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Autore: Rack12345    07/09/2019    2 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together
Capitolo VII: Strange









Nell'ascensore Alexis aveva premuto il piano 0.
-Non andiamo con il Jet?- le chiese James.
-No, non c'è un posto per atterrare con un Jet a Bleecker Street.-
Bucky annuì gesticolando con una mano. -Certo, hai ragione.-
Arrivati nel seminterrato, che corrispondeva al parcheggio, Alexis si avvicinò alla bacheca dove Tony teneva tutte le chiavi dei suoi vari mezzi di trasporto. Principalmente tutte macchine, ma anche qualche moto, che aveva iniziato ad avere soprattutto da quando era arrivata Alexis.
La giovane prese una chiave semplice, coperta alla base da una gomma marrone scuro, e si diresse verso il veicolo che aveva scelto.
-Tu guidi questa? Ottima scelta!- le disse Bucky.
Si trattava di una Harley Davidson 883, completamente nera.
-Beh, si può dire che Tony l'abbia comprata appositamente per me.- disse la giovane aprendo la cinghia del casco che aveva appena preso. -Anzi, è proprio così: ha finto di comprarla casualmente il giorno del mio compleanno e poi mi ha detto "facci un giro, se vuoi te la presto".-
-Hai un debole per le moto, quindi?- chiese lui interessato, ed incuriosito da lei come sempre.
-Sì, da sempre. Mio..- fece una pausa trattenendo il respiro. Perchè stava di nuovo per abbassare i suoi scudi con lui? -Mio padre me l'ha trasmesso.-
Bucky decise di non riaprire di nuovo quella ferita, cercò di continuare a parlare con lei come se  avesse appena detto qualcosa di futile. Non voleva vedere di nuovo la ragazza andare in mille pezzi sotto i suoi occhi.
-E' davvero bella.-
-Già.- la ragazza sorrise e socchiuse gli occhi. -Guida tu.- disse per poi lanciare le chiavi al soldato che subito le afferrò con il braccio in vibranio.
Questo non se lo fece ripetere due volte, con un sorriso sghembo salì in sella ed accese la moto, che emise un rombo che riecheggiò nel parcheggio della Stark Tower.
La giovane salì dietro di lui e, imbarazzata, posò le mani sui fianchi del soldato.
Se l'avesse vista Tony sarebbe sicuramente impazzito.
-Tu niente casco?- chiese, sporgendosi un po' oltre la spalla dell'uomo.
Lui si voltò appena di profilo ed alzò le sopracciglia. -Sono un super soldato, la mia testa è super dura.- e detto ciò partì.
Alexis scosse la testa per la scarsa capacità del Soldato d'Inverno di essere sarcastico.
Durante il tragitto, ovviamente, non poterono parlare. Era completamente impossibile, sia per l'alta velocità cui Bucky portava la moto, sia per i rumori delle altre auto e del traffico di New York che, grazie alla moto, i due riuscirono ad evitare per la maggior parte del tempo.
Il tragitto in realtà non era lungo, un'ora all'incirca per un veicolo normale, ma Bucky sfrecciava ad una velocità assurda, facendo uno slalom tra la varie macchine, e ci impiegarono appena quaranta minuti.
Quaranta minuti durante i quali Alexis non aveva fatto altro che pensare a quanto fosse rassicurante, per una volta, essere portata in giro da qualcun altro.
Con Bucky si sentiva perfettamente al sicuro.
Anche se sapeva che entro pochi minuti si sarebbe sentita completamente spoglia. Il suo passato sarebbe venuto a galla completamente, un passato che nessuno conosceva, tranne l'uomo a cui stavano andando a fare visita.
Il Dottor Steven Strange.
Uno degli uomini più strani da lei conosciuti, oltre a Tony ovviamente.
Alexis e Strange si conoscevano ormai da quattro anni, ma raramente aveva avuto modo di essere in contatto con lui, perchè farlo le ricordava sempre il periodo più triste della sua vita.
Ossia, il periodo in cui dovette adattarsi al suo nuovo modo di vivere, allo stare da sola contro il mondo. Al dover sopravvivere da sola.
Era grata a Strange, senza di lui lei ora non esisterebbe, ma il sentimento che provava pensando a lui era sempre di forte malinconia.
Ma ora la situazione era diversa. Una psicopatica minacciava di distruggere il suo migliore amico e il migliore amico del suo migliore amico, dal quale lei era sempre più attratta ogni giorno che passava. Il dolore che provava pensando a Strange, poteva essere superato, doveva superarlo. Per Steve e anche per James.
