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Autore: Mercurionos    24/02/2020    1 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 11 – Il Destino delle Vacanze Estive, Parte 1 – Anno 1, 25 Termidoro/42 Fruttidoro
 
“Lord Freezer, è arrivato l’agente che attendeva.” Una guardia entrò nel grande ufficio al centro della scuola, e comunicò la venuta dell’ospite atteso dall’Imperatore. “Fallo entrare e lasciaci soli. Non fare entrare nessun altro fino a quando non abbiamo finito.”
“Agli ordini, mio signore!” L’uomo nella bianca armatura tornò alla sua postazione all’esterno della stanza, fece entrare la persona che stava attendendo nel corridoio, poi richiuse le porte dell’ufficio. La guardia non poté fare a meno di notare la statura dell’ospite avvolto in un mantello scuro, alto poco più del piuttosto minuto Freezer. Sempre meno tranquillo si mise di fronte all’ingresso della stanza, e chiuse gli occhi.
 
“Agente R2-G7 a rapporto, vostra maestà.”
“Lascia stare le formalità, riposo. Hai fatto in modo che nessuno ti notasse?”
La figura incappucciata disse debolmente di sì. Freezer continuò a dargli le spalle, ammirando il nero cielo notturno dall’ampia finestra del suo studio. Dinanzi a lui si stagliava verso l’alto la grande torre dei dormitori: notando che nessuna luce era accesa nelle stanze del palazzo, abbassò il capo e continuò il colloquio.
 
“Ti ho chiamato per sentire la tua opinione su ciò che è successo al torneo. Dimmi, cosa ne pensi?”
“Signore, secondo la mia modesta opinione, il programma è stato svolto nel migliore dei modi. L’affluenza era esattamente quella prevista, e i soldati migliori hanno potuto mettersi in mostra.”
“Se non sbaglio però, qualcuno non ha potuto esprimere il suo massimo… potenziale.”
“Si riferisce al principe saiyan, Lord Freezer?”
“Certo che mi riferisco a lui, altrimenti non avrei chiamato proprio te! Spiegami cosa è successo, forza!”
“Mi perdoni, signore. Durante il primo quarto di finale mi sono sentito in dovere di attuare misure restrittive verso Vegeta. Ho temuto che il suo stile di combattimento avrebbe potuto arrecare danno agli spettatori. Inoltre, ho seguito il protocollo che mi ha imposto lei, signore.”
 
Freezer si voltò, visibilmente infastidito da quell’ultima frase.
“Hai ritenuto che un differente esito dello scontro avrebbe potuto influenzare negativamente il carattere di Vegeta, agente?”
“Sì, signore. Ho imposto delle limitazioni in modo da… ecco…”
“Fargli comprendere il suo posto, ho capito. Vorrà dire che approverò la tua azione. Però dimmi, quanto lo hai trattenuto in questa occasione?”
“Lo ho limitato circa del 30%, direi.”
“Ti ha notato?”
“No, signore.”
“E pensi che avrebbe potuto vincere, se non avessi interferito?”
“Ad essere sincero, non saprei, Lord Freezer. Le abilità di Vegeta sono innegabili, ma non so se avrebbero potuto colmare la differenza nel livello di combattimento tra lui e il suo avversario.”
“Bene, vuol dire che condividi la mia opinione. Degli altri due cosa pensi, invece?”
 
“Rispettano la stima delle analisi, mio signore. Non ho ritenuto necessario un intervento visto il loro potenziale limitato. Devo dire però che sono stati molto intrattenenti durante il torneo, il pubblico ha apprezzato molto.”
“Fu fu… Su questo devo darti ragione. È un po’ che non mi divertivo guardando un combattimento. Quel saiyan di basso livello è un soggetto di certo molto divertente.”
Freezer si avvicinò alla sua spia. Con tono calmo quanto freddo, chiese: “Hai altro da riferirmi, agente imperiale?”
“No signore. Tutto il resto è in regola.”
“Molto bene allora, puoi andare.”
La persona ammantata di nero si inchinò e uscì dalla stanza, avvolto nelle ombre della notte. Celato nel buio mantello, la debole luce delle stelle lo accompagnò fino alla torre dei dormitori, dove sparì silenziosamente.
 
