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Autore: Exeregen    05/07/2019    1 recensioni
Viaggiare con il Dottore è stupendo ! Viaggiare per il tempo e per lo spazio puo essere anche tremendamente doloroso.
Il Dottore tempo fa ha compiuto un gesto estremo estraendo dalla linea temporale la sua amica Clara Oswald per salvarla da un destino terribile . E' passato un po di tempo da quegli eventi e Clara Oswald , in possesso di un suo personale TARDIS , viaggia per il tempo e lo spazio cercando di godersi il tempo che le resta prima di tornare al momento della sua morte.
Un giorno , però , il TARDIS le fa uno scherzetto e si schianta con Clara sulla Terra , precisamente nell'anno 2012 ... e li farà una particolare conoscenza ...
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Amy Pond, Clara Oswin Oswald, Nuovo personaggio, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Punto di vista di River Song.

 

CAPITOLO 8 : LA BESTIA E PIU' BESTIA

 

Karino mi espose il suo piano : dovevo avvicinarmi a Jello , sedurlo e convincerlo a passare dalla loro parte e in cambio avrei ricevuto il Cubo dei Sogni e precisa posizione della chiave.

 

"Cosa ti fa pensare che sarà di parola?"

 

Vastra aveva fatto una domanda giusta , ma volevo fidarmi del mio istinto.

Non ci aveva nemmeno microchippato o cose simili ... io e Vastra potevamo andarcene in qualsiasi momento.

Non volevo coinvolgere ulteriormente la mia amica (sperando che lo siamo ancora)

 

"Voglio fidarmi del mio istinto e Vastra ... grazie di tutto"

 

Mi tolsi il manipolatore del vortice e glielo misi intorno al polso e , dopo aver premuto un bottone , la scaraventai bruscamente nel suo tempo.

Ero stata ipocrita e l'avevo coinvolta in un mio capriccio ... e non so proprio come sdebitarmi.

La promessa di aiutarla con i problemi con sua moglie Jenny , ma ... nemmeno riesco a gestire i miei di problemi ...

... la relazione con il Dottore è complicata e lo sarà sempre.

A volte siamo sposati , a volte mi conosce appena , a volte mi conosce fin troppo bene ...

... una relazione contro lo spazio e il tempo e poi si lamentano delle relazioni a distanza.

Mentre lasciavo vagare la mia mente , mi avvicinavo a un edificio abbandonato dove Jello e i suoi uomini organizzavano i loro attacchi.

Avevo lasciato le mie armi dentro una botola di un negozietto di dolci , ormai abbandonato da tempo.

Cominciai a gridare "Aiutatemiii , vi pregoooo" con una voce straziante e due uomini ben piazzati puntualmente mi puntarono un arma contro.

 

"Per favore ... sono ferita , dovete aiutarmi"

 

Mi ero autoinflitta qualche ferita per essere convincente ... la mia bellissima pelle ... meno male che il mio chirurgo di fiducia che mi riattoppa mi fa sempre buoni prezzi , gli farò visita appena sarà tutto finito.

 

"Cosa ci fa un civile qui?"

 

Uno di quei soldati aveva cominciato a girarmi intorno , mentre l'altro mi puntava un fucile contro senza distrarsi nemmeno un attimo.

 

"Ho tanta fame ..."

 

E simulai uno svenimento.

Non ho avuto un infanzia facile e ho conosciuto alcuni individui nel tempo che mi avevano insegnato tantissime cose e per me simulare malesseri di qualsiasi genere era una stupidaggine.

Ho dovuto affrontare tante cose nella mia vita ... ho dovuto sopravvivere e diventare un arma per uccidere il Dottore.

Devi conoscere ogni genere di trucco , saper maneggiare il maggior tipo di armi e e veleni possibili , saper prevedere il nemico e cosi via.

Quei due erano dei novellini ... cominciarono a domandarsi a vicenda cosa dovevano fare e qualcuno uscii dall'edificio : era proprio Jello.

 

"Cosa diamine sta succedendo qua? E cosa ci fa questa donna per terra?"

 

Mi ero strappata parti del vestito per mettere in evidenza le parti più "strategiche" che , modestamente ... sono un gran pezzo di donna e me lo diceva anche Giulio Cesare.

E come previsto il respiro e i battiti di Jello si fecero più forti.

