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Autore: ballerina 89    29/08/2019    3 recensioni
Sequel delle due storie fin'ora create: "il miracolo di Natale" e caccia alle uova.
La famiglia Jones è finalmente tornata su efp per raccontarvi un'altra "indimenticabile avventura. Cosa dire di più? Beh... forse questa volta il vissero felici e contenti non.....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV NARRATORE
Anche se con il cuore ancora nel baratro più totale seguì Whale tra i corridori dell’ospedale arrivando così finalmente davanti la porta della sala visite dove vi era la sua amata. Era stranito dal fatto che Whale non avesse terminato il colloquio con lui, stava per dirgli cosa avesse esattamente Emma quando poi quell’infermiera aveva fatto irruzione interrompendoli. Un minuto, un minuto più tardi sarebbe stato tutto perfetto: avrebbe saputo cos’era successo ad Emma e sarebbe corso da lei. Purtroppo però il destino quel giorno sembrava essersi messo contro di lui e non solo adesso non sapeva cos’avesse la sua donna ma doveva anche ascoltare il tutto con lei presente. Non lo accettava, non voleva accettarlo. Voleva essere prima sicuro che le cose fossero quantomeno risolvibili. Non voleva che lei venisse colpita in pieno da qualcosa che avrebbe potuto farla stare male eppure Whale non aveva pensato minimamente a questa cosa e ora eccoli lì, tutti e due pronti ad entrare nella stanza che aveva enormemente sperato di poter varcare ma che ora gli fa una gran paura.
- Vai prima tu! - disse Whale incoraggiandolo ad entrare - Credo che le faccia più piacere vedere te che me. - Gli sorrise leggermente. Quello era scontato, lui sarebbe entrato di sicuro per primo. Voleva abbracciarla, baciarla, voleva coccolare quelle due creaturine che crescevano dentro di lei prima di far parlare Whale, ma l’unica cosa che fece fu mettere la mano sulla maniglia e aspettare . Cosa? Il coraggio per entrare naturalmente. - Killian... tutto ok? - domandò Whale riportandolo alla realtà.
- Si... tutto... tutto ok! - rispose per poi esitare ancora una volta. - Senti io non ce la faccio ad entrare sapendo che forse quello che hai da dire potrebbe ferirla. Non possiamo prima parlarne in privato? Vorrei quantomeno essere pronto all’eventualità di doverle fare forza. Non sarà di questo mondo e non ne capirò nulla in fatto di medicina ma non sono stupido. L’ho capito che sotto quello sguardo si nasconde una notizia poco piacevole... dimmela ti prego! Dammi modo di preparala ad affrontare tutto quello che ci sarà da affrontare. 
- Killian, va da lei adesso ok? Non pensare a niente di tutto ciò! Più tardi, quando magari si sarà ripresa un pochino e ti sarai ripreso anche tu allora ne riparleremo. Vi lascio un po’ da soli adesso. Ne avete entrambi bisogno. Ripasserò più tardi. - Non era esattamente la risposta che si aspettava, voleva sul serio sapere cosa stesse succedendo, ma già il fatto che non stesse entrando insieme a lui lo considerò un fattore positivo. Se era sul serio una brutta notizia quella che doveva dargli sarebbe entrato subito per metterli al corrente no? Se poteva aspettare a comunicare loro il tutto significava che la cosa era di sicuro risolvibile. Si croggiolò su quell’idea del tutto immotivata e senza esitare ancora entrò. Quello che gli si parò davanti era l’ultima cosa che si aspettava: la sua donna era confinata in un letto ricoperta per due terzi del suo corpo da fili, tubicini e macchinari. Aveva un paio di flebo, un sondino nel naso, un monitor per l’elettrocardiogramma e un altro monitor collegato ad una cintura che le avvolgeva la pancia che di sicuro serviva per monitorare i due gemellini. Il suo cuore perse un battito, l’ennesimo in quella giornata, nel vederla così. Aveva paura ad avvicinarsi, sembrava talmente delicata e indifesa che aveva paura di poterle fare male anche solo sfiorandola con un dito. Fu lei a richiamare la sua attenzione chiamandolo. Fu solo un suono leggero ma bastò per farlo tornare alla realtà. Prontamente le si avvicinò, le diede un casto bacio sulla fronte e lei di rimando gli sorrise dolcemente per poi provare a mettersi seduta.
- Ehi ehi ehi che stai facendo? Rimani giù, non fare sforzi. - le disse con voce preoccupata. Quello non era stato un semplice svenimento come diceva Regina, non ci si riduce di certo così per uno svenimento.
- Allora dammi un bacio degno di chiamarsi tale capitano! Quello che mi hai appena dato faceva decisamente pena. - Sorrise cercando inutilmente di coinvolgerlo.
- Scusami è che... ho paura di farti male... - confessò - la verità è che era spiazzato. Non pensava certo di trovarla così.
- Un bacio non ha mai ucciso nessuno però! Avanti che stai aspettando pirata! - Si lasciò convincere dalle sue parole e la baciò sul serio questa volta: labbra conto labbra. Le regalò uno dei suoi migliori baci ma oltre a questo le trasmesse anche tutti i suoi pensieri e le sue preoccupazioni. Dopo anni di fidanzamento e convivenza Emma aveva imparato a conoscerlo alla perfezione. Sapeva esattamente quando qualcosa non andava in lui. Lo percepiva dallo sguardo, dai movimenti delle mani, dal tono delle sue parole... ma sopratutto dai suoi baci. Eh già! Emma Swan sapeva leggere perfettamente il suo uomo, Killian era un libro aperto per lei e presto, proprio grazie a quel bacio rivelatore la sua donna comprese che c'era qualcosa non andava in lui. - Mi dici che succede? Sembri preoccupato! - chiese catturando con lo sguardo le sue pietre azzurre. - Qualcosa non va? Ti hanno forse detto qualcosa che ancora non so? - Sembrava tranquilla fin quando pronunciò l’ultima  domanda ma poi, prendendo in considerazione il fatto che forse la preoccupazione di suo marito era dovuta proprio a qualcosa che potesse avergli rivelato Whale, iniziò ad agitarsi anche lei. Il suo primo pensiero andò dritto ai gemelli: che ci fosse qualcosa di sbagliato con loro e che lui non volesse dirglielo? Che quello svenimento avesse compromesso la sua gravidanza? I suoi bambini stavano bene? Perché Killian era così fuori di se? Tutte queste domande invasero la sua mente portandola presto ad un aumento eccessivo del suo ritmo cardiaco. Il macchinario iniziò incessantemente a suonare attivando l’allarme della stanza. Killian sobbalzò nel sentire quei marchingegni fare quel gran baccano ma non ebbe il tempo di poter dire o fare nulla che Whale seguito da un paio di infermieri entrò in stanza per assicurarsi che fosse tutto ok. Controllarono Emma da cima a fondo con la supervisione di Killian il quale non ci pensò minimamente ad uscire dalla stanza dopodiché le diedero delle gocce per riportare il ritmo cardiaco alla normalità.