Proprio per questo aveva scelto di portare con sè James e non aveva invitato nessun altro dei suoi colleghi a quell'incontro. Lui l'aveva già vista la sera prima in preda al dolore.
Mentre gli altri..
Gli altri erano abituati alla nuova Alexis, non voleva mostrare loro tutto il dolore che in realtà si portava dentro, anche se controllato.
Probabilmente, però, Bucky avrebbe visto, oltre al suo dolore, anche quella parte di sè che non aveva mostrato a nessuno. Che non poteva mostrare a nessuno.
La ragazza, un po' preoccupata, sospirò.
Forse lo fece un po' troppo rumorosamente, perchè Bucky avvertì quel movimento sulla sua schiena e guardò la ragazza dallo specchietto.
La giovane quasi si sciolse nell'incontrare i suoi occhi luminosi ed apprensivi.
Si strinse ancora di più a Bucky poggiando la testa sulla sua spalla e rimase così fino alla fine del tragitto.
Quando Bucky si fermò, lei si staccò da lui e scese dalla moto ancora prima che lui la spegnesse. Scese anche lui ed osservò la giovane sfilarsi il casco. I capelli, spettinati le ricaddero sulla schiena. Erano mossi e voluminosi, più selvaggi del solito. La giovane tuttavia li raccolse di nuovo nella crocchia che aveva già fatto la mattina stessa.
Si era anche cambiata, ovviamente non poteva presentarsi dal Dr. Strange con un orribile pigiama. Aveva indossato degli indumenti normali, finalmente,non da spia. Dei jeans chiari ed una t-shirt bianca, con sopra un giubbetto in pelle nero e ai piedi delle converse.
Il soldato si avvicinò a lei.
-Siamo nel posto giusto?- chiese.
-Sì.- rispose lei con un altro sospiro.
-Ehm.. Sai, stai bene vestita normale.- disse lui sorridendo.
Lei si sentì soddisfatta. Le piaceva essere definita "normale" soprattutto ora che si trovava da Strange.
-Grazie, soldato, anche tu potresti sembrare una persona normale, se non fosse per il braccio.-
James rise. -Oh, beh, nessuno è perfetto!-
I due si avviarono verso  la porta del Santuario, dove si trovava Strange.
La giovane bussò tre volte, poi si voltò verso Bucky.
-Devo avvertirti, qui si parla di magia, quindi non dare in escandescenze.-
Bucky infilò le mani nelle tasche della tuta. -Agente Moore, ho visto e.. fatto.. cose che nemmeno puoi immaginare. Un po' di luci e fiammelle colorate non mi stupiranno.-
Lei lo guardò sollevando le sopracciglia. -Tsk.-
La porta si aprì.
Da sola.
-Cominciamo bene.- disse la giovane entrando.
Bucky la seguì senza, ovviamente, dire una parola.
La giovane si guardò intorno, assicurandosi che veramente nessuno avesse aperto la porta.
Nessuna traccia nè di Strange, nè del suo dannato mantello rosso.
Avanzarono un po' nell'ingresso trovandosi di fronte ad una scalinata scura. Anche tutta la casa era molto scura, con poche candele ad illuminarla ed una finestra molto particolare, tonda nella parte più alta del muro di fronte a loro.
Bucky si guardò intorno notando che quel posto era strapieno di libri. Davvero, era talmente pieno di libri che si sentiva l'odore della carta e della polvere tra le varie pagine.
Alexis sospirò di nuovo, annoiata dal fatto che il Dottore dovesse sempre comparire in modo misterioso.
-Strange!? Ci sei?- chiese la ragazza alzando la voce.
Nulla.
La giovane non se ne preoccupò, perchè ogni volta che era stata in quel posto, il dottore appariva sempre in modo mistico uscendo da un portale, o all'improvviso alle sue spalle.
Nell'attesa si avvicinò ad un vaso posto accanto alle scale osservandolo.
Poi sentì all'improvviso un fruscio alle sue spalle. Un tonfo. Diversi tonfi. Ed un Bucky estremamente confuso mugugnare un -Ma che diav..?-
Lexie si voltò e ciò che vide le fece scuotere la testa ed aggrottare le sopracciglia.
Bucky era per terra e si stava dimenando, tentando di strappare un tessuto rosso, particolarmente violento, dal suo braccio in vibranio, intorno al quale si era arrotolato.
