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Autore: EcateC    07/11/2019    2 recensioni
Vorrei raccontarvi una storia antica, forse già sentita, ma sempre riuscita e in ogni universo gradita.
Parla di due ragazzi nati in due famiglie avverse, diverse, che hanno combattuto una guerra tra luce e oscurità, senza timore né pietà, finche una di esse non è perita nel noto giorno di inizio maggio, sconfitta dal Prescelto e dal suo indomito coraggio. Ma una bambina si salvò, Delphini il mago oscuro la chiamò. Ella intraprese un viaggio temporale, per riscattare suo padre e ristabilire il suo ordine del male. Alla fine non ci riuscì, ma qualcuno di lei si invaghì.
A Harry Potter la cicatrice faceva di nuovo male, perché di Delphini e di Albus Severus vi voglio parlare...
Albus Severus Potter/Delphini Riddle; Post "The Cursed Child"
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Delphini Riddle, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dopo la morte della moglie Astoria, avvenuta tre anni prima, Draco Malfoy non si sentiva più lo stesso. Certo, fisicamente era lo stesso uomo biondo e attraente di sempre, vestito con abiti sempre eleganti e impeccabili -rigorosamente di nero, tranne rare eccezioni- ma caratterialmente era molto cambiato. Lo stesso matrimonio con Astoria Greengrass aveva contribuito alla sua crescita emotiva e lo aveva reso più tollerante e aperto nei confronti del diverso. Astoria infatti non odiava i babbani e non disprezzava i nati babbani, e Draco finì col lasciarsi condizionare dalle sue idee progressiste e dai suoi buoni sentimenti.

Non che Draco Malfoy fosse irriconoscibile, però. Era sempre il solito snob e arrogante Purosangue, ma almeno non invidiava più Harry Potter così smodatamente né sentiva il bisogno di sbandierare a Hermione tutto il proprio odio per le sue origini. E d’altronde, crescere significa anche maturare, implica un’evoluzione non solo fisica, ma anche spirituale. Draco Malfoy si era decisamente evoluto, non era più il bulletto perfido, invidioso e antipatico, era un uomo ed era cambiato, per lui in peggio, per Harry ed Hermione in meglio.

La morte di sua moglie Astoria, poi, gli aveva dato la stoccata finale.

“Ciò che non ti uccide, ti rinforza” gli aveva detto sua madre, ma lui non ne era molto sicuro, non si era sentito così debole come in quel momento, forse solo al sesto anno di scuola si era sentito così fragile, quando Voldemort gli aveva imposto di uccidere Silente.
Aveva cercato in tutti i modi dimostrarsi forte e rassicurante nei confronti Scorpius, ma il fatto era che lui aveva bisogno di essere consolato e rassicurato, lui voleva piangere e sfogarsi, anche se non aveva mai realmente amato la povera Astoria. Però le aveva voluto bene come a una sorella, e il suo funerale era stato comunque straziante. Ovviamente alla triste cerimonia presero parte in pochissimi, e perciò Draco rimase ancor più colpito quando vide il Ministro Granger e il suo nemico di infanzia sopraggiungere dal vialetto di Malfoy Manor, con i rispettivi figlioli a seguito. Hermione ed Harry avevano infatti presenziato al funerale di Astoria con Rose e Albus Severus, e Draco non poté che essere piacevolmente sorpreso dalla loro disinteressata vicinanza.

Certo, il fatto che quei due fossero sempre insieme, perfino ai funerali, aveva acuito in lui parecchi sospetti. Possibile che fossero così amici? I sospetti di Draco circa una loro relazione extraconiugale si rafforzavano di giorno in giorno. Era dai tempi di Hogwarts che pensava che la Granger e Potter stessero insieme, e questa sua convinzione era perdurata anche dopo che si erano entrambi sposati con i rispettivi Weasley.

Il Serpeverde ne era certo: san Potter e la Granger andavano a letto insieme, e beati loro se si divertivano. Draco avrebbe fatto volentieri a cambio con Potter.

Ma non per la Granger! Si corresse subito, imbarazzato. Per il sesso in generale, non certo per il sesso con la Granger! 

Per Salazar, era una cosa assurda anche solo da pensare.

Poi non era neanche bella. Bruna, struccata, né magra né grassa, né alta né bassa. Insipida, insomma, e poi restava pur sempre una Sanguesporco, fatto di per sé sufficiente da escluderla a priori. Va bene che era diventato più tollerante, ma restava pur sempre Draco Malfoy, un ex Mangiamorte.

-Papà?-

Draco trasalì e si voltò verso il figlio adolescente, sceso nel salone principale vestito con la sua elegante vestaglia verde oliva.