- Che succede qui dentro? Perché ti sei agitata così? - chiese Whale continuando a controllare i monitor.
- I gemelli... come stanno i gemelli? È tutto apposto vero? Stanno bene? - non era decisamente il caso di dirle cosa in realtà stava succedendo, non era ancora il momento. Se il solo pensiero di un eventuale pericolo le aveva procurato un ritmo cardiaco decisamente superiore alla norma cosa sarebbe successo se le fosse stata detta la verità? Bisognava aspettare ancora un pochino e farla calmare del tutto prima di intervenire. Come fare? Killian non era decisamente in grado di aiutarla in quel compito, lui era più agitato di lei. Bisognava tornare qualcuno o qualcosa che riuscisse a distrarla, o ancor meglio... a distrarli per poi poter parlare con loro in tutta calma in un secondo momento. L’idea gentile balenò alla mente del dottore quasi subito, uscì dalla stanza insieme al suo teem e tornò una decina di minuti dopo insieme alla cura migliore che possa esserci.
- Scusate se vi disturbo ancora - disse entrando nuovamente in stanza - Ma è l’ora della medicina speciale. - sorrise.
- Medicina speciale? - continuò Killian mentre Emma confusa li guardava - Non sarebbe il caso invece di parlare un po’ Whale? - lo fulminò con lo sguardo come a dirgli "basta giochetti, sputa il rospo". La sua Emma era cosciente.... debole è vero ma pur sempre cosciente, per quale assurdo motivo quel medico da strapazzo non si decideva a parlare?
- Parlare di cosa scusate! - continuò Emma allo scuro di tutto. Sapeva che Whale doveva comunicare loro qualcosa, in fondo ancora non avevano parlato degli esiti della visita a cui si era sottoposta, ma non sapeva di certo che il suo Killian avesse già cercato di parlare con lui. 
- Non è ancora il momento! - rispose prontamente l'uomo sorridendo per non destare sospetti o altre crisi. - Prima c’è qualcuno che vorrebbe far visita alla nostra cara paziente. - Senza aggiungere altro aprì la porta e in tutta velocità entrò un piccolo terremoto biondo di nome Dave seguito a sua volta da una timida bimba, anch’essa bionda, la quale a differenza di suo fratello si stringeva al suo orsacchiotto di peluche con fare timido. Lo sguardo di Emma cambiò improvvisamente riempiendosi di gioia mentre quello di Killian... beh, da preoccupato quale era passò ad essere infuriato. Non voleva che i suoi figli vedessero la loro madre in quelle condizioni, non voleva si spaventassero, ma Whale a quanto pare non ci aveva minimamente pensato. Lo imbruttì facendogli capire tutti i suoi pensieri al riguardo e lui prontamente rispose indicandogli la sua prole che adesso era accanto alla loro mamma più felici che mai a ricevere la dose giornaliera di coccole che ancora non avevano ricevuto.
- È tutto ok Killian, non guardarmi così! - in fondo cosa aveva fatto di male?
- È la mia famiglia, sono i miei bambini, devi chiedere il permesso a me prima di prendere questo tipo di iniziative. Non puoi prendere decisioni tu per loro!
- Non vedo dove sia il problema: sono entrambi tranquilli.
- Non volevo che vedessero la loro madre in queste condizioni ok? Sopratutto Dave. Hope è piccola non ci fa nemmeno caso ma Dave è uno a cui non sfugge nulla. Non voglio che si preoccupi. Qualsiasi cosa abbia Emma, che sia una banale influenza o meno, voglio che ne siano fuori. intesi? 
- Papino... bieni con noi qui dalla mamma? - Fu la piccola Hope a interrompere quel battibecco tra uomini. Si era avvicinata al suo papà e prendendolo per la maglia cercò, anche se con scarsi risultati,  di trascinarlo verso il lettino dove si trovava Emma. Whale sorrise confermando la sua teoria che i bambini erano più che tranquilli e si congedò lasciandoli un po’ da soli. Passarono un momento familiare davvero molto sereno nonostante la situazione che turbava l’animo di Killian e a rendere ancora più serena quell’ora di visite fu  il resto della famiglia che venne autorizzata ad entrare. Tutto procedeva nel migliore dei modi fin quando, di punto in bianco, Killian si rese conto che Dave si era improvvisamente ammutolito.
- Campione tutto ok? - gli chiese richiamando sia la sua attenzione che quella di tutti i presenti. Il bambino inizialmente annuì cercando di far cadere li l'argomento ma poi al riformulare della frase sempre da parte di suo padre, il quale lo vedeva che non era per nulla sereno, il piccolo iniziò a piangere disperatamente.
- Dj bua? - chiese Hope preoccupata andando immediatamente ad abbracciare suo fratello. La piccolina odia vedere Dave giù di morale ed è sempre pronta, quando questo accade, ad aiutarlo.... si beh...a modo suo naturalmente. - Ti do bacino se mi dici dobe ti sei fatto la bua! Te la faccio passare io! Sono super brava! Lo dice sempre anche mammina. - il piccolo purtroppo, nonostante volesse, non riuscì a risponderle alla sua sorellina  in quanto il pianto si fece sempre più insistente e straziante. Emma dispiaciuta nel vederlo così non ci pensò due volte a provare ad alzarsi per consolarlo ma Killian, capendo le sue intenzioni, giocò d’anticipo prendendolo in braccio e facendolo sedere sul letto accanto a lei prima ancora che provasse a mettersi seduta in modo tale che potesse consolarlo a sua volta senza fare alcun tipo di sforzo. Il piccolo Dave si abbracciò a sua madre con forza e non sembrava minimamente intenzionato a lasciarla la presa. Singhiozzava rumorosamente e inutili furono le dolci parole di Emma per farlo tranquillizzare. Dovette ricorrere ad una canzoncina, la stessa che gli cantava ogni volta che piangeva nei primi periodi in cui era arrivato in famiglia. Quella fu l’unica cosa che sembrò quantomeno funzionare un pochino.
- Ecco bravo, così! Respira.... Mi dici che succede tesoro? - chiese Emma, non appena lo dive un po' più tranquillo, asciugandogli gli occhi - Eri felice fino a poco fa, cos’è che ti ha fatto rattristare così?