La forza di James avrebbe potuto strapparlo con un po' di impegno da parte sua, così la giovane strabuzzò gli occhi quando si rese conto che quel tessuto rosso era la seconda o terza cosa a cui Steven Strange teneva di più al mondo.
Il suo mantello.
-No, James, fermo!!-
Il soldato si bloccò e nel sentire la voce di Alexis anche il mantello si srotolò dal braccio, permettendo a Bucky di alzarsi e guardarlo in modo confuso.
-Alexis Moore, il tuo amico potrebbe rappresentare una minaccia per la pace di questo pianeta. Perchè hai portato nel mio santuario il Soldato d'Inverno?-
Alexis riconobbe subito quella voce, seria e composta, e si voltò verso le scale dalle quali stava scendendo il suo interlocutore.
Il Dr. Strange.
-Steven!- disse la giovane. -Ok, ok, calma. Lui..- indicò Barnes. -...non è più il soldato d'inverno, è soltanto Bucky. Afferri il concetto? Ti puoi fidare di me.-
Strange la raggiunse facendo gli ultimi passi più velocemente.
-Fidarmi di te?- con un gesto della mano richiamò il suo mantello, che si sistemò sulle sue spalle. - Non ti fai sentire da due anni, e la volta prima era passata da un anno. Non avevamo detto che saresti passata ogni sei mesi per un monitoraggio della situazione?-
Bucky non capiva a cosa si stesse riferendo lo stregone. Forse era stato lui a curarla, dopo  la sparatoria in cui aveva perso i genitori.
-Scusami.- disse la giovane mortificata e puntando lo sguardo per terra. -Sai che tornare qui, in questa via, per me è...-
-Lo so, Alexis.- disse lo stregone addolcendo il tono. -Ma devi stare attenta, come ti ho già spiegato.-
La giovane annuì, e alzò di nuovo lo sguardo.
-Tuttavia, non siamo qui per quello.- fece un cenno con la testa per far capire a Bucky di avvicinarsi. -A proposito: lui è James, o Bucky,  Barnes, ma già lo conosci. Bucky lui è il Dr. Steven Strange.-
I due si strinsero la mano.
Lo stregone guardò i due assottigliando gli occhi.
-E' il tuo ragazzo?-
La giovane rise e sussurrò: -Non è possibile..-
Anche Bucky sorrise. -Ehm.. No. Siamo colleghi.-
-Uhm.-  Strange sospirò. -Allora, cosa vi porta qui?- chiese lo stregone.
Steven teletrasportò tutti e tre nella stanza adiacente, facendo sedere Alexis e Bucky su una poltrona.
Bucky si guardò intorno frastornato dalla cosa, aveva quasi la nausea, mentre Alexis sembrava perfettamente a suo agio. 
La giovane trattenne una risata nel vedere James portarsi una mano allo stomaco. Certo lei negli anni passati ci aveva fatto l'abitudine, ma ricordava ancora il senso di vuoto dentro di sè le prime volte che Strange la teletrasportava in quel modo.
-Dr. Strange, tu vedi sempre tutto. Come è possibile che non hai notato l'arrivo di una donna che minaccia i miei amici e la terra? - chiese la ragazza.
Strange scosse la testa. -Certo che l'ho notato. Ma sono andato avanti nel futuro ed ho visto che questo sarebbe accaduto, infatti ti stavo aspettando. Anche se nella mia visione lui non c'era.- concluse indicando il soldato con un cenno della testa.
-Beh, invece c'è. Quindi, abituati, dottore.-
Bucky aveva notato un cambio di tono nella voce della ragazza, diventato più severo. L'aveva difeso perchè Strange stava alludendo al fatto che fosse infastidito dalla sua presenza.
La ragazza tuttavia, mostrava comunque molto rispetto ed ammirazione per l'uomo davanti a loro.
Ma Bucky  amò quella sensazione, sentirsi difeso, esattamente come aveva fatto Steve in passato. Questo significava che lui fosse importante per lei e si sentì lusingato dalla cosa.
-Dottor Strange,- iniziò il soldato. -le assicuro che le mie intenzioni sono tra le più nobili. Alexis pensa che lei possa aiutarci ad indebolire Skadi, ma non ho ben capito come. Puoi spiegarcelo?- disse voltandosi verso la ragazza al suo fianco.
La giovane sollevò le mani per poi batterle sui braccioli della poltrona.