-Dimmi.-

Scorpius avanzò verso di lui, teso.

-C’è un mio amico… Un conoscente, più che amico, che… ecco…-

Draco lo guardò, non era da Scorpius da balbettare.

-Che cosa?- si allarmò -Non dirmi che ti prendono ancora in giro per quella stupidaggine sul Signore Oscuro?- gli domandò, riferendosi alla terribile diceria circa la sua presunta parentela con Voldemort.

-No, per fortuna quella è storia vecchia- gli rispose timidamente Scorpius -È che questo mio conoscente vorrebbe conquistare una ragazza, e allora volevo sapere come fare per aiutarlo, ecco.-

Draco sgranò gli occhi e si appoggiò allo schienale. Non credeva che sarebbe successo così presto.

-Un tuo conoscente, eh?- gli chiese, sorridendo.

-Sì…- mormorò spostando il peso da una gamba all’altra.

-Hm… E dimmi un po’. Qual è il suo cognome?-

-Del conoscente?-

-No, della ragazza, Scorpius. Come si chiama di cognome?- gli chiese Draco, facendogli la stessa, identica domanda che gli aveva fatto suo padre prima di lui.

-Non è molto importante- sviò il ragazzino, arrossendo però in modo colpevole -Forse non la conosci nemmeno.-

Draco socchiuse gli occhi -Mettimi alla prova.-

Ma Scorpius esitava e Draco iniziò a subodorare il pericolo.

-Scorp, ti ho fatto una domanda.-

-Si chiama… Rose- buttò fuori il giovane, stringendo i pugni.

Rose?” pensò Malfoy senior, irrigidendosi. Non gli era nuovo, lo aveva già sentito…

-E il cognome qual è?- indagò subito, teso.

-Ma non è importante…-

-Dimmelo.- ordinò Draco, sempre più preoccupato.

-Non me lo ricordo- ribatté il più giovane, col cuore che martellava rumorosamente.

-Non mentire a tuo padre, Scorpius!- lo ammonì Draco, severamente -Dimmi quel nome, ora!-

-Papà, per favore...-

-Dimmelo, ho detto!-

-Si chiama Rose Granger Weasley! Contento!?-

A Draco gli prese un colpo, ma non lo diede a vedere. Si era ripromesso che non avrebbe trattato Scorpius come suo padre aveva trattato lui, ma per le stelle, era difficile!

-Mi stai dicendo che ti sei preso una cotta per la figlia del Ministro Granger?- parlò, più duramente di quanto volesse -È questo che stai dicendo, Scorpius!?

-Non io!- mentì subito il ragazzino, imbarazzato a morte -Il mio amico!-

-Oh, piantala. Comunque no, Scorpius, toglitela dalla testa. Passi Albus Potter come amico, passi Delphini Riddle e il pandemonio che avete combinato, ma la figlia della Granger NO! Non lo accetto!-

Scorpius arrossì -Ma… Perché no? Cosa ti ha fatto di male, si può sapere?-

-È una Sanguesporco, ecco cosa mi ha fatto di male! E tu sei un Malfoy!-

-E allora io non voglio più essere un Malfoy!- sbottò il biondo, inferocito.

-COSA? Scorpius! Torna subito qui!- gridò, ma l’adolescente ribelle era fuggito di corsa in camera sua.

-Oh, per Salazar…-

Malfoy senior appellò con la magia un libretto somigliante a un’agenda nera, l’aprì e scrisse velocemente una frase, che venne assorbita dalla carta.

 

“Dobbiamo parlare. È urgente.”

 

A qualche chilometro di distanza, un’altra agenda, ma di colore rosso col simbolo del Ministero inglese, si aprì all’improvviso.

Hermione Granger lesse il messaggio del biondo Serpeverde, distesa sotto le coperte con gli occhiali da vista calati sul naso.

-Chi ti scrive a quest’ora?- le domandò Ron, presentandosi sull'uscio della camera da letto con lo spazzolino da denti in bocca.

-È Ginny- mentì lei al marito, mentre scriveva a sua volta, ma a un terzo destinatario.…

 

Harry Potter notò il suo ChatNote blu aprirsi all’improvviso. Cessò di correggere gli esiti degli esami sostenuti dai numerosissimi aspiranti Auror, e afferrò il suo quadernino.

 

“Malfoy mi vuole parlare. Cosa è successo?”

 

Il prescelto rimase molto perplesso.

-Harry, è quasi mezzanotte, con chi stai chattando?- gli domandò Ginny con voce inquisitoria, sbucando dal bagno con la fascia nei capelli.

