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Autore: Circe    25/09/2019    3 recensioni
Il veleno del serpente ha effetti diversi a seconda delle persone che colpisce. Una sola cosa è certa: provoca incessantemente forte dolore e sofferenza ovunque si espanda. Quello di Lord Voldemort è un veleno potente e colpisce tutti i suoi più fedeli seguaci. Solo in una persona, quel dolore, non si scinde dall’amore.
Seguito de “Il maestro di arti oscure”.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eclissi di sole: l'ascesa delle tenebre'
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Dal grimorio di Bellatrix : “Nebbie e misteri”


La prima cosa che feci quando ritornai stabile a casa mia, fu dormire per ore e ore filate. Ero così stanca da non rendermi conto di quanto dovevo recuperare, ma alla fine mi ripresi. 
Mi svegliai nel primo pomeriggio scombussolata e assente, ma mi sentivo comunque bene, mi alzai abbastanza pronta per affrontare la mia vita di tutti i giorni. 
Non ero davvero più abituata e tutto mi sembrava tremendamente estraneo, a cominciare dagli abiti e le scarpe, per finire al cibo e alle conversazioni. 
La cosa che desideravo di più era tornare indietro e riprendere quella vita selvaggia e piena solo di magia, di avventura, dove anche le cose più insignificanti diventavano straordinarie, soprattutto volevo stare vicina solo al mio Signore.
Mi lavai il viso lentamente, senza truccarmi, mi pettinai i capelli e scesi decisa al piano di sotto, sentivo delle voci e volevo capire con chi stesse parlando Rodolphus.
Quando feci capolino nella stanza mi salutò Rabastan. Nei giorni in cui ero stata spesso assente, i due fratelli erano tornati a vivere insieme, o meglio, Rab passava gran parte delle giornate a casa mia e di Rod.
Ero felice di questo: non avevo alcuna voglia di affrontare Rod, di vivere di nuovo da sola con lui, dedicargli il mio tempo e la mia intimità, dormire insieme, mangiare insieme e anche fare l’amore insieme.
Mi sentivo troppo cambiata, troppo immersa nel mio amore per il mio maestro, non riuscivo più a mentire a me stessa e di conseguenza nemmeno a mio marito. Rod ed i eravamo sempre stati uniti, eravamo quasi una persona sola. Avrebbe capito subito che cosa stava succedendo, forse lo aveva anche già capito.
Non è che non mi importasse più di lui, mi importava come mi importava di me stessa, ma amavo il mio Signore, e lo amavo sempre di più, e questo non lasciava spazio a nient’altro.
Ero gelosa di lui, anche del fatto che tenesse così tanto in considerazione Rod, per questo sentivo rabbia nei confronti di mio marito. Non volevo mi superasse in quanto a bravura.
Anche Rod a quel punto mi salutò e mi distrasse dai miei pensieri.
“Sei tornata, Bella? Ho sentito che stavolta vi fermerete di più.”
Annuii e gli diedi un bacio di saluto. Non riuscivo a parlare, lasciai campo libero a loro.
Non seguii nemmeno i convenevoli, mi limitai ad annuire mentre mi versavo un bicchiere d’acqua, prestai attenzione solo dopo poco, quando Rab iniziò un argomento che mi incuriosì.
“Credo che il Signore Oscuro abbia fatto bene a ritornare, non tutti i Mangiamorte sono contenti delle sue ripetute assenze.”
Invece di chiedere maggiori spiegazioni risposi irata.
“Non va in giro a bighellonare, lo sanno molto bene che è un mago oscuro e si interessa di magia oscura.”
Rabastan continuò senza dare importanza alla mia rimostranza, ma si rivolse direttamente a me.
“Inoltre, sono altrettanto scontenti delle alleanze strette che si stanno creando, cioè del fatto che sia sempre tu insieme a lui e non sia mai insieme ai vecchi compagni.”
Mi sedetti anche io al tavolo insieme a loro perché volevo capire cosa fosse tutta quella storia di cui si parlava.
Intervenni subito.
“I compagni stretti con cui ha viaggiato un tempo non ne sanno nulla di magia oscura, non sono abbastanza potenti, non sono nemmeno pronti a subire le conseguenze della magia oscura! È naturale che lui ora li abbia allontanati.”
Rab scosse la testa.
“È naturale per te, ma non per loro… loro sono scontenti, potrebbero fare qualcosa…”
A queste parole non mi sfuggì uno sguardo di Rod verso il fratello, che smise subito di parlare. Incalzai Rab, ma lui sembrava essere più vago di prima.
“Sai anche tu le persone come sono fatte, vorrebbero essere loro le più vicine a Lord Voldemort, ma vedono il suo comportamento diverso nei loro confronti e se ne lamentano. Non ammettono di non essere in grado di fare magia nera, o di non reggerne le conseguenze.”
A quelle parole Rod rise maligno e si rivolse a me.
“E tu, Bella, tu come fai a reggere le conseguenze della magia che hai imparato?”
Intuii il tono cattivo: Rod ce l’aveva con me perché ero la preferita di Lord Voldemort, ma era anche molto geloso di me e l’Oscuro Signore. Capivo che era arrabbiato, ma possibile che ce l’avesse con lui al punto da fare qualcosa contro il suo Signore? Proprio Rod così sempre fedele? La sua gelosia poteva davvero arrivare a quel punto?
Non ci capivo più nulla, risposi alla domanda più per cortesia che per altro.
“Io per ora non ho problemi, solo un po’ di stanchezza.”
Naturalmente non era vero, sentivo il mio corpo cambiare e non riuscivo ad abituarmi agli sforzi e alla violenza di quella magia, ma sapevo di avere bisogno di tempo. Erano comunque affari miei, e non capivo nemmeno perché fosse un argomento di tanto interesse.
Ero piombata in una realtà strana, di non facile comprensione, mi domandavo se anche l’Oscuro Signore avesse notato questi segnali di cambiamento ed insofferenza all’interno della cerchia dei suoi fedeli Mangiamorte.
Non sapevo se dovevo aver paura che lui mi mettesse da parte, o se dovevo avere paura di strane cospirazioni da parte di tutti gli altri. Diventai nervosa ed irrequieta, già sentivo di dovermene andare da lì.
Dissi che uscivo a prendere una boccata d’aria, presi lo scialle e uscii in giardino.
Feci appena in tempo a richiamare a me gli elementi della natura perché mi dessero un segnale chiarificatore, che sentii Rab alle mie spalle. 
La cosa più strana fu che sentii come prima cosa il suo odore, la sua aura magica, non il rumore dei passi, o il frusciare dei vestiti, proprio l’odore.
“Non mi arrivare mai alle spalle, Rab.” 
Lui si bloccò subito, non fu necessario nemmeno voltarmi, aveva un certo timore di me che prima non aveva mai dimostrato. 
In quegli istanti la nebbia calò rapida attorno a noi, ricoprì alberi e cespugli vicini, era il segnale che avevo chiesto… nebbia e misteri erano la risposta. Quindi stava succedendo davvero qualcosa di strano attorno al mio Signore.
Avevo avuto la mia risposta, ne presi atto e poi mi voltai lentamente verso Rab.
“Non ti innervosire subito, Bella, mio fratello lo sai com’è, ha sofferto in modo particolare per la tua mancanza e ora è arrabbiato.”
Gli sorrisi.
“Lo so bene, Rab, so com’è fatto Rod, ma non capisco cosa stia succedendo esattamente, qualcosa mi sfugge e mi sembra non sia solo la questione della rabbia di Rod, inoltre mi sembra proprio che voi mi teniate nascoste delle cose.”
Rab a quel punto rimase zitto, stava riflettendo, soppesando le parole, questo silenzio più di ciò che seguì, mi fece capire, una volta di più, che qualcosa non andava, che vi erano segreti e movimenti strani tra i Mangiamorte.
“No, Bella, non è come pensi tu, è tutto più semplice, diciamo che noi altri Mangiamorte non sappiamo come sia fare magia oscura, e meno che meno fare magia oscura ad alti livelli, praticare con continuità incantesimi potenti e sconosciuti, per questo alcuni di noi sono preoccupati. Non sanno cosa aspettarsi, non sanno come potranno reagire il corpo e la mente del Signore Oscuro…”
Sul momento non capii, mi limitai a rispondere per frasi fatte.
“Lui sa cosa fare e come farlo, è un mago potente. Forse che i Mangiamorte non hanno più fiducia?”
Mentre dicevo questo, io stessa iniziai a rivedere nella mente le sofferenze e la distruzione che la magia oscura compiva sul corpo del mago oscuro che la praticava. 
Io stessa ne soffrivo, lo sapevo bene. 
Vedevo perfettamente anche a cosa si sottoponeva il mio maestro. Ad essere sincera avevo anche paura di quel suo andare sempre oltre, di passare ogni limite possibile, di non accontentarsi e fermarsi mai nemmeno davanti ad un limite fisico. 
Tornai con la mente a tutto quel laudano assunto, e anche che quando mancava era l’inferno. Io conoscevo lati e debolezze di lui che nessuno conosceva, vedevo i suoi lati bui, l’oscurità vera della sua anima, che era molto più oscura della magia stessa. Vedevo la sua fragilità e la amavo quanto amavo la sua forza. La mia fiducia non era mai crollata un solo attimo. 
Mai.
Molti Mangiamorte invece temevano che un minimo punto debole potesse far crollare tutta l’organizzazione, avevano paura di perdere i loro privilegi.
Tramavano contro di lui per paura di un suo crollo? O erano solo mie paure e paranoie?
Rabastan parlava, ma io non lo ascoltavo più, la nebbia si diradava e sapevo già di dover far chiarezza in questa storia, se solo avessi trovato dei potenziali traditori, li avrei eliminati se fosse stato necessario.
Interruppi Rabastan, mi voltai tranquilla verso di lui e lo guardai seria, dritta negli occhi.
“Tu da che parte stai?”
Sapevo che mi amava ed era un amore serio e sincero, lo avevo fatto soffrire molto per la mia vanità e il mio continuo bisogno di sicurezze e ammirazione, ma non aveva mai smesso di amarmi, ero certa di poter contare su di lui, probabilmente Rab aveva il carattere più forte di tutti noi.
“Sto dalla tua parte, Bella, come sempre, ovunque mi porti.”
Mi strinsi nello scialle, il vento soffiava per diradare la nebbia, il mio Signore, il mago del vento, mi chiamava.
Feci per parlare, ma Rab fece una smorfia rassegnata.
“Non mi rispondere che la tua parte è quella dell’Oscuro Signore, sempre e comunque, perché lo so a memoria, Bella.”
Mi venne da ridere: ma possibile che fossi così noiosa? 
Avrei voluto domandare maggiori chiarimenti sulla posizione di Rod in tutta questa storia. Mi era sembrato ambiguo, sapevo che da lui ci si poteva aspettare di tutto: era fedele a Lord Voldemort, ma la sua gelosia poteva portarlo a fare qualsiasi cosa pur di placare la sua rabbia e accontentare la sua smania di possesso. 
Con Rab potevo parlare, ma il richiamo si era intensificato, il Marchio Nero bruciava forte sotto il tocco del vento.
Non avevo più tempo.
Anche Rab rabbrividì.
Allora decisi di abbracciarlo e cingerlo attorno al mio scialle nero. Lui mi stupì ribellandosi con gentilezza dal mio abbraccio, comunque senza allontanarmi.
“Non ti sei ancora stancata di giocare con me e prendermi in giro?”
Ebbi uno scoppio di risa, era diventato ironico e orgoglioso, ma sentivo il suo cuore battere forte mentre eravamo ancora così vicini.
Non dissi niente, il tatuaggio bruciava forte, avevo fretta. Mi sciolsi dall’abbraccio e lo lasciai coperto del mio scialle.
“Devo andare ora, ma non dimentico quello che mi hai detto ora, Rab.”
Lo salutai con un bacio sulle labbra, fugace ma sensuale.
Così ancora una volta lo lasciai a bocca aperta, senza capacità di ironizzare.

Dal grimorio di Rabastan : “La stella più luminosa”


Bella, dopo il bacio, mi sorrise senza dire una parola e si smaterializzò velocemente. Io rimasi lì ancora una volta, colpito dal suo gesto, non la capivo, ancora non mi ero abituato del tutto alle sue stranezze, soprattutto quando erano così eclatanti, ma avevo imparato a non aspettarmi nulla da lei, se non affettuose cattiverie. Per cui non mi feci illusioni.
Chiusi le labbra e lentamente chiusi anche gli occhi, restai così per qualche istante in silenzio totale, poi sospirai: non so dire quanto la amo e quanto la desidero. 
Tantissimo.
Devo metterci una pietra sopra, ma non ne sono mai capace.
Restai ancora lì impalato, a godermi il momento. Indugiai molto, davanti a quel portone, prima di rientrare in casa e abbandonare quella sensazione stupenda e tornare alla noiosa e amara realtà.
Tolsi lo scialle che mi aveva lasciato Bella, lo avrei tenuto addosso per l’eternità, ma era troppo da donna anche per un innamorato pazzo come me. 
Lo strinsi quindi in un abbraccio come se potessi abbracciare lei. 
Sentivo vagamente il suo profumo, quel suo odore per me inconfondibile di selvaggio e assaporavo il calore di quella lana pungente, che quasi mi soffocava. Non era lana morbida e femminile, era pungente e graffiante, proprio come lei.
Ripensavo al bacio di prima, un attimo in cui i miei desideri diventarono realtà, fu talmente inaspettato che non ebbi tempo quasi di godermelo, ma ci ripensavo in quel momento, tornavo a tutte le sensazioni che mi aveva scaturito e mi sentivo felice. 
Pur non capendo il significato di quel bacio, il motivo di questo regalo, ero felice. Anche se dentro di me il pensiero che era innamorata di un altro mi faceva ancora più male.
Dovevo tornare in casa, ma non volevo rompere l’idillio solitario che mi stavo ritagliando in quel meraviglioso momento. 
D’ altra parte non desideravo che giungesse Rod a chiedere spiegazioni: volevo tenere quell’ istante tutto per me. Smsi quindi di abbracciare lo scialle come un ebete, ma lo tenni con tanta cura e amore mentre mi accingevo a rientrare.
Riposi tutto nell’anticamera, dove immaginavo che Bella lo avrebbe cercato e tornai io per primo da mio fratello.
Rod era più scuro in volto di quando lo avevo lasciato poco prima, se lo conoscevo bene, ciò significava che si stava dibattendo dalla rabbia, senza riuscire a capire cosa fare per riportare la situazione a suo favore.
Povero illuso. 
Sperava ancora di riportare Bellatrix ad amarlo e, allo stesso tempo, la odiava con tutto il suo cuore. Lei che aveva osato abbandonarlo, ma odiava anche l’ Oscuro Signore, che l’aveva inesorabilmente portata via.
“Allora, fratellino, non hai resistito al suo fascino e le hai spiattellato tutto? Hai raccontato la situazione proprio nel dettaglio? Così la va a raccontare al Signore Oscuro?”
Ricominciava a farfugliare le sue sciocchezze da uomo pazzo di gelosia qual era. A me sembrava talmente stupido! Forse perché io c’ ero già passato e capivo l’inutilità di ogni cosa.
“Non ho detto nulla Rod, ma la conosci Bella, avrà già capito da sola, se non altro intuito. Inoltre vorrei ricordarti che Lord Voldemort legge la mente, non penso che i nostri colleghi Mangiamorte che si atteggiano a cospiratori saranno in grado di fermarlo, in caso volesse entrare nella loro mente. Sono solo degli sciocchi che pensano di prendere potere con facilità.”
Avevo detto la pura verità: non avevo detto nulla a Bella, lei non conosceva i particolari o le persone specifiche, ma aveva intuito la situazione senza problemi e probabilmente si sarebbe data da fare lei stessa, da lì a poco, per risolverla. 
Oppure forse ne avrebbe messo a conoscenza lo stesso Lord Voldemort. 
In entrambi i casi non vedevo nessuna soluzione positiva per i cospiratori, che io mi guardavo bene dall’appoggiare.
Io mi guardavo bene… Rod non lo so, era talmente geloso che mi sarei aspettato di tutto.
Inoltre pensavo davvero che questa pretesa, scaturita da un gruppuscolo di Mangiamorte, di prendere più potere di Lord Voldemort scavalcandolo, fosse pura follia.
“Quindi tu sei già sicuro che falliranno?”
Prestai particolare attenzione alla domanda postami da mio fratello, nella mia mente dimostrava ancora una volta che lui non aveva deciso da che parte stare.
Capivo la disperazione di Rod, immaginavo che avrebbe fatto anche il gesto più folle e disperato per avere Bella, ma tutto questo mi sembrò troppo anche per lui. Possibile che fosse talmente accecato dalla gelosia da pensare che qui poveretti potessero avere speranza di riuscire?
Possibile che avesse dubbi sulla strada da seguire e quali parti prendere? Non mi capacitavo.
“Perché, tu no? Pensi abbiano speranze di spuntarla contro il Signore Oscuro?”
Lui mi guardò in maniera più disperata che arrabbiata.
“Non lo so, tu stesso Rabastan avevi mille dubbi ad entrare a far parte dei Mangiamorte, non hai mai esaltato il Signore Oscuro e ne hai sempre visto i limiti, più che i pregi.”
Scossi la testa.
“Io sono entrato nei Mangimorte per stare vicino a Bella, non ho mai fatto mistero di ciò , e anche per stare vicino a te fratello, piuttosto che per mia convinzione personale. 
Sei tu invece che ti prendi in giro, che credi di farlo per te stesso. Ora però, coi nuovi sviluppi, sei in crisi e non capisci più nulla. Non ti aspettavi che te l’avrebbe portata via così, eppure i segni c’erano tutti, è da tanto tempo.” 
Feci una pausa, Rodolphus non rispondeva più.
“E sai perché sei così in crisi e non sai più cosa fare e ti disperi? Perché non ammetti a te stesso e non accetti di essere anche tu completamente succube di Bella. Ci siamo innamorati fino a questo punto fratello, e non so perché, ma è successo.”
Provò ad interrompermi, ma lo zittii e continuai.
“Ho sempre visto i limiti del Signore Oscuro, è vero. Da innamorato quale sono sempre stato della nostra Bellatrix, vedevo e osservavo il mio vero rivale, che non eri tu, ma lui.”
Lo guardai dritto negli occhi, poi continuai lentamente a parlare.
“Lo studiavo, lo vedevo per come realmente è. Una persona fragile e fortemente instabile, controllata dai suoi impulsi e dalla sua emotività malata. Placa il suo vuoto con ossessioni di potere e manie di grandezza, cerca di frenare il suo dolore interiore col laudano e altri oppiacei che gli stravolgono la mente, pensa di curare le sue paure con la violenza.”
Mi guardava sbigottito, come se stessi dicendo cose assolutamente nuove e straordinarie. Mio fratello deve essere un deficiente totale se non si è mai accorto di chi è davvero Lord Voldemort, dopo essergli stato per tanto tempo così vicino. Comunque continuai.
“Tutto questo però non evita che lui abbia un’intelligenza e una cultura straordinaria, è un visionario per tutto ciò che riguarda la magia, fa cose che nessuno ancora riesce nemmeno ad immaginare. In quanto a potenza, penso non abbia eguali al mondo, forse addirittura nella storia della magia. È una persona straordinaria, nel bene e nel male, non se ne incontrano facilmente di simili.”
Feci una pausa poi aggiunsi anche una piccola stilettata al cuore di mio fratello.
“Senza contare il suo fascino, il suo magnetismo, il suo carisma che risulta capace, come ogni buco nero dell’universo, di attrarre a sé qualsiasi stella, anche la più grande e luminosa.”
Sorrisi mentre lui taceva, il riferimento a Bellatrix, la nostra bellissima stella, si spiegava da solo.
“Sei davvero convinto che un gruppuscolo di maghi, per quanto abili e allenati, siano in grado di mettere da parte Lord Voldemort e prendere per loro il suo potere? Anche solo all’ interno dei Mangiamorte? No, Rod, io non penso proprio. Inoltre io non sono certo qui per mettermi contro Bella, per cui nemmeno contro il Signore Oscuro.”
A quel punto Rod annuì, sapeva che avevo fatto un’ analisi precisa e veritiera. Sapevo però anche che cercava una scappatoia, sempre più mi sembrava possibile che mio fratello fosse così accecato dalla gelosia e dall’odio, da vedere in questa impresa folle una soluzione al suo problema. Un modo per riprendersi Bellatrix, forse.
Tentai un altro approccio.
“Tu non sei convinto, Rod?”
Mi guardò negli occhi in maniera triste e disperata, ma non rassegnata. Sembrava tornato il bambino arrabbiato e solo di tanti anni fa.
“Sì, certo Rab, lo so anche io, so che hai ragione...”
Sembrava aver lasciato la frase a metà, sembrava voler dire “ma devo tentare, è l’unica speranza che mi è rimasta.”
Non disse comunque nulla di simile e forse era solo la mia fantasia che mi faceva pensare questo. Infondo lo so bene che, nonostante tutto, mio fratello non è certo uno stupido sprovveduto.
D’altra parte nemmeno gli altri Mangiamorte sono stupidi e sprovveduti, allora perché voler tentare l’ impossibile? Sempre che lo volessero fare per davvero…
In ogni caso non mi capacitavo proprio, anche solo dell’idea.
Decisi di tenere d’ occhio mio fratello, non volevo si buttasse in un’ impresa assurda solo per gelosia. 
Forse sarebbe stato davvero capace di una scemenza simile… per amore!
   
   
 
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