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Autore: Il Narratore FT    25/01/2020    1 recensioni
Chi avrebbe pensato che i nostri eroi di Heartland si sarebbero congelati nel tempo per ben sette anni, chissà come sarebbero andate le loro vite se non fosse mai successo. Ma il tempo per le loro controparti di Edolas è andato avanti, sono “cresciuti”, quindi hanno la bellezza di 7 anni in più dei nostri personaggi preferiti di Heartland (figurarsi la Wendy di Edolas). Abbiamo già visto i nostri eroi di Edolas combattere, innamorarsi, di tutto e di più, ma ormai si sa, la pace non dura mai per sempre, come si dice… la calma prima della tempesta…
Genere: Erotico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Edo Gray, Edo Natsu, Mistgun
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Da un cuore spezzato a...'
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~Capitolo 40: Intermezzo/Epilogo


 

Era lì, seduta sul suo trono accanto a un altro lasciato vuoto, teneva in braccio un piccolo pargolo dai ciuffi viola, egli piangeva dando forza con tutti i suoi polmoni, ma la regina dalla chioma scarlatta continuava a cullarlo con tutta la pazienza del mondo: “Shh… piccolo non piangere non hai niente”. Gli sussurra riempiendolo di baci nel mentre, sfoggiando un sorriso da una delle più belle muse, in attesa che qualcuno ne approfittasse per dipingere quel sorriso da madre devota.

All'improvviso una lacrima gli rigò il viso, ella la cacciò immediatamente per non farla vedere al piccolo, come se non volesse cedere proprio davanti a lui, nonostante egli non potesse nemmeno rendersi conto della situazione: “Ma è bellissimo, ha il colore dei nostri capelli uniti". Ella aveva paura si alzare lo sguardo, in quel momento pensava soltanto che fosse troppo bello per essere vero.

La donna con voce tremante…: “No… stavolta non ci casco, so benissimo che questo è un sogno e che appena alzerò la testa, ci sarà Plutonius mentre agita la tua testa sulla sua spada. No… stavolta vedrò di svegliarmi prima". La donna libera una mano dal bambino, per pizzicarsi con violenza la guancia sinistra, ma il suo amato, il suo vero amato in carne e ossa, la ferma sul nascere del gesto.

Gerard: “Perché provocare incongruenze su quel volto scolpito ad arte da Dio? Perché costringermi ad assistere un atto tanto osceno?”. Quella voce, quel tocco inimitabile, ella trovò finalmente il coraggio di alzare lo sguardo, riconobbe il suo amato re.

Elsa: “Gerard… sei proprio tu Gerard”. La regina cerca di soffocare i suoi singhiozzi, voleva solo sorridere davanti a lui.

Gerard le accarezza il volto, per poi tornare al primo oggetto del suo interesse: “Come… lo hai chiamato?”. Domanda verificando prima il sesso del bambino.

La regina diede finalmente sfogo al suo dolore, ma in quel momento sembrò sentirsi solo colpevole di qualcosa: “Mi dispiace! Credevo che non ti avrei mai più rivisto e quindi…”.

Gerard continua a faticare nel comprenderla, in quel momento temette soltanto che lei possa averlo adulterato per la solitudine, per tutto quel tempo non ebbe nemmeno modo di mandarle delle lettere per dirle semplicemente di essere ancora vivo, doveva togliersi quell'interrogativo di dosso: “Amore dimmi cosa hai fatto, ti prometto che ne ti giudicherò, ne ti biasimerò". Disse infine cercando di nasconderle il dolore.

Elsa capì cosa lo stesse turbando in quel momento, vide subito di tranquillizzarlo, gli diede in braccio il loro piccolo e lo afferrò per le guance, voleva la vedesse bene dritto negli occhi: “Non ti devi crucciare mio re, tu sei stato la mia prima ed ultima volta nel mentre. – gli diede un bacio casto sulle labbra, strappandogli un sorriso per il sollievo - L'ho chiamato Gerard II, non avrei voluto scegliere un nome senza di te e temevo ogni giorno che al tuo posto avrei visto tornare quel bastardo di un Trins. – confessò – Perdonami per aver dubitato di te”.

Gerard: “Non hai nulla di cui rimproverarti, non hai idea di quante cose vorrei raccontarti, sulla guerra, su cosa ho pensato di fare per il popolo una volta tornato…”.

Elsa lo zittì poggiandogli un dito sulle labbra: “Prima di tutto ti presenti per bene al tuo unigenito figlio, oggi pomeriggio saluti il popolo che ha sentito la tua mancanza, mentre stanotte ti presenterai nuovamente alle mie grazie, soltanto domani potrai usare tutto il fiato in corpo per dire tutto quello che vorresti dirmi". Gli ordina la sua regina.

Gerard: “Chi sono io per disobbedirti? Ciao piccolo Gerard, sono io il tuo papà, è un vero onore avere il tuo stesso nome principe di Edolas". Disse strappando un sorriso al piccolo.

Elsa: “Com'è che nessuno mi ha avvertita del vostro ritorno?”.

