Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Seira Katsuto    12/01/2019    1 recensioni
Sono una persona che fa pensieri strani e senza senso anche nei momenti meno appropriati, solitamente tengo per me tutte le cazzate che il mio cervello spara, ma essendo che mi sono rotta di parlare da sola ho voluto fare questa specie di diario in cui scriverò ciò che voglio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fin da piccola mia madre mi ha sempre detto che nella mia vita avrei viaggiato tanto, pur non avendo mai dimostrato mai interesse in merito.

Non so se il motivo per cui abbia incominciato a desiderare di vedere il mondo fosse perché in un brutto momento della vita ho pensato di volermene andare lontano in un luogo in cui nessuno potesse conoscermi oppure perché ho iniziato ad avere un sincero interesse verso gli altri paesi, o entrambe le cose, ma ho incominciato a sentire proprio il bisogno.

Può sembrare stupido, ma a volte mi immagino di essere in qualche paese dell'est, magari a visitare le capitali o città famose: San Pietroburgo, Mosca, Praga, Chishinau, Bucarest ecc... E il pensiero di essere circondata da persone che parlano una lingua così diversa dalla mia mi emoziona, non saprei spiegare il perché, ma sento che se dovessi trovarmi in una situazione simile potrei provare un po' di felicità.

O forse ho semplicemente pensato che visitare un paese dove tutti attorno a me parlassero russo sarebbe stato bello, patetico direi, ma lo trovo alquanto divertente.

A parte questo appena finirò il liceo penso andrò a fare un corso di manga in Giappone, quindi penso che quella sia la mia prima vera meta.

Ultimamente pensavo di fare dei corsi di lingue, a Gennaio dovrei iniziarne uno di russo, vorrei vedere se riuscirò davvero ad impegnarmi ad imparare una lingua tanto diversa dalla mia.

Se andrà bene probabilmente l'anno prossimo chiederò a mia madre di iscrivermi ad uno di Giapponese, ma questo si vedrà più avanti.

Non sono mai uscita dall'Italia ed anche per questo sono molto curiosa di vedere gli altri paesi.

Prendiamo il Giappone come esempio, che forse è quello che conosco un minimo meglio degli altri (nella mia ignoranza).

Mio fratello ci è andato in vacanza per due settimane la scorsa estate e me ne ha parlato un po'.

Il punto non è che sia "il paese perfetto" o cose del genere, ciò che è davvero interessante è quello che lo rende "diverso".

Un paese ordinato e pulito, in cui i treni sono predisposti per non fare ritardi a prescindere, in cui la gente appare più onesta e gentile, o meglio qui la riterrebbero meno furba o stolta.

Un paese dedito alle proprie tradizioni e abitudini, anche per questo abbastanza chiuso nei confronti degli stranieri (esistono locali dove ci sono cartelli dove c'è scritto che possono per l'appunto entrare solo giapponesi), non per questo significa che siano maleducati... Io penso che diffidenti sia la parola più corretta.

Inoltre penso che da turisti sia davvero un bel posto da visitare (viverci non saprei, lì il discorso sarebbe più complesso non conoscendo il luogo, un po' come parlare di uno straniero che viene in Italia, probabilmente dipende molto dal tipo di persona che si trasferisce e dalla propria fortuna di trovare o meno nel vicinato gente per bene o meno).

Se riuscissi a diventare una fumettista, imparare il giapponese e riuscire a vivere lavorando lì con quel lavoro forse mi potrei trasferire, ma sto decisamente correndo un po' troppo, diciamo che mi va bene anche vivere a casa fino a trent'anni, dipende da come andranno i prossimi anni.

Penso che il mio sogno più grande sia quello di scrivere una storia che mi tormenta fin da piccola.

Ne ho create molte di storie, che ho anche scritto o che ho messo nel dimenticatoio, ma quella continua a tormentarmi da quando ho visto la saga di Marineford di One Piece quando ero alle elementari, è stato talmente tanto tempo fa che non mi ricordo nemmeno quanti anni avessi.

Però non posso ancora scriverla, una volta ci avevo provato ma non andava bene.

