Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: BALTO97    09/05/2019    6 recensioni
forse Billie si è sbagliata... forse rinchiudersi nella cassa non è l'unico modo per salvare il mondo dalla furia di Michele. questo è quello che crede Sam, suo fratello gli ha dato il beneficio del dubbio... almeno fino a quando l'arcangelo non batte più forte sulla porta...
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Sam! Sam ti prego!” 
Era passata un’ora da quando era stato rinchiuso a tradimento nella cassa .
“Sammy per favore” 

Chiamò e implorò il fratello di farlo usciere, poi si mise anche a urlare con tutte le sue forze, a imprecare e a minacciarlo.
Arrivò persino a urlare che lo avrebbe torturato con le tecniche apprese all'inferno. 

“SAAAAAAMMMMMMM” la sua voce ormai sembrava più come delle unghie sfregate su una lavagna con della ghiaia grattugiata.
La gola doleva come se ci avessero versato dentro lava bollente. 

“Per favore” implorò “Ti prego” 

La luce del telefono era l’unica piccola consolazione che gli restava ma poi inevitabilmente il telefono iniziò a scaricarsi.
“O dio, dio ti prego no” 
Il suo incubo divenne vera e propria realtà quando questo si spense lasciandolo completamente immerso nell'oscurità.
“AIUTO!” 

##############################

Dopo 60 minuti Sam si era costretto ad alzarsi e ignorando le grida del fratello tornò nella grande sala. 
Non riusciva più a resistere alle incessanti urla di Dean che lo chiamavano, le minacce e quando arrivarono le suppliche fu troppo da sopportare. 

Si stava sforzando di leggere un paragrafo quando sentì la porta aprirsi e la voce di Jack chiamare a gran voce il fratello mentre scendeva freneticamente le scale seguito da Castiel .
“Che ci fate qui?!” chiese alzandosi.

Il giovane Nephilin non lo degnò di una risposta rivolgendogli uno sguardo brutale. “Dov'è Dean?!”, ma non ebbe risposta alcuna.

“Mi dite cosa sta succedendo?” chiese Sam questa volta rivolto all'angelo.

“Mary mi ha chiamato dicendomi che gli aveva parlato del piano di Dean… non l’ha presa bene” spiegò questo sconsolato.
“Jack voleva tornare qui senza sentire ragioni, ma quando si è rifiutata di accompagnarlo è scappato, l’ho trovato a metà strada” aggiunse osservando il ragazzo che si muoveva avanti e indietro nella sala chiamando e cercando il cacciatore.

Sam sospirò, come se non avesse abbastanza problemi e persone da tenere sotto controllo adesso ci si metteva anche lui, “Jack” 
“Non può farlo!” affermò il ragazzo, “Dobbiamo convincerlo che c’è un’altra strada! Non possiamo perderlo ancora” 

Il moro stava per replicare qualcosa ,ma l’angelo lo interruppe. 
“Sam, cosa sono queste urla?” domandò muovendo la testa di lato con fare confuso, come suo solito.

Il cacciatore non rispose sospirano passandosi una mano tra i capelli.

“Cos'hai fatto?” domandò l’angelo avanzando verso di lui.
Per lui era stato facile riconoscere le urla di Dean, ma il fatto che Sam non fosse con lui lo confondeva davvero molto, inoltre non sembrava che il maggiore stesse dormendo. 
“Sam” chiamò ancora quando vide che il giovane non gli rispondeva.

“Ho dovuto farlo! Voleva arrendersi Cass!” sbottò sbattendo le braccia lungo i fianchi .

“Lo hai chiuso nella cassa!” affermò Jack altrettanto incredulo davanti a quella terribile notizia.

“SAM!” urlò Cass furioso, prima di girarsi e procedere a passo spedito verso il corridoio seguito a ruota dal nephilin e dal cacciatore che però passandogli oltre gli bloccò il passaggio. 

“No, no Castiel no” disse impedendo all'amico di procedere oltre.

“Lo stai torturando! Non capisci cosa gli stai facendo?!” ringhiò Castiel.
“L’unica cosa che so è che non voglio che Dean vada in quella cassa! E non lo vuole nemmeno lui” rispose Sam con gli occhi lucidi.

Ovviamente sapeva che razza di mostro era per aver rinchiuso il fratello nella cassa, ma non aveva altra scelta.
“Ha paura Cass! Ha paura di non farcela, di non essere abbastanza forte per affrontare Michele, ma non lo è neanche per passare il resto dell’eternità in quella bara!” aggiunse pregando che capissero.

