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Autore: Pawa    13/06/2019    2 recensioni
Trafalgar Law, il "Chirurgo della Morte".
Perché è un medico in grado di manipolare a piacimento la vita del paziente; perché è un pirata che uccide per avere cavie sempre fresche per la ricerca;
Perché dieci anni prima della narrazione delle avventure di Rufy, Trafalgar Law minacciò letteralmente la Dea della Morte con un misero bisturi arrugginito.
Perché?
Per arruolare l'unica donna della sua ciurma, Ikkaku.
Tra un'isola bipolare, Heart Pirates ragazzini, droga e abusi psicologici, saranno gli stessi Pirati del Cuore a raccontarvi come salvarono la loro unica fanciulla e diedero vita alla fama del loro capitano.
(Note)
Spero apprezziate!
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :)
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Penguin, Pirati Heart, Shachi, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo II








Mentre gli altri si armarono pronti a combattere con quelle bestie dall'aspetto tanto esotico quanto preistorico, Penguin si precipitò verso di me, sferrando un calcio rapido e doloroso alla mandibola dell'animale che mi inchiodava a terra, spezzandogli diversi di quei denti ricurvi e affilati.

Subito mi afferrò dalle ascelle, rimettendomi in piedi e scostandomi bruscamente dietro di lui.

Non necessitavo di protezione, ma riconobbi nel suo sguardo che non aveva intenzione di vedere nuovamente il suo fratellino fra gli artigli di un animale non ben classificabile.

Sfoderai Kikoku, per nulla intenzionato a lasciare che la mia ciurma affrontasse da sola un branco dalle forza ed abilità sconosciute, quando una voce resa sicuramente rauca dell'alcol costantemente bevuto ci raggiunse con un'evidente nota di irritazione e un pelo di timore.

"Hey, mocciosi! Cosa avete nel cervello?"

Il proprietario di essa si rivelò immediatamente, correndo nella nostra direzione con leggera fatica, forse per la quantità esagerata di liquore che si agitava nello stomaco, sicuramente per la vestaglia lurida che gli arrivava fino alle caviglie e che ostacolava i movimenti ampi delle sue gambe.

"Come vi è saltato in mente di mettervi sulla strada dei cammellosauri imbizzarriti?!"

Riflettei brevemente sull'ibrido che risultava essere il nome di quegli animali, raggiungendo Pandaman e gli altri che stavano tenendo a bada tre esemplari, simultaneamente all'uomo che mi parve essere il loro proprietario, vista la dimestichezza con cui si approcciava ad ognuno di essi.

Estratto un frustino da bestiame dalla cintola, l'isolano ebbe velocemente domato e placato quelle bestie.

"Sarebbe un Jolly Roger quello scarabocchio?" ammiccò al simbolo sulle nostre tute con aria stizzita, mentre con una fune legava tra loro i collari dei diversi animali. "Siete pirati dunque. Ecco perché così spavaldi da affrontare la mia merce. O forse così idioti."

Il nostro chef non apprezzò l'epiteto e fu in procinto di raggiungere l'uomo per tirargli un pugno, quando questi si girò rivolgendosi a lui.

"Sei tu il capitano? Ti consiglio vivamente di raccattare i tuoi uomini e andartene dalla nostra isola."

"Io sono il fottuto cuoco. Il capitano è lui."

Mi indicò con un cenno del capo e l'altro parve strabuzzare gli occhi.

"Ma è poco più di un bambino!"

Ringraziai mentalmente i miei compagni per aver trattenuto le risa a quel commento e mi feci avanti.

"Perché mai dovremmo andarcene?"

Quello che finalmente potei intitolare come un mercante mi squadrò con diffidenza. Scrollò le spalle, scuotendo il capo ed emettendo un borbottio circa il fatto che ero anche un moccioso insolente ed infine mi degnò di una risposta.

"La nostra isola odia gli stranieri."

Sputò, intento a convincermi a demordere e issare l'ancora.

"Parli come se questo posto avesse una coscienza propria."

"Beh, signor Capitano, benvenuto su Giza Mesozoica. Qua molte cose potrebbero non rientrare nei canoni della norma."

Ignorai ancora una volta il modo canzonatorio con cui mi si rivolse, concentrandomi, piuttosto, sulla sua risposta vacua.

Non negò quanto io avevo alluso, seppur non mi avesse dato una spiegazione sulle stranezze di quel posto ed io stesso avevo parlato di un'ipotetica coscienza dell'isola con superficialità e senza darle realmente credito.

Dunque mi ritrovai a rimuginare su quanto appena appreso.

Ammettendo per assurdo che quell'isola fosse dotata in qualche modo di raziocinio, era per quello che aveva cambiato totalmente la sua flora nel giro di una notte?

Sbuffai interiormente.

Era impossibile che qualcosa di inanimato avesse una mente. Forse nel Nuovo Mondo, ma non certo agli inizi della Grand Line.

Ricercai lo sguardo del mercante, accennando agli animali che era in procinto di riportare sulla battigia da dove gli erano sfuggiti.

