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Autore: adorvlou    08/02/2019    1 recensioni
Era il febbraio del 1922 quando Miss Collins, figlia di una famiglia benestante londinese, vide per la prima volta quel giovane di cui tutta Londra parlava negli ultimi tempi.
Come ogni domenica mattina Elèna era solita sedersi su una panchina sotto il viale alberato vicino Buckingham Palace per rilassarsi con una buona lettura.
Mr Harry Styles, era il nome del giovane ragazzo che tanto desiderava conoscere. La descrizione che avevano fatto di lui non gli rendeva giustizia, era molto di più: elegante, posato, una bellezza fuori dal comune. Elèna non aveva mai conosciuto nessuno come lui.
Le passò a pochi metri di distanza, ma le bastò guardarlo negli occhi una sola volta affinché ne rimanesse totalmente affascinata.
"So che è sbagliato amare qualcuno che non si conosce.
So che è sbagliato desiderare l'uomo di un'altra donna,
ma io provo per lui ciò che i poeti hanno sempre scritto nelle loro poesie: quel sentimento di appartenenza incondizionata, quella fiamma che arde dentro, senza mai spegnersi.
Ogniqualvolta i miei occhi incontrano il suo viso, il mio cuore accelera e sento il fuoco ardere sempre di più dentro me.
Non so se questo sia amore, ma so che è ciò che più
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole  illuminava una buona parte degli alberi di quel viale. 
Quasi tutte le panchine erano occupate da gente che leggeva, che pitturava o che si stava semplicemente rilassando dopo una lunga passeggiata, chiacchierando con un amico. 
Poi, su quella panchina in fondo al viale, quella più nascosta e tranquilla, c'erano seduti due giovani. Lei aveva l'aria di chi attendeva qualcosa con ansia, lo si poteva notare dal continuo tremolio del piede, insistente e nervoso. Lui teneva le mani della ragazza strette fra le sue. Sul volto aveva un sorriso incerto, come se volesse dire ciò che sentiva ma non fosse certo che quello fosse il momento adatto. 
Entrambi avevano gli occhi lucidi e rossi, come di chi aveva pianto fin troppo ma non voleva nasconderlo. Erano un quadro perfetto, un immagine ben precisa. Due ragazzi che non sapevano bene cosa provassero in quel momento, mentre gli alberi ed il paesaggio facevano da cornice a quell'attimo che sarebbe potuto rimanere congelato nel tempo se solo i due l'avessero desiderato. 
Elèna non riusciva a tenere a bada i movimenti nervosi del suo piede. L'ansia e la curiosità di sapere cosa voleva dire Harry la stavano logorando dentro, pian piano. Aveva cercato più volte di guardare i suoi occhi per capire cosa gli stesse accadendo, ma Mr. Styles continuava a tenere lo sguardo basso, mentre stringeva la mano di Elèna fra le sue. 
Miss Collins sapeva bene che se avesse detto una sola parola avrebbe rovinato quel momento e che, probabilmente, Harry sarebbe andato via, scusandosi per il comportamento e per averle rubato del tempo prezioso. Perciò rimase in silenzio, ad aspettare una risposta. 
In quel frangente le sembrò che il tempo non passasse mai e fu quasi straziante, poi Harry alzò lo sguardo e fissò i suoi occhi in quelli di Elèna che si illuminarono di speranza. -È difficile per me trovare le parole adatte e non so il perché. Non mi sono mai trovato in una situazione come questa dove non sapevo come comportarmi.- Harry tirò un grande sospiro. Sentiva un peso sul petto, come se dovesse liberarsi di qualcosa. 
Guardò Miss Collins e si accorse che i suoi occhi erano ancora lucidi come prima, ma sembravano brillare sotto la luce del sole che passava attraverso la chioma degli alberi attorno a loro. -Confidarle questo triste avvenimento della mia vita mi ha reso debole davanti ai suoi occhi, ma non me ne vergogno di certo. Non so cosa sia che mi spinge ad essere così sincero e diretto con lei, Miss Collins. Ci conosciamo appena, eppure sento di potermi fidare ciecamente di lei. Saranno i suoi occhi sinceri o il suo sorriso così genuino.- Harry non riusciva a capire cosa gli stesse accadendo. Perché quella giovane ragazza gli faceva un effetto così strano? -La scorsa notte, quando ci siamo incontrati su quel balcone ero ben certo di non averla mai vista, ma c'era qualcosa dentro di me che mi faceva sembrare di conoscerla da sempre. Come se i miei occhi l'avessero vista in un tempo diverso da questo. Come se il mio cuore l'avesse sempre conosciuta.- Il ragazzo notò che Miss Collins assunse una strana espressione, era confusa o forse incredula. Non riusciva a capirlo. 