Mancavano pochi giorni all’inizio della seconda parte dell’anno accademico quando Radish venne approcciato dal gruppo di ragazze della sua classe. Trovandolo da solo nel cortile dell’accademia, si avvicinarono frettolose a lui, circondandolo. Il povero saiyan se ne accorse troppo tardi: “Ah, ciao ragazze. Avete… bisogno di qualcosa?”
“Non fare il finto tonto! – Frida lo aggredì per prima – Sono passati già dieci giorni e non hai ancora chiesto scusa a Patty!”
 
Radish non comprese: “A Patty? Cosa ho fatto?” Un inaspettato ceffone si abbatté sulla guancia del ragazzo. Patty lo osservava furiosa, ma sembrava quasi pronta a scoppiare in lacrime: “Maniaco! Mi hai costretta un giorno intero in infermeria!”
“Ma che cavolo!? Ce l’hai con me per il torneo? Guarda che eri pronta a fare la stessa identica cosa con me!”
Patty indietreggiò leggermente, imbarazzata dalla risposta di Radish: “Brutto pervertito! Non tirare in ballo la scusa del torneo per allungare le mani su di me solo perché non sei abituato ad una ragazza bella!” Un’altra sberla stava per impattare sulla faccia di Radish, ma il ragazzo fermò la mano di Patty, guardandola bieco: “Cosa vorresti dire, scusa?”
 
A quel punto intervenne Sabrina, che si era tenuta in disparte. Prese il braccio di Patty e lo abbassò lentamente, tentando di distanziare l’amica da Radish, poi si rivolse a lui con un sorriso impacciato: “Devi scusarla, è rimasta un po’ scossa da quella cosa…”
“Deve scusarsi lui invece! È lui quello depravato qui!” Patty era ancora furiosa con Radish, che confuso tentò di scusarsi con lei: “Va bene, scusami, scusami! Non volevo mica… allungare… le mani. – Senza che le ragazze lo notassero, Radish venne brevemente distratto dalle audaci forme di Patty, che continuavano a non avere la minima intenzione di rispettare convenzionali leggi di fisica. – E comunque, “degenerato”? Non avete mai letto una fanfiction italiana? Quello pervertito è Vegeta, mica sono io!” Le ragazze lo osservarono senza capire. Fu in quel momento che una mano si posò sulla spalla di Patty: “Ehi bellezza, c’è qualche problema?”
 
Patty lanciò un grido, facendo un salto di qualche decina di metri versò l’alto. Mirk la osservò stupita: “Cavoli, non pensavo di essere COSÌ brutta!” Trattenendo furiosamente fiotti di lacrime, Patty la insultò un paio di volte dall’alto, poi volò in direzione dell’uscita del cortile, seguita in fretta da Frida. Sabrina osservò con gusto la sonora risata di Radish, poi lo salutò timidamente e raggiunse le altre due ragazze.
“Ehi Mirk! Vai ad allenarti di nuovo con Vegeta?”
“Certo! Qualcuno dovrà pure insegnargli le buone maniere, no? Vieni con noi, Radish?”
“In che senso “noi”?”
 
Due dita si infilarono fulminee nei fianchi di Radish, che esplose in un urlo spaventato. Istintivamente, spiccò un balzo in aria, così poté notare cosa fosse successo. “Te l’ho detto che soffre il solletico! – disse ridendo Pump, che era rapidamente apparsa alle spalle del compagno, a Mirk – Ora mi devi offrire un gelato!” Mirk smise di ridere e si arrese: “Va bene, va bene, hai vinto! Ohi Radish, vieni con noi!” Radish, ancora sorpreso, guardò le due amiche allontanarsi in direzione della città insieme. Felice di come andavano nuovamente d’accordo Pump e Mirk, decise di seguirle verso la capitale: “Ehi! Il gelato lo voglio anche io!”
 
