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Autore: JoJo    31/07/2009    6 recensioni
Ecco la vita di una ragazza senza armatura al santuario, gente! Niente combattimenti, allenamenti da fanatici o epiche battaglie. Praticamente la cosa più emozionante che potrebbe capitarmi è quella che mi finisca la benzina prima della salita che porta all'entrata della zona sacra!
Genere: Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tana libera tutti!

“E' molto nobile da parte tua di metterti in difesa di Aracne.- la voce di Tomàs è bassa e leggermente roca, sarebbe quasi un piacere stare ad ascoltarlo se non fossi pietrificata dal terrore- Ma uno scontro con un cavaliere d'oro non mi interessa al momento.”
Con un movimento impercettibile, Shaka si posiziona meglio in mia difesa, di fronte a me.
“Non c'è modo perchè tu possa portarla con te senza prima combattere, cavaliere.” gli fa notare il gold, con voce ferma.
I miei occhi saettano dalla sua nuca bionda al ghigno dipinto sulla faccia di Tomàs.
“Dov'è finita la leggendaria diplomazia dei sacri guerrieri di Atena?- domanda, facendo allargare ancora di più il sorriso strafottente- Non mi chiedete nemmeno il motivo per cui sono qui?”
Shaka apre bocca per rispondere, ma io lo precedo.
“Perchè sei qui?” domando, anche se temo la risposta.
Il biondo gira leggermente il volto verso di me e, anche se non apre gli occhi, percepisco nettamente l'occhiata fulminante che mi ha lanciato.
Il grosso rasta annuisce soddisfatto “Sono qui per te, ovvio.- risponde- Ma non certo per portarti da Nikon.”
Aggrotto le sopracciglia, senza capire.
“Dobbiamo parlare.”
“Da soli.” aggiunge, lanciando uno sguardo pieno di significato a Shaka.
Il biondo scuote leggermente la testa “Non credo.”
“Va bene.” lo contraddico, neanche una frazione di secondo dopo.
“Io resto con te.” la voce del gold è ferma e non ammette repliche.
Non oso pensare alla sua espressione in questo momento, ma non mi concedo nemmeno un'occhiata per controllare. Scommetto che se guardassi per qualche secondo di troppo quel viso perfetto finirei per dargli ragione.
“Non è necessario- gli spiego, fissando intensamente il cavaliere di fronte a me- Non mi farà niente.”
“E gli credi semplicemente perchè te l'ha detto?- la sua voce è leggermente denigratoria- Tu sei troppo ingenua, Michelle!”
“Non le farò niente, cavaliere.- lo rassicura Tomàs, mentre la sua armatura si toglie e si dispone ai suoi piedi- Terrai la mia armatura come garanzia.”
“Shaka, ti prego...”
“Non essere sciocca, Michelle. A questo punto mi viene da pensare che i guai in cui ti cacci non siano frutto della sfortuna ma della tua tendenza a buttartici a capofitto da sola!”
“Ti prego.- lo supplico di nuovo- E' molto importante per me.”
Forse giocandomi la carta dei sentimentalismi riuscirò a convincerlo a lasciarmi ad andare a rischiare la vita per avere un minimo di chiarimenti...
Deglutisco a vuoto, mentre aspetto la sua risposta che non tarda ad arrivare.
“Non se ne parla. Fine della discussione.”
Per cercare di controllare la rabbia mi mordo l'interno della guancia.
Mi tratta come se fossi una bambina di cinque anni!Neanche a Chen è riservato un trattamento del genere!
Cosa diavolo gli costa darmi un minimo di fiducia e trattarmi come farebbe con un qualsiasi altro suo pari?!
“Nient'affatto: ora io e Laomedonte chiariremo quello che c'è da chiarire e tu te ne rimarrai qui, a costo di doverti incatenare al suolo con le mie ragnatele!” sbotto.
E poi mi ricordo a chi ho rivolto queste parole così, ad una velocità che rasenta quella della luce e che mi fa comunque scorgere sul bel viso di Shaka un'espressione dura e risentita, afferro il braccio muscoloso di Tomàs e me lo trascino dietro, iniziando ad inoltrarmi ancora di più nel bosco sacro.
“Non le succederà niente.” sento la voce del cavaliere maledetto rassicurare il gold.
“Ti conviene mantenere fede alle tue parole.” è la semplice risposta di Shaka.

