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Autore: sihu    20/07/2009    4 recensioni
sono passati sette anni da quando la ciurma di cappello di paglia si è sciolta in modo misterioso prima di realizzare i propri sogni. per setti anni i nostri eroi hanno vagato soli per mare per poi incontrarsi alla ricerca di un tesoro. qualcuno però manca all'appello ed è proprio il responsabile della divisione del gruppo. se volete scoprirne di più di tutti questi misteri non vi resta che leggere.. CAPITOLO DUE: “Ragazzi non andremo su quell’isola.” disse deciso Rufy, mettendo fine ai loro progetti. “Capitano sei impazzito?” chiese Chopper confuso chiedendosi se Rufy non avesse la febbre. Nessuno fiatava, tutti aspettavano che Rufy parlasse. “No, il nostro viaggio finisce qui.” precisò il capitano dopo un lungo silenzio che sembrava non finire mai.
Genere: Suspence, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO UNO
STRADE SEPARATE

“Nel mare orientale..”


Il proprietario della bottega sobbalzò quando dalla porta entrò uno strano tizio con il capo coperto da un cappuccio scuro. Il suo volto era in ombra, eppure gli sembrò familiare. Un viso conosciuto, forse famoso.
“Trattale bene, queste spade sono preziose..” Si raccomandò il ragazzo porgendogli tre spade di straordinaria bellezza. Mai nella sua vita l’artigiano ne aveva viste di così preziose.
“Certo Signore, si fidi di me. Sono il miglior armaiolo di tutta l'isola..” Rispose l'armaiolo, cercando di sbirciare il viso dell'uomo sotto il cappuccio che lo copriva. Pochi spadaccini al mondo potevano permettersi di usare armi del genere, forse uno soltanto.
Zoro se ne andò prima ancora che l'anziano signore avesse finito di parlare. Sapeva bene che era il migliore, non gli avrebbe lasciato le sue preziose spade altrimenti.

“A Rogue Town..”


“Sorellona, che ne pensi?” chiese una ragazza con i capelli rossi all'amica che era con lei, incurante della piccola folla che si era radunata intorno a loro. Una vecchia signora le indicava e borbottava qualcosa che aveva a che fare con degli avvisi di taglia.
“Bello.. e anche caro!” mormorò Robin ignorando le chiacchere. Ormai era abituata. Ovunque andavano suscitavano scalpore per il loro passato. Con l'andar del tempo l'attenzione era diminuita ma ogni tanto qualcuno le riconosceva ancora. L’archeologa e la ladre le chiamavano.
“Che vuoi, tutte le cose belle sono care” rispose Nami guardandosi nello specchio. Il vestito che aveva indosso le stava d'incanto, era perfetto.
“Come intendi pagarlo?” chiese l'amica in modo malizioso. Conosceva fin troppo bene Nami e sapeva bene la risposta. Il passato da ladra di Nami tornava spesso alla luce, specie quando andavano a fare compere.
“Mi sembra ovvio Robin, come al solito..” Rispose Nami correndo fuori dal negozio tenendo saldamente il vestito tra le mani. La sua compagna la seguì a ruota, quel giochetto lo conosceva bene.

“Sull’isola di Drum..”


Chopper era solo nel grande castello che era stato della dottoressa Koreka e si annoiava. Da quando la vecchia dottoressa non c’era più si sentiva solo, abbandonato. Nonostante fosse il medico più preparato di tutta l’isola non veniva mai chiamato e così passava gran parte del suo tempo a rimuginare sul passato. Si chiedeva se le cose avrebbero potuto andare in modo diverso, ma non trovava mai una risposta. Ormai la piccola renna era rassegnata alla vita che faceva e non ci faceva più caso. Tutti avevano paura di lui a causa del suo passato da pirata. Improvvisamente la pesante porta del castello venne spalancata da una donna che urlava disperata.
“Dottore, la prego.. mio figlio..” biascicò tra le lacrime che solcavano il suo bel viso.
“Che è successo?” chiese Chopper prendendo lo zaino con gli strumenti medici. La piccola renna pensò che la donna doveva davvero essere disperata per rivolgersi a lui.
“Ha la febbre alta. La prego, lo aiuti. Non lasci che muoia..” mormorò la donna tra le lacrime. Probabilmente gli altri medici non erano riusciti a fare nulla per suo figlio, lui era l‘ultima speranza. La renna la tranquillizzò e la seguì. In poco tempo arrivarono in paese dove si era radunata una piccola folla intorno alla casa del malato.
“Eccomi” esclamò Chopper entrando nella stanza in cui si trovava il piccolo malato.
“Che ci fa lui qui?” chiese un uomo al capezzale del bambino, probabilmente si trattava del padre. La renna diede un occhiata al bambino e immediatamente notò che stava davvero male. Doveva intervenire al più presto.
“È il dottore. Mathias sta male, lascia che lo visiti..” lo pregò la donna cadendo in ginocchio davanti all’uomo che fissava entrambi con uno sguardo severo.
“No, lui no. Qualsiasi dottore ma non lui.” esclamò deciso il marito. La donna prese a singhiozzare più forte, gli altri dottori non erano stati in grado di fare nulla. L’unico capace di guarire il bambino era Chopper. Solo lui aveva l’esperienza necessaria. L’uomo aveva deciso il destino del figlio.
La renna uscì da quella casa a testa bassa rimpiangendo ancora una volta il giorno che aveva lasciato il mare e la vita da pirata. In mare tutti avevano rispetto delle sue capacità di medico..