-C'è...c'è qualcosa che la turba?- Chiese schiarendosi a voce. 
Elèna non riusciva a rendersi conto di ciò che stesse succedendo. Cosa voleva dire Mr. Styles con quelle parole? Cosa cercava di farle intendere? -Vede, Mr. Styles, che lei trovi così semplice confidarsi con me, può solo rendermi felice, ma non comprendo una sola cosa.- A quel punto il cuore di Elèna cominciò a battere in modo irregolare. La sua mano era ancora stretta fra quelle di Harry e stranamente desiderava che lui la lasciasse, ma non disse nulla. Avrebbe voluto dirgli che quegli stessi sentimenti, contrastanti e sconosciuti, li provava anche lei, ma non poteva farlo. Ciò che più la turbava era il comportamento che Mr. Styles stava avendo nei suoi confronti. Le parole che aveva pronunciato pochi istanti prima erano le stesse che Elèna avrebbe voluto rivelargli ogni volta in cui lo incrociava per le strade di Londra, con la differenza che lei non era innamorata di un altro uomo. Harry amava Adeline, perciò, come poteva minimamente pensare a lei in quel modo? -Perchè era così ansioso di dirmi queste cose?- La domande che pose non era minimamente vicina a ciò che avrebbe voluto chiedergli, ma si rese conto che non poteva farlo, che lo avrebbe solo fatto allontanare. Era ingiusto sperare che lui provasse dei sentimenti nei suoi confronti, che passasse del tempo con lei invece che con Miss Robinson, ma egoisticamente avrebbe voluto rimandare il più tardi possibile il loro saluto. 
Harry sembrò sollevato. Il lungo silenzio di Miss Collins lo aveva messo in agitazione. Si aspettava una domanda molto più profonda e alla quale non sarebbe riuscito a dare una riposta certa, che potesse soddisfare ogni sua perplessità. -Non lo so, gliel'ho detto, con lei mi sento diverso.- La risposta di Harry non fu del tutto veritiera, ma non perché volesse mentire a quella ragazza, ma perché non sapeva nemmeno lui quale fosse il vero motivo di tutte le sue preoccupazioni. Solo in quel momento si accorse che le sue mani stavano stringendo quella piccola ed esile della ragazza e delicatamente la lasciò andare. -Miss Collins, passare del tempo con lei mi ha fatto molto piacere, è un'ottima ascoltatrice, ma adesso devo proprio andare via. Mi dispiace.- Non stava mentendo. In cuor suo sarebbe voluto poter rimanere ancora del tempo con Miss Collins, ma i suoi genitori e la famiglia Robinson lo attendevano a casa e non poteva ritardare. -Spero di poter ancora avere il piacere di parlare con lei. Le auguro una buona giornata.- Le sorrise, ma fu un sorriso confuso e ancora carico d'ansia.
Quando Elèna vide la reazione di Mr. Styles si sentì come accoltellare più e più volte nel petto. Il modo in cui aveva guardato le loro mani e la velocità con cui aveva liquidato l'intera discussione, la fece soffrire. In cuor suo era certa che Mr. Styles avesse un appuntamento con Miss Robinson, ma cercò di non darvi troppo peso. Voleva sembrare indifferente a quella situazione. -Buona giornata Mr. Styles. La ringrazio per la sua compagnia.- A quella risposta, forse troppo fredda, vide l'espressione del ragazzo mutare ma abbassò velocemente lo sguardo sul suo diario. Harry la guardò ancora per qualche secondo prima di allontanarsi e scomparire dalla visuale di Elèna. 

Tornata a casa, dopo quello strano incontro avuto con Harry, la ragazza decise di accettare l'invito fattole da Mr. Lewis. Più passava del tempo accanto al giovane Styles, più si rendeva conto che lui sarebbe sempre rimasto al fianco di Miss Adeline e che lei non avrebbe mai trovato la felicità se fosse rimasta ad aspettarlo. 
Nonostante si fosse imposta di non pensare più a lui, non riusciva a non rimuginare sul fatto che quel discorso fosse rimasto sospeso in aria, senza una vera fine, con troppe frasi lasciate a metà. Da qualche parte, nel profondo del suo cuore, Elèna sentiva che ciò che Mr. Styles voleva dirle era molto di più, ma qualcosa di troppo grande lo turbava e gli impediva di esternare tutti i suoi pensieri. 