-Ehm, con Ron… Niente di che- le rispose distrattamente, mentre scriveva velocemente un messaggio…

 

“Cosa diavolo vuoi da Hermione?”

 

Draco Malfoy a quel punto lanciò a terra il suo ChatNote, stizzito. Aveva scritto un messaggio alla Granger e chi è che gli aveva risposto? Potter, ovviamente.

 

 


 

Mormorii, sguardi insistenti, occhiatacce e amici che avevano fatto sistematicamente finta di non vederlo.

Ecco come fu il ritorno nella stazione di King’s Cross per Albus Severus Potter. Per la prima volta nella sua vita, il giovane comprese come doveva essersi sentito suo padre quando aveva avvertito tutti che Voldemort era tornato e nessuno gli aveva creduto. E dire che era al quinto anno, proprio come lui.

-Non farci caso- gli disse dolcemente Harry, poggiandogli una mano sulla spalla -Parlano di noi perché non hanno altro di cui parlare-

Albus annuì, forzando un sorriso.

Fortunatamente, nella stazione di King’s Cross arrivarono ben presto anche i due Malfoy. Albus e Scorpius si corsero subito incontro, sotto lo sguardo un po' impacciato dei genitori. Harry e Draco dovettero quindi salutarsi per forza, mentre Ginny ne aproffittò per svignarsela con le mamme delle compagne di Lily Luna, che avrebbe cominciato il suo secondo anno.

Solo che, mentre Scorpius gli raccontava a raffica del litigio che aveva avuto la sera prima col padre, ad Albus parve di vedere qualcuno, spiccare come un fantasma tra la folla confusionaria. Tra le risa e lo strepitio c’era una ragazza che sembrava avulsa dal contesto, molto pallida e con i capelli color dell’oro bianco. Stava immobile tra la gente, ignorata come se fosse invisibile, ed era vestita con una tunica lunga e grigia, sporca.

-Albus?-

Il giovane si disincantò e guardò Scorpius, che era di fronte a lui con un sopracciglio inarcato.

-Al, hai sentito una sola parola di ciò che ho detto?-

Albus di nuovo guardò la folla, solo che la ragazza era sparita.

-Io… Papà!?- chiamò angosciato, col cuore in gola. Harry Potter si voltò di scatto, avvertendo la paura nel tono del figlio.

-Cosa c’è?- gli chiese subito, preoccupato. Ma Albus esitò, guardò di nuovo di fronte a sé e poi si rivolse al padre, scuotendo la testa.

-No, niente, scusa-

-Sei sicuro?-

-Al, ma stai bene?- intervenne Scorpius, preoccupato.

-Cos’ha tuo figlio?- sussurrò Draco, mentre il prescelto passava in rassegna tutti i visi dei presenti con occhi severi e ansiosi.

-È ancora un po’ scosso, tutto qui- gli rispose, ma con la bacchetta alla mano, i riflessi pronti.

 

 


 

 

-Non hai mai mangiato una Cioccorana!?-

-È così grave?- domandò Delphi, mentre stavano camminando nella Londra del passato.

-È gravissimo!- esclamò Albus Severus, facendola sorridere -Dai, assaggia la mia. Attenta però quando la scarti, perché saltella-

-Saltella?- ripeté lei, riluttante -Albus, scusa, ma non fanno per me queste cose.-

-Ma certo che fanno per te! A tutti piacciono le Cioccorane, anche alle super streghe.-

 

 

 

Pioveva. Le gocce battenti colpivano forte i finestrini dell’Espresso per Hogwarts, che attraversava le belle e un po’ desolate pianure scozzesi.

Albus le osservava, assorto ma privo di reale interesse, coi piedi sopra al sedile fronteggiante.

-…Quindi pensi che in Corvonero cambieranno Cercatore?-

-Secondo me, sì. Quel McDougal non ha preso un boccino l’anno scorso.-

-E chi metteranno al suo posto? Albus?-

Sentendosi chiamare, il giovane Potter si voltò. Guardò con aria smarrita i suoi amici, con gli stessi occhi sorpresi e poco vispi di chi si è appena svegliato da un sonno profondo.

-Eh?- articolò infatti, poco brillante.

-Al? Sei tra noi?- domandò seccato Optimus Maximus Zabini, un suo compagno di camera

-No… Cioè, sì. Scusate, ragazzi, non mi sento granché bene- esclamò Albus, sconclusionato -Vado un attimo in bagno.-

Detto questo, il quindicenne si alzò dal sedile e si trascinò fuori, sotto gli occhi attenti del suo più caro e intimo amico. Anche Scorpius Malfoy aveva vissuto la traumatica “faccenda Delphini” in prima persona, e nessuno meglio di lui poteva capire quello che il figlio del prescelto stesse provando, solo che c’era qualcosa di strano nel comportamento di Albus, perché l’amico stentava proprio a riprendersi.