"E questi... cammellosauri sono autoctoni di Giza Mesozoica, immagino."

"Ovviamente." Ringhiò come cortese affermazione, per poi aggiungere con tono più mesto: "Almeno le bestie si sono adattate..." Strinse le cinghie di una museruola, dando poi due poderose pacche sulla gobba di un cammellosauro.

"La mia merce è la migliore di tutta l'isola! Nonché l'unico mezzo di trasporto capace di portarvi ovunque vogliate sia per deserto sia per foresta!" Concluse ridendo trionfo, evidentemente orgoglioso di gestire un mercato che dalle poche informazioni avute sembrava essere piuttosto redditizio, la voce nuovamente alta e gracchiante.

"Quanto costano?"

L'uomo perse all'improvviso ogni sfumatura di contentezza, tornando ad osservarmi con occhio indagatore.

"Non vorrai gironzolare per l'isola, vero? Hai sentito cosa ho detto a proposito di questo posto?"

Ero in procinto di ribattere quando vidi White Fox superarmi e strisciare la testa di un fiammifero sul corto pelo dell'animale più vicino al mio interlocutore, dandole fuoco e potendo così accendere la prima sigaretta di quella giornata.

La reazione spaventata della bestia, nonché l'imponenza del mio compagno armato contro la tozza figura del mercante intimorirono quest'ultimo.

"Il mio capitano ti ha posto una domanda."

Lo vidi inghiottire forse una maledizione forse solo saliva e poi distogliere lo sguardo.

"Per quanto tempo volete affittarli?"

~

"Dai, Captain! Non fare quella faccia. Crescendo avrai un aspetto temibile anche tu."

Nonostante le parole che sarebbero dovute essere di conforto per il mio orgoglio incrinato, Penguin era scoppiato a ridere appena ebbe finito di pronunziarle, seguito dal resto della ciurma.

Io mi lasciai scivolare un po' più in basso sulla sella del cammellosauro, un cipiglio, preludio di un pessimo umore, sul mio viso.

"Ah, fortuna che c'era White! Ci ha fatto concludere un bell'affare. Queste bestie sono veloci e agili, abbiamo già percorso qualche miglia. Anche se hanno un pessimo carattere..." Proseguì Shachi, colpendo la nuca del suo animale, che aveva appena tentato di azzannarlo.

White Fox tirò la redine sinistra del suo, che con uno sbuffo dalle narici e quella che poteva sembrare un'aria irritata aveva obbedito al comando, avvicinandosi a me durante quella sorta di galoppo.

White mi scompigliò i capelli.

"Hai sedici anni e sei appena uscito da uno stadio di malattia terminale. Dai tempo al tuo corpo di riprendersi e svilupparsi."

Scacciai la mano del mio compagno, tirando poi dei piccoli calci col tallone al fianco del mio discutibile destriero per fargli aumentare la velocità e stare, così, in testa al nostro gruppo che si era addentrato nella fitta foresta al di fuori del borgo.

"Oh, Law, ti sei offeso?" 
Non badai all'insinuazione di Shachi, concentrandomi invece su di un ammasso di rocce particolarmente lisce e luccicanti che intravidi a fatica tra la folta vegetazione.

Era da un po' che ne scorgevo di simili ed ora pareva essercene una concentrazione.

Tirai con forza una redine, cambiando velocemente direzione e ottenendo un basso ringhio dalla bestia che cavalcavo, ma perlomeno avvicinandomi potei riconoscere che quelle pietre andavano costituendo la sagoma di un'elevata struttura piramidale, seppur tremendamente decadente.

Mi addentrai, sperando che il calpestio degli zoccoli posteriori del cammellosauro non causassero una frana del portico in bilico di quelle macerie.

"Capitano! Non andare da solo!"

Non feci in tempo a udire l'avvertimento di Bepo, che il pavimento si sgretolò e precipitai per alcune decine di metri.

Impattai violentemente col suolo, anch'esso in pietra, in un suono sordo.

Impiegai qualche istante prima di riconoscere le voci preoccupate dei miei uomini che mi chiamavano dall'alto, ai margini della voragine che si era creata.

Mi tenni le tempie e ripresi fiato.

Quando riaprii gli occhi mi accorsi di essere in un'enorme stanza della quale ignoravo l'utilità, ma che potei intuire fosse elegantemente decorata, seppur fosse immersa nella penombra ed in un nuvolone di polvere e solo attraverso il buco da cui ero caduto filtrava della luce.

Un guaito di dolore mi distrasse dallo studio di quel luogo e mi voltai per ritrovare il mio cammellosauro semi schiacciato dai detriti.

Mi accostai al suo fianco, sentendolo soffiarmi contro, diffidente.

"Tranquilla, bestiaccia. Se ti lasciassi morire dovrei ripagarti a peso d'oro a quello stronzo del tuo padrone."

