Aneddoto
Ringrazio
tutti quelli che hanno dato un’ occhiata a queste mie idee deliranti e a chi ha
lasciato il suo commento che è stato motivo di altra riflessione per me.
Ecco delle nuove considerazioni che non hanno altra pretesa che di essere semplici pensieri personali, dubbi; spero sempre di non urtare la sensibilità di nessuno.
*****
Tempo fa entrai in
una chiesa.
No, non per pregare.
Tu sai che prego
molto poco e se lo faccio, non avviene nel senso più classico del termine.
Forse perché non
credo nel potere della preghiera. Forse perché non ho mai cose da chiederti. E
quello che vorrei a volte mi sembra banale; è scontato che voglia il bene delle
persone che mi sono care. Dio proteggi la mia famiglia; ma non lo fai già
costantemente?
Cosa dobbiamo
chiedere a Dio, se Tu hai già stabilito tutto quello che possiamo avere e
quello che non avremo mai?
A volte penso sia
superfluo chiedere; teoricamente Tu dovresti sapere di cosa ho bisogno; se Tu
conosci i desideri più intimi degli uomini, sai già che cosa vogliono e allora
perché noi dovremmo chiederti di esaudirli? Non ti sembra logico?
Non desiderare…
donna o cosa che sia, d’altri… un altro comandamento. Un'altra contraddizione.
Donne come cose,
alla stregua di oggetti, appartengono a qualcuno, di solito ad un uomo, padre o
marito che sia.
Qui mi verrebbe da
fare un'altra riflessione, ma rischio di svicolare troppo dalla mia idea di
partenza.
Ma ormai mi ci sono
buttata e tanto vale che io segua il filo dei miei pensieri disordinati.
E se anche i 10
comandamenti fossero stati scritti dall’uomo, da Mosè in persona, magari?
Il profeta sale su un monte, lascia gli ebrei da poco liberati alle loro gozzoviglie e scende tempestivo, con le tavole della legge...
Non che siano
sbagliati, intendiamoci, ma nella forma suggeriscono davvero un’ impronta un
tantino maschilista.
Non desiderare la
donna pare un comandamento decisamente rivolto all’uomo in quanto essere in
grado di concepire il desiderio carnale.
E soprattutto pare
formulato da chi sa precisamente cosa significa desiderare sessualmente una
donna.
Per la donna non ne
esiste uno equivalente; ora mi direte che il concetto va inteso in senso
generale, sì lo so.
Ma la considerazione
che voglio fare è un’altra: ora, o le donne non desiderano, oppure sono tanto
più forti da resistere al desiderio dell’altro sesso; la donna è un tantino
superiore in tal senso da non lasciarsi trascinare dai suoi bassi istinti o da
saperli nascondere meglio.
Questo le avrebbe
fatto guadagnare qualche punto nella mentalità di uomini che certamente non
avevano un’alta considerazione delle donne all’epoca. D'altronde oggi è ancora
così… e non solo in certe regioni retrograde del mondo.
Ma l’ipotesi più
probabile è che la donna non poteva desiderare perché non aveva nemmeno il
diritto e la libertà di farlo.
Non poteva prendersi
nulla che non le venisse dato da un uomo. Non erano messe nella condizione di
poter scegliere di peccare.
E qui si potrebbe
tornare al concetto di libertà di cui ho già parlato.
Avete ancora qualche
dubbio che quel comandamento in particolare non sia stato scritto da un uomo?
Mi riserverò di
riflettere un po’ meglio su questo concetto. Devo tornare al mio aneddoto.
Non sono una
praticante, quindi per qualcuno non sono nemmeno una buona credente.
Probabilmente hanno
ragione, ma poco importa.
Entro
in chiesa solo nei panni di turista; mi piace ammirare l’architettura delle
cattedrali, le sculture e gli affreschi nelle cappelle votive o sulle pareti
delle maestose navate, le vetrate istoriate che filtrano la luce in riverberi
colorati.
Per questo sono
entrata in quella basilica.
Era estate.
Ero vestita molto
semplicemente con un paio di pantaloni e una maglietta senza maniche. Ma non
credevo di poter essere scandalosa, ne in realtà avevo la volontà di provocare
qualcuno. Non ero entrata per quella ragione; volevo solo vedere l’interno
della basilica.
Dentro, diversi
turisti, armati di macchine fotografiche e fotocamere digitali, riprendevano
l’interno dell’edificio.
Alcune donne più o
meno erano vestite come me.