“E glielo dimostri rinchiudendocelo dentro?!” intervenne Jack furioso.

“Non c’è altro modo per farglielo capire!” rispose Sam tornando serio.
“Mi odio per questo, ma se lo aiuterà a capire che passare tutta l’eternità lì dentro è impossibile smetterà di pensarci e continuerà a lottare pur di non finirci” 

Castiel sospirò pesantemente mentre Jack abbassò gli occhi.
Non si poteva certo dire che erano d’accordo, ma forse Sam aveva ragione; l’unico modo per fara capire a Dean quanto terribile fosse il suo piano era farglielo provare. 


#############################################

Le ore passavano inesorabili.
Jack e Castiel dopo aver camminato avanti e indietro nel corridoio alquanto contrariati, non sopportavano più le urla di Dean e uscirono dal bunker con la scusa di andare a fare rifornimenti dato che il cibo comprato da loro era ormai da buttare. 

Arrivò la sera. 
Sam, chiuso in camera dove le urla del fratello non potevano raggiungerlo, si asciugò per l’ennesima volta altre lacrime ribelli dal viso cercando di concentrarsi sul libro. 

Chiunque abbia detto che prima o poi le lacrime si esauriscono sicuramente sbagliava, perché in quel momento i suoi occhi sembravano in grado di produrne sempre di nuove, più grosse di quelle precedenti ogni singola volta che si chiudevano.
Guardò l’orologio: Dean era nella cassa da più di 8 ore 

“Ok, ok, basta!” disse alzandosi e uscendo dalla stanza.
Non importava quanta paura avesse della reazione del fratello: l’unica cosa che pensava era tirarlo fuori da lì e abbracciarlo; essere prese anche a pugni gli andava bene l’importante era che suo fratello avesse capito perché lo aveva fatto. 

Non era diverso da quando era stato Dean a chiuderlo nella panic room per costringerlo a disintossicarlo e solo ora poteva immaginare come si fosse sentito ascoltando le sue urla, ma anche perché lo avesse fatto… 
Si rese conto di non avergli mai detto grazie.
Ecco: un’altra cosa da aggiungere sulla lista di cosa da dire a Dean un giorno.

Mentre procedeva a spesso spedito lungo i corridoi immerso nei suoi ricordi si accorse di qualcosa di molto strano che fino a quel momento non aveva notato. 
Le urla di Dean non riecheggiavano più nel corridoio anzi, all'interno nel bunker regnava un silenzio alquanto inquietante, preoccupante, irreale dopo tutte quelle urla. 

“Dean…” sussurrò confuso. 

Poi fu come se la sua mente avesse realizzato, al rallentatore, cosa significasse quel silenzio, così urlò a pieni polmoni il nome del fratello prima di mettersi a correre con il cuore in gola.

“DEAN!” urlò ancora precipitandone della stanza.

“DEAN!” chiamò battendo qualche colpo sulla cassa.

“Mi senti?” chiese spaventato, ma senza ricevere risposta.

“O mio Dio, Mio Dio mi dispiace” 

Freneticamente con mani tremanti spostò i pesanti blocchi di cemento buttandoli a terra con poca cura.
Voleva solo far uscire da quella cassa suo fratello e riabbracciarlo.

“Ti prego perdonami, ti supplico scusami” 

Quando anche l’ultimo pesante blocco cadde sul pavimento e il coperchio si sollevò appena, Sam si bloccò per qualche secondo.

Come congelato si senti morire quando con mani tremanti sollevò il pezzo di ferro e i suoi occhi si posarono sulla figura inerme del fratello .
“Dean…” sussurrò con nuove lacrime.

Come aveva potuto fargli questo… 
Il piano che fino poco tempo prima gli era sembrato diciamo buono per far capire al fratello quanto stupida fosse la sua idea ora sembrava solo orribile, inumano, frutto di una mente malata. 

“Perdonami” 
Osservandolo fu sollevato di vedere che respirava, forse era svenuto, gli occhi erano circondati di rosso mentre le mani erano graffiate e sanguinanti.
Fu terribile pensare che era solo e solamente colpa sua se Dean era ridotto così.

“Cosa ti ho fatto” mormorò mordendosi il labbro inferiore cercando invano di trattenere le lacrime, poi allungò una mano per accarezzargli il viso pallido, forse per svegliarlo o solo per avere un contatto con lui sperando di calmare il suo senso di colpa. 

