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Autore: MadLucy    19/06/2019    1 recensioni
{Tomarry | Harrymort | what if | post Chamber of Secrets | grey!Harry}
Il ricordo del diario di Tom Riddle riesce nel suo intento: riacquistare un corpo. Una nuova profezia gli indica la strada: Harry Potter è l'unico che può sconfiggerlo, ma anche l'unico che può portarlo al trionfo. Tutto ciò che Tom deve fare è usare la sua arma più potente contro di lui: l'amore. Harry viene rapito ed introdotto suo malgrado ad una nuova vita, inspiegabile ma affascinante. Avviluppato in un seducente, caleidoscopico vortice dove verità e menzogna finiscono per confondersi sempre di più, il suo obiettivo è non perdere se stesso.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Tom O. Riddle | Coppie: Harry/Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Avvenne il giorno in cui Tom si decise a modificare la sua memoria. Era andato in camera sua proprio per questo. Harry agì con una puntualità che faceva presumere che avesse guardato nella sua mente. Era seduto su quel letto in cui Tom lo aveva accolto facendolo sentire a casa, in cui si era concesso a lui.
«Che odore ha l'Amortentia per te?» domandò, apatico. «Te lo sei mai chiesto?»
Tom si fermò sulla soglia, diffidente. L'intuizione che Harry avesse intuito il modo che inizialmente lui aveva usato per tenerlo con sè diventò certezza, quando il ragazzo gli mostrò una fialetta quasi vuota, sfaccettata. «L'hai mai annusata, prima di somministrarmela? No?»
«Io non posso provare amore, Harry Potter» ribattè Tom, spazientito. «Solo senso di appartenenza verso ciò che mi appartiene.»
«Oh, ma l'amore può solo provocato anche controvoglia, non è così?» Harry agitò la fialetta, con aria provocatoria. 
«Se la somministrazione della pozione viene interrotta e l'individuo non perde l'innamoramento, significa che il sentimento è stato solamente sollecitato e non forzato dal nulla, altrimenti scomparirebbe completamente nella vittima» spiegò Tom, che ben conosceva l'umiliante storia della madre. Ghignò. «Non sei stato ingannato poi così tanto, Potter. Pare che io ti piaccia. Ho smesso di somministrarti quella pozione mesi fa.»
«Certo, anch'io» confermò Harry, tranquillo.
Tom rispose al suo sguardo, con orrore. «Cosa intendi dire? Cosa-»
«Ci siamo avvelenati a vicenda, Tom» concluse Harry, con un sorriso amaro. «Ho giocato sporco, come te, d'altronde. Puoi biasimarmi? Nemmeno i tuoi sentimenti sono scomparsi, o sbaglio?»
«Stai zitto!» Tom estrasse la bacchetta e glie la puntò contro, furioso. «Tu e Silente avete complottato per mandarmi fuori di testa, non è così? È da settimane che sospetto che siate in comunicazione...»
«Lascia perdere Silente» lo zittì Harry. «Questa è una faccenda tra me e te.»
«E lo sa Silente che cosa hai fatto?» sputò Tom, velenoso. «Lo sa, che cosa è arrivato a fare il suo protetto? Non sei più puro come il bambino che eri quando ti ho rapito. Meriti ancora quella protezione? Un Mangiamorte come te?»
Harry non cedette alle frecciate. «Sono ciò che mi hai reso. Non sono chi ero, nè chi sarei stato altrimenti. L'ho scelto, e no. Ma a chi importa? Sì, sono dovuto diventare in parte un mostro per farti diventare in parte umano. Ma dovevo farlo. Perchè è come dicevi tu, Tom. Era il nostro destino.»
L'uno di fronte all'altro, l'uno dentro l'altro.
Tom scosse il capo. Tutto era iniziato nel modo giusto e poi si era annodato storto, sempre di più, fino a imprigionarli in un bosco di rovi. «Sciocchezze. Il nostro destino era prenderci tutto, insieme.»
«Io non posso più tornare indietro, ma nemmeno tu.» Harry spalancò le braccia, dimostrando la propria vulnerabilità. «Sono così saturo della tua magia che non funziona più su di me. Quindi, che cosa farai? Mi ucciderai, finalmente?»
Non si sarebbe dovuti arrivare a questo. Tom strinse i denti. Era il suo Horcurx, non poteva ucciderlo, e Potter lo sapeva.
«Io ti ho dato tutto. Ti ho restituito i tuoi genitori, ti ho restituito una vita! Questa è la tua dimostrazione di gratitudine?!» sbottò. 
Quelle parole accesero l'indignazione di Harry. «Tu non mi hai restituito una vita, hai rubato quella che mi ero creato!» Lo spettro di un'altra risata gli deformò le labbra. «Tipico tuo... Hai persino l'arroganza di pretendere riconoscenza da me. Devi essere al centro di tutto... del mio odio, del mio amore. Non ti fai mai da parte, tu, Tom.»
«Sarei io ad avere manie di protagonismo nei confronti della tua vita, è così?» replicò Tom, sibilando. «Ti ricordo che nessuno ti ha imposto di sacrificare la tua integrità per me. Lo hai fatto di tua spontanea volontà. Perchè?»
Harry fece un passo verso di lui. 
«Perchè questa è l'unica vera vittoria possibile» scandì. «Il male non va annientato, va sconfitto. Io non sono come te, non aggiro gli ostacoli.»
Tom non si accorse nemmeno di aver fatto un altro passo verso di lui. «E credi di esserci riuscito?» La sua voce intendeva essere sarcastica, ma era soltanto arrochita della deleteria passione che l'aveva spinto fino a quel punto.
Harry si limitò a sorridere. «Credo che tu abbia bisogno di un'ultima lezione.» Estrasse un'altra fiala dalla tasca del mantello, piena per metà. «Questa pozione invece la conosci?»
Tom la scrutò attentamente. Il liquido era grigio perla, pallido ma con una sua luminescenza. «Cos'è?»
«Una pozione del sonno. Le funzioni vitali restano attive, il tuo Horcrux non ne sarà danneggiato. Ma io dormirò, e non mi sveglierò» spiegò Harry, limpidamente. «Ne basta una goccia.» La stappò con il pollice. 
Tom sgranò gli occhi. «Aspetta... aspetta. Perchè dovresti farlo? Hai detto che è tuo dovere-»
«-insegnarti qualcosa. Tu ancora non conosci la perdita, Tom» rispose Harry. «E in fondo mi hai tolto tutto. Non sono più nemmeno me stesso. Persino ai miei genitori apparirei detestabile, per quello che ho acconsentito a diventare, figuriamoci a quelli che consideravo miei amici. Adesso cosa mi è rimasto? Niente. Che cosa dovrei fare?»
Tom si sforzò disperatamente di trovare delle parole. «... non puoi, Potter. Tu... tu appartieni a me, tu... devi rimanere al mio fianco... Potter!» Interruppe il suo gesto, appena fece per portare la fiala alle labbra. «Noi lo faremo insieme» ruggì sottovoce. «Così come avevo previsto... così com'è stabilito dalla profezia. Tu sei la chiave. Niente di tutto questo può succedere senza di te... Io e te, Harry. Come all'inizio.»
Harry sorrise. Permise alla fiala di scivolargli dalle dita e infrangersi al suolo. Quel ricordo lo intenerì, per un attimo. All'inizio. Quando tutto era finto e in magico equilibrio. Lo baciò.
«Tu non potresti mai capire, vero?» mormorò contro le sue labbra, distaccandosene subito. «Non fa niente, Tom. Posso sistemare tutto.»
Tom lo fissò, pieno di confusione. Poi portò una mano alla bocca, improvvisamente raggiunto da una terribile consapevolezza. 