Faccio schifo a scrivere e lo so, probabilmente anche per questo ho iniziato questa specie di diario.

Mi piacerebbe riuscire a trasmettere i miei sentimenti agli altri esattamente come li sento io.

Solo che temo che il mio lessico sia troppo limitato e a parte quello non riesco mai ad avere abbastanza pazienza per aspettare il momento giusto per narrare ogni avvenimento della storia, cosa fondamentale per coinvolgere lo spettatore nella maniera più adeguata.

Forse è anche perché ho molta confusione in testa tra un avvenimento e l'altro e ciò mi porta a scrivere un mix di situazione che l'una all'altra suonano male. Diciamo che è complesso pure da spiegare.

Per dirla meglio una storia solitamente è esattamente come un diario raccontato da tante persone o da una, dipende dal tipo di narrazione.

Fin da piccola ho sempre pensato che i racconti fossero simili alla realtà o ispirati ad essa, cosa neanche del tutto errata, ma nel mio modo in cui vedevo le cose era completamente sbagliata.

Diciamo che pensavo che il mondo fosse meno scontato.

Ogni storia dopotutto ha dei particolari personaggi con schematici caratteri.

Il bulletto dal passato trasandato che in realtà vorrebbe essere una brava persona.

La ragazza testarda che si comporta da maschiaccio per nascondere le sue insicurezze.

La timida occhialuta amante della lettura che cerca qualcuno coi suoi stessi interessi.

Il punto è che le persone sono interessanti proprio per questo, ma allo stesso tempo noiose.

Persino io sono entrata in questo schema, sia quella che potrebbe essere ritenuta bella che quella brutta (secondo la mia stessa logica intendo).

Ad esempio io direi di essere una ragazza semplice, nel senso che mi si puoi rendere felice con poco.

Sostanzialmente le cose che mi piacciono sono la pizza e tutto ciò che è adorabile (sopratutto i pupazzi).

Sono timida ma in generale non parlo molto, mi piace osservare e ascoltare.

In un anime mi immagino sempre come quella ragazza che parla poco ed è sempre imbarazzata, ma che comunque cerca di essere gentile.

Però arriva la parte "brutta", quel lato che penso la società stessa mi abbia impiantato nel cervello, quella parte del tutto irrazionale che mi fa dubitare del prossimo o che mi fa aver "paura" nel parlare normalmente con qualcun altro.

Io capisco che siano del tutto senza senso certe paranoie che mi vengono e per colpa di esse faccio pure talmente tante cazzate, che mi fan pure deprimere, mi prenderei a ceffoni da sola in quei momenti.

Ma avendolo capito pian piano me ne sono fatta una ragione e cerco comunque di farmene di meno.

Basta pensarci un attimo in realtà e si vede subito quanto l'umanità sia stupida certe volte.

Ma riguardo proprio a qualunque cosa, questo è grave.

Esempio classico: parità dei sessi.

Qui si potrebbero tirar fuori di quei discorsi infiniti che dopo manco un anno io stessa mi sono stancata di ascoltarli.

1- Un uomo dice che le donne sono stupide e devono stare al loro posto.

2- Le donne si indignano e cominciano a pretendere rispetto.

3- Un altro uomo arriva e dice che sì è giusta la parità dei sessi.

4- Una donna allora risponde che però dopo tutti questi anni di sessismo è il turno delle donne di comandare.

5- Gli uomini si indignano e pretendono rispetto.

6- "ma dopo tutte le atrocità che avete fatto come osate pretendere rispetto".

7- si ritorna al punto uno.

È UN FOTTUTO LOOP.

Ammetto che quando assisto a certe cose mi sento un po' meglio perché "almeno c'è qualcuno che si mette più problemi di me", però è davvero uno scempio.

Oppure parliamo delle relazioni in generale.

1. Quella è troia perché si è messa con quello stronzo e non con me.

2. Quel tipo è un coglione perché mi ha rifiutata per un'altra.

3. La mia ragazza mi ha tradito quindi tutte le donne sono puttane.

4. Il mio ragazzo mi ha usato solo per il sesso, tutti gli uomini pensano solo a quello.

5. Un nero mi ha derubato quindi tutti i neri sono ladri.

E potrei continuare.