Durante il tragitto verso casa, Harry non aveva fatto altro se non pensare alle parole di Miss Collins. Dall'espressione dei suoi occhi sembrò che volessero dire più di quanto lei aveva pronunciato a parole. Come se avesse paura di poter sbagliare, di poterlo mettere in difficoltà o di creare una situazione imbarazzante che nessuno dei sue sarebbe stato in grado di sostenere e dalla quale non ne sarebbero usciti facilmente. 
Poco prima di andare via, anche se era ben consapevole che c'era la sua Adeline ad attenderlo, qualcosa continuava a volerlo trattenere su quella panchina, al fianco di quella ragazza che così tanto stuzzicava i suoi pensieri. Era ben consapevole di aver lasciato il discorso a metà, di non averle detto tutto ciò che sentiva in quel momento, ma aveva paura di rovinare quella strana connessione che si era creata fra lui e la giovane Elèna. 

Arrivato davanti il portico di casa si accorse che i Robinson l'avevano preceduto e si affrettò ad entrare. 
Sentii le voci provenire dal salotto: erano quella di Mr. Robinson e suo padre, John. 
-Buongiorno, perdonatemi per il mio ritardo.- Quando fece ingresso nella stanza tutti si girarono a guardarlo, tutti tranne la sua Adeline, lei non era presente in quel bel quadretto familiare.-Miss Adeline non è ancora arrivata?- L'assenza della ragazza gli parve strana. Di solito amava intrattenersi con i suoi genitori e quelli di Harry.
Sua madre, Pearl, lo guardò indicando con il dito verso il giardino. -È uscita pochi minuti fa, ha detto che aveva bisogno di assaporare l'aria estiva.
Harry, salutando nuovamente tutti e ringraziando la madre, si diresse in giardino che si trovava sul lato posteriore della casa. Dalla finestra vide la sagoma di Adeline. Era seduta sul dondolo in legno bianco che era appeso ad un ramo di uno dei tanti alberi che circondava l'intera villa degli Styles. 
Si dondolava lentamente e con lei i suoi capelli che seguivano lo stesso movimento del dondolo. 
Il sole, ormai altro in cielo, illuminava la chioma dorata facendola risplendere come mai aveva fatto. Harry sorrise a quella visione e pensò a quanto fosse fortunato ad aver trovato una ragazza come Miss Adeline. 
Aprì la porta e le andò incontro. -Il primo giorno d'estate è sempre il più bello, non trovate?- La voce di Harry la fece sobbalzare. Era talmente immersa nei suoi pensieri da non accorgersi nemmeno dell'arrivo del ragazzo alle sue spalle. -Perdonatemi, non volevo spaventarla.
Adeline lo guardò, aveva uno sguardo malinconico. -Va tutto bene, stavo solo pensando e non l'ho sentita arrivare. Sedetevi pure.- Si scostò per far posto a Mr. Styles che la raggiunse e le diede un leggero bacio. 
Gli occhi verdi di Harry scrutarono attentamente il suo volto roseo. -C'è qualcosa che vi preoccupa?- Chiese notando la sua espressione persa nel vuoto. Sembrava avesse la testa altrove, come se il suo corpo fosse lì fisicamente ma non mentalmente. -Io sono qui per qualsiasi cosa. Potete parlarmi di tutto, lo sapete questo, vero?- Il ragazzo non tollerava veder tristi le persone che amava, e quando sul volto della sua amata scorgeva appena un'espressione di profonda tristezza, desiderava solo starle vicino e farla sorridere. 
Lei non rispose, continuò a fissare il paesaggio davanti a sé. Harry sospirò e non la spinse a parlare, sapeva bene che non l'avrebbe aiutata con la sua insistenza. A quel punto Adeline si voltò per guardarlo e lui fece lo stesso. 
Quando incontrò i suoi occhi non riuscì a mantenere il contatto e tornò a guardare di fronte a sé. -Avete mai la sensazione che ciò che possedete non vi renda felici come speravate di essere?- Sul voltò di Harry comparve un'espressione che era un misto tra la confusione e l'incertezza e quando Adeline se ne accorse provò a riformulare la domanda. -Vi siete mai chiesto se ciò che avete è ciò che vi rende felice? Se tutto quello che possedete è ciò che pensavate di volere quando da bambino vi chiedevano cosa per voi rappresentasse la felicità?- La ragazza si rese conto che forse Harry aveva compreso solo in parte ciò che voleva intendere, ma non disse nulla, lasciò che fosse lui a pronunciarsi.
