore, ha qualcosa di strano, deve credermi! Penso che voglia ucciderlo!
Raccontò Frannie, supplicante. Il professore si morse il labbro.
-Ci penso io qui. Andate via.
Strinse la bacchetta tra le dita e aggiunse,
-Solo una cosa. È di vitale importanza che voi non avvertiate nessuno. Avete capito? Nessuno. Non Piton, non Silente. È questione di vita o di morte.
Le ragazze videro che aveva un'aria folle. Aveva gli occhi spalancati, sembrava bianco come un fantasma e ansimava.
-Sì... sì signore.
Balbettarono le ragazze. Lupin puntò un sasso con la bacchetta e senza dire una parola lo sollevò. Il fatto che anche in quello stato riuscisse a eseguire un non verbale con quella precisione colpì le studentesse anche in quella situazione assurda. Il masso cadde con grazia e precisione chirurgica su un nodo dell'albero, che si calmò all'istante. Margaret e Frannie erano a bocca aperta.
-Andate via. Subito. È pericoloso.
Intimò loro il professore, prima di sparire nel ventre sotterraneo. Quando anche l'ultimo svolazzo del mantello fu scomparso, il platano riprese a picchiare.
-Cosa facciamo?
Chiese Frannie in un sussurro.
-Non ne ho idea.
Rispose Margaret a bassa voce. Frannie sospirò. Un'ombra di delusione sembrava oscurarle il volto.
-Sembrava strano, non è vero?
L'amica non poté che annuire, ma non disse nulla.
-Perché ci ha chiesto di non chiamare nessuno?
Continuò, con voce spezzata. Prima che l'altra potesse inventarsi qualcosa per rispondere, un rumore di ramo spezzato le fece voltare di scatto. Sguainarono le bacchette cercando di vedere nell'oscurità.
-Chi è là?
Chiese stentata Frannie, mentre Margaret faceva luce con la bacchetta.
-Ragazze!
Misero a fuoco il volto pallido di Edmund che veniva verso di loro. Tirarono un sospiro di sollievo. Dietro il ragazzo, con il volto più serio e contrito che mai, Severus Piton. Margaret sfiorò Frannie con la mano. Lei la guardò e annuì. Lupin era stato molto chiaro a riguardo.
 
"È di vitale importanza che voi non avvertiate nessuno. Avete capito? Nessuno. Non Piton, non Silente. È questione di vita o di morte."
 
-Sono entrati lì dentro.
Mormorò Margaret,
-Il professore ha...
-So come si fa, grazie.
Tagliò corto Piton. A differenza del professor Lupin sembrava completamente padrone di sé. Si guardò attentamente intorno, per poi focalizzarsi sul fagotto ancora nelle mani di Frannie.
-Che cos'è quello?
Chiese, con una punta di curiosità della voce.
-Non lo sappiamo.
Rispose la ragazza.
-Sembra un mantello dell'invisibilità.
Aggiunse Margaret, guardandolo incerta. Il professore lo afferò dalle mani della ragazza e lo infilò, lasciando la testa scoperta. L'effetto sarebbe stato incredibilmente divertente se la situazione non fosse stata così critica. La sua testa sembrava fluttuare nell'aria.
-Andate via. Subito. Non parlate con nessuno. Entrate nel castello senza voltarvi indietro. È pericoloso qua fuori.
I ragazzi annuirono all'unisono.
-Forza! Andate!
Una mano sbucò fuori dal mantello facendo loro segno di andare. I tre si voltarono proprio mentre l'uomo si copriva dalla testa ai piedi. Sentirono l'albero fermarsi dietro di loro, ma non si fermarono a guardare. Risalirono di fretta la collina.
-Cos'è successo?
Chiese Edmund, ansimante. Sembrava avesse corso molto.
-Di tutto. Sappiamo come si ferma il platano. Abbiamo trovato il passaggio segreto che Fred e George non sono mai riusciti a trovare.
Rispose Margaret, Edmund ascoltava assorto.
-È arrivato Lupin. Sembrava un pazzo. Continuava a dire di non avvisare nessuno... soprattutto Piton.
Continuò, guardando Frannie per chiederle se secondo lei avevano fatto la scelta giusta. Lei però non stava ascoltando.
-E se la tua testa era a Hogsmeade vuol dire che c'era anche il resto.
Sussurrò invece. La conversazione tra Harry e il professore di mesi prima le era tornata alla mente. I nodi stavano venendo al pettine.
-Cosa?
Chiese Edmund, confuso.
-Il mantello. È di Potter.
Mormorò, continuando a camminare.
 