Ma a nessuno di quelle persone passa mai per la testa che, forse, ma proprio forse, in realtà ogni persona è diversa? Perché cazzo fare di tutta l'erba un fascio, sempre poi! Cioè è come se per l'essere umano fosse bello essere sempre in conflitto.

E chissà forse è proprio così, però, quando lo si chiede, tutti passano dalla parte dell'innocenza "eh no, ma non è che mi piace, voglio solo dire la mia opinione".

Opinione.

Ma per pensare che "tutte le donne cercano solo i soldi" o "tutti gli uomini pensano col cazzo" con la frasettina finale sempre uguale "perché tutti/e quelli/e che ho incontrato erano così" quanto cianuro devi avere nel cervello? Dire la propria opinione non significa poter insultare tot persone etichettandole senza una ragione (in altri ambiti è ciò che si chiama comunemente razzismo: trattare diversamente una persona perché ha caratteristiche differenti).

Sembra che usino certe parole solo per fare incazzare l'altro, perché è fottutamente ovvio che non siano tutte uguale le persone, non posso credere che non ne siano coscienti (il che nel caso sarebbe davvero grave, preferisco pensare che siano stronzi e basta).

Che problemi devi avere per cercare fonte di sfogo della tua personale frustrazione, per chissà quale motivo (che ne so magari una stronza che viene lasciata), sugli altri quando magari in realtà è solo perché non sai accettare il fatto che un tizio non ti voleva come credevi.

Come se per ogni cosa che accade nel mondo di brutto deve esserci per forza una ragione specifica, la colpa deve avercela per forza qualcun'altro, ma mai, mai per colpa nostra, quello è impossibile, cioè come può la perfezione avere delle colpe?

...Visto? Mi stanco già a scriverle ste cose.

Il bello è che tutte le discussioni sono uguali, se provi a spiegare che "non tutti sono così" e poi cerchi anche di fare esempi di persone reali, la risposta successiva è sempre "ma sicuramente l'ha tradita" oppure "ma è ovvio che è tutta una farsa e quella tipa si è messa con lui solo per i soldi, tu che ne sai".

Ed è vero, che ne so io? Forse gli alieni sono già intorno a noi, forse siamo solo le marionette di un sadico manipolatore, forse siamo stati programmati per odiarci l'un l'altro o forse non ci deve essere per forza un motivo oscuro e crudele per ogni semplice relazione umana, forse se due persone non vanno d'accordo è semplicemente perché non era destino, o forse ancora perché una delle due non riusciva a fidarsi dell'altra, forse erano entrambe delle teste di cazzo, chissenefrega, la vita va avanti lo stesso, anche senza doversela prendere con chi non c'entra.

Ma sarebbe troppo mainstream se fosse così semplice vero? Ci deve essere sempre il complotto di sottofondo, mai che qualcosa possa essere così come è.

Non avete mai pensato che ci siano tutte queste maschere proprio perché voi le vedete ovunque e quindi di conseguenza ne create di altre?

Qualche volta, piuttosto di dover cercare una ragione, bisognerebbe dirsi solo "è andata così" e andare avanti.

Hai incontrato uno stronzo? Vai avanti, chissene frega di quel caso umano! Perché dovresti fermarti per uno così.

Perché ti fidavi? Perché ti ha fatto soffrire? Per questo dovresti chiuderti in te stessa? Per questo dovresti fare di tutta l'erba un fascio? Per uno così?

È così smidollata l'umanità?

Sapete quante volte ho pianto, quante persone ho incontrato che mi hanno fatto sentire una merda e a loro non fregava mai una minchia di me? Quanto ho sofferto pensando di essere sola? Quante volte mi sono chiesta chi me lo ha fatto fare di conoscere persone così.

Cos'avessi fatto per meritarmelo.

Il punto è che non sono l'unica persona al mondo capace di simili sofferenze, anzi, c'è chi sta peggio.