Forse in effetti Shaka non aveva tutti i torti quando diceva che non voleva lasciarci soli.
Tomàs è un colosso. Osservo le sue spalle larghe, coperte leggermente dai grossi rasta castani che gli scendono lungo la schiena, i muscoli guizzanti e l'espressione attenta e mi rendo conto che se volesse potrebbe battermi senza alcun bisogno dell'armatura.
Tutto ciò non è che mi faccia sentire tranquillissima, ecco.
“Allora: di che cosa volevi parlarmi?” domando, fingendo nonchalance, mentre faccio vagare lo sguardo sui riflessi del tiepido sole mattutino che filtra dalle fronde degli alberi.
“Sarò sincero con te. Io non sono un santo.”
Dopo questa frase, credo che qualsiasi mio tentativo di deglutire se ne andrà in malora!
“Ma bene...” mormoro, con voce strozzata.
“Fammi finire.- mi intima, al che non posso far altro che chiudere quella ciabatta che ho al posto della bocca e lasciarlo parlare- Non sono certo come la gente che gira qui al Santuario. Ho fatto cose di cui non vado fiero e non seguo alcun ideale nobile.”
Questa premessa non mi piace per niente.
Lancio qualche occhiata qui intorno, alla ricerca di una via di fuga, mentre lascio che continui il suo discorso.
“Ma Nikon...Nikon è decisamente peggio di me. Lui non crede alla maledizione dell'armatura-spiega, con tono cupo- anzi. Per lui la nostra armatura è una benedizione, la caratteristica che ci eleva al di sopra di tutti gli altri esseri.”
“Sì, avevo capito dal nostro primo incontro che non è esattamente stabile.” borbotto, sperando di non innervosirlo.
Tomàs piega le labbra in un ghigno divertito “No, non lo è.- conferma- Ed è per questo che ha deciso di allearsi con le Titanidi e i loro fratelli.”
“Che cosa?!” urlo, portandomi le mani davanti alla bocca.
“Saranno in soprannumero. Personalmente, credo che il Santuario sia spacciato.” conclude.
Mi ritrovo a fissarlo di sottecchi “E tu sei venuto a dirmi questo?A mettermi in guardia per convincermi a venire dalla vostra parte?”
“Quella è un'ossessione di Nikon.- spiega, guardandomi dall'alto in basso- Io non credo nemmeno che tu sia degna di tutta quest'attenzione: sembri sempre troppo piccola e indifesa.”
“Si può sapere che cosa vuoi da me, allora?” sbotto infastidita. Il mio nervosismo sta salendo alle stelle.
“Voglio unirmi a te.”
Ok. Questa non me l'aspettavo proprio.
“Stai scherzando?” chiedo, con espressione assolutamente perplessa.
“No.- taglia corto lui- Tu hai bisogno di aiuto contro di Nikon e il suo gruppo, io devo strappargli dalle mani una cosa che mi è cara. Uniamo le nostre forze e raggiungeremo entrambi i nostri obiettivi.”
Ma non era Nikon quello pazzo?
Sbaglio o lui fino a ieri era pronto a combattere al suo fianco? L'ho visto, accidenti, proprio là insieme a Verena, Kunio e Lamya. E anche se lui non sembrava così sottomesso come gli altri, era pur sempre parte integrante del suo gruppo!
“Tutto questo non ha senso.- concludo, ad alta voce- Tu fino a ieri eri dalla sua parte!Che cambiamento c'è stato in così poco tempo?”
Tomàs incrocia le possenti e abbronzate braccia al petto “E' molto semplice, Aracne: ho incontrato te.”
Aggrotto la fronte, confusa “Continuo a non capire.”
“C'era solo un motivo per cui seguivo Nikon ed era perchè credevo non ci fosse altra scelta per quelli come noi, i maledetti.- spiega, con i suoi occhi scuri velati da una strana tristezza- Tu hai rotto tutti gli schemi a cui ero abituato. Se prima la mia unica possibilità sembrava quella di schierarmi con Nikon ora so che posso scegliere. E scelgo te: sarai di sicuro un capo migliore di lui.”
Guardo il gigantesco rasta, vagamente somigliante a Bob Marley che mi sta di fronte e non posso credere che stia dicendo sul serio.
“Io non voglio essere il tuo capo!- sbotto, esterrefatta- Io non sarò mai il capo di nessuno. Perchè non lasci semplicemente il gruppo di Nikon e non ti godi la tua libertà?”
Il discorso di Tomàs mi sembra così assurdo...Come gli è venuto in mente?
“Se avessi potuto andarmene prima, non credi forse che lo avrei fatto?” ribatte, leggermente irato.
“C'è un motivo per cui intendo combattere contro di Nikon- continua, con più calma- lui ha passato la sua vita a cercare cavalieri maledetti per cercare di rifornire il suo esercito personale. Io l'ho seguito perchè non avevo niente di meglio a cui aspirare, Verena e Kunio invece condividono davvero i suoi ideali da psicopatico.”
“E il cavaliere di Eco?” domando, ricordandomi della bella ragazza di colore dallo sguardo triste.
“E' proprio questo il punto: lei non vorrebbe combattere per lui.- spiega, stringendo i pugni con rabbia- Ma la sua sfortuna è che in questo mondo ha ancora degli affetti di cui rendere conto, una famiglia che Nikon non esiterebbe a distruggere se lei non si comportasse come lui vuole.”
Mi porto una mano alle labbra, cercando di immaginare una situazione simile “Povera ragazza.”
Tomàs annuisce, concorde. “E' per lei che faccio questo. Glielo devo.”
Noto un certo trasporto nelle ultime frasi. Forse il legame che lega questo colosso umano e Lamya è più forte di quanto pensassi.
“Tu la ami?” chiedo, timidamente.
Il cavaliere di Laomedonte si volta di scatto, arrossendo impercettibilmente “Non dire stupidaggini!E' semplicemente una questione di principio.”
Alzo un sopracciglio, perplessa “Sicuro?”
“Senti- sbotta, girandosi di nuovo verso di me e fissandomi con determinazione- la questione non ti riguarda. Ora sono sotto il tuo comando e questo è il punto della questione!”
Allargo le braccia, cercando così di fermare tutta questa assurda situazione “Aspetta, aspetta, aspetta!Io non intendo farti da capo.”
Il ghigno ritorna sulla faccia scura del cavaliere “Non hai diritto di replica.”
“No!- sbotto, indignata- No. No, no, no, no, no, no, no e ancora no!Ecco la mia replica!”
Incomincio a camminare velocemente verso il punto del boschetto in cui Shaka mi starà ancora aspettando.
Tomàs non si degna di ascoltarmi, ma si limita a seguirmi con la sua camminata rigida.
“Smettila di seguirmi, sai già cosa ne penso.” gli intimo.
Non appena scorgo la chioma bionda di Shaka affretto il passo, raggiungendolo di corsa.
“Puoi fare qualcosa per togliermelo di torno?- lo supplico, giungendo le mani davanti alla faccia- Stenderlo con un destro?Togliergli i cinque sensi?Fargli fare un giretto nell'Ade?”
Il biondo aggrotta le sue sopracciglia ben delineate, confuso “Michelle, di che stai parlando?”
“Lui è convinto che io sia il suo nuovo capo!- ringhio in risposta- Io non posso farlo!Non riesco a gestire nemmeno me stessa!”
Ecco.
O Sacro Olimpo! Sto andando in iperventilazione.
E adesso come diavolo faccio a togliermi di torno questo colosso?
E se non ci riuscissi?
E se lui perdesse la calma e decidesse che sarebbe molto meglio tapparmi per sempre la boccaccia che mi ritrovo?
Scosto di poco le mani che mi ero messa sugli occhi per sbirciare la faccia di Shaka “Che cosa avevi detto riguardo all'opzione del giretto nell'Ade?”
Il gold sospira seccamente “Spiegami che cosa sta succedendo.” intima.
E quando qualcuno mi chiede una cosa in quel modo non posso che rispondere. Soprattutto se quel qualcuno può togliermi cinque sensi solo aprendo gli occhi.
“Ok, ti faccio un riassunto: Tomàs, il qui presente cavaliere di Laomedonte, ha deciso di ribellarsi al volere di Nikon, lo psicopatico albino che crede che anche io sia una psicopatica, nel senso cattivo, non nel senso buono come intende la maggior parte della gente qui al Santuario.” butto fuori alla velocità della luce.
Ad ogni mia parola, mi sembra di notare l'espressione di Shaka farsi sempre più perplessa.
“In ogni caso, questa ribellione pare dettata dalla ridicola convinzione di potersi unire a me, come mio sottoposto- continuo, senza rallentare il tono-Ma ci pensi?Io che faccio il capo di una specie di esercito in miniatura?Il punto però è che non posso abbandonarlo al suo destino perchè altrimenti Nikon, ti avevo parlato di Nikon, vero?Quello sì che è davvero fuori di testa...Comunque, dicevo: Nikon altrimenti lo andrà a cercare e tenterà di distruggergli l'esistenza con ogni mezzo. Certo, lo so, lo so, io Tomàs non lo conosco neanche ma come posso permettere una cosa del genere?Tanto più che lui ha detto che mi aiuterà nella battaglia contro i senza dio che si sono schierati dalla parte delle Titanidi, te l'avevo detto questo, giusto?Oh, accidenti che idiota, questo l'avrei dovuto dire prima...”
Con un elegante gesto della mano Shaka mi mette a tacere di colpo, mettendo fine al mio monologo.
Lo fisso con occhi sgranati, ansimando leggermente per la mancanza di fiato mentre, alle mie spalle, il cavaliere di Laomedonte non sembra particolarmente interessato al fatto che noi stiamo parlando di lui e del suo futuro immediato. D'altronde la sua linea di pensiero è che ogni cavaliere maledetto è padrone del proprio destino...quella atipica che chiede permesso di fare qualcosa ai cavalieri di Atena sono io.
“Mi stai dicendo che i cavalieri maledetti di ieri hanno deciso di unirsi alle Titanidi nella battaglia contro di noi?- ricapitola velocemente il gold, facendomi capire che c'era un modo più breve e indolore di comunicargli i fatti dell'ultima mezz'ora- E che questo cavaliere ti riconosce come suo capo e intende seguirti in battaglia?”
Annuisco piano.
Questo sì che vuol dire avere il senso della sintesi!
“Il fatto che le Titanidi abbiano trovato degli alleati del genere è abbastanza grave.- medita lui ad alta voce, per poi passare lo sguardo da me a Tomàs – Intendi davvero essere il suo capo?”
A questa domanda non posso rispondere che con una grassa risata sarcastica “Ahahahahahahaah...No!”
“In questo caso non può rimanere con noi.” sentenzia, senza cambiare espressione.
A Laomedonte questo non pare importare “Non intendo andarmene.”
“E non può farlo- gli do man forte io- se lo facesse Nikon gliela farebbe pagare per averlo tradito.”
“Non è un problema di cui Atena o il Santuario possono caricarsi- continua il suo discorso Shaka, come se io non avessi aperto bocca- Se resta, lo farà come prigioniero.”