***
 
In quel momento, nel castello, era quasi ora di cena. Gran parte degli studenti si era riversata nella Sala Grande, ma qualcuno ancora non c'era. Susan Pevensie corse dentro la Sala e si guardò nervosamente intorno. Lui non era nemmeno lì. Guardò la sorella minore con sguardo eloquente, e Lucy si alzò. Quell'espressione di Susan la aveva sinceramente spaventata e comunque ne aveva le tasche piene di sentire Ginny Weasley lamentarsi del fatto che Potter non fosse ancora arrivato a cena.
-Sue? Cosa succede?
Sussurrò Lucy preoccupata, mentre la raggiungeva.
-Non qui.
Rispose brusca. Quando furono vicini al tavolo Tassorosso videro Peter che era ancora vicino a McMartian, ridevano. Susan tossicchiò per attirare l'attenzione e il ragazzo alzò gli occhi. Quando vide l'espressione della sorella sbiancò, e si scusò con l'amico, alzandosi in piedi. Le raggiunse e Susan afferrò Peter per un braccio e Lucy per l'altro, camminando veloce verso il corridoio.
-Susan, si può sapere che hai?
Sibilò Peter, mentre uscivano dalla stanza.
-Dov'è Edmund?
Chiese Lucy, che iniziava a preoccuparsi. Susan aprì la borsetta di raso blu che portava, sbuffando. Non riusciva a parlare. Tirò fuori un grande orologio, che a vederlo non sarebbe mai stato lì dentro.
-È così da un'ora.
Disse, seria. Quando gli altri posarono gli occhi sul quadrante, sussultarono. Tre lancette puntavano su "A scuola". L'ultima su "Pericolo di morte."
-Un'ora?
Tuonò Peter,
-Perché non ce l'hai detto?
Lucy aveva gli occhi spalancati, sembrava terrorizzata.
-Hai chiesto alle amiche?
Susan scosse la testa.
-Non si trovano.
-Dobbiamo avvertire qualcuno. Subito.
Disse Peter, con gli occhi fissi sull'orologio. La maggiore annuì.
-Andiamo da Silente.
Il ragazzo però, prima di fare qualsiasi altra cosa, tirò fuori la bacchetta.
-Che fai Pete?
Chiese Susan, in ansia.
-Gli mando un patronus.
-E per dirgli cosa, esattamente?
Lui non seppe cosa rispondere.
-Non lo so... che lo stiamo cercando? Insomma Sue, ci sono dissennatori ovunque qua fuori! Potrebbe servirgli un patronus!
-Già, oppure magari si sta nascondendo e tu così gli punti un faro addosso!
Replicò lei in tono severo.
-Guardate! Guardate!
Strillò Lucy. Le lancette si stavano muovendo nuovamente. I tre ragazzi trattennero il respiro.  Quella di Edmund si fermò.
"A scuola."
 
