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Autore: Ms Mary Santiago    11/04/2019    1 recensioni
[Raccolta di OS dedicate ai protagonisti della mia long interattiva “The Riot Club”]
I ragazzi hanno terminato la loro esperienza a Ilvermorny e, tra chi si appresta a frequentare l’ultimo anno scolastico e chi invece si ritrova catapultato nel mondo del lavoro, una nuova avventura lunga tutta una vita li aspetta. Riusciranno a gestire la famiglia un po’ come facevano con il Club?
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Esme Cavendish & Lord Desmond Alcott Riot


 

 

 

 

 

Quando Esme mise piede fuori dall’aeroporto calcò con forza i grandi occhiali da sole all’ultima moda, afferrò il manico del suo trolley e procedette spedita verso la vettura che l’attendeva appena fuori le porte scorrevoli. Il rumore dei tacchi alti che picchiettavano contro l’asfalto bollente finì inevitabilmente con il tradire la sua presenza alle decine di fotografi e giornalisti che avevano affollato l’atrio e l’area antistante nella speranza di catturare qualche immagine della nuova giovanissima fiamma del vice ministro della magia americano.

S’infilò nella limousine dai vetri oscurati e richiuse lo sportello ignorando i flash e la voce di un giornalista piuttosto insistente che la pregava di concedere loro almeno un sorriso e qualche scatto.

- Sembrava la passerella di una perfetta diva – l’accolse Desmond con l’accenno di un sorriso ironico sulle labbra prima di chinarsi verso di lei per baciarla.

- Ti sei goduto lo show? –

- Da morire. –

Ridacchiò, allontanandolo poi leggermente e sfilandosi gli occhiali da sole per poterlo guardare dritto negli occhi.

- Queste due settimane in giro per la California sono state veramente stressanti, non immaginavo che lavorare come stagista per la madre di Isabelle sarebbe stato tanto massacrante – ammise, sfilando le scarpe dai tacchi vertiginosi e stendendo le gambe su quelle del suo uomo.

- La moda non vale il sacrificio? –

- Credo di aver appena deciso che preferisco indossare i capi di moda piuttosto che crearli e limitarmi a vedere modelle anoressiche e dai volti androgini calcare le passerelle con le mie creazioni. –

- Bene, perché ho in mente un programma che potrebbe tenermi molto impegnato qui a New York per i prossimi cinque anni e credo che mi farebbe comodo avere qualcuno che gestisca le pubbliche relazioni. –

Corrugò la fronte, impiegando qualche istante a realizzare ciò che Desmond le stava dicendo.

Poi emise un urletto e lo abbracciò di slancio.

- Dimmi che è come penso, hai accettato di concorrere per le elezioni come Primo Ministro? –

- Già, ma per essere tale avrò sicuramente bisogno di una perfetta first lady di ferro … ti va di essere la mia? –

- E me lo chiedi? Cominceremo a lavorare alla tua campagna non appena arriviamo a casa. –

Desmond si chinò a baciarle lentamente il collo, scendendo verso il basso in una lenta e irresistibile carezza che le fece correre brividi per tutto il corpo.

- Sicura di voler iniziare subito? –

- Magari possiamo rimandare l’inizio dei preparativi per la campagna a domani. –

 

 

Astrid le rivolse un’occhiata divertita mentre la sentiva abbaiare contro una povera disgraziata del catering, sostenendo che non era ammissibile una sistemazione di quel genere.

- Ti rendi conto che da qui a un’ora daranno l’annuncio degli esiti delle elezioni e tu stai ancora pasticciando in giro?! –

- Sì, signorina, le mie scuse. –

- Non me ne faccio un accidente delle tue scuse, datti una mossa! –

Jackson fece capolino dal corridoio, intercettando la bionda e sorridendo a sua volta.

- Fammi indovinare, Esme è entrata in modalità dobermann? –

- Più o meno -, ammise, - ma ci tiene davvero che sia tutto perfetto. –

Come a voler confermare le sue parole l’amica esplose nuovamente contro il ragazzo del bar.

- Ti ho chiesto un Martini, non questa cosa imbarazzante! Ma perché devo sempre fare tutto io?! –

- Scusami, vado a fermarla prima che uccida qualcuno. –

- Già, immagino che un omicidio a opera della futura first lady raffredderebbe un po’ il clima dei festeggiamenti – sghignazzò prima di tornare a raggiungere Joaquin su uno dei divanetti in pelle bianca all’angolo opposto della sala.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Come sto? –

Esme lo osservò dalla testa ai piedi con palese apprezzamento.