E quando Shaka dice una cosa, è detto fatto!
Ora sì che mi sento in colpa.
Tomàs è condannato ad un soggiorno forzato nelle prigioni del Santuario solo perchè io non voglio prendermi la responsabilità di essere il suo capo.
Mi sento un verme...
Ma anche lui, non poteva trovare un altro modo?
Mica c'era bisogno di arrivare a tanto!
Che poi io mica mi sarei messa a fargli da badante.
Addirittura Marin si è congratulata con me per aver favorito il suo arresto dicendomi che è contenta che ho finalmente messo la testa a posto!
Mi aggiro per i sentieri che attorniano la Sesta e la Settima casa, fra le quali sono poste strategicamente le prigioni del Santuario, con andatura nervosa e passo incerto.
Non so assolutamente cosa fare...ma di certo mica posso andare semplicemente a trovarlo, no?
Non dopo averlo in un certo senso cacciato io stessa nella situazione in cui si trova.
Ma, dopotutto, non posso nemmeno cercare di liberarlo alle spalle di tutti. Come potrei fare?
Irritata mi volto di scatto, ritrovandomi di nuovo faccia a faccia con lo spirito di Takis, che mi segue da un bel po'.
Dopo i fatti di questa giornata, i miei propositi di tenere sotto controllo il mio cosmo se ne sono andati in malora.
Peccato però che Prometheo non intenda comunicare con me, ma si limita a seguirmi con lo sguardo cupo e espressione imbronciata.
“Hai intenzione di seguirmi per molto senza parlare?” sbotto ad un certo punto, stanca di questo suo mutismo.
“Credevo avessi detto che non volevi più sentirmi ne vedermi...”replica lui, lanciandomi un'occhiata risentita.
“Andiamo!- esclamo sconcertata, facendo roteare gli occhi- Mica dicevo sul serio!”
“Mi hai detto che ti ho deluso, che non avevi più intenzione di starmi a sentire e che desideravi che sparissi.” elenca, alzando le dita, e con espressione estremamente seria.
Mi metto le mani sui fianchi, spazientita “Da quand'è che ti leghi le cose al dito così?”
“Da quando mi tratti come se fossi una mosca fastidiosa.” ribatte Takis.
“Io non ti tratto così!”
Mica l'ho scacciato con un giornale arrotolato...
“Hai messo la musica a tutto volume pur di non sentire la mia voce.” mi fa notare, alzando un sopracciglio.
“Ero arrabbiata!” mi giustifico.
Sulle labbra carnose di Takis compare un mezzo sorriso “E lo sei ancora?”
“Un pochino...”ammetto.
Nel sentire queste mie parole Prometheo fa roteare gli occhi, infastidito.
“Ma poco poco!” aggiungo in fretta.
Vedere i suoi occhi limpidi e color del cielo sorridere ancora prima che le sue labbra si dischiudono mi fa venire un colpo al cuore.
Mi manca così tanto...
“Allora, cosa intendi fare?” mi domanda, lasciando cadere il discorso di prima.
Si avvicina di più a me e nel farlo mi sfiora la spalla, cosa che mi fa sentire uno strano formicolio per tutto il braccio.
“Con Tomàs, intendi?Non ne ho la più pallida idea.”
Il suo sguardo però non è rivolto a me, ma verso qualcosa alle mie spalle.
Incuriosita mi volto e mi ritrovo faccia a faccia con un ragazzino, probabilmente sta andando a fare qualche commissione a giudicare dal pacco che porta sulle spalle.
I suoi grandi occhi neri sono sgranati e mi osservano come se fossi uno strano fenomeno da baraccone.
“Che c'è?Non hai mai visto qualcuno parlare con uno spirito?” ringhio, rivolta verso di lui.
“Solo nei telefilm.” risponde pronto.
Faccio roteare gli occhi e gli faccio un segno con la mano “Smamma.”
Lo osservo allontanarsi velocemente, vagamente intimorito.
Credo che tutto quello che mi sta accadendo in questo periodo ha contribuito a darmi un'aria da pazza psicopatica da temere!
Non è una cosa di cui vado particolarmente fiera, preferirei di gran lunga essere la vecchia e noiosa Michelle di un tempo...
“Allora, cosa hai intenzione di fare?”ripete Takis, strappandomi dai miei pensieri.
Scuoto la testa con rassegnazione “Te l'ho già detto: non so. E poi non credo di poter fare niente.”
Stavolta è lui a scuotere la testa “Tu puoi fare qualsiasi cosa tu voglia.”
“Se mi tiri fuori una storia del tipo: volere è potere, mi metto ad urlare!” lo avverto, guardandolo di sottecchi.
Sul suo viso, bello nonostante la cicatrice sulla guancia, compare un ghigno divertito “Ma è proprio questo il punto: non puoi essere certa di fallire se prima non fai nemmeno un tentativo.”
“E se il tentativo fallisse miseramente?- ipotizzo- Cosa molto probabile, peraltro.”
“E se invece tutto filasse liscio e tu riuscissi a liberare Laomedonte?” mi scimmiotta lui.
Aggrotto le sopracciglia “Nessuno qua a parlato di liberare Tomàs.” gli faccio notare.
La strana luce negli occhi azzurri di Takis mi dice che ha già un piano pronto a riguardo.
E non so quanto la cosa potrebbe essere positiva per me.
“Beh, l'ho appena fatto io.- continua, con una smorfia- Ed è esattamente quello che hai intenzione di fare, solo che non hai il coraggio di agire!”
Colpita e affondata.
“Dimmi, Miki, che cosa fanno i ragni?” mi domanda, cambiando radicalmente argomento.
Sbatto le palpebre confusa più volte prima di rispondere.
“Schifo?” tento, con incertezza.
“Sii seria.” mi rimbecca Takis, senza però trattenere un sorriso divertito.
“Le ragnatele?” riprovo.
Dove diavolo vuole arrivare?
Lui scuote la sua testa castana “Acqua.”
“Fanno venire le crisi di nervi alle casalinghe che se li ritrovano negli angoli delle pareti?”
Prometheo inizia a sorridere soddisfatto “Fuochino.”
Sospiro esasperata “Non puoi semplicemente dirmelo tu, senza fare questi giochetti?Se aspetti me va a finire che facciamo notte!”
La sua risata cristallina mi entra nelle orecchie stordendomi un po' “E va bene- capitola, alzando le braccia in segno di resa- I ragni hanno la capacità di camminare su superfici verticali e non, sfidando la forza di gravità.”
Spalanco la bocca, incredibilmente stupita.
Non può davvero pensare quello che penso che stia pensando.
Ok, la mia è l'armatura di Aracne. Effettivamente sparo ragnatele come neanche Spiderman e ho anche il bonus del veleno in stile tarantola, ma la cosa dovrebbe finire lì, no?
Non posso anche fare l'allegra alpinista senza funi di protezione, soffro di vertigini, per Zeus!
“Tu mi stai dicendo che io dovrei intrufolarmi nelle prigioni, camminando sulle pareti come se fossi un ragno, per recuperare le chiavi e permettere a Tomàs di scappare?” ricapitolo, con tono scioccato, ma tenendo la voce bassa.
Se questo dovesse rivelarsi il mio vero piano, non devo permettere che nessuno sospetti di me.
“No, tu te lo stai dicendo.” replica Takis, con un sorriso obliquo.
“E' un piano folle!Non ho mai fatto una cosa del genere!Non saprei neanche da dove cominciare e poi sai che io mi muovo peggio di un ippopotamo in un negozio di cristalli!” sbotto, gesticolando alla rinfusa.
“Te la caverai. E riuscirai anche a tenere segreto tutto questo ai damerini dorati.”
Certo. Lui è sempre sicuro di tutto.
Tanto sarò io a farlo, mica lui!
“Come fai a dirlo?Hai forse acquisito il dono della preveggenza?” lo sfido, digrignando i denti irritata.
“No. Semplicemente mi fido di te e delle tue capacità più di quanto fai tu stessa.”
I suoi occhi sono così pieni di fiducia e la sua espressione è così serena che non posso che smettere all'istante di essere arrabbiata con lui.
E immediatamente capisco anche che mi metterò subito in azione per far sì che questa fiducia non sia mal riposta.