***
 
Frannie uscì per prima, strisciando dietro la statua.
-Voi dite che dovremmo dirlo a Silente?
Propose Margaret, mentre sbucava dal passaggio. Udì la voce di Edmund dietro di lei.
-Io non lo farei, Mag. Ci sono già Lupin e Piton. Non mi va di dire al preside che eravamo fuori all'ora di cena.
La ragazza fece una smorfia.
-Ho una proposta.
Disse Frannie, guardandoli eccitata. Gli altri si voltarono a guardarla mentre con nonchalance si infilavano in un corridoio. Li prese per le braccia.
-Andiamo alla Torre di Astronomia. Ci sono i cannocchiali. Teniamo d'occhio la situazione, se si farà problematica allora chiameremo Silente.
Edmund sorrise e annuì entusiasta. Margaret sembrava ancora poco convinta. Gli altri due la guardarono sinché non videro i primi segni di cedimento. Alzò le spalle.
-Ok, ok. Ma al primo segnale che qualcosa va storto...
-Ci fiondiamo dritti nello studio di Silente. Andata.
Completò Frannie, sorridendo invitante. Corsero alle scale più vicine e iniziarono a salire.
-È ora di cena. Non c'è nessuno.
Commentò Edmund, guardandosi sospettoso intorno.
-Secondo voi Weasley se l'è cavata?
Chiese Margaret sottovoce, affannandosi sulle scale. Se fossero sopravvissuti a quella giornata ne sarebbero usciti più magri. Non una grande notizia per Edmund, che già risultava decisamente sottopeso.
-Non lo so.
Mormorò lui in risposta.
-Certo che sta bene. Deve stare bene.
Rispose Frannie, che non si sarebbe mai perdonata di essere stata lì, altrimenti. Salirono le scale come pazzi, irrompendo all'ultimo piano della torre che erano al limite delle forze, soprattutto Edmund che era corso sino alla capanna di Hagrid prima e sino a scuola e ritorno poi. Una volta usciti sul balcone che dava verso il platano si afflosciò, con la schiena al muro, sino a sedersi in terra.
-Tutto ok Ed?
Chiese Frannie apprensiva, accovacciandoglisi accanto.
-Sono solo stanco, stai tranquilla.
Rispose, sorridendo debolmente. Margaret lo guardò preoccupata, ma troppo debilitata per avvicinarsi. Non si sarebbe mai abituata alla Torre di Astronomia. L'altezza le faceva venire un capogiro e una nausea terribili. A turni si occuparono di stare coi cannocchiali puntati verso il Platano Picchiatore. Quasi non parlavano, erano stanchi e impauriti, ma soprattutto confusi. I minuti passavano lenti ma inesorabili.
Finalmente, durante un suo turno,  Edmund trasalì.
-Guardate! Qualcosa si sta muovendo!
Le altre si alzarono senza esitazione e andarono a vedere. L'albero si fermò di scatto e dallo stesso budello di terra in cui si era infilato il cane uscirono il professor Lupin e i tre ragazzi, con Piton dietro di loro. Tirarono un sospiro di sollievo. Weasley aveva la gamba ingessata e gli amici lo sostenevano, sembrava debole, ma era vivo. Si accorsero subito, però, che il professore di pozioni aveva qualcosa di strano.
Anche Margaret e Frannie afferrarono i cannocchiali che usavano per le lezioni di astronomia. Intravidero una luce tenue rischiarare l'orizzonte, a breve sarebbe spuntata la luna.
-Piton, guardate!
Esclamò Frannie, puntando il suo cannocchiale con precisione.
-Piton cosa?
Chiese Edmund, aggiustando il suo.
-Ha qualcosa che non va.
Convenne Margaret. L'uomo si muoveva in modo strano. Era in posizione eretta, ma sembrava levitasse anziché camminare. La testa gli ricadeva sul petto, arresa.
-Penso non sia cosciente.
Sussurrò Frannie.
-Questa cosa non mi piace.
Disse Mag, mordendosi il labbro.
-Hai ragione Fran, sembra che lo stiano... ehi!
Esclamò Edmund, staccandosi dal cannocchiale di colpo. Dal tunnel sotto il platano erano spuntati un terzo e un quarto uomo.
-Ma quello è...
-Sirius Black.
Completò Margaret, senza riuscire a distogliere lo sguardo. Non c'erano dubbi: l'uomo trasandato e malconcio che avanzava a passi stentati era proprio Sirius Black. Il ricercato. Che teneva sotto tiro il quarto uomo con la bacchetta. I ragazzi non sapevano chi lui fosse, ma sembrava messo male almeno quanto Black.
-Perché Lupin non fa niente?
Chiese Frannie delusa, osservando la scena. Videro il professore avvicinarsi a Black e posargli una mano sulla spalla.
-Ma che sta facendo?
Borbottò Edmund, guardando la scena con espressione sconcertata.