Gerard: “Ho evitato il comitato di benvenuto facendo parkour per la città”.

Elsa: “Ovviamente…”.


 

Finalmente anche gli altri sopravvissuti arrivarono a palazzo, fu piacevole ricevere il comitato di benvenuto da parte dei popolani, tutto quel calore e quell'ambiente di festa tutto per gli eroi fu commovente, ovviamente spiccò il fatto che fossero tornati così in pochi, lo notarono negli sguardi sbigottiti di alcuni borghesi: “Ragazzi sguardo fiero mi raccomando, dobbiamo sorridere anche per i caduti”. Disse una Lucy sorridente, ma che in realtà soffre terribilmente. Tutti seguirono il suo comando fino a quando giunsero all'interno della struttura, la gilda non esisteva più perché distrutta nel periodo preguerra e non sapendo quando avrebbero fatto ritorno, abbandonarono i rispettivi appartamenti, avrebbero alloggiato a palazzo fino a quando avrebbero voluto, forse per sempre se Natsu avesse accettato la richiesta del re.

Mc e Kan abbracciarono felicemente le loro donne con il pancione da terzo trimestre, Mirajane scoppiò in lacrime nel vedere il fratello con un braccio di meno, Elfman fu abbastanza uomo da cercare di non farselo pesare e sorriderle mentre lei lo abbracciava con foga dispiaciuta per lui.


 

Gray invece raggiunse subito i suoi alloggi, cercava di sistemare le proprie cose, ma senza l’avambraccio destro risultava tutto più difficile, Juvia e Natsu avrebbero voluto aiutarlo, ma egli voleva a tutti i costi farcela da solo, ormai era troppo tardi per cambiare idea e chiedere aiuto, il ragazzo neanche poteva più parlare, figurarsi urlare: “Ti do una mano io adesso. - Gray riconosce la voce di suo fratello Lyon alle sue spalle, infatti era proprio lui pronto ad aiutarlo mettendo gli appendi abiti ai suoi vestiti – Urrutia e Meredy arriveranno entro una settimana secondo me, gli bo appena mandato una lettera per avvisarle del tuo ritorno dal fronte, ma forse arriveranno prima perché la notizia farà sicuramente il giro del mondo entrò le prossime ventiquattro ore. - Gray apprezzava il fatto che Lyon non stesse fissando troppo il suo braccio, notava che distoglieva lo sguardo tutte le volte che intravedeva la mancanza – Quindi non potrai più parlare? - il corvino scuote la testa – Acc… per il braccio beh… basterà una protesi meccanica, conosco una buona clinica sebbene disti a due settimane da qui, ma ne varrà la pena credimi, - Gray vorrebbe dire qualcosa, ma… - so a cosa stai pensando, pagherò io, – Gray vorrebbe dissentire, ma – so che vorresti dire e non mi importa, hai appena concluso una guerra, permettimi di sdebitarmi in qualche modo, hai combattuto per tutti noi. - Gray scuote la testa per dissentire, ma Lyon rincala la dose – Come? Non sento alcuna lamentela da parte tua, mi fa piacere che tu abbia finalmente accettato”.

Gray pensò: “Questa era veramente cattiva, potevi risparmiartelo”.

Lyon di sorpresa lo abbracciò, delle lacrime sgorgano dal suo viso, finendo assorbite dalle numerose giacche del corvino freddoloso: “Accidenti non hai la minima idea di quanto sia felice di saperti vivo, se penso che un tempo sarei stato felice di saperti mutilato da quei farabutti, mi viene voglia di ammazzarmi per la vergogna. Gray Surge, io ti voglio un bene dell’anima!”. Lyon scoppiò sul torace del corvino, quest’ultimo pianse commosso sui capelli bianchi del fratello acquisito, mentre Juvia all’insaputa di tutti e due, osservò la scena rincuorata dal loro ritrovamento.


 

Levy aveva appena finito di sistemare tutto, non sapeva come sarebbe andata da Gajil per fare pace, nemmeno sapeva se sarebbe tornata con Gajil, egli poteva non volerlo, inoltre anche se avesse accettato, magari lo avrebbe fatto solo per obbligo di un’eroina di guerra, o per il dolore di aver perso i suoi migliori amici, Jet e Droy, non sapeva proprio se ne sarebbe valsa la pena, ogni possibilità passatagli nella mente, non le piaceva: “Nah! Io ci vado! - la turchina prese coraggio, tanto da mettersi a correre per il palazzo verso l’uscita, correndo intravide un Dan sbaciucchiarsi con una Coco più che felice di rivederlo - Respirate ogni tanto!”. Gli urla innescando un allarme nella ragazza, ella per lo spavento morse la lingua del cavaliere, Levy continua la corsa, incurante del danno al castano.