- Tu... tu... tu stai... stai bene mam.... mamma? - domando il piccolo singhiozzando tra una parola e l’altra. Non era ancora riuscito a calmarsi del tutto.
- Certo che sto bene cucciolo mio! - lo abbracciò capendo immediatamente i suoi pensieri... si stava preoccupando per lei.  - Ti sei preoccupato per me? - il piccolo annuì - Che dolce che sei ma non devi temere nulla amore mio, io sto bene.
- E... e... e perché hai tu... tutti questi fili a...att... attaccati? - “menomale che non ci avrebbe fatto caso!” Pensò Killian guardando in aria per non andare da Whale e prenderlo a schiaffi.
- Questi dici? Tranquillo non sono nulla di così grave. Servono solo per controllare che tutto sia ok! - rispose prontamente lei - Guarda tu faccio vedere : lo vedi questo filo? Questo controlla me - indicò l’elettrocardiogramma - Quest'altro invece i tuoi fratellini. Non è nulla di cui tu ti debba preoccupare tesoro ok? Sto bene.... me li hanno messi solo per precauzione.
- Mah... ma la non... la nonna ha... la nonna ha detto che.. che... che non è normale.....! Lo ha detto sottovoce a non... nonno! - ecco spiegato perché improvvisamente il piccolo Dave aveva cambiato umore. Come al solito sua nonna non era stata attenta e ne aveva combinata un’altra delle sue. Emma ignorò il commento fatto da sua madre nonostante anche lei si fosse preoccupata per tutti quei marchingegni messi addosso e si concentrò solo ed esclusivamente al suo bambino .
- Dave amore ascoltami bene. Sono sicura che la nonna ha detto così solamente perché è un po’ preoccupata anche lei. È normale che lo sia dopotutto: è la mia mamma. Anche io sarei preoccupata a sapere uno dei miei adorati figlioletti in ospedale. Sono sicura che si sia già tranquillizzata però sai? Perché non glielo chiedi tu stesso? Il bimbo rimase un po’ a fissare la sua mamma incerto sul da farsi dopodiché si girò verso sua nonna e Emma nel mentre la fulminò con lo sguardo minacciandola con il solo pensiero. Doveva essere convincente o le avrebbe fatto passare un brutto quarto d’ora.
- Nonna è vero che... che non sei più preoccupata per la mia mamma?
- È vero Dave, stai tranquillo. Lo sai come sono fatta no? Tuo padre e tuo nonno mi prendono sempre in giro perché vado nel panico per qualsiasi cosa. Quando ho saputo che era i ospedale mi sono un po’ spaventata ma adesso che l’ho vista sto decisamente meglio. Scusami ok? Non volevo farti spaventare così. - il bambino rimase sul chi va la, non aveva minimamente creduto alle parole di sua nonna ma almeno smise di piangere e per tutto il resto dell’ora rimase tranquillo. Quando l’infermiera entrò a comunicare loro che il turno di visita era ufficialmente terminato e che dovevano gentilmente lasciare la stanza per permettere ai medici di lavorare ci fu qualche altro capriccio da parte di Dave il quale questa volta venne spalleggiato anche dalla sua sorellina che si mise a piangere perché non voleva lasciare la sua mammina in quel posto “chifoso” come lo chiamava lei. Killian fu l’unico che ebbe il consenso di poter rimanere così Regina e i charming furono costretti ad essere i “cattivi” di turno e portare i due piccini in corridoio dove insieme avrebbero aspettato il ritorno di Killian per sapere in via ufficiale cos’avesse Emma e per capire come organizzarsi per quella notte. Killian era molto provato da quella giornata e tutti i suoi familiari concordarono che non era il caso di lasciarlo solo alle prese con quei due bambini pestiferi. Se da una parte però c’erano Regina, David, Snow e Robin disperati alla ricerca di un modo per calmare i piccoletti di casa Jones, dall’altra c’erano Emma e Killian disperati per la troppa attesa. Erano ore che aspettavano di avere notizie su quanto accaduto ma Whale, nonostante avesse dato l’ordine di far uscire tutti dalla stanza, ancora non si era degnato di andare da loro. L’ansia iniziava davvero a farsi sentire ma nessuno dei due ne fece parola con l’altro. Se ne starono in silenzio, abbracciati a scambiarsi coccole in attesa del verdetto.
- Andrà tutto bene lo sai vero? - fu Killian a romepere il ghiaccio. Vedeva la sua Emma iniziare ad agitarsi ed era l’ultima cose che voleva vedere. - Io non permetterò che vi accada nulla.
- Sei un tesoro ma non devi fingere con me, lo vedo che sei agitato. Whale ti ha già accennato qualcosa?  È molto seria la situazione non è vero?
- Ma che dici è? - le diede un ulteriore bacio con l'intento di farle cambiare argomento. Aveva sul serio avuto  un piccolo incontro con il dottore poco prima che lei sisvegliasse ma le parole utilizzate da quest'ultimo gli fecero gelare letteralmente il sangue nelle vene. Lei non doveva saperlo... non ancora almeno. Se gli avesse accennato qualcosa si sarebbe spaventata e lui, non sapendo cosa effettivamente avesse, non avrebbe potuto confortarla. 
- Beh... Il fatto che abbia fatto entrare i bambini non è che mi abbia rincuorato poi così tanto. Siamo ancora in pronto soccorso e le visite qui sono bandite. Se li ha fatti entrare forse è perchè....
- È stato carino tutto qua. Non farti paranoie inutili. Comunque no, Non mi ha detto nulla, voleva che fossi presente anche tu! Tranquilla però, qualsiasi cosa ci dirà andrà tutto bene. 
- Tu dici? Io non lo so... dopo quello che successe con Hope...
- Te lo giuro! Anche al costo di dover rimanere per i restanti quattro mesi di questa gravidanza qui, tra queste quattro mura, noi ne usciremo vincitori. E per noi intendo tutti e quattro. - gli aveva appena fatto una promessa e aveva tutta l'intenzione di mantenerla. 
- Ti amo! - esclamò lei commossa dalle parole del suo uomo.
- Ti amo che io! - la baciò suggellando così la parola data - Ora però vado a chiamare Whale. Prima scopriamo cosa ti è successo e prima possiamo intervenire e tornare alla nostra vita. - fece per alzarsi e raggiungere la porta ma Whale lo anticipò entrando in stanza.
- Eccomi qui! Scusate se ho impiegato più tempo del previsto ma ho voluto ricontrollare ancora una volta  tutte le analisi e i referti delle visite fatte per confermare la mia diagnosi.