Faccio un bel respiro e cerco di trovare un minimo di concentrazione, ma non è facile.
Non ho mai visto nessuno dei vari Mission Impossible o 007, non sono per niente portata a creare aggeggi che mi tirino fuori dalle situazioni più disparate alla McGayver e non so assolutamente come fare a tenere nascosto un uomo alto due metri a una dozzina di guerrieri dotati di settimo senso.
In sostanza: non sono affatto la persona adatta ad organizzare un'evasione.
Ma a Takis, dopotutto, cosa può importare? Lui è sparito non appena ho ripreso controllo del mio cosmo!
Ora, nascosta dietro un cespuglio, poco lontana dall'entrata delle prigioni del Santuario ci sono solo io.
Come ci sarò solo io quando verrò immancabilmente scoperta con le mani nel sacco.
“Calma e sangue freddo- mi ripeto a bassa voce e per l'ennesima volta, nel tentativo di rilassarmi un pò- Non c'è nessun motivo di perdere la calma.”
Sbatto la testa sulle ginocchia che stringo al petto, rassegnata: non riesco neanche a mentire a me stessa!Certo che ce ne sarebbero di motivi per cui perdere la calma, nel tragitto che mi portava qui e nell'ora successiva di appostamento ho stilato mentalmente una lista piuttosto lunga sui motivi per cui dovrei rinunciare.
Peccato però che gli unici due per cui ho deciso di fare questa pazzia sono così importanti da surclassare tutti gli altri.
Non voglio deludere Takis.
Non voglio che Tomàs abbia mal riposto la sua fiducia.
Riempio di nuovo i polmoni fino all'estremo e butto fuori l'aria tutta d'un botto subito dopo, come ho visto fare in alcune cassette di Kim sugli esercizi di respirazione.
Non mi pare che funzionino.
Purtroppo, però, il tempo stringe, e fra meno di mezz'ora ci sarà il cambio delle guardie: devo per forza agire ora che dovrebbero essere abbastanza stanchi.
Mi alzo di scatto, cercando di rendere i miei movimenti più fluidi e mirati, ed entro velocemente nella porta che conduce all'entrata delle prigioni.
Trattengo il respiro, non appena intravedo i gradini che portano ai piani inferiori, sottoterra, dove si trovano le celle. Forse non sarà arrivare lì il problema, ma superare le guardie che custodiscono l'entrata, già di per sé protetta da dei portoni blindati.
In fondo, queste prigioni sono solitamente inutilizzate.
Che io sappia nessun nemico ci è mai stato rinchiuso.
Qualsiasi cavaliere qualificato, se lo volesse, potrebbe distruggerle facilmente (forse è questo quindi il motivo per cui sono state costruite sottoterra: il crollo danneggerebbe anche il fuggitivo!); ai tempi di Arles ci venivano rinchiusi i suoi oppositori più deboli, ed ora vengono utilizzate solo come punizione per quei soldati semplici che perdono il controllo.
Scuoto la testa e cerco di concentrarmi su quello che devo fare.
Spero vivamente che l'intuizione di Takis sia giusta!
Poso le mani sulle pareti e non mi sembra di sentire niente di diverso, tuttavia provo lo stesso a scalarle.
In men che non si dica appoggio alla superficie di roccia nuda anche i piedi e, incredibilmente, rimango sospesa. La mia presa, che sembra inesistente, mi tiene saldamente ancorata alla parete stessa impedendomi di cadere.
Mi viene quasi da ridere per la facilità con cui lo faccio.
Non mi ci vuole molto a salire fino in cima, e a ritrovarmi a testa in giù, con la mia coda di cavallo che penzola leggermente.
Ora non mi resta che iniziare a muovermi e a scendere al piano inferiore, sperando che il sangue che mi arriva di troppo alla testa non mi faccia fare qualche strafalcione dei miei!
Non è difficile.
Non lo sembra per niente.
In fondo, è come gattonare.
Solo che lo sto facendo sul soffitto.
O miei dei!Sto gattonando sul soffitto!!
Non devo guardare giù. Qualsiasi cosa accada non devo guardare giù!
Continuo a ripetermelo mentalmente mentre faccio scivolare mani e piedi fino ad arrivare al piano di sotto.
Non c'è molta luce, e questo è un vantaggio per me, ma forse almeno una pila a dinamo mi sarebbe utile.
Perchè tutta questa oscurità, dico io?
Continuo ad avanzare incerta, e non mi sembra neanche di essere su un soffitto e non coi piedi per terra dato che il buio mi ha fatto un po' perdere l'orientamento.
“Ahia!” mi lascio sfuggire, quando la mia testa sbatte contro una specie di parete che non avevo notato.
“Che cos'è stato?” sento dire da delle voci maschili che mi arrivano attutite alle orecchie.
“Va a controllare.” dice qualcun altro poco dopo.
Mentre sento dei passi avvicinarsi rapidi mi irrigidisco.
Ecco!Neanche ho iniziato a fare sul serio e già mi hanno beccato!Ma perchè sono così stupida?
Dopo uno scatto metallico una porta blindata si apre (ecco su cosa avevo sbattuto allora, accidenti a lei!) e immediatamente si accendono delle luci.
Strizzo gli occhi, leggermente infastidita da questo cambiamento, e poi mi ritrovo a sospirare di sollievo quando scopro che la guardia non mi ha scoperto.
Si guarda semplicemente intorno, con aria concentrata e attenta, ma non accenna a guardare in alto.
Con passo affrettato si muove verso le scale, per controllare che qualcuno non si nasconda lì, e nel frattempo riesco a passare dalla porta che ha lasciato aperta, cercando di rimanere appiattita al soffitto il più possibile.
Ho appena fatto in tempo ad entrare che anche la guardia ritorna, chiudendosi la porta alle spalle.
Accidenti!Non avevo mai notato che chi cammina è più veloce di chi gattona!
Se continuo di questo passo non arriverò in tempo per attraversare la seconda porta!
Muovendomi più veloce che posso, riesco a infilarmi per tempo nell'uscio, sempre cercando di non pensare che sono a testa in giù e che tutta questa situazione è assurda.
Però!, penso mentre le due guardie si interrogano sullo strano rumore che avevano sentito, credevo che ci avrei messo molto più tempo e invece sono già dentro!
Certo, si è trattato di un caso fortuito e del tutto inaspettato, ma intanto ho raggiunto il mio obiettivo.
La cosa mi fa quasi diventare leggermente più ottimista riguardo l'esito di questa missione.
Continuo a gattonare silenziosamente, lasciandomi alle spalle le due guardie che rimangono di guardia alla porta, mentre io procedo lungo la galleria lunga e stretta che porta alle celle.
Mentre mi muovo non posso fare a meno di storcere il naso.
Perchè le prigioni devono avere questo stile medioevale malsano?
Non sarebbe meglio avere dei corridoi asettici, disinfettati e perfettamente luminosi?
Mi domando come mai la Kido abbia fatto installare le porte blindate senza apportare nessun altro cambiamento...
Quando arrivo di fronte alla cella di Tomàs mi sembra quasi di riconoscerla: assomiglia in modo impressionante a quella in cui mi sono risvegliata più di un anno fa, il giorno dopo aver ricevuto l'armatura. Un brivido freddo mi scorre lungo la schiena al ricordo, ma forse è solo l'umidità.
Il cavaliere di Laomedonte, che è sdraiato sulla branda decisamente troppo piccola per lui, mi lancia un'occhiata fulminea prima di distogliere lo sguardo.
Non vuole far insospettire nessuno, probabilmente.
Non che ci sia qualcuno da insospettire però.
Esattamente sotto di me, la guardia che gli è stata assegnata è intenta a leggere un quotidiano.
Le chiavi della cella, si trovano poco più il là, su uno svuota tasche appoggiato a un tavolo di legno a cui fortunatamente da le spalle!
Ok.
Ricapitoliamo il piano: mando giù una ragnatela, prendo le chiavi, le faccio scivolare nella cella di Tomàs e poi aspetto l'evolversi della situazione.
Non dovrebbe essere troppo complicato. Credo...
Stacco una mano dalla parete, non senza cercare inconsciamente di aggrapparmi ancora di più con gli altri tre arti, e lancio la mia ragnatela, ma un pensiero mi coglie mentre questa è a mezz'aria.
Come faccio poi a staccare le chiavi dalla mia ragnatela senza fare troppo casino?
Se facessi dissolvere semplicemente la tela come faccio sempre le chiavi cadrebbero e mi farebbero scoprire e io non saprei inventarmi un altro modo per lasciarle andare.
Un lieve luccichio argentato cattura la mia attenzione.
Una graffetta!
Tenendo sotto controllo la guardia di tanto in tanto, dirigo la ragnatela verso il piccolo oggetto.
Riesco a sollevarla ed appena è alla mia altezza la prendo in mano, deformandola abbastanza da creare un gancio improvvisato.
Ci siamo: ora dovrei riuscire a prendere le chiavi!
Calo di nuovo la tela e tento di afferrarle.
Mi sento come quando da ragazzina cercavo di vincere dei peluche al luna park.
Non ci sono mai riuscita.
Ma stavolta fallire non è nelle opzioni possibili.
Resto concentrata e, dopo qualche tentativo, riesco finalmente ad afferrarle.
Sì!Sì, sì, sì, sì, sì!
Questa esultanza interiore dura per pochi secondi.
E ora come diavolo faccio a darle a Tomàs?
Mi guardo intorno furtiva alla ricerca di una qualsiasi idea che possa aiutarmi, ma la guardia è proprio voltata verso la cella occupata da Laomedonte.
Accidenti!!
Con un gesto del tutto istintivo lascio andare anche l'altro braccio, trovandomi in piedi a testa in giù.
Invece di mettermi a gridare per lo spavento però, lancio una nuova tela, facendo cadere con uno strattone lo svuota tasche.
“Ma che diavolo succede?” sbotta la guardia, alzandosi di scatto leggermente spaventato dal rumore improvviso.
Il resto accade tutto molto velocemente.
Mentre l'uomo si allontana imprecando per raccogliere quanto caduto io corro verso la cella di Tomàs.
È quando sono lì a un passo dal traguardo che mi accorgo che le chiavi stanno inesorabilmente e irrimediabilmente scivolando via dalla mia presa.
Mi blocco all'istante.
Sembra quasi la scena di un film: ogni minimo movimento è al rallentatore, e il mio cuore che batte all'impazzata è la perfetta colonna sonora.
“No!” tengo la voce bassa, ma è come se avessi urlato.
Le chiavi cadono velocemente.
Ecco.
Tutta questa fatica e alla fine rovino tutto come al solito con la mia goffaggine!Ma si può essere più stupidi?!
Ora tutto se ne andrà in malora: Tomàs rimarrà in cella, la guardia si accorgerà della mia presenza e, se non è davvero tonto come sembra, mi riconoscerà e così i gold e Atena si arrabbieranno con me...di nuovo!
E se poi volessero rinchiudere anche me per evitare di farmi combinare altri pasticci?
Oh, no, questo non deve assolutamente succedere...Io devo vendicare Takis, per la miseria!!
Un colpo di tosse di Tomàs, mi distrae dalle mie ipotesi apocalittiche.
La sua grande mano è saltata fuori dalle sbarre, si è chiusa a pugno a pochi centimetri da terra afferrando le chiavi, e con un gesto fulmineo le ha nascoste in tasca.
Inconsapevolmente mi ritrovo a sospirare di sollievo. Tutta l'operazione non ha impiegato che pochi secondi.
Quasi non ci credo: ce l'ho fatta!Ho fatto davvero qualcosa di buono senza fare danni!
C'è solo una cosa che intacca questo mio momentaneo istante di euforia: adesso come faccio a uscire di qui?

