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Autore: ballerina 89    09/06/2019    2 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi scuso con tutti voi se in questo capitolo non troverete la solita immagine iniziale. Sto postando per la prima volta tramite cellulare perché la connessione nel mio paese ha un guasto e di conseguenza, non avendo il Wi-Fi non posso usare il pc e creare l’immagine. (Sto usando la connessione dati del cellulare per postare ma per creare l’immagine è impossibile) Cercherò, se possibile, di recuperare quanto prima. Buona lettura 

 
POV EMMA
Non potevo ancora credere che stava succedendo per davvero: io, Emma Swan, la donna meno incline al romanticismo che esista al mondo sta per rinnovare le promesse di matrimonio con il suo grande amore . Ho sempre creduto che mai in vita mia mi sarei sposata e invece eccomi qui: moglie, madre e in procinto sposarmi ancora una volta. Ha dell’incredibile, non pensavo che sarei mai stata così felice eppure è successo e devo tutto a lui, Killian Jones, il mio amore fedele, la mia vita, il mio tutto. Se non fosse stato per il suo carattere forte e per la sua tenacia molto probabilmente a quest’ora non sarei qui. Ha fatto di tutto per cambiare la mia visione del mondo e piano piano, muro dopo muro, c’è riuscito a pieno. Se non fosse stato per lui molto probabilmente adesso sarei a Boston, in qualche appartamento sperduto, da sola a pensare a come incastrare un ipotetico criminale. Gli devo tutto... così come devo tutto a Henry che mi ha portata qui a Storybrooke molti anni fa. La mia vita è meravigliosa adesso, non potrei chiedere di più e il merito va tutto a loro: ai miei due uomini. 
Killian era emozionantissimo all’idea di rinnovare le nostre promesse e questo entusiasmo piano piano si trasferì su ogni singolo membro della nostra famiglia. Sembravano tutti impazziti all’idea di un nuovo matrimonio e chi in un modo e chi in un altro iniziarono subito a rendersi utili per far sì che questo grande evento accadesse il prima possibile. Il matrimonio di Regina era avvenuto un paio di settimane prima ma questo non le impedì, subito dopo essere tornata dal viaggio di nozze, di prendere parte ai preparativi. Era il mio giorno libero da lavoro e come se fosse la cosa più normale di questo mondo eccola arrivare in casa mia , accompagnata naturalmente da mia madre, di mattino presto. Avevo avuto solamente il tempo di accompagnare le bambine a scuola e Liam al nido che subito fui costretta ad immergermi in tomi e tomi di riviste per poter scegliere il famoso abito da sogno. Da parte mia non c’era alcuna intenzione di comprare un nuovo abito da sposa anzi... in teoria non ero neanche dell’idea di indossarne uno. Provai a far valere la mia opinione con le due donne ma niente da fare: sembravano essere irremovibili. 
  • che ne pensi di questo Emma? È adorabile non trovi? - disse mia madre mostrandomi l’ennesimo capo d’abbigliamento. In realtà non ne avevo visto seriamente neanche uno, mi ero semplicemente limitata ad annuire per farla contenta. - Regina non credi anche tu che le starebbe divinamente? 
  • Io si ma lei... - scrollò le spalle. - rassegnati Snow non ti sta proprio prendendo in considerazione secondo me. Vero Emma? - Regina e la sua discrezione. Mai una volta che non mi mettesse in situazioni scomode.
  • Vi sto ascoltando invece è solo che... beh lo sapete come la penso. Non ho bisogno di un nuovo abito da sposa, non ce n’è alcun bisogno. 
  • Non vorrai mica utilizzare quello vecchio... Emma!!!! - mia madre sembrava indignata al solo pensiero. - sei una principessa tesoro, non può prendere parte ad un evento così importante, dove per giunta sei anche la protagonista, e indossare lo stesso abito usato in passato, gli invitati lo hanno già visto, non sarebbe una cosa carina. 
  • Ho forse detto che indosserò il mio vecchio abito? - ero sicura che dalla mia bocca non fosse mai uscito niente del genere. 
  • Scusami Miss Swan... jones o quel che è: ma vuoi presentarti nuda al gran giorno? 
  • Regina... - era sempre la solita - non sarebbe male come idea... originale dopotutto, ma no! È un rinnovo di promesse, non vi vuole necessariamente un abito da sposa. 
  • Le bambine vogliono vederti in abito bianco Emma, non puoi deluderle. Ci tengono molto - ti pare che mia madre non doveva mettere in mezzo anche le bambine? 
  • lo so mamma e in bianco mi vedranno non preoccuparti. Indosserò un abito elegante, semplice ma di classe. Fidatevi di me ok? Non sarà un abito da sposa ma sarà comunque all’altezza della situazione. - che fosse la volta buona? Che si sarebbero arrese definitivamente? Neanche a pensarlo. Mia madre mi guardo letteralmente contrariata e come se niente fosse continuo a sfogliare le pagine di quelle riviste di moda con la speranza di trovare qualcosa che suscitasse il mio interesse. Ci riuscì? Non quel giorno e neanche quelli seguenti. Abbandonato l’argomento vestito, sul quale ormai non ammettevo repliche iniziò un’altra storia infinita: la scelta della location. A me e Killian non importava particolarmente il luogo dove sarebbero avvenute le promesse ma per i nostri famigliari anche quello sembrava un affare di stato. C’è chi diceva di ricreare la location del nostro matrimonio, c’è chi diceva che sarebbe stato romantico scambiarsi le promesse in spiaggia e chi cercò di arruffianarcisi proponendo di utilizzare la Jolly Roger. Era la soluzione migliore di quelle fin ora elencate a parere nostro: intimo, romantico e poco affollato, avremmo di sicuro fatto un pensierino su quella possibilità se qualcuno non se ne uscii quella stessa sera con una frase che rivoluzionò le idee di tutti, Killian compreso. 
  • Nonno, mamma è una pincipessa vero? - la mia piccola Chloe... è lei la piccola guastafeste, è grazie a lei se l’idea della Jolly Roger venne scartata immediatamente. Lei, così piccola e così ingenua riuscì a rivoluzionare le idee di tutti e a metterli d’accordo. 
  • Si amore, la tua mamma è una vera principessa. - rispose lui orgoglioso di questo.
  • E pecchè non viviamo in un castello come quello delle fabole? - stava facendo progressi da gigante con il linguaggio la mia signorina, finalmente, grazie anche all’aiuto di Hopper, si stava sbloccando e stava tornando quella di un tempo. Ero talmente emozionata nel sentirla parlare così che non mi resi conto in tempo di quello che stava succedendo. 
  • È una storia molto lunga amore di nonno, magari un giorno di questi te la racconterò.
  • Ma io voglio sapele adesso! Per piacele nonno.
  • E va bene una cosa posso dirtela: Un castello lo abbiamo tesoro, ma purtroppo non è qui a Storybrooke. 
  • Dabbelo? Abbiamo un castello? - mio padre annuì. - come quello delle pincipesse? 
  • Proprio come quello delle tue principesse. 
  • E pecche no facciamo lì il matimonio di mamy e papo? - a momenti non mi andò di traverso la tisana che stavo sorseggiano. 
  • Piccola di nonno lo sai che mi hai dato una buona idea? Regina... pensi si possa fare? saresti in grado di creare un portare in grado da trasportarci tutti li? - cosa cosa cosa? Stava forse scherzando? Non avevo accettato l’idea di un nuovo abito da sposa, davvero pensava che avrei accettato di teletrasportarmi in una terra straniera, precisamente in un castello, per recitare le mie promesse? 
  • Ho conservato la formula della pozione con cui abbiamo creato il portale per andare a riprendere le bambine nel passato quindi si, posso ricrearne uno. - disse tutta soddisfatta... non potevo credere alle mie orecchie era d’accordo anche lei con quella follia? Ero spacciata. Non c’era neanche bisogno di dirlo, mia madre naturalmente fu subito d’accordo con la cosa quindi l’unica persona in grado di rimettere le carte in tavola e di sabotare questa stramba idea era Killian il quale però, con mia gran sorpresa, si schierò dalla parte del “nemico”. 