- Dicci tutto senza girarci attorno ti prego! Sono ore che attendo, non ne posso più! - fu Emma a parlare per prima ma Killian era esattamente dello stesso pare. Il medico li guardò per un attimo in evidente difficoltà, non sapeva davvero come fare. Doveva comunicargli una notizia non proprio “facile” da digerire e si maledì mentalmente per aver preso di sua spontanea volontà quel caso. Era di guardia quel pomeriggio ma non spettava a lui prendere in cura in caso. Emma era stata affidata ad un'altro medico inizialmente ma lui, tenendo molto alla ragazza e alla sua famiglia, aveva preferito farsi carico personalmente della cosa non pensando che si sarebbe rivelata più complicata del previsto . 
- Speravo di potervi dare buone notizie, ho voluto ricontrollare ancora i referti proprio per questo,  ma aimè... purtroppo non ce ne sono. Il malessere di questo pomeriggio, come tutti gli altri malesseri piccoli e grandi avuti fin ora, sono tutti dovuti alla gravidanza Emma. Il tuo corpo non riesce a gestire questa gravidanza come in realtà dovrebbe, sta soffrendo e ha iniziando a dare segnali di cedimento.
- Co... cosa vuoi dire con questo? Che rischio di perdere i bambini? - aveva sbarrato gli occhi più impanicata che mai all’idea. Aveva passato una cosa simile con Hope, non voleva ripetere l’esperienza. E poi... teneva troppo a quella gravidanza, amava già i suoi bambini, non avrebbe permesso al suo corpo di far del male alle sue creature.
- I bambini dalle analisi fatte sono in perfetta salute.
- Non vedo dove sia il problema allora. Se i bambini stanno bene...
- Ti interrompo subito. Non sono i bambini in se il problema, sei tu quella che non sta affatto bene Emma. Il tuo emocromo è tutto sballato e con esso anche il resto delle analisi fatte.  - fece una pausa per dar modo ai due di poter metabolizzare parte della notizia. - Questa gravidanza, come già sai, è stata considerata da subito a richio. Dai valori delle analisi iniziali si deduce chiaramente che era destinata ad interrompersi entro il primo mese e mezzo.
- Me lo avevano accennato e ho fatto una cu...
- Lo so! Ti sei sottoposta ad una cura per risolvere il problema e in parte ha anche dato risultati soddisfacenti,al tempo stesso però  ha compromesso e sta compromettendo la tua salute. Siamo passati da un estremo all'altro. Prima era a rischio la gravidanza, ora se non interveniamo tempestivamente sei a rischio tu. Quella a cui ti sei sottoposta non è una cura che può essere somministrata a tutte le gravidanze e mi meraviglio di come sia stato ingenuo il mio collega. Ci sono gravidanze e gravidanze e la tua purtroppo non era destinata ad andare avanti. - non erano certo queste le parole che si aspettavano di dover sentire. Immaginavano entrambi che ci fosse qualche problema ma erano tuttavia sicuri che fosse qualcosa di più semplice da risolvere. 
- E cosa ci consigli di fare adesso? - Ancora una volta fu Emma a formulare la domanda anche se con tono agressivo. Era già sul piede di guerra. Killian a differenza sua se ne stava in disparte. Lui aveva capito già cosa si celasse dietro lo sguardo compassionevole di Whale. 
- L'unica cura possibile purtroppo è l'unica cosa che avrei tanto desiderato non dirvi. Per riportare i tuoi valori nella norma l'unica cosa da fare è interrompere la gravidanza. Mi dispiace...davvero!  Avrei voluto darvi una notizia differente.  - la mano di Emma strinse in una morsa mortale la mano del suo uomo. Interrompere la gravidanza non rientrava di certo nei suoi piani. Avrebbero trovato un'altra soluzione: lei non avrebbe mai permesso a nessuno di portarle via i suoi figli. 
- No! Non è l'unica opzione... - disse con gli occhi completamente velati dalle lacrime. Era intenzionata a combattere è vero, non si sarebbe di certo arresa tanto facilmente, ma quelle parole dette così, senza un minimo di grazia, l'avevano profondamente colpita. Si aspettava di ricevere una cattiva notizia ma non pensava che si sarebbe arrivati fino a quel punto. 
- Emma non...
- DEVE ESSERCI UN ALTRO MODO WHALE!!!! Mi rifiuto categoricamente di credere che l'interruzione della gr.... - fu costretta a interrompere il suo discorso e a prendere un respiro. Le mancava l'aria anche solo ad immaginarla una cosa del genere. No! Non sarebbero mai arrivati a tanto.
- Emma tesoro! Tutto bene? - Ed ecco Killian riprendersi immediatamente dal suo strato di trance non appena la sua Emma ebbe il primo segnale di cedimento. La donna ignorò il suo uomo e una volta ripreso fiato tornò a inveire contro Whale.
- Non è l'unica soluzione! Mi dispiace ma non ti credo! Che accidenti di fine hanno fatto le banali vitamine è? Ci sono passata già con Hope ricordi? Eri tu a tenermi in cura e anche a quei tempi la gravidanza sembrava essere a rischio. Non si può intervenire allo stesso modo? Non possiamo tenere a bada la cosa e valutare giorno dopo giorno il da farsi? - Dentro di lei lo sapeva già che se le cose fossero state simili al passato Whale sarebbe stato il primo a proporle la stessa cura ma non poteva comunque accettare una diagnosi del genere. No! Era completamente fuori discussione. 
- Pensi che non ti avrei proposto di fare un tentativo se avessi intravisto un margine di riuscita? - provò a farle capire rimanendo sempre con toni pacati. Comprendeva il suo punto di vista, capiva esattamente che non doveva essere per nulla facile accettare una notizia del genere, ma lui purtroppo non ne aveva colpa, stava semplicemente facendo il suo lavoro. - Purtroppo non c'è una cura Emma o meglio: qualsiasi cura ti prescrivessi per riportare i tuoi livelli ad una soglia quanto meno decente danneggerebbe in maniera irraparabile i bambini per cui...
- Allora niente cure... andrò avanti così fin quando non saranno nati!  Penserò a rimettermi in  forma subito dopo la loro nascita. In fondo qualche svenimento non ha mai ucciso nessuno no? - ormai andava alla cieca, cercava di appigliarsi a tutto pur di non dover ammettere che ci fosse un serio problema da affrontare. 