***

Quando Silente arrivò, Smaterializzandosi, Harry aveva adagiato Tom sul letto. Così, innaturalmente dormiente, la sua bellezza aveva avuto modo di dare il meglio di sè: era una scultura di alabastro, i lineamenti finemente sfaccettati, gli zigomi pronunciati, le labbra piene intinte della pozione di cui il loro bacio le aveva bagnate. Qualcuno che è impossibile baciare, pensò Harry. Che può essere sognato, amato, avvelenato, ma mai raggiunto.Tom Riddle era un'utopia, la sua utopia, la condizione di possibilità del fallimento di Voldemort. 
Silente gli posò una mano nodosa sulla spalla. «Era sufficiente che tu lo facessi, Harry. Nulla t'imponeva di farlo volentieri. Non biasimare te stesso per ciò che provi.»
Harry non accettò la consolazione. «Era l'assassino dei miei genitori, e io l'ho amato. Io ho sofferto uccidendolo.»
«Non lo hai affatto ucciso» lo corresse Silente. «Non si sveglierà, certo. Ma avrà l'occasione di vivere tutto ciò che sognerà, possibilità che non avrebbe mai avuto in vita. Era imprigionato tra l'odio e l'amore. Tu lo hai liberato dal giogo del suo passato. Hai salvato il mondo da Tom, e Tom dal mondo, in un certo senso.»
Ho salvato il mondo, Tom, sentito? pensò Harry. Ma io, mi sono salvato? No. Io sono rimasto fermo qui, con te. Ovunque tu sia. Non c'è andare oltre per me. Aveva l'impressione che Tom potesse sentirlo. O peggio, che parlare con lui avesse senso anche al termine della farsa. 
«Sei troppo giovane per imprigionarti nel passato, Harry» mormorò Silente. «I tuoi amici capiscono bene che tu-»
«Lei ce l'ha fatta?» lo interruppe Harry, schietto. 
Calò qualche istante di silenzio.
«Gentile da parte tua paragonarci» concluse il mago, sospirando, «ma tu sei molto più forte di quanto fossi e mai sarò io.»
È confortante pensare questo, vero? Che ci sarà sempre qualcuno di forte, pronto a tirare avanti. Harry non rispose. Prese la mano di Tom nella sua. Non gli aveva restituito una vita, ma per un po' di tempi, brevi sprazzi, lunghe ore, l'aveva reso felice. Questo era vero. Avevano sognato insieme per tanti anni, e ora Harry aveva dovuto svegliarsi. «Lo custodirò io.»
«Ne sei sicuro?»
Annuì. Doveva vegliare su ogni suo sogno. Era la sua condanna, e il suo dovere. 
Puntò la bacchetta alla sua tempia e formulò il primo. Ci pensò intensamente. Infine, una visione sopraggiunse. 
La prima cosa che Tom Riddle sognò fu di incontrare, nei corridoi di Hogwarts, un ragazzino del primo anno di nome Harry Potter, dalla fronte liscia e gli occhi verdi di sua madre. 
  
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