IMPORTANTISSIMO.
Questa
è una sorta di storia a quattro mani, scritta con Celtica. Non potete gustarvi
veramente “Appartamento 24” senza leggere “Appartamento 25”. La storia è la
stessa. Per avere un senso, bisogna leggere anche l’altra. Io mi concentro
sugli avvenimenti che coinvolgono B e Naomi, mentre Celtica si occupa dei
nostri amati L e Light. Inutile dirvi che le vicende si fondono.
Immaginate
il tutto come una piccola sit-com. E… godetevi la lettura!
Rory:
Sono venuta qui con Robert.
Logan: Bene, mollalo. Io odio Robert!
Rory: Ma è un tuo amico!
Logan: E allora? Continuo a odiarlo!
Gilmore Girls
III. LA VOLTA CON L’OSPITE INDESIDERATO
L’appartamento
era avvolto da un insolito silenzio, quella mattina. Un silenzio che sembrava
preannunciare tempesta.
Restò
imbambolata, le ciabatte piantate sul pavimento laminato, e gli occhi puntati
sul divano. Lo stesso divano su cui la notte precedente Beyond si era
rannicchiato, costringendola a guardare un film. Naomi lo aveva accontentato e,
nel vedere i suoi occhi lucidi durante le ultime scene di Io & Marley, non
aveva potuto fare altro che nascondere un sorrisetto.
Beyond
aveva tirato su col naso, ricomponendosi nel giro di un secondo. Niente
lacrimoni, niente viso arrossato di pianto. Si era voltato a guardarla,
dicendole che gli sceneggiatori erano persone peggiori dei criminali.
E
adesso, il suo coinquilino era ancora lì, sdraiato e con le palpebre calate.
Naomi si chiese se avesse trascorso la nottata sul divano e perché, mentre il
volto di Beyond, rilassato, si colorava di blu.
Era
un appartamento minimalista, il loro. C'erano pochissimi quadri appesi alle
pareti beige, e l'unica pianta che possedevano era uno strano cactus di cui
Naomi non avrebbe mai memorizzato il nome. Pianta che, per volere di Beyond,
era diventata il loro albero di Natale.
Era
davvero bizzarra. Piccola, con le braccia grasse, verdi e piene di spine, volte
verso l'alto. Offriva loro compagnia in quel silenzio surreale, agghindata con
una serie di luci multicolore che in quel momento baciavano la figura snella di
B e l’intera stanza.
Contro
ogni previsione, Naomi aveva apprezzato quella scelta.
Abitava
con lui da pochi mesi ma, nonostante alcuni aspetti tipicamente-da-Beyond, quel
ragazzo era un'incognita perenne. C’erano oggetti, in quell’appartamento, di
cui Naomi ignorava la storia. Oggetti che non le appartenevano, ma con cui
doveva convivere, come gli strani addobbi natalizi che il giorno precedente
Beyond aveva tirato fuori da uno scatolone.
La
stanza si tinse di rosso quando lo sguardo di Naomi cadde sul pupazzetto di
omino di marzapane. Gli occhi e il sorriso erano stati cancellati quasi del
tutto; più che un peluche di Natale, le ricordava una wara ningyo.
Stropicciò
le labbra.
Le
sembrava quasi assurdo pensare ai giorni prima di Beyond, ai tempi in cui non
sapeva chi fosse.
Lo
osservò in quella dolce danza di luci, catalizzando la sua attenzione sugli
occhi chiusi. Beyond era così strano…
Così
come il suo rapporto con Ryuzaki.
Ma
cosa era successo, davvero, tra loro?
Gli
sfiorò la fronte con le dita, illudendosi di poter toccare i suoi pensieri con
le mani, lasciandole scivolare distrattamente tra i capelli neri. Sembrava
ipnotizzata, sotto l'effetto di un incantesimo.
La
magia si spezzò alla seconda carezza, quando due pozze rosse la fissarono
trionfanti. Beyond era sveglio, sveglio come mai, e le bloccava il polso con la
mano.
Naomi
dimenticò come respirare, per un secondo.
«È
davvero inquietante fissare una persona addormentata, Misora».
Non
stavi dormendo. Lo sappiamo entrambi. «Non hai dormito nella tua
stanza?»
Beyond
si sistemò, mettendosi a sedere. Non aveva un solo capello fuori posto e le
occhiaie erano difficili da notare. La mano, gelida, premeva ancora
contro la sua pelle. «Qui c'era tutto quello di cui avevo bisogno».
«E
sarebbe?»
Tutto
divenne rosso. Persino il sorriso appena accennato di Beyond. «Buona Vigilia,
Misora».
Sì,
quella sarebbe stata la loro prima Vigilia insieme. La prima Vigilia con
Beyond.
La
bocca era arida, Naomi non riuscì a trovare nemmeno una parola. Quell'idiota
del suo coinquilino pareva controllarle il polso, Dio solo sapeva il perché,
tenendo incollati quegli occhi scarlatti nei suoi.