Io sono consapevole di essere debole, tutto mi abbatte con poco, piango sempre e spesso penso negativamente su ogni cosa (e a volte ho pure ragione a farlo!).

Però non ci si può piangere addosso per sempre, perché tutti hanno i loro problemi, le loro paranoie, tutti.

Lamentarsi ed essere perennemente triste o scazzata perché "la vita fa schifo" e quindi trattare con sufficienza il prossimo non è altro che una dimostrazione della propria debolezza, perché sei tu ad aver deciso di comportarti così e il tuo passato non ha importanza quando hai di fronte qualcuno che non conosci.

Nessuno e ripeto nessuno a questo mondo avrà mai il potere di farmi diventare qualcuno che non sono solo perché "mi ha fatto soffrire".

Potrei soffrire per mesi, anche anni, ma questo non cambierebbe mai.

E nessuno dovrebbe permettere a qualcuno di avere un potere simile su sé stesso.

Quante volte avete sentito frasi come "una volta ero gentile ma poi mi hanno cambiata", magari detta anche con quella lieve fierezza come se "ho capito com'è il mondo".

Quelle stesse persone sono quelle sempre insicure che poi dubitano di tutti e vedono merda pure dove non ce n'è, alla fine magari quando glielo fai notare poi ti rispondono con un "eh ma ho già vissuto una cosa simile quindi è normale che mi aspetti il peggio".

Le uniche persone che decidono di essere stronze siete voi.

Le persone non cambiano "per gli altri" ma per sé stessi.

Se non sapete essere più gentili non per forza significa che siete peggiori, significa che non riuscite a sopportare il fatto di essere feriti e dovete in qualche modo difendervi dagli altri, siete più sensibili probabilmente, ma dovreste ammetterlo almeno a voi stessi, perché se decidete di essere così e poi sbagliate a giudicare qualcuno dovete esserne consapevoli.

Che quella è la conseguenza della decisione che avete preso.

Per cui pensateci bene a chi volete essere, non parlo per le persone pessime che incontrerete, ma per quelle che meriteranno la vostra amicizia, chi volete essere per coloro che avranno un valore per voi.

Perché ci sono volte in cui è meglio non porsi troppe domande, soprattutto sulle persone che avete accanto.

Certo forse alcuni dubbi potrebbero rilevarsi esatti verso qualcuno e ne rimarrai ferito, ma se per colpa di essi un giorno dovessi dubitare di qualcuno che al contrario meritava più fiducia te ne pentirai amaramente.

... Onestamente mi sto chiedendo perché ogni volta che inizio a scrivere parto di buon umore, poi mi incazzo e alla fine piango.

Proprio ultimamente riflettevo su questa cosa comunque, che tipo di persona vorrei essere? Mi piacerebbe quella che riesce a sorridere e affrontare positivamente qualunque situazione.

Ma temo di non essere il tipo.

Probabilmente è anche una delle ragioni per cui mi sono innamorata di Mr x.

Lui non è che sia gentile o chissà che bontà d'uomo, ma riesce a divertirsi e rimanere distaccato allo stesso tempo, come se niente potesse ferirlo.

Non saprei dire se sia perché ha sofferto in passato, nasconde i suoi sentimenti oppure semplicemente è il tipo che quando qualcosa non va l'affronta senza mettersi troppi problemi.

Sembra talmente sicuro di sé e delle sue idee che quando si trova davanti ad un problema riesce ad affrontarlo senza paura, come per dire "io so come la penso e cosa per me è giusto quindi non ho ragione di sentirmi giù di corda".

Più che altro non l'ho mai visto mostrare "tristezza", forse delusione ma per lo più se qualcosa va storto si irrita, ma ciò non lo fa diventare diverso da come si mostra sempre, forse un po' più saccente, ma niente di più.

In sostanza è sempre lui.

Mi piacerebbe avere un minimo della sua sicurezza e anche riuscire a trovare il giusto distacco da dare alle cose.

Anzi in generale sarebbe bello essergli anche il solo 10% simile.

Certo eviterei dal voler diventare qualcuno che schifa il contatto umano e gli piace fare battute di merda, ma ammiro molto il suo modo di dimostrarsi gentile o semplicemente il suo esser "buono".