- Non sopravviveresti neanche un altro mese senza cure e i bambini lo sai anche tu che non sarebbero nelle condizioni migliori per nascere in quanto troppo prematuri. Morirebbero loro e moriresti tu. - questa volta fu più diretto: se con la gentilezza e le parole delicate non riusciva a farle comprendere la gravità della situazione allora forse era giunto il momento di andare diretti al punto. - Prima interrompiamo la gravidanza prima riceverai le cure per rimetterti in sesto. C'e anche la possibilità che tu non debba sottoporti a nessun tipo di cura dopo l'intervendo. Sono i due feti che ti indebboliscono pertanto una volta interrotta la gravidanza potresti anche riprenderti autonomamente. 
- Sono i miei bambini non puoi....
- Aspettate un secondo. - Intervenne Killian interrompendoli - Quando mi hai convocato nello studio mi hai parlato di una scelta. Cosa intendevi? Oltre a quello che ci hai appena proposto di fare c'è un'altra alternativa? - Qualsiasi cosa sarebbe stata meglio di un aborto pensò.
- Purtroppo non c'è un'alternativa! 
- E allora cos'era la scelta di cui mi parlavi? Perchè se non vi è un'altra alternativa mi hai detto di scegliere? - Adesso era decisamente confuso.
- Quando abbiamo avuto il colloquio Emma non era ancora cosciente e non sapevo, visto i valori che le analisi riportavano, entro quando si sarebbe svegliata: era quasi entrata in coma Killian! Ti ho chiamato in studio proprio per informarti della cosa e per dirti di tenerti pronto all'eventualità di prendere decisioni che potessero riguardarla.
- Non... non mi hai detto nulla di tutto questo! Whale lei... LEI STAVA PER ENTRARE IN COMA E TU NON MI HAI MINIMAMENTE MESSO AL CORRENTE DELLA COSAAAAAA?!?!?!?!?!!? 
- Non ho fatto in tempo, si è svegliata proprio mentre stavo per dirtelo. - salvato in calcio d'angolo. 
- Beh... resta il fatto che mi hai detto testuali parole: "occorrerà che tu faccia una scelta" di che accidenti stavi parlando è?!?! Non si può scegliere se non c'è una seconda opzione non trovi? - ok... nessuno in quella stanza era ancora arrivato a capire la dura realtà dei fatti pertanto anche se non avrebbe voluto farlo toccò a Whale dare spiegazioni.
- Se fosse entrata in coma, cosa che credevo certa ormai visto che non accennava minimamente a svegliarsi, avresti dovuto tu prendere tutte le decisioni mediche del caso. Sapevo già che non sarebbe stato semplice per te darmi il consenso ad interrompere la gravidanza pertanto ti stavo semplificando il lavoro facendoti capire a cosa saresti andato in contro se non mi avessi dato il consenso. E' per questo che ho parlato di "scelta"... Autorizzandomi ad intervenire avresti salvato la vita a tua moglie, in caso contrario... beh... avresti salvato la vita dei gemelli. Il corpo di Emma non resisterebbe oltre un mese in queste condizioni pertanto se non mi avessi dato il consenso a procedere l'avremmo tenuta in vita tramite macchinari fin quando i bambini non sarebbero nati...
- No no no no no! Aspetta un secondo! Che... che stai cercando di dirmi è? Che mi stavi proponendo di scegliere tra mia moglie e i miei figli? Whale ma... MA TI E' FORSE DATO DI VOLTA IL CERVELLOOOO????? MA COME TI E' VENUTO IN MENTE DI PROVARE ANCHE SOLO A DIRMI UNA COSA DEL GENERE E'? MA STIAMO SCHERZANDO? SACRIFICARE MIA MOGLIE PER SALVARE I MIEI FIGLI..... CONDANNARE A MORTE I MIEI FIGLI PER SALVARE MIA MOGLIE... NO! - Non avrebbe mai scelto, non avrebbe portato da solo quel fardello per poi rinfacciarselo per tutta la vita.
- Sarebbe stata dura, lo capisco, ma la prassi è questa purtroppo. Quello che posso dirti però è che adesso non sei più solo e non dovrai prendere più alcuna decisione al posto suo. - indicò Emma che nel mentre era rimasta in silenzio con lo sguardo completamente perso nel vuoto. - E' sveglia e può decidere da sola quel che è meglio per lei. - fece una piccola pausa per poi tornare a parlare con la diretta interessata - Emma lo so, è difficile da accettare, ma non abbiamo altra scelta: il tuo bene prima di tutto. Converrai con me che la scelta migliore sia quella di interrompere questa gravidanza. - le mise dei fogli davanti. - Questo è il modulo di consenso per l'intervento... lo faremo domani in mattinata, devi solo firmarlo. - Non le mise fretta, sapeva che ci sarebbe voluto un po prima che metabolizzasse la cosa -Prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno, ripasserò tra un po' ok? - non si aspettava una risposta, la sua era una domanda retorica, rimase li ancora qualche minuto nell'eventualità uno dei due avesse altre domandi da porgli dopodichè li salutò con un gesto del capo e si incamminò in direzione della porta.
- Non firmerò un bel nulla! Puoi riprenderti questi maledetti fogli! - la sua voce era piatta, apatica... ma allo stesso tempo era ferma e decisa. Aveva preso la sua decisione... non aveva mai cambiato idea a dire il vero. Era una madre... non si sarebbe mai messa avanti ai suoi figli: prima il loro bene, poi il suo, non c'era da discutere su questo.
- Credo tu debba prenderti del tempo per metabolizzare la cosa Emma, non pensi lucidamente in questo momento. Perchè non...
- TI HO DETTO DI RIPRENDERTI QUESTI STRAMALEDETTI FOGLIIIIIIII! - Ok... era esplosa anche lei. 
- Emma mah...
- NON UCCIDERO' I MIEI FIGLI WHALE!!!!!!!!!!!!!!!!!!
- Lo capisco che non è semplice da accettare mah...
- MAH NIENTE OK? NON UCCIDERO' I MIEI FIGLI! SONO STATA ABBASTANZA CHIARA? NON  UCCIDE....
- Ucciderai te stessa quindi? - le domandò a quel punto, a bruciapelo, Whale. - Non so se hai capito bene quello che riferito prima a tuo marito: o i bambini o tu... non ci sono altre alternative purtroppo. Io da medico ti consiglio di interrompere la gravidanza, in fondo potrete sempre riprovarci tra qualche tempo, ma se proprio non accetti questa cosa, cosa devo dirti? Sai a cosa vai in contro, ne sei appena stata messa al corrente quindi... a te la scelta. Pensaci bene però: non c'è solo la tua vita in gioco.
- Emma amore forse wh.. - anche Killian, il quale fino a quel momento non aveva voluto schierarsi, provò a dire la sua  ma Emma era un fiume in piena in  quel momento e niente l'avrebbe fermata.