“Al faro della Reverse Mountain..”

Lavoon nuotava felice, aspettando che il suo amico Brook arrivasse da lei per passare un altro pomeriggio con lui. In quei sette anni lo scheletro non aveva mai lasciato sola la sua amica balena neppure per un giorno.

“Hey amico, eccomi! Ti ho portato da mangiare. Che ne dici di un giretto insieme?” propose lo scheletro saltando sulla schiena della balena. Era pericoloso per lui andare in acqua dato che aveva mangiato uno dei frutti del mare ma insieme a Lavoon si sentiva al sicuro.
“Mi raccomando, vedi di non cadere in mare di nuovo.” gli urlò Crocus dalla finestra del faro a mo’ di raccomandazione. Brook stava al faro con lui da quasi sette anni ma spesso se ne andava per mare con la balena oppure stava all’interno della sua pancia per prendersi cura di lei. Non rimaneva spesso al faro e si disinteressava dei pirati che passavano di lì. Crocus immaginava che avesse paura di incontrare di nuovo il suo vecchio capitano.
“È successo solo un volta!” rispose Brook alzando gli occhi al cielo seccato.
“Vorrai dire che succede solo una volta alla settimana!” rispose Crocus scoppiando a ridere. Brook decise di non rispondere e si allontanò sulla schiena della balena.

“Al Baratie, il ristorante galleggiante..”


“Vecchio, al tavolo cinque vogliono l'aragosta. Vedi di non metterci una vita come tuo solito..” urlò Sanji in malo modo al suo vecchio capo Zeff. Era tornato al ristorante del suo maestro da sette anni ma a volte gli sembrava di non essersene mai andato. Zeff continuava a trattarlo come un moccioso di sette anni. Sanji sospettava di averlo deluso, il vecchio cuoco si aspettava che lui riuscisse a trovare il cuore dei mari. Si aspettava che Sanji riuscisse dove lui aveva fallito a casa dell’incidente alla gamba. Quando era tornato il Zeff aveva solo chiesto se Sanji avesse trovato il cuore dei mali, quando il ragazzo aveva risposto di no non aveva più detto nulla. Non gli aveva fatto nessuna domanda né nessun rimprovero.
“Ci metto il tempo che serve.” rispose Zeff in malo modo.
“Si, ma aspettano da un ora.” disse Sanji portandosi le mani ai fianchi. Gli altri cuochi interruppero le loro attività per vedere come sarebbe andato a finire l’ennesimo litigio tra i due cuochi. Bastò un’occhiataccia di Zeff perché si rimettessero immediatamente al lavoro.
“Aspetteranno ancora di più se sto qui a discutere con te.” urlò Zeff colpendo Sanji con un calcio potente in pieno viso. Il ragazzo non fece nulla per schivare il colpo, si lasciò colpire senza emettere un gemito.
“Stupido vecchio.” imprecò Sanji a mezza voce.
“Se le cose non ti stanno bene puoi sempre andartene.” disse il vecchio cuoco guardando dritto negli occhi Sanji.
“Hai ragione, farei molti più soldi se lavorassi da solo visto che cucino molto meglio di te.” mormorò Sanji lasciando la cucina. Aveva assoluto bisogno di una sigaretta e di prendere una boccata d’aria. A volte aveva l’impressione che quel ristorante gli stesse stretto.
“Non ne sarei tanto sicuro pivello.” disse Zeff dalla cucina.
Sanji si accese una sigaretta alzando gli occhi al cielo, pregando che quella giornata terminasse presto.
“Giornata faticosa?” chiese una voce che proveniva dal mare. Davanti a lui c’era una piccola e strana imbarcazione che Sanji conosceva bene e al suo interno uno dei più strani e pericolosi pirati che solcassero i mari.
“Ace?” mormorò incredulo il cuoco. Erano anni che non aveva sue notizie, da quando aveva lasciato la ciurma ed era tornato dal suo vecchio maestro non lo aveva più incontrato così come non aveva più incontrato nessuno dei suoi vecchi compagni.
“Disturbo?” chiese il ragazzo con le lentiggini.
“Ma no, che dici! Solo.. è strano..” mormorò Sanji un po’ imbarazzato. Davanti a lui c’era il fratello del suo vecchio capitano. Il cuoco non sapeva cosa dire, come comportarsi.
“Immagino di si. Se vuoi me ne vado, solo.. sono giorni che non mangio e la prossima isola è lontana..” iniziò Ace guardando speranzoso il cuoco, sapeva che non lo avrebbe fatto morire di fame.
“Sali a bordo.“ rispose Sanji. I suoi principi morali avevano vinto sull’imbarazzo che provava poco prima.
“Sei sicuro?” chiese ancora Ace.
“Un cuoco non lascia mai morire di fame un uomo.” rispose Sanji sparendo nelle cucine.
“Anche se quell'uomo è il fratello del tuo vecchio capitano?” domandò Ace mentre saliva a bordo.
“Tieni, mangia.” disse Sanji porgendogli un piatto. Aveva evitato consapevolmente di rispondere alla domanda di Ace che si mise immediatamente a mangiare con gusto. Sembrava davvero affamato, Sanji immaginò che non mangiava da parecchi giorni. Per un po’ il cuoco rimase zitto a guardare il vecchio amico mangiare, senza sapere cosa fare o cosa dire.
“Ace..” disse Sanji dopo un po’. Una domanda gli rimbombava in testa nonostante Sanji cercasse di non dargli peso. Voleva sapere.
“Che c'è?” mormorò Ace con la bocca piena.
“Che fine ha fatto?” domandò Sanji a testa bassa. Non aveva fatto nomi ma era sicuro che l’altro avesse capito di chi parlava. Quella testa vuota di Rufy gli mancava davvero tanto anche se provava molto risentimento nei suoi confronti.
“Sta bene, non è cambiato per niente.” rispose Ace con un sorriso triste.

