Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: katyjolinar    23/06/2019    6 recensioni
La storia parte dalla battaglia di Liberio, dopo il time gap, ma la stessa battaglia ha svolgimento e esito differenti rispetto al manga.
Il gruppo di Paradis torna a casa, ma qualcosa di strano è successo durante il viaggio di ritorno. ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER PER CHI SEGUE SOLO L'ANIME
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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I genitori di Sasha si trasferirono quasi subito, nonostante fosse inverno, e grazie all'aiuto della figlia e dei suoi amici la fattoria fu pronta e operativa in meno di un mese.
Anche la nuova sede dell'Armata Ricognitiva era quasi pronta, e a metà dicembre il gruppo si trasferì nei nuovi dormitori, per poter controllare gli ultimi lavori.
E, nel frattempo, Levi fece i primi passi e, finalmente, si abituò a fare a meno del pannolino.
Oramai dimostrava circa un anno, e per questo era stato deciso di mantenere il suo compleanno il 25 dicembre, come era prima dell'incidente. Per questo, subito dopo aver completato il trasferimento, tutti si operarono per preparare una piccola festicciola, a cui avrebbe partecipato anche Historia, in quanto parte della famiglia allargata che era quella piccola combriccola mal assortita.
La mattina della festa erano tutti occupati con gli ultimi preparativi nella sala da pranzo comune degli ufficiali, sita nell'area dove sorgeva la casa di Eren, con l'accesso alla vecchia cantina, quando Historia arrivò, tenendo in braccio Ymir e congedando la scorta che l'aveva accompagnata fin lì dalla capitale.
Quando vide la piccola in braccio alla madre sulla porta, il bambino fece un urlo di felicità, sgambettando verso di loro e saltellando per poter vedere da vicino la sua piccola protetta, che ora aveva cinque mesi, sfoggiava due luminosi occhi verdi e aveva un ciuffetto di capelli biondo cenere sopra la fronte.
Eren le andò incontro, prendendo in braccio il figlio e accogliendo l'amica con un abbraccio e, subito dopo, la fece accomodare a uno dei divani del salotto, addobbato per la festa.
Levi non tolse gli occhi da Ymir, che si guardava intorno incuriosita e affascinata al colore che invadeva la stanza.
"Dada..." disse, aggrappandosi al padre e indicando il divano.
"Vuoi stare con Ymir mentre noi finiamo di preparare?"
"Imii..." rispose, cercando di pronunciare il nome della bambina. Eren sorrise e lo mise a sedere sul divano, scompigliandogli i capelli.
"Allora ha iniziato a parlare?" chiese la ragazza, mettendosi in modo che i due bambini potessero guardarsi.
"Ci prova, ma si fa capire anche in altri modi." rispose il giovane, dando un buffetto alla piccola "La cosa strana è stata quando mi ha chiamato per la prima volta papà... o 'dada', come dice lui per il momento. È stata una sensazione strana, ma bella. Cioè... Il capitano che mi chiama papà! Ti rendi conto?"
"Lo immagino, ogni loro traguardo per noi genitori è qualcosa di immenso, quindi capisco come ti senti. Comunque devo dire che sono contenta di essere qui oggi. Gli anni scorsi la Festa delle Mura a palazzo è stata piuttosto noiosa..."
"Festa delle mura? Al ghetto di Marley festeggiamo la nascita della Dea Ymir oggi." si intromise Reiner, che stava appendendo gli ultimi festoni.
"Anche se è una festa che non possiamo esternare troppo... Per i Marleyani non dovremmo festeggiare la nascita di quella che loro chiamano la stirpe del demonio." continuò Annie, finendo di apparecchiare la tavola al centro del salotto, aiutata dal compagno.
"La festa della Dea Ymir?" intervenne Jean, avvicinandosi a Historia e prendendo su la piccola "Hai sentito, piccoletta? Oggi è anche la tua festa!"
Ymir sorrise, incrociando il suo sguardo, incantandosi, ammirata; il giovane, per tutta risposta, le stampò un bacio sulla guanciotta piena e la strinse a sé, protettivo.
Quei momenti, quando Historia veniva a trovarli e restavano solo loro, senza nessun esterno, erano gli unici in cui Jean poteva comportarsi da padre, coccolando il più possibile quella bambina che era, a tutti gli effetti, l'unica donna in vita sua che lui avrebbe amato.
Reiner gli si avvicinò, per osservare meglio la piccola, e sorrise.
"Ha i tuoi occhi." commentò "Sono dello stesso identico colore."
"Beh, la signorina ha preso il meglio dal suo papà!" si pavoneggiò, orgoglioso, restituendo Ymir a Historia.
Hanji arrivò dal cortile, si tolse la mantella pesante e si avvicinò a Reiner, porgendogli un rametto di vischio, legato a un cordino.