Mentre iniziai a spostare le macerie dal suo corpo, i miei nakama mi raggiunsero calandosi grazie alle funi che insieme ad altri attrezzi ci eravamo portati dietro, legate ai tronchi degli alberi là fuori.

"Stai bene?" I miei tre primi compagni mi accerchiarono immediatamente, esageratamente preoccupati, come loro solito.

Sbuffai quando Penguin mi afferrò il viso, girandolo e spostandolo in modo che potesse sincerarsi che non avesse neanche un graffio.

"Sì, mammine."

Nel frattempo che Bepo controllava che non avessi qualche osso rotto e Shachi mi faceva una ramanzina che non ascoltai neanche per sbaglio, Pandaman e il nostro cuoco liberarono il cammellosauro, che però rimase disteso al suolo.

"Mi prenderò cura di lui." Mi svincolai dalle attenzioni delle mie chiocce per affiancare l'animale, rivolgendomi, poi, a tutta la ciurma. "Voi esplorate questo posto. In coppia o in trio, basta che non stiate da soli. Tra un'ora ci ritroviamo qui. Avete tutti il lumacofono?"

Nonostante l'insicurezza sul mio stato fisico, che era in realtà perfetto, ognuno annuì prima di accendere alcune lampade ad olio e inoltrarsi nelle viscere dell'antico monumento.

~

"Sai, saremmo potuti arrivare a questo tipo di rapporto anche senza quella caduta, ma tu facevi il difficile."

Tornai ad adagiare il capo per terra, succube al peso di quel corpo che mi opprimeva al suolo per farmi le feste.

"Capitano? Con chi stai parlando?"

Reclinai il capo all'indietro, cercando lo sguardo dei miei nakama appena tornati.

"Non ci credo..." vidi White sbuffare una risata, divertito dal ritrovarmi col cammellosauro accucciato addosso in modo amichevole e non con l'intento di sbranarmi.

Più precisamente con la parte superiore dell'animale su di me.

La sua enorme mole, infatti, era troppa perché il mio corpo potesse sostenerla tutta.

"Siamo diventati amici."

"Lo vediamo." Mi si avvicinarono con aria sapiente e maliziosa.

"Quindi stai solo giocando con lui, non è che non riesci a spostarlo e rialzarti, giusto?"

"Infatti, ci divertiamo un sacco." Annuii, assumendo un'espressione che avrebbe fatto credere che stessi dicendo il vero. "Lui dorme, io muoio schiacciato. Una meraviglia. Siete invidiosi?"

Loro scrollarono le spalle, sinceramente divertiti e finalmente mi aiutarono a togliermi di dosso il mio nuovo cucciolo domestico, ma quest'ultimo non apprezzò l'intrusione e prese subito a ringhiare e mostrar loro le zanne.

"Captain, se vuoi che ti riveliamo cosa abbiamo scoperto dall'esplorazione di questo posto, ti conviene domare il tuo cagnolino."

"Non datemi ordini."

L'ibrido si era alzato, per nulla vacillante sulla zampa che gli si era spezzata con la caduta e che io avevo già sistemato, il ringhio ancora più profondo.

"Captain!"

"Non vuole farci del male. Sta solo dicendo che vuole continuare a stare con Law."

Ci voltammo tutti verso Bepo, dimentichi del pericolo ruggente proprio innanzi a noi.

"Tu capisci cosa dice?"

"Certo!" incrociò le zampe anteriori e sollevò il mento, sembrando leggermente stizzito. "Sono un visone, conosco il linguaggio degli animali."

Penguin e Shachi si guardarono prima di tornare a fissare il nostro navigatore.

"Perché non ce l'hai detto prima?!"

Comunicare coi cammellosauri significava che avremmo potuto chieder loro di portarci in qualche posto specifico dell'isola, magari, con tanta fortuna, conoscevano la ragazza del mercato e avremmo evitato di girovagare a zonzo, alla ricerca di qualcosa che neanche noi conoscevamo.

Insomma si trattava di una risorsa provvidenziale per la nostra ricerca, della quale, però, eravamo stati ignari.

Bepo sbatté i suoi occhioni neri e lucidi, poi abbassò il capo e le orecchie pelose.

"Mi dispiace."

"Non serve che ti scusi!"

Mi misi in mezzo tra il mio Vice ed il resto della ciurma.

"Non dategli contro, è solo un cucciolo."

Shachi schioccò la lingua. "Captain! Sei troppo accondiscendente con lui."

"E ormai non è più tanto piccolo... però almeno adesso potremmo avere una soluzione al nostro vagabondare." Pen sospirò, ma annuii alle sue stesse parole.

Mi ritrovai d'accordo con lui e iniziai a coltivare un minimo di speranza di poter trovare l'oggetto della nostra ricerca in molto meno tempo rispetto le previsioni.

Ma prima di allora desideravo sapere cosa significasse il monumento dove ci trovavamo.

"Forza, ditemi cosa avete scoperto."

Mi sedetti vicino al cammellosauro, che subito si accoccolò alle mie spalle, agitando la coda come fosse stato davvero un cane che scodinzola per la contentezza.