Sarebbero
rimasti legati una alla presa dell'altro, per tutto il giorno, se qualcuno non
avesse bussato alla porta.
Tempismo
perfetto. Come nelle serie tv.
Naomi
si ritrasse di scatto e il ghigno evaporò dalla faccia di Beyond. Fu proprio
lui ad alzarsi e aprire la porta.
Da
quel punto, poteva vederne solo le spalle, ma fu necessario per farla
rabbrividire. Ogni singolo muscolo di Beyond si era irrigidito.
«Sono
venuto a trovare Naomi».
Scattò
verso la porta, genuinamente sorpresa. Raye Penber le sorrideva radioso nel suo
completo scuro. «Oh, Raye. Che bella sorpresa!»
Non
si aspettava di ritrovarlo lì. Ma forse avrebbe dovuto?
Di
certo, Naomi Misora non si sarebbe mai aspettata che quelle appena pronunciate
sarebbero state le ultime parole famose.
Il
modo in cui i suoi vicini si gustavano la scena, sulla soglia dell'appartamento
25, avrebbe dovuto metterla in guardia.
D'altronde,
mancavano solo i popcorn.
Raye
non gli piaceva, Beyond aveva deciso.
Più
lo guardava, e più si domandava cosa Naomi ci vedesse in quel tipo.
Si
muoveva nel loro appartamento come un fotografo su un campo minato. Analizzava
ogni angolo emulando indifferenza, tra una risata di circostanza e l'altra,
posando le mani sui fianchi di Naomi.
Beyond
gliele avrebbe recise volentieri. In un colpo solo.
I
sorrisi di Naomi erano forzati. Era a disagio, ma Mister Eleganza non lo
notava, impettito con la sua bella cravatta rossa annodata perfettamente al
collo.
Se
solo avesse potuto avvicinarsi e aggiustargliela…
«Sempre
carino qui». Raye non si impegnava abbastanza nel mentire. Lanciò un'occhiata
al cereus, indicandolo con un dito che Beyond gli avrebbe mozzato all'istante.
«Avevano terminato gli abeti?»
Naomi
distolse lo sguardo. «Beyond ha optato per qualcosa di inconsueto».
«Abbiamo.»
Ci tenne a correggerla.
Mister
Eleganza alternò lo sguardo dall'uno all'altra, evidentemente in cerca di
parole gentili, facendosi scappare un sorriso nervoso di troppo. «Davvero
originale, anche se un bell'albero non guasterebbe».
Bell'albero.
Quell'aggettivo
gli ronzò nella testa come un'ape fastidiosa. Davvero Naomi non si accorgeva
delle critiche velate di quel tipo?
Raye
sollevò una mano verso la fronte di Naomi, scostando ciocche ribelli dagli
occhi. Sembrava passata un'eternità da quando, quel gesto, era stato riservato
a lui. Proprio dalla ragazza che Mister Eleganza ammirava con occhi
sognanti.
I
movimenti di Naomi erano stati identici. Lenti e attenti.
«Oh,
che sbadato!» B esclamò pigramente, senza alcuna emozione. Un commediante da
quattro soldi. «Posso offrirti qualcosa? Un bicchiere d'acqua, un muffin,
l'indicazione per uscire dalle nostre vite?»
Naomi
e Raye lo guardarono stralunati, increduli alle loro orecchie.
«Beyond!»
Minimizzò
la cosa con un vago gesto della mano. «Tranquilla, Misora. Prima o poi se ne
vanno tutti, ma non lo ammettono mai ad alta voce.» Si portò l'indice alle
labbra, carezzandole lievemente. «Probabilmente sceglierà il bicchiere
d'acqua».
Mister
Eleganza esibì il sorriso più diplomatico del repertorio. «Sto bene
così».
«Sì,
è quello che dicono tutti all'inizio».
Braccia
conserte, sguardo fisso e serio. Naomi era arrabbiata con lui, tremendamente.
Assumeva la stessa posa di una docente intransigente, quando succedeva. Non
urlava, Naomi, non batteva i piedi per terra.
Lo
fucilava con lo sguardo, mantenendo un tono calmo. «Beyond si scusa».
«Niente
affatto».
Naomi
non lo ascoltò. «Beyond si scusa, ma deve assentarsi».
Ma
cosa credeva di fare?
Batté
le palpebre. «Ho la mattinata libera».
«Siamo
a corto di marmellata».
«Posso
scroccarla dai nostri adorabili vicini».
Si
bloccò nell'istante in cui pronunciò l'ultima sillaba, la voce che si spegneva.
Era stato davvero così stupido?
Gli
angoli della bocca di Naomi non si erano mossi di un millimetro, ma Beyond poteva
leggere oltre le righe. Aveva imparato a decifrare Naomi Misora come il più
semplice degli indovinelli, quindi non gli fu difficile scorgere un sorriso
invisibile sul volto struccato.