Scorpius fece un cenno ai coetanei e decise di raggiungerlo. Superò un paio di ragazzine di Tassorosso che lo fissavano, afferrò Albus per il maglione e lo trascinò dentro il primo scompartimento che trovò, senza nemmeno accertarsi che fosse libero. D’altronde, uno dei vantaggi di essere al quinto anno e di vestire le tinte ostili e minacciose di Serpeverde era proprio questo: incutere timore e padroneggiare nei binari dell’Hogwarts’s Express e in tutti gli altri luoghi del castello. I tre ragazzini del secondo anno di Corvonero, infatti, quando furono gentilmente invitati a uscire da Malfoy, raccattarono le loro cose e si volatilizzarono senza lasciare traccia.

-Allora, Albus- gli domandò Scorpius, chiudendosi bene la porta alle spalle -Dimmi tutto. Cosa c’è che non va?-

-Ma di cosa stai parlando, scusa?-

-Non mentirmi. Ci stai ancora male, vero?-

-Scorpius, stavo andando in bagno, non sto male-  esclamò Albus con tono seccato -Anzi, se vuoi scusarmi…- fece per alzarsi, ma l’amico bloccò per le spalle e lo spinse a sedere.

-Al, parlami- lo pregò -È tutta l’estate che sei strano. Cosa ti prende?-

-Nulla- sospirò Albus, cercando di essere sincero -È che questa faccenda di Delphini mi ha un po’ scosso, tutto qui.-

-Anche a me- concordò Malfoy, rabbrividendo -Merda, se penso che abbiamo passato delle notti con lei, con la figlia di Voldemort, mi vengono i brividi! Per Salazar, ti rendi conto? Poteva, che ne so… Tagliarci a pezzi e mangiarci!-

-Non esagerare, adesso- soggiunse Albus, stancamente.

-Scuoiarci, ficcarci in una bara e…-

-Hai visto troppi film horror, Scorp.-

-Hai presente Pennywise di "It"? O Samara di “The Ring”?-

-Appunto- sottolineò Albus, divertito.

-Ecco, quei due mi inquietano di meno. A volte me la sogno di notte.-

Albus alzò le spalle -Io pure di giorno…-

Scorpius lo guardò stranito e Albus fece un bel sospiro. Doveva pur parlarne con qualcuno.

-Ascolta, ieri pomeriggio mentre ero in camera mia e stavo… Non lo so, ascoltando la musica, è successo qualcosa di strano- iniziò a dirgli, pungendosi le mani -Delphini mi è comparsa di fronte, nella mia camera. Ci siamo visti-

-Cosa!?- esclamò Scorpius, abbassando vertiginosamente il tono di voce -Che diavolo significa che ti è comparsa di fronte!?-

-È come se io fossi finito ad Azkaban e lei in camera mia- gli rispose l’amico, titubante -È troppo strano da spiegare, è come se fossimo entrati l’uno nel corpo dell’altra-

Scropius aggrottò le sopracciglia e Albus corresse subito il tiro, sentendosi arrossire.

-Nel senso, è come se io fossi diventato lei, capito? Ho visto la sua cella, Scorp, e ho sentito il freddo, la fame e… Uno strano bruciore negli occhi. Credo che stesse piangendo.-

Scorpius continuava a fissarlo, inebetito. Il suo silenzio significativo valse ad Albus come la più esauriente delle risposte.

-Non mi credi, vero?-

-Cioè, fammi capire- esclamò il biondo, cercando di dare un briciolo di razionalità a quella storia assurda -Tu sei diventato la figlia di Voldemort?-

-Non è che sono diventato lei… Insomma, non so come spiegarlo!- sbottò, in un impeto di esasperazione -So solo che dopo un po’ lei si è come accorta della mia presenza, e quando mi ha visto io…- Albus esitò, arrossendo ancora di più -Io ho chiamato mio padre, mio padre. Ti rendi conto?- sottolineò con tono tragico -Non ho mai desiderato tanto morire come in quel momento.-

Scorpius fece spallucce -Perché? Hai fatto bene a chiamarlo. Tuo padre è il capo del Dipartimento Applicazione e poi è Harry Potter… Anch’io chiamerei Harry Potter, se vedessi la figlia di Voldemort in camera mia.-

Albus gli rivolse un’occhiata irritata, come se questi fosse diventato stupido all’improvviso.