-Sapete, Sirius Black è cugino di primo grado di mia madre.
Disse Frannie pensierosa. Fissava l'uomo con espressione indecifrabile. Odiava quel lato della sua famiglia, pieno di maghi oscuri. La madre era una delle poche mele non marce, insieme ad Andromeda, sua zia.
-Cosa? E perché non ce l'hai mai detto?
Chiese Margaret turbata e colpita da quell'informazione.
-Beh non è esattamente un vanto avere un pluriomicida in famiglia. E poi non è così strano, i purosangue sono un po' tutti imparentati. Io e Edmund siamo lontani cugini, non lo sapevi?
Margaret strabuzzò gli occhi.
-No che non lo sapevo!
Edmund alzò le spalle. Anche lui aveva maghi oscuri in famiglia, forse peggio di Black. La faccenda non lo aveva colpito molto. Osservarono per qualche secondo gli uomini. Black e Lupin sembravano essere molto in confidenza. Piton era ancora esanime. Poi, l'idea.
-Hey, guys!
Frannie gasped, lookin feverishly for something on the ground.
-Fran, what's wrong?
Asked Edmund, with a worried tone.
-I can't see the dog. Do you?
-The dog?
-The black dog.
Margaret was listening to them, thinking deeply about something she wasn't really sure about.
-You're right, there's no black dog. There's only Black.
"There's no black dog. There's only Black."
Thought Mag, listening to the echo of these words in her mind. But what did this truly mean?
-There's no black dog. There's only Black.
Mumbled.
-What?
Asked Edmund, now staring, facing his friend. Margaret sighed.
-What if the black dog is Black?
Asked Mag, looking worried but still excited.
-It is black, Mag. That's the point with black dogs. They're all black.
Said Frannie, with an annoying voice.
-I know it's black! I mean Black!
-Seriously Mag, I'm not getting it.
Told Edmund, softly.
-Sirius! Sirius Black1!
-Aspetta. Tu stai davvero dicendo che...
-GUARDATE, PRESTO!
Il grido di Edmund le fece tornare di corsa ai cannocchiali.
-È sorta la luna.
Disse il ragazzo in tono piatto. Una macchia lattea perfettamente tonda era appena spuntata all'orizzonte.
-Porco Godric!
Imprecò Frannie. Remus Lupin si agitava in preda alle convulsioni. Black, che stava parlando con Potter a pochi passi di distanza,
"Perché non l'ha ucciso? Avrebbe avuto tutto il tempo per farlo." pensò Edmund osservando la scena,
si voltò. Non sembrò stupito dalla situazione come ci si aspetterebbe. Si avvicinò coraggiosamente a lui, abbracciandolo come per cercare di contenerlo e rassicurarlo. Frannie alzò un sopracciglio, sospettosa. Lupin mutò, in un modo che sembrava molto doloroso. I ragazzi cominciarono ad arretrare. Una volta che fu lupo, Black si scostò. Si parò davanti ai ragazzi come per proteggerli.
-Ma che sta f...?
Borbottò Edmund, quando si avventò contro il licantropo. Mag trasalì. Nel mezzo del balzo, il fuggitivo era diventato un grosso cane nero.
-Avevi ragione.
Mormorò Frannie, scioccata. I due animali lottavano furiosamente. Il quarto uomo scomparve, come se si fosse smaterializzato anche se, ovviamente, sapevano che era impossibile.
-Da Silente, presto!
Esclamò Edmund, precipitandosi giù per le scale.
-I ragazzi sono ancora là fuori! Deve intervenire qualcuno!
Lo sentirono che gridava, quasi rotolando giù dalle scale. La cena doveva essere quasi finita. Incrociarono Roger Davies, per poco non gli ruzzolarono addosso. Passarono in mezzo a un manipolo di studenti del primo anno spostandoli e imprecando sonoramente. Quando furono davanti all'ufficio del preside, neanche si fermarono.
-Bubotubero!
Esclamò Frannie da metà del corridoio, e si infilarono oltre la statua senza rallentare. Spalancarono le porte dell'ufficio e quasi inciamparono uno sopra l'altro. Il vecchio preside non si scompose, ma alzò la testa da un giornale e li guardò sorridendo tranquillo.
-Ben arrivati, cari. A cosa devo la visita?
-Professore! È urgente! Deve andare subito in giardino!
-Black ha trovato Potter! Sono fuori dal platano!
-C'è la luna piena, Lupin si è trasformato, Potter e gli altri sono ancora là fuori!
Lui alzò impercettibilmente le ciglia in segno di sorpresa. Apparvero tre sedie dal nulla, senza neanche un movimento di bacchetta.
-Temo di non aver capito, ragazzi. Se vi sedeste con calma...
-Calma? Non c'è tempo di star calmi, signore! Li ucciderà tutti!