"Giovanotto, tu che sei alto, trova un punto dove appenderlo!" ordinò "Non è una Festa delle Mura come si deve senza uno di questi appesi in un punto dove gli innamorati possano scambiarsi un bacio!"
"Oh, interessante!" esclamò il biondo, guardandosi intorno per cercare il punto più adatto per appendere il rametto sempreverde "Anche noi abbiamo la stessa tradizione!"
"So io dove appenderlo!" si intromise Connie, strappando il vischio dalle mani di Reiner e legando il cordino al manico di una scopa che tenevano in un angolo, ridendo; quando ebbe fatto allungò il bastone, così che il rametto si trovò a penzolare sopra le teste di Armin e Annie, i quali, senza scomporsi, si scambiarono un bacio dolce ma intenso.
Jean rise e si guardò intorno, notando solo in quel momento che Mikasa si era avvicinata a Eren, prendendo in braccio Levi, che si era messo ad analizzare la sua camicetta, lisciando le zone leggermente stropicciate. Gli venne un'idea, strappò di mano all'amico il bastone con il vischio e guardò Jaeger, con aria di sfida.
"È giunta l'ora della vendetta!" esordì "Tu mi hai costretto a baciare il mio protetto... Beh, ora sarai tu a dover baciare la tua Ackerman!" sporse il bastone verso di loro, ponendo il vischio sopra le loro teste "Avanti! Datti da fare! E fallo con si deve!"
"Giuro che ti uccido, Jean!" lo minacciò, riservandogli un'occhiataccia. Ma sapeva di non potersi tirare indietro, quindi si avvicinò all'amica, che aveva messo giù il bambino per avere le mani libere, le posò le mani sui fianchi e si abbassò su di lei.
Mikasa stette al gioco. Non poteva tirarsi indietro, e ormai era conscia dei sentimenti che provava per Eren, però aveva deciso di accettare la semplice amicizia, con tutte le conseguenze del caso. Non appena le loro labbra si unirono chiuse gli occhi, lasciando che fosse lui a guidare.
Sentì la lingua di lui cercare un passaggio, e trovare la sua; non era affatto un bacio timido, era piuttosto audace, ed Eren sembrava sapere esattamente cosa fare. Si perse in quei giochi, in quei movimenti invisibili agli altri, aggrappandosi alle muscolose spalle dell'amico ed aumentando il contatto fisico, finché non rimasero entrambi senza aria.
Senza aprire gli occhi si allontanarono giusto il tempo per prendere fiato, poi fu di nuovo lui ad azzerare la distanza, questa volta con più dolcezza, quasi volesse assaporare il momento.
Si separarono poco dopo, voltandosi verso il gruppo che li osservava.
"Sei contento, faccia da cavallo?" ringhiò il ragazzo, prendendo su Levi, che li fissava con gli occhi illuminati e un sorriso speranzoso sul volto.
"Potevi fare di meglio, ma mi accontento." rispose l'altro, prendendo posto al tavolo.
"Sono così belli!" esclamò Sasha, che era inspiegabilmente scoppiata in lacrime vedendo Eren e Mikasa impegnati nel bacio.
"Stai bene?" chiese Historia, posandole una mano sulla spalla "Da quando sei così sensibile? Sembro io quando ero incinta."
"Oh, non sono incinta, te lo assicuro!" rispose l'altra, sedendosi e afferrando il piatto con doppia porzione apposta per lei che Hanji le aveva passato.
Mangiarono, chiacchierando, ridendo tra loro e ricordando i vecchi tempi. Non si riunivano spesso tutti insieme, quindi volevano godersi il momento.
C'era la solita confusione allegra, quando Sasha spinse in avanti il piatto lasciato a metà e sospirò soddisfatta.
"Basta, sono piena." disse.
Si fece improvvisamente silenzio, e tutti si voltarono verso la giovane.
Di solito lei non aveva problemi col cibo, mangiava tanto e se avesse potuto avrebbe mangiato anche i sassi, eppure aveva lasciato metà della sua porzione, corrispondente al doppio di una porzione normale, dicendo di essere sazia.
C'era qualcosa che non andava.
Historia si alzò, lasciò Ymir a Jean e, ignorando le proteste, prese l'amica per un braccio e la trascinò alla porta.
"Vieni, ti faccio visitare dal mio medico." ordinò "È venuto con me, sta nell'altra ala della caserma."
"Effettivamente è molto strano." ammise Hanji dopo un po' "Non ho mai visto Sasha lasciare qualcosa sul piatto, nemmeno un chicco di riso."
Le due ragazze tornarono dopo circa mezz'ora. La brunetta si stava riallacciando la camicetta, cercando di rimetterla in fretta sotto la gonna, e sembrava molto contrariata.
"Ti dico che il tuo medico si sbaglia!" esclamò, stizzita.
"Il medico non sbaglia, tu sei incinta!" rispose l'altra "Come hai fatto a non rendertene conto? Sei di almeno tre mesi!"