Lo
aveva incastrato. E lui ci era cascato come un allocco.
«Suppongo
che la marmellata di fragole non possa attendere oltre».
Era
stato Mister Eleganza a intromettersi, e a firmare la sua condanna a morte.
Beyond gli avrebbe ringhiato contro. «Non ne hai la più pallida idea».
Marmellata
di fragole, sparsa ovunque sul pavimento. Marmellata di fragole che zampilla
dalla camicia meticolosamente stirata di Raye Penber. Oh… No,
la marmellata di fragole non poteva attendere oltre.
«Sai,
se ti truccassi il volto di verde saresti identico al Grinch».
Ryuzaki
aveva chinato il capo di lato, uno stupidissimo bastoncino di zucchero tra i
denti. Lo esaminava con lo sguardo spento e una nota troppo saccente nella
voce. La predica era vicina.
B
storse il naso, le gambe contro il petto.
Sembrava
che Babbo Natale avesse vomitato decorazioni e biscotti ovunque, in
quell’appartamento. Per non parlare dell’albero… Pomposo, pieno di palline che
lasciavano brillantini in ogni dove. Un’esagerazione, proprio come Ryuzaki. Una
falsa esagerazione.
«È
una fortuna che io sia la tua fotocopia, allora», gli rispose, mal celando il
veleno con un sorrisetto sinistro.
«Non
esiste persona al mondo più distante da me, Beyond».
La
serietà con cui pronunciò quella frase cozzava terribilmente con le lucine alle
sue spalle. Ryuzaki somigliava sempre di più ad una renna stramba con gli occhi
da panda.
Beyond
si morse il pollice, bacchettandosi da solo per quei pensieri assurdi. Forse il
suo maledetto vicino di casa usava estratto di oppio come deodorante per
l'ambiente. O, decise torturandosi l'unghia, era quella puzza di Natale
a dargli alla testa.
«Naomi
Misora non è di tua proprietà, Beyond. Non puoi pretendere l’esclusiva».
Oltraggiato,
B smise di torturarsi il pollice, bloccandolo a metà strada tra la bocca e il
mento. «È la mia coinquilina. E quello è il mio appartamento.
Ricordi?» Ho sopportato i suoi germi. I suoi germi.
«Ahimè,
perfettamente. Ogni attimo della mia vita. Ma resta il fatto che sei in torto.
Naomi è solo la persona che vive con te, niente di più».
«Senti,
senti» B strinse i denti. «Non accetto la morale da un pervertito come te,
Ryuzaki».
«Il
mio intende essere un consiglio».
Beyond
balzò in piedi come un felino, avvicinandosi all'altro. Ryuzaki non lo
incantava con i suoi modi di fare apatici, con quei discorsi da strizzacervelli
da quattro soldi.
«Vuoi
soltanto vincere la scommessa, ammettilo». Gli era ad una spanna dal naso.
Poteva osservare ogni minimo difetto della sua pelle.
Ryuzaki
non parve essere intimorito da quella vicinanza. Completamente a suo agio,
afferrò il bastoncino di zucchero tra l'indice e il pollice.
«Oh,
no, Beyond. So già di avere la vittoria in pugno. Vedi, Light e io siamo
diversi, da te e Naomi Misora. In questo momento, l’unica cosa che
vorrei… è della cioccolata calda».
«Davvero
avete intenzione di tenerlo per tutta la durata delle feste?»
«E
magari anche oltre» rispose Ryuzaki. «Trovo che dia un’aria accogliente
all’appartamento.»
«Accogliente?»
Light girò intorno all’abete. «Hai detto proprio “accogliente”?»
«Proprio
così, Light. Immagino già il nostro micio mentre si arrampica tra i rami o
colpisce una pallina.»
«Avete
un gatto?!» Beyond balzò in piedi, correndo alla porta.
L’indice
di Ryuzaki fece segno di no. «Non ancora, B… Non ancora. Pensavo di prenderlo
oggi. Sai… come regalo di Natale.»
«Ti
fai i regali da solo, adesso?»
«Divertente,
Beyond. Davvero divertente. No, volevo fare come gli altri anni: prendere un
regalo per te e destinarlo a me.»
Anche
se la Vigilia e Natale sono ormai passati, per questi quattro tipi strani le
feste continuano. E continueranno.
Celtica
è stata semplicemente grandiosa - quindi correte a leggere la sua “parte”!
Inoltre,
ci tengo a ringraziarla per tutto ciò che fa: non solo deve sopportarmi, ma
anche fornirmi tutto il materiale per l’impaginazione. (Giuro che ti regalo una
bella torta al cioccolato, NON fatta da me).
Grazie
a chiunque sia arrivato fin qui. Grazie ai lettori silenziosi, grazie a chi
deciderà di lasciare il proprio parere.
See
ya!