  • Non tenermi il broncio amore... - mi disse a fine serata non appena andammo in camera nostra. Non gli avevo rivolto la parola per tutto il proseguimento della serata e per lui non fu difficile capire il motivo. - Non è per nulla una cattiva idea se ci pensi bene.
  • No infatti... è pessima! - risposi senza troppi giri di parole. Non mi sentivo per nulla una principessa, perché mai avrei dovuto sposarmi in un castello? - non riesco ancora a capire come tu abbia fatto a lasciarti abbindolare così!
  • Non mi sono lasciato abbindolare ho solo visto l’espressione di Chloe e me ne sono innamorato, lo sai che quella bambina ha un forte ascendente su di me. E poi... beh ad essere onesti a me piacerebbe sul serio sposarti li, a palazzo, in quello che doveva essere il tuo mondo. Non ci vedo nulla di così scandaloso tesoro. 
  • Io non mi sento affatto un a principessa, mi piace quando mi chiami così ma solo perché lo trovo un atto di dolcezza, della principessa non ho proprio nulla io e sapere che dovrò interpretare una parte che non mi si addice non è che mi faccia poi così tanto piacere. 
  • Non siamo costretti a farlo se non vuoi. È anche il tuo giorno, dobbiamo scegliere cose che piacciano ad entrambi. Possiamo benissimo rivalutare l’idea della Jolly Rogers se preferisci. 
  • E a Chloe che diciamo? L’hai vista anche tu quanto era felice... - ripensai al l’espressione di mia figlia - come minimo ne avrà già parlato con sua sorella.... tze... ma mio padre non poteva starsene zitto per una volta? Ero riuscita addirittura ad averla vinta sull’abito da sposa... ora mi stresseranno l’anima anche per questo! 
  • Emma lasciano stare dai, non voglio che tu sia costretta a fare qualcosa che non vuoi. Sceglieremo da soli senza mettere in mezzo nessun’altro e loro non dovranno far altro che accontentarsi. È il nostro giorno dopotutto, dobbiamo essere felici noi, non loro. 
  • Sicuro che a te non dispiaccia? - lui dice che alla sua bambina di erano illuminati gli occhi all’idea delle promesse a palazzo ma lui non aveva reagito di certo da meno. 
  • La verità? Avrei amato vederti con un abito principesco, in un castello degno di chiamarsi tale, ma preferisco di gran lunga vederti in lingerie e sono sicuro che con il nervosismo che avrai addosso quel giorno a causa di questa storia non mi farai apprezzare le tue belle gambe e il tuo corpo, di conseguenza appoggerò la tua decisione. - mi fece l’occhiolino per poi darmi un tenero bacio sulle labbra. 
  • Sei sempre il solito maiale lo sai vero? 
  • Ammettilo che ti piace questo lato di me. - chiudemmo li l’argomento per quella sera, avevamo meglio da fare che stare a pensare a come dirlo ai nostri familiari, ma già l’indomani fummo costretti a riparlarne in quanto la mia cara mammina non riuscì a tenere un volume basso e criticando la nostra idea si fece sentire anche da Chloe la quale si mise a piangere perché voleva che ci sposassimo li. “Boglio vedere mamy vestita da pincipessa” “boglio vedere il castello!” disse. Mi sentii una pessima madre e alla fine pur contro voglia accettai l’idea di rinnovare le promesse nella foresta incantata. Killian per giorni mi assillò chiedendomi se fossi sicura della cosa, non voleva che mi sentissi costretta, ma c’era in mezzo la felicità di una bambina quindi misi il mio miglior sorriso e lo tranquillizzai. Chissà magari non sarebbe stato poi neanche così male. Stabilità la location definitiva continuammo con i preparativi e questa volta dovetti arrendermi all’idea di un nuovo vestito. Iniziai a sfogliare vari cataloghi ma nulla sembrava fare al caso mio. Mi sarei dovuta sposare in un castello e questo precedeva di conseguenza un abito adatto. Per una come me che ama starmene in Jeans e giacca di pelle fu davvero infernale sceglierne uno ma poi decisi... mi aiutarono le mie due bambine a sceglierlo. Per me uno valeva l’altro, erano tutti troppo pomposi per i miei gusti quindi tanto valeva fare felici loro. Guardandolo attentamente devo dire non mi dispiacque neanche poi tanto il mio acquisto: non era neanche di colore bianco quindi già il fatto di non sembrare un’enorme meringa gigante era un grande punto a favore. Apprezzarono anche Regina e sopratutto mia madre, questo mi portò ad essere meno agitata... non sarebbe stato per nulla facile per le mie orecchie doverla sentire costantemente lamentarsi perché non le piaceva l’abito scelto... almeno per quell’occasione ero salva. Sistemati gli abiti di tutti arrivò la parte più difficile, ripulire il castello. Il sortilegio lo aveva messo ko, non sarebbe stato per nulla semplice riportarlo in vita. Si occuparono papà, mamma e Regina di rimetterlo a nuovo, le uniche tre persone che lo conoscevano alla perfezione e con la scusa provarono anche la pozione che avremmo dovuto spostarci. Regina aveva fatto un lavorone: la pozione non diede esiti negativi. Tutto ormai era quasi pronto, mancava davvero poco al grande evento e la cittadina era più emozionata che mai, dovunque andavo mi fermavano per chiedermi come stessi e se ero emozionata. Certo che lo ero, stavo per giurare amore eterno a mio marito per la seconda volta, potevo non esserlo? Ero un po’ agitata visto il contesto in cui mi sarei ritrovata devo ammetterlo ma si, ero parecchio emozionata. Il tempo scorre a veloce e sebbene mancasse poco, una settimanella all’incirca, c’era ancora un’altro piccolo ma grande ostacolo da superare: decidere come ci saremmo sistemati io e Killian la sera prima del grande evento. Non che per me e Killian fosse un problema dormire insieme.. anzi,Io e mio marito non avevamo nessuna intenzione di dormire separati, eravamo sposati ormai non ne vedevamo il bisogno ma mio padre la pensava diversamente e ci tartassò in ogni maniera possibile immaginabile per farci cambiare idea tanto che alla fine pur di non sentirlo decidemmo di dirgli ascolto. Lo avremmo fatto sul serio? Avremmo veramente dormito separati la notte prima delle nozze? Certo che no, ma lui non avrebbe dovuto saperlo. Sistemato anche mio padre non vi erano più problematiche da risolvere... o almeno così credevo. Una sera, all’incirca tre giorni prima dal giorno del si, mentre stavo beatamente dormendo venni svegliata da un pianto insolito. Era il mio piccolo Liam. Da quando è nato avrà pianto di notte si e no un paio di volte, neanche durante i primi mesi, quando lo allattavo, richiamava la mia attenzione piangendo. Si svegliava e attendeva che arrivassi. Fui costretta addirittura a mettermi la sveglia ogni tre ore per andare da lui o altrimenti non mi sarei minimamente accorta che fosse sveglio. Il pianto di quella sera quindi era un chiaro segnale che qualcosa non andava e infatti dopo neanche cinque minuti che ero nella sua stanza ecco arrivare anche Killian a controllore che tutto fosse ok.
  • Tutto bene tesoro? - mi chiese avvicinandosi - Come mai piange? 
  • È caldo, credo che abbia qualche linea di febbre. - avevo già preso il termometro e gliela stavo misurando. Avevo visto giusto, aveva 37.7. - Cavolo, non ci voleva! E adesso? - la futura sposina, ovvero io, era ufficialmente entrata nel panico. - Dobbiamo chiamare Regina, indire un’assemblea straordinaria e dire loro che la cerimonia è rimandata. Dobbiamo chiamare il...