Una volta superata la soglia, venne sorpresa da una figura familiare proprio di fronte a lei, era proprio Gajil, a quel punto tutto il coraggio di prima si dissolse per la situazione inaspettata: “Ciao Levy… sei… bella come il giorno in cui ti ho vista partire. - ammise facendola arrossire, ella non proferì parola, sperava di trovare una risposta ai suoi dubbi strada facendo, ma il suo piano andò in fumo – Posso permettermi di osare, nell’invitare un’eroina di guerra a pranzo?”.

Levy rispose di scatto: “Sì! - lo prese per mano e cominciò a camminare trascinandolo con se, con gran piacere di questo ultimo – Scelgo io il ristorante!”. Comandò.

Gajil accondiscendente: “Come desideri”.

Levy: “E paghi tutto tu”. Pretese.

Gajil: “Mi sembra giusto”.


 

Wendy fu l’unica a non tornare direttamente a palazzo, a differenza dei suoi ex-compagni, aveva una casa tutta sua, le tasse arretrate non la spaventavano, in compenso per il suo lavoro in frontiera fu molto cospicuo, ma non ci tornò da sola, Romeo si offrì di aiutarla a rimettere tutto a posto, il giovane uomo avrebbe dovuto comunque tornare a casa sua, per sistemare le sue cose e quelle di suo padre deceduto, egli non riuscì a concludere la vendita della casa prima di partire per il fronte, così dovette lasciare tutto così com’era fino al suo ritorno, ormai non avrebbe più potuto tornare in quella casa da solo, in mezzo ai ricordi di un uomo che non c’era più:

Wendy: “Grazie tante per il tuo aiuto, siamo appena tornati che già hai avuto da fare”.

Romeo: “È stato un piacere, avevo comunque bisogno di distrarmi, sai com’è”.

Wendy: “Già… senti che ne dici di andare al cinema?”. Chiese all’improvviso.

Romeo: “C-Come? Al cinema?”. Domandò frastornato.

Wendy: “Sì”.

Romeo: “Adesso?”.

Wendy: “Sì”.

Romeo: “Noi due insieme?”. Chiese nel dubbio.

Wendy: “Sì esatto, lo trovi così assurdo?”.

Romeo: “N-No è che… in realtà niente, in fondo siamo amici, sebbene non l’abbiamo mai fatto prima d’ora”. Ammise.

Wendy: “Gli altri sono già tutti impegnati con le loro cose, la cena a palazzo sarà stasera, quindi se ci sbrighiamo, faremo in tempo per il ritorno”. Gli fece notare.

Romeo: “Io sarei più che felice di venire al cinema con te Wendy”. Affermò infine, come se ne andasse fiero.

Wendy arrossì alle sue parole: “Bene”. Rispose con un sorriso a trentadue denti.


 

Natsu accompagnò i soldati a scortare Val fino al suo appartamento pagato dal re, le avevano legato una cavigliera, fu la regina Elsa a insistere, perché proprio non riusciva a fidarsi di quella donna, avrebbero indagato fino a quando non sarebbero stati certi della sua innocenza:

Natsu un po’ irritato per la situazione…: “Accidenti perché sono dovuto venire con loro? Non mi risulta di aver accettato la carica di comandante, voglio solo raggiungere Lucy.”. Pensò.

Val: “È questa?”.

Natsu: “Sì infatti, voi andate pure e grazie. - i soldati rimasero sull'attenti, a quel punto Natsu non poté fare a meno di avercela con Gerard – Riposo! Rompete le righe!”.

I soldati: “Sissignore signor comandante!”. Urlarono in coro, prima di permettere a Natsu di chiedere spiegazioni a riguardo.

Natsu: “Accidenti al re, certo che quando vuole si comporta da squallido manipolatore, sarà l’influenza di Elsa”.

Val: “Può darsi”.

Natsu: “Infatti, questo tipo di sotterfugi non sono proprio da… OH CAVOLO!”. Esclamò realizzando di parlare con Val.

Val: “Stai tranquillo, non dirò a nessuno quanto hai detto”.

Natsu: “FIU…! Comunque Val grazie, grazie davvero di tutto, Ger… voglio dire il re ha ragione, se non fosse stato per te avremmo davvero perso la guerra e io e Gray saremmo rimasti sotto il controllo di Plutonius nonostante la cura dal veleno, io davvero non ho parole per esprimere la mia gratitudine”.

Val non rispose subito: “Ho fatto quello che ritenevo giusto, non devi ringraziarmi, ma lo apprezzo davvero, inoltre tu stesso mi hai difesa sull’isola, avresti potuto abbandonarmi in balia dei tuoi compagni, non ti avrei certo biasimato, ma hai deciso di salvarmi, se sono ancora viva e in salute lo devo a te Natsu Dragion, direi che siamo pari in linea di massima”.

Natsu: “Oh Val. Adesso che farai? Il processo è tra una settimana, io e Gray faremo il possibile per salvaguardarti, ma non posso promettere niente per i tuoi figli, dopotutto loro come il team Dynamite hanno fatto molto male alla città ed erano coscienti di quello che facevano, quindi...”.