- NON AZZARDARTI A RIVOLGERTI A ME CON QUEI TONI DA "SO TUTTO IO" CHIARO? NON TI PAGANO DI CERTO PER VENIRMI A FARE LA PATERNALE! RIPRENDITI QUESTI MALEDETTISSIMI FOGLI E VATTENE!!!! 
- Ti considero mia amica, volevo solamente...
- ANCORA CHE CONTINUIIIIIIII???? NON ME NE FACCIO NULLA DEL TUO PARERE DEL CAVOLO OK? NON VOGLIO SENTIRTI SPARARE ALTRE STR...
- Lasciaci dieci minuti da soli, per favore. - Santo Killian, se non fosse intervenuto molto probabilmente Emma si sarebbe messa il dottorino sotto i piedi. Aveva bisogno di calmarsi ma sopratutto di ragionare e con Whale in stanza non lo avrebbe mai fatto. Senza aggiungere nulla  Whale si congedò lasciando i due coniugi un po' di privacy. Killian non centrava nulla in quella storia, era stato muto fino a quel momento ma a quanto pare adesso Emma era arrabbiata anche con lui.
- Non sarai d'accordo con lui vero? - non le rispose - KILLIANNNNNNNNNNNNNNNN!!!!!!!! Come puoi essere d'accordo!
- Emma io non sono d'accordo con nessuno ok? Questa storia fa schifo in qualsiasi modo la si guarda ma concorderai con me che bisogna prendere una decisione che vada al di la di noi due. - Non erano più soli da tempo ormai, a casa avevano due creature cui dover tener conto. Per non parlare di Henry che nonostante fosse cresciuto aveva ancora bisogno della sua mamma. 
- Non eri quello che non si sarebbe mai schierato? Che c'è hai già cambiato idea?!? - esclamò in maniera molto scontrosa riprendendo in ballo ciò che Killian aveva precedentemente detto.
- Ho detto che non  mi sarei mai e poi mai preso la responsabilità di prendere questa decisione da solo. Non volevo portare da solo questo fardello ma questo non significa che io non abbia un pensiero in merito. Emma vedi...
- Non voglio neanche starti ad ascoltare, vattene anche tu! - gli indicò la porta 
- No, non se ne parla!  Tu  adesso mi ascolterai invece perchè non me ne starò di certo con le mani in mano, da perfetto idiota,  a vederti toglierti la vita! - la zittì. Killian Jones era sempre stato dalla sua parte e per quanto fosse difficile da accettare pensava che alla fine lui, per l'amore che provava nei suoi confronti, l'avrebbe assecondata. Per la prima volta da quando stavano insieme però Killian aveva preso un'altra strada: si stava schierando contro di lei. Non riusciva a comprenderlo, non riusciva a capire come fosse possibile che l'uomo che amava e che tanto diceva di amarla avesse improvvisamente deciso di voltarle le spalle. Non capica che in realtà era proprio l'amore che nutriva nei suoi confronti il motivo per cui le stava dando contro. - Niente mi renderebbe più felice che poter conoscere e crescere questi due bambini, i nostri bambini... ma purtroppo la realizzazione di questo sogno porterebbe a galla il mio maggiore incubo: perderti! Posso accettare di tutto dalla vita devi credermi ma non questo purtroppo. Ti amo troppo e non posso vivere senza di te, mi dispiace. Sembrerà banale, una frase fratta o tutto ciò che vuoi ma è la verità. Per non parlare che di la, in corridoio, ci sono due dei nostri tre figli. Il mio peggiore incubo è anche il loro peggiore incubo. Hanno bisogno di te per crescere e affrontare la vita, hanno bisogno della loro mamma e io non ho alcuna intenzione di impedirglielo. E' per questo che ti dico, anche se a malincuore, che la scelta di Whale è la più sensata. Forse non mi perdonerò per tutta la vita per questo ma è così: tra i due mali devo scegliere quello minore, metaforicamente parlando sia chiaro, e quello minore al momento è interrompere la gravidanza.
- E' un discorso altamente egoistico il tuo. Stai pensando a te stesso e stai mettendo in secondo piano i tuoi stessi figli te ne rendi conto? - gli disse iniziando ad alterarsi. 
- Ma che cosa dici è? Ma se ho appena detto che...
- Dave, Henry e Hope ti sono serviti solo per rafforzare la tua teoria, per ottenere un : "hai ragione" facile. I figli di cui ti stavo parlando non sono loro però. Sono queste due creature che stanno crescendo dentro di me che stai mettenso in secondo piano. Le stesse creature con cui fino a ieri passavi le ore a parlare nella speranza ti sentissero. Pensa che bell'idea si saranno fatti di te se ti stessero sentendo davvero... li stai condannando a morte per un banale e ridicolo capriccio.
- Pensare a te, a mia moglie, alla donna della mia vita, a colei grazie al quale la mia vita ha un senso è da considerare un banale e ridicolo capriccio???????? Ma ti ascolti quando parli? 
- Si! e lo penso sul serio Killian. Non stai pensando da genitore, stai pensando unicamente a te stesso! 
- E tu invece? Pensi di essere tanto meglio di me? I gemelli possono anche essersi fatti un'idea sbagliata su di me ma tu pensa cosa possano pensare gli altri nostri figli del tuo volerli lasciare soli.
- Io non li sto...
- Si invece, li stai lasciando da soli!  Li stai buttando in mezzo ad una mandria di leoni inferociti ad affrontare la vita come capita capita. - prese un respiro - Ma non lo capisci che hanno bisogno di te per poter crescere nei migliori dei modi? Henry ha Regina, in ogni caso sarebbe almeno in parte tutelato ma Dave e Hope? Non penserai di certo che possano vedere in Regina una figura genitoriale vero? E' la loro zia per loro, niente di più. A chi chiederanno aiuto quando non sapranno cosa fare? 
- A TE RAZZA DI IDIOTA! A te chiederanno aiuto! Sei il loro padre, non penserai che nella loro vita tu non valga nulla! - rispose scocciata come se quella fosse una risposta altamente scontata.