"Non sono incinta!" ripeté la giovane, mettendo il broncio e sedendosi nuovamente al suo posto, accanto a Connie che sembrava improvvisamente impallidito e la fissava con sguardo indecifrabile.
"Sasha..." sussurrò il ragazzo, afferrandole la spalla, ma lei si ritrasse, scattò nuovamente in piedi e strinse i pugni.
"Non mi toccare!" ringhiò, rabbiosa "Non provarci nemmeno! Io non sono incinta! Non... Non voglio esserlo!"
Scoppiò a piangere e corse fuori, senza neanche prendere la mantella. Connie fece per seguirla ma Eren lo bloccò.
"Vado io, tu hai già fatto danni, quindi resta qui." ordinò, poi prese il mantello e seguì Sasha all'esterno.
La ragazza si era seduta sulla panca vicino alla porta, piangeva e tremava di freddo. Senza dire nulla, l'amico la coprì con l'indumento e si sedette accanto a lei.
"Io non sono incinta..." sussurrò, per l'ennesima volta.
"Il padre è Connie?" chiese l'altro. All'espressione incredula della mora si affrettò a spiegare "Pensavate che non ce ne accorgessimo? Era evidente che voi due foste più che amici. Quello che mi chiedo è perché neghi l'evidenza. Sei incinta, cosa c'è di male?"
"L... Lui è un Titano." rispose, finalmente, lei "Non avrà molto tempo per vederlo... Io... Io non voglio che mio figlio non abbia un padre..."
"Ha comunque più tempo di quanto ne abbia io." ammise Eren, sincero "Anche io ci penso, ogni tanto. So che morirò quando Levi avrà quattro anni, non potrò vederlo crescere, e questo ammetto che mi fa star male."
"M... Ma come fai?" domandò, fissandolo negli occhi.
"Vivo i momenti. E cerco di creare in lui dei ricordi che si porterà dietro quando non ci sarò. Ed è quello che dovete fare tu e Connie: visto che il tuo ragazzo ha solo 13 anni di vita, viveteli appieno, e date a vostro figlio dei ricordi di suo padre che possa tenere nel cuore."
Sasha tirò su col naso, pensierosa, infine annuì. Eren sorrise e la riaccompagnò dentro, dove gli altri attendevano.
Connie fece un passo avanti e guardò la ragazza, in attesa di una spiegazione.
"I... Io sono incinta." rivelò, finalmente, e venne stretta da un abbraccio del ragazzo "Mi dispiace, Connie..."
"E di cosa? È nostro figlio." la rassicurò il giovane.
"M... Ma tu hai solo 13 anni... n...non potrai..."
"Ho abbastanza tempo per tutto... E ora basta segreti." la tenne stretta e si voltò verso gli amici "Ragazzi, io e Sasha stiamo insieme da dopo l'ultima missione a Marley. Ve l'avremmo detto appena fossimo stati pronti, ma a quanto pare doveva succedere proprio oggi."
"Beh, allora bisogna festeggiare!" propose Jean, rilassando gli animi "Che dite di fare un brindisi?"
Tutti accettarono di buon grado, così vennero distribuiti bicchieri di vino, che tutti bevvero, a parte i bambini e Historia e Sasha, e ben presto furono tutti allegramente alticci.
E, sul tardi, decisero finalmente di andare a dormire.
Historia raggiunse gli appartamenti a lei riservati, e gli altri salirono al piano superiore.
Connie e Sasha si fermarono davanti alla porta della stanza del ragazzo, che abbracciò la compagna, carezzandole la pancia, e la baciò dolcemente, prima di superare insieme la soglia.
Reiner li guardò e sorrise, poi seguì Jean in stanza.
"Te l'avevo detto che ci nascondevano qualcosa quei due." disse.
"In effetti... È stata una festa dai risvolti inaspettati." ammise l'altro, portandosi una mano alla testa "E credo di aver bevuto un po' troppo stasera..."
"Anche io, ma è normale quando si festeggia." rispose il Marleyano, passandogli un braccio attorno alle spalle "Beh, felice festa delle mura, Jean."
"Felice festa delle mura anche a te, Reiner."
Fecero silenzio, guardandosi negli occhi, poi si avvicinarono, incontrandosi a metà con un bacio.
Erano alticci, e quel contatto durò più del dovuto, ma erano ancora abbastanza lucidi da fermarsi prima di andare oltre.
Jean amava Reiner, ma era Ben conscio dei limiti oltre i quali non poteva andare, quindi si allontanò a malincuore per cambiarsi, poi, quando si misero a letto si avvicinò all'amico, abbracciandogli le spalle e addormentandosi in quel modo.
Sì, avrebbe voluto qualcosa di più, soprattutto quel giorno, che aveva visto due dei suoi più cari amici diventare qualcosa di più l'uno per l'altra. Però non ne aveva il coraggio, non ancora.

   
 
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