Val: “Apprezzo molto il tuo interessamento Dragion, ma non devi preoccuparti per me, non te lo meriti. - Natsu non sapeva che altro dire, ma Val sì – Sai perché non ho partecipato questa volta? Ai conflitti intendo. Non volevo spargere del sangue innocente, mi ero resa conto di trovarmi immischiata in una brutta situazione, la gilda di cui andavo fiera un tempo non esisteva più ed io volevo solo andarmene per starmene tranquilla, ma non volevo abbandonare la mia famiglia, così rimasi sebbene sarebbe stato abbastanza facile fuggire, ora pago le conseguenze di quella scelta e tutto sommato mi sta andando meglio di qualunque mia previsione al riguardo”.

Natsu: “Tu… ci odi per quello che abbiamo fatto, abbiamo ucciso le tue cognate, i tuoi cognati, tuo marito, abbiamo ucciso la tua famiglia con le nostre mani, non riesci a provare rancore nei nostri confronti?”.

Val sospira: “Non nego che… avrei preferito saperli in vita, ma facendo bene i conti dei fatti… sono stati loro a uccidere se stessi, hanno voluto scatenare una guerra non necessaria, provocando delle morti non necessarie, io avrò amato mio marito e la mia famiglia fino alla fine, li amo ancora nonostante non appartengano più a questo mondo, ma la verità è che sono morti tempo fa con la scomparsa della magia. Io non posso odiarvi Dragion, perché non ne ho alcun motivo. - Natsu non sapeva se essere più felice o triste per lei, i due sentimenti erano troppo contrastanti tra loro – Inoltre, bisogna considerare che un grande favore me lo avete fatto, vi siete presi cura dei miei nipoti come se fossero di famiglia, a questo punto tocca a me dire che non potrò mai ringraziarvi abbastanza per questo”. Affermò sfoggiando un sorriso sincero.

Natsu aveva altre domande, sapeva di essere indiscreto, ma non poteva fare altrimenti: “Dimmi un’ultima cosa Val, ammesso che tu ne esca illesa, cosa farai con i tuoi figli?”.

Val esitò, dovette pensarci molto prima di rispondere: “Gli starò vicino, fino alla fine dei miei giorni”.

Natsu: “Ma in questa città non potranno fare a meno di odiarti, inoltre l’hai detto tu stessa che i tuoi figli è come se fossero morti da sette anni or sono, credi davvero che valga la pena sopportare tutto per quel ne rimane? Credi davvero che possano tornare i tuoi dolci figlioletti di un tempo? Tu sei una psicologa, nessuna madre meglio di te potrebbe rispondere meglio a questa domanda”.

Val: “...Come psicologa… so per certo che non c’è più nulla da fare per loro”. Ammise.

Natsu: “Ah, quindi sei d'accordo con me”.

Val: “Ma come madre non posso fare a meno di illudermi che un giorno riuscirò a riportargli alla mente chi erano un tempo, anche se dovesse volerci tutta la mia vita, anche se davvero mi stessi illudendo di poter fare qualcosa per quei gusci vuoti, io cercherò di vegliare su di loro ed il loro ricordo, perché li amo, con tutto il mio cuore”. Concluse continuando a sfoggiare un elegante sorriso.

Natsu: “Ma Val...”. Il rosato singhiozzò, non gli sembrava giusta quella situazione, la situazione che la donna avrebbe dovuto affrontare da sola.

Val: “Te l’ho detto Dragion, non devi preoccuparti per me, ma grazie per il tuo interessamento. Ora va dalla tua amata, il mio istinto femminile mi dice che ti sta aspettando”. Lo esortò ad andare, mentre rincasava.

Natsu appena prima che ella chiudesse la porta di casa: “MI RIFIUTO DI NON PREOCCUPARMI PER TE! NEMMENO MC! O KAN! O GRAY! NESSUNO DI NOI SMETTERÀ DI FARLO!”. Urlò a squarcia gola, sorprendendo persino lei.

Val: “Oh Natsu Dragion… tu sei davvero una bella persona, proprio perché sei così, so per certo che accetterai la richiesta del re Gerard”.

Natsu: “Oh… ecco vedi, in realtà non è così semplice”. Si accarezzò la nuca, come imbarazzato per qualcosa.

Val: “Niente lo è in realtà, parlarne aiuta molto, ma non è con me dovresti farlo”.

Natsu: “Ma tu sei una psicologa”. Gli fece notare.

Val: “Ma non sono la tua di psicologa”. Gli rispose per le rime, chiudendo la porta dietro di se.

Natsu: “Ah… questa volta mi ha proprio fregato”.


 

Hughes e Sugarboy se ne stavano seduti sul prato riparati da un albero, a godere delle meraviglie della natura che li circonda, erano stufi di vedere solo e soltanto mare dalla loro partenza da quell’isola infernale, volevano solo godersi i piaceri che poteva offrirgli la terra ferma:

Hughes: “Tu sai perché Coco è andata a prendere del ghiaccio per la lingua di quel cavaliere dai denti da spot pubblicitario?”. Alludendo a Dan.

Sugarboy altrettanto rilassato…: “Mmmmmm. A quanto pare la nostra piccola ha dato un morso alla sua lingua, mentre si davano il primo bacio”.