Uscire da quell'antro oscuro non si è rivelato difficile quanto mi aspettavo.
Alla fine è bastato che io me ne stessi buona buona nella famosa posizione di Dracula ad aspettare che le guardie finissero il loro turno, dopo di che me la sono potuta squagliare velocemente.
Ma ora che ho fornito a Tomàs tutti i mezzi per evadere, come farò a nasconderlo?
Prima non ci pensavo neanche, dato che neanche credevo che potessi riuscirci, ma ora che cosa faccio?
Nasconderlo da me è fuori discussione: primo non saprei dove metterlo dato che quella stanzetta è fin troppo stretta anche per una sola persona, e poi perchè Al mi scoprirebbe immediatamente.
Credo che dovrò di nuovo cercare l'aiuto di Chen. Accidenti, quel piccoletto starà iniziando a pensare di essere diventato mio complice in ogni cosa. Non che gli vada male, a quanto ho capito si diverte un mondo a inventare piani diabolici alle spalle dei gold, peccato che poi le conseguenze le paghi io soltanto!
“Si può sapere cosa diavolo stai facendo?”
E' questa voce dura e dal tono altissimo a strapparmi dai miei pensieri.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti Aioria che mi guarda con sguardo severo.
Immediatamente cerco di darmi una sistemata come se potesse esserci qualcosa nel mio aspetto che faccia trapelare cosa ho fatto fino a mezz'ora fa.
“Buongiorno anche a te, Aioria.- dico con sarcasmo, rispondendo a una domanda che nemmeno mi ha fatto- Sì, va tutto bene, sei stato carino a chiedermelo. A te come va?”
Fra le mille abilità dei gold non c'è quella di captare il mio cuore che batte all'impazzata, vero?
“Hai un ordine restrittivo: non puoi avvicinarti alle prigioni.” continua, ignorando ogni singola sillaba che è uscita dalla mia bocca.
Per tutta risposta faccio roteare gli occhi platealmente“Mai sentito parlare di libertà personale?E' sulla carta dei diritti umani e...”
Ma lui mi interrompe “Mai sentito parlare degli ordini di Atena?” domanda, imitando il mio tono.
“Ma...”tento di protestare.
“Spiegami che ci fai qui in un massimo di cinque parole, Michelle.” mi ordina Aioria, con sguardo serio.
Non lo sopporto quando fa così!
“Sto. Facendo. Una. Passeggiata.” scandisco lentamente, mentre lui ad ogni mia parola alza un dito della mano per elencarle.
...stronzo. Aggiungerei volentieri, dato che mi avanza spazio ancora per una parola.
E avrei anche un mezza idea di quale dito potrei alzare per accompagnarla...
“Falla da un'altra parte.” intima il gold, con sguardo severo.
Andiamo: non può dire sul serio!
Alzo un sopracciglio e lo guardo esterrefatta, sperando che mi dica da un momento all'altro che non diceva sul serio.
“Che stai aspettando?” domanda infastidito.
“Che tu riprenda possesso delle tue facoltà.”gli rivelo, esasperata.
Aioria però non pare afferrare il concetto “Come?” domanda, sinceramente stupito.
“C'è una zona off limits per me?Del tipo, un cartello con su la mia faccia e la scritta: io qui non posso entrare?”
“Non male come idea.” ammette con un sorrisetto divertito.
Sorrisetto che, per inciso, mi viene voglia di strappargli dalla faccia a suon di pugni...
“Stavo scherzando!” sibilo, guardandolo di sottecchi.
“Sono gli ordini di Atena, non si discutono.” ripete per l'ennesima volta.
Ma che crede, che non abbia capito?
Sto ignorando le sue parole deliberatamente, altro che storie!
Mi passo una mano sulla fronte, cercando di recuperare la pace interiore che non ho mai avuto per spiegargli con parole elementari che non trovo affatto giusto questo trattamento
“Senti:-inizio a parlare con tono conciliante- ho sempre apprezzato questo tuo senso del dovere, ma non credi di stare esagerando un po'?”
Aioria inclina leggermente la testa di lato, come se stesse riflettendo su quanto ho detto.
“Hai ragione!- ammette infine, strappandomi un sorriso soddisfatto- Ti sto riservando un trattamento di favore, e se non te ne vuoi andare con le buone dovrò ricorrere con alle cattive.”
Non fa in tempo a finire di parlare che mi agguanta una spalla con la sua presa ferrea e inizia a trascinarmi chissà dove.
“Non è questo che intendevo!” strillo, indignata.
“Poco male. Trovo che sia una buona idea.” ribatte, scrollando le spalle.
Non è affatto giusto. È una questione di principio, accidenti. Non può trattarmi così!
Punto i piedi a terra e mi irrigidisco cercando di porre tutta la resistenza possibile.
“Michelle, non fare la bambina- mi ammonisce immediatamente- Se fai così va a finire che ti si consumeranno le suole delle scarpe!”
Stringo i denti per lo sforzo di oppormi al gold, ma credo sia tutta fatica sprecata.
Non intendo mollare comunque.
“Lasciami andare immediatamente!” gli intimo, digrignando i denti.
“Ti lascerò andare quando ti avrò rimesso sotto la custodia di Aldebaran del Toro.” dice lui, senza il minimo sforzo.
“Lasciami andare- ripeto- o altrimenti...”
“O altrimenti?” incalza lui, ridacchiando divertito.
Non credo che quest'uomo mi prenda sul serio.
“Altrimenti io...- ripeto, poco convinta, cercando di farmi venire in mente una minaccia abbastanza terrificante-io...”
Io, cosa?
Rado al suolo il Santuario con uno starnuto?
Rovino la permanente a Saori?
Userò Tatsumi come palla sa bowling?
“Tu?”
Ci sono!Che idea geniale!
“Dirò a tutti di te e Marin!” concludo, con tono di sfida.
Ok, tecnicamente al Santuario non c'è anima viva che non sappia che fra quei due c'è qualcosa, ma loro sono davvero convinti che la loro storia sia segreta e assolutamente privata.
Aioria non risponde, ma credo di aver fatto centro.
“Mi hai sentito?”
“Sì, ma non capisco assolutamente di cosa tu stia parlando.” risponde, cercando di rimanere impassibile il suo tono.
Se pensa di darmela a bere si sbaglia di grosso.
“Hai capito benissimo, andiamo!- continuo, per niente scoraggiata- Adesso mi metterò a urlare ai quattro venti della vostra storia se non mi lasci immediatamente.”
Il gold del Leone tentenna un po' prima di ribattere “La cosa non mi scalfisce minimamente, dato che sono tutte pure insinuazioni.”
“Come vuoi. Scommetto che Shaka sarà ben contento di interrompere la sua meditazione del tramonto per ascoltare quanto ho da dire- dico, prima di alzare la voce in modo spropositato e mettermi a urlare come una bambina petulante- Aioria ama Maaaaaaaaa...”
Non faccio in tempo a finire la frase che la mano del gold mi tappa con foga la bocca, riuscendo però a coprirmi contemporaneamente anche il naso.
Il suo volto è paonazzo “Non devi neanche provare a mettere in giro una voce simile!”
Non cerco nemmeno di rispondere, piuttosto provo con foga di liberarmi dalla sua mano che mi sta comprendo praticamente tutta la faccia. Non riesco a respirare!
“Mi hai capito, Michelle?- continua con una certa urgenza- Non devi assolutamente parlare con nessuno di questa cosa, chiaro?”
Per tutta risposta mi aggrappo ancora di più al suo polso, cercando di levarmelo dalla faccia.
Sto diventando blu e lui pensa solo a come tenere segreta la sua love story.
“Di qualcosa, per Atena!”
“Mmphppm!” sbotto, infuriata. Suoni gutturali che corrispondono alla frase: mi stai soffocando, idiota!
Aioria pare accorgersene, forse anche a causa del mio colorito poco salutare e molla immediatamente la presa.
“Scusa, non mi ero accorto...” borbotta imbarazzato, mentre io tossisco sonoramente mentre cerco di riempirmi i polmoni di aria.
“Allora, terrai la bocca chiusa?” ritenta, qualche secondo dopo.
Sgrano gli occhi, infastidita “Stavi per ammazzarmi e tutto quello di cui ti importa è che non riveli il tuo segreto?”
“Beh, io...”
Non gli lascio il tempo di continuare.
Me ne vado via sbuffando come una locomotiva intasata e pestando i piedi.
“Michelle!- mi saluta Aioros, che incrocio nella mia discesa vero la Seconda- Hai un colorito poco salutare:c'è qualcosa che non va?”
“Vallo a chiedere a quell'imbecille di tuo fratello!” sbotto in risposta, riuscendo spiazzarlo completamente.
Mentre il cavaliere del Sagittario mi osserva stranito, continuo a camminare velocemente, sperando come non mai di raggiungere il più velocemente possibile la mia angusta ma solitaria stanzetta.