-Ma come puoi dire una cosa del genere? Ho fatto la figura del marmocchio!- gli spiegò Albus, accendendosi di imbarazzo come una lampadina -Adesso lei penserà che sono un moccioso che chiama paparino appena ha un problema! Per Salazar, ti devo spiegare tutto?-

-E chi se ne importa di quello che pensa Delphini, è un’assassina!- questa volta a essere esasperato era Scorpius -Cosa ti importa se ti ritiene un moccioso?- poi lo guardò e il suo volto diafano si illuminò di comprensione -Un momento… Albus-

-Cosa?- domandò subito il chiamato, sulle difensive.

-Albus- ripeté Scorpius, come se il suo nome fosse di per sé un insulto -Albus, ti prego, non mi dire che non ti è ancora passata.-

-Che cosa?!- replicò subito quest’ultimo, pur avendo inteso perfettamente.

-Hai capito che cosa, la cotta folle che avevi per Delphini Voldemort.-

-Ti è entrato un asticello nel cervello, Scorpius!?- lo aggredì subito, livido in volto -Non ho mai avuto una cotta per lei!- mentì spudoratamente -Dico, sei impazzito!? È la figlia di Voldemort e ha tentato di uccidermi, come potrei provare qualcosa che non sia terrore?-

Scorpius alzò un sopracciglio biondo, poco convinto -Sicuro?-

-Ma certo. Lei è la figlia di Voldemort e io sono il figlio di Harry Potter, quindi, no. Le trollate alla Romeo e Giulietta le lascio ai babbani.-

-Le trollate di chi?-

-Roba babbana di secoli fa. Zia Hermione ce la leggeva quando eravamo piccoli- spiegò Albus, spiccio -Comunque, davvero, ti sbagli. Ammetto che un pochino mi piaceva all’inizio, ma all’inizio! Insomma, lei è obiettivamente bella come ragazza… Però ora che so la sua vera identità, non mi piace più, no, grazie. Non voglio finire mangiato o scuoiato dentro la Camera dei Segreti.-

Il rampollo dei Malfoy annuì, ma non era molto convinto.

Dopo circa un quarto d’ora di chiacchiere e interrogatori, entrò bruscamente nel loro scompartimento una ragazza, senza nemmeno preoccuparsi di bussare.

Era una ragazzina dai capelli rossi e cespugliosi, che vestiva i colori della Casa di Grifondoro e aveva la scintillante “P” di Prefetto appuntata nella divisa. Spalancò la porta a vetri, si guardò un attimo intorno e poi sbuffò.

-Per tutte le cavallette, non è neanche qui!- constatò costei, irritata -Avete per caso visto un Nargillo? Lisander Scamander ha di nuovo perso il suo.-

-Un cosa?- domandò Albus con una smorfia, mentre Scorpius arrossiva lentamente.

-Un Nargillo!- ripeté Rose Weasley al cugino, spazientita -Oh, lascia stare. Piuttosto…- iniziò, guardando con occhi sospettosi i due Serpeverde -Perché voi due siete soli soletti in uno scompartimento?-

Albus alzò le spalle con supponenza -Non sono affari tuoi. Quella è la porta, salutami Godric.-

Ma Rose non si fece certo intimidire. Assottigliò gli occhi e si sedette con le braccia conserte di fianco a Scorpius, che si irrigidì.

-Che cosa diavolo state tramando!?- li interrogò, severa.

-Ma niente!- rispose subito Albus -Stavamo solo parlando di Quidditch-

-Da quando ti interessa il Quidditch, Albus?-

-E tu da quando vuoi trascorrere il viaggio con tuo cugino e il suo amico Mangiamorte?-

Scorpius Malfoy arrossì come un papavero e lo fulminò con lo sguardo.

-Da quando mamma mi ha detto di controllarvi- gli rispose prontamente la Grifondoro -Dato che lo scorso anno vi siete lanciati fuori dal finestrino per viaggiare nel tempo con la figlia di Lord Voldemort-

Questa volta fu il turno di Albus di arrossire. Egli alzò gli occhi al cielo e si arruffò i capelli -Ancora con quella storia…-

-Sì, Albus, ancora con quella storia. Stavi per farci ammazzare tutti, quella storia merita di essere ricordata nei secoli dei secoli.-

-Rosie ha ragione, l’abbiamo fatta grossa- intervenne timidamente Scorpius, sperando in un cenno di assenso da parte della compagna.

-Non sembrava la figlia di Voldemort, okay?- si difese il giovane Potter -Era… Ecco, sembrava normale-

-Normale!?- sillabò Rosie, incredula.

-Albus ha una cotta per lei- tradusse Scorpius, in soldoni.

-NON È VERO!- gridò subito il giovane Potter, imbarazzato a morte.