  • Ei Ei calmati! Respira o ti verrà un colpo. - mi bloccò prontamente Killian - Aspettiamo domani, magari è solo una febbre passeggera. Mancano tre giorni al matrimonio, c’è tutto il tempo per aiutarlo a guarire. - disse cercando di farmi rilassare. Ma come potevo rilassarmi? Stavamo parlando di mio figlio, non volevo che presenziasse alla cerimonia con lo strascico dell’influenza. Non volevo vivere quella giornata con l’ansia di doverlo controllare ogni cinque minuti per controllargli la temperatura e non volevo che presenziasse non del tutto in forma, non si sarebbe di certo goduto la giornata e di conseguenza non ce la saremmo goduti nenache noi.
  • Non lo so Killian, e se non dovesse guarire a pieno prima di sabato? Io... cioè non possiamo informare gli invitati a distanza di 24h, non sarebbe carino. 
  • Aspettiamo domani ok? A mente fresca e dopo aver consultato anche Whale allora prenderemo una decisione. Che ne sai, magari è solamente un’alterazione, è già capitato in passato con le altre due no? - beh... in effetti non aveva poi tutti i torti. Provai a dargli retta e anche se con un po’ di ansia in corpo cullai Liam, gli diedi una Tachipirina e dopo averlo rimesso a letto andai a dormire anche io. Non si fece sentire per tutta la notte il che mi tranquillizzò parecchio, forse era stato solamente un colpo di vento a fargli aumentare la temperatura. Forse mi ero allarmata inutilmente... no, ci avevo visto lungo invece. il mattino seguente non solo aveva ancora la febbre, ma trovai anche un bel regalino quando gli tolsi il pigiamino per fargli il bagnetto. Aveva entrambe le braccia e e le gambe ricoperte da bollicine. Le avrei riconosciute anche ad occhi chiusi, non erano semplici bolle, quelle erano il chiaro segnale che il mio piccolino si era beccato la varicella. Grandioso no? Chiamai immediatamente Killian, il quale stava ancora dormendo, per informarlo dell’accaduto dopodiché chiamai Whale il quale mi confermò la mia diagnosi. Il rinnovo delle promesse pertanto era ufficialmente rimandato.
 
POV KILLIAN. 
Decidemmo di rimandare il tutto a distanza di venti giorni in modo tale che il nostro ometto per quel giorno si sarebbe ripreso alla perfezione.
Credevamo di aver vissuto attimi da incubo durante la preparazione del matrimonio ma in realtà non avevamo ancora visto nulla. La convalescenza di Liam non fu per nulla facile da gestire anzi... quel piccolino non fece altro che lamentarsi e piangere poveretto, per via del bruciore che quelle bolle gli causavano. Voleva stare sempre appiccicato alla sua mamma e al suo amico di peluche e solo questa vicinanza, in parte, riusciva a farlo stare un po’ più tranquillo. Oltre a questo c’era un’altra cosa che rasserenava l’animo di mio figlio ma al contempo uccideva me: Liam aveva preso l’abitudine, già prima della varicella, di fare merenda guardando il suo cartone animato preferito: Peter Pan. Per me vederlo ammirare quel piccolo esserino vestito di verde era un colpo al cuore ma cosa potevo farci se mio figlio ne andava pazzo? Emma mi prendeva in giro per questo e io all’inizio ci stavo anche allo scherzo ma quando, a causa della varicella, questo cartone veniva messo in tv almeno sei o sette volte al giorno a ripetizione allora non resistetti più e feci una cosa che forse, da adulto quale ero non avrei dovuto fare. Emma era al piano di sopra con Liam e Leila quella sera, solo Chloe era lì e decisi di farmi aiutare da lei. In fondo tra le due femminucce era lei la piratessa di casa.
  • Amore di papà vieni un attimo qui, devo dirti una bella cosa. - le dissi attirando la sua attenzione. Non dovetti neanche ripetermi che alla parola “bella cosa” ecco la mia piccola Chloe lasciare i suoi giocattoli e correre tutta sorridente verso di me. 
  • Che c’è papo? - disse con un gran sorriso. 
  • Dimmi un po’ signorina... tu sei una principessa o sei la piratessa bella del papà? 
  • Io pilata come te! - ci avrei scommesso che mi avrebbe risposto così, non a caso avevo aggiunto l’aggettivo “bella” accanto alla parola piratessa. 
  • Molto bene mia piccola seguace! - le diedi un bacino portandola poi sulle mie ginocchia. - dimmi un po’, tuo fratello cosa sta facendo? 
  • Liam? - annuii - È con mamy a mettere il pizzamino. Ma lo sai che è popio buffo quel nano con tutte quelle bollicine? - se non trovava un pretesto per prendere in giro Liam non era lei. Il suo linguaggio era quasi del tutto tornato a posto, questo significava a detta di Hopper che aveva accettato l’idea di avere un fratello più piccolo.. forse era sul serio così, ma a livello di gelosia ne avevamo di strada da fare. 
  • Quante volte devo dirtelo tesoro? Non si prendono in giro i membri della nostra famiglia! - dissi serio facendole abbassare lo sguardo. 
  • Cusami papo!
  • Ok, ma che non ricapiti più ok? - annuì - perfetto, ora ascoltami attentamente: ti darò un dollaro se andrai di la in salotto e metterai fine all’esistenza del dvd di Peter Pan. - le dissi come se fosse la cosa più normale di questo mondo. 
  • Che debo fare? - chiese non capendo bene. Forse non avevo usato un linguaggio adatto a lei. 
  • Devi semplicemente rompere il dvd di Peter Pan amore. Tutto qui! - le spiegai meglio. 
  • E perché? - ti pareva che non voleva una spiegazione plausibile quella piccola Emma in miniatura?
  • Perché non è un bel cartone... - mi limitai a dire. 
  • A me pace un pochino. - nel giro di poco ero più che sicuro che non le sarebbe piaciuto più. 
  • Te ne comprerò uno più bello di dvd amore, sta tranquilla. Uno pieno zeppo di principesse come Elsa e Anna . - citai i suoi personaggi preferiti per allettarla. - e poi ti darò anche un dollaro come ti ho già accennato, è un affare da non perdere stellina mia. - se Emma fosse scesa in quel momento come minimo mi avrebbe fatto passare un brutto quarto d’ora: stavo tecnicamente comprando mia figlia. 
  • Cosa posso compacci con un dollalo papy? - sarebbe stato da risponderle “nulla”ma non era di certo un buona risposta quella se volevo che il mio piccolo piano andasse in porto. Mia figlia non si sarebbe mai accontentata di due dolcetti.
  • Tante belle cose amore: dolci, caramelle...
  • Giocattoli? - ti pareva? Conosco bene la mia bestiolina.
  • Emh... sì sì certo tesoro, anche i giocattoli. - mentii. 
  • Allora vado subito papo! - grande! Piano riuscito. La vidi correre verso il salottino per poi tornare qualche secondo dopo. Che avesse già fatto? - Appetta papo, ma come lo rompo? - chiese. 
  • È indifferente tesoro: con la magia, senza.. come preferisci. Puoi anche farci giocare Prince se vuoi, sarebbe un ottimo frisbee. Vai adesso prima che la mamma scenda giù! - quelle ultime parole non passarono inosservate alla piccolina di casa che prontamente chiese:
  • La mamma si allabbia con me se lo scopre papo? - non so perché ma i miei figli temono molto di più Emma che me. Strano no? In fondo sono io l’uomo di casa... 
  • Si potrebbe arrabbiare ma non di certo con te amore mio, ti difenderò io semmai dovesse rimproverarti ok? 
  • Allora va bene papo ma voglio due dollari. - mi tese la mano come a dirmi “papà sgancia i soldi” 
  • Perché due? E perché adesso e non dopo a lavoro concluso? - incredibile a soli quattro anni già sapeva come comportarsi in affari.
  • Pecche è un’opelazione pericolosa e poi pecche se mamma ti sgrida tu no dai più i soldi a me. - piccola furfante del mio cuore. Presi il portafoglio e le diedi due banconote da un dollaro. Emma mi avrebbe ucciso se lo avesse scoperto ma avrei preferito farmi torturare fisicamente da lei piuttosto che morire interiormente a causa di Liam e il suo grande amore per Peter Pan. Lasciai agire la mia piccolina indisturbata e nel mentre me ne andai al piano di sopra, nella mia camera, a rilassarmi un po’. Volevo aspettare che Emma arrivasse in camera per potermela coccolare un po’ ma ero talmente stanco, a causa del poco dormire della notte precedente, che mi addormentai neanche cinque minuti dopo essermi steso sul letto. 
