Ti ho visto che mi guardavi oggi. Eri da solo e avevi lo sguardo assente di quando pensi troppo, eri pettinato come sempre e mi sembrava di poter sentire il tuo profumo anche da così lontano. Mi è sempre piaciuto il profumo che usi, mi piaceva il modo in cui si attaccava ai vestiti e alle mie mani, potevo portarti con me tutto il giorno senza che nessuno sapesse cosa fosse a farmi ridere così.
-Cosa annusi?-
-Il tuo odore, mi piace.-
-Sulle tue mani?-
-Sì, mi piace averti sulle mani, ti porto con me tutto il giorno.-
-In quelle manine così piccole? Non ti basteranno mai per tutto il giorno, finirai per consumarle e arrivare a sera senza neanche un pezzetto di manine rimasto.-
Spariva sempre dopo un po’, mi dispiaceva ogni volta portare le mani al viso e scoprire che improvvisamente non c’era più nulla, avevi ragione in fondo, non bastavano mai. Ti ho visto oggi, hai alzato la mano per salutarmi ma io non ti ho guardato e sei rimasto lì, come uno scemo. Non potevo voltarmi, scusami, in fondo l’hai detto tu stesso che un altro sguardo può bastare a cadere nel buio, la prima volta non ti ho ascoltato, sono tornata e sono caduta dritta fra le tue braccia. Non ho intenzione di sbagliare di nuovo.
-Sono stanca di parlare con te, mi fai sentire stupida, non riesco a stare al passo.-
-Ma perché dici così?-
-Perchè è vero.-
-Non sei stupida, non voglio sentirti parlare in questo modo. Io parlo con te perché mi piace, mi piace come ascolti e come ragioni. Smettila di riempirti la testa di cazzate.-
-Non lo so…-
-Non lo sai? Sei tutta confusa?-
-Sì…-
-Allora basta parlare, vieni qui, voglio guardarti.-
Mi piaceva il modo in cui mi parlavi quando non sapevo più cosa dire, quando mi si impastavano le parole in bocca e perdevo il filo dei pensieri, quando correvi troppo velocemente per me inanellando un concetto dietro l’altro, mi piaceva ascoltarti raccontare. Avrei potuto starti a sentire per ore, mi facevi sentire piccola così. E mi piaceva, davanti a te perdevo il controllo e crollava ogni difesa, ogni muro si spaccava e si aprivano crepe e io finalmente riuscivo a respirare. Eri la mia boccata d’aria fresca.
-Ti ricordi la prima volta che ti ho parlato?-
-Mh.-
-Ero terrorizzato, pensavo mi avresti preso un pazzo.-
-Sì, l’ho pensato. Per quello mi sei piaciuto subito, mi hai fatto sentire una bimbetta capricciosa è vero, eppure mi sei sembrato così fermo, imperturbabile e controllato che non ho potuto resistere. A un certo punto avrei voluto toccarti per vedere se eri fatto di carne e sangue.-
Avevi chiuso gli occhi e sorriso, prima di crollare sul mio seno e dormire.
Mi manchi.
Ma cosa mi mandi i messaggi? Tanto mica ti rispondo… magari solo a questo.