- Benissimo come sempre. –

- Ne sei sicura? –

Annuì appena mentre armeggiava con il ferro per acconciare meglio le sue onde scure.

- Sì, Dex. Mi dici perché sei così insicuro questa mattina? –

- Ecco è solo che … dopotutto si tratta di incontrare i tuoi genitori, voglio fare una buona impressione. –

Gli sorrise intenerita.

- Ma li hai già incontrati innumerevoli volte, non è come se non li conoscessi, e a loro piaci molto. –

- Già -, replicò sorridendo tirato, - ma mi hanno conosciuto come Lord Desmond e non come il futuro marito della loro unica figlia per cui immagino saranno molto più esigenti. –

- Credo che saranno debitamente impressionati dal Primo Ministro americano, perciò smettila di essere paranoico – lo rassicurò nuovamente, alzandosi appena in punta di piedi per baciarlo.

- Ma se … -

- Dex, lo so che mio padre è tremendo e che mia madre è esigente, ma tutta questa preoccupazione ti rende quasi irriconoscibile. C’è forse qualcosa che non sono? –

- In effetti sì – bofonchiò a mezza bocca.

- E sarebbe? –

- Non ho mai incontrato i genitori di nessuna prima d’ora. –

Francamente stupita, inclinò il capo di lato e sgranò le iridi scure.

- Sul serio? Eppure hai trentadue anni e so che hai avuto uno stuolo di donne non indifferente prima di deciderti finalmente ad aprire gli occhi e smetterla di guardarmi solo come la compagna di scuola di tuo nipote. –

- Ne ho avute molte -, ammise, - ma nessuna contava davvero per me perciò non ho mai voluto conoscere le loro famiglie o i loro amici, non volevo alcun legame perché sapevo già che mi sarei stancato di loro. –

Esme gli rivolse un sorriso gigantesco, colpita da quelle meravigliose parole. Sapeva già che Desmond l’amava, ma mai avrebbe pensato di sentirgli dire delle cose simili.

- Quindi sei sicuro che non ti stancherai mai di me? –

- Più che sicuro, non potrei mai stancarmi dell’unica donna della mia vita. –

 

 

Dorian Riot (nato nel 2032)


 

Eireen Riot (nata nel 2036)


 

 

- Mamma, come sto? –

Eireen fece una piroetta al centro del salone, mettendosi poi in posa e permettendo ai suoi genitori di ammirare il capolavoro che a suo giudizio aveva creato.

Desmond ridacchiò davanti al compiacimento della piccola mentre Esme la guardava dalla testa ai piedi sforzandosi di restare seria e dare un giudizio accurato.

- Tesoro devo dire che sei stata veramente molto brava, ma quelle scarpette non vanno bene con il colore del vestito. –

- Oh -, la piccola osservò le scarpette marroni che aveva messo sotto all’abitino e poi chiese titubante, - le metto nere? –

- Sì, tesoro, nere sono perfette. –

- Allora corro a cambiarmi. –

Eireen voltò loro le spalle e salì i gradini in fretta e furia per poi ricomparire una manciata di minuti dopo con indosso le scarpette nuove.

- E adesso? –

- Ora sei perfetta. –

- Sono bella quanto te, mammina? –

- Anche di più – le sorrise, abbracciandola e stringendola a sé.

- Secondo me invece la mamma è più bella -, intervenne Dorian facendo poi una linguaccia alla sorella, - tu sei solo un piccolo rospo che gioca a fare la principessa. –

Eireen gettò la testa all’indietro con un urlo belluino e si lanciò contro il fratello maggiore per poi mordergli la prima porzione di pelle che le arrivò a portata di dentini.

- Toglietemi di torno questo squalo, per carità – urlò il ragazzino di nove anni mentre suo padre si avvicinava a loro.

Tappò il naso alla piccola, che dopo qualche istante spalancò la boccuccia con fare sorpreso.

- Eireen cosa ti ho già detto? –

- Che non posso mordere Dorian ogni volta che dice qualcosa di stupido – replicò prontamente.

- Quindi? –

- Non lo farò più papino, lo giuro. –

Desmond le accarezzò una guancia con affetto.

- Va bene, piccoli, adesso andiamo o finiremo con il fare tardi dai nonni. –

- Anche loro mordono quando non sono d’accordo con qualcuno -, sussurrò Esme facendo ridere il marito mentre indossavano i soprabiti, - forse Eireen ha ripreso da loro. –

 

 

 

   
 
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