  • Io spero che tu stia scherzando Killian! - la voce di Emma e il suo aprire rumorosamente la porta mi fece saltare in aria come una molla. Che accidenti era successo? 
  • Co.. cosa? - dissi non avendo capito bene cosa mi avesse appena detto. Di sicuro non era nulla di buono, mi stava guardando incredula e contrariata allo stesso tempo. 
  • Mi stavo chiedendo se fossi impazzito o no! - prese un respiro - Sul serio Killian? 
  • Emma... amore, non... non capisco di cosa tu stia parlando. 
  • Ah no? Ti rinfresco la memoria allora: ho messo a dormire Liam dopo più di quaranta minuti di pianto ininterrotto, sono scesa al piano di sotto per chiederti di aiutarmi con le bambine per metterle a letto visto che non avevo neanche la forza di parlare e cosa trovo scendendo? Chloe intenta a far giocare Prince con un dvd. - o cacchio.... 
  • Hai ragione, lo so... hai pienamente ragione, non l’ho controllata, ma non è di certo colpa mia se quella monella ne combina una dietro l’altra. Lo sai anche tu come è fatta no? Se non si mette nei guai non è lei. - stavo facendo a mia figlia un torto allucinante ma lo ammetto: lo sguardo di mia moglie non mi piaceva per nulla. Mi avrebbe ucciso con le sue stesse mani se solo avessi ammesso la verità mentre con Chloe di sicuro si sarebbe limitata solamente ad una sgridatina. Mi sarei fatto perdonare con la mia bambina e di sicuro avrei anche confessato i miei errori ma almeno in quel momento ne sarei dovuto uscire pulito.
  • No no no no no... non posso credere a quello che sto sentendo. - si portò entrambe le mani sulla fronte esasperata. - Mia figlia mi ha appena accennato di non entrarci nulla in questa storia. Dice che glielo hai detto tu di farlo. - quella piccola peste, mi aveva sul serio tradito cosi? . - È vero? - Domando conoscendo già la risposta. 
  • Secondo te? - le domandai a mia volta per prendere tempo. 
  • Vorrei che mi rispondessi prima tu. Tranquillo però, la mia impressione te la darò ugualmente. - Ero nei guai, dovevo seriamente inventarmi qualcosa. 
  • Potrei averle detto, in passato, che i dvd sono come i frisbee con cui gioca Prince, ma non le ho di certo detto di prenderne uno e farci seriamente giocare il cane. - bugie su bugie... bene Killian, se Emma avesse creduto a questa storia come minimo avrei dovuto regalare a mia figlia un intero negozio di giocattoli pur di farmi perdonare. 
  • All’inizio pensavo anche io che ne avesse combinata un’altra delle sue ma mi è bastato guardarla in faccia e pronunciare il suo nome in maniera alterata per capire la vera realtà dei fatti. A dire il vero non ho fatto neanche in tempo a finire di pronunciare il suo nome che eccola che ha confessato: “ giuro mamma non sono stata io, me lo ha chiesto papà. Mi ha dato due dollari per farlo.” Mi ha detto questo la tua piratessa.
  • E le credi? 
  • Ho visto con i miei occhi sia i due dollari, con la quale non è solita andare in giro, sia il dvd in questione: Peter Pan. Ecco perché non ho dubbi sulla sua innocenza. Killian... hai davvero pagato nostra figlia per distruggere uno stupidissimo dvd? - ormai la frittata era fatta tanto valeva confessare.
  • Ok lo ammetto, si ho pagato Chloe per farle fare il lavoro sporco. Lo so, non è per nulla una cosa di cui andarne fieri ma io non sopporto più l’idea che mio figlio passi l’intera giornata a guardare esempi poco costruttivi per lui. Passi quel coccodrillo di pezza che si porta dietro per tutta casa come una reliquia ma pure io cartone no! Si sta esagerando. - Ecco, finalmente lo avevo detto.
  • È solo un cartone Killian, uno stupidissimo Cartone animato, non puoi dire sul serio. - rispose. 
  • Non voglio che si appassioni a questo genere di schifo ok? 
  • Appassioni? Killian... Liam ha solamente un anno, il massimo che recepisce di quel cartone sono i suoni e i colori. Non farne un dramma - era semplice per lei... 
  • Ma non lo vedi che sta diventando una fissazione la sua? Prima avrei anche potuto sopportarlo ma adesso? Ammetterai anche tu che è un continuo. Pan di qua, Pan di la.... e basta! - ero esasperato. 
  • Ma sta male... povero cucciolo.
  • male... non esagerare adesso: ha solo due bollicine e qualche linea di febbre. Sembra quasi che tu lo stia trattando come un moribondo! - oh oh il suo sguardo cambiò ancora. 
  • Ah si? È questo che pensi? Credi che io sia troppo apprensiva e di conseguenza lo accontento in tutto e per tutto? - ok... ora l’avevo proprio fatta arrabbiare. 
  • No io...
  • Bene sai cosa vuol dire questo? Che io mi metterò a dormire e per qualunque cosa ci penserai te a Liam... Buonanotte! 
Senza degnarmi di uno sguardo venne a mettersi sul letto e dandomi le spalle si mise a riposare. Non stava dormendo, potevo percepirlo dal suo respiro, ma non mi rivolgeva comunque la parola. 
  • Emma e daiii non fare così. - mi avvicinai accarezzandole piano la schiena. 
  • Troppo tardi lasciami in pace. - fu secca e decisa, non volveva avere niente a che fare con me, le dava addirittura fastidio se per sbaglio la sfioravo. Forse avevo sul serio esagerato con quell’ultima frase, avrei dovuto tenerla per me ma è vero che lo tratta come fosse un moribondo. Dice che si lamenta ma è normale che lo faccia. Se capisce che a ogni suo lamento la bella e cara mammina corre da lui sarebbe scemo a non continuare a lamentarsi. La mamma è sempre la mamma no? Già... e infatti la voce del mio piccolo furbetto del mio cuore si fece sentire qualche minuto dopo. Naturalmente stava chiamando Emma. 
  • Liam ti cerca... - le sussurrai piano nell’orecchio per non spaventarla nel caso si fosse già addormentata. 
  • Non ho assolutamente intenzione di andare mi sembra di essere stata abbastanza chiara prima. Hai detto che non sta male no? Bene... occupati di lui allora. - lo avrei fatto, mi faceva piacere occuparmi di lui, ma al tempo stesso le avrei dimostrato anche di avere ragione... un buon bicchiere d’acqua, due coccole e una favola, questo sarebbe servito per calmarlo. Contavo di tornarmene a letto nel giro di una mezz’ora, al massimo quaranta minuti... si certo come no. Erano le 22:00 quando andai nella sua cameretta e alle tre del mattino ero ancora lì a cercare di placare il suo pianto. Cercava di grattarsi, cosa che avevamo impedito mettendogli dei guantini, smaniava per via della febbre ed era una piccola fabbrica di pupù. Cambiai più pannolini quella sera che in tutta la mia vita da papà, era inconsolabile quel piccoletto ma per quanto mi sforzassi di aiutarlo una sola cosa non riuscii a fare: sostituire la sua mamma. La chiamava in continuazione e non sembrava volersi arrendere all’idea che per quella sera non sarebbe andata da lui. Le provai tutte per cercare di calmare il suo incessante pianto ma qualsiasi cosa facessi sembrava essere inutile. “Mam-ma, mam-ma, mam-ma” non faceva altro che ripetere il suo nome, niente sembrava funzionare per tenerlo buono tanto che ormai esausto feci l’unica cosa che mai mi sarei aspettato di fare: scesi al piano di sotto e sperando che Prince non avesse inveito troppo contro quel dischetto metallico misi in tv il cartone animato preferito di mio figlio. Incredibile ma vero, Liam piano piano iniziò a calmarsi. 