-Per Godric, Albus- soggiunse Rose, fingendosi scandalizzata per prenderlo in giro -Povero zio Harry!-

-Ma non è vero- replicò Albus, arrossendo sempre di più -Scorp dice un sacco di boiate, si inventa le cose, è più forte di lui.-

-E così mi invento le cose, eh? Mi ricorderò delle tue parole quando mi chiederai un tema da copiare, Albus Severus Potter- lo minacciò il biondo, puntandogli il dito contro.

-E io mi ricorderò quando… Quando…Quando mi chiederai di acciuffarti le cioccorane che fai sistematicamente scappare!- esclamò Albus, soddisfatto della sua trovata -Me lo ricorderò, Scorpius Hyperion Malfoy.-

-Okay, smettetela- li rimproverò Rose -È chiaro che siete due teste vuote e che stavate per mandare all’aria anni di lotte e sacrifici. Spero almeno che quello che avete combinato vi serva di lezione per la prossima volta. Ora scusate ma devo trovare il Nargillo di Scamander e andare a predisporre una tabella di marcia per lo studio. Ci sono i G.U.F.O. quest’anno e a differenza vostra non voglio ridurmi all’ultima settimana con un anno di studio arretrato.-

-Una tabella di marcia? Rosie, benedetto Merlino, siamo in settembre- esclamò stancamente Albus -Ce la diamo una calmata?-

-Beh, lei fa bene a portarsi avanti- la difese Scorpius, abbassando lo sguardo -Organizzarsi è sempre positivo.-

Rose lo guardò, stranita -Se è sempre positivo, perché non lo fai anche tu, Malfoy?-

Scorpius spalancò gli occhi e tacque, preso in contropiede. Rose lo guardò come se fosse scemo e poi scosse la testa.

-Davvero, non si chi fra voi due sia più idiota dell’altro- osservò, ricattando tutti i grossi manuali che si era portata con sé -E, Albus, vado subito a dire a zio Harry della tua cotta.-

-Delphi non è la mia…-

-Delphi?- ripeté Rosie, sorridendo dispettosa -È così che la chiami?-

-Certo che la chiamo così, si chiama così!- si difese il quindicenne, esasperato.

-Oh, Delphi! Andiamo a sgozzare qualche babbano al chiaro di Luna? Solo io e te?- lo beffeggiò Scorpius, rincarando la dose di imbarazzo. Albus allora si alzò dal sedile e si infilò malamente la cravatta verde argento in tasca.

-Ho capito. Il figlio del prescelto toglie il disturbo.-

-Dai, Al, non ti arrabbiare…-

-No, no. Vado a marchiarmi l’avambraccio. Addio- esclamò, uscendo impettito.

-Figurarsi- minimizzò Rose, scuotendo la testa -Sta solo andando a cercare la signora del carrello-

Scorpius le sorrise e poi guardò fuori, pensieroso. Albus si stava comportando in modo strano.

 

In realtà, Albus non era andato a cercare la signora con il carrello dei dolciumi. Si era recato nel piccolo bagno del treno, per sciacquarsi il viso e riprendersi psicologicamente.

Non aveva più senso pensare a lei, cercare di capirla, di scusarla… Basta, doveva andare avanti.

“È stata solo una visione” si disse stancamente davanti allo specchio “Non era reale, è stata solo una visione, una visione e nient’altro…”

Eppure lei gli era sembrata reale.

E piangeva.

Perché?

 



 

Il Ministero della Magia, da quando era sotto la conduzione del Ministro Granger Weasley, era molto cambiato. Non si vedevano più elfi domestici schiavizzati e addetti alla pulizia delle bacchette, non c’era la gigantografia con la foto del Ministro vicino alla fontana e in generale c’era molto più luce e tutto era molto efficiente.

La politica era generalmente aperta all’apertura verso il mondo babbano e all’accoglienza. L’insegnamento della Babbanologia, a Hogwarts, aveva ricevuto un monte ore più alto, anche perché la tecnologia era in continuo e rapidissimo sviluppo, basti pensare che gli ingenieri babbani avevano addirittura iniziato a studiare i primi prototipi di delle automobili volanti. Il mondo magico doveva stare al passo con questo sviluppo tecnologico e irreversibile, e se i giovani maghi non avevano problemi e utilizzavano perfino i social network, gli anziani erano restii e maldisposti.

Per questo l’insegnamento della babbanologia, ormai, equivaleva a lezioni di informatica ed era esteso anche agli adulti.