Penso che lui sia quel tipo di persona che quando fa una particolare azione la fa solo "perché lo trova giusto", senza darle una chissà quale ragione.

Al contrario io penso sempre ai benefici che mi potrebbe dare o fare una cosa o l'altra, anche se non per questo scelgo sempre la via più facile, anzi molto spesso faccio cose che consapevolmente non mi portano benefici.

Un banale esempio: tempo fa al Lucca comics, anche prima che mi innamorassi, ricordo una scena nel quale stavamo girando con un'altra nostra amica e mentre parlavamo lui si è girato verso alcune ragazze e le ha detto dove si trovava Japan Town.

In pratica per caso aveva sentito i loro discorsi e che non sapevano dove andare e come cortesia le ha aiutate.

Poco dopo mentre giravamo intorno alle mura mi è capitato di vedere una coppia perdere dallo zaino la mappa della fiera.

Avevo pensato di prenderlo e darglielo ma il pensiero che la scena sembrasse più un "lo faccio per far vedere quanto sono gentile" mi ha bloccata.

Che schifo ho pensato.

Però stavamo passando la coppia e nessuno faceva la cortesia di prenderla e ridargliela, perché tutti facevano finta di nulla?

Non posso credere che nessun altro li avesse visti, quindi perché nessuno faceva un passo?

Allora alla fine mi sono fermata, girata e gliel'ho ridata.

Non mi piace. Non penso di averlo fatto per fare una buona azione, mi dava più che altro fastidio che nessun altro facesse nulla e non farlo solo perché la scena mi sembrava sgradevole non era proprio una buona motivazione.

O forse in realtà anche lui pensa molto alle azione che fa e forse ciò che io provo è dovuto unicamente al fatto che mi detesti.

Ho sempre creduto di non avere un'autostima poi così bassa, ma ultimamente mi sono accorta che è proprio sottoterra.

Penso di odiare buona parte di me.

Restringendo il campo per quanto riguarda il carattere, odio molto ciò che rappresento nella vita al di fuori di casa mia.

Diciamo che la me stessa con la testa fra le nuvole, quella spensierata, mi piace abbastanza invece quell'altra che cerca di vivere con le altre persone mi fa schifo.

Ce ne sono tante di ragioni:
Irrazionale.
Timida.
Impacciata.
Sentimentale.
Negativa.

Tutte queste caratteristiche moltiplicate alla massima potenza.

Adesso più che mai non riesco a sopportarmi, non voglio essere così.

Voglio essere più razionale, più fredda.

Non insensibile, solo vorrei lasciar stare le cose che accadono intorno a me.

A partire da Mr x, piano piano ho smesso di essere quella ragazzina che diceva sempre "oh ma che bello, che figo, kya kya" e sono riuscita a tenerlo per me.

Ricordo che quando ho capito che il mio rapporto con lui non sarebbe mai stato normale mi sono sentita molto triste.

Mi ero accorta che il tipo di amicizia che avevamo non riusciva a farmi fare alcune cose, non per lui, in generale.

Ho capito che mentre la sua vecchia amica senza problemi riusciva ad andare in classe sua e tirargli un calcio solo per infastidirlo senza aver paura di chissà quale reazione.

Ho capito sentendo una mia amica chiedergli delle canzoni in russo che conosceva che io non gli avrei mai potuto fare domande simili, apparte il fatto che probabilmente a differenza di altri a me avrebbe tirato qualche frasetta come "ma perché ti interessa", il chiedergli cose così da parte mia non sarebbe mai più potuto essere fatto con "innocenza".

Dopotutto è ovvio che il mio interesse per il russo, per quanto possa essere sincero, è partito da lui, quindi sembrerebbe più una mossa per sapere qualcosa in più che una richiesta innocua.

Però mi sarebbe piaciuto davvero sapere quali canzoni russe ascoltasse e non riesco più a distinguere se la ragione fosse perché erano i "suoi gusti" o sia più perché la sua opinione mi interessa e basta.