  • Bene bene... cosa vedono i miei occhi! - avevo messo il volume al minimo pur di non farmi sentire da mia moglie e invece eccola comparire dietro le mie spalle. - sarebbe da immortalarti lo sai? 
  • Emma... non eri... come mai sei...
  • Come mai sono scesa? Beh ho sentito Liam calmarsi improvvisamente e sono corsa a vedere in che modo ci fossi riuscito.- sogghignò. 
  • Non commentare ti prego! - dissi buttandomi a peso morto sul divano.
  • Non commento? E dovrei perdermi questa occasione? Ma neanche morta. - rise - Allora mio caro maritino: come mai sei qui in salotto a far guardare a Liam il tanto odiato Peter Pan? Non era un cartone poco esemplare per lui? - mi stava sfottendo alla grande... me lo meritavo. 
  • Io non lo so cos’abbia quel cartone di così speciale per lui ma è stato davvero l’unico modo per placare il suo pianto. Mi dispiace Emma, mi dispiace essermi comportato come uno sciocco, mi dispiace aver dato un cattivo esempio a Chloe e mi dispiace in particolar modo aver detto che il pianto di Liam fosse dovuto semplicemente da uno stupido capriccio: in fondo è piccolino, è normale non sopportare qualche linea di febbre e qualche bolla. 
  • Sarebbe difficile da gestire anche per te, figurati per lui.
  • Non esagerare... io sono un uomo! - non mi sono mai lamentato di nulla nella mia vita, neanche quando mi tagliarono la mano mi lamentai, cosa le faceva credere che al posto di Liam avrei fatto lo stesso? Tze... donne: si credono il sesso forte...- Comunque spero solamente che questo cartone non influisca negativamente su di lui. - tornai a parlare del precedente argomento.
  • Guarda tu stesso! - mi indicò Liam che, seduto sul suo seggiolone, si era addormentato - che esempio può prendere da questo cartone se non riesce neanche ad arrivare alla fine che si addormenta? - prese una pausa - Lo so che non ti piace Peter Pan, avendolo personalmente conosciuto non piace neanche a me, ma Liam è ancora piccolo per iniziare ad odiare qualcuno non trovi? Facciamolo credere nelle favole ancora per un po’... crescono così in fretta, avrà tutto il tempo per farsi le sue simpatie e antipatie. 
  • Forse hai ragione tu... basta solo che guardando quel cartone non se ne esca con frasi del tipo: “ capitan uncino è cattivo” non credo riuscirei a sopportarlo. - scoppiò finalmente a ridere, forse non era proprio così in collera con me. 
  • Più che cattivo direi bruttino... ti hanno dipinto proprio male li ammettilo! - continuò a ridere - comunque non puoi saperlo, magari lo guarda proprio perché quel buffo capitano con l’uncino gli piace! 
  • Non ci avevo pensato sai? Deve essere per forza così! - sorrisi felice per poi avvicinarmi maliziosamente a lei - il fatto che tu mi stia parlando significa che non sei più arrabbiata con me vero? Pensavo... visto che Liam si è addormentato potremmo metterlo nel suo lettino e...
  • E andare a dormire Killian! Non dormo da due giorni, sono letteralmente sfinita! E poi sono ancora arrabbiata con te.
  • Non ci credo! 
  • Un pochino si, quindi dovrai farti perdonare! 
  • ah si? E come? - domandai. Avrei fatto di tutto pur di poterla stringere a me. 
  • Non lo so, ma non con le tue solite porcate. - sorrise - chissà magari la notte ti porterà consiglio. - la notte... quello che era rimasto della notte. Riuscimmo a metterci a letto alle quattro e trenta del mattino, crollammo sfiniti entrambi e alle sette del mattino ecco Chloe e Leila correre in camera nostra. Si erano svegliate e non avendo più sonno erano venute a dar guai a noi. Bene... un’altro giorno così e saremmo finiti dritti dritti in manicomio. I miei figli sono un’amore dovete credermi ma in una situazione come quella in cui ci trovavamo con Liam, era difficile poter gestire anche le altre due. Leila pure pure, in fondo è una bimba molto tranquilla ma Chloe proprio no. Quella monella è in continua ricerca di attenzioni e il fatto che ne stavamo dando tante a suo fratello la rendeva particolarmente capricciosa. In quei giorni si era lamentata spesse volte che la sua mamma passasse troppo tempo con Liam e anche quella mattina le cose non furono da meno. Era impossibile andare avanti in quel modo ed Emma, la più provata da tutta questa situazione, non vedendo altra soluzione per non impazzire, chiese aiuto ai suoi genitori i quali furono più che felici di prestarle soccorso. Come? Portando un paio di giorni le bambine al Loft con loro. Avendo casa decisamente più libera e avendo del tempo solo per noi, quando Liam dormiva, potei anche mettere a punto il piano per farmi perdonare. Cosa avevo in mente? Una bella cenetta romantica tra le quattro mura della nostra amata cucina, un bel filmetto romantico di quelli che sotto sotto le piacciono e per finire a letto....non a dormire sia chiaro. Aveva detto niente “porcate” come ormai definiva ogni mia avance ma non avrebbe potuto certo dire di no ad una bella notte di passione e coccole all’interno della nostra vasca idromassaggio. Quella giornata coincideva poi con quella che sarebbe dovuta essere la data ufficiale delle nostre promesse, quale pretesto in più per festeggiare? Iniziai a preparare mentalmente il tutto per rendere la serata perfetta ma già verso l’ora di pranzo le cose iniziarono a non mettersi poi tanto bene. Liam non aveva per nulla fame quel giorno e si ritrovò a sputacchiare tutta la sua pappa addosso ai vestiti di Emma e sul caro e inseparabile amico di peluche il quale venne prontamente messo in lavatrice. Non l’avesse mai fatto... il piccolo segui la sua mamma fino in bagno e vedendo la scena iniziò a strillare come un matto. Emma provò a consolarlo ma il piccolino era fuori di se.
  • Olso olsoooooooooooo! - strillò allungando le manine verso la lavatrice come se stessero torturando il suo amico più fedele. - olso buaaaaaaaa! 
  • Ma no amore, non ha la bua orso...sta facendo solo il bagnetto, era tutto sporco. - lo rassicurò sua madre. - Andiamo di la a giocare dai, tra qualche ora verremo a prenderlo. - ci provò ad allontanarlo da li ma fu tutto inutile. Il piccolino sgattaiolò dalle sue braccia e corse in direzione della lavatrice cercando inutilmente di aprirla.
  • No amore... non si fa! - continuò a dirgli Emma ma Liam ormai era entrato nel Mood “voglio olso” e niente sembrava distrarlo. 
  • povelo olso... fuoli! Fuoli olso. - stava cercando di dire a sua madre di tirare orso fuori dalla lavatrice, ma quanto poteva essere tenero? Purtroppo Emma non poté accontentarlo, non poteva di certo ridarglielo bagnato, lo lasciò disperarsi un’altro po con la speranza che si stancasse e in effetti qualche minuto dopo, finalmente esausto, si addormentò e rimase buono e tranquillo per gran parte del pomeriggio. Tornarono in me le speranze per una seratina con i fiocchi e fino all’ora di cena la cosa sembrò essere fattibile: nessun capriccio in corso... fu il dopo cena che mi lasciò nuovamente senza speranze. Liam si svegliò già stranito, non aveva dimenticato la scena del dopo pranzo e voleva il suo inseparabile amico con se. Provammo a distrarlo per un po’ con l’intento di rifarlo addormentare ma niente... nulla sembrò distrarlo. Lasciai Emma da sola qualche minuto nella speranza che riuscisse a compiere il miracolo e andai a riempire la vasca idromassaggio... quando tornai da lei la situazione era alquanto disperata. Erano nella cameretta di Liam e Emma cercava inutilmente di metterlo a letto. Ogni volta che gli rimboccava le coperte lui si alzava e iniziava a saltellare dicendo “no olso no ninne” neanche il sul cartone animato preferito quella sera lo calmò ed ecco che Emma pur di farlo stare buono gli concesse, in via del tutto eccezionale, di dormire nel lettone con noi mettendo così fine, in maniera del tutto definitiva, alla nostra romantica serata.