1: Non sto a scrivervi la traduzione. In poche parole Mag intuisce che il cane nero (black dog) sia Sirius Black, e che quindi sia un Animagus. "There is no black dog, there is only Black" ("Non c'è un cane nero, c'è solo Black).
 
***
 
I Pevensie, tranquillizzatisi dallo spostarsi della lancetta, erano tornati a cena sicuri di trovare Edmund. Ciò non accadde. A metà del pasto Peter si alzò, frustrato.
-Perché non è ancora arrivato?
Chiese a Susan una volta raggiunto il tavolo Corvonero, posandole le mani sulle spalle.
-Non lo so Peter, ma è a scuola. Hai visto anche tu. Arriverà.
-Non ci sono neanche le amiche.
-No, non ci sono. Dici che dovremmo controllare in infermeria?
-Mi farebbe sentire meglio, sì.
Lei sospirò.
-Va bene. Appena si alza Lucy andiamo, d'accordo?
Lui annuì, preoccupato. Quando la ragazza se ne fu andata, sospirò scuotendo la testa. Guardava il piatto pieno senza mangiare.
-Tutto ok, amico?
Chiese Diggory, passandogli una mano lungo la schiena.
-Possiamo fare qualcosa per aiutarti?
Chiese Tony, guardandolo un po' preoccupato. Lui scosse la testa.
-Grazie ragazzi ma, no. È mio fratello... credo sia nei guai.
Tony gli sorrise, cercando di tirarlo su.
-Come ti capisco! Mio fratello ha sempre qualche problema, e la maggior parte delle volte il problema è mio.
Esclamò scuotendo la testa, guardando verso il tavolo dei Serpeverde. Suo fratello Silver mangiava con sguardo contrito. Miracolosamente, Peter abbozzò un sorriso.
-Ma sì, ma sì, non sarà nulla.
Disse, alzando le spalle.
-Tieni caro, bevi un po' di succo di zucca. Ti sentirai meglio.
Gli disse Aurora, versando un po' di succo nel calice.
 