Non potevo sentire "altro" far rumore , ma sapevo che si era eccitato.

 

"Portatela dentro"

 

Qualsiasi bestia dell'intero universo e di tutti gli universi ha certi "istinti" o "bisogni".

Karino mi aveva descritto Jello come "un essere crudele senza anima" eppure confidava nel fatto che potessi in qualche modo cambiarlo.

Sarebbe stato facile ucciderlo e invece ... mi chiedeva di sedurlo e portarlo dalla loro parte.

 

Mi portarono in una stanza e mi distesero su un letto e chiusero la porta a chiave.

Mi "riattivai" e mi alzai lentamente , ma qualcuno gia mi aveva medicato le ferite.

Io mi avvicinai alla porta.

 

"C'è nessuno?"

 

Inscenai la parte della donna spaventata.

 

"Per favore ... dove mi trovo? Ho paura ..."

 

E insistetti cominciando pure a piangere.

Le doti recitative di una grande attrice e poi ...

... qualcuno girò le mandate di quella porta e questa si era aperta lasciando entrare successivamente Jello.

Io indietreggiai , tenendomi stretta ancora la parte da recitare della donna spaventata.

 

"Dovrei ammazzarti , lo sai?"

 

Jello mi fissava dalla testa ai piedi , soffermandosi a fissarmi in "certi punti"

 

"Non lo farò , anzi diventerai la mia donna . Ne ho cercate tante , ma nessuna in questa nazione è bella come te"

 

Non volevo nemmeno chiedere che fine avessero fatte le altre , ma dovevo recitare.

 

"Che ... che fine hanno fatto le altre donne?"

 

"Chiedilo ai miei soldati"

 

Io ero un peperino , era facile farmi perdere la pazienza , ma quando dovevo recitare una parte ... diventavo "quella parte" , non potevo mica ammazzarlo.

 

"E' ... terribile"

 

La parte della donna nauseata mi riesce sempre bene , ma la vera me lo avrebbe castrato insieme agli altri soldati.

Jello mi si avvicinò e mi accarezzò il viso.

 

"Potrai vivere e nessuno ti toccherà nemmeno con un dito"

 

...chissà quale divinità poteva sapere cosa ho potuto sopportare da li in avanti.

I giorni passavano e io entravo sempre di più nelle sue grazie.

Purtroppo la guerra ancora persisteva e ho dovuto assistere a diversi massacri.

Non sapevo piu se ne valeva ancora la pena fare tutto questo per quel maledetto Cubo.

Guardavo le celle dove venivano tenute le donne con i loro bambini.

I soldati di Jello erano bestie come lui che promettevano alle donne di non toccare i loro figli se "avessero fatte le brave" e li avessero serviti.

Ogni giorno incrociavo gli sguardi di quelle donne con lo sguardo vuoto che abbracciavano i propri figli con un vigore incredibile come solo una madre sa fare.

Cosa stavano patendo quelle madri per proteggere i propri figli?

Io volevo ammazzare tutti questi maiali.

Successivamente, a cena , parlai di tutto questo a Jello.

 

"Liberarle? Sei pazza?"

 

"Io sono tua moglie ora e ho deciso di rimanere al tuo fianco e questo non cambierà mai , ma quelle donne?

Non vedi come stanno soffrendo?"

 

Inutilmente cercavo di fare appello all'umanità inesistente di Jello.

Non so nemmeno io cosa fare.

Potevo ammazzarlo , ma mi ripetevo "sono arrivata fino qua" e forse dovevo fare io appello alla mia umanità.

"Non hai capito la tua situazione , non hai diritto di dirmi cosa fare .

Ci metto poco a buttarti in mezzo alle altre"

 

Afferrai una forchetta con vigore , ma mi fermai.

Non con la lingua , no quella no ...

 

"Io ti potrei ammazzare adesso , in questo preciso istante.

Tu mi ripugni e sei tutto quello che odio di più al mondo.

Ti sgozzerei e con la tua testa ci farei una merdosa cornice dove ci sputerei contro ogni giorno.

Giuro che ora mi alzo e ti scuoio vivo"

 

Improvvisamente Jello cominciò a iperventilare e a toccarsi il petto.

Incredibilmente cominciò a ridere come un pazzo.

Era come impazzito e pensai che non c'era piu nulla da fare e presi una forchetta e corsi per ficcargliela in un occhio.