-Beh, l'idea è stata tua!- disse lei.
-Alexis, stavo scherzando! Non si può cambiare il passato!-
-E secondo te perchè siamo qui, Buck?-
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia. La magia non lo aveva destabilizzato e nemmeno il mantello, vivo a tal punto da riconoscere la voce di Alexis. Ma questo sì.
-Intendi viaggiare nel tempo!?- le chiese.
-Nope. Quello non si può fare. Per ora.-
Strange capì le intenzioni della giovane. -Ok, Alexis. Ti fermo subito.- disse portando una mano in avanti a mo di stop. -Sai che io posso usare la gemma solo in caso di estrema necessità, vero?-
La ragazza si alzò per poi avvicinarsi allo stregone.
-E' un caso di estrema necessità, sono sicura che Wong sarebbe d'accordo.-  disse seria.
L'uomo inclinò la testa di lato. -Così non è giusto, Wong è sempre in accordo con te.-
-Si vede che ho sempre ragione!-
L'uomo alzò gli occhi al cielo.
-D'accordo, ma spiegami meglio cosa hai in mente, visto che sembra che neanche il tuo amico lo sappia in realtà.-
La ragazza si sfregò le mani e si schiarì la voce.
-Dunque, hai già visto Skadi, quindi non c'è bisogno che ti spieghi tutto. La mia idea è di usare la gemma, o meglio chiederti di usare la gemma, per riportare Skadi ad essere Synthia, e Synthia ad essere.. normale. Quindi portarla indietro fino al periodo in cui ancora non era stata contaminata con il siero. Così tornerà ad essere una persona normale, con una buona mira sì, ma avremo la possibilità di fermarla e di strangolarla volendo, come suggeriva James.-
Strange alzò le sopracciglia.
-Ok,- fece lei -Consegnarla alla giustizia?-
-Meglio, sì.- rispose il dottore.
-Agente Moore, io mi sono perso a "usare la gemma".- disse James disegnando le virgolette nell'aria con due dita. - Puoi spiegarmi il meccanismo?-
Alexis sorrise nel vederlo così confuso. Ma era anche soddisfatta nel vederlo così interessato. Si avvicinò alla poltrona su cui era ancora seduto e si appoggiò al bracciolo ed iniziò a spiegare a grandi linee a Bucky i poteri di Strange.
-Certo, Buck. Dunque, come avrai notato, Steven ha delle abilità particolari. I suoi poteri derivano da un addestramento che ha seguito non ricordo dove. In India?- chiese facendo una pausa. -In ogni caso, tutti coloro che scelgono di sfruttare questi poteri, hanno il compito di proteggere dei santuari. In tutto il mondo ce ne sono tre, ed ogni santuario ha i suoi... stregoni protettori diciamo. Non offenderti Steven, è per farla breve.- disse guardando il dottore di sfuggita. -La cosa ancora più bella, oltre al fatto che hanno tutte queste lucine arancioni e che possono aprire dei portali, è che qui, di fronte a noi, abbiamo il custode della meravigliosa gemma del tempo!- concluse la giovane gesticolando animatamente verso il dottore.
-Gemma del tempo?- chiese Bucky ancora confuso.
-Quella verde!-
-Ehm..- fece lui grattandosi la nuca.
-Oh andiamo. Steve è quasi morto per proteggerne una!-
Bucky aggrottò le sopracciglia. -Ti riferisci al Tesseract? Più che una gemma, direi che è un cubo.-
La ragazza si diede un colpo sulla fronte. -Oh ma certo, tu non ne puoi sapere nulla. Il tesseract è alimentato da una gemma. Si chiamano Gemme dell'Infinito e ne esistono... ehm.. vabbè.. un po'. Quella nel Tesseract è la gemma dello spazio. Poi c'è la gemma della mente, quella che mantiene in vita Visione. C'è quella della realtà contenuta nell' Aether. E tra le altre c'è anche  quella del tempo: contenuta dall'occhio di Agamotto, cioè quel coso al collo di Strange.-
-Sai, in teoria sarebbe un segreto.- le disse Strange sarcastico.
-Di Bucky possiamo fidarci. Lui sa tutto del mio passato.-
-Tutto?- le chiese il dottore.
-Quasi tutto.-
Bucky rimase in silenzio. Cosa voleva dire con "quasi tutto"? Che stava per scoprire qualcos'altro di lei? O che avrebbe continuato a tenergli nascosta una parte di lei?