***
 
Dopo che i ragazzi ebbero spiegato in modo comprensibile la situazione, Silente si alzò.
-Grazie di avermi informato, ragazzi. La situazione è un po' sfuggita di mano. Nulla di irrisolvibile.
"Nulla di irrisolvibile?"
Pensò Margaret, guardando Frannie e Edmund incredula.
"Tre ragazzini del terzo anno con un licantropo e un assassino sono nulla di irrisolvibile?"
Dall'espressione che faceva Edmund si vedeva che anche lui si stava chiedendo, se questo non lo era, quale poteva essere per Silente qualcosa di veramente irrisolvibile. Il mago vide le loro facce sconvolte e aggiunse
-Vi prego di andare subito in Sala Grande con gli altri e di non raccontare a nessuno di quello che è successo. Prenderò provvedimenti. Ti consiglio di sbrigarti, Pevensie. Ho paura che i tuoi fratelli siano un po' turbati dalla tua assenza.
Edmund alzò gli occhi al cielo.
"I soliti iperemotivi."
Mentre i tre si avviavano verso l'uscita, Frannie si voltò un'ultima volta.
-Professor Silente?
-Sì?
-Ho paura che il professor Lupin stia aiutando Black.
L'uomo sorrise a trentadue denti.
-È quello che credo anch'io.
Lei aggrottò le sopracciglia, confusa. Una volta usciti dalla stanza, si avviarono verso la Sala Grande.
-Stiamo tutti bene?
Chiese Margaret, controllando i due amici con fare apprensivo.
-Sembra... sembra di sì.
Balbettò Frannie. Erano stanchi, troppo stanchi. Edmund era pallidissimo e zoppicava leggermente, lei aveva una piccola macchia di sangue sulla maglietta strappata e Margaret aveva ancora nausea e sudori freddi dalla torre di Astronomia.
-Non possiamo farci vedere così.
Sussurrò Edmund,
-Dobbiamo cambiarci, o ci chiederanno tutti cosa è successo.
Le altre annuirono, e deviarono verso i sotterranei. Passando vicino a una finestra, sentirono un ululato.
-Che roba, cazzo.
Disse Frannie, mordendosi il labbro.
-Povero professor Lupin.
Mormorò Margaret.
-Secondo voi ha davvero aiutato Black?
Chiese Edmund, temendo la risposta.
-Sicuramente sembrava si conoscessero.
Rispose Margaret, sospirando.
-E ci ha chiesto di non avvertire nessuno. Spero davvero ci sia una buona ragione. Ci deve essere per forza.
Continuò Frannie, con gli occhi bassi.
-Sì. Ci deve essere.
Aggiunse Edmund, annuendo.
-Lupin è una brava persona, non è vero?
Chiese Margaret, cercando di autoconvincersi.
-Certo che lo è.
Rispose Frannie, ma sembrava meno convincente del solito.
-Voi dite che abbiamo fatto bene a raccontare anche dell'ippogrifo?
Chiese Edmund incerto.
-Credo di sì. Hai visto che faccia ha fatto quando gli abbiamo detto che c'erano due Potter e due Granger?
Intervenne Frannie.
-Sembrava si fosse appena ricordato che era il suo compleanno!
Convenne Margaret. Probabilmente anche il preside aveva tifato per l'ippogrifo.
Passando accanto all'infermeria, sentirono un urlo spaventato ma soprattutto omicida.
-EDMUND!
Lui si congelò sul posto. Inspirò ed espirò lentamente, poi si voltò. Le altre due lo imitarono.
-Miseriaccia.
Sussurrò Margaret a Frannie. Non si erano ancora potuti sistemare. Una volta che i Pevensie li videro conciati in quel modo, impallidirono. Lucy saltò in avanti e Frannie e Margaret temettero volesse ammazzarlo, invece lo abbracciò. Lui sospirò un po' seccato, ma la strinse.
-Ehilà.
Disse incerto, e Susan perse definitivamente le staffe.
-Ehilà? EHILÀ? La tua lancetta sta su pericolo di morte per più di un'ora, esci da scuola dopo il coprifuoco, una volta tornato non ti presenti a cena, hai l'aria di uni che è stato appena investito da un treno e tutto quello che hai da dire è ehilà?