Hughes: “Ha! Come godo!”. Esultò.

Coco: “Non sei molto gentile”. Si immischia Coco appena giunta con il suo lui.

Dan: “No nessun problema principessa, è la classica situazione in cui gli amici si punzecchiano a vicenda. Giusto mascalzone?”. Interpellando Hughes.

Hughes: “Il tuo sorriso è disgustoso”.

Dan: “Visto? Te lo dicevo, è una cosa nostra”.

Hughes: “Tu non mi piaci”. Continuò sdegno.

Dan: “Gli piaccio tantissimo”. Interpretò.

Hughes: “Ti odio”. Disse diretto.

Sugarboy: “Mi sa che ti odia davvero newboy”. Affermò il cavaliere biondo.

Dan: “Ah… Coco ha detto che mi vuole bene! L’hai sentito?”. Esultò come una ragazzina isterica.

Coco: “Nessuno l’ha sentito tesoro”. Gli rispose rassegnandosi alla situazione.

Hughes: “Merda dategli fuoco”. Sussurrò.

Sugarboy: “Suvvia, presto sarà nostro collega alla pari, devi cominciare ad accettarlo”. Lo esortò.

Dan: “Infatti! - esclamò affiancando Hughes, mettendosi troppo vicino – Da oggi in avanti passeremo… molto, molto, molto, molto più tempo insieme”. A quelle parole a Hughes venne un brivido lungo la schiena, si alzò e si congedò all’improvviso.

Sugarboy: “Adesso dove vai?”.

Hughes: “A trovarmi una fidanzata!”.

Dan: “UH! Coco mi ha appena parlato di una sua nuova amicizia, si chiama Mary, pensa sembra essere la mia versione femminile… ma perché adesso stai accelerando?”. Cominciò a chiedergli, senza accorgersi di essersi messo ad inseguirlo per la città.

Coco: “Oh cavolo… mi sa che si è scordato che dovevamo andare al parco”. Sospirò.

Sugarboy: “Mi dispiace per te. Non ti preoccupare, mi immagino già il giorno in cui andranno finalmente amore e d’accordo come due grandi amici”. Cercò di rassicurarla.

Coco: “Perché stai cercando di illudermi?”. Chiese.

Sugarboy: “Hai ragione scusa, dimenticavo che non hai più dieci anni”.


 

Natsu finalmente raggiunse Lucy, proprio come c’era da immaginarselo, era rimasta a fissare lo spazio vuoto lasciato dalla gilda:

Lucy: “Senza i corpi senza vita, è diventata a malapena sopportabile questa vista”.

Natsu: “Già.. - Natsu appoggiò un braccio sulle sue spalle, dando un po’ di conforto alla sua amata – Lucy, e se ricominciassimo da capo?”.

Lucy: “Che vuoi dire?”.

Natsu: “Ricostruiamo Fairy Tail, chiamiamo i membri sopravvissuti e reclutiamo nuovi adepti, possiamo tornare felici come un tempo se solo...”.

Lucy: “No Natsu non possiamo”. Cercò di disilluderlo.

Natsu: “Ma perché? Pensa torneranno le scazzottate con Levy...”.

Lucy: “Non ho bisogno di un tetto sotto la testa per picchiare quella”.

Natsu: “Ricominceremo a prendere incarichi...”.

Lucy: “Siamo appena tornati da una guerra, per un po’ l’ultima cosa che voglio è combattere”.

Natsu: “Riprenderanno le risse...”.

Lucy: “Ma se ti nascondi sempre sotto il tavolo insieme a Gray”.

Natsu: “Esatto Lucy! Io voglio che ritornino tutte queste cose, che torni tutto come allora, che c’è di male in questo?”.

Lucy gli accarezza il volto: “Oh dolce, ingenuo e stupido di un Natsu...”.

Natsu: “Ecco vedi che comincia già a piacerti l’idea? Adesso dammi un pugno in faccia e cominciamo a organizzare tutto”.

Lucy: “Natsu ascoltami”.

Natsu: “Ti prego picchiami Lucy… - cominciò a piangere – Ricominciamo tutto da capo, torniamo indietro e impediamo che tutto questo sia successo…!”. Natsu non riusciva ad accettare il cambiamento, non voleva, sarebbe stato come ammettere la sconfitta di Fairy Tail.

Lucy: “Natsu, io non ho più alcun potere per poter fare quello che mi chiedi, perché non sono più il master della gilda, non vedi che è stata distrutta?”. Indicò.

Natsu: “Ricostruiamola...”. Gli supplicò.

Lucy: “No… non sarebbe giusto, siamo noi quel che resta di Fairy Tail, non cerchiamo di mantenerne vivo il ricordo con una brutta copia”.

Natsu: “Allora cosa dovremmo fare?”.

Lucy: “Lo sai Natsu”.

Natsu: “Perché io e non tu?”.

Lucy: “Lo sai perché”.

Natsu: “No che non lo so”.