Ho attraversato le
navate laterali per tutta la loro lunghezza e mi sono portata fin davanti
all’altare, mi sono seduta su una panca della navata centrale per riposarmi e
cogliere un po’ di refrigerio, mentre ammiravo l’abside e la cupola sopra la
mia testa, lontano finalmente dalla calura che si sentiva all’esterno.
Se fossi stata
completamente sola in quel luogo forse avrei potuto avvertire anche un senso di
pace… forse.
Ma in realtà non ero
tranquilla… forse mi aspettavo qualcosa.
Forse mi sentivo
fuori posto e contemporaneamente non c’era alcuna ragione apparente di sentirmi
così.
Sono passati solo
pochi secondi quando un prete anziano dall’espressione severa da santa
inquisizione, passò tra la gente che si era seduta in ordine sparso tra le
panche.
Ancora prima di
cogliere un qualsiasi gesto da parte sua, capii cosa significava l’espressione
che aveva sul viso.
Vagava con lo sguardo tra la gente come alla
ricerca di qualcosa.
La trovò velocemente.
Trovò me; mi fece notare le mie spalle
scoperte indecorosamente senza proferir parola.
Fece solo un gesto, ma la sua espressione era
più eloquente di qualsiasi cosa avesse potuto dire.
Io non avevo certamente voglia di fare
polemiche con un prete bigotto, così mi alzai e mi avviai lentamente verso
l’uscita.
Ho rimuginato a
lungo su quest’episodio.
Intendiamoci; sapevo
che non indossavo l’abbigliamento più consono al luogo, ma non pensavo davvero
di risultare scandalosa e neppure offensiva per il comune pudore.
Non
credo che dimenticherò mai l’espressione di quel vecchio prete, mentre passava
in mezzo ai banchi, con la sua aria solenne e severa, di quello che agisce
convinto di essere nel giusto, il paladino del buon costume, convinto che il
mio abbigliamento fosse offensivo per quel luogo, oltre che per Dio,
certamente.
Offensivo per Dio…
Ma Tu ti offendi
veramente?
C’è davvero qualcosa
che può offenderti?
Non ti sei offeso
neppure quando Hitler sterminava gli ebrei…
Tornando
al nostro prete, con un po’ di ironica cattiveria, lo riconosco, mi viene da
pensare che un personaggio del genere, se fosse nato in Afghanistan sarebbe
stato certamente un talebano.
Però
devo ammetterlo; c’è qualcosa in tutta questa vicenda che mi disturba e forse
la colpa non è tutta del prete.
In
fondo lui è solo un uomo, un uomo che appartiene ad un’ istituzione che deve
legittimare se stessa.
Credo che sia
l’ipocrisia di fondo che si cela dietro questi atteggiamenti a disturbarmi.
E voi, vi prego non
venitemi a dire che si tratta di una questione di rispetto.
Ora io mi chiedo:
chi è che davvero si sente offeso e scandalizzato da un misero lembo di pelle?
Signore, quel prete
pretendeva davvero di essere il portavoce della tua presunta indignazione?
Davvero, Tu puoi
scandalizzarti per qualcosa che hai creato naturalmente, senza orpelli e senza
vestiti?
Sei Tu o sono gli
uomini che si scandalizzano?
Perché io non credo
proprio che Ti interessi davvero di come ci vestiamo per venire in chiesa.
Io non credo che Ti
interessi neppure se veniamo in chiesa.
Ma si pretende
rispetto per la “casa di Dio”.
Come se Tu non fossi
ovunque, come se quattro muri di pietra erette dall’uomo potessero contenerti.
Si pretende rispetto
per un luogo che arbitrariamente è stato definito sacro, ma non si rispetta un
mondo che è altrettanto sacro perché è la casa che Tu ci avresti destinato, che
avresti affidato alle nostre cure perché la custodissimo, perché è l’unico
posto in cui possiamo vivere.
Che cosa è sacro?
Non è sacra l’aria
che inquiniamo?
L’acqua che ci da la
vita non lo è altrettanto?
La vita è sacra… che
frase scontata.
Chissà perché per
vita, noi intendiamo sempre solo quella umana.
Come se fosse la
sola degna, la più importante, quella basilare. Come se essere uomo fosse un
privilegio.
Forse lo è e forse
no.
Perché gli uomini
hanno l’anima, le bestie no.
Mi pare una
bestemmia.
Ma non esiste solo
la vita umana, c’è la vita animale, la vita vegetale, forse la vita delle
rocce.
Io credo che tutta
la creazione sia permeata dallo spirito, da una scintilla di vita divina. Mi è
più facile vedere Dio in questo.
Perché Tu, dovresti
ritenere più importante la vita dell’uomo rispetto a tutta la tua creazione, se
davvero Tu sei l’Artefice di tutto?