Lui alzò le spalle.
-Ah, scusami Susan se stavo cercando di salvare delle vite!
-Tu stavi cercando cosa?
Chiese Peter, attonito. Margaret gli diede una gomitata.
-Ed! Silente ha detto di non dire niente!
-Silente????
Chiese Susan esasperata, alzando le braccia. Lucy era ancora stretta senza dir nulla e le ragazze sospettarono che lo stesse aiutando decisamente di più degli altri due.
-Sì, Silente. Capirete bene che non posso infrangere la promessa. Ora, se volete scusarci... siamo molto stanchi.
Lei lo guardò con odio. Peter sembrava perlopiù sollevato. Lucy si scostò.
-Quello è sangue?
Chiese, soffermandosi un attimo su Frannie. Lei impallidì e si coprì la ferita con la mano.
-No, è succo di mirtillo.
Disse frettolosa,
-Andiamo ragazzi.
Esclamò, prendendoli a braccetto. Sentì Edmund che si appoggiava a lei nel tentativo di camminare naturalmente.
-Non credere che non abbia visto che stai zoppicando! E quello era sangue! Questa me la paghi, Edmund Pevensie!
Gridò Susan mentre si allontanavano, e Edmund sollevò il dito medio. Non potevano vederlo, ma Peter aveva coperto gli occhi di Lucy con le mani.
-So cos'è un ghigno, Peter.
Borbottò lei, scostandole.
-Penso che ormai non abbia più senso andare a cena. Sarà rimasto solo il dolce.
Sospirò Margaret, che ancora aveva un po' di nausea.
-Sì, concordo.
Mormorò Edmund, iniziando a scendere verso i sotterranei.
-Ardemonio.
Disse Frannie, e le statue la fecero passare. Una volta in Sala Comune tirarono un sospiro di sollievo. Qualche testa si voltò verso di loro, Draco si alzò.
-È tutto ok?
Frannie gli sorrise e annuì. Edmund ridacchiò.
-Niente di allarmante ragazzi, siamo solo passati troppo vicini al platano questo pomeriggio!
Tiger iniziò a ridere, ma Malfoy lo fulminò con lo sguardo.
-Non siete scesi a cena oggi.
-Eravamo in infermeria.
Rispose Margaret, alzando le spalle. "Ma siamo messi così male? Perché  tutte queste domande?"
-È sangue quello?
Chiese stavolta la Parkinson, e Frannie alzò gli occhi.
-Sì, Pansy. Ma ora, se permettete, ce ne andiamo a riposare. La ragazza spinse Edmund nel suo dormitorio, sbrigativa, e con Margaret si infilò nel proprio.
-Finalmente!
Esclamò, entrando in bagno per guardarsi allo specchio. Margaret sospirò.
-Ho bisogno di una doccia.
Disse, sfilandosi le scarpe con i piedi.
-Spero che Jasmine e Miles non tornino presto, non ho voglia di parlare con qualcuno.
Disse Frannie dal bagno.
-Già, neanche io.
-Mi dai una mano con questa? È sporca, non vorrei mi desse qualche problema.
Si avvicinò a Margaret con la maglietta alzata. L'amica si morse il labbro incerta e un po' schifata, e avvicinò la bacchetta
-Aspetta, dovrei ricordarmi come si fa. Vulnera sanentur.
Il taglio, che era di modeste dimensioni, si rimarginò quasi del tutto.
-Grazie.
Disse sorridendo e risistemandosi i vestiti,
-Tu come ti senti?
La ragazza ci pensò. I giramenti di testa erano passati, ma si sentiva vuota e stanca.
-Ho sonno.
Rispose, guardandola come arresa.
-Forza allora, doccia e poi a letto!
Lei sorrise e annuì. Mentre si lavava Frannie si infilò il pigiama e si mise sotto le coperte. Quando uscì dal bagno la vide che scartava un pacchetto di bolle bollenti. Gliene porse una.
-Tieni, per non andare a letto a stomaco vuoto.
Dopo che masticarono un po' e il calore delle gomme riuscì a rassicurarle, decisero di andare a letto.
-Nox.
Sussurrò Margaret, prima di girarsi su un fianco. Sentivano il rumore del Lago che le cullava.
-Mag?
-Sì?
-Andrà tutto bene.
-Certo. Lo ha detto Silente.
-Certo.
 