Ok, lo so, non è stato geniale fare quella scenata con Aioria. Probabilmente il mio comportamento verrà considerato sospetto quando scopriranno che Laomedonte è evaso, ma al momento ho ben altri problemi.
Per prima cosa, assolutamente farmi venire in mente un'idea per tenere nascosto Tomàs fino al giorno della battaglia, quando nessuno potrà più dire niente a riguardo.
È una fortuna che nessuno possa sentire il suo cosmo, ma questo non vuol dire che nessuno lo possa vedere, però...
Continuo a camminare avanti e indietro nella stanza, con la speranza di scaricare la tensione e di farmi venire un'idea qualsiasi. Il risultato però è che fra un po' avrò creato un solco nel pavimento.
“Ci sarà in tutto il Santuario un luogo in cui nessuno oserebbe cercarlo!” sbotto fra me e me, lanciando un pugno alla parete per la frustrazione.
Il risultato è che mi faccio male alla mano. Accidenti!
“Ahiaahiaahiaahia” piagnucolo, agitando la mano offesa e saltellando da una parte all'altra della stanza.
Toc. Toc.
Il suono è debole e di certo non l'avrei sentito se non fosse stato accompagnato da una voce possente che tuona un “E' permesso?”
Appena mi rendo conto che hanno bussato alla mia porta mi lancio sul letto ad una velocità impressionante, cercando di assumere l'aria di una che ha dormito per diverse ore e scacciando il panico che mi sta assalendo.
“Avanti” mormoro, con una voce fintamente impastata da un sonno che non ho.
La porta si spalanca e davanti a me si parano le due massicce figure di Doko e Saga. Dietro di loro intravedo anche la testa di Aldebaran che mi rivolge un sorriso imbarazzato e pieno di scuse.
“Sì?” domando, inarcando le sopracciglia.
“Michelle dobbiamo parlarti.” inizia a parlare il cavaliere della Bilancia.
Annuisco piano “Ok.”
“Riguarda il cavaliere maledetto imprigionato.” aggiunge Saga.
Ahi-ai. Il fuggitivo è stato scoperto.
A tutte le cellule del corpo: niente panico, loro non sanno che noi c'entriamo qualcosa. Continuare le proprie attività come se niente fosse senza dare nell'occhio.
“Ok.” incalzo di nuovo con voce incerta.
“Il cavaliere di Laomedonte è fuggito.” dice Doko con tono piatto, arrivando al sodo.
Dato che ha saltato a piè pari i convenevoli devo dedurre che non sia una visita di cortesia come mi aspettavo.
Quindi devo recitare alla perfezione la mia parte.
Mi alzo di scatto dal letto, mettendomi a sedere e spalanco gli occhi fingendomi stupita “Davvero?E come è successo?”
“In qualche modo deve essere entrato in possesso delle chiavi della sua cella.- mi spiega Saga con sguardo serio- Probabilmente deve avere avuto un complice.”
“Un complice!- ripeto allibita- E' molto strano. Che qualcuno dei suoi compagni abbia deciso di arrivare fin qui per liberarlo?”
I due gold mi lanciano un'occhiata fulminante “Sei in cima alla lista dei sospetti.”
Incredibilmente mi viene da sghignazzare e cerco di trattenermi a fatica.
Mi sembra di essere in un film poliziesco da quattro soldi.
“Io?Ma..m-ma non è vero!!- il tono pieno di panico mi viene splendidamente!-E poi come avrei potuto farlo?”
“Aioria dice di averti visto nei pressi delle prigioni poco prima dell'evasione.” mi informa Doko.
Immaginavo una cosa del genere...
“Ma per favore...” sento borbottare Aldebaran dietro le loro spalle.
Meno male che qualcuno è dalla mia parte!
“Pensiamo che tu possa nascondere il cavaliere di Laomedonte qui dentro.” conclude Saga, lanciando un'occhiata all'interno della stanza.
“Voi credete veramente che io possa nascondere Tomàs qui dentro?” domando, aggrottando le sopracciglia e soffocando a stento una risatina.
Ammetto di avere una coda di paglia grossa come una casa, ma nonostante io sappia benissimo che hanno ragione di dubitare di me, mi domando come gli possa essere venuto in mente che io possa nascondere qualcuno qui.
“Sì” risponde con tono grave Saga.
“Qui dentro?” ripeto leggermente scioccata, ma le loro occhiatacce mi fanno cambiare immediatamente tono.
“Beh, grazie per la fiducia, innanzitutto, ma non vi siete fermati a pensare almeno per un attimo che questa stanza è già abbastanza piccola da impedirmi di allargare le braccia?Dove potrei nasconderlo?” gli faccio notare.
“Nell'armadio.” risponde pronto Doko.
Scrollo le spalle e mi limito a indicargli la porta a muro, invitandolo implicitamente ad aprirlo.
Il gold di Libra mi supera con espressione quasi trionfante. Forse crede davvero che io sappia bluffare benissimo e Tomàs, con i suoi due metri e dieci di altezza, si possa davvero trovare lì dentro.
Saga rimane sulla porta osservando l'intera scena con i suoi penetranti occhi blu.
Un brivido freddo mi scorre lungo la schiena: Kim può dire quello che vuole e vederlo come un principe azzurro e tutto il resto (fra l'altro l'armatura scintillante l'ha già!), ma a me il cavaliere dei Gemelli inquieta un po'. Non quanto Death Mask, però...
“Sicura di non volere dire niente prima che io apra questo armadio?” domanda con tono severo Doko, guardandomi intensamente con già le mani sulle maniglie.
Probabilmente è un tentativo di estorcermi una confessione all'ultimo minuto per attenuare la mia eventuale pena futura.
“Beh, una cosa ci sarebbe...” ammetto, stringendomi nelle spalle, mentre lui spalanca le ante di colpo.
“...divido i vestiti per tipo di tessuto e colore- continuo- quindi se evitassi di mettermi a soqquadro l'armadio sarebbe davvero super.”
Dietro le spalle di Saga vedo Aldebaran sospirare di sollievo.
“Ve lo avevo detto che lei non c'entrava niente con questa storia!”esclama trionfante.
“Incredibile!-commento con sarcasmo- Non c'è nessun fuggitivo dall'aria torva nel mio armadio, ma solo dei semplici vestiti. Chi l'avrebbe mai detto?”
Mi alzo di scatto dal letto ed infilo la porta, affiancandomi ad Aldebaran.
“Ora devo andare, ma se volete potete continuare a setacciare la mia stanza” li invito con gentilezza.
Al mi lancia un'occhiata carica di significato, ma vedere le facce un po' deluse degli altri due mi sta divertendo troppo.
“Provate a controllare sotto il letto.” suggerisco con tono innocente, prima di filarmela velocemente.
Va bene il mio piccolo trionfo, ma non credo sia il caso di tirare troppo la corda.