Ovviamente, tra i conservatori che rifiutavano ardentemente ogni miglioria tecnologica c’era in prima linea Draco Malfoy, che detestava anche solo la parola “computer”. Lo detestava, ma naturalmente aveva dovuto comprarne uno a Scorpius, il quale lo aveva ricattato moralmente dicendogli che perfino Albus lo aveva, visto che Harry Potter, a differenza sua, era un padre davvero fantastico. E allora apriti cielo: Draco non solo aveva comprato un computer, ma aveva perfino acquistato il pc più costoso e innovativo del mercato: un Macbook classe 2019, nero ardesia e con lo schermo più grande disponibile. 5000 sterline, che convertite in galeoni erano una cifra altrettanto proibitiva. Ma d’altronde i soldi non erano mai stati un problema in casa Malfoy, almeno quelli.

Ma ora, che era venuta a galla la faccenda della figlia di Hermione Granger, la pazienza di Malfoy si era completamente esaurita.

Draco infatti arrivò al Ministero prima dell’inizio del suo orario di lavoro e rimase come una faina ad aspettare il Ministro.

La vide sopraggiungere di fretta, Hermione camminava, salutava gentilmente e al contempo firmava delle circolari volanti che le si piazzavano davanti. Draco si era sempre chiesto come facesse a sottoscrivere i documenti, a rispondere al centralino e a leggere le circolari, tutto in contemporanea. Forse non sapeva che Hermione, come tutte le donne, era multitasking.

Comunque l’attese appostato dietro all’ascensore, e come la vide entrare, entrò dentro anche lui di scatto, pochi secondi prima che le porte si chiudessero.

Hermione trasalì.

-Granger, dobbiamo parlare- esordì Malfoy, tagliente

-Granger Weasley, e comunque la risposta è no- lo anticipò lei, severamente e senza neanche guardarlo.

-Non sai nemmeno cosa ti voglio chiedere!-

-Lo so, ma qualunque cosa sia, la risposta è no- ribadì lei, alzando gli occhi solo per enfatizzare la risposta negativa.

Draco ribollì di rabbia e strinse i pugni. Si impose di ispirare ed espirare, di ricordarsi che lei era comunque il suo capo, purtroppo.

-Riguarda Scorpius.-

Il cipiglio di Hermione si fece subito meno severo -Scorpius? Cosa è successo?- 

Questa volta fu Draco a evitare il suo sguardo. Per qualche motivo si sentiva dannatamente imbarazzato. Ma non doveva arrossire, i Malfoy non arrossiscono mai.

-Ecco, potresti dire a tua figlia di… Come dire…-

Ma una voce dagli autoparlanti dell’ascensore lo interruppe. Una voce maschile e conosciuta, che si faceva sentire al momento meno opportuno e che, ovviamente, era in simbiosi con quella della Granger.

-Hermione? Scusa, posso disturbarti?

Appena sentì la voce di Potter, Malfoy alzò gli occhi al cielo.

-Oh, Harry, nessun disturbo! Anzi- esclamò Hermione, fulminando Malfoy con lo sguardo -Dimmi tutto.-

-Puoi fare una breve deviazione nel mio ufficio? Ho bisogno di parlarti.-

-Certo, arrivo- rispose Hermione, spingendo un altro tasto nell’ascensore, la quale si bloccò di scatto e virò molto bruscamente a sinistra, tanto da far sbattere Draco contro la parete.

-Non voglio andare nel Dipartimento Applicazione!- si ribellò costui, spingendo il tasto per tornare al piano centrale. L’ascensore si bloccò di nuovo, ma prima che potesse virare bruscamente a destra, Hermione aveva già sospinto il tasto del quinto piano, dedicato al Dipartimento capeggiato da Harry.

-Non farmi irritare, Malfoy, o ti declasso ad segretario degli elfi domestici, hai capito?-

Il biondo la guardò con odio e stizza, ma non le rispose. D’altronde lei aveva il coltello dalla parte del manico.

-Cosa mi stavi dicendo di Scorpius?- gli chiese, con tono meno ostile.

-Niente, non è importante- borbottò Draco, offeso -Mi stavo solo chiedendo per quale motivo non vi siate ancora sposati.-

Hermione lo guardò, stranita -Ma di cosa stai parlando?-

-Tu e Potter- gli sibilò, stringendo i pugni -Andiamo, è così evidente. Siete senza pudore.-

-Tra me e Harry c’è solo una buona e sincera amicizia.-

-Ceeerto, come no. Puoi darla bere a quel cretino di tuo marito, ma non a me, Granger.-

L’ascensore magico intanto era arrivato a destinazione, la voce metallica e femminile in sottofondo li informò del piano.

-È incredibile come sia sempre tu quello che fa la figura del cretino, Malfoy- lo gelò Hermione, uscendo a passo svelto.