Lucy: “Natsu… sai benissimo di essere diventato più forte di me”.

Natsu: “NO! Non è vero, è una menzogna perché menti così!”.

Lucy: “Natsu le cose stanno così dal nostro primo incontro con Plutonius, per la prima volta hai mostrato il tuo potenziale e lo hai coltivato fino a diventare quello che sei oggi, per concretizzare questa forza adesso devi prendere una decisione difficile che cambierà per sempre la vita di tutti noi, Gerard ti ha spiegato il perché della sua scelta e sai benissimo che ha ragione. Avanti Natsu, tocca a te adesso, dimostra di essere tu il membro più forte di Fairy Tail tra quelli rimasti”.

Natsu: “LUCY!”. Il rosato si inginocchia, Lucy fa altrettanto mettendosi a coccolarlo.

Lucy: “Ora basta Natsu, baciami adesso, baciami come se non ci fosse un domani”. Natsu obbedì, ogni secondo tra le labbra di Lucy, era un leggero sollievo per se stesso, infatti non si sarebbe staccato da lei tanto presto.


 

Giunse la sera, tutti erano seduti ad attendere i loro piatti, intanto chiacchieravano su come fosse andata la giornata: “Non ho capito, perché Hughes stava scappando da Dan?”. Chiese il re tenendo in braccio suo figlio.

Hughes: “Questo idiota...”.

Dan: “Sta parlando di me!”. Esclamò con un sorriso a trentadue denti.

Hughes: “Ovviamente cretino! Voleva prendermi con la forza per presentarmi a un’amica di Coco”.

Elsa: “Mary per caso?”.

Coco: “Sì mia regina”. Confermò.

Elsa: “Ah sì lei è una ragazza veramente deliziosa, ora che ci penso somiglia molto a Dan”.

Hughes: “Mi rifiuto di conoscerla!”. Affermò.

Gerard. “Hughes, ti ordino di dare una chance a questa ragazza”.

Hughes: “Ma così non vale!”:

Sugarboy: “Mmmmmm. Com’è andata a voi altri?”.

Hughes: “Io non avrei finito!”.

Wendy: “Io e Romeo abbiamo passato una bella giornata guardando un film al cinema, è stato così bello che mi piacerebbe ripetere l’esperienza”. Affermò facendo fumare dalla tensione il giovane.

Levy: “Io preferirei tenerlo per me”. Affermò sorseggiando il suo bicchiere d’acqua.

Lucy: “Avrai copulato con il tuo giornalista appena prima di tornare qui: ultime notizie, le mutandine di Levy erano di colore…!”. Levy agì preventivamente, lanciando alla bionda indiscreta il suo bicchiere di vetro dritto in fronte.

Levy: “Parla per te! Voi due non avete ancora fatto niente!”. Alludendo a lei e a Natsu.

Kan: “Noi abbiamo passato la giornata ad aspettare che i piccoli scalciassero!”. Affermò un Kan commosso dalla gioia.

Mc: “Parla per te, io dopo averlo sentito calciare, sono andato a consultare la biblioteca per dei libri sui bambini, voglio ritrovarmi più preparato di questo qua”. Indicò il cugino.

Kan: “Sarò un padre migliore di te!”. Lo sfidò.

Mc: “Non è quella mia priorità imbecille! Anche se conoscendoti mi toccherà lo stesso essere migliore di te”.

Kan: “E con questo cosa vorresti dire?”. Disse avvertendo la frecciatina.

Mirajane: “Io e mio fratello abbiamo parlato tutto il giorno”.

Cana: “E’ stato molto commovente”. Singhiozzò.

Gerard: “E voi altri?”. Alludendo ai quattro rimasti.

Juvia: “Allora, Juvia parlerà a nome di Gray, suo fratello ha prenotato per una serie di visite alla città di Paska, la prima seduta è prevista tra un mese, quindi tra due settimane Juvia partirà con Gray e Lyon visto che il viaggio sarà molto lungo. In linea di massima, si prospetta che il tutto durerà almeno una decina di mesi, quasi sicuramente un anno quindi non ci vedremo prima di allora.”.

Lucy: “Hai detto un anno?”. Lucy non poté non preoccuparsi per Gray, il rosato aveva più bisogno di lui più che mai.

Natsu: “Gray… guarisci presto. - Gray vorrebbe dire qualcosa, ma condizioni a parte non avrebbe saputo che dire – Scusate ma avrei bisogno di aria”. Natsu si alzò, ma venne fermato sul nascere.

Juvia: “Aspetta Juvia non ha finito, tra sei mesi… - Juvia mostrò un anello sull’anulare sinistrò – Juvia e Gray finalmente si sposeranno a Paska.”. Dei gridolini femminili si insinuano nei timpani degli uomini, persino Levy, Lucy ed Elsa si aggregarono, tutti gli fecero i complimenti e le più sincere congratulazioni, ma stranamente si sentii l’assenza di qualcuno.

Gray: “Ma dov’è finito Natsu?”.