  • Ma di tanti giorni proprio oggi dovevi lavare quel coso?
  • Non è mica colpa mia se tuo figlio ha deciso che oggi il suo amico doveva pranzare con lui. Dovevo lasciarglielo tutto sporco di sugo e parmigiano?
  • - Sarebbe stata un’ottuma Idea! Avevo dei programmi che ora, per colpa di quello stupido coccodrillo, non potrò portare a termine. Tze... ma che ci troverà mai di così bello in quel coso. Non era meglio una macchinina come si regala sempre a tutti i bambini? No certo che no... mio figlio deve sempre differenziarsi dalla massa.
  • Lo so che stavi organizzando qualcosa per me, è da stamattina che ti vedo armeggiare con candele e profumatori e non puoi immaginare quanto lo apprezzi. - mi diede un bacio a fior di labbra attenta a non muoversi troppo per non svegliare Liam il quale finalmente aveva chiuso gli occhi. - recupereremo il prima possibile ok? - propose. Mi aveva perdonato... beh almeno questo. 
  • Si ma non avrà più lo stesso senso... oggi avremmo dovuto rinnovare le promesse... era il giorno perfetto, visto che non abbiamo potuto più farlo, per una seratina. - misi il broncio come un bimbo a cui è appena stato detto no. - Ora però sta dormendo non credi che magari, per una mezz’oretta noi potremmo...- mi capi al volo è stranamente si lasciò convincere. Provammo a spostarci in bagno ma neanche due minuti dopo eccolo immediatamente svegliarsi e riprendere a piangere. - ok ok ho capito....mi metto a dormire che è meglio. 
 
POV EMMA.
Fummo costretti ad abbandonare ogni presupposto di riuscita di quella serata. Liam ad ogni nostro movimento sussultava e iniziava a piangere, c’era permesso solamente di respirare, così, pur di non farlo svegliare ulteriormente, ci arrendemmo all’idea di metterci dormire. Il mattino seguente quando mi svegliai ero a pezzi. Avevo un dolore alla schiena allucinante; Killian si era mosso per tutta la notte e mi aveva massacrata di calci. 
  • la prossima volta ti faccio dormire sul divano! - sentii la sua voce mentre avevo ancora gli occhi chiusi. - mi hai massacrato questa notte. Che stavi sognando che non hai fatto altro che girarti e rigirarti nel letto? Posso perdonarti solo se sognavi di far l’amore con me - cosa? Io? Ma se era lui che mi aveva praticamente massacrata a suon di botte. Aprii gli occhi, mi girai verso la sua direzione per prenderlo seriamente a pedate e fu solamente allora che mi resi conto di una cosa: c’era Liam nel lettone con noi, me ne ero completamente dimenticata, era lui io piccolo ninja che ci aveva preso a calci per l’intera notte. 
  • Ti sei salvato in calcio d’angolo jones.. - dissi sorridendo - pensavo fossi impazzito sai? Ho ricevuto più calci che calci stanotte, pensavo fossi tu e invece.... - era voltato di spalle ma alle mie parole si girò anche lui verso il centro del letto notando il nostro piccolo ometto dormire in orizzontale tra me e lui con le braccia rivolte verso la pancia di Killian e i piedini conficcati nel mio fianco. Scoppiammo entrambi a ridere a quella scena, non era per nulla comodo dormire così eppure lui sembrava esserlo. Si svegliò decisamente di umore migliore quella mattina, la febbre gli era scesa ma il pizzicore delle bolle sembrava non voler scemare, gli feci fare colazione a letto e in via del tutto eccezionale convinsi Killian a mettere il cartone preferito del bambino nella tv della nostra camera da letto per guardarlo tutti e tre insieme. Credevo fosse una buona idea... a Liam piaceva Peter Pan ma propio nel bel mezzo del cartone, più precisamente quando vide il coccodrillo, il suo cervello elaborò un piccolo dettaglio fino a quel momento ancora non pervenuto: il suo amico di pezza non era ancora lì con lui. 
  • Olsooooo olsoooooooooo! - “no, ci risiamo” pensai ma fortunatamente Killian aveva pensato a tutto. oltre a portarci la colazione a letto e il dvd aveva portato con se anche quel piccolo animaletto di pezza. 
  • L’ho asciugato con il phone! - disse furbamente guardandomi di sottecchi come per dire: “ che sia la prima e ultima volta tesoro” - Da stasera caro ometto del mio cuore, visto che l’emergenza è rientrata, tornerai nel tuo bel lettino, io e la mamma vogliamo stare da soli. - eh già, una notte era stata più che sufficiente, tra varicella, febbre e nervosismo per la lontananza dal suo gioco preferito ce ne aveva fatte passare delle belle quel piccoletto, avevamo bisogno di un po’ di tempo solo ed esclusivamente per noi per poterci riprendere. Per farlo pensammo addirittura di replicare quella stessa sera la serata saltata la sera precedente ma aimè, neanche dieci minuti dopo i nostri piani vennero smontati nuovamente. Ricevetti una videochiamata sul mio cellulare: mamma. Cosa voleva mia madre alle otto del mattino? E perché una videochiamata? Accettai la chiamata e l’unica cosa che riuscì a dirmi fu: “non preoccuparti ci penso io.” Non riuscì a dire altro che le mie bambine le strapparono il cellulare dalle mani.
  • Mamma ciaoooo dobbiamo farti vedere una cosa! - disse Leila inquadrando se stessa e poi sua sorella la quale stava saltellando allegramente sul letto. - Avanti Chloe fallo vedere alla mamma. - la spronò. - Cosa doveva farmi vedere? Che avevano combinato stavolta? 
  • Mamy mamy guardaaaaa! - Chloe si alzò la maglietta del pigiamino e mi mostrò il suo pancino tutta orgogliosa e felice. Quello che vidi mi lasciò senza parole... avrei preferito di gran lunga che avessero combinato qualche casino. La mia piccola bambina aveva la pancia interamente coperta di bolle, aveva più bollicine lei in quel piccolo pancino che Liam in tutto il suo corpo. Non potevo crederci, non stava succedendo per davvero. - visto mamy! Nonno ha detto che ho la baricella! Ho la baricella come Liam! Che belloooooo!! Sei contenta mamma? - contenta? Ero disperata. Un bambino con la varicella era già ingestibile, figuriamoci due... con una come Chloe poi. Era tutta felice e orgogliosa delle sue bollicine ma non sapeva ancora cosa le sarebbe aspettato, tra qualche ora non ne sarebbe stata più così contenta.
  • Amore non dovresti essere contenta sai? La varicella è una malattia. - le spiegai. - non è grave ma è pur sempre una malattia. 
  • Nonno ha detto che con la baricella posso avere il doppio delle coccole e tanti, tanti, tanti, tantissimi tocattoli nuovi! - mio padre e la sua boccaccia. - non vedo l’ora di andare all’atilo... boglio far bedere ai miei amici le mie bollicine. Sono tante hai visto? 
  • Amore non puoi andare all’asilo così, hai la bua? 