- Chiederanno aiuto a me... Hope chiederà aiuto a me vero?  Parlerà con me dei suoi problemi da giovane donna è? Ma dai... Lo sai anche tu che le bambine parlano di queste cose con la loro mamma. Un padre, un padre come me sopratutto cosa pensi possa mai dare... tze!  Per non parlare di Dave... ma ci pensi a lui? Quel piccolino è cresciuto fino ad un anno fa in un istituto senza una famiglia e senza nessuno che si preoccupasse per lui. Ricordi come lo trattarono il giorno in cui andammo a fare il colloquio? Te lo ricordo io nel caso lo avessi dimenticato: da schifo!!!!!! Se lo maltrattarono in quel modo con noi li presenti pensa cosa possono avergli fatto in separata sede. Ha appena trovato una famiglia unita che lo ama incondizionatamente Emma, ha trovato la sua casa, i suoi veri affetti... vuoi togliergli tutto questo facendo nascere in lui quell'assurda domanda che nessun bambino dovrebbe mai porsi?  "cosa ho mai fatto di sbagliato nella vita per meritarmi questo?" è questo quello che si chiederà per tutta la vita e tu... proprio tu che hai vissuto la sua stessa situazione dovresti impedire che questo accada. Gli occhi di lei diventarono due gemme di fuoco, Killian aveva appena toccato un tasto delicato, stava per esplodere ma qualcosa, forse il pensare che suo marito stesse provando di tutto solo di farle cambiare idea, il fatto stesso che in fondo non avesse poi tutti i torti, la fece tornare sui suoi passi. 
- Lo so quello che stai cercando di fare... vuoi farmi sentire in colpa...  - e in parte ci stava riuscendo alla grande. Quelle parole la stavano distruggendo. 
- Non voglio assolutamente farti sentire in colpa. Se pensi questo allora vuol dire che in tutti questi anni non hai mai capito nulla di me. Voglio aprirti gli occhi e evitare di farti fare un gesto sconsiderato e idiota.
- Per te sarà sconsiderato e idiota forse, ma non lo è per me. Mi sto sacrificando per il bene dei nostri figli, ma non lo capisci? Sono una madre Killian... devo prendermi cura di loro come farei per Dave, Henry e Hope. Non posso non pensare a loro solo perchè non sono ancora nati e non posso di certo pensare al bene di tre figli e fregarmene degli altri due. Un buon genitore non sceglierebbe mai tra un figlio o l'altro.
- Ma volente o nolente lo stai facendo... sei costretta a farlo ecco perchè non capisco come tu possa voltare le spalle proprio ai tre che ti hanno riempito di gioia fino a poche ore fa. Sembrerò un mostro a parlare così lo so ma non c'è altra scelta amore mio. O salviamo i gemelli sacrificando così il bene degli altri nostri tre figli o pensiamo al bene della nostra famiglia, quella che è già qui, sacrificando i gemelli. Concordo con te che fa schifo da tutte le parti questa situazione ma purtroppo siamo davanti ad un bivio. 
- Il bivio lo vedi solo tu però... possiamo non scegliere! Possiamo garantire un futuro a tutti e cinque i nostri figli. Dobbiamo solamente sacrificarci noi. Non abbiamo mai avuto paura a farlo, li abbiamo sempre messi al primo posto, abbiamo sempre detto che il loro bene viene prima del nostro, perchè dovrebbe essere differente questa volta? La soluzione è proprio sotto i nostri occhi, io l'ho già vista, adesso devi solamente vederla anche tu.
- Non... non riesco a farlo mi dispiace...
- Perchè pensi da marito! - scosse la testa rassegnata.  - Senti Killian non sai quanto mi faccia piacere sentirmi così amata, ma te lo chiedo per favore: lascia le vesti da marito affettuoso e prova a pensare da padre. Non è difficile: io mi assicurerò che i nostri gemellini arrivino sani e salvi in questo mondo e tu... beh tu da grande capitano quale sei guiderai la nostra ciurma in questo grande oceano che è la vita. So che puoi farlo ma devi crederci anche tu. Io ho piena fiducia in te: so che ci riuscirai. - era sincera: aveva piena fiducia nelle sue capacità di genitore ma stava anche giocando furbamente: sapeva con assoluta certezza che lui pendeva dalle sue labbra e sperava, proprio per questo, che quelle sue parole dette così, con tanto amore, lo portassero a dargli ragione e a dargli finalmente il pieno appoggio per fare quello che aveva già deciso di fare. Lo avrebbe fatto in ogni caso, era decisa ormai, ma voleva che il suo uomo fosse dalla sua parte per non sentirsi in colpa nei suoi confronti. 
- Riponi troppa fiducia in me Swan... te l'ho sempre detto. Sarò anche un buon padre ma non sono nulla senza di te. Tu mi hai reso quello che sono oggi e nel momento esatto in cui tu deciderai a voltarmi le spalle, in qualunque modo questo accada, quell'uomo che con tanta fatica hai aiutato a nascere scomparirà per sempre dalla faccia della terra lasciando al suo posto il caro e vecchio uncino... l'originale. Non sarei mai diventato quello che sono oggi senza di te quindi come credi che io riesca a mantenermi sulla retta via se tu non ci sarai più? Sono solamente castelli di sabbia quelli che ti stai facendo ma la realtà dei fatti è ben differente. - quelle parole la colpiono nel profondo commovendola:  lui riponeva piena fiducia in lei e lei come lo stava ripagando? In nessun modo, anzi... Anche se per una giusta causa, lo stava facendo soffrire.
- Tu sei come sei oggi solo per merito tuo. Io ti ho dato solo una leggera spinta a venire a galla ma per il resto hai fatto tutto con le tue soli forze. Sei quel che sei solo ed esclusivamente grazie a te stesso e io non ho alcun dubbio che sarai all'altezza anche di questo compito che adesso ti spaventa a morte. Io so che puoi farcela e poi non sarai di certo da solo: la mia famiglia ti starà accanto, Regina e Robin lo faranno e perchè no... magari tra qualche tempo una donn...
- Non bestemmiare per favore! - la fermò quasi offeso di quella frase. Ma davvero non lo capiva? Lei era la sua unica donna. O lei o nessun'altra. Non sarebbe sopravvisutto senza di lei figurarsi trovare una nuova donna. 
- Ok ok scusa... quello che però voglio dirti è che non sarai mai solo, ci sarà tutta la nostra famiglia con te e io sarò sempre qui - gli posò una mano sul petto - nel posto che ho sempre occupato. Il tuo cuore batterà per tutti e due e...
