CAPITOLO 2
Finalmente a bordo
Una volta giunta a casa, mi blocco davanti all’entrata,
non devo fare troppo rumore, farlo significherebbe farsi scoprire da mia madre,
e non mi sembra proprio il caso. Potrei tornare in camera, nella stessa maniera
con la quale sono uscita, ma è meglio non rischiare una seconda volta e a dirla
tutta non credo nemmeno che ne sarei capace, scendere
è un conto ma salirci è tutt’altro! Faccio un respiro profondo e giro
lentamente la maniglia, ho paura di sentire lo scatto della porta, tuttavia
anche dopo aver aperto piano l’uscio, vedo la cucina deserta e sento la voce di
Rachel cantare da camera sua. Emetto un sospiro di sollievo
e mi chiudo lentamente la porta alle spalle. Faccio appena in tempo a staccare
le mani dalla maniglia che mia madre appare in cucina, e non appena mi vede sul
volto le si dipinge un’espressione severa.
- Hazel, cosa credevi di fare?? Sai benissimo che
non puoi uscire senza chiedermi niente!- meno male, per un momento ho creduto
che si fosse accorta che stavo rientrando in casa e non il contrario, oggi la
dea fortuna deve essere dalla mia parte!
- Hai ragione mamma… scusami ora torno in camera
mia…!- detto questo salgo velocemente le scale e mi
chiudo nella mia stanza.
Bene, ora devo solo pensare ad un piano.
Ok, mentre tornavo a casa, ho visto distintamente
due ufficiali, stare a guardia della nave e sono certa
che anche alle prigioni c’è qualcuno che controlla che i pirati non riescano a
forzare le serrature per fuggire. Come posso fare? Beh, prima di tutto è meglio
se nascondo i capelli dentro il basco, almeno darò l’impressione di essere un
ragazzo…. O almeno così spero, d’altronde si sa
benissimo che gli uomini hanno una certa predilizioni per quelli del loro
stesso sesso, sarà buio, sicuramente non riusciranno a riconoscere in me dei
tratti femminili, sarà anche bene che io stia attenta a simulare una voce
maschile. Penso che queste siano le cose più importanti, una volta entrata… il
problema adesso rimane come fare senza essere scoperta! Forse se faccio finta
di essere stata mandata da Frank, con il compito di portare da mangiare alle
guardie poste alle prigioni, mi faranno passare ma dubito.
Beh, adesso non c’è proprio tempo di attuare un
piano, il sole è tramontato da un pezzo il buio sta cominciando a
coprire l’intera città e io ho solo questa occasione
per vedere dei veri pirati, non posso e non voglio lasciarmela scappare.
Sento la voce di mia madre chiamarmi per la cena,
ma rifiuto dicendo che non sto molto bene e che andrò immediatamente a letto.
Lei non fa storie e dice che verrà a svegliarmi domattina presto perché un
certo signore vuole conoscermi, non ha fatto nomi, mi ha solo raccomandato di
vestirmi bene e mostrarmi gentile e disponibile nei suoi confronti. Temo che
voglia prendermi in moglie.
Dopo essermi preparata come deciso, ovvero
indossando il mio amatissimo basco e dei nuovi pantaloni, scivolo lentamente fuori dalla finestra, ripercorrendo lo stesso tratto sul
tendone, che ho percorso anche il pomeriggio. Una volta a terra, dopo essermi
assicurata che mia madre stia dormendo comincio a
correre silenziosamente, giù nella città piena di vita. Spero davero che
nessuno mi riconosca altrimenti non saprò come spiegare la mia presenza in
città a quest’ora della notte. Continuo a camminare verso il molo, ignorando le
offerte di alcune donne ubriache che mi scambiano per
un ragazzo, mi ritraggo imbarazzatissima quando una di loro mi sfiora il viso
con una mano.
- Hey piccolo, cosa ci fai
in giro a quest’ora? Non vedi che è tardi, la mamma ti
starà cercando… vieni in casa mia…!
- N-No… grazie, sto giusto tornandomene alla mia
abitazione…!- balbetto cominciando a correre verso la banchina. Sento la donna
urlare alle alle mie spalle qualcosa tipo “Non sai che
cosa ti perdi!” ma scrollo le spalle e spero vivamente di non doverlo mai
immaginare. Sto ancora camminando quando mi affiora un’idea geniale nella
mente, nascondendo un sorriso di soddisfazione, torno sui miei passi e
raggiungo la ragazza che mi ha fermato pochi secondi prima. Lei mi guarda e con
un sorriso malizioso si avicina a me, tanto che posso
sentire il suo alito intriso di alcool invadermi il viso e faccio un enorme
sforzo a non allontanarmi bruscamente da lei, dio solo sa quanto è imbarazzante
questa situazione!
- Che c’è tesoro hai
cambiato idea?- mi sussurra all’orecchio, provocandomi dei brividi lungo la
schiena di certo non dovuti alla sua
vicinanza! Facendo un grande respiro, riesco a
bisbigliare un lieve “Si…”. La giovane sembra soddisfatta della mia risposta e
prendendomi per un braccio, mi conduce nella locanda. Appena metto piede in
quel posto un intenso odore di fumo mischiato all’alocol
mi avvolge interamente e manca poco perché io svenga lì. Prima che sia troppo tardi e che venga condotta al piano di sopra,
trattengo il braccio della mia “compagna” e sovrastando la musica e gli urli
che ci circondano, le dico a gran voce di fermarci al bancone e ordinare due
birre. Lei annuisce compiaciuta per la mia brillante idea e cominciamo a
spostarci verso l’enorme tavolo posto alla nostra destra. Una
volta raggiunto la sento gridare all’uomo che sta servendo da bere di
portarci le birre più forti che hanno, e di metterle sul suo conto, non sa che
sarebbero andate sul suo conto in ogni caso.
- Non ti pare di aver già bevuto abbastanza
Madleen?- risponde lui guardandola storta, mentre quest’ultima ondeggia
pericolosamento con la faccia sul bancone.
Lei scuote la testa in senso di diniego e fa un
cenno verso di me.
- Ah!- continua il barista- E’ un tuo ospite?? Sono
per lui le birre?- lei annuisce stampandomi un bacio sulla guancia, trattengo a
stento un’espressione di disgusto e cerco di sorridere come meglio mi riesce.
Ci servono le due birre e sento che è ora di darsela a gambe. Dico a Madleen
che la stanno chiamando delle ragazze in fondo al locale e aggiungo che può
andare e che io la aspetterò al bancone. Lei ride e barcollando un po’ se ne va
nella direzione da me indicata dove naturalmente nessuna l’ha cercata.
Emettendo un sospiro di sollievo, prendo i due boccali
di birra in mano e sto per andarmene quando il barista mi ferma.
- Hey tu, dove credi di andare?- sento il sangue
gelarmi nelle vene poi schiarendomi un po’ la voce rispondo:
- Madleen mi ha chiamato la vede?
E’ in fondo al salone, mi ha chiesto di raggiungerla e stare insieme a lei e alle sue amiche!- l’uomo sembra convinto della mia
risposta e mi lascia andare tornando a servire gli altri uomini. Appena vedo che il suo sguardo è troppo concentratao su quello che
sta facendo per guardare dove vado io, comincio ad avviarmi velocemente verso
l’uscita della locanda; più volte rischio di cadere a terra dopo essere stata
urtata da qualche ubriacone, ma finalmente riesco a raggiungere la porta e
uscire all’aria aperta, mi allontano velocemente da quel posto e raggiungo finalmente
il pontile cominciando a percorrerlo per tutta la sua lunghezza. Giungo
davanti ai due ufficili che stanno di guardia e cercando di trattenere
l’agitazione che si sta facendo strada in me porgo loro le birre che tengo in
mano.
- Tenete- dico- sono un regalo di quella fanciulla laggiù, ha detto che siete davvero dei begli
uomini, vi ha osservato da quando avete cominciato il turno di guardia, e ha
detto a me di offrirvele da parte sua…!- i due ufficiali si guardano un momento
per capire se io stia scherzando oppure no.
- E si può sapere perché
non è venuta lei personalmente a portarcele?- dice uno squadrandomi, spero non
capisca che sono una ragazza e non il contrario.
Scrollo le spalle, mi aspettavo una
domanda del genere.
- Il padrone non le permette di allontanarsi dalla
locanda quando è in servizio, insomma le volete o no queste birre?- all’inizio
sembrano un po’ titubanti ma alla fine acconsentono e prendono dalle mie mani i
boccali. Spero che non reggano l’alcool, altrimenti è stato tutto inutile. I
due uomini bevono tutto d’un fiato e quasi
contemporaneamente, barcollano finendo a terra. Uno cerca
di alzarsi, ma l’altro a cui comincia a girare la testa, lo prende per una
manica e lo costringe a restare dov’è. Accidenti, prima avevo sentito che erano
le birre più forti che avevano, ma non mi sarei mai
immaginata che i due ufficiali crollassero, dopo aver bevuto un solo
bicchiere. A questo punto sto sinceramente pensando che se una ragazzina della
mia età, può intrufolarsi così facilmente su una nave, chiunque avrebbe potuto
farlo al mio posto. Beh, in fin dei conti si era
rivelato più facile del previsto e infondo era quello che avevo sperato fin
dall’inizio. Sorrido, e pensando a come potrebbe aver reagito Madlene, una
volta accortasi che l’ho imbrogliata, salgo sulla nave con l’eccitazione alle
stelle.