  • Davvero? - annuì - Quindi: coccole, tocattoli e no scuola? Mi piace quetta bua. Come immaginavo l’entusiasmo di quella mattina svanì già dal primo pomeriggio, la varicella le diede solo il tempo di tornare a casa e mangiare qualcosina poi si sfogò. Era completamente ricoperta di bolle la mia bambina, molte di più di quelle di suo fratello e in particolar modo sulla pancia e sul viso. Era talmente piena che il suo papà iniziò a chiamarla fragolina. Iniziarono i veri giorni di fuoco, stare dietro a due bambini così piccoli entrambi malati non era per nulla semplice ma grazie all’aiuto indispensabile di mio marito riuscii ad uscirne indenne. Guarirono entrambi nel giro di due settimana, tornarono chi al nido e chi all’asilo e noi adulti dopo due giorni di puro e assoluto riposo tornammo a programmare la data, questa volta definitiva del rinnovo delle promesse. Volevano farlo il più presto possibile, volevamo recuperare il tempo perduto ma purtroppo ancora una volta il destino non aveva i nostri stessi piani. Era mattina, mi ero alzata presto per accompagnare i bambini a scuola e prendere delle cose alla stazione dello sceriffo per lavorare da casa. Mi fermai da Granny per prendere la colazione e una volta tornata a casa sistemai tutto quello che avevo acquistato su un vassoio con l’intento di fare una sorpresa a Killian e portargli la colazione a letto. Aveva passato dei giorni di fuoco anche lui per via dei bambini e a quanto pare doveva ancora recuperare visto che alle 10:00 del mattino non era ancora sveglio. È un tipo mattiniero il mio pirata, il fatto che dormisse fino a tardi era un chiaro sintomo che stesse ricaricando le pile. Presi il vassoio per portarlo al piano di sopra ma non riuscii neanche ad uscire dalla porta della cucina che mi ritrovai Killian davanti. Rimasi a fissarlo per qualche secondo con la bocca spalancata e senza accorgermene lasciai scivolare dalle mani l’intero vassoio combinando un gran casino a terra. 
  • Emma amore, ti ho forse spaventato? Mi chiese vedendomi completamente sconvolta e ancora imbambolata a fissarlo. 
  • Killian... tu....
  • Io? 
  • Tu... - lo indicai.
  • Io cosa... Emma!!!! Tutto ok? Amore? Sei diventata pallida. - mi disse avvicinandosi a me. Non potevo credere ai miei occhi... stavo sognando.
  • Ri... ricordami quello che mi hai detto due settimane fa: tu hai passato la varicella? - chiesi a bruciapelo. 
  • Ma la tua è una fissazione amore! Si che l’ho passata! Te l’ho già detto trenta volte in questo periodo mi sembra. Che fai non mi ascolti più? 
  • Si... sicuro Killian?
  • Più che sicuro, ma perché tutt’e queste domande? Non dirmi che anche tuo fratello o peggio i tuoi l’hanno presa e ora sei preoccupata che possano contagiarmi vero? Io sono una roccia amore! A me non mi scalfisce niente e nessuno. - lo vidi pensare a quello che aveva appena detto e successivamente ridere - non mi dire: quel principino da quattro soldi di tuo padre si è sul serio beccato la varicella come i bambini? Oddio che ridere! - rise talmente forte che per un momento contagiò anche me. - che principino delicato, lo prendero in giro a vita per questo, lo sai vero? 
  • Emh... Killian non vorrei interrompere il tuo entusiasmo ma mio padre non ha preso la varicella...
  • Vorrei ben vedere.... sarebbe stato davvero ridicolo in caso non trovi? Quale adulto virile potrebbe mai prenderla? - non credo che la mia risposta gli sarebbe piaciuta. 
  • Emh... credo che l’abbia presa proprio tu invece.... - dissi indicandogli lo specchio. Lo vidi avvicinarsi a passo sostenuto verso di esso per capire di cosa effettivamente stessi parlando e dopo essersi ammirato attentamente tornò a guardare me.
  • E lo deduci da cosa? Da queste tre bollicine? - rise - rilassati amore, ho solo mangiato qualcosa che mi ha fatto reazione, non ho la varicella io. 
  • Killian... so riconoscere una varicella quando la vedo ormai... quella è indubbiamente varicella! - scrollai le spalle - A quanto pare non l’hai passata da piccolo. - sorrisi teneramente. Non lo avrebbe mai accettato, lo sapevo per certo quindi, di conseguenza prenderlo in giro per tutto quello precedentemente detto a mio padre era fuori discussione: avremmo di sicuro finito per litigare. 
  • Ti ho detto che non è varicella! - disse già con toni decisamente più alterati.
  • Ok ok, non ti scaldare! - dissi continuando a sorridergli - Almeno una visitina però io la farei fossi in te! Giusto per escludere il tutto.
  • Non ho bisogno di nessuna visita, sto bene io... benissimo! - lo avevo ferito nell’orgoglio forse? Non lo so, so solo che andò a mettersi sul divano a guardare il notiziario e che per gran parte della giornata non mi rivolse la parola. Non feci nulla per costringerlo a parlarmi, non volevo peggiorare la situazione, ma rimasi comunque in disparte a monitorarlo: era varicella quella, ne ero più che sicura.... il fatto che tentava di grattarsi ogni dieci secondi ne era una prova vivente. Per tutto il pomeriggio lo lasciai fare ma poi verso sera quando ormai le bolle erano decisamente aumentare e faceva fatica anche ad alzarsi dal divano presi la palla al balzo e tornai sull’argomento. Poteva anche mandarmi al diavolo ma stava male, non lo avrei di certo abbandonato a se stesso. 
  • Tutto bene tesoro? - mi affacciai dalla cucina quando dopo averlo chiamato a tavola per due volta ancora non si era presentato.
  • Si.. tutto ok, non... non ho molto appetito, credo che ho una piena indigestione in corso... devo aver mangiato qualcosa che mi ha fatto più male di quello che pensavo. Ho addirittura le vertigini. - gli misi una mano sulla fronte: non erano vertigini o almeno non solo: aveva la febbre e non era neanche tanto bassa. Se avessi accennato una cosa del genere a lui molto probabilmente avremmo riniziato a litigare così decisi di fare il suo gioco ma a modo mio.
  • Hai ragione sai? Credo proprio che ti abbia fatto male qualcosa, ti accompagno a lettone nel mentre chiamo Whale per chiedergli cosa puoi prendere per sentirti meglio. - non fu molto d’accordo, non gli piace considerarsi malato, ma alla fine accettò: non doveva sentirsi per nulla bene quel capoccione. 
Non mi limitai a chiamare il medico, lo feci venire direttamente a casa e dopo avergli detto privatamente quello che pensavo fosse in realtà lo mandai in camera a visitarlo. Assistii alla visita e come immaginavo avevo visto giusto: Killian si era beccato la varicella. 
  • no.. non... non è possibile! Whale! Deve esserci un errore! - disse negando ancora una volta l’evidenza. - Io non ho la varicella. 
  • Non c’è nessun errore Killian, ti ho appena visitato. 
  • È impossibile! 
  • Amore non devi vergognartene... l’abbiamo presa tutti, chi prima e chi dopo - mi sedetti sul letto accanto a lui e lo strinsi a me per poi dargli un tenero bacio. Avevo già avuto la varicella io e di conseguenza non rischiavo alcun tipo di contagio. Credo almeno... da che ne ho memoria si prende una sola volta nella vita. 
  • Non voglio la varicella, sono un uomo io... - eccolo che si stava finalmente aprendo a me. Aveva paura di perdere il suo fascio e la sua virilità quel donnaiolo del mio cuore. 
  • Saranno solo poche settimane Killian, presto tornerai quello di sempre e poi guarda il lato positivo: ti coccolerò! Come diceva Chloe? tante coccole e niente scuola! Per te saranno tante coccole e niente lavoro, un affare no?- lo vidi pensarci su e ammiccare qualche secondo dopo. La parola coccole lo aveva decisamente risvegliato dal suo pessimismo cosmico. 
  • Mmh mi piace l’idea.... - mi baciò ancora una volta, questa volta in maniera decisamente più passionale e carica di sentimento. Era talmente preso, come di conseguenza anche io, che per un momento ci dimenticammo addirittura che ci fosse Whale in stanza con noi... Che figura imbarazzante. Fu proprio il medico a richiamarci all’ordine, richiamando la nostra attenzione esclamando un: “ io ho concluso, buona guarigione e alla prossima visita”. Sarei voluta sprofondare dalla vergogna ma quello fu niente in confronto a quello che successe qualche secondo dopo.
  • Whale aspetta! - lo bloccò Killian prima che l’uomo riuscisse ad uscire dalla stanza. - Ho una domanda da farti in merito.