"Dovrei dargli un nome..." mormorai più a me stesso che agli altri, ma venni udito comunque nel silenzio di quella camera sotterranea.

"Oh, giusto. Per un essere così dolce ed innocuo io opterei per Satana o Buster Call."

"Certo, Shachi... ora vorreste illuminarmi su quanto appreso con la vostra perlustrazione?"

Anche loro si accomodarono. Bepo si mise a sedere tra le mie gambe, la sua schiena contro al mio petto.

Sollevò poi il capo, reclinandolo quel tanto che gli permettesse di guardarmi negli occhi.

"Crediamo sia una tomba."

"Non ne siamo certi, però." Continuò Pen. "Seppur abbiamo trovato decine di cadaveri, nessuno di essi era all'interno di una vera e propria camera mortuaria. Erano perlopiù sistemati in modo precario lungo le pareti dei corridoi, un cammino tra i morti che sicuramente ti sarebbe piaciuto percorrere, Law."

Sorrisi all'idea. Non mi sarebbe affatto dispiaciuto, in effetti, soprattutto se avessi potuto studiare qualcuno di quei cadaveri.

"Il fatto è che nonostante il numero elevato di corpi, alcuno pare essere venerato o santificato. O questo posto è una sorta di fossa comune o nasconde un significato che ancora ci sfugge."

White annuì alle parole di Pandaman e infine mi espose le sue perplessità.

"Questa stanza è la più grande che abbiamo trovato. Ce ne sono altre, più in alto, ma nessuna di queste dimensioni e così studiata in ogni dettaglio. Eppure è l'unica che non ospita almeno un morto. Se queste fossero le macerie di una tomba, in questa camera dovrebbe riposare un personaggio illustre del passato, invece c'è solo una sorta di altare al centro. Ho quindi due opzioni" inspirò profondamente dalla sigaretta, prima di espirare il fumo grigiastro, "è stata depredata anni orsono; non si tratta di una tomba e tutti quei cadaveri sono qui per un motivo diverso dal rituale funebre."

Soppesai le parole di ognuno, intrigato dalle scoperte che avevano fatto, prima di rivolgermi al mio navigatore.

"Hearty sa dirci niente in merito a questo luogo?"

"Hearty?" Domandarono in coro tutti.

"Il mio cammellosauro." Specificai.

"Law... perché Hearty?"

"Assomiglia al nome della nostra ciurma."

"Certo!" Si agitò Shachi. "Ma non mi pare il nome più adatto per quel coso!"

Ignorai il mio compagno, tornando a rivolgere la mia attenzione su Bepo che annuiva ai grugniti di Hearty.

"Dice di non sapere cosa sia questo posto, ma che probabilmente è collegato al tempio."

"Quale tempio?"

"Il tempio monastico di quest'isola." Riprese il visone, riportandoci le parole dell'animale. "Ha il controllo economico e politico su questa terra da secoli, nonché ovviamente quello religioso, quindi questa costruzione dovrà ricondursi ad esso, in qualche modo."

Ghignai.

La faccenda si faceva interessante e particolarmente fortuita.

"Beh, abbiamo una pista."

"Ma scusa Captain, non ci stiamo distraendo dal nostro obiettivo iniziale? Eravamo alla ricerca della ragazza del mercato, no?"

Incontrai lo sguardo perplesso del mio cuoco.

"Sì, in effetti l'esplorazione di questo luogo non aveva nulla a che fare con lei e ti confesso che volevo solo soddisfare la mia curiosità. Ma Hearty ci ha dato un'informazione che mi fa credere in una fortunata coincidenza, per la quale prenderemmo due piccioni con una fava."

I miei compagni cercarono di intuire dove volessi andare a parare, quindi li soddisfai dopo qualche attimo.

"Un tempio col monopolio dei maggiori poteri di una società e una ragazza soggetta ad uno stupefacente che inibisce la sua volontà ed odora di incenso." Sorrisi, vedendo come tutti cogliessero il nesso. "Potrebbero non essere realmente correlati e ancora non conosco nel dettaglio come il tempio eserciti la propria supremazia, ma la droga circola sempre grazie al governo, che ne beneficia e non ci sono molti posti dove si usa tanto incenso da averne il corpo impregnato."

Anche la mia ciurma sorrise, esageratamente, orgogliosa del mio intuito.

"Dunque, ora..." mi rimisi in piedi, spolverando i mie jeans da tutta la sporcizia che avevano raccolto dal pavimento, "vogliamo andare?"

"Captain! Ti seguiremo in capo al mondo!"

~

Sebbene essere teletrasportato con la Room per tornare in superficie avesse scosso Hearty, fummo ben presto in viaggio verso l'ubicazione del tempio, affidandoci proprio all'orientamento del mio cammellosauro.

"Stiamo giungendo in un centro urbano." Constatò Penguin, scorgendo diversi tetti in lontananza.