 

Natsu era uscito, la notizia lo spiazzò più del previsto, tanto da impedirgli di complimentarsi e fare le congratulazioni al suo migliore amico, ma presto avrebbe avuto modo di rifarsi:

Natsu voltandosi vide proprio il suo corvino preferito: “Gray… - questo ultimo gli diede un calcio in pieni stomaco, come ripicca per il suo comportamento – hai perfettamente… ragione Gray… sc-scusa per… non volevo ferirti. - Gray non nascose di sentirsi ferito – Sono molto felice per te fratello. - Gray cercò di trattenere le lacrime, Natsu lo aiuta a farlo – Gray non fare così, te l’ho detto devi smetterla di continuare a proteggermi, questa distanza è esattamente quello che ci serve, presto tu potrai letteralmente riprendere in mano la tua vita, con o senza voce che sia e mi troverai ad accoglierti.

Gerard: “Bravo, ben detto Natsu”. Disse un re sbucando all’improvviso.

Natsu: “R… Gerard! Scusa per il mio comportamento”.

Gerard: “Ti capisco Natsu, non deve essere stato facile, avanti rientriamo, le portate principali saranno appena arrivate e tu ci devi ancora una risposta chiara e tonda Dragion”.

Natsu: “Sì… me ne rendo conto”.


 

Due settimane dopo:

Nastu e Gray rimasero a dare l’estremo saluto ai loro cavalli, Iceball e Fireball II, i due animali erano ormai troppo vecchi per continuare a vivere, quindi sarebbe toccato ai padroni doversi occupare della loro prole, Icewing e Firewing, o meglio a Natsu sarebbe toccato, per un anno circa: “Devi andare quindi?”. Gray annuì.

I due amici camminarono insieme fino all’auto di Lyon, con Juvia e Lucy ad aspettarli:

Natsu: “Prenditi cura di lui Juvia”. Raccomandò.

Juvia prese per le guance Gray e lo baciò affettuosamente: “Juvia lo farà, per sempre”. Promise guardando fiera il suo anello di fidanzamento.

Lucy: “Ci mancherete un sacco ragazzi”. Ammise un po’ addolorata.

Natsu: “Val vi manda i suoi saluti, sarebbe venuta di persona, ma se non oggi avrebbe dovuto aspettare un’altra settimana prima di fare visita ai suoi figli”.

Lucy: “Anche se è libera, i suoi figli non lo sono abbastanza da vedere la madre tutte le volte che vogliono”.

Juvia: “Juvia spera che gli vada bene, Val ha dimostrato di essere una bella persona”.

Lyon: “Ragazzi mi dispiace ma dobbiamo partire adesso”. Li chiamò Lyon.

Si salutarono a vicenda prima i sessi opposti: “Buon viaggio prossima signora Surge”. Disse il rosato.

Juvia: “Ci si vede prossimo comandante della prima guarnigione”. Lo punzecchiò.

Lucy: “Stammi bene Gray, altrimenti dammi due settimane di tempo che vengo a gonfiarti”. Lo avvisò strappandogli un sorriso.

Toccò allo stesso sesso salutarsi: “Ciao Juvia, senza di te mi toccherà passare più tempo con… Levy”. Sbuffò.

Juvia: “Chissà, potrebbe anche piacerti. Ciao master, Juvia le vuole bene”.

Lucy: “E’ reciproco”. Disse in un abbraccio.

Natsu rimase forte fino alla fine, non se lo sarebbe mai aspettato: “Alla prossima classe S Surge”.

Natsu gli tese la mano, Gray lo tirò a se lo abbracciò con tutte le sue forze: “C-ciao...”. Si sforzò un’ultima volta, regalandogli il suono della sua voce nelle sue orecchie.

La coppietta entrò nell’auto, mentre questa partiva, loro salutarono dalla finestra fino a quando non sparirono all’orizzonte.

Lucy: “Ah… allora andiamo?”. Chiese finendo di salutare.

Natsu: “Fiu… direi proprio di sì”.

I due si presero per mano e camminarono, la loro attenzione viene particolarmente attirata da un ragazzino dai vestiti lerci, con a fianco un cappellino con dentro delle monetine: “Ehi… il tizio dalle tante giacche è andato via?”.

Natsu: “Già… non tornerà prima di un bel po’ di tempo...”. Singhiozzò il rosato, ma vide bene di contenersi.

Il piccolo: “Peccato, tempo fa gli feci una domanda, solo che dovetti scappare prima di ricevere risposta”. Disse a voce bassa.

Lucy abbassandosi alla sua altezza: “E qual era la tua domanda?”.

Il piccolo: “Quando vale la pena di combattere? Visto che era un membro di Fairy Tail, pensavo che avrebbe potuto rispondermi”.

Natsu: “E’ giusto. Dimmi piccolo come ti chiami?”.

Il piccolo a malincuore: “Hm… non ho un nome, non ricordo di averlo mai avuto, perché non ricordo me lo avessero mai dato”.