  • Ah.. sì si certo! - disse cercando di nascondere l’imbarazzo della scena di poco prima - dimmi tutto. 
  • Emma ha detto che con la comparsa delle prime bolle non si è più contagiosi vero? 
  • In parte si... un minimo di contagiò rimane sempre però. 
  • Ma chi ha già preso la varicella non rischia nulla vero? - continuò a chiedere.
  • C’è un senso a questa domanda Killian? - gli disse Whale scrutandolo in viso. In effetti a cosa gli importava sapere?
  • Beh vorrei sapere se posso almeno continuare a fare l’amore con mia moglie. Se devo restare confinato in questo letto preferirei divertirmi come si vede. - cosa????? Non lo aveva detto sul serio vero? Davanti a Whale poi... stava forse scherzando? Whale al contrario di me, la quale ero diventata paonazza dalla vergogna, non si stupì affatto della domanda di Killian. 
  • In teoria dovrebbe avere tutti gli anticorpi necessari per non prenderla di nuovo ma sai come si dice? Meglio prevenire che curare... io sconsiglio vivamente a tutte le coppie, durante le malattie di tipo infettivo, di avere rapporti sessuali. 
  • Vuoi farmi morire per caso? Forse tu non mi consoci ma se io non faccio almeno....
  • Killian??????? - lo ammonii, ma che diavolo stava dicendo? - a Whale non interessa nulla della nostra vita sentimentale e comunque non credo che ti sentirai così bene tra qualche giorno tanto da voler... beh hai capito.
  • Non mi conosci cara Swan... sono una macchina da guerra! Io e il mio inseparabile amico non ci tiriamo indietro davanti a nulla! - ok ora volevo davvero sprofondare, dovevo mettere fine a questa imbarazzantissima conversazione. 
  • Tu e il tuo amico dovrete farvene una ragione mi dispiace e lo sai perché? Perché la sottoscritta non ha nessuna intenzione di scambiarsi tenere effusioni romantiche con il suo uomo travestito niente popodimeno che da pimpa. - risi facendolo imbronciare. Non volevo offenderlo ma assomigliava sul serio alla pimpa. Salutammo definitivamente Whale il quale si congedò velocemente visto l’imbarazzo e ne approfittai, visto che Killian stava ancora abbastanza bene, per andare da mia madre a prendere i bambini. Quando tornai a cada trovai una scena comica ma tenera allo stesso tempo. Killian era in camera da letto, sdraiato e sudato. Forse la febbre gli era aumentata. 
  • Tutto bene amore? - chiesi avvicinandosi al letto.
  • No... - disse con un filo di voce. - vieni qui, siediti. - mi disse. Lo feci e prontamente mi prese la mano tra la sua. - ti amo Emma! Se... se non dovessi farcela sappi che...- “se non dovesse farcela?” Ma stava forse delirando? 
  • Killian... è solo varicella, starai bene! - gli dissi accarezzandolo. 
  • No... sto male, mi scoppia la testa, mi brucia tutto... ti amo Emma, ti amerò per sempre... veglierò sempre su di.... - non lo lasciai neanche finire e corsi in bagno a prendere il termometro. Doveva avere un febbrone da cavallo per dire quelle assurdità. Si certo.... altro che febbrone da cavallo: aveva 37 e 4. No, non potevo credere ai miei occhi e alle mie orecchie... diceva di essere sul punto di morte con neanche trentotto di febbre... aveva dell’incredibile tanto che scoppiai a ridere. 
  • Ti mancherò Emma... 
  • hai ragione amore, mi mancherà questa parte di te ma tranquillo, ti riempirò di video e ti prenderò in giro per tutto il resto della tua vita. - Risi - Ma come? Non eri tu quello che diceva che Liam non stava male ma che aveva solamente tre bollicine e due linee di febbre? Ti stai facendo battere da un bimbo di un anno! - volevo prenderlo in giro ma non ci riuscii... non capì nulla di quello che gli dissi, già a metà discorso si era bello addormentato. Peccato... Passammo giorni di puro inferno, o meglio... io li passai, lui continuò a lamentarsi ad ogni singola ora del giorno e della notte. Se pensavo che la convalescenza dei miei bambini fosse stata terribile mi sbagliavo, quella fu 
  • decisamente peggiore. “Amore grattami qui, amore mi fa male la testa, amore mi viene da vomitare....ecc ecc ecc” per dieci giorni e oltre non feci altro che sentire sempre le stesse cose. Era uno spasso vederlo così ma era anche decisamente molto snervante. 
  • E incredibile come in un attimo cambino le cose non trovi anche tu? - dissi un giorno mentre era già sulla via della guarigione.
  • in che senso? - disse non capendo le mie parole.
  • sono passata dall’essere una sposina a una crocerossina in un secondo, cos’altro dovrà mai succedere? 
  • La mia sposina crocerossina sexy....- ripetè ammiccando - senti mi è venuta un’idea: che ne diresti di venire all’altare vestita in camice ospedaliero? Sarebbe davvero molto molto sexy....
  • Sai che ti dico invece mio caro moribondo? Che siamo diventati come il caro Renzo e la sua amata Lucia... qualcuno, il karma forse, ci sta esplicitamente dicendo che questo matrimonio non sa da fare. - scherzai gustandomi la sua faccia super imbronciata. - Forse dovremmo dare ascolto al Karma non trovi? - continuai a prenderlo in giro. 
  • Swan.... tu rinnoverai le promesse con me punto e basta?
  • Tu dici? Ma come... non eri moribondo? - lo presi in giro costringendolo ad alzarsi dal letto per venire a dimostrarmi il contrario. Mi prese in braccio e mi buttò sul nostro letto dove mi torturò con bollenti baci e carezze. Se non fosse stato ancora malato non avrei aspettato oltre per divertirmi con lui ma aime dovevamo ancora aspettare qualche giorno.
  • Moribondo a chi è? - mi disse facendo finta di guardarmi male.
  • Ma come me lo hai detto tu? - stetti al suo gioco. - non ricordi? - Risi.
  • Era solo una tattica per averti più vicina a me dolcezza. Capitan uncino non si lamenta mai e di sicuro da sopravvivere. 
  • Peccato... e io che avevo già chiamato il notaio per il testamento. - a quelle parole mi bloccò la bocca con le sue labbra e il corpo con il suo corpo, la questione stava diventando davvero calda...stavo quasi per cedere ma poi, proprio sul più bello, decise di cambiare attacco e iniziò a farmi solletico. 
  • Ok ok ok mi arrendo, hai vinto! - dissi ridendo - Non sei per nulla un moribondo.... - smise di placcarmi immediatamente convinto di aver vinto e approfittai di quel momento di distrazione per ribaltare la situazione e portarmi sopra di lui. 
  • Così non vale! - si lamentò.
  • Riflessi caro mio è tutta questione di riflessi. - sorridemmo entrambi e mettemmo fine alla nostra piccola guerra per continuare a coccolarci dolcemente. 
  • Mi sposerai ancora vero? - disse improvvisamente diventando serio - non dicevi sul serio prima vero? La storia del Karma dico. 
  • Certo che ti sposerò di nuovo amore ma me lo chiedi anche? Stavo scherzando prima! 
  • Anche se sembro la pimpa mi sposerai? - mi rinfacciò ironicamente quello che gli avevo detto agli inizi della sua malattia. 
  • Io amo la mia pimpa! Al diavolo tutti i pirati... pimpa tutta la vita! - stavo scherzando sulla pimpa ovviamente, lui era bellissimo con tutta la varicella, ma il resto era tutto vero, non appena sarebbe stato possibile lo avrei risposato. Il karma poteva sul serio avercela con noi visto tutto quello che ci era capitato in quel mese ma poco importava... niente e sottolineo niente mi avrebbe impedito di diventare per la seconda volta nella mia vita la signora Jones. 
 
Note dell’autore: credevo di riuscire a pubblicherà solo sabato prossimo e invece eccoci qua? Un bel record non trovate? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia fatto divertire. A presto! Un bacio a tutti voi.

 
  
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