Aumentammo la velocità, intrigati dalle forme esotiche delle case che iniziavano a delinearsi tra la fitta vegetazione.

In groppa ai nostri ibridi, dovemmo fare attenzione alle fronde più basse, che innumerevoli e incolte rischiavano di poterci disarcionare, mentre il groviglio di radici per terra era abilmente arginato dalla dimestichezza degli animali.

"Se davvero il tempio sa tutto e può tutto, magari conosce il motivo per cui quest'isola cambia flora da un giorno all'altro?"

"Forse, Shachi" acconsentii, condividendo il suo fastidio nell'attraversare una natura quasi impenetrabile "sicuramente è una gran seccatura e impedirebbe l'accesso al cuore dell'isola se sprovvisti di cammellosauri."

Infatti, la foresta fittissima che attraversammo e che già così creava problemi poteva tranquillamente divenire deserto e senza un mezzo di trasporto chiunque sarebbe rimasto succube al caldo cocente, oltre a smarrire la via.

Arrivammo finalmente in città, imboccando quasi immediatamente una strada piuttosto trafficata, moderando l'andatura dei cammellosauri a passo d'uomo.

Quel borgo era molto più grande di quello portuale e sembrava ospitare gente più facoltosa.

Impossibile era, difatti, non notare la ricchezza delle bancarelle che costeggiavano le vie o la sontuosità degli abiti delle persone; uomini con turbanti piumati e delle sorte di scendit; donne vestite di seta e veli ricamati, uniti tra loro da gioielli, in un armonioso stile esotico che avevo visto essere più comune in tempi antichi che in quelli odierni e che perciò ci ebbe subito conquistato.

Il fascino degli abitanti venne surclassato solo da quello del tempio.

Imponente, ricchissimo ed elegante, si ergeva al centro della città, sovrastando ogni altra struttura nelle sue forme irte e sinuose e abbagliando chi per sbaglio posava gli occhi sulla sua sommità.

Essa pareva infatti interamente d'oro e rifletteva con facilità il più debole raggio del sole.

Sperai fosse in realtà solamente rivestita o il One Piece che tanto agognavo e per cui mi prodigavo sarebbe sembrato misero in confronto.

"Porca troia, che classe!"

L'uscita tutt'altro che fine del mio chef mi ridestò dalla contemplazione di quel palazzo e tornai a concentrarmi mentre ancora gli altri pregustavano l'idea di vivere circondati da tanta ricchezza.

"Si è fatto tardi..." mormorai tra me.

Sebbene fosse ormai il tramonto, la splendida atmosfera rossastra che assunse il cielo ebbe solo reso il tempio e i cittadini ancor più incantevoli, senza farmi rendere conto di che ore fossero fino a quel momento.

"Troviamo un posto dove passare la notte."

Sentii la mia ciurma annuire e quando ormai fummo prossimi ai piedi dell'enorme tempio, Bepo vide l'insegna di una locanda.

Entrò solo White per prenotare le stanze, mentre noi attendevamo coi cammellosauri.

Tornò poco dopo accompagnato dal gestore, che sembrava irradiare gioia vedendoci e i suoi incisivi d'oro alimentarono quell'impressione.

Sistemati gli animali nella stalla, dopo aver garantito che Bepo era un compagno e non doveva unirsi a loro, potemmo finalmente rilassarci nelle camere.

Penguin si buttò sul letto sul quale ero sdraiato, subito imitato da Shachi.

"Cavalcare quei cosi è stancante. Oggi non è successo granché, eppure sono distrutto."

Mi voltai a guardarlo ghignando, notando l'altro mio compagno fare lo stesso. Aveva capito cosa stessi per dire.

"Eh, ormai sei vecchio Pen. Non è più tanto facile per te."

Un cuscino mi fu sbattuto in faccia subito dopo, accompagnato dalle risa di Shachi e da un "Bastardo" del mio fratello più grande.

Sentii la pressione sul mio volto venir meno e scostando il cuscino vidi essere Shachi, ora, la vittima di Pen.

La breve lotta che seguì, costituita principalmente da rotolamenti sul materasso e prese subdole ai muscoli, generò abbastanza rumore da risvegliare Bepo che si era appisolato sul tappeto in tempi record e attirare il resto della ciurma, che alloggiava nella camera accanto.

"Come immaginavo, ha vinto il capitano..."

White e gli altri varcarono la porta della nostra stanza ritrovandomi placidamente seduto sui corpi di Shachi e Penguin, immobilizzati ad arte con le lenzuola.

"Captain! Levati, sei pesante."

Shachi sbuffò dalla base del mucchio, agitando le gambe quel tanto che riusciva.

"È Penguin che pesa. Io ho ancora un corpo giovane e asciutto."

Al che la ciurma rise, mentre i miei soggiogati si rassegnarono alla mia vendetta.

Sì, non mi erano andati giù i loro commenti di quella mattina.

"In realtà sei cresciuto molto nell'ultimo anno," White si sedette sul letto "ma immagino che tu abbia ragione. È solo Penguin che sta uccidendo Shachi, tu non c'entri niente."