 

"Se è questo che desideri , ti accontenterò!"

 

Mi fermai di scatto.

Cosa stava farneticando?

 

"E' bellissimo! Ti prego , continua , fammi vedere quella luce nei tuoi occhi!

Fammi sentire quanto male può generare la tua anima !"

 

Cosa diavolo stava succedendo?

Questo qui si stava "eccitando" con la mia rabbia?

Rideva di gusto e quasi si stava mettendo a piangere.

E allora solo in quel momento avevo capito : per sedurre una bestia , dovevo essere anche io a mia volta una bestia.

La sua psiche era fragile e il contrasto con la mia pura rabbia e indignazione lo aveva travolto.

Ora avevo il coltello dalla parte del manico...

 

In pochi giorni lo trasformai in un agnello , mandando in pappa il suo cervello.

Ho dovuto sporcarmi le mani ... uccidendo alcuni dei suoi soldatini e dovevo recitare facendo finta che tutto questo mi portasse un immensa gioia.

Non ho mai avuto una vera spiegazione davanti a questo fenomento , ma la mia ipotesi era questa : la mente di Jello aveva conosciuto sino ad allora solo la sua di crudeltà e quella dei suoi soldati che non erano altri un "prolungamento" di se stesso , mentre io ero una cosa nuova.

Qualcuno che si ribellava a lui ? Qualcuno che gli puntava un arma contro? Qualcuno che rideva di gusto uccidendo i suoi soldati?

Il suo cervello ebbe qualche tipo di scompenso e una sorta di reboot , come se servisse altrettanta violenza per contrastarne un altra.

Avevo capito che qualcuno aveva giocato con la sua mente come l'Ordine del Silenzio aveva fatto in passato con me.

Era stato programmato per essere malvagio , ma non per contrastare altra malvagità.

Non mi feci molte domande , ma una volta Jello come mio burattino gli ordinai di stringere un alleanza.

"E' giusto , ho combinato troppi casini ... è sbagliato e sono un essere schifoso , ma mi consola che anche una bestia come te cerca di redimersi ..."

 

Ora ero io la bestia.

Le stesse donne che precedentemente cercavano il mio sguardo , appena vennero liberate , scapparono di corsa ... insultandomi in tutti i modi possibili.

Ero dovuta essere convincente e uccidere alcuni soldati di Jello davanti a donne e bambini ...

...

...

sono come un oggetto rotto , ormai da tempo.

Mi ero spinta cosi lontano per quel Cubo , ma a che prezzo?

Mentre ero nella mia stanza a riflettere , una figura coperta da un velo entrò.

Era Vastra.

 

"Cosa ci fai qui?"

"Non so come questo coso funzioni , ma sono venuta a tirarti fuori da questo casino , tanto hai ottenuto quello che volevi , no?"

 

Non avevo nemmeno la forza di rispondere.

Inscenai la mia morte , dicendo che avevo deciso di suicidarmi perché "la bestia che ero non ce la faceva piu e che confidavo nella sua bontà".

Potete capire da voi quanto sia strano tutto questo...

Jello se la bevette e "per il mio bene" decise il giorno stesso di deporre le armi e servire Karino.

 

"Ottimo lavoro , professoressa River Song"

 

Karino mi diede il Cubo e delle coordinate (che poi non erano coordinate) per trovare la chiave e poi capii :

altro che "perdere i propri sogni" , non poteva usare il Cubo perché la chiave era situata nel posto più protetto di tutti ovvero ... nel TARDIS del Dottore.

 

"Non ho mai decifrato queste coordinate ... a patto che siano coordinate o un codice"

 

C'era praticamente scritto NON SO COSA VUOI FARCI , MA IL DOTTORE COSTUDISCE GELOSAMENTE QUESTA CHIAVE QUANTO LE SUE PREZIOSE SCIARPE E CRAVATTINI ... in Gallefreyano.

 

Io lasciai l'edificio con Vastra gridando "Non ne posso più! Sono una cretina , ho il cervello di una gallina e l'anima nera come la seppia"

 

Io gia vedevo li il Dottore a dirmene quattro e su come "avessi sorpassato il limite" e ogni tanto pensavo a Jello e come alcune cose non mi tornassero , ma ... poco importava! Avevo deciso di dire "basta".

E volevo buttarmi da un burrone , ma poco dopo notai un losco figuro aggirarsi intorno al palazzo di Karino : una vecchia conoscenza.