***
 
Quando il giorno dopo si svegliarono, Jasmine e Miles si erano già alzate. Non capitava da mesi, forse non era mai successo. Le lezioni erano finite, era tempo di esami per i ragazzi degli altri anni, quindi quelli del quinto e del settimo vagavano in completa libertà per il castello.
-Cavolo. Ci voleva questa dormita.
Esclamò Frannie sbadigliando, alzandosi a sedere.
-Mh. Buongiorno.
Si stiracchiò Margaret. Dopo un attimo di silenzio presero coscienza e scattarono in piedi.
-Cosa sarà successo?
Chiese Margaret vestendosi di corsa.
-Non lo so, non ne ho idea! E se fosse morto qualcuno?
Rispose Frannie allacciandosi il reggiseno.
-Impossibile, ci avrebbero svegliate!
La rassicurò Margaret, infilandosi le scarpe. Quando uscirono per la colazione, Frannie si stava ancora annodando la cravatta. Quando furono in Sala Grande, si accorsero che ormai la colazione era finita. Solo Edmund era rimasto in Sala ad aspettarle, ormai aveva finito anche la Gazzetta e stava giocando con Arcobaleno sul tavolo.
-Buongiorno!
Le salutò ridendo,
-Sono le undici e mezza, sapete?
Come si avvicinarono la puffola saltò nel taschino a Frannie.
-Ah.
Rispose Margaret, grattandosi la testa. Non pensava fosse così tardi.
-Come...
Iniziò Frannie, ma lui la precedette.
-Potter e Granger a colazione erano freschi come rose. Weasley è ancora in infermeria ma uscirà in giornata. Lupin non si è visto ma credo sia normale. Black è stato catturato e rinchiuso nel castello, ma stanotte è scappato di nuovo.
-Scappato di nuovo? Dobbiamo... dobbiamo dire che è un animagus!
Esclamò Margaret, con gli occhi spalancati.
-Non sarei così affrettato, Mag. Silente sembrava in brodo di giuggiole quando ha raccontato la sua fuga. Credo che...
-Ma certo!
Esclamò Frannie, raggiante,
-È l'unica soluzione! Sirius Black non è affatto cattivo!
Edmund annuì, Margaret alzò un sopracciglio.
-Cosa te lo fa dire, Frannie?
Chiese, confusa.
-Intanto, Lupin lo sta aiutando. E Lupin vuole bene a Potter, lo sanno tutti. E anche se pensassi che avrebbe potuto far finta... beh, avrebbe potuto ucciderlo con calma tutto l'anno! E anche Black, è stato da solo con lui, ricordate? E lo ha difeso da Lupin con la luna piena!
-Sì. Sì, potrebbe essere.
Disse Margaret, annuendo seria.
-E abbiamo anche scoperto perché succedeva sempre il finimondo quando c'era il cane! Black attirava i dissennatori, e quando gironzolava qua in giro poi entrava nel castello!
Continuò Edmund. Anche Mag si illuminò.
-Ed ecco perché Lupin ha avuto quella reazione quando voi avete parlato del cane! Lui sa!
Ora tutti i pezzi tornavano a posto. Erano tutte supposizioni, certo, ma i ragazzi ne erano convinti. Aspettarono là sino all'ora di pranzo, con un calore strano nel petto, come se avessero l'intima certezza che, non sapevano come, quella notte più di una vita innocente fosse stata salvata. Anche grazie a loro.


 
 
Nota autrice
Eccoci qua, siamo agli sgoccioli con questa storia!
La prima parte del capitolo, leggera e tranquilla, ci ha fatti calare un po' nelle summer hits del 1994. Vi è piaciuto il picnic dei ragazzi?
Come pensate sia stata gestita la presenza di Mag, Ed e Frannie durante la notte clou del terzo libro? Il golden trio non li ha visti, quindi abbiamo pensato potesse essere una storia plausibile che viaggia su un binario parallelo a quella originale.
Il prossimo sarà l'epilogo, i nostri ragazzi si saluteranno sull'espresso e torneranno ognuno nelle proprie case, pronti per affrontare un'estate che si preannuncia movimentata.
Spero che continuiate  seguirci, anche nei sequel!

A venerdì ~
 

Vi ricordo che potete leggere curiosità, citazioni e meme sulla pagina Instagram che abbiamo creato qualche settimana fa! 
   
 
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