Siamo il tuo
prodotto meglio riuscito? Io ho qualche dubbio in merito.
Se davvero tu hai
creato un equilibrio fra tutte le cose, la vita non è forse il risultato di
questo equilibrio? Non ha tutto la sua importanza?
Non c’è una
collocazione precisa per ogni cosa, elemento, atomo che compone la materia di
questo nostro universo di cui facciamo parte, di cui siamo solo un puntino?
La vita è sacra; lo
gridiamo fanatici, ci riempiamo tutti la bocca di questa verità assoluta.
La vita umana è
sacra, ma solo quella umana. Il resto non è importante.
Ecco perché non
riusciamo ad accettare che si parli di eutanasia per l’uomo, ma non siamo
disposti a tollerare di veder il nostro animale domestico soffrire e preferiamo
farlo sopprimere. Semplicemente non abbiamo chiaro che cosa sia vita.
La vita è un mistero
e questa è l’unica verità assoluta.
Ma l’uomo non è
fatto per vivere come un vegetale e un cane non è fatto per vivere attaccato ad
un respiratore che lo tiene in vita.
Perché dovrebbe
darti fastidio chi entra parzialmente coperto in casa tua, se non ti da
fastidio chi nasce povero e spoglio di tutto, e vive in un paese come l’Africa,
seminudo ai margini di una strada?
L’idea di Dio che si
scandalizza per un lembo di pelle mi sembra totalmente ridicola.
Sono sempre gli
uomini che si scandalizzano e che attribuiscono a Dio, sentimenti e passioni
“umane” assai poco divine.
Non è cambiato nulla
dai tempi del “Vecchio testamento.”
Non siamo noi ad
essere fatti a “immagine e Tua somiglianza”, ma siamo noi che continuiamo a
costruirci un Dio a “nostra immagine e somiglianza” e lo facciamo perché prima
di ogni altra cosa, dobbiamo giustificare noi stessi, le nostre azioni e
legittimare certe istituzioni che altrimenti non avrebbero ragione di esistere.
In certi passi, la
Bibbia Ti descrive esattamente così; un Dio collerico, geloso, vendicativo. Un
Dio che tollera i massacri e che anzi quasi li pretende, che ammette gli
stupri, un Dio che fa strage dei suoi nemici, i nemici del suo popolo eletto.
Ho sempre trovato
agghiacciante il racconto biblico della fuga degli ebrei dall’antico Egitto,
dove si racconta della morte dei figli primogeniti degli egiziani uccisi
dall’angelo mandato dal Signore. Ho trovato anche chi ha cercato di
giustificare quell’azione divina.
Io invece non la
capisco… oppure era lo scotto da pagare perché il faraone aveva fatto uccidere
i figli d’Isdraele?
E qui torniamo al
dio vendicativo.
Ma la Bibbia è piena
di storie così… eserciti contro eserciti, popoli liberi ridotti in schiavitù,
storie scritte dagli uomini per giustificare le azioni nefande di altri uomini
o spiegare la collera di una divinità tradita.
Perché se Dio lo
permette, o per qualche misteriosa ragione lo tollera, allora tutto diventa
lecito… anche l’illecito, e qualcuno lo sa molto bene.
Ed è ancora così in
certe parti del mondo, sotto certi regimi dove comandano i capi religiosi.
È c’è ancora chi si
crede il popolo eletto e tutti gli altri sono gli infedeli.
Ma poi come fai ad
avere un popolo eletto? Non dovresti amare tutti gli uomini indistintamente e
allo stesso modo?
Non dovremmo essere
tutti eletti?
E come faccio io a
credere in un Dio del genere?
Io non posso e non
voglio credere in un Dio del genere.
Di fatto io non
credo che esista un dio così. Forse non è mai esistito o forse non esiste più.
Un dio che è troppo
simile all’uomo; che ne ha tutti i difetti.
Sarà per quello che
l’uomo molto spesso si sente un dio.
Forse ogni epoca ha
avuto il dio che si meritava, il dio che poteva capire; tempi violenti a dei
cupi.
Da sempre i tempi
sono cupi, non si sono mai rischiarati e l’umanità non ha mai conosciuto un
tempo felice.
E se mai ci fu un’
età dell’oro, l’abbiamo perduta molto tempo fa e non ne conserviamo alcuna
memoria.
Ma se Tu sei
diverso, se sei tutto quello che l’uomo non può essere, allora io non posso
immaginarti.
Io voglio e posso
solo pensare che Tu sia più grande della mia corta immaginazione.
In realtà è la sola
speranza che ho.
Oggi che Dio sei?
Continua… forse.