Le nostre risate furono interrotte da un bussare alla porta.

"Ragazzi? Vi abbiamo preparato la cena! Vi aspettiamo in terrazza."

"Cibo!" Bepo, ora completamente vigile, scattò verso l'uscita, seguendo col fiuto il profumo proveniente dall'ultimo piano.

Fummo subito dietro di lui, sperando di poterlo bloccare prima che divorasse tutto, senza decenza e senza lasciarci qualcosa.

Sull'uscio della terrazza Penguin e Shachi gli furono addosso.

"Calmati, palla di pelo! Non siamo sulla nostra nave, cerca di essere educato!"

"Forza, Bepo. Sei un visone, non un animale. Puoi vincere i tuoi istinti."

Mentre andai a sedermi, guardai con affetto il mio Vice che deglutì e sbatté gli occhi un paio di volte, cercando di riprendersi dalla fame prepotente che lo assaliva ogniqualvolta c'era di mezzo del cibo, dacché era entrato nell'adolescenza.

"Un visone, ha detto quel ragazzo coi capelli rossi?"

Spostai la mia attenzione sul padrone della locanda, che stava finendo di posizionare i bicchieri.

Dietro la sua figura, un'incredibile visuale del tempio, tanto vicino da poterne vedere gli interni oltre i vetri delle alte finestre.

"Siete un gruppetto interessante." Proseguì lui con un mezzo sorriso, facendo poi un cenno ad una giovane donna perché portasse la prima portata in tavola.

Non scorsi alcun segno sospetto o di macchinazione da parte sua. Non mi parse intento a truffarci o chissà che altro.

Sembrò solo felice e divertito della nostra presenza e mi domandai quale fosse il motivo.

Gli isolani incontrati fino a quel momento si erano mostrati tutti restii nei nostri confronti. Il proprietario dei cammellosauri era stato perfino sgarbato e volgare.

Questi comportamenti avevo deciso di ricondurli a qualunque mistero avvolgesse l'isola e che quel posto nascondesse qualcosa era ormai certo, considerata l'inspiegabile mobilitazione da parte della gente del mercato avvenuta il giorno precedente, che aveva avuto lo scopo di proteggere la ragazza che stavo cercando.

Eppure i coniugi che ci ospitarono, insieme a loro figlia, addetta alla cucina, ci si approcciarono con sincera gentilezza.

Ipotizzai si trattasse di semplice educazione, obbligatoria per un lavoro come il loro, ma ripensando alla nostra sfilata per i vicoli di quella città mi resi conto che seppur non fossimo passati inosservati, essendo forestieri, nessuno ci aveva maledetto con lo sguardo come invece era successo al borgo portuale.

Al contrario, i mercanti avevano tentato di attirarci ai loro banconi, un gruppo di cortigiane ci aveva seguito per un po', sperando di poter avere un piacevole incontro e molti bambini ci avevano indicato eccitati, chiedendoci di raccontar loro qualche storia, giacché avevamo l'aria dei viaggiatori.

"Tutto bene, ragazzino?"

Mi riscossi dalle mie elucubrazioni udendo la voce della ragazza che mi stava servendo da mangiare.

"Devi chiamarlo capitano. Mi dispiace."

Sentii White ricordare a Bepo che non doveva scusarsi per ogni cosa, prima che una leggera risata, che in alcun modo sembrava essere di scherno, si levasse.

"Sei tu il capitano?" Domandò retoricamente il locandiere. "L'avevo detto io che siete un gruppo in gamba. Siete pirati?"

Mi ritrovai a discorrere tranquillamente con quell'uomo.

Non voleva informazioni particolari ed io certamente non gliele diedi.

Un coro esultante seguito da applausi si generò in qualche bar nei pressi della locanda.

Conclusi, mentre ascoltavo con finto coinvolgimento il racconto del mio interlocutore, che quella era sicuramente una città serena, forse addirittura in festa.

Un netto contrasto con quella dove avevamo buttato l'ancora.

Forse era perché nella capitale, con la presenza fisica del tempio, tutto funzionava meglio.

Forse c'era un'altra ragione.

"Mi dica, signore" incalzai dunque, cercando di sembrare il più disinteressato possibile, "oggi ricorre forse qualche festività?"

Lui parve sorpreso per un attimo, prima di tornare a sorridere cordialmente, accarezzandosi i folti baffi neri che gli incorniciavano le labbra esageratamente carnose.

"Capisco, dovete aver notato l'allegria di questo posto. Non c'è nessuna festa in particolare. È solo che ultimamente le cose vanno molto bene! La gente è felice."

"Oh, quindi questa città è la migliore in cui vivere da queste parti?" Sperai che fosse lui stesso a parlarmi delle condizioni degli altri borghi o altrimenti sarebbe iniziato a divenire palese il mio interesse.

Ancora non sapevo se potevo fidarmi di quelle persone, perciò preferivo far condurre a lui il discorso, mentre in realtà ero io ad indirizzarlo.