 

"Tu sei Ovra Dunno?"

 

Avevo conosciuto il losco mercante tempo fa ...

... aveva un recipiente con uno strano insetto dentro.

 

"Tu non mi hai visto"

 

E scappò via alla velocità della luce.

 

Vastra disse una cosa riguardante l'insetto.

 

"Quello era un Kalosso"

 

Non la ascoltai e premetti il manipolatore del vortice ancora sul polso di Vastra, teletrasportandoci nel passato , nella residenza di Vastra.

 

"River ! Stai scappando per caso?"

 

Feci un respiro profondo , perchè lei non sapeva cosa ho dovuto passare e che cosa avevo fatto ...

... ero vicina a una crisi di nervi e , ormai "esplosa" , scaraventai il Cubo contro un muro.

 

"Vastra , io non sono un eroe ... Vastra io sono un mostro , non sai fin dove mi sono spinta solo per quel Cubo!"

 

Non ce la facevo più ... e piansi , ma non era una recita.

Vastra mi fece mettere a sedere e le raccontai tutto.

 

"Non posso giudicarti e non voglio nemmeno farlo , ma ora dobbiamo impedire un altro disastro ... Kalosso vuol dire sempre guai"

 

Vastra aveva fatto in passato cose terribili , ma il Dottore l'aveva salvata e non giudicata.

Lei stava facendo lo stesso con me?

Vastra si tolse il manipolatore del vortice dal polso e me lo mise in mano.

Vastra accennò un sorriso di incoraggiamento e dopo essermi asciugata le lacrime ...

... premetti quel bottone.

 

Purtroppo il mio manipolatore aveva bisogno di una revisione e ci aveva portato a qualche giorno o settimana dopo ...

e la guerra era ricominciata.

Dopo diverse indagini , traemmo le nostre conclusioni e decidemmo di accamparci fuori città ed escogitare un piano.

Volevo fermare questa guerra ... e salvare le donne e figli che precendentemente avevo spaventato recitando il ruolo della bestia che purtroppo ero realmente diventata.

Ho ucciso quei soldati perché lo meritavano , ma averli giustiziati in quel modo solo per suscitare qualcosa in Jello ... mi veniva da vomitare.

Ero in perlustrazione in città ...

... e alle mie orecchie arrivò un rumore familiare in mezzo alla città devastata.

Era il Dottore?

Era qui?

Aveva saputo?

Era lui?

Davvero lui?

E mi ritrovai in un vicoletto con un soldato che stava puntando il suo fucile contro un ragazzo che teneva tra le sue braccia ... Clara Oswald?

 

Non esitai e sparai un colpo in testa al soldato.

Stavolta mi era pesato tantissimo ...

... stavo per impazzire.

 

Il resto della storia la conoscete.

 

 

Vastra : Li lasci andare da soli?

River : Quel ragazzo è un imprevisto ... è sempre un mio parente e dovrei un attimo stare attenta e devo riorganizzare le idee.

 

In realtà ormai ero entrata in un loop di pieno di terrore e autocommiserazione e Vastra lo aveva notato.

 

"Ascoltami Professoressa River Song" , esordì cosi e mi afferrò la mano , "tu hai un cuore e il fatto che riconosca i tuoi sbagli è un passo avanti.

Non ti sto giustificando che quello che hai fatto per brama di mettere mani sul Cubo è stato terribile , ma devi farti forza.

Tutti sbagliamo , ma abbiamo anche la forza di rimediare.

Non pensare agli errori commessi e alla loro gravità , tu ritorna in careggiata ... torna ad essere River Song.

Bisogna proteggere quei due , è chiaro?"

 

Mi venne istintivo baciare Vastra sulla bocca e ripresi in mano la mia persona e la mia anima.

Un rumore fastidioso raggiunse le orecchie mie e di Vastra , simile a un rumore metallico e mi venne istintivo buttare un occhio sul manipolatore del vortice.

 

"Vastra ... hai un modem? Non sono di questa epoca , ma solitamente rubi sempre qualcosa dal TARDIS del Dottore"

Vastra non rispose , ma si limitò a guardarmi con un espressione persa.

Non c'era tempo da perdere ...

 

"Farò del mio meglio ... River Song sta tornando"

 

FINE CAPITOLO 8

 

 

   
 
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