La curiosità sulla vita di quella ragazza lo stava uccidendo lentamente, ma decise comunque di rimanersene in silenzio.
-Dicevo.- riprese la ragazza. -Con la gemma del tempo, Strange è in grado di.. diciamo usare il suo potere su un oggetto, ma anche su qualcuno. Fa una cosa fichissima con la mano muovendola in senso orario e antiorario e portando l'oggetto, o qualcuno, avanti o indietro nel tempo.- spiegò.
-Abilità interessante.- disse Bucky puntando lo sguardo negli occhi sempre più accesi della ragazza.
Il soldato aveva notato che la giovane si sentiva perfettamente a suo agio in quell'ambiente e che conosceva alla perfezione i poteri di Strange ed il loro funzionamento.
Sempre più convinto che la giovane gli stesse nascondendo la parte più bella di lei, assottigliò lo sguardo e involontariamente si leccò le labbra concentrandosi sulla giovane.
Alexis si sentì quasi spogliata da lui per quanto intensamente la stesse osservando. Fu Strange a salvarla, se così si può dire. In realtà finì dalla padella alla brace.
-Strange, puoi aiutarci quindi?-
L'uomo annuì lentamente. Alexis sapeva che avrebbe accettato. Non poteva rischiare che qualcuno minacciasse la terra senza intervenire.
-E pensare che potresti farlo tu stessa.- disse l'uomo con un velo di malinconia negli occhi.
Bucky inclinò la testa. Ci aveva visto giusto, quella ragazza gli nascondeva ancora dell'altro. Sarebbe riuscito a scoprire cosa, senza ogni ombra di dubbio.
-Come sai in realtà non posso.- cominciò Alexis alzandosi dal bracciolo su cui si era poggiata. -Infatti, mi sento piuttosto inutile.- concluse puntando lo sguardo per terra.
Strange le fu vicino in un attimo. -Sai che non è questo quello che volevo dire. Era solo un dato di fatto. Non sei inutile, Alexis, se lo fossi non ci sarebbe bisogno di usarli per tenerti in vita.- le disse premurosamente mettendole entrambe le mani sulle spalle e cercando un contatto visivo con lei.
Gli occhi di Bucky erano fissi sulla scena di fronte a lui e con una mano si sosteneva il mento, accarezzandosi di tanto in tanto con due dita la barba.
..usarli per tenerti in vita.
La sua confusione era sempre più evidente.
Strange si ricompose subito. -Vi aiuterò. Aspettatemi tra tre ore al vostro facility. Il tempo di organizzare alcune faccende burocratiche con Wong.-
Alexis sorrise di nuovo e si lanciò al collo di Steven.
-Grazie, grazie, grazie!!-
Lo stregone, troppo composto per rispondere a quel gesto così passionale, rispose carezzandole la schiena con una mano.
 







Una volta usciti dal santuario di Strange, Lexie si rese conto che il caldo di ormai metà giugno iniziava a farsi sentire parecchio, così si sfilò il giubbetto di pelle e lo arrotolò per ficcarlo in una delle borse laterali della moto.
Mentre lo faceva, James le si avvicinò.
-Ehi, hai fame?- le chiese.
Lei si voltò sorpresa da quella richiesta.
Da quando era arrivata Skadi pochi giorni prima, non si era più posta il problema del mangiare o meno, perfino i pancakes alla nutella che aveva preparato quella mattina non le erano andati a genio.
Tuttavia la bellissima giornata, l'aria leggermente calda, e la genuinità di quella domanda, le fecero tornare il buonumore.
-Un po'. Tu?-
-Parecchia. Ti va di prendere un po' di pizza? Possiamo andare a mangiarla a Central Park, è a meno di mezz'ora da qui.-
-Va bene, conosco un posto lì vicino.- rispose lei sorridendo.
Bucky si passò la lingua sulle labbra involontariamente. Era una cosa che faceva sempre quando si concentrava ed ora era concentrato. Stava ancora ripensando alle parole che Strange aveva detto sulla sua collega e dalle quali era sempre più incuriosito.
Dopo che Alexis ebbe indossato il casco, partirono e dopo venti minuti si erano fermati ad una piccola pizzeria al taglio, rigorosamente italiana, di fronte l'ingresso del parco.
Presero un cartone con diversi gusti come margherita, con le patate, e la preferita di Alexis: la capricciosa. Alexis non si fece scappare l'occasione e chiese anche due supplì, non sapendo quando le sarebbe ricapitato di mangiare di nuovo cose così gustose.