“Al villaggio di Shirop..”

“Passami il martello.” chiese Franky a mo’ di ordine.

“Non puoi prendertelo da solo, sto progettando un'arma nuova.” rispose Usup infastidito. Era un pomeriggio davvero torrido e lavorare era già abbastanza pesante per il cecchino senza che l’amico si mettesse a dargli ordini.
“Non servono a nulla le armi se la nave non è finita.” lo ammonì Franky con un tono severo. Quando si trattava di costruire navi il cyborg diventava un vero despota.
“Per quello ci sei tu, no?” gli ricordò Usop distrattamente senza staccare gli occhi dal prototipo che stava costruendo, una fionda con speciali caratteristiche.
Quando avevano lasciato la ciurma avevano vagato per mare insieme e alla fine avevano deciso che si sarebbero fermati su un’isola a costruire navi. All’inizio avevano pensato a Water Seven ma avevano dovuto scartare l’idea a causa della Marina e del Governo.
A Franky non dispiaceva il villaggio di Usup, era un posto tranquillo e in più non c’era nessuno davvero bravo a costruire navi. In pochi anni erano diventati il punto di riferimento delle molte isole intorno. Forse di lì a poco avrebbero iniziato a fare concorrenza a Water Seven e ai suoi carpentieri.
“Farei molto prima se tu mi dessi una mano.” disse Franky perdendo la pazienza.
Poco lontano Kaya rideva guardando la scena. Era contenta che Usop fosse tornato al villaggio ma allo stesso tempo sapeva che prima o poi sarebbe partito di nuovo. Il richiamo del mare è qualcosa a cui un pirata non è in grado di resistere in alcun modo.

ANGOLO DELL'AUTRICE:
grazie a chi ha dedicato qualche minuto del suo tempo per leggere la mia storia. ok, è solo il primo capitolo ed è parecchio incasinata ma spero che con il tempo si aggiungano altre persone.
se avete bisogno di chiarimenti o avete domande sono qui anche se a dire la verità tutto questo mistero è voluto.. XD
in questo capitolo ho voluto fare una piccola panoramica per vedere che fine hanno fatto i compagni di ciurma di Rufy dopo sette anni. come se la passa lui si è visto nel prologo.
nel prossimo capitolo svelerò che cosa è successo (almeno in parte) sette anni prima..
GRAZIE MILLE A:
MILENA83: grazie mille dell'incoraggiamento! il primo commento di ogni storia non si scorda mai! XD spero che questo capitolo ti sia piaciuto come è piaciuto a me scriverlo!
NAMIKUN: grazie mille per il commento! eh si, nella mia storia Rufy è cresciuto anche se in fondo è sepre lo stesso! ti riferisci alla lista quando Rufy elenca coloro che non erano con lui quando ha realizzato il suo sogno? non ho messo Zoro così come non ho messo altri, il mio era una sorta di elenco per fare capire che non c'erano. non dico altro perchè Zoro rivestirà un ruolo importante nella storia anche se escludo fin dall'inizio la presenza della copia Rufy/Zoro. XD

  
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