"Oh, no, no. Su Giza Mesozoica un posto vale l'altro, in senso buono, eh! Qui siamo leggermente più ricchi, ma abbiamo anche tasse più alte!" Ridacchiò, bevendo poi un generoso sorso di rum. "E ci arrivano prima le informazioni. Ma tempo domattina e anche i villaggi sulla scogliera a sud saranno contenti!"

Quindi era successo qualcosa.

E se gli abitanti delle coste non erano dell'umore per gioire, era solo perché la notizia di quel qualcosa ancora non era giunta.

"Sembra divertente!" Lo assecondai. "Una sorta di festeggiamenti nazionali."

"Puoi dirlo, capitano! Se soggiornerete qui abbastanza a lungo, potrete godere pure voi delle nostre celebrazioni."

Sorseggiai la mia bevanda, un liquore tipico dell'isola, prendendomi così il tempo per riflettere brevemente.

C'era una nuova e bella notizia, che per ora aveva raggiunto le orecchie dei soli abitanti della capitale, ma che presto avrebbe rallegrato l'intera piccola nazione.

E non si trattava di una novella qualsiasi, ma di una capace di stravolgere il morale di persone che solo quella mattina ci avevano quasi sputato in faccia.

Almeno attenendomi all'euforia con cui il locandiere me ne parlava.

"Signore, la debbo mettere in guardia per come parla! Siamo pirati, cogliamo al volo un invito ad una festa."

L'altro rise di gusto, facendosi versare dalla moglie un altro bicchiere di rum.

"Ci fareste solo un gran piacere, capitano! È un evento che la nostra isola attende da anni, vogliamo condividere la nostra contentezza con tutti quelli che l'accettano!"

Eccolo.

Ero riuscito a portarlo al punto che volevo.

Trattenni un ghigno.

Notai come il mio equipaggio stesse ascoltando ogni nostra parola, mentre fingeva di interloquire con le due donne presenti.

"Addirittura? Siamo stati davvero fortunati ad approdare su Giza Mesozoica proprio in questo periodo, allora. Ma mi faccia indovinare, a questo punto. Mi ha troppo incuriosito..." rigirai il liquore nel mio bicchiere, dando l'impressione di star realmente ragionando su cosa potesse essere l'evento, mentre in realtà mi inventai la prima balla che mi passò per la mente.

Doveva essere lui a dirmi cosa fosse questo evento.

"La principessa dell'isola si sposa?"

Lo vidi scoppiare in una risata, battendo tanto la mano sul tavolo da far tremare le stoviglie, venendo poi rimproverato dalla moglie.

"Noi non abbiamo una monarchia, figliolo! Quel palazzo che vedi" indicò l'imponente struttura alle sue spalle, illuminata anche di notte da innumerevoli fiaccole. "è in realtà un tempio monastico. È una storia un po' lunga, che mette in mezzo déi e la natura, ma ti basti sapere che ha esso il controllo politico."

Sapevo già di cosa si trattasse, ma annuii comunque, sinceramente sorpreso.

Déi e la natura aveva detto?

"Allora... succede qualcosa al tempio?"

"Sì... più o meno. Sei un tipetto intelligente, capitano, ma sono certo che non indovineresti mai. Dimmi, da quanto tempo siete su Giza?"

Il mio interesse era più vivo che mai e la mia pazienza al limite.

Avevo colto qualcosa, ma ora il padrone della locanda stava forse deviando il discorso?

Cercai di non dar a vedere la mia agitazione e gli risposi.

"Bene! Allora avrete sicuramente notato che ieri l'intera isola era una landa desertica."

Feci un cenno col capo.

Forse non aveva cambiato argomento.

"Ebbene, ci piace definire la nostra isola bipolare. Passa dal deserto alla foresta nel giro di una notte e viceversa. Non c'è una logica con cui lo faccia e non possiamo prevedere per quanti giorni ci sia una determinata flora, prima che venga stravolta, insieme a tutti i tipi di alimenti che essa offre. Questo tipo di vita ha messo in ginocchio il nostro popolo." Accese un sigaro, offrendone un altro a White. "Ogni giorno i mercati sono affollati, perché la gente necessita di comprare quanto più cibo possibile da poter poi conservare opportunamente. Vedi, il caldo del deserto distrugge tutta la frutta della foresta e fa deteriorare la carne fresca, mentre l'umidità della foresta fa marcire i raccolti del deserto."

Ora potei spiegarmi quanto avevo visto il giorno precedente al mercato, mentre ero alla ricerca di Shachi e Penguin, nonché le parole del mercante di cammellosauri.

"Almeno le bestie si sono adattate..."

Ora aveva senso.

"Purtroppo, però" continuò lui "non tutti sono ricchi e alla fine molti rimangono senza cibo. Ovviamente tutte le coltivazioni non si conservano da un clima all'altro e bisogna sperare che un tipo di ambiente duri abbastanza da permettere almeno un raccolto, quindi nel momento in cui finiscono le scorte, bisogna andare avanti con la selvaggina. Ma vi assicuro che non è facile abbattere un cammellosauro."