Da lì camminarono per dieci minuti, cercando un posto non troppo affollato. Non tutti vedevano di buon occhio il rinnovato soldato d'inverno.
Si posizionarono tra due alberi su una panchina in legno ed incominciarono a mangiare.
Il primo morso alla sua pizza preferita fu per Alexis un' esplosione. Erano mesi e mesi che non mangiava la pizza.
-Hai avuto davvero un'ottima idea, Bucky Barnes.- bofonchiò lei.
Bucky sorrise e poi addentò un supplì.
-Devo chiederti una cosa.- le chiese lui, d'un tratto.
Alexis chiuse gli occhi sperando che non le chiedesse qualcosa su ciò che aveva detto Strange. Ma sapeva che James non fosse uno da farsi scappare un'informazione del genere.
-Che cosa?- chiese leggermente intimorita.
-Non voglio sembrarti invadente.- disse lui per giustificarsi. Aveva paura che chiedendo alla giovane ancora cosa del suo passato, questa avrebbe finito con il dirgli di farsi i fatti suoi e con l'allontanarsi da lui.
E lui non lo voleva, questo. Voleva stare con lei il più possibile.
-No, tranquillo. Dimmi.-
Bucky sembrò pensare a come chiedere nel modo più gentile possibile.
-A cosa si riferiva prima Strange? Cos'è che stai usando per  tenerti in vita?-
La giovane divenne seria.
Posò il pezzo di pizza che aveva tanto desiderato nel cartone. Lo stomaco le si era chiuso. Si pulì le mani e la bocca con un fazzoletto, preparandosi a parlare. Di nuovo.
Sapeva che prima o poi qualcuno avrebbe intuito qualcosa. Sapeva che prima o poi a qualcuno avrebbe dovuto dirlo, ma si aspettava che la prima ed unica persona per minino dieci anni a cui lo avrebbe detto, sarebbe stata Steve. Il suo Steve. Ed invece perfino lui non si era accorto di nulla.
-Te lo spiego, perchè mi fido di te. Quindi ti prego, una volta che avrai saputo tutto, continua a trattarmi come stai facendo in questi giorni. Non farmi sentire diversa, perchè io davvero, non vorrei esserlo.- disse la ragazza.
Bucky annuì rimanendo in silenzio e contemplando la profondità dei sentimenti dei pensieri che quella piccola ragazza celava dentro di sè.
-Io.. Allora, da dove comincio..- fece lei grattandosi la nuca imbarazzata. -Io, non credo di avertelo già detto, vivevo lì. A Bleecker Street, a pochi palazzi di distanza da dove abbiamo trovato Steven Strange.-
James sollevò le sopracciglia incredulo. -Cosa?? Perchè non me lo hai detto? Avrei potuto portarti a vedere casa tua, se lo avessi voluto.-
La giovane scosse la testa. -No, preferisco stare lontana da quella via il più a lungo e possibile. E poi ci sono già stata. Una nuova famiglia vive lì.-
-Mi dispiace.-
-No, beh,va bene, voglio dire, loro non centrano nulla. Ad ogni modo: vivevo lì con i miei genitori, e per fortuna, dovrei dire.-
Alexis fece una pausa, ricordando di nuovo quella notte terribile.
-E' stato Strange a salvarmi. Lui ha sentito gli spari e poco dopo l'ultima pugnalata...- ogni volta che ne parlava, sentiva di nuovo le lame trafiggerla. -E' arrivato, tramite uno dei suoi mistici portali arancioni. Si è concentrato subito su di me, aveva notato che ero l'unica ancora in vita. Lasciando però fuggire l'uomo, nonostante io lo avessi implorato di seguirlo per vendicare i miei genitori. "Lo farai tu stessa" mi aveva detto. Beh lui mi ha presa con sè, mi ha curata tramite i suoi poteri. In realtà non è qualcosa di semplice da spiegare: in pratica, la maggior parte di noi ha dentro di sè quei poteri lì, dobbiamo solo sapere come sfruttarli. Alcuni li usano come fa Strange, altri li usano per curarsi in caso di condizioni di vita poco gradevoli. E' proprio per questo fatto che Strange è entrato in contatto con il mondo delle arti mistiche. Lui aveva avuto un incidente, le sue mani, la sua carriera da chiurugo, erano rovinate. Avrebbe potuto canalizzare i suoi poteri ed utilizzarli per sistemare quel problema, ma non l'ha fatto. Ha scelto di usare il suo potenziale per proteggere la terra. Non hai notato un certo tremolio nelle sue  mani?-
Bucky scosse la testa incredulo. Cosa stava cercando di dirgli Alexis? Forse ci era già arrivato.