“Mirk, scusami…”
“Dimmi, bella.”
“Ma… anche quando si allena con te… Vegeta continua ad urlare?”
“Oh sì! Sembra che ogni suo attacco debba corrispondere ad un verso. Certe volte fa “Uaaah!”, altre volte fa tipo “Oooouuh!” e altra roba.”
Osservare l’allenamento di Vegeta si rivelò un’attività sia istruttiva che divertente: da una parte gli spettatori potevano ammirare la violenta eleganza dell’ambiguo principe, dall’altra le costanti urla rivolte ai muri della stanza, accompagnate da innovativi neologismi che marchiavano a vita la natura degli attacchi dello stesso Vegeta, intrattenevano parecchio il pubblico.
In quel momento Radish si avvicinò alle ragazze: “Ho parlato col signor Nappa, dice che ha fatto ristrutturare le pareti della stanza, ma vi prega di non esagerare lo stesso.”
“Okay, okay, amico!” Mirk aveva compreso bene il poco celato significato delle parole di Radish: “Farò in modo di non abbattere l’edificio. O di ammazzare Vegeta.”
 
“Avete finito di dire fesserie o no?”
Vegeta uscì madido di sudore dalla camera per l’allenamento. Tranquillo, si avvicinò all’armadietto in fondo al corridoio, lo aprì, prese un asciugamano e rientrò nella stanza. Gli altri lo guardarono, fino a quando non indicò serio Mirk puntandole contro l’indice. Questa sbuffò, si tolse l’armatura e la lanciò sulla panca dietro di sé, poi entrò e si mise di fronte a Vegeta.
 
Il silenziò strozzò l’aria, tendendola come una corda robusta. Il principe dei saiyan era ancora molto, MOLTO frustrato per l’esito del torneo. Inoltre Vegeta è sempre arrabbiato con il mondo, quindi la combinazione di questi stati d’animo rendeva il ragazzo decisamente pericoloso. E Mirk continuava a ridere, infastidendo ulteriormente Vegeta. Il mondo esplose in una bellicosa fiammata di luminosa energia: Vegeta aveva cominciato a sondare il potere della sua avversaria. E la resistenza dell’edificio, a quanto pareva.
 
“Ma… Come cavolo fa? Come fa a ragionare così in fretta?” Per la prima volta, Pump riuscì ad analizzare con calma lo stile di combattimento di Vegeta. Le rapide schivate, i contrattacchi istantanei… Tutto accadeva terribilmente in fretta. Radish condivideva l’opinione di Pump: “Non ne ho davvero idea. Come fa a trovare il tempo di osservare i movimenti di Mirk e poi anche di reagire? Io non riesco a muovere gli occhi così in fretta!”
 
“Si tratta della sua tempra, ragazzi.” Nappa si era silenziosamente avvicinato ai due, spaventandoli un poco. “Ah, scusate. Sono stato attirato dalle… vibrazioni. Comunque è una cosa a cui farete abitudine, credo. Vegeta ha affrontato molte più battaglie di voi, quasi sempre contro molti nemici alla volta. Il suo eccellente livello di combattimento gli ha permesso di imparare uno stile di lotta violento ed efficace. Però… ha speso quasi tutta la sua vita sui campi di battaglia più insanguinati dell’universo.”
“Come mai lo dice così?” Pump era incuriosita dal tono malinconico del loro tutore.
“In che senso?”
“Noi siamo saiyan! È il nostro destino combattere, no?”
“Con tutto quello che è successo… Non so neanche se il destino dei saiyan sia ancora quello di affermarsi come la razza più potente dell’universo. Dopotutto, siamo rimasti veramente pochi.” Nappa continuò ad osservare i movimenti di Vegeta, ma la sua espressione si fece pian piano più cupa.
 
“Ma insomma! – Pump non sembrava molto d’accordo – Proprio perché siamo rimasti in pochi dobbiamo far vedere di che pasta siamo fatti! A me fa girare semplicemente che Vegeta sia così forte senza un motivo decente! Quel cretino non pensa a niente se non a combattere!”
Nappa osservò stupito la ragazza alta più o meno la metà di lui dimostrare così tanta tenacia, poi notò l’espressione sorpresa di Radish, e non poté fare a meno di scatenarsi in una rumorosa risata.
 
Note dell’Autore:
Il gusto di gelato preferito di Radish è il pistacchio caldo. È un gusto che forse voi non conoscete, ma dopotutto non siete neanche mai stati nello spazio.
 
Non perdetevi assolutamente la seconda parte del capitolo!

 
   
 
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