Non mi ero mai sentita così da molto tempo.
Ho addosso la stessa eccitazione di una bambina che combina una marachella e non viene scoperta.
O meglio, sono convinta che la sensazione che provo ora sia quella, ma non posso esserne sicura al cento per cento dato che solitamente quando da piccola combinavo qualcosa, venivo scoperta nella mezz'ora successiva, sempre che non mi mettessi io stessa a confessare tutto in lacrime.
Quando entro nel tempio dell'Ariete, ho ancora un grande sorriso stampato sulle labbra e mi limito a seguire la scia lasciata dal cosmo del padrone di casa per raggiungerlo.
Appena entro nel suo salotto, dimenticandomi clamorosamente di bussare, il mio sorriso si allarga ancora di più.
“Buon giorno Mu!Hai notato che splendida giornata...”
La voce mi muore in gola, mentre mi accorgo che il gold dell'Ariete non è solo, ma che con lui c'è l'uomo che in assoluto riesce a mettermi più in imbarazzo.
L'aver notato la presenza di Shaka, inoltre, mi fa vedere anche che le loro espressioni sono tutt'altro che gioviali come le mie.
“...non è?” concludo con voce più piatta.
Faccio saettare i miei occhi dai loro volti e mi affretto ad aggiungere, imbarazzata “Mi sono dimenticata di bussare, scusate.”
Mu mi sorride indulgente “Non fa niente, Michelle. Hai saputo dell'evasione di Laomedonte?”
Annuisco “Sì, Saga e Doko stanno perquisendo la mia stanza.”
Sulle labbra del gold dell'ariete compare un sorriso divertito, ma Shaka non pare essere dello stesso umore.
“E' più che legittimo dubitare di te, quando hai così insistito affinché non venisse rinchiuso.”
Abbasso lo sguardo, dispiaciuta che sia proprio lui a pensarla così.
“L'importante è che tu sia innocente.- mi consola Mu- Anche se ciò che ha insospettito alcuni di noi è stato il tuo strano comportamento con Aioria. Eri stranamente scontrosa...”
Beh, scommetto che anche loro sarebbero scontrosi se venissero banditi da un determinato luogo!
“Ho avuto... dei problemi.” cerco di giustificarmi, inventandomi una scusa di sana pianta.
“Che genere di problemi?” domanda Mu interessato.
Non so assolutamente cosa rispondere a questa domanda, sto per inventarmi un mal di pancia strategico come facevo quando dovevo essere interrogata ma Shaka inconsapevolmente mi salva da questo imbarazzo.
“Non riesce a gestire perfettamente il suo cosmo, e quando accade che perde il controllo vede lo spirito del cavaliere di Prometheo.”
Che scusa geniale!Perchè non ci ho pensato da sola?
“Esatto!-confermo entusiasmo. Forse troppo dato che entrambi mi guardano straniti, quindi cerco di rendere mesto il mio tono- Cioè...sì, è proprio questo il motivo.”
“Tutto ciò è molto grave, Miki.- commenta il gold di Aries con tono meditabondo- Come farai quando sarai sottoposta alle pressioni della battaglia?”
“Mi inventerò qualcosa.” borbotto con una scrollata di spalle.
“Non è una cosa da prendere alla leggera, Michelle...” mi ammonisce Shaka.
Faccio roteare gli occhi“Lo so, lo so...sono vostra alleata e il mio aiuto serve al Santuario.”
“Non è solo questo, Miki. - continua Mu-Nessuno di noi vorrebbe che ti capitasse qualcosa...Bè, forse Death ti sta augurando almeno una ferita fastidiosa...”
Le sue parole mi spiazzano un po'.
E non solo perchè mi ricordano che Death Mask ce l'ha ancora a morte con me per quella sciocca faccenda della frittata, ma perchè mi hanno fatto venire un profondo attacco di senso di colpa.
Se Mu continua a essere così amichevole e gentile va a finire che gli spiattello tutto e rovino il mio intero piano!
“Credo che sarebbe perfetto.” lo sento dire, quando ritorno a fare attenzione alle sue parole.
“Come dici?” domando con tono smarrito.
“Shaka ti insegnerà una tecnica di meditazione per imparare a mantenere il controllo del tuo cosmo.” spiega tranquillo.
Se avessi avuto in bocca un goccio d'acqua l'avrei sputato per lo stupore!
Mi volto verso il cavaliere di Virgo con sguardo incerto. Lui come al solito è impassibile, ma io non credo di riuscire a badare al mio cosmo in sua presenza!
“C'è solo una piccola cosa, però.” dice il biondo.
“Sarebbe?” ribatto titubante.
“Ti concederò il mio aiuto, ma prima voglio che tu mi chiarisca una cosa.”
Il tono serio usato dal gold mi insospettisce. Inconsciamente, incrocio le braccia e mi scosto leggermente.
“Cioè?” incalzo, leggermente sospettosa.
“Michelle, voglio che tu mi guardi negli occhi e che mi giuri solennemente che non hai nulla a che fare con l'evasione del cavaliere maledetto.”
Ahi-ahi.
Io non so mentire nemmeno recitando la lista della spesa...
Abbasso lo sguardo repentinamente e mi fisso la punta delle scarpe.
“Beh, ecco, io....” balbetto, cercando di trovare qualcosa da dire.
“Michelle.” mi richiama Shaka, costringendomi ad alzare lo sguardo.
Mi pare orribile mentirgli, soprattutto su una cosa del genere, ma devo farlo. Per Tomàs.
Dopotutto, anche se non lo ammetterò mai ad alta voce, mi ha scelto come capo e io dovrei dargli qualche garanzia e comportarmi come tale, no? In fondo lui è addirittura finito dietro le sbarre senza dire una parola pur di non contraddirmi...
Deglutisco a vuoto un paio di volte e rialzo lo sguardo sul volto del gold.
“Io, Michelle di Aracne- inizio con tono solenne- ti giuro solennemente che non ho niente a che fare con l'evasione di Tomàs di Laomedonte.”
Shaka alza un sopracciglio, ancora poco convinto “Sicura?”
Alzo le mani allargando bene le dita “Assolutamente. Niente dita incrociate.”
Al sentire queste mie parole pare rilassarsi un po'.
“In questo caso credo di poterti aiutare ad imparare una tecnica per gestire il tuo cosmo.”
In risposta gli rivolgo un ampio sorriso, cercando di celare il senso di colpa.
Ma dopotutto, Shaka non potrebbe mai venire a sapere che ho incrociato le dita dei piedi, giusto?
“C'è un motivo per cui sei qui, Michelle, oppure stavi solo scappando da Saga e Doko?” mi domanda Mu, con un lieve sorriso sulle labbra.
Giusto!Sono qui per un motivo!
“Devo vedere Chen.” spiego.
“L'Oracolo?E perchè mai?” chiede il saint dell'Ariete aggrottando le sopracciglia chiare e sottili.
E via con un'altra scusa. Uffa, mi sento così male a dover mentire...e inoltre con delle bugie alle spalle ho moltiplicato in maniera esponenziale la mia possibilità di fare delle gaffes.
Sospiro mestamente “Intendo chiedergli un consulto. Vorrei che cercasse di vedere se la guerra imminente colpirà i miei compagni a Salonicco, o se il mio tentativo di proteggerli andrà in porto.”
Mu mi si avvicina e mi strizza dolcemente una spalla con la sua mano fresca “Ti mancano molto, vero?”
“Troppo.” ammetto senza vergogna.
Lui mi rivolge un altro sorriso dei suoi e si allontana passandosi una mano sulla fronte “Te lo vado a chiamare. Spero solo che lui e Kiki non si stiano di nuovo azzannando...”
“L'Oracolo è troppo viziato...” commenta Shaka, mentre Mu si infila in un corridoio.
“Forse è stato solo per troppo tempo.” ribatto, prendendo le difese di quel rompiscatole in miniatura.
“Forse.” acconsente Shaka.
Mentre restiamo soli mi ritrovo a fissarlo per qualche secondo di troppo, ma fortunatamente me ne accorgo abbastanza presto. Anche se il fatto che mi volto di scatto dalla parte opposta a lui, arrossendo come un semaforo, mi fa sembrare stupida.
Certo, non come starmene lì a fissarlo con la bava alla bocca.
“Spero per te che tu abbia un buon motivo per richiedere la mia presenza!-si lamenta Chen, non appena mette piede nella nostra stessa stanza- Stavo perdendo contro Kiki alla Play e ora quel montato crederà che me ne sono andato perchè avevo paura di perdere!”
Alle sue spalle Mu fa roteare gli occhi esasperato. Poveretto, non deve essere facile dover vivere ed educare due ragazzini che si odiano!
“Devo parlarti.” affermo, riconcentrandomi sul cinesino.
Lui sbuffa infastidito “Beh, sono qui. Spara.”
“In privato.” specifico.
Chen lancia un'occhiata ai due gold presenti “Sentito?Sciò.”
Non mi curo di guardare la reazione dei due gold a questo trattamento. Mi limito ad afferrarlo per un braccio e a trascinarmelo dietro, sotto le sue inviperite proteste.
“Non essere sciocco, stupido ragazzino impertinente.-sibilo- Noi andiamo a fare una passeggiata e a parlare. Ci vediamo più tardi.”