Comunque me la sono fatta passare e al contrario di abbattermi troppo o provato ad essere più normale e serena con lui.

Poi c'è stata un'altra volta in cui ho riflettuto seriamente a quando finirà quest'anno, al fatto che forse veramente non l'avrei più sentito, forse mi avrebbe cancellato e basta dalla sua vita senza lasciare traccia.

In ogni caso tutto sarebbe cambiato.

Immaginare un mondo in cui non poter nemmeno provare quel minimo di serenità che sento quando c'è lui fu davvero deprimente.

"È normale che poi le persone si allontanino" questo mi è stato detto, sopratutto dopo la scuola.

Ma sarebbe comunque davvero molto triste, mi piaceva immaginare di uscire almeno una volta l'anno comunque o cazzeggiare altrove, ma forse nemmeno quello si farà contando a come potrebbero cambiare le nostre vite.

La verità è che sono io che ho dato fin troppa importanza a tutto, a lui, al gruppo e a quelle uscite che facevamo ogni tanto, non perché non si meritassero quell'importanza, ma perché se non gliel'avessi data probabilmente non avrei avuto gli stessi problemi che invece ho avuto.

Ho pensato spesso potesse finire e ho sapevo già che avrei sofferto, ma alla fine mi sono detta "chissenefrega godiamocela finché dura", anche perché non ha senso piangersi addosso per certe cose, quando sarà il momento sarà il momento e l'unica cosa che dovrei volere è di cercare di tenere un buon rapporto, poi come andrà andrà.

Li risentirò? Chi lo sa, forse sì forse no, forse io stessa andrò a vivere all'estero quindi pensarci ora non ha davvero senso, è giusto godersela e basta.

Ma a metà novembre finì tutto.

Tutto sarebbe cambiato.

Non ho voglia di scrivere per filo e per segno i motivi che hanno spinto le persone a reagire in quei modi, che si tratti di me, che si tratti di mr x o di y e z.

Diciamo che una del gruppo ha detto che non mi sopportava più e così sono stata tirata fuori.

Cioè ora passo qualche volta il tempo con il restante del gruppo, ma le uscite in giro, il doposcuola ormai se il signore esiste le vedrò giusto un paio di volte, non come prima che tutti i dopo scuola li passavo accompagnando a prendere il treno alcune di loro.

Non ce la faccio più onestamente, questo è il punto.

Credevo dopo capodanno, che ero stata buttata fuori, di essermene fatta una ragione, che in fondo mr x almeno non ce l'aveva con me, che aveva intenzione di parlarmi, ma la verità è che non ce la faccio più.

Fa tutto schifo.

Sono sempre triste, sempre arrabbiata, non reggo più questa situazione, sono stanca.

Talmente stanca da aver iniziato questa storia e aver probabilmente allontano mr x.

Forse se non l'avessi scritta sarebbe venuto su discord a capodanno, pochi giorni prima ne avevamo anche parlato scherzando, forse ora crede che non ha senso venirci o forse io gli ho rotto le scatole o forse niente di tutto questo ed è impegnato con altro.

Sono stanca di dover pensare a queste cose, poi divento anche pesante ed è normale che qualcuno si allontani, eppure non passa mai, eppure mi deprimo costantemente.

Se non mi fossi incazzata forse sarebbe andato tutto molto meglio, però ero davvero stanca, troppo stanca di tutto.

Ho perso la voglia di sopportare ciò che non mi va a genio.

Sto diventando sempre peggio, che schifo.

Che schifo.

Che schifo.

Sto facendo pensieri troppo cattivi e non voglio farli, non voglio più pensare a nulla, voglio essere gentile e buona.

Ho iniziato a detestare la tizia, ho pensato anche di farle del male, ho pensato di volerla vedere soffrire, di volerle dire in faccia tutto ciò che la toccherebbe dentro, di usare le sue debolezze che ho ignorato mentre eravamo amiche contro di lei.

Che schifo.

Non voglio essere cattiva.

Non voglio sentirmi così, non voglio volere del male a quella persona, non voglio sentire invidia nel vederla nel gruppo mentre io me ne sto in disparte da sola, non voglio sperare che le accada qualcosa di brutto, non voglio sperare che litighi e rovini la sua relazione con gli altri solo per sentirmi meglio.

Non voglio più pensare a queste cose, ma non ce la faccio, sono così arrabbiata.

È così triste.

Rimango io tagliata fuori, sempre, non c'è mai nessuno che cerchi di tenermi con sé, non conto mai abbastanza per cercare di risolvere la situazione in modo che non rimanga messa da parte.

È sempre uguale alla fine, "sono cose che succedono", se non sono abbastanza significava solo che non facevano per me.

Perché però? Perché dovrebbero essere "cose che succedono"? Perché mi è stato ripetuto all'infinito che "sembra che non me ne freghi di rimanere nel gruppo" e poi sono quella che piange nel letto? Perché sembro l'unica che lotta sempre per cercare di far andare bene le cose? Perché poi qualcuno dovrebbe desiderare che un'altra persona venga allontanata così? Senza pensare a come si potrebbe sentire. Che cosa le ho fatto di così grave da meritarmi questo? Cos'ho fatto per meritarmi di essere qui in questo momento a scrivere ste stronzate? Perché se una persona se ne frega di me io non dovrei essere crudele con lei com'è stata con me? Perché io non voglio essere così? Perché mi sento male a pensare di poterlo diventare? Perché sento di preferire scomparire piuttosto che sopravvivere vivendo così? 
Se tanto non voglio essere cattiva allora soprattutto perché non smette di farmi male? Perché non mi sono rassegnata? Perché do ancora importanza a quello che potrebbe accadere con mr x? Perché non posso essere più razionale?

So da sempre e mi andava bene che la mia relazione con quelle persone, sopratutto lui, era impari, che io sono talmente stupida da dare importanza a cose che gli altri ritengono "normale", quindi se me l'aspettavo già perché non smetto di essere triste? Perché non smetto di essere arrabbiata? Perché non smetto di aspettare una risposta da qualcuno?

Non riesco più a ricordarmi nemmeno come fosse la vita prima di pensare sempre a "chissà che sta facendo mr x" "chissà quando tornerà a volersi fare una partita" "chissà se si è stufato di me". 

Basta, sono stanca, non posso aspettare sempre che arrivi, sono stanca che il mio umore dipenda da una cosa simile.

Voglio solo alzarmi la mattina, andare a scuola e vedere la faccia di mr x saltellando nella mia testa dicendo "kya kya", ridere e ascoltare quello che l'altra racconta e non pensare a nient'altro. 

Non voglio essere invadente, non voglio essere pesante con sta cosa, non voglio che pensi che sia inquietante, non voglio che questo sia il motivo per cui va tutto così male e che sia il motivo perché fa anche così male.

Vorrei poterlo ammirare e basta, "mi piace come persona" e basta.

Mi piace e basta, niente aspettare, niente preoccupazioni, niente pianti, solo rispetto e ammirazione.

Sono talmente stanca da aver scritto davvero un diario o storia così.

Ma che schifo davvero.

Sono talmente incazzata e triste che scrivo senza dare più importanza al poter rovinare ancora di più ciò che è il mio mondo, ciò a cui tengo.

Come se mi dicessi "intanto se devo soffrire che soffra subito".

Perché devo essere così deficiente, madò.

Storia di merda di una che si lagna sempre, così l'avrei dovuta chiamare la storia.

Voglio che rinizi la season di LoL così almeno posso picchiare qualcuno senza far del male fisico né a me né ad altri.

Unica gioia di questo periodo: inizio a breve un corso di russo.

E niente, spero che domani mattina mia madre mi faccia rimanere a casa che dopo sta giornata passata a piangere dalle 7 del mattino.

Spero anche di riuscire a scrivere un giorno un capitolo di sole cazzate, oltre al fatto di non voler abusare di questo luogo solo con la mia infelicità, ricordo che una volta riuscivo a scrivere tante cagate senza problemi e il fatto di non riuscirci più non fa altro che aumentare la mia tristezza interiore.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Seira Katsuto