Natsu e Lucy si lanciarono uno sguardo complice: “Allora piccolo, se vuoi facciamo così, adesso vieni con noi e non solo ti daremo un nome, ma placheremo la tua curiosità da qui in avanti, ti va?”. Gli propose Lucy.

I due gli tendono una mano ciascuna, il piccolo accettò volentieri entrambe: “Dove andiamo?”.

Lucy: “In un posto molto bello, prima pensiamo al tuo nome… che ne dici di Makarov?”. Natsu alzò il pollice con la mano libera.

Il piccolo Makarov: “Sì mi piace!”.

Natsu: “Mi fa piacere, si chiamava così anche una persona a cui abbiamo voluto tanto bene”.


 

Un anno dopo:

Gerard: “Oggi è un giorno di festa, il sole testimonia che oggi ci saranno ben due unioni degne di questo nome, vediamo Natsu Dragion, comandante della prima guarnigione, unirsi in matrimonio con Lucy Ashley, master della leggendaria gilda di Fairy Tail, caduta nel conflitto contro New Rules”. Sono tutti presenti in questo giorno glorioso, Val, Elfman con la sua protesi meccanica realizzata grazie a Levy e Wendy, Gajil fidanzato ufficialmente con Levy, Romeo compagno di Wendy, Cana e Mirajane mentre tengono rispettivamente le proprie bambine tra le loro gambe, Mc e Kan seduti rispettivamente a fianco delle proprie compagne di vita, la famiglia di Gray, Gray con il suo nuovo braccio meccanico, in piedi come gli altri comandanti formando la fila di testimoni dello sposo, mentre la fila di damigelle era formata da Juvia, Wendy, Coco e straordinariamente Levy, Elsa era seduta sul suo trono a godersi la cerimonia insieme al piccolo Gerard che dorme beato tra le sue ginocchia.

Natsu: “Lucy sei bellissima con il tuo vestito bianco, sembri una principessa”.

Lucy: “Grazie, anche tu sei chiccoso oggi”. Afferma con un tono poco principesco.

Natsu: “Ehm… sembra un complimento e lo accetto volentieri”.

Gerard: “Adesso gli anelli, mentre se li scambieranno, i due sposi si scambieranno anche le promesse”.

Ecco arrivare il piccolo Makarov come paggetto, fiero e orgoglioso del compito assegnatogli: “Ecco a voi mamma e papà, vi voglio bene”. Dice con quella spontaneità da sciogliere tutti i cuori.

Lucy: “Oh Mako… - la bionda non riesce a fare a meno di riempirlo di baci sulle guance – Ti vogliamo bene anche noi”. A Natsu scappò una lacrima.

Makarov: “Vacci piano mami, è papà che devi sposare”. Tutti scoppiarono a ridere, lo stesso Gerard faticava a rimanere serio.

Natsu: “Ho realizzato di essere un po’ geloso”.

Gerard: “D’accordo procediamo”.

Natsu: “Va bene: Lucy io ti amo, ti amo così tanto che… farei scoppiare una rissa proprio qui e adesso solo per farti contenta e non mi metterei sotto un tavolo come al mio solito, ma combatterei prendendo a pugni chiunque mi capitasse a tiro, perché per te farei tante follie”. Gli infila l’anello, passandogli il testimone.

Lucy: “Oh Natsu, pure io ti amo, il tempo passato insieme, il bellissimo bambino che abbiamo adottato, sono state le cose più belle che potessi desiderare, io prometto di continuare a lottare per il bene di tutto questo e molto di più”. Gli infila l’anello.

Gerard: “Bene, allora...”.

Lucy e Natsu all’unisono: “Lo voglio!”.

Gerard: “Ti pareva. - il re decise di lasciar perdere la loro -Per i poteri conferitomi, vi dichiaro marito e moglie, con questa unione, l’esercito reale e Fairy Tail hanno suggellato il loro legame come Fairy Force e resterà quindi tale per sempre, oltre a ciò, in onore dei caduti di un anno fa, sia soldati che pacificatori, da oggi in avanti la città reale prederà il nome di Fairy City!”. Tutti applaudirono e fischiarono, da adesso in avanti le due forze maggiori di Edolas, l’avrebbero continuata a proteggere, come una cosa sola.

Natsu: “Ora posso baciare la sposa?”.

Gerard: “Uh hai ragione, certo che puoi”. Natsu procede, Lucy contraccambia volentieri e le esaltazioni si fanno sempre più forti e fragorose, è come aveva detto il re Gerard, questo è un giorno di festa, qualunque cuore spezzato o precedentemente ridotto in briciole, oggi è stato aggiustato dalla forza del vero amore.


 

Angolo dell’autore:

E’ finita la storia! E’ finita la storia! Sono contento, peccato per chi ha smesso di seguirla, io ho un grande debito di riconoscenza per questa serie quindi mi sono sentito in dovere di portarla al termine, probabilmente non posterò più storie da adesso in avanti, ma grazie a Efp ho avuto l’occasione di scoprire un lato di me che non credevo che avrei mai conosciuto.

Un saluto, forse per l’ultima volta,

Il Narratore FT

   
 
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