Per tutta la strada per raggiungere il nascondiglio di Tomàs, Chen non ha fatto altro che lamentarsi per il trattamento irrispettoso che gli ho riservato. Continuava a blaterare cose senza senso sul fatto che avrebbe chiesto a Zeus di fulminarmi se non lo avessi lasciato immediatamente.
Ed ora che si trova davanti la colossale figura del cavaliere di Laomedonte si è zittito completamente e non spiccica più parola.
“Allora...-azzardo- che ne pensi?”
Il piccolette sbatte ripetutamente le palpebre, osserva ancora una volta l'uomo che ha davanti e poi punta i suoi occhi scuri su di me.
Prende un bel respiro e finalmente sembra essere pronto ad esprimere la propria sentenza.
“Michelle tu sei completamente pazza!” grida, con la sua vocetta acuta.
Mi passo una mano sugli occhi: come potrei contraddirlo?
Io mica volevo trascinarmelo dietro, Tomàs. In realtà, la maggior parte delle volte che combino qualcosa io non ho assolutamente voglia di farla ma, immancabilmente, va a finire che mi ci ritrovo immischiata, volente o nolente.
“Che c'è di male?Occhio non vede, cuore non duole, no?- ribatto, agitando le mani- In fondo devo solo tenerlo nascosto fino al giorno della battaglia e poi...”
Chen si mette le mani fra i capelli, esasperato “Ma ti senti?Tenerlo nascosto fino al giorno della battaglia!Non è un cucciolo di cane che stai nascondendo a mamma e papà, Miki!”
Il ragazzino si volta verso il cavaliere di Laomedonte e gli lancia un'occhiata colma di significato “Questo è un armadio a quattro ante!Come puoi pensare che nessuno noti la sua presenza!-sbotta- E poi perchè non parla?Perchè non parli?Sei muto?Sordo?Entrambe le cose?”
Tomàs si limita a storcere le labbra, piene e ben delineate, in una smorfia infastidita.
Da quanto ho capito di lui, non deve essere un tipo a cui piace parlare.
Certo che se si togliesse dalla faccia quell'espressione astiosa sarebbe anche più facile prendere le sue parti!
Poso una mano sulla spalla dell'oracolo “E' un tipo di poche parole. Dovresti prendere esempio da lui.”
Chen incrocia le braccia infastidito “Se non sbaglio qui non stavamo parlando di me, ma di quanto tu sia stata avventata. Dove hai intenzione di nasconderlo?Stanno setacciando il Santuario in lungo e il largo e quando arriveranno qui ci beccheranno tutti e quanti in flagrante.”
Appena fuggito, Tomàs ha pensato di sfruttare appieno il fatto che il cosmo dei cavalieri maledetti non viene individuato e sentito da nessuno, ed ha vagato per il Santuario nascondendosi ai soldati, ma dovrà pur trovare una sistemazione...Ora ci troviamo di nuovo nel bosco degli ulivi sacri, posto che è già stato setacciato dai cavalieri, ma non possiamo contare sul fatto che le ricerche non li riportino qui.
“Speravo che tu avessi una soluzione a questo problema...” gli rivelo, stringendomi nelle spalle.
Chen sbuffa per l'ennesima volta, ma poi inizia a passarsi le dita sulle tempie, assumendo un'espressione estremamente concentrata.
Dopo vari minuti di attesa però, il ragazzino non ha ancora trovato una soluzione.
“C'è un posto dove i cavalieri non hanno controllato.- inizia a parlare Tomàs, facendoci sobbalzare dalla sorpresa- Una strana collina impregnata di cosmo divino. Deve essere un luogo sacro a loro precluso.”
“Quello che mi stupisce- ribatte Chen- non è che tu sappia dell'esistenza dell'Altura delle Stelle, ma che tu abbia finalmente aperto bocca!”
Il cavaliere di Laomedonte pare ricadere nel suo mutismo, e incrocia le braccia al petto, tornando a guardarsi intorno con aria truce.
“Comunque il nostro logorroico amico ha ragione.-continua il cinesino- Lassù sarebbe perfetto!”
“Ma è contro le regole del Santuario!” protesto.
“Michelle, hai già infranto un'infinità di regole del Santuario, non è rispettare questa che farà la differenza!” ribatte l'Oracolo.
Mi mordo il labbro, mentre rifletto su quanto ha detto.
In fondo, mi ritrovo a pensare, quando questa stupida guerra sarà finita, che differenza potrà fare?
Annuisco piano, acconsentendo finalmente.
“Allora è deciso, ragazzi.-concludo-Tutto ciò che dobbiamo fare ora è aspettare.”
Tomàs fa un impercettibile cenno col capo, mentre Chen accenna a una risatina, probabilmente è contento di avere un'occasione per farla sotto al naso a tutto il Santuario.
Mi lascio sfuggire un sospiro: ormai è fatta.
Che Zeus ci assista!


Cari lettori e care lettrici,
io, JoJo, in questa sede mi genufletto di fronte a voi e vi imploro di perdonarmi per il mostruoso ritardo con cui pubblico i capitoli. Lo so, lo so, sono super-lenta, ma fra esami, professori pazzi, faccende che avevo rimandato improrogabilmente all'estate, vacanze in Grecia che vanno in fumo e una vita privata costellata di casini vari, non ho proprio avuto il tempo di aggiornare. Ma oggi, finalmente, ho concluso il capitolo!!Olè!!
In realtà è stato a forza di causa maggiore, dato che domani parto per le vacanze e mi ritirerò in un luogo dove l'accesso ad internet è una chimera, e non volevo assolutamente partire lasciandovi a mani vuote. Per cui ecco qua il nuovo capitolo dove Michelle ne combina qualcuna delle sue, ma prende sempre più una posizione distinta rispetto al Santuario e ai gold. Le porterà problemi questa cosa? Assolutamente sì, considerando la sua natura non proprio fortunata.
In ogni caso, cari lettori (colgo l'occasione per dirvi che vi adoro, sia chi commenta sia i molti che leggono soltanto), vi auguro delle splendide vacanze estive. Con Michelle ci si rivede a Settembre, perchè anche lei ha bisogno di una piccola vacanza. Ci si rivede presto e allora sarò più rilassata e zen e, probabilmente, parlerò con un accento mezzo romagnolo!
Buone Vacanze, un bacio
JoJo

Gufo_Tave : ebbene sì, povera Michelle...tra l'altro Saga è uno dei gold che più le fa paura (dopo Death Mask ovviamente che l'ha minacciata apertamente di morte). Per la svegliata della nostra carissima e sfigatissima protagonista, però, dovrai aspettare il prossimo capitolo!Alla prossima!

NinfaDellaTerra : Heilà!Sono contenta che la storia continui a piacerti nonostante il tempo che passa inesorabile (anche se, devo dire, siamo quasi alli sgoccioli con le sfighe della povera Miki). Sono contenta che il risvolto amoroso fra Vic e Al ti sia piaciuto, personalmente li trovo carinissimi insieme^^. E il piccolo Chen...diciamo che non invidio affatto Kiki, dato che l'ispirazione per il malefico ragazzino l'ho presa da una mia conoscenza...Spero che anche il nuovo capitolo sia di tuo gradimento!Ciao, al prossimo capitolo!

Megarah_witch : Certo che Shaka ha un cuore:però lo tiene nascosto ben bene (credo che nel prossimo capitolo si noterà quanto è in grado di occultarlo!eheh) Michelle dice che, se prorpio non ti scoccia, qualche cerino e qualche rosario, con un branco di coccinelle e qualche cornetto non le farebbero male! Grazie per gli auguri per gli esami, sono andati bene, aspetto solo che un professore psicopatico pubblichi l'ultimo voto e poi posso andare in letargo intellettuale fino alla prossima sessione!eheh Alla prossima!

whitesary : Hey!In effetti anche a me è mancato pubblicare, mi ci vorrebbe una giornata di 48 ore a volte!Di guai per Michelle ne ho in mente ancora qualcuno, ma ora che sta maturando mi sembra che li prende molto meglio...circa...più o meno...suppergiù...eheheh. Eh, sì nello scorso capitolo gliene sono capitate di ogni, poveretta. Tra l'altro dì alla Sara della tua storia (ebbene sì, la leggo sempre, anche se non ho mai il tempo di commentare. Mi piace molto complimenti!) di ridimensionare l'ego del suo moroso, Miki è rimasta molto imbarazzata da quel commento!eheheh Detto questo, al prossimo capitolo!!

ftonos : Hey!Sono contenta che tu abbia scoperto la mia storia, e spoprattutto che ti sia piaciuta! Leggere la tua recensione mi ha fatto molto piacere!

P.S. Mi scuso qualora doveste trovare essori di battitura o di grammatica, ammetto di non avere riletto il capitolo nel suo insieme. 

P.P.S. Mi sono accorta che questo capitolo è più corto di quanto mi aspettassi. Beh, il fatto è che doveva essere un tutt'uno con quello successivo ma dato che non volevo lasciarvi a mani vuote dopo la mia partenza ho pensato di pubblicarne ora solo la prima parte.

   
 
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