Mr. Styles si sentì investito da un'ondata di domande. Cosa voleva dirgli Miss Adeline? Cosa stava succedendo nella sua testa? -Sono più che sicuro di poter affermare che tutto ciò che ho, tutto quello che riempie i miei giorni, mi renda una persona felice.- Rispose lui in totale sincerità, senza fermarsi a ragionarci su. -Ma forse non era questa la risposta che sperate di ricevere.- Disse accorgendosi dell'espressione sul viso di Miss Adeline. 
-Non volevo rattristarla con questa mia domanda, ma spesso mi fermo a pensare alla mia vita e alle persone che ne fanno parte e mi chiedo se è questo quello che desidero. Mi chiedo se era questo quello che speravo di avere quando ero solo una bambina.- La verità era che nemmeno lei sapeva bene la risposta che voleva ricevere da parte di Harry. Era confusa e non sapeva come sentirsi a riguardo. 
Harry forse aveva intuito cosa voleva dire Adeline con quel discorso, ma sperava di sbagliarsi, lo sperava con tutto il cuore. -E c'è qualcuno in particolare che vorrebbe facesse parte della sua vita? O meglio, c'è qualcuno che impedisce che questo avvenga?- Il cuore del ragazzo batteva troppo forte che chiunque l'avrebbe potuto sentire. Più Miss Adeline parlava, più Harry sentiva che nulla di buono stava per accadere. 
-Non vorrei fraintendesse le mie parole, Harry. È ormai da diverso tempo che io e lei ci frequentiamo e la sua compagnia mi piace. È un ottimo ascoltatore, sa farmi ridere e la sua bellezza mi incanta ogniqualvolta la vedo arrivare, ma ultimamente qualcosa sta cambiando in me, non mi riconosco più e non so più se ciò che ho è ciò che vorrei avere. Mi comprende?- Adeline sentì che il peso che portava dentro cominciò ad alleggerirsi. Non era del tutto svanito, ma non faceva più male come prima. -Avrà notato da un paio di giorni che non sono più la stessa di prima, che ho sempre la testa da tutt'altra parte, ma non se ne faccia una colpa.
Harry non poteva credere alle sue orecchie. Miss Adeline lo stava lasciando? -Io non riesco a capire cosa stia accadendo...- Disse con un filo di voce. -Ho notato che spesso si rifugia altrove, ma non pensavo di certo che al mio fianco non fosse più felice. È questo ciò che mi ha fatto intendere finora.- Harry capì che c'era qualcun altro che aveva preso il suo posto nel cuore della sua amata e questo lo stava distruggendo, bruciando l'ultimo briciolo di cuore. -I suoi occhi e il suo cuore appartengono ad un altro uomo, dico bene?
Posta quella domanda attorno ai due giovani si stese un velo di silenzio che stava logorando Harry. Finché non udì la voce di Adeline. -Non era mia intenzione ferire i suoi sentimenti. Avrei voluto parlargliene prima, ma non trovavo il modo per farlo. Sapevo che né voi né i miei genitori avreste capito e ho atteso e atteso, finché non ne ho potuto più.- Gli occhi della ragazza erano lucidi. Mr. Styles aveva fatto parte della sua vita per molto tempo e condividevano ricordi profondi, ma i sentimenti che provava nei suoi confronti non erano più quelli di un tempo e lo stimava troppo per continuare a fingere e fargli del male. Non ricevendo alcuna risposta lo guardò. Non stava piangendo e non era nemmeno arrabbiato. I suoi occhi erano vuoti, per la prima volta dopo mesi vide il vuoto in quelli che le erano sempre sembrati due smeraldi lucenti. 
-Perdonatemi, ma ho bisogno di passare del tempo da solo.- Non la guardò nemmeno in volto per un'ultima volta, ne avrebbe solo sofferto. Si alzò da quel dondolo e fece rientro in casa, lasciando Miss Adeline da sola con i suoi pensieri.

Era da quando aveva conosciuto Miss Robinson che non era più entrato in quella che una volta era la stanza di sua sorella Gemma. Era come se in Adeline avesse trovato una parte del pezzo che mancava al suo cuore. Per quanto speciale fosse, la ragazza non avrebbe mai potuto colmare il vuoto che aveva lasciato la sorella, ma poteva provare in parte a riempirlo. Ma adesso che anche lei aveva deciso di uscire dalla sua vita, Harry si sentiva perso. 
Aprì lentamente quella porta cigolante e rimase a fissare la stanza per qualche secondo. Tutto era come se lo ricordava, esattamente al suo posto. Il letto era rifatto perfettamente, il tappeto su cui aveva dormito tutte le notti per un interno anno era ancora lì, così come i libri e tutto quello che apparteneva a Gemma. 