-Granger!- la inseguì Draco, fuori di sé, andando a scontrarsi con due giovani Auror in servizio -Granger!-

Ma Hermione passava e ogni persona, foglio volante, creatura magica e aspirapolvere si faceva da parte per sgombrarle la strada, come se stesse passando una vera e propria regina. Come passava Malfoy, invece, tutto e tutti gli andavano addosso senza cura.

-Granger!- la inseguì irritato fino all’ufficio di Harry Potter, senza demordere.

Spalancò la porta, immaginandoli sdraiati a copulare sopra la scrivania del prescelto, ma purtroppo (o per fortuna) la sua fantasia non si avverrò. Erano sì alla scrivania, ma erano seduti uno di fronte all’altra.

-Malfoy?- esclamò Harry, infastidito -Cosa diavolo ci fai nel mio ufficio?-

-È da stamattina che mi perseguita- precisò Hermione, guardandolo male.

-Sapevate che sarei entrato, non è vero, piccioncini?

-Ma di cosa sta parlando?- domandò Harry

-No, voi di cosa state parlando. Si può sapere cosa avete da dirvi di così urgente alle…- Draco guardò il suo orologio magico -8:25 di giovedì mattina?-

-Niente che ti possa…- ma poi Harry tacque, perché effettivamente ciò che aveva da dire a Hermione poteva interessare anche a lui, visto che era il padre di Scorpius -Riguarda Delphini Riddle.-

Sia Draco che Hermione cambiarono repentinamente espressione. Da scocciato e litigioso, il loro volto si fece subito teso e preoccupato.

Harry guardò Draco, indeciso, ma poi decise che in fondo aveva diritto di sapere anche lui.

-No nulla, però voglio andare ad Azkaban quanto prima. Voglio parlare con lei, a quattr’occhi-

-Tu vuoi parlare con Delphini Riddle? Perché?- domandò subito Draco, impaziente -È successo qualcosa ai ragazzi?-

-No, non ancora almeno. Prima di partire per Hogwarts, Albus mi ha detto di aver avuto una sorta di visione- spiegò loro Harry, inquieto -Ha detto di avere visto Delphini in camera sua per un breve momento.-

-Che cosa?- esclamò Hermione, sgranando gli occhi dalla preoccupazione.

-Oh, Salazar. Lo sapevo- fu l’esclamazione di Malfoy.

-E io gli credo, perché succedeva anche a me con Voldemort, soprattutto di notte, o comunque quando ero più vulnerabile- continuò Harry, provato - Non voglio che mio figlio passi le stesse cose che ho passato io, non lo permetterò.-

-Ma certo. Solo che… Una visione? Harry, come dici che sia possibile?- gli chiese Hermione.

-Non lo so, ma farò in modo che smettano- le rispose costui, sostenuto -Andrò di persona nella prigione di Azkaban e le parlerò a quattrocchi. Ti garantisco che le farò passare la voglia di scherzare.-

-E come?- domandò Hermione, mentre Draco annuiva vigorosamente.

-Spaventandola- le rispose Harry, secco -Sono pur sempre colui che ha ucciso suo padre. Lei deve avere molta paura di me.-

-Finalmente sento qualcosa di sensato!- concordò Malfoy -Te l’approvo, Potter.-

-Certo che gliela approvi- sbottò Hermione, risentita -Voi uomini e il vostro culto per la violenza! Ma possibile che dovette sempre ricorrere all’odio e alla forza bruta per far valere le vostre posizioni!? Non potete usare il cervello, una volta tanto!?- esclamo, guardando male entrambi

-Violenza?- rispose Harry, incredulo -Mica ho intenzione di farle del male, ho semplicemente detto che voglio mettere le cose in chiaro per la sicurezza dei nostri figli. È la cosa giusta da fare, Hermione, e lo sai anche tu.-

-Spaventare una ragazza non è mai la cosa giusta da fare, Harry- replicò Hermione, indignata -E mi stupisco di te.-

Malfoy alzò le sopracciglia e si guardò le unghie.

-E allora tu cosa proponi?- capitolò il prescelto, esasperato.

-Vai a parlarle, ma non essere ostile. Non serve a nulla- gli disse, in modo più morbido -Sii gentile come sai essere tu, piuttosto.-

-Gentile?- ripeté Harry, teso -Ma come faccio a essere gentile con la figlia di Voldemort?-

-Hai superato prove ben più difficili- gli rispose Hermione, più dolcemente -Supererai sicuramente anche questa.-

Gli afferrò la mano e gli sorrise, davanti allo sguardo attento di Malfoy.





 

   
 
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