"Ci credo, col carattere che si ritrovano..." mormorai, sperando che tutto ciò che mi stava raccontando, per quanto interessante e illuminante sulle stranezze del posto fosse, c'entrasse anche con quel maledetto evento.

"Ad ogni modo, ti chiederai perché te ne sto parlando, vero? Ecco, tra due settimane il tempio risolverà la bipolarità dell'isola!"

Sgranai gli occhi.

"Cosa?!" Shachi aveva bellamente mandato all'aria la sua recitazione, palesando come stesse in realtà seguendo la mia conversazione, piuttosto che la sua con la moglie del locandiere, ma non lo biasimai.

Com'era possibile che degli uomini potessero cambiare la natura?

"E... come farà?"

L'uomo mi guardò, la sua risposta genuina tanto semplice quanto per me inverosimile.

"Con gli déi."

~

"Captain, perché non gli hai chiesto di spiegarti nel dettaglio questa storia degli déi?"

Ci eravamo ritirati tutti in una sola camera dopo la cena.

La conversazione rivelatrice col locandiere terminata già dopo la prima portata.

"Perché lui non era propenso a dirmi altro."

Mi adagiai più comodamente contro Bepo, sdraiato sul mio letto alle mie spalle.

"Il suo linguaggio del corpo era evidente. Fintanto che si parlava di festeggiare è stato loquace, ma discutendo dell'estinzione della bipolarità si è irrigidito. Non so in cosa consista o come siano coinvolti gli déi, ammesso che questi esistano, ma sicuramente deve accadere qualcosa che non dovrebbe interessare a dei semplici villeggianti di passaggio. Credo anche che mi abbia rivelato il motivo per cui questo popolo gioisce solo perché, senza che lui se ne rendesse conto, io ho manipolato la nostra conversazione facendo sì che delle spiegazioni fossero doverose da parte sua."

Alla fine avevo fatto bene ad essere estremamente discreto.

Con domande dirette non credo mi avrebbe mai raccontato tutto ciò.

"Vi dirò che ormai tutta questa faccenda mi intriga troppo per lasciarla perdere." Pen era appena uscito dalla doccia quando si aggiunse a noi. "Quindi, se tu sei d'accordo, Law, mi piacerebbe portare avanti la ricerca della ragazza stramba con la scoperta della verità su questo posto."

Eravamo tutti concordi con lui.

D'altronde eravamo pirati, degli avventurieri e le tombe di quel pomeriggio, la bipolarità dell'isola, gli déi e la mia tentata assassina si prospettavano, tutti insieme, come un'intricata avventura.

Andammo a dormire.

Il giorno dopo contavamo di introdurci al tempio, sperando accettasse visitatori, altrimenti ci saremmo intrufolati in modi un po' meno legali.

Chiusi gli occhi, ma una luce persistente proveniente da fuori mi costrinse a riaprirli subito.

Mi alzai, accostandomi alla finestra e scoprendo trattarsi della luce del tempio.

Con le lampade ad olio accese fino a poco prima non mi ero davvero reso conto di quanto quel cavolo di palazzo fosse luminescente.

Avevo già iniziato a maledirlo per alimentare la mia insonnia, quando da una finestra a quello che stimai essere il terzo, forse quarto piano, si lanciò una figura avvolta nel bianco più puro.

La distanza ravvicinata della locanda dal tempio, tutta quella luce e quei ricci mi permisero di riconoscere immediatamente l'identità della figura.

Avevo avuto ragione.

Era collegata al tempio.

Spalancai la finestra, balzando sul tetto della casa di fronte e iniziando a correre vero il punto in cui lei era atterrata.

Avevo ritrovato Ikkaku.





 

 

Eccoci di nuovo!

Finalmente sono riuscita ad aggiornare. 

Che dire? In questo capitolo vi ho buttato informazioni a gogò, spero sia stato interessante e non noioso!

La ciurma ha ficcanasato a sufficienza, direi, quindi d'ora in poi narrerò di come hanno risolto questi misteri... o forse renderò il tutto ancora più intricato :D 

Ve lo dico già, saranno entrambe le cose

Law ha finalmente ritrovato Ikkaku e ovviamente nel prossimo capitolo interagiranno...

Ma potrebbe non essere Law a raccontarvelo in prima persona, chissà :)

Come potete vedere ho disegnato un cammellosauro, per darvi un'idea di come lo immagino. 

Sì, ha solo una gobba, ma dromesauro mi sembrava un nome troppo serio, quindi ho deciso che anche se ha una sola gobba è un cammello. 

Vi piace quel cucciolone?

Se siete interessati ai miei disegni vi comunico che sono una fumettista esordiente e vi lascio il mio profilo Instagram: 

https://www.instagram.com/pawa_art/

Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, capitolo, disegno e storia in generale ♥

A presto,

Baci

Pawa

 

 

   
 
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