Sul comodino, accanto alla lampada, in una cornice d'argento c'era una delle ultime foto che lui e sua sorella avevano scattato prima che lei morisse. 
Harry varcò la soglia della porta e si diresse verso il letto, accasciandosi come aveva fatto l'ultima notte che passò con lei. Poggiò la testa sul letto e chiuse gli occhi. In mente gli tornarono tutti i ricordi che aveva cercato di mettere da parte, ma non perché non volesse ricordare, ma perché tutto ciò che sua sorella avrebbe voluto era vederlo felice e ogni volta che quelle memorie riaffioravano, Harry ricadeva nel buio totale. 
Non si preoccupò se qualcuno potesse sentirlo e scoppiò in lacrime. Non sapeva esattamente perché avesse deciso di entrare in quella stanza, forse si sentiva più vicino a quella che era una delle persone più importanti della sua vita. Quella che aveva perso quando era solo un bambino che aveva bisogno di tutto l'amore del mondo. 
-Mi manchi così tanto.- Disse ad alta voce pensando alla sorella. -In momenti del genere avrei così tanto bisogno della tua presenza al mio fianco. Sapresti consolarmi e consigliarmi.- Non riusciva ancora a metabolizzare ciò che era successo con Miss Adeline. Credeva che un giorno avrebbero vissuto nella villa che sorgeva vicino ad un lago e che la loro camera avrebbe avuto la vista proprio sulle sue sponde. Aveva immaginato la sua intera vita al fianco della stessa donna che da tempo non provava più alcun sentimento per lui. Pensava che il loro amore sarebbe durato per sempre, ma aveva sognato troppo in grande per la sua età. Miss Adeline era solo due anni più piccola di lui, ma la differenza d'età non era mai stata sentita da Harry, gli era sempre parso di avere al suo fianco una donna adulta. 
Adesso, tutto ciò che gli rimaneva erano i sogni andati in frantumi di una vita insieme alla persona che amava più di qualsiasi altra cosa al mondo, per la quale sarebbe stato disposto a fare di tutto. 
Doveva essere quella la sensazione che si provava quando si veniva feriti per la prima volta, perché sì, Miss Adeline era stato il suo primo vero amore e ora l'aveva persa per sempre. 
Decise che però quello non era il momento adatto per annunciare a tutti ciò che era accaduto, così asciugò le lacrime, si alzò dal pavimento e come se niente fosse, chiuse la porta alle sue spalle e raggiunse gli ospiti al piano di sotto.
Quando scese non sentì nessuno parlare, come se tutti fossero seduti in silenzio ad attendere solo lui, e forse era ciò che stava accadendo. 
Ma quando scese non trovó davanti ai suoi occhi una scena simile e senza pensarci più di tanto si diresse in cucina. 
Quando entrò le uniche due persone presenti erano i suoi genitori. -Harry, figliolo, ti stavamo aspettando.- Disse la madre invitandolo a sedersi e mangiare con loro. -Ti abbiamo cercato ma non sapevamo dove fossi. I Robinson sono dovuti andare via perché Miss Adeline non stava tanto bene. Ti porgono i loro saluti.- Quando Pearl terminó di parlare fece un cenno alla domestica che portò le pietanze in tavola. 
Harry non voleva causare dispiaceri ai genitori e soprattutto alla madre, che tanto si era affezionata alla giovane Adeline, e così finse di non aver avvertito niente di strano quando era andato a salutare la ragazza. 

Elèna non aveva appetito. Dopo quello che era accaduto la mattina le si era chiuso lo stomaco, un po' per rabbia, un po' per il dispiacere causatole dalla reazione del giovane Styles. 
La madre la guardò perplessa mentre la ragazza rigirava i piselli nel piatto con fare del tutto distratto. -Elèna, il cibo non è di tuo gradimento?- Chiese la madre stranita dal suo comportamento. 
La ragazza si rese conto solo in quel momento di ciò che stava facendo e smise subito. -No, assolutamente, è tutto buonissimo. È solo che non ho molta fame.- Rispose in totale sincerità. -Oggi è stata una giornata strana e vorrei solo...- le sue parole furono interrotte da qualcuno che bussó alla porta. -Vado io. Voi continuate pure a mangiare.- Disse ai suoi genitori alzandosi da tavola. 
Attraversó il lungo corridoio che portava dalla cucina sino all'ingresso mentre qualcuno continuava a battere contro la porta. -Eccomi, sto arrivando. Non c'è motivo di essere così...insistenti.- Ciò che videro i suoi occhi una volta aperta la porta pietrificarono Elèna sulla soglia di casa.

   
 
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