- AAALT! Se dici anche solo un'altra mezza parola giuro che faccio una strage. Incazzati, grida, piangi... fai tutto quello che più ti fa stare meglio ma non inventare stronzate. Non me ne faccio nulla delle tue belle parole, non ti riporteranno di certo in vita una volta che non ci sarai più! Dovresti capirmi, dovresti sapere quali paure mi stiano passando per la testa visto che sei stata tu la prima in passato a dovermi dire addio, eppure sembra che tu ti sia già dimenticata la sensazione. Ti avevo detto di lasciarmi andare, di non venirmi a cercare per nessun motivo al mondo e di continuare la tua vita... lo hai fatto? Certo ce no! Hai detto che mi amavi troppo per farlo. Beh adesso sta succedendo la stessa cosa solo che in maniera inversa: sei tu quella che con queste stupide parole mi sta tra le righe chiedendo di lasciarla andare; ma proprio come mi hai risposto tu in passato adesso ti rispondo io: SCORDATELO EMMA!!!! Dovrai uccidere prima me e poi passare sul mio cadavere prima di poter anche solo pensare di fare una cosa del genere. Sarò egoista? Si lo sono forse ma te lo ripeto, non lo sto facendo solo per me. Ma  sul serio pensi che dopo il tuo gesto "sconsiderato", perchè resto della mia idea Emma, io sarò ancora in grado di crescere i nostri figli? Povera illusa... Il mio buon animo smetterà di esistere nell'esatto momento in cui tu... beh hai capito. il massimo che si ritroveranno quei bambini sarà un padre ubriacone che beve fino a farsi fuori per dimenticare il dolore causato dalla loro madre. E' questo che vuoi Emma??? 
- io....
- E' QUESTO CHE VUOI EMMAAAAAAAA! RISPONDIMi DANNAZIONEEEEEEEEEEE!  - Ottenne una risposta? Certo che no. L'unico risultato che ebbe fu quello di farla esplodere in un pianto disperato. Si era trattenuta fino a quel momento ma quelle ultime parole l'avevano completamente annientata. Si abbandonò su quel letto e diede finalmente sfogo, attraverso le lacrime, a tutte le sue più grandi paure e incertezze. Non sarebbe mai voluta arrivare a questo punto, non avrebbe mai voluto che la cosa più bella ottenuta dalla vita grazie all'aiuto di suo marito diventasse la più brutta... eppure era proprio quello che stava dventando. Quella gravidanza stava rendendo tutto così complesso che molto probabilmente il lasciarsi andare era davvero l'unica soluzione. Non sopportava vedere suo marito in quelle condizioni: sembrava arrabbiato, deluso... forse lo era sul serio dopotutto, ma prima di questi sentimente ce n'era un'altro che prevaleva su tutto: la paura. Quell'uomo aveva paura e lei, sua moglie, non stava facendo altro che terrorizzarlo ancora di piu. Farlo soffrire era l'ultima cosa che voleva ma non sapeva come fare per tutelarlo e allo stesso tempo tutelare il frutto del loro amore. Per un attimo desiderò addiritttura che in quello stesso istante qualcuno mettesse fine a tutta quella sua atroce sofferenza. 
Se da una parte però c'era lei che soffriva terribilmente per via di tutta quella situazione, dall'altra c'era un uomo, il suo uomo, il quale stava fraintendendo tutto.
- Ecco brava... piangi, sfogati. Ci sono io con te! Andrà tutto bene. -  Le disse tenendola stetta tra le braccia mentre le disegnava dei cerchi sulla schiena per confortarla. Era tornato il Killian di sempre: marito amorevole e affettuoro. 
Era convinto che con quelle parole era riuscito finalmente a farle comprendere il suo punto di vista, che avesse finalmente compreso cosa c'era sul serio in ballo. Non era una sprovveduta la sua Emma, sapeva che tutte le parole che aveva detto fino a quel momento erano un rifiuto della realtà ma sapeva anche che bisognava avere pugno con lei per farle ammettere le cose. Stava innalzando un muro come era solita fare ma come ormai aveva imparato grazie a tutti quegli anni di esperienza era già riuscito ad abbatterlo... o almeno cosi credeva. - Sarà dura ma ci rialzeremo più forti di prima amore mio, te lo prometto.  - Con quella promessa smise di parlare e la lasciò sfogarsi per tutto il tempo che ne ebbe bisogno. Pianse per più di un'ora, poi, piano piano, tutti quei sussulti iniziarono a calmarsi. Continuò ad accarezzarla e a massaggiarle la schiena fin quando non la vide tornare un minimo in se e solo quando smise di piangere del tutto riprese a parlare. - Brava, respira adesso, è tutto ok... passerà! Ne abbiamo passate tante, affronteremo e venceremo anche questo: insieme. - Ci fu qualche altro minuto di pausa poi, adagiandola delicatamente sul letto, lui si alzò per prendere la direzione della porta. - Vado ad avvisare Whale che possiamo procedere con l'intervento. -  quello che ne susseguì dopo lo lasciò completamente senza parole.
- No! Non ho cambiato idea. Non intendo fare nessun intervento, non ho alcuna intenzione di mettere fine a questa gravidanza. - disse con voce ancora un po' scossa per via di quel pianto.
- Mah... Emma, cosa.... io credevo che.... io... - si era illuso, aveva creduto che lei avesse compreso e invece... invece si sbagliava. 
- Mi dispiace Killian... - i suoi occhi tornarono ad essere lucidi - Odiami pure se vuoi ma io non ci riesco... io voglio portare avanti la gravidanza costi quel che costi. 
- No.... non puoi farlo! Non puoi.... NOOOO! IO NON TE LO PERMETTERO' EMMA! NONTI PERMETTERO' DI AMMAZZARTI! - Era irremovibile. Ci credeva sul serio. 
- E allora avresti fatto bene a pregare che cadessi in coma perchè adesso ho io il potere di decidere cosa è meglio o no per me e l'aborto non rientra assolutamente nelle mie priorità! Mi dispiace. - Sarebbe potuta terminare peggio di così quella giornata? "No" sarebbe la risposta ideale ma aimè anche questa volta c'è un colpo di scena. I due coniugi oltre ai problemi che stavano già affrontando molto presto avrebbero dovuto affrantare la dura realtà che uno dei loro figlioletti, furbamente svignato dalla supervisione dei suoi nonni, aveva appena assistito, origliando dietro la porta rimasta precedentemente socchiusa, a tutta quella patetica scena scatenando in lui, eh già.. "lui"... è proprio del piccolo Dave che si sta parlando, l'ennesima sensazione di abbandono che lo porterà a fare molto presto un gesto sconsiterato.  
 
Note dell'autore: Io già lo so... siete in riunione segreta per venire a trovarmi sotto casa e picchiarmi! ehehehehe. Sono stata un po' cattivella forse ma aimè... se scrivessi sempre le stesse cose sdolcinate che gusto ci sarebbe? Tranquilli che con il proseguire della storia avremo anche dei bei moventi, ve lo prometto questo ok? Posso ritenermi perdonata o devo seriamente cercarmi un posto dove emigrare? ehehehehe attendo i vostri commenti, vi auguro una buona serata e vi do appuntamento a prestissimo. ciaooooooo ♥
  
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