"Usarli per tenerti in vita"
-Beh insomma, lui mi ha tenuta in vita così. Infatti per un periodo di tempo non ha potuto usare i suoi poteri per proteggere la terra e la sua preziosa gemma. Per questo lo ammiro e gli sono profondamente grata.-
Alexis si passò una mano sul volto, stanca di dover di nuovo tornare nel passato nel giro di così poco tempo.
-Non devi continuare se non vuoi.- le aveva detto il soldato in modo premuroso, cercando un contatto con i suoi occhi.
La giovane finalmente sollevò il viso per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare, incontrando gli occhi lagunosi di James che la sciolsero come gelatina.
Scosse la testa, decisamente.
-No, no. E' tutto ok. Comunque, dopo pochi giorni ci eravamo resi conto che non potevo continuare a vivere così. Non potevamo, anzi. Lui aveva bisogno dei suoi poteri per proteggere la gemma. Ed io dovevo uscire da lì dentro. Così Steven decise di spiegarmi come utilizzarli, per potermi mantenere in vita da sola.-
Bucky sorrise lievemente, avendo la conferma dei suoi sospetti.
-Non ho mai detto nulla a nessuno di tutto ciò. Perchè? Non lo so, ho sempre paura che questo possa mettere a rischio Steven, o la gemma, e temo che qualcuno pensi che chiunque possa imparare ad utilizzare questi poteri, anche qualcuno di malvagio che quindi potrebbe decidere di usarli per azioni davvero spiacevoli. Ed è anche pericoloso per me: se venissi indebolita eccessivamente, non riuscirei a controllarli e le ferite si riaprirebbero ed io... Beh... morirei dissanguata. Quindi, ecco.. Io ho  gli stessi poteri del Dottor Strange, ma li uso per tenermi in vita.-
Alexis si sentì completamente nuda ora, sotto lo sguardo attento del soldato d'inverno che la scrutava come se stesse sfogliando le pagine del suo libro preferito.
Ma ormai si era aperta con lui, fin troppo, per conoscerlo da solo 6 giorni.
-Ed è per questo che..- riprese la giovane titubante. -Mi sento inutile. Vorrei poter usare il massimo delle mie potenzialità. Questi poteri sarebbero di grande aiuto. Ma non posso.- concluse abbassando di nuovo lo sguardo.
James era completamente rapito dalla persona che aveva davanti. Era una ragazza e una donna allo stesso tempo. Era forte e fragile. Era calma e impulsiva.
Lei era tutto.
Il soldato le mise una mano sulla guancia e le carezzò via la lieve lacrima che le era scesa, facendo poi sollevare di nuovo lo sguardo alla giovane.
Questa volta fu lui ad affondare nei pozzi scuri che erano gli occhi di Alexis.
-Sei meravigliosa, Alexis Moore.- le sussurrò nel modo più gentile possibile.
Lo pensava davvero. Era completamente assuefatto da quella ragazza, avrebbe voluto respirare ogni centimetro della sua essenza.
Alexis avvampò e sorrise, imbarazzata.
-Ti ringrazio.- disse, per poi poggiare la mano su quella di James e riportarla all'altezza delle loro gambe.
Ma non la lasciò, anzi la strinse dolcemente, come si stesse appigliando a lui, di nuovo, per non affondare nel buco nero dei ricordi, di nuovo.
Bucky spostò lo sguardo sulle loro mani intrecciate, ma e sciolse presto mentre aggrottava le sopracciglia e tirava il polso della giovane più vicino a sè, per poterlo osservare meglio.
-Che cos'hai qui?- le chiese.
Alexis guardò il suo polso e capì che James stava indicando il livido che le circondava tutto il polso, che ora era di un viola ancora piuttosto chiaro, con qualche chiazza gialla.
-Oh, ehm, non ne ho idea. Un livido che non ricordo di essermi procurata.- disse lei, scostando la mano non curandosene troppo.
Bucky, interdetto, le riprese il polso, con la scusa di osservare meglio il livido, e se lo portò all'altezza degli occhi.
Il soldato notò, da quella vicinanza, delle piccole righe rossastre correre tutto intorno al polso, insieme al livido.
-Oh.- disse.
-Cosa?- chiese la giovane.
L'uomo mise la sua mano sinistra accanto al polso della ragazza.
-Credo di essere stato io.- disse con il tono di voce più colpevole del mondo.
La ragazza si avvicinò alle loro mani, e capì che confrontando le linee rosse con le giunture della mano metallica del soldato, queste corrispondevano tra loro.
Lei scosse la testa, sapeva che Bucky sarebbe stato mangiato vivo dai sensi di colpa.
-Sì, invece. Ho usato un po' troppa forza per tirarti fuori da quel mucchio di... non ricordo come si chiamano.-
- Eijnherjar .-
-Già.- disse lui abbassando lo sguardo.
-James, smettila di preoccuparti, mi hai salvato la vita! Ora finiamo di mangiare e rientriamo al Facility, altrimenti non faremo in tempo ad avvertire tutta la ciurma e Tony.-
 






Bucky e Alexis stavano radunando gli ultimi incarti della pizza da gettare nella spazzatura.
Bucky poi avvertì uno spostamento dell'aria un po' troppo veloce, provenire da lontano. Era un flebile vibrare dell'aria. Sentiva che stava arrivando qualcosa.
Ed era così.
Successe tutto in un attimo.
Un rapido fruscio ed un respiro veloce di Alexis
Il soldato d'inverno non ebbe neanche il tempo di voltarsi e contemporaneamente tirare fuori dai pantaloni una piccola rivoltella.
Quello che vide gli fece arrivare il cuore in gola.
Skadi, con i suoi capelli fiammanti, stringeva Alexis. Con una mano le tappava la bocca, mentre l'altro braccio era teso in avanti. La mano libera, invece, era diventata un agglomerato di luce.
Lo sguardo di James cadde subito su Alexis, con gli occhi spauriti e spalancati cercava di mugugnare qualcosa, non riuscendovi, mentre tentava invano di strapparsi dalla bocca la mano di Skadi.
James tirò fuori la sua rivoltella in fretta e la puntò contro la dea, ma questa lo ammonì in meno di un secondo.
-Io non lo farei se fossi in te.- disse con voce ferma e sicura, ma quasi divertita nel vedere l'incapacità di Bucky di fare qualcosa. -Vedi questa mano?- disse facendo cenno alla mano illuminata. -Se fai un solo movimento, da qui partirà un raggio che colpirà dritto dritto quella famiglia laggiù in riva al fiume, e quella subito dopo anche.- Synthia rise di gusto. -Sei un avenger ora. Comportati come tale!- disse per poi alzarsi in volo facendo volteggiare nell'aria un martello che le era magicamente arrivato nella mano in una frazione di secondo.
Volò via, portando con se Alexis.
Bucky si infilò le mani tra i capelli.
-Cazzo.- sibilò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


















Angolo Autrice:
Ciao a tutti!
Mi scuso di nuovo per un altro ritardo, come vi ho detto l'altra volta, sono sotto esami purtroppo!
Settimo capitolo.
Vi avevo promesso delle belle novità sul passato di Alexis, ed eccole qui! Cosa ne pensate?
Spero di non aver detto cose false sul funzionamento dei poteri di Strange, ma comunque è una fanfiction, quindi qualche strappo alla regola si può anche fare, no?
Ho voluto di nuovo dare un momento tenero ad Alexis e Bucky. Perchè sono troppo carini secondo me. E poi Bucky è così cotto, e non lo sa, e tutto ciò lo rende ancora più dolce!
Mi dispiace che negli ultimi due capitoli non sia mai comparso Tony, ma nel prossimo, vi preannuncio, che tornerà. Eccome se tornerà. E sarà molto arrabbiato. Indovinate un po' con chi?
Ringraziamenti: grazie Edward4Ever96 per aver inserito la storia tra le seguite. Grazie mikaaa e b2611 per averla inserita tra le preferite!
Grazie anche a DianaSparks49 per aver recensito il Cap. V, che mi ero scordata di ringraziare la scorsa volta!
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo con una recensione!
A presto!

Rack =)


 
P.S. Vi lascio qualcosa va...


 
 
Quanto sarebbe fico avere magie del genere? *-*







E cosa posso dire di un Bucky così solare? 
Assolutamente nulla. *-*
  
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