Certo non si aspettava che il fratello, dato il suo aspetto, aprisse improvvisamente gli occhi e si alzasse portandogli le mani alla gola.
“Brutto figlio di puttana!” esclamò mentre a causa dell’improvviso movimento la cassa cadeva dal piedistallo portandosi dietro nella caduta anche i due cacciatori che si ritrovarono per terra in un groviglio di braccia e gambe in una goffa lotta.

Dean non aveva mollato la presa dalla gola del fratello, anche se data la poca forze non gli stava facendo troppo male.
“Mi hai lasciato dentro per ore!” la sua voce era tirata e sofferente, sicuramente come la sua gola.

Sam, schiacciato dal peso del fratello, certo si dimenava ma era davvero sollevato di vederlo sveglio.

“Brutto stronzo io… io… ti” il biondo fu interrotto da un attacco di tosse, aver respirato aria rarefatta per ore non faceva sicuramente bene ai polmoni.

“Ti… ti uccid…” cercò di parlare e inalare aria allo stesso tempo ma per i suoi poveri polmoni e per la gola esausta fu troppo.
Tossendo e emettendo strani rumori Dean si spostò appoggiandosi al muro alle sue spalle gemendo muovendo gli arti indolenziti.
Sam lo seguì immediatamente e benché il biondo cercasse di scacciarlo allontanargli le mani e insultarlo, Sam riuscì ad abbracciarlo avvinghiandolo nelle sue lunghe braccia.

“perdonami, perdonami, perdonami” ripeté senza allentare la presa.

Il biondo, cessato di tossire ma non di respirare a bocca aperta non ricambiò l’abbraccio ma non si allontanò neppure lasciando che il suo fratellino lo stringesse. 
“Stronzo” borbottò con voce dolorante non potendo evitare di farsi scappare una risata.

Sam singhiozzò ma sorrise allo stesso tempo in uno strano miscuglio di gioia e dolore. 

################################

Dopo aver bevuto quasi 2 litri d’acqua in meno di due minuti rischiando anche si soffocare, Dean seduto al tavolo della cucina, permise al fratello di controllare i tagli sulle mani.

Alcuni erano profondi altri meno, ma per fortuna non necessitavano di punti.
Sam controllò uno per uno, minuziosamente ogni singolo graffio, insistette per fargli bere del thè al posto del caffè e spalmò una pomata per i lividi sulle nocche. 

Sperava che questo lo avrebbe aiutato a lenire il suo senso di colpa ma non fu così 
“Dean” mormorò finendo di fasciare l’ultimo dito 
“Io… io…” 

“Ok Sammy” lo interruppe il biondo “va bene” aggiunse sorridendo. 

“Vuoi… vuoi parlarne?” domandò il più piccolo.

“C’è né davvero bisogno?” chiese Dean inarcando un sopracciglio.

Sam scosse la testa e sussurrò un mesto “mi dispiace”
“Lo hai già detto” affermò il biondo. “Ma non devi… credo si stato utile” mormorò guardandosi le dita fasciate. Poi, sospirando, abbassò lo sguardo mormorando un sincero “Non… non penso di poterci riuscire Sammy. Billie ha detto che è l’unica strada… ma… ma… non credo di poter ancora andare lì dentro” 

Sam si alzò dalla sedia e raggiungendo l’altra parte del tavolo si abbassò abbracciando Dean proprio come lui aveva fatto prima di andare via, avvolgendogli le spalle con il braccio e appoggiandogli il viso tra i capelli.
“Non dovrai farlo Dean” mormorò “Giuro che troverò un modo per salvarti” e cavoli se l’avrebbe trovato!
 
 


 
 
 
Angolo autrice
Eccomi…
Spero che il finale non vi abbia deluso e la storia vi sia piaciuta !!!
Grazie di cuore a TeamFreeWill per essere sempre la mia fidata consigliera e betatrice !!!
A tutte le ragazze del gruppo un bacio !
(anche se Team e Cin75 le vostre storie mi stanno facendo incavolare ! troppo suspense nelle vostre J2 che consiglio caldamente di leggere perché sono bellissime! )
Cmq Cin se non parli sarò costretta a fare qualcosa per smuoverti… credimi lo farò !
Un bacio e grazie anche a tutti !!!
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: BALTO97