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Autore: udeis    29/04/2019    1 recensioni
Senza James non ci sarebbero mai stati i Malandrini: di questo Peter, Remus e Sirius ne sono assolutamente sicuri. Non sanno cosa lui abbia visto in loro e come sia riuscito ad andare oltre i pregiudizi, ma l'ha fatto e ha reso i loro anni ad Hogwarts i migliori della loro vita e la sua amicizia ha influito profondamente anche sulle scelte che hanno compiuto da adulti. Questa raccolta analizza il rapporto tra lui e i Malandrini, visto dal punto di vista di questi ultimi in vari momenti della loro vita.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Prompt: "I sognatori hanno quella capacità tutta loro di creare la vita persino agli Inferi.”

Cicciobomba

Peter era goffo e grasso, Peter era lento e non sapeva fare bene le magie. Peter aveva quasi cavato l’occhio di un compagno con la bacchetta a trasfigurazione. Peter era ansioso e spaventato e continuava a perdersi per i corridoi, la scopa di Peter non si era neanche mossa alle lezioni di volo. Peter non parlava mai con nessuno e faceva colazione da solo, in fretta, perché ci aveva messo ore a trovare la sala grande, Peter riceveva molti dolci da casa e cercava l’amore in fondo all’incarto, la compagnia nello zucchero. Peter aveva sempre le briciole attorno alla bocca, il colletto al contrario e i polsini sporchi d’inchiostro. Peter non riusciva mai a intervenire nelle conversazioni perché andavano tutti troppo veloci, Peter sapeva benissimo come sgattaiolare lontano dalla scena, convincendosi di aver bisogno di un po’ di silenzio. Peter prendeva appunti incompleti con una grafia tonda come quella dei bambini piccoli e infilava la lingua tra i denti quando si concentrava. Peter era di bassa statura e le sue mani erano corte e tozze. Peter non ricordava i nomi, ma gli piaceva parlare con i quadri, conosceva tutte le abitudini delle armature e non dimenticava mai una parola d’ordine, una volta sentita; Peter odiava i gatti e cercava di tenersi il più lontano possibile da Mrs Purr, ma non ci riusciva spesso.
Peter non veniva mai chiamato per nome: preferivano cicciobomba, imbranato, perdente, cagasotto, idiota. A Peter non veniva mai rivolto un gesto amichevole, ma veniva spintonato nei corridoi e nemmeno allora aveva la forza di comportarsi come un vero Grifondoro: lo sguardo basso, le unghie morse, il panico in ogni gesto.

Poi James quel compagno di casa della sua stessa età, ma così in gamba da conquistare anche il rispetto dai ragazzi più grandi, così luminoso come Peter non avrebbe mai nemmeno potuto sognare di essere, l’aveva notato.
Non sapeva proprio cosa avesse visto e come avesse fatto ad andare oltre il grasso delle apparenze, ma l’aveva invitato al suo tavolo, in biblioteca, e avevano fatto i compiti insieme. Per la prima volta gli era sembrato di non essere poi così stupido, ma se fosse potuto essere sempre così felice davvero non gli sarebbe importato niente di continuare a non capire la trasfigurazione.
Era stato l’inizio di qualcosa di magnifico, di una vita scolastica come aveva osato sperare solo nei suoi sogni più folli e illusi: non se ne capacitava mai di essere stato così fortunato da far parte di quella luce.
Con il tempo, Peter era diventato per tutti Minus, per qualcuno Peter e per pochi Codaliscia, poi, era diventato tante altre cose- gentile, timido, veloce, astuto, goloso- ma non era mai stato più un ciccobomba perdente.
 
  
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