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Autore: Athelye    11/10/2019    4 recensioni
Capelli decolorati, occhi di ghiaccio, aria misteriosa e da delinquente.
Sorriso da mille watt, occhi vispi e allegri, un'ingenuità senza pari.
Un gruppo di amici, una scommessa, e un mese e mezzo per vincerla.
Basta dimostrare che l'apparenza inganna, sarà davvero così?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Kurapika, Leorio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Exactly Another Teen Story

Capitolo XXI – Take It Off


“Sei sicuro di volerlo fare?” Chiese divertito.
“Devo..” Sbuffò quello, stringendosi nel mantello che lo avvolgeva, dato che dei rivoli di freddo continuavano a insinuarsi nella stoffa. Perlomeno dentro la scuola c’era caldo.
I due ragazzi si tenevano per mano davanti al cancello della scuola. La giornata era serena, anche se ogni tanto soffiava una folata di vento, che si infilava sotto la specie di mantello che copriva Gon e lo faceva rabbrividire.
“Ti beccherai di certo un rapporto.” Ridacchiò Killua, guardandolo con la coda dell’occhio.
“Lo so.” Sospirò ancora. Aveva sospirato sconsolato per tutto il tragitto, un po’ per la situazione e un po’ per la temperatura, creando tante nuvolette nell’aria fredda di quell’ora.
Si sentiva decisamente in soggezione, ed era ancora fuori dal cancello.
La settimana prima aveva ufficialmente annunciato ai suoi amici che lui e Killua si erano fidanzati, come se vedere i due ragazzi ‘intrattenersi’ prima di entrare non fosse stato un indizio alquanto palese della loro relazione. L’avevano presa tutti positivamente, nonostante Leorio avesse trovato da ridire lì per lì, soprattutto perché era stato l’ultimo del gruppo a saperlo.
Kurapika era stato il primo, dato che Gon aveva chiamato il biondo per tener fede alla scommessa, dicendogli soltanto ‘Avevi ragione’ e attaccando, e da lì il biondo aveva dedotto il resto. Neon l’aveva saputo subito dopo, e a Zushi l’aveva detto Alluka.
Il fatto che i due ragazzi più in vista della scuola, uno per la sua estrema affabilità e l’altro per l’aura misteriosa e pericolosa che lo avvolgeva, si fossero messi insieme era da poco meno di una decina di giorni sulla bocca di tutti.
Ma non era quello ad agitarlo.
Leorio lo fissava trionfante dall’interno del cortile, con un sorriso che minacciava di esplodere in una risata da un momento all’altro. Nonostante stessero insieme, Gon aveva dovuto ammettere che no, Killua non era esattamente un bravo ragazzo, anche se Leorio non poteva sapere delle sue implicazioni in ambienti poco chiari. O meglio, non aveva ammesso che non fosse uno stinco di santo, ma comunque non era riuscito a dimostrare l’esatto contrario, quindi ora doveva pagare pegno.
Ma non era neanche quello a metterlo in soggezione.
Il ragazzo con i capelli argentati lo guardò ancora, non riuscendo a trattenere il sorriso divertito. Si avvicinò al suo viso, prendendolo dolcemente fra le mani, e gli diede un paio di baci sulle labbra, facendo sobbalzare due ragazzine che stavano passando in quel momento accanto a loro.
“Non farti guardare troppo..” Mormorò sulle sue labbra. Di riflesso, Gon lo strinse a sé.
“Mi sembra che tu abbia reso abbastanza chiaro il concetto di ‘proprietà’ stanotte.”
Killua schioccò la lingua contro i denti, sorridendo molto soddisfatto. Strofinò dolcemente il naso contro il suo, e all’altro parve di sentire delle fusa. “Shì.
“Hai poco da fare quella faccia, accidenti a te.” Commentò, con un’espressione a metà fra il molto contento e lo sgomento.
Sciolsero l’abbraccio e si avvicinarono, tenendosi per mano, al gruppo di Gon. C’era anche Alluka, che chiacchierava allegramente con Zushi.
“Allora, pronto per la figuretta che ti attende?” Gongolò Leorio, che non perse il sorriso nonostante gli fosse arrivata una gomitata fra due costole da Kurapika.
Gon gli fece una gran linguaccia in risposta, che fece ridere tutti, soprattutto il diretto interessato.
Rimasero a chiacchierare, mentre il più grande continuava a sghignazzare, squadrando l’insolito abbigliamento di Gon: una pesante palandrana verde abete che gli lasciava scoperte le caviglie e parte dello stinco. Quando suonò la campana, il gruppo si avviò compatto all’entrata.
Una volta dentro, sbuffando, Gon si tolse la cartella per togliersi la specie di mantello con le maniche che lo teneva al caldo. Dopo un attimo di esitazione e con aria sofferente, si guardò indietro, vedendo che il più grande si era piazzato proprio di fronte alla porta, come per impedire una sua eventuale fuga.
Sospirò, rassegnato al proprio destino, iniziando a togliersi mal volentieri lo strano indumento.
Per lo stupore di tutti i presenti, il ragazzo era veramente venuto senza vestiti a scuola.
Leorio scoppiò a ridere senza riuscire a controllarsi prima ancora che Gon si scoprisse le spalle, mentre il resto delle persone sgranava gli occhi e bisbigliava.
Il mormorio si fece molto più intenso un paio di secondi dopo, quando rimase effettivamente in mutande.
Ecco, era esattamente per quello che Gon era terribilmente agitato.
Spiccando sul fisico scolpito che già da solo non sarebbe passato inosservato, una scia di segni, dalla più o meno marcata gradazione violacea, percorreva la pelle del ragazzo nella zona delle clavicole e alla base del collo. Se ne intravedeva spuntare uno anche alla base dell’addome, coperto a malapena dall’elastico dei boxer color avocado, e un altro appena visibile sull’interno coscia.
Intanto, il colore del viso di Gon si avvicinava alla lava fusa. Sì, era quasi incandescente.
“Fratellone, non ci sarai andato giù pesante?”
Killua incrociò le braccia al petto, guardando soddisfatto il proprio ragazzo. La sera prima si era beccato una sfuriata per quella che lui aveva definito ‘una mera dimostrazione d’affetto’. Ne era valsa la pena.
Scrollò le spalle, rispondendo alla sorella con un sorriso così ampio da sembrare lo Stregatto. “Naaah.”
Kurapika invece a quella vista sgranò gli occhi, tanto che pensò stessero per cadergli dalle orbite, mentre Neon esplose in una fragorosa risata. La ragazza aveva preso molto bene la loro relazione, ed era stata molto contenta per loro sebbene Killua continuasse a non piacerle. Il sentimento era reciproco, comunque.
Tuttavia, i due avevano deciso di tacito accordo, per quieto vivere del gruppo, di mantenere un clima di “tollerante convivenza”, cercando quando possibile di evitare lo scontro.
Leorio assunse un’espressione di divertita incredulità davanti alla costellazione di marchi viola sul torace del ragazzo. Fischiò. “Qualcuno ha un fidanzato possessivo, eh?”
Gon rispose semplicemente con un sospiro frustrato, che fece solo ridere di più gli altri, mentre Killua si leccava le labbra, soddisfatto del proprio operato.
 
E infatti i richiami non tardarono ad arrivare. La Krueger gli segnò un rapporto appena mise piede in aula. In meno di un paio d’ore, Gon era nell’ufficio di Netero, che trovò particolarmente esilarante il secondo rapporto dell’insegnante di matematica quando lo rilesse davanti a Gon. Come se lui non l’avesse sentito in diretta, pronunciato dalla donna.
L’alunno si rifiuta di obbedire al richiamo, sostenendo di non potersi coprire perché ha perso una scommessa.” L’uomo rise ancora, quando finì di leggere. Gon sfiorava il color fragola, con tanto di semini gialli, per l’imbarazzo di trovarsi in presidenza con nient’altro che le mutande e le scarpe. Questo ignorando la scia viola sul suo petto, ovviamente.
Netero ridacchiò ancora un po’ per conto suo prima di parlare. “Ragazzo mio, ti fa onore il voler rispettare a tutti i costi una scommessa, e, detta onestamente, io ti farei uscire di qui senza neanche una nota. Tuttavia, capisci bene che non posso, mh?”
Gon annuì, afflitto nonostante il sorriso rassicurante dell’uomo.
“Dunque, vediamo..” Portò due dita a reggersi il mento, mentre squadrava il ragazzo da capo a piedi, soppesando la punizione più giusta per quella che alla fine non era nient’altro che una bravata. In fondo non aveva fatto male a nessuno, se non al cuore dell’insegnante di matematica, mentre a lui aveva risollevato la giornata. “Che ne dici di pulire le aule per un paio di giorni, mh?”
Gon annuì di nuovo, passivamente. Sentiva la vergogna annebbiargli i ragionamenti, ma si chiese ugualmente se il pulire le aule fosse la soluzione a tutto per il preside.
Quando uscì, fra i risolini di Netero, trovò ad aspettarlo Killua, appoggiato alla parete con le mani dietro la testa, con il suo solito sorriso felino sulle labbra.
“Allora, che ti ha detto il vecchio?”
“Che da domani devo pulire aule..”
Killua fece una faccia confusa. “Mi chiedo quale azione porti ad un risultato diverso dal pulire aule.”
“L’ho pensato anch’io!”
I due risero, mentre Killua si avvicinò per dare un bacio dolce all’altro, accarezzandogli appena la pelle con le dita, lì dove aveva apposto le sue varie ‘firme’.
Te la farò pagare..” Mormorò il moro, sorridendo sulle sue labbra.
Volevo solo mettere in chiaro che non sei sulla piazza..” Rispose quello, strofinando teneramente il naso contro il suo. Ridacchiarono ancora, unendo le loro fronti e guardandosi con dolcezza.
A fine giornata, la scommessa persa era costata a Gon quattro note disciplinari, due rapporti e una punizione, ma non era arrabbiato, anzi. Quando uscirono tutti insieme da scuola, chiacchieravano fra loro con un sorriso allegro sul viso, ma quello di Gon era il più luminoso, rivolto a un’unica, incredibile persona fra loro.
 
Mani sempre in tasca, una matassa di capelli ricci e scompigliati dalla sfumatura argentata, decolorati fin quasi alla radice, occhi magnetici di un azzurro intenso. Il classico tipo affascinante e misterioso, che tutti osservano senza avvicinarsi. Il classico tipo che “ha i capelli decolorati e un orecchino, dev’essere certamente poco raccomandabile”, su cui tutti fanno congetture e un’idea loro, finendo spesso con il cliché del drogato, del delinquente o del bohémien che si gode la vita, non importa come.
Killua era tutto quello. Affascinante, misterioso, decisamente poco raccomandabile, un giovane criminale che si godeva la vita per quanto possibile.
E Gon lo amava.

 

Fin.













_________________
Note dell'Autrice
Buon salve. Ci siamo, siamo arrivati alla fine.
Prima del mio discorso di chiusura, piccolo commento sul capitolo, che mi sono divertita un mondo a scrivere!
Onestamente, l’idea di un Killua discretamente possessivo che si fa prendere la mano (*la bocca) mi divertiva troppo, quindi non ho potuto resistere. Scusami Gon, concordo con lui, ne valeva la pena.
Una scena che mi ha divertita molto mentre scrivevo (anche se temo di averla involontariamente trascurata) è la reazione di Netero. Ce lo vedo un sacco a ridere di lui, giocando con la barba, mentre una Biscuit incazzatissima continua a sclerare con gli alunni anche dopo che Gon è uscito dalla classe.
Infine, ho un debole per le strutture ad anello, e questa è una delle primissime cose che sono affiorate nella mia mente quando ho iniziato a scrivere questa storia: non sapevo cosa sarebbe successo, cosa avrebbero fatto i personaggi, ma avevo perfettamente chiaro che l’incipit sarebbe dovuto essere anche la battuta di chiusura, esattamente con quell’ultima frase aggiunta.
L’ultima canzone a darci un titolo in questa storia è “Take it Off”, di Ke$ha.
 
Se ci penso, non mi sembra vero aver “già” finito quest’avventura, dopo quasi cinque mesi. Sono veramente felice di esserci arrivata senza intoppi, ma anche triste perché, appunto, è finita.
Dovete sapere che mi emoziono sempre un casino quando pubblico, mi sembra sempre di andare in scena a teatro, con l’adrenalina che ti pervade mentre si apre il sipario, sapete?
Non fa differenza che sia una long o una drabble, ma nel primo caso fa stranissimo arrivare in fondo.
È come salutare degli amici con cui ormai avevi stretto un bel legame, nonostante conoscessi la loro storia da poco. Leggere e rileggere i capitoli ogni settimana per poi scrivere le NdA di volta in volta me li ha fatti avvicinare ancora di più, e ora mi mancherà leggere di loro e commentare le cazzate che facevano man mano.
 
Questa storia l’ho scritta circa a ottobre/novembre scorso, quindi ha quasi un anno, e da quando è nata ha visto la mia vita letteralmente stravolgersi, su più piani personali, primo fra tutti quello sentimentale.
Devo tantissimo a questa storia: con questo appuntamento fisso, scrivendo le NdA avevo quel piccolissimo ritaglio di tempo che, su una giornata è un granello di sabbia, ma in capo a una settimana mi faceva sentire felice. Lo aspettavo proprio con allegria, del tipo “ghh è ancora mercoledì, è presto!”, nonostante gli impegni e l’unipi mi facessero salire l’ansia del tempo che passa.
 
Mi sono veramente divertita un sacco a scrivere questa storia, pur avendola scritta “a tempo perso”, per scaldare la tastiera.
Trovate tanto di me nei personaggi di cui vi ho raccontato le gesta, soprattutto, come dissi tempo fa, in Killua (che, salvo lavorare per la yakuza, fa i miei stessi ragionamenti del cazzo. Perdonate il francesismo, siamo persone orribili), con un carattere del cavolo e coerente con se stesso come un libro di matematica con i risultati sbagliati; un po’ in Kurapika, che si trova a fare il saggio confidente per un manipolo di imbecilli (quando le scelte non devo farle io, sono una persona sana di mente che sa dare buoni consigli, lo giuro, ma solo in quel caso), nella gelosia rassegnata di Neon, che è felice per il suo migliore amico nonostante i suoi sentimenti per lui (storia vecchia di anni, non sto neanche a rinvangarla), . . .
Scrivere questa storia mi ha seriamente aiutata a conoscere meglio anche me stessa, attraverso i miei personaggi, che mi hanno gentilmente fatto da attori, prestandosi a indossare panni strani in quest’occasione. Ho snobbato questa storia dall’inizio, e in effetti è una banalissima storiella con una trama tendenzialmente lineare, ma devo ricredermi (almeno in parte) perché, per l’appunto, mi ha dato molto più di quanto pensassi.
 
Tuttavia ci sono cose che mi hanno fatto storcere il naso a posteriori. In molti punti non ho badato troppo alla “normalità”, dando per scontato che tanto il loro fosse un universo strano in partenza, quindi non frenandomi davanti a cose che magari lì per lì mi sembravano assurde (esempio: quando Killua arriva negli spogliatoi col sangue addosso, o anche il semplice fatto che a Gon stia bene frequentare un sicario e parlare di lavoro con lui). Forse adesso le rivedrei con occhio un po’ più critico.
Poi ci sono molte cose di cui avrei voluto parlare in questa storia, ma che per un motivo o per un altro, non sono riuscita ad inserire. Avrei voluto approfondire il rapporto tanto odi e poco amo di Killua e Neon; alcune dinamiche famigliari degli Zoldyck, il bullismo verso Alluka e la sua relazione con Zushi (sì, per i più curiosi, si fidanzeranno), come i due piccioncini lessi protagonisti prenderanno le misure stando insieme ufficialmente..
Insomma, ci sono tante cose che avrei voluto approfondire, ma non ne ho avuto l’occasione in 105 pagine e 62566 parole. Sembra assurdo lol.
 
Dulcis in fundo, ringrazio la mia Beta, oggi con la maiuscola perché se la merita tutta, senza cui non avrei il coraggio di pubblicare niente, che mi sostiene nelle mie pessime scelte sentimentali e raccoglie ogni volta i cocci del mio cuore, che mi sta accanto nonostante io sia intrattabile e bipolare 25 ore su 24, che mi supporta lungo questa tortuosa strada chiamata vita.
Io senza di te davvero non so dove sarei adesso. Grazie, amica mia.
 
Ringrazio anche Zyad, primo fan attivo di questa storia, per aver pazientemente recensito i capitoli e avermi tenuto compagnia in un momento in cui avevo davvero bisogno di una presenza costante, e Gryffindor, che se anche si è imbarcata a “fine viaggio” su questa nave, mi ha indubbiamente rallegrato la traversata.
Infine, un grazie a tutti coloro che hanno aggiunto questa alle loro storie preferite, seguite o anche solo ricordate, e a tutti i lettori silenziosi e non che mi hanno accompagnata in quest’avventura. Siete circa un centinaio, e il fatto che siate così tanti ad aver letto costantemente ogni aggiornamento mi scalda il cuore.
Grazie a voi che siete passati e a quelli che passeranno per queste parole.
Grazie, grazie di tutto.
 
Fa strano non darvi appuntamento a venerdì prossimo, ma posso anticiparvi che la pausa non sarà lunghissima. Ho giusto bisogno di un paio di settimane di ferie, poi tornerete a leggere di me. E non è una promessa, è palesemente una minaccia.
Le idee sono tante, un paio di storie sono già scritte, cosa succederà lo scopriremo solo vivendo.
 
Un bacio, un abbraccio, e ci si legge!

Athelyè ~
   
 
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