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Autore: Utrem    04/02/2019    2 recensioni
Merope decide di partorire all'Ospedale di San Mungo.
Cosa cambierà? O meglio, cosa non cambierà?
Scopriamolo attraverso un romanzo di formazione con protagonista Laurie Langton, Prefetto di Corvonero nel 1944, quando di Prefetti ne nominavano ancora tre per Casa e non sei. Grindelwald ha appena finito di attraversare l'Europa e la Gran Bretagna sente l'eco dei suoi discorsi: così riferisce il suo amico Cecil. A questi complotti però Laurie preferisce di gran lunga trascorrere tempo spensierato insieme a Lucille Dean, ovvero Lucy, la sua ragazza e, perché no? Studiare. Tom Riddle è diventato Caposcuola, ovviamente; insieme ad Allie, pedante e perfezionista oltre ogni dire, strappando il posto, secondo molti, proprio a Lucy.
Intanto, Merope, che è stata licenziata dall'Ospedale quello stesso maggio, ha fatto domanda per lavorare come Custode della Scuola, approfittando del posto vacante. Vivrà l'anno intero a Hogwarts, la scuola che non ha mai frequentato, molto vicina al figlio, che non è mai riuscita ad educare. Forse?
DISCLAIMER: nel corso della storia sceglierò a mia discrezione di adottare o non adottare dettagli, sottotrame o dati contenuti nei film della saga di "Animali Fantastici".
Genere: Avventura, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La sua scelta '
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Era il primo settembre 1944. In Inghilterra, a Londra, il muro tra il nono e il decimo binario non destava particolare attenzione. Tuttavia, con costanza, ragazzi e ragazzini accompagnati dai genitori lo attraversavano, spingendo un carrello con i loro bagagli.
Così fecero anche due in particolare, nel pieno dell’ adolescenza, vicini e innamorati, anche se con poco slancio e un po' di tristezza.
Questi ragazzi erano un Mago e una Strega: di nome facevano uno Lawrence Langton, l'altra Lucille Dean.

Arrivata al Binario, Lucille fissò i mattoni per qualche tempo, aspettandolo; quando però si accorse che ci stava mettendo più del previsto, iniziò a vagare alla ricerca delle sue amiche.
Laurie, infatti, era rimasto impegnato a calmare il suo gufo Baron. Non stando mai fermo, aveva battuto il capo contro la gabbia, e quindi aveva iniziato a svolazzare furioso nella gabbia e lanciare piume per l'oltraggio. Una volta tranquillizzato, il ragazzo poté finalmente attraversare il muro... quando si rese conto di averla già persa.
Sospirò, appoggiandosi al carrello, attento che gli occhiali non gli scivolassero sul naso. Allungò il collo per scorgerla fra i gruppi di ragazze che si erano sparpagliati in giro, quando sentì delle voci familiari.
"Ciao, Laurie."
"Ciao, Laurie. Come va? Sei ricoperto di lentiggini, ti stanno bene!"
"Ciao Alastor. Ciao Jane. Scusate, ma avete per caso visto Lucy?"
"Non ne sono sicura, ma penso di averla intravista vicino a quel pilastro laggiù..."
Jane indicò col dito un punto approssimativo all'estremità nord del binario.
"Ah, benissimo!" rise Laurie sarcastico, scuotendo la testa.
La ragazza rise con lui, anche se con riserbo, e Alastor si limitò a un sorriso imbarazzato.
"Comunque, volevo dirti, e dire a lei, che penso sia un peccato che non sia diventata Caposcuola. È davvero brava, mi dispiace proprio tanto..."
"Sì... be' sì, è andata così. Non ci pensiamo più, se non magari per il fatto che ci avrebbe permesso di passare più tempo assieme."
Jane annuì debolmente. Voleva rassicurarla, ma le sue ultime parole parevano averla gettata nuovamente nell'angoscia, quasi fosse stata lei la fidanzata di Lucy. Alastor, invece, faceva sempre più fatica a mostrarsi interessato senza fare delle espressioni esilaranti.  Laurie avrebbe riso, se non si fosse sentito un po' offeso. Era chiara la sua preferenza per Allie: perché non era Serpeverde, tanto per cominciare.
"Tom, invece..."
"Be', era scontato."
"Sì, appunto. Ed è giusto così, non ci pensavo neanche: se lo merita, senza dubbio-"
"Hmm!"
Il grugnito di Alastor lo aveva interrotto brutalmente. Come sempre, Jane aveva pronte le parole giuste per rimediare.
"Sono proprio contenta di passare un altro anno con tutti voi, e sono sicura che ci troveremo bene anche con Allie. Alastor, tu la conosci già, no?"
"Certo. Ha la testa sulle spalle, non ho nulla da ridire. In ogni caso, penso che tra poco dovremmo iniziare a salire, e se gli altri non si sbrigano saliamo lo stesso."
Jane mosse le labbra, come per iniziare a rispondergli, quando, come invocati, i nuovi Capiscuola arrivarono in mezzo a loro.
"Buongiorno, Prefetti" iniziò Allie ad alta voce "Mi scuso per l'attesa, so che abbiamo molte cose da fare. Per ora, limitiamoci ad assicurarci che tutti salgano sul treno ordinatamente, e poi io e Tom ci occuperemo dei vostri doveri."
"Oh, no" pensò Laurie, limitandosi ad annuire.
Non sarebbe riuscito a concepire nulla di più tragicomico. Come in un cerchio, senza inizio e senza fine, Jane li salutò e fece loro i complimenti; Tom la ringraziò con due parole in croce, mentre Allie si avventurò in un discorso sulle gravose responsabilità date dal ricoprire una posizione così importante a Hogwarts, e dal rappresentare la Casa di Corvonero. Alastor aveva sibilato un "Complimenti, Riddle" a Tom, nonostante si conoscessero da anni; dopodiché aveva messo le mani sui fianchi in completa alienazione: entro poco tempo avrebbe cominciato ad ammuffire.
Mentre si chiedeva se due ragazzine che passavano di lì stessero effettivamente ridendo di loro, vide finalmente Lucy.
"Ooh! Come hai passato le vacanze?" la canzonò, allargando le braccia. Jane rise, e lei gli rispose con un sorriso smaliziato.
"Come state? Tom, Allie, sono contenta per voi. Non vedremo più bacchette fuori posto, no?"
"Ah, no. Faremo del nostro meglio" rispose Allie, senza capire che era una battuta.
Tom provò a sorridere, ma non disse nulla. Con due Serpeverde presenti, Alastor aveva abbandonato definitivamente la scena e si era messo a parlare con dei Grifondoro che passavano di lì per caso.
"Quando pensi di aver toccato il fondo..." pensò Laurie, che non sapeva nemmeno più che espressione fare. Fece spallucce, quasi senza motivo, e cinse col braccio Lucy, che gli rivolse un sorriso finto.
Quando anche Allie non ne poté più, batté le mani e disse:
"Bene, adesso ognuno di voi si occupi di far salire gli ultimi rimasti di ogni Casa"



Dopo aver smistato tutti, i Prefetti salirono sul treno per dirigersi al loro vagone. Alastor si era messo a discutere animatamente con Jane di qualcosa e quelli del Quinto e del Sesto Anno facevano gruppo a sé. Laurie era rimasto indietro a fianco a Tom: pur non avendo molta confidenza, dovevano parlare.
"A te come è andata quest'estate?" gli chiese.
"Be', non è successo molto. Di solito non vado in vacanza: anche quest’anno mi sono limitato a spendere del tempo con mia madre. Poi ho incontrato un paio di volte Allie per discutere il lavoro di quest'anno."
Laurie annuì, e poi gli chiese, tranquillo:
"Come ti trovi con lei?"
Tom esitò a rispondere, probabilmente per reprimere un commento, e poi disse:
"Non mi piace. Fa sempre finta di sapere cose che non sa. Per fortuna, su mia proposta, ci siamo già divisi i compiti, quindi ci dovremo vedere solo una volta al mese. Magari ogni due. Con ciò, non voglio dire che non farà un buon lavoro. Forse, persino troppo."
"È proprio quello che penso anch'io"
"Non lo dico perché sei tu, o perché è della mia Casa, ma credo che con Lucy sarebbe stato meglio."
"Sì, però capisco perché abbiano scelto lei. Ci ha fatto guadagnare molti punti nel corso degli anni, senza perderne nessuno... e non è mai stata trovata nella Foresta Proibita"
Tom sorrise.
"Il preside è troppo poco elastico su certe questioni."
Ad un tratto, Lillian li superò tenendo lo sguardo basso. Si girarono, e si ritrovarono davanti Edith che urlò "Complimenti, Tom!" tirando Mirtilla per la manica; poi spinse Lillian in avanti e aggiunse con molto meno entusiasmo: "Ciao, Laurie." Uditi gli schiamazzi, Jane si fece da parte e Alastor iniziò a protestare: "Non si corre nel treno, sciocche!". Al che, Edith buttò le sue amiche dentro il primo vagone più avanti, e si chiuse dentro con loro morendo dalle risate.
Ovviamente, furono subito buttate fuori; Laurie fece un cenno a Tom per fargli intendere che sarebbe intervenuto. Allora le raggiunse e disse, con voce abbastanza alta da farsi sentire:
"Non potete andare oltre. Tornate al vostro posto e non fate chiasso"
Edith, tutta rossa in viso, gli disse:
"Quando torni, potresti dire a Tom che-"
"Non mi pare proprio il caso, no."
Deluse, le ragazzine fecero marcia indietro, scortate da Jane, tenendo il viso basso. Edith lo fulminò con un'ultima occhiata, prima di sparire in mezzo agli sguardi curiosi.



Nel vagone, Allie monopolizzò nuovamente la conversazione, iniziando ad elencare tutti, ma proprio tutti, gli incarichi attribuiti ai Prefetti, compresi i più astratti e ufficiosi. Ad un tratto, mentre Alastor cadenzava ogni sua affermazione con un cenno del capo e i più giovani si stavano addormentando, Tom la interruppe per segnalare quelli fra i citati che non era verosimile fossero responsabilità loro esclusiva, in quanto studenti. Jane assentì alle sue parole, pur premurandosi di precisare che quel ripasso non era stato sgradito. Allie allora si scusò per la pignoleria, giustificandosi dicendo che aveva studiato duramente pur di adempiere al suo compito: chiaramente si era molto offesa. Tom, però, non pareva affatto pentito, e gli altri Prefetti fecero trasparire dagli occhi tutta la loro gratitudine.
Così Laurie vide di nuovo cadere il silenzio, e pensò ancora, come tante volte prima, che i Prefetti e i Caposcuola erano l'istituzione più comica e disgraziata di Hogwarts. A essere scelti, infatti, erano gli alunni considerati più abili e "rappresentativi" di ciascuna Casa: e se il concetto da solo era problematico, il modo in cui si traduceva nei fatti lo era ancora di più.
Questo proprio perché ciascun studente eletto in effetti incorporava i tratti più caratteristici della Casa di appartenenza, ma, allo stesso tempo, era convinto di essere la crème della crème della scuola. E Jane, ossessionata dal placare ogni litigio, non faceva eccezione. Laurie la considerava un Tassorosso "interventista", cioè di quelli che vogliono imporre agli altri tutta la pace che sentono dentro di sé: ma era chiaro che con persone come Alastor non avrebbe mai funzionato. Lui era uno di quelli che, una volta Smistati in Grifondoro, si ripromettevano di abolire Serpeverde a costo di far saltare i Sotterranei. Laurie stesso, da Purosangue, aborriva Mulciber, Avery, Lestrange per ottimi motivi, di cui solo uno era il razzismo, ma sapeva che quell'odio generalizzato era probabilmente solo per espiare il fatto che il Cappello Parlante avesse considerato di scegliere Serpeverde per loro. La maggior parte, infatti, tra cui Lucy, Purosangue come lui oltretutto, non aveva nulla a che vedere con la combriccola dei puristi del sangue magico e ci scambiava a malapena due parole di cortesia. Su Tom si era fatto da tempo l'idea che occupasse una posizione neutrale. A detta di Alastor, l'apparente alta opinione che il gruppo aveva di lui fomentava grossi sospetti, ma secondo Lucy era un interesse prettamente unilaterale. Era chiaro che volessero ingraziarselo per trarne dei vantaggi e condividere la stima di Lumacorno e della Merrythought: ma la maggior parte del suo tempo a Hogwarts, Tom la trascorreva in biblioteca o in Sala Comune a studiare da solo.
Riflettendo, Laurie si rese conto che lui era l'unico fra Prefetti e Caposcuola del suo anno a non causargli imbarazzo. Forse perché era in qualche modo irreprensibile; e anche perché, in fin dei conti, avevano pure un po' di cose in comune. Come lui, Tom parlava solo se richiesto, teneva molto al successo accademico e aveva poca pazienza per le stupidaggini. In ogni caso, non avevano mai familiarizzato perché era abbastanza chiaro che, anche se impeccabilmente cortese, alla fine era abbastanza indifferente a tutti.
"Almeno non lo nasconde" pensò Laurie, mentre Allie assentiva ai discorsi di Jane.
Laurie la conosceva bene, lei. Bassa, con ricci rigogliosi fino a sotto le spalle e gli occhiali tondi, era sempre stata un tormento. Disposta sin dal primo giorno a far qualsiasi cosa per un voto superiore al suo, per potersi così poi vantare di essere lei a far guadagnare i punti a Corvonero – anche perché da quando c’era Tom, la coppa la vinceva sempre Serpeverde, quindi questo era l’unico merito che si poteva prendere. Dopo che erano usciti i risultati dei G.U.F.O. non si era fatta viva per una settimana: Jane gli aveva detto che era perché aveva preso Accettabile in Difesa Contro le Arti Oscure, da sempre la materia in cui aveva più difficoltà; e non aggiunse nulla, ma Laurie dedusse che l’onta era dovuta al fatto che lui, Lucy e i Prefetti avessero tutti preso Eccezionale.
Il suo comportamento la rendeva invisa a molti, ma aveva instaurato una amicizia solida con Alastor, approfittando del fatto che era bravo a scuola e generalmente poco socievole. Da anni circolavano i sospetti su una sua possibile grande cotta per lei; ma, se quello era il caso, Allie pareva non corrisponderlo affatto.
Gli altri Prefetti per lui erano ancora abbastanza anonimi. Aveva un po’ più confidenza solo con Vera, Prefetto di Corvonero del Sesto Anno: era una ragazza chiusa, ma che si era dimostrata determinata abbastanza da superare le proprie paure. Dopo che le era stato vicino nei primi tempi per farla ambientare l’anno prima, gli aveva dato davvero un grande aiuto. Poi, tramite Lucy, conosceva Sheila, il Prefetto di Serpeverde del Quinto Anno. Era anche Cercatrice e, combinazione, Eric, nuovo Prefetto di Grifondoro, era anche il capitano della squadra di Quidditch: pertanto, non si potevano vedere. A volte pareva davvero che il Preside lo facesse apposta.
Laurie si interessava poco e niente di Quidditch: di solito si accontentava, a giugno, di sentir ripetere mille volte chi aveva vinto. Tuttavia, non appena entrata nel vagone, Sheila gli aveva parlato con molto entusiasmo di un Torneo di Quidditch per dilettanti con squadre estratte a maggioranza, rovinandogli così la giornata, e, potenzialmente, l’anno. Non era molto popolare; tuttavia, essere il Prefetto con più anzianità voleva dire che la gente conosceva almeno il suo nome, e questo bastava a preoccuparlo.



Lo vide mentre camminava per il corridoio, controllando ogni vagone: aveva quel bello sguardo basso concentrato di chi sa esattamente cosa sta facendo. Non lo chiamò, per il gusto di rimanere a guardare, aderente al muro.
Tuttavia, quasi per errore, Laurie alzò gli occhi. Lei sorrise, ma lui non era contento.
“Che fai?” le disse brusco.
“Niente”
“Ti dico io cosa hai fatto. Mi hai lasciato da solo con le Pixie, là”
Lucille rise, e lo baciò.
“È pur sempre il tuo dovere. Con Sheila hai parlato?”
Laurie le mise davanti la mano aperta.
“Lasciamo stare”
“Ti ha detto del Torneo? In realtà non ho capito bene come funziona. Penso comunque tu possa votare solo persone della tua Casa, e che ovviamente non giochino già a Quidditch”
“Quando finisce lo Smistamento, dirò ai ragazzini del Primo Anno che se mi votano lo saprò, grazie al mio immenso talento magico, e toglierò venti punti ciascuno. Anzi, trenta.”
Lucille scoppiò di nuovo a ridere. Laurie si guardò attorno e continuò:
“Sul serio, è una questione di vita o di morte. Non mi frega niente della Coppa, tanto vincete sempre voi.”
“Adesso però Allie può guardare Tom da vicino. Magari riesce a convincerlo a concedeverla, almeno per quest’anno.”
“Oh, sì, per farla stare zitta. Mi ha detto lui stesso che non la sopporta. Cioè, in realtà ha solo detto molto educatamente che ‘non gli piace’, ma sappiamo che il succo era quello, ecco.”
“Be’, sì, era ovvio. Mi dispiace sinceramente per lui”
“Non dispiacerti, Lucy. Tanto volendo potrebbe appenderla al Platano Picchiatore, ma alla fine non gli interessa. Comunque, dove sei stata tutto questo tempo?”
Laurie mise le braccia conserte, in segno di sfida.
“Ero con Livia, Hilde e Cecil… e l’ultima mezz’ora l’ho passata a cercarti un po’ ovunque, ma eri ancora a fare il tuo dovere”
“’Dovere’. Il mio dovere è lasciare che le parole mi entrino e mi escano dalle orecchie e, a tempo perso, controllare che Pix non mandi la gente in infermeria”
“Mi sarei divertita un mondo da Caposcuola” rise Lucille.
“A proposito… lui ha proprio esplicitamente detto che avrebbe preferito te ad Allie.”
“Ah sì? Ma guarda!”
“Ci pensi? Il sabato come attività ricreativa avremmo avuto percorso nella Foresta Proibita, poi cena attorno al focolare con Hagrid e i Centauri! ” la canzonò Laurie, al che lei scosse la testa
rimanendo seria.
“Non prendere in giro Hagrid, lo sai che è bravo.”
“Certo, io ce l’ho solo con te” e le cinse la vita per baciarla.



“Ho sentito che Silente si è deciso”
Tutti si girarono verso Cecil.
“Cosa?” chiese Hilde.
Il ragazzo aspettò di non sentire più passi fuori dal vagone, poi disse piano alle teste degli amici che lo circondavano:
“Affronterà Grindelwald”
“Sei sicuro? Dove lo hai sentito?” insisté Livia, mentre Hilde le strinse la mano.
"La gente parlava a Diagon Alley. La situazione in Europa è fuori ogni controllo. Se non agisce adesso, diventerà così potente da conquistare anche l’Inghilterraanche l’Inghilterra.”
“Un anno interessante!” commentò Laurie, guardando fuori dal finestrino.
“È così che funziona, allora. Tutte queste persone che sono morte erano meno importanti…” disse Lucy.
"Però pensa: il suo compito fisso è sempre stato quello di proteggere Hogwarts." continuò Cecil "Lui è solo, mentre Grindelwald ha a disposizione un intero esercito. Aggiungici che non è sicuro di batterlo...”
“Non credo che agirebbe se avesse paura di essere sconfitto." obiettò Laurie "Dopo tutto questo tempo, poi..."
“Be', noi possiamo solo sperare” soggiunse Hilde.
Cecil la guardò serio. Tutti si erano ritirati nei sedili, non parlavano più; e lui mormorò a un certo punto, incerto : "Forse..."
Lucy lo notò e sorrise, anche se era triste.
Cecil era il miglior amico di Laurie e un anno più piccolo di lui. Lo distinguevano i suoi capelli chiarissimi e il viso paffuto, che lo faceva più piccolo di quello che era. Era Grifondoro, ma i suoi compagni di Casa lo escludevano e lo trattavano con sufficienza. Sin dal primo anno, infatti, Cecil si interessava solo ed esclusivamente di controversie del Mondo Magico, e spesso iniziava a discutere le sue teorie prima ancora di dire come si chiamava. Nei primi tempi gli interlocutori erano molto interessati, al punto che Laurie una volta lo aveva visto radunare un folto gruppo di gente, compreso il Professor Lumacorno; tuttavia, man mano che prendeva confidenza, Cecil iniziava a parlare di tutto e tutti, e quindi, inevitabilmente, a  offendere. Laurie lo aveva conosciuto nei bagni il secondo giorno ad Hogwarts, dopo che era stato riempito di bubboni da Desmond Dodge per aver innocentemente detto qualcosa su suo zio, impiegato al Ministero. Il problema di Cecil era duplice e in sé un paradosso: riportava i fatti senza omettere niente, ma esprimeva sempre la sua opinione. Così, con le sue verità scomode, Cecil distruggeva da sei anni i migliori sogni e i più alti ideali; ancora peggio, da sei anni faceva infuriare con il modo a volte ridicolo con cui perdonava gli errori di chi gli piaceva. Il classico esempio era Silente. Lucy e Laurie avevano molti dubbi su di lui, ma Cecil, pur sapendo molto di più di loro, lo sosteneva a prescindere, prendendolo a modello. In questo lo spalleggiava Hagrid: i due erano amici e si parlavano spesso, ma ancora più spesso si ritrovavano a litigare, in un modo che Laurie non riusciva a non trovare davvero divertente. L'attimo prima andavano d'amore e d'accordo, concordando su ogni cosa: l'attimo dopo le voci rimbombavano nel corridoio mentre si lanciavano contro incantesimi ridicoli. Laurie spesso si precipitava a dividerli prima che arrivassero i Professori o gli altri Prefetti: spesso però il primo a beccarli era Alastor, e si seccava tanto da levar loro dei punti, che nessuno dei due riusciva a riguadagnare. Cecil infatti parlava, parlava, parlava, tanto da dimenticarsi di studiare: troppo orgoglioso per copiare, finiva così a prendere Troll su Troll, tranne che in Difesa Contro le Arti Oscure.
A quel punto Laurie, che voleva solo distrarsi dalla faccenda di Grindelwald e lasciare Lucy pensare per lui, ridacchiò per un attimo: tutti lo guardardono stupiti.
"No, niente. Mi sono solo ricordato di quella volta in cui hai Duellato con Allie..."
Hilde, Lucy e Livia scoppiarono a ridere.
"È stato fantastico! Davvero."
"Applausi meritatissimi. Cioè, non che mi sia un po' dispiaciuto per lei, eh, però era così convinta prima! Cos'è che ti aveva detto?"
"'Va' giù presto che devo andare a studiare per Trasfigurazione'" ripeté Cecil.
"Sì, noi ci ridiamo, ma lei si è giocata la carriera al Ministero" disse Lucy seria. "In famiglia non saranno stati contenti"
"Eh, no"
Cecil scosse la testa. Di solito non gli piaceva ridere delle sfortune altrui, ma quello era stato un vero momento di gloria per lui. Gli altri tendevano sempre a sottovalutarlo perché sembrava remissivo e docile, ma quella era la sua personalità. Nonostante la passione per le controversie, era tranquillo e per star bene gli bastava la compagnia degli amici.
Laurie allora si accorse che Lucy era irritata.
"Cosa c'è?"
"Niente. È solo che a volte fai presto a giudicare le persone."
"Sì, va be', ti metti a difendere Allie ora?" Laurie era confuso.
"Perché no?" Lucy si alzò in piedi "Da quanto ne sappiamo, i suoi genitori le mettono un sacco di pressione addosso. Cecil, non voglio sminuirti, è solo che Laurie è troppo pesante ultimamente e mi
dà fastidio."
"È perché non ne posso più di stare tra i Prefetti. Magari potevi rimanere con me dal Binario invece che scappare via subito, che ne dici?"
"Ah, ma smettila."
"Hai cominciato tu!"
A quel punto Lucy sbuffò un'ultima volta e uscì dal vagone.
Hilde e Livia si guardarono, imbarazzate, senza sapere cosa dire; poi si alzarono e la seguirono.
"Mi dispiace..." disse piano Cecil.
"Non so che le è preso. Magari poi vorrà parlarne" si convinse Laurie, alzandosi in piedi. "Comunque, stiamo arrivando. Devo andare."
"Ti accompagno per un pezzo" si propose Cecil, mostrandosi costernato.
Laurie aprì la porta dello scompartimento, e disse "Grazie" soffocando una risata triste.
Cecil la richiuse, quando un'ombra si avvicinò rapidissima a loro: Laurie ebbe il tempo di alzare gli occhi e si vide Edith quasi addosso.
"Lucy è andata di là. Sai, se le avessi chiesto, sarebbe venuta a salutare Tom con me prima"
Laurie rimase immobile, mentre la ragazza rideva sguaiatamente.
"Non te l'ha detto, vero? Diglielo tu, Cecil. E' l'unico che non lo sa"
Vide il suo amico serrare ancora di più la bocca, e la testa scomposta di Edith puntare verso di lui, con gli occhi ben aperti, fissi dentro i suoi, mentre diceva:
"Le è piaciuto dai primi giorni sino al Quinto Anno. Andava sempre a sedersi vicino a lui, sperando di parlarci. Quando si è stufata si è messa con te!"
Terminò con un gran sorriso e si dileguò.
Cecil si mordeva il labbro, ormai rosso fino alle orecchie.
"Lo sai che non è vero-"
"Cosa non è vero?"
"Non si è messa con te perché si era stufata."
 Allora Laurie sospirò come in un gran risveglio, gli mise una mano sulla spalla e disse:
"Devo davvero andare adesso. A dopo, Cecil"



Nota dell'autrice: questa è una storia lenta ma completa. Incoraggio a leggere con calma, cercando di comprendere i personaggi (specialmente i principali) senza però volerli definire; cercando l'obiettivo definito nell'introduzione, ma senza fretta. L'alternativa della storia che ho proposto, infatti (la sopravvivenza di Merope Gaunt) non potrebbe essere né verosimile né piacevole senza la creazione di un microcosmo che vuole sì simulare quello ideato dalla Rowling, ma che mostra essenzialmente il mio punto di vista.
Con ciò, mi auguro apprezziate i capitoli successivi e vi soddisfi trovare i riferimenti e